scarica - Università Cattolica del Sacro Cuore
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e, vivere ed esprimere l’essere malato.<br />
Si rese allora necessaria non già<br />
la figura di un mediatore linguistico,<br />
peraltro talora indispensabile, bensì<br />
quella di un mediatore culturale, che<br />
potesse, all’occorrenza, svolgere anche<br />
il ruolo di interprete, ma che avesse<br />
soprattutto la capacità di fungere<br />
da anello di congiunzione fra le diverse<br />
culture, di informare l’immigrato sui<br />
suoi diritti e doveri nel nostro paese,<br />
intervenendo anche nel <strong>del</strong>icatissimo<br />
momento <strong>del</strong>la richiesta <strong>del</strong> consenso<br />
informato.<br />
Da questi presupposti è emersa l’idea<br />
di organizzare un convegno, una giornata<br />
intera dedicata al bambino immigrato<br />
e ai suoi problemi; l’idea si<br />
è, infine, concretizzata alla luce <strong>del</strong>la<br />
consapevolezza di appartenere ad<br />
una <strong>Università</strong> <strong>Cattolica</strong>, di avere acquisito<br />
e maturato l’esperienza necessaria<br />
per compiere questo passo,<br />
<strong>del</strong>la provocazione di una frase di S.<br />
Agostino casualmente (o provvidenzialmente?)<br />
capitata sotto i nostri occhi:<br />
“ La speranza ha due figli: uno è<br />
lo sdegno per le cose come sono, l’altro<br />
è il coraggio di cambiarle”. Abbiamo<br />
deciso, così, di accettare la sfida<br />
ponendo questa frase addirittura<br />
come filo conduttore <strong>del</strong> convegno<br />
con il preciso intento di fornire ai pediatri<br />
italiani, siano essi pediatri di<br />
famiglia che operatori di strutture<br />
pubbliche, nuove ed aggiornate conoscenze<br />
per affrontare e realizzare<br />
una più confacente fase di comunicazione<br />
e di negoziazione con le fa-<br />
COMUNICARE<br />
16<br />
miglie immigrate in merito alle scelte<br />
sanitarie e alle relative soluzioni<br />
assistenziali, tenendo presenti le nuove<br />
tipologie dei piccoli assistiti, non<br />
riconducibili ad un unico stereotipo<br />
di bambino immigrato.<br />
Nell’immagine scelta per la locandina<br />
è contenuta un’altra provocazione:<br />
sullo sfondo di un balcone fiorito,<br />
una mano accogliente aperta alla<br />
vita. Questa mano accogliente, per<br />
me, rappresenta tutti coloro i quali,<br />
al Gemelli, si interessano al bambino<br />
immigrato, in primis il Dipartimento<br />
di Scienze Pediatriche, che<br />
mette a disposizione tutte le sue risorse<br />
umane e professionali, nelle varie<br />
componenti (pediatria, neonatologia,<br />
neurochirurgia e neuropsichiatria<br />
infantile, chirurgia pediatrica,<br />
l’ambulatorio per i bambini adottati<br />
dall’estero, ultima realizzazione).<br />
Ma il Dipartimento non può esprimersi<br />
senza la collaborazione attiva<br />
<strong>del</strong>la Pediatria di base, dei Consultori,<br />
dei Servizi sociali sul territorio afferenti<br />
alle varie ASL <strong>del</strong> Lazio e, talora,<br />
anche di altre regioni.<br />
Hanno portato il loro contributo il<br />
prof. Serafino Mansueto (<strong>Università</strong><br />
di Palermo) fondatore <strong>del</strong>la SIMM,<br />
Società Italiana di Medicina <strong>del</strong>le Mi-