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Il segreto dei Templari - Studio SIP.

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Mentre Lauret mi guardava assiduamente per scoprire anche il più<br />

piccolo mutamento della mia espressione, posai lentamente il foglio su<br />

un piccolo tavolo lì vicino e passai ad inquadrare la mappa.<br />

Era cosparsa di linee, cerchi e stelle ottenute mediante squadra e<br />

compasso, con una freccia rossa vistosa nel centro, corrispondente ad un<br />

punto ben preciso al‟interno del triangolo di tera formato dale<br />

cittadine di Rennes Le Chateau, Rennes Les Bains e Arques.<br />

Notando il mio sgomento, Lauret riprese in questo modo a parlare:<br />

«La frase che ha letta e questa mappa indicano una stessa Verità. Non<br />

mi chieda come mi sono procurato questi documenti, non sarebbe<br />

intelligente da parte sua, posso dirle soltanto che quanto le sta sotto gli<br />

occhi è strettamente in relazione ai Catari e specialmente ai <strong>Templari</strong>,<br />

un argomento che lei ha studiato ampiamente. Veda, forse lei non lo<br />

crederà, ma tutto questo territorio intorno a Rennes Le Chateau è<br />

cosparso di indizi e simboli che assumono tutte le caratteristiche di un<br />

enorme puzzle a cielo aperto. Se lei fosse pratico della zona, saprebbe<br />

che qui intorno vi sono tutta una serie di segnali che aspettano solo di<br />

essere interpretati nella maniera giusta, una sorta di esercizio cifrato che<br />

può condurre alla scoperta di qualcosa di talmente grande e<br />

sconvolgente da far tremare le fondamenta della Terra. Conosco questa<br />

zona come le mie tasche; ad ogni piè sospinto si trovano croci templari,<br />

Castelli catari diroccati che emanano ancora oggi uno strano profumo di<br />

ricordi ancestrali indimenticabili, calvari con incisi acronimi enigmatici,<br />

rocce scolpite di misteriose lettere, numeri e addirittura di animali<br />

alegorici, menhir e quant‟altro si posa imaginare, tuti collocati in<br />

punti strategici come ad indicare una Via. Vi è perfino una statua di<br />

Cristo alla quale sono state tranciate di netto le mani, poiché,<br />

verosimilmente, le sue posture direzionali potevano aiutare a individuare<br />

in qualche modo il <strong>segreto</strong>, per non parlare della tomba disegnata da<br />

Poussin che si ritiene sia stata ricalcata da una realmente esistita, ma che<br />

purtroppo non è più rintracciabile perché fatta demolire in fretta e furia<br />

da chissà quale autorità innominabile. Vi sono poi le pergamene<br />

scoperte da Sauniere, con quel‟alusione ad un „tesoro‟ che giace, ad un<br />

Re oscuro quale fu Dagoberto II. Vi è poi la lapide quanto mai<br />

inquietante di una certa Marie de Negre d‟Ables d‟Hautpoul, marchesa<br />

di Blanchefort, la quale sarebe stata incisa del‟antica e sinistra scritta<br />

Et in Arcadia ego che compare nel succitato quadro del pittore<br />

seicentesco, con quattro parole in codice apparentemente latine che<br />

alludono ad un qualche personaggio defunto da scoprire e la cui

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