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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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Una rappresentazione grafica non ingenua secondo il tempo<br />

lineare ingenuo:<br />

I <strong>II</strong> <strong>II</strong>I IV<br />

prima<br />

costituzione<br />

soggettiva,<br />

o <strong>del</strong> corpo<br />

Crisi<br />

(e patologia)<br />

21<br />

pulsione<br />

di morte<br />

guarigione<br />

morte fisica<br />

Osserviamo che questa concezione <strong>del</strong>la pulsione di morte, che<br />

una volta qualificavo come francescana (“sorella morte”), la presenta<br />

come un pensiero nuovo (o un accadere psichico, psychisches<br />

Geschehen) ossia come facoltà: di pensare il limite <strong>del</strong> tempo e la<br />

morte fisica, così da sottrarre la morte sia al potere <strong>del</strong>la sola<br />

naturalità, sia al potere <strong>del</strong>l‟esclamazione paolina (“dov‟è o morte la<br />

tua vittoria?”). Infatti essa è connessa alla salus, comunque<br />

concepita, di una guarigione. “Guarigione” significa anzitutto che,<br />

quanto alla decisione <strong>del</strong> soggetto, il rapporto <strong>del</strong> corpo con la<br />

soddisfazione non gli sarà più tolto, benché, certo, a condizione di<br />

favori che non può darsi da sé, ma che può continuare o iniziare a<br />

propiziarsi. [43]<br />

La psicopatologia quanto più è accanita, o “grave”, [44] tanto<br />

meno ha pulsione di morte: in essa il tempo, come tempo<br />

<strong>del</strong>l‟insoddisfazione, è il tempo infinito <strong>del</strong>la cattiva eternità<br />

<strong>del</strong>l‟orologio rotto. Essa insiste sempre con monotonia nello stesso<br />

tema patologico, e asserve a sé il tempo comeschiavo <strong>del</strong>la<br />

ripetizione coatta. [45] La psicopatologia tanto meno ha pulsione di<br />

morte quanto più è mortifera. Il dispotismo [46] proprio alla<br />

psicopatologia esercita la sua tirannia su tutti (universo sempre<br />

mancato) con la teoria implicita <strong>del</strong> tempo infinito, esercitandola<br />

anche sull‟onesto tempo lineare (onesto, nulla di più ma neppure di<br />

meno). Potremmo pensare l‟inferno come vita continua tutta e solo<br />

affidata al continuo temporale. Ovvero l‟ergastolo <strong>del</strong>l‟angoscia. La<br />

pulsione di morte – non la morte – la fa finita con il tempo infinito<br />

ossia con l‟angoscia. Antigone, suicida, muore senza pulsione di<br />

morte cioè senza dare né fare affidamento.<br />

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