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CIAO CARLO... - La Repubblica

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Nevicava e faceva un freddo cane a Genova, la sera del 26 gennaio<br />

1962. I pesanti pacchi, contenenti il numero zero della nuova<br />

rivista di nautica, erano chiusi con gerrette di fil di ferro che<br />

segavano le mani già semi assiderate. “Ciao”- disse una voce, e<br />

aggiunse- “Allora: io sono Carlo e lui è Vincenzo.” Finalmente li vedevo<br />

di persona dopo tante lettere e qualche telefonata. I due, assieme,<br />

avevano lasciato la decrepita e obsoleta “Italia sul mare”, dove<br />

anch’io scrivevo da qualche anno, per fondare una nuova testata più<br />

attuale, vivace e moderna (sia nel tipo di stampa che, soprattutto, nei<br />

contenuti). Qualcosa che voleva essere più consono alle esigenze di un<br />

nuovo mercato emergente e degli appassionati del mare. Sto parlando<br />

di 47 anni or sono: quasi mezzo secolo.<br />

Fu così che conobbi Carlo Marincovich. Mi avevano chiesto di aiutare<br />

a “portar dentro” ai padiglioni della Fiera del Mare quei pacchi di<br />

numero “zero” della nuova pubblicazione. Il primo Salone di Genova si<br />

sarebbe inaugurato il giorno dopo e nessuna automobile poteva ormai<br />

più entrare nell’area espositiva: per questo il trasporto, dal parcheggio<br />

allo stand, doveva esser fatto a mano, visto che nessuno aveva pensato<br />

di trovare/recuperare un carrello.<br />

<strong>La</strong> faccenda, faticosa e “umida”, durò quasi un paio d’ore: alla fine,<br />

nonostante l’età, avevamo tutti i capelli bianchi. Di neve. Quando<br />

finalmente l’ultimo di quei “sedicesimo più copertina” fu al coperto, ci<br />

guardammo in faccia. Io avevo 21 anni e rotti. Lui, Carlo, cinque di più.<br />

Mi risultò simpatico. E dannatamente esperto.<br />

Diventammo amici: non incominciava mai un discorso dicendo “Io…”<br />

ma era di una ferocia assoluta. Sempre. E, talvolta, anche per sostenere<br />

una causa persa come quando, per anni, in molti nell’ambiente si<br />

chiedevano e gli chiedevano se “dietro” a quella rivista non ci fossero i<br />

quattrini e gli interessi di un ben noto cantiere.<br />

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