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LA CITTA' DEI MALATI, II VOL (1995) - Società Amici del Pensiero

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pensiero si fissa allora sulla minaccia <strong>del</strong>la perdita, con la<br />

conseguenza di deviare il suo corso, deviazioni che vanno dal ritiro<br />

dall‟invenzione di soluzioni, alle previsioni di sconfitta.<br />

La conclusione di Freud è la seguente:<br />

Questo processo di pensiero è in realtà di gran lunga il più frequente<br />

senza essere anormale; è il nostro modo abituale di pensare, inconscio,<br />

ma con occasionali intrusioni nella coscienza, è quello che si può<br />

qualificare come pensiero cosciente con anelli intermedi inconsci, i quali<br />

possono, tuttavia, essere fatti divenire coscienti. [...] Pensare con la carica<br />

dei segni di realtà di pensiero o dei segni verbali è, quindi, la più alta, la<br />

più sicura forma <strong>del</strong> processo <strong>del</strong> pensiero conoscitivo. [27] (Cap. 3.2.)<br />

Sottolineo, <strong>del</strong> brano citato, due aspetti che verranno poi trattati<br />

nella seconda parte di questo articolo. 1°. anzitutto la connessione<br />

giudizio-pensiero pratico. Benché la spiegazione fornita da Freud<br />

risenta <strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong>la sua elaborazione, nondimeno è preziosa<br />

l‟articolazione nuova di sapere e conoscenza. Non c‟è differenza<br />

alcuna tra giudizio e conoscenza; non c‟è separazione tra pensiero e<br />

sapere. C‟è invece – e questo ci importa – la possibilità che il<br />

pensiero cada in errore proprio a causa <strong>del</strong> sapere: all‟Io non basta<br />

sapere. Deve sapere di sapere. Vedremo – anticipando la conclusione<br />

– che sarà il pensiero critico a fornire tale certezza, non senza<br />

apportare una novità nel giudizio; 2°. la connessione pensiero-parola.<br />

Risulta chiaro che non c‟è subordinazione <strong>del</strong> pensiero dalla parola.<br />

L‟Io elabora già prima di pronunciarsi come parlante. Vale per la<br />

conoscenza ciò che vale per il primo giudizio, che ha nell‟esperienza<br />

di soddisfacimento ottenuto dall‟altro il suo prototipo. La<br />

soddisfazione fornita dalla memoria come termine di paragone per il<br />

giudizio è il prototipo di ogni conoscenza (il tanto disprezzato<br />

«conoscere» in senso biblico). Con una formulazione sintetica noi<br />

diciamo che non c‟è ragione senza soddisfazione, o anche: la<br />

soddisfazione è <strong>del</strong>la ragione. [28]<br />

Il pensiero giudicante rappresenta un progresso rispetto alprimo<br />

giudizio, in quanto coglie anche quella parte <strong>del</strong> complesso <strong>del</strong>l‟altro<br />

che fino ad allora sfuggiva al giudizio (la «cosa»). A differenza dal<br />

primo giudizio, che coglie soltanto quella parte <strong>del</strong> complesso<br />

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