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Mie care nipoti ... - Cambiailmondo

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è innanzitutto ad essi che il PCI deve la sua capacità di rinnovare via via i contenuti,<br />

anche culturali, della sua politica e del suo rapporto con il popolo italiano. Se poi, però,<br />

com’è probabile, per rinnovamento della sinistra si intendono prospettive politiche e<br />

culturali che volta a volta, nei cinquanta anni trascorsi, hanno agitato pezzi della sinistra<br />

ma che la storia stessa ha puntualmente sconfitto, è chiaro allora che il discorso diventa<br />

un altro!<br />

Ma poi, chi erano veramente i funzionari di partito?<br />

Essi erano, allo stesso tempo, impiegati, dirigenti politici, agitatori sociali, propagandisti,<br />

ecc., insomma intellettuali organici, come si diceva una volta, che mettevano a<br />

disposizione del partito e della causa per la quale lottavano tutte le proprie capacità<br />

intellettuali e di lavoro e la propria cultura.<br />

Per giunta, essi conducevano una vita assai grama dal punto di vista della loro condizione<br />

economica, anzi fino a quasi l’inizio degli anni ’60 molte volte non disponevano neppure<br />

dei soldi necessari per soddisfare le esigenze più elementari proprie e delle loro famiglie<br />

(chi lo farebbe oggi?), sobbarcandosi fatiche enormi di notte e di giorno per far crescere<br />

l’Italia e migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle classi più deboli e per costruire<br />

e consolidare la presenza del partito sul territorio, rischiando qualche volta anche la<br />

galera per ragioni politiche, come ad esempio accadeva ai tempi di Scelba.<br />

Tutto questo poteva nascere solo da una carica morale e ideale non comune e forse, a<br />

ripensarci bene, essi oggi avrebbero diritto a qualche ringraziamento sia per ciò che<br />

hanno dato alla sinistra italiana sia per quel che hanno dato all’Italia!<br />

Questo radicale cambiamento nella mia vita e nella mia visione del mondo non si<br />

verificò naturalmente nel giro di qualche giorno.<br />

Esso fu il risultato di un processo lungo, anche segnato da spinte e aspirazioni a volte<br />

confuse e contraddittorie, alimentato e scandito sia dall’esperienza fatta giorno per<br />

giorno a contatto con i problemi, anche minuti, della gente e successivamente nel<br />

concreto dell’attività politica, sia dallo sforzo compiuto per cer<strong>care</strong> di chiarire e dare un<br />

senso anche teorico alle ragioni che mi avevano portato a compiere la scelta del PCI.<br />

All’epoca, nelle sezioni del PCI era possibile trovare piccole biblioteche, nelle quali<br />

erano presenti soprattutto edizioni della Universale Economica e delle Edizioni<br />

Rinascita (di esse, io conservo ancora oggi molti volumi, un po’ ingialliti e qualche<br />

volta anche malridotti dal tempo).<br />

C’erano anche opuscoli provenienti direttamente da Mosca, si trattava in genere<br />

di scritti di Lenin e Stalin e altri marxisti russi, stampati a Mosca nelle varie lingue<br />

appositamente per l’estero.<br />

Le Edizioni Rinascita erano invece direttamente legate al PCI e pubblicavano testi<br />

di Marx, Engels e di dirigenti del movimento comunista internazionale, mentre la<br />

Universale economica pubblicava autori di cultura progressista e rivoluzionaria; in<br />

particolare nella serie rossa, dedicata alla storia e alla filosofia, era possibile acquistare<br />

a prezzi bassissimi opere fondamentali nella storia della moderna cultura rivoluzionaria<br />

e progressista dell’Europa.<br />

Naturalmente non è che fossero in molti, nelle sezioni del PCI, quelli che approfittavano<br />

della presenza di queste piccole biblioteche, perché la quasi totalità degli iscritti a quei<br />

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