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TUTTI AL FIUME - Urban

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“la città migliore per lo skate? barcellona, bella, perchè la gente ti lascia fare”<br />

di mezzo mondo, l’autodidatta sicuro di sè che (come<br />

dicono i comunicati stampa) “dopo un’infanzia povera<br />

e movimentata” si aggrappa prima allo skateboard,<br />

per giocare e viaggiare, e poi alla macchina<br />

fotografica, per raccontare la vita metropolitana dei<br />

teen ager skater e invece... E invece Ed Templeton,<br />

fotografo e disegnatore, skater, è timido. Molto timido.<br />

Quasi impacciato.<br />

Uno guarda le sue foto forti e irriverenti, che spesso<br />

raccontano di sesso, droga e alcol, e lui la prima cosa<br />

che ti dice qual è? Che non fuma e non beve!<br />

Però fotografa e disegna, e bene. E spesso scrive<br />

anche qualche frase a commento dell’immagine. Tiene<br />

traccia (“logbook”), quasi come se compilasse un<br />

diario, della vita di tutti i giorni dei ragazzini che<br />

vanno sullo skate. Ma lo skate, nelle sue foto, nei suoi<br />

disegni, non c’è quasi mai. E quando c’è è una<br />

presenza discreta, allusiva. Ed Templeton racconta,<br />

a modo suo, un mondo fatto di sesso tra adolescenti<br />

e grandi bevute, musica (punk, rock e rap) e arte (tags<br />

e graffiti).<br />

Vita da skater, ma senza skateboard.<br />

I soggetti delle sue foto sono ritratti e gesti di vita<br />

quotidiana di quelli che lo skateboard lo usano per<br />

trasformare superfici e oggetti di uso comune in rampe<br />

di lancio. Perchè, spiega Templeton, “il modo in cui<br />

le persone usano e vedono le cose è completamente<br />

diverso da quello degli skater. Così come è diverso<br />

da quello di un fotografo o di un artista. Per gli skater,<br />

per noi skater, qualsiasi cosa la puoi percorrere con<br />

lo skate”. Prendete il corrimano, per esempio. Un<br />

corrimano è un corrimano, direte: nessuna possibilità<br />

di sbagliarsi. Ci si appoggia la mano, come dice la<br />

parola, per aiutarsi quando si scendono le scale. Per<br />

gli skater no: l’arredo urbano – il corrimano, le scale,<br />

tutto quanto – diventa pista per i loro tappeti volanti<br />

a rotelle. “In Europa, secondo me, la città dove è più<br />

bello correre sullo skateboard è Barcellona. Bella per<br />

le sue architetture urbane, bella perchè la gente ti<br />

lascia fare”. La città degli skater e degli artisti non<br />

è la stessa città di tutti “gli altri”. È un’altra città,<br />

che frulla insieme musica e t-shirt, skateboard e arte.<br />

Cultura urbana, “street life” come si dice. Anche se<br />

poi “in alcune città americane lo skateboard è ancora<br />

vietato”, come racconta Ed. Strani paradossi che fanno<br />

dello skateboard uno sport quasi di confine e<br />

autarchico (“Do it yourself”), ma anche la terra<br />

promessa del marketing delle grandi corporation.<br />

Niente di nuovo: i graffiti, a seconda delle situazioni,<br />

sono vissuti come pasticci adolescenziali oppure come<br />

opere d’arte da esporre nelle gallerie più rinnomate.<br />

Arte e skate, come nelle opere di Templeton che,<br />

al pari del suo amico Barry McGee, è passato dalle<br />

strade della California alle gallerie d’arte. Prima<br />

a Parigi, al Palais de Tokyo, poi a Roma, per la sua<br />

prima personale. Adesso, una piccola parte delle<br />

sua produzione artistica è ospitata fino a fine giugno<br />

al 55DSL Store di Milano.<br />

Potete dargli un’occhiata, tra un vestito e l’altro<br />

of course, al civico 57 di corso di Porta Ticinese.<br />

URBAN 35

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