Mie care nipoti ... - Cambiailmondo
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un grande consenso elettorale.<br />
In paese, i più forti a sinistra erano allora i socialisti, continuando una tradizione che<br />
risaliva a prima del fascismo, poi vi era una notevole presenza repubblicana che sul<br />
piano amministrativo si faceva addirittura maggioritaria rispetto alle altre forze politiche<br />
locali, tanto è vero che il PRI ha amministrato il Comune dal 1946 (in questa occasione,<br />
in coalizione con la DC) fino al 1960, i comunisti invece venivano al terzo posto e<br />
ancora alle elezioni per la Camera dei deputati del 1953 essi superavano di poco i 200<br />
voti, mentre i socialisti erano oltre i 1000 voti e i repubblicani oltre i 700.<br />
Nonostante questa evidente debolezza rispetto al PSI e persino al PRI che, salvo alcune<br />
isole (come Lanciano e, fino alla fine degli anni ‘50, appunto Orsogna), era altrove<br />
debolissimo, la presenza dei comunisti era tuttavia ugualmente una presenza vivace che<br />
però non riusciva a trasformarsi in consenso elettorale, principalmente per la mancanza<br />
nelle loro fila di un leader locale forte e riconosciuto.<br />
In genere, a quei tempi, la forza organizzata dai comunisti nelle sezioni, e di conseguenza<br />
la composizione dei loro organismi direttivi sezionali e delle liste per le elezioni<br />
amministrative, era fatta di contadini e lavoratori generici (rappresentavano la grande<br />
maggioranza degli iscritti), artigiani, qualche commerciante e solo raramente qualche<br />
professionista.<br />
Certo non stava soltanto in questo la ragione degli scarsi consensi elettorali raccolti dai<br />
comunisti a Orsogna come in tantissimi altri comuni dell’Abruzzo e del Mezzogiorno:<br />
pesavano molto anche altri motivi, che in parte dovevano venir meno negli anni<br />
successivi, in particolare pesava la forte chiusura settaria che allora li distingueva,<br />
indotta anche dall’asprezza dei contrasti politici e sociali del tempo.<br />
Bene, fu proprio con loro comunque che mi ritrovai a quel punto della mia vita. E non<br />
nascondo che anche quel loro settarismo, almeno nei primi tempi, aveva su di me un<br />
forte fascino perché lo consideravo come la necessaria espressione del rigore, della<br />
coerenza e della determinazione indispensabili per portare a compimento una grande<br />
impresa di trasformazione del mondo come, ai tempi della rivoluzione francese, era<br />
avvenuto con Robespierre e Saint-Just (ho sempre avuto, anzi, una grande ammirazione<br />
soprattutto per Robespierre, fino al punto da chiamare Massimiliano il nostro primo<br />
figlio, con grande disappunto -ce lo confessò mia madre molti anni dopo- di mio padre<br />
che si aspettava Domenico, com’era d’uso a quei tempi, mentre il secondo figlio lo<br />
chiamammo Stefano perché era un nome che suonava bene e mi piaceva il suo significato<br />
principale in greco: corona, serto, ghirlanda).<br />
Per la verità, l’incontro con i comunisti di Orsogna non fu una mia scelta: furono<br />
invece alcuni di loro, che avevano saputo dell’episodio accaduto in parrocchia, che mi<br />
avvicinarono; ma io accettai subito e volentieri, così d’istinto, la profferta di amicizia<br />
che essi mi fecero.<br />
I comunisti all’epoca non godevano di buona fama, non solo tra i ceti bene dei nostri<br />
paesi ma anche tra tanta parte del popolino, i peggiori da questo punto di vista erano<br />
anzi i più poveri e i più ignoranti.<br />
Tra i ceti popolari, a dire il vero, c’era anche molta gente in buona fede, convinta<br />
tuttavia che comunque i comunisti andavano evitati e tenuti lontani, tanto che -poco<br />
tempo dopo i fatti che ho ricordato- una brava donna che conosceva mia madre e che mi<br />
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