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LA PREISTORIA - Cortebue.it

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Resti dei piloni di un ponte, probabilmente di<br />

età romana, lungo lo Strona<br />

a Gravellona Toce<br />

CREVO<strong>LA</strong> E I PONTI ROMANI<br />

Numerosi ponti caratterizzavano il percorso<br />

piemontese della strada romana.<br />

Nel tratto verbanese i più importanti erano il ponte<br />

in muratura sul Ticino a Castelletto, di cui si hanno<br />

solo notizie ottocentesche, e il ponte sullo Strona a<br />

Gravellona, le cui le fondazioni dei basamenti sono<br />

state indagate archeologicamente. Il ponte sulla<br />

Toce nei pressi di Ornavasso non è neanche<br />

localizzabile con precisione, mentre diversi resti di<br />

pali segnano ancora oggi la zona del porto della<br />

Masone e del ponte antico, poco a valle<br />

dell’attuale.<br />

Il ponte più monumentale doveva esser però quello di Crevola, che, inser<strong>it</strong>o in<br />

un’ambientazione spettacolare, consentiva alla strada di raggiungere la riva sinistra della<br />

Diveria, versante che poi risaliva senza varianti probabilmente fino al valico. Appare<br />

invece interamente medievale il Ponte dell’Orco, ormai crollato, legato al trans<strong>it</strong>o verso<br />

gli alpeggi del versante opposto e ad alcune direttrici minori verso la Valle di Bognanco,<br />

così come il superiore ponte ad unico arco.<br />

Il ponte di Crevola in una l<strong>it</strong>ografia del<br />

1886. Si notano ai piedi del ponte<br />

napoleonico i resti di quello romano<br />

Lo scopo del ponte di Crevola era quello di consentire<br />

alla strada di superare restando alta le balze d’accesso<br />

alla Val Divedro, in modo da affrontare la valle con<br />

sal<strong>it</strong>e progressive, adatte al traino di veicoli anche su<br />

strade soggette al ghiaccio. Per fare questo doveva<br />

superare la profonda forra che dà il nome al paese<br />

(Crebula “stretta crepa”) risalendo gradualmente dalla<br />

piana di Domodossola appoggiandosi sul versante a<br />

monte di Preglia. Ancora una volta la soluzione della<br />

strada romana appare simile a quella segu<strong>it</strong>a più tardi<br />

dagli ingegneri napoleonici, dotati di mezzi tecnici ben<br />

diversi ed in particolare di esplosivi per la frantumazione<br />

della roccia.

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