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CIAO CARLO... - La Repubblica

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le tante cose, la passeggiata in quel parco in Australia, nel ‘97. Io ero al primo anno di<br />

F1, tu più o meno al ventesimo. Soffrivi per quel maledetto mondiale che non arrivava<br />

mai…eravamo tra i pochissimi colleghi che tifavano per la Ferrari, contro quella banda<br />

di gufi che esultava ad ogni disgrazia di Schumi e a ogni motore che andava in fumo.<br />

Ricordo anche quella volta che in Giappone ti passai il telefonino per la diretta con la<br />

Rai perche’ dovevo giocare a pallone con Schumi e gli altri piloti. E tu andasti in diretta,<br />

al posto mio, per più di mezz’ora…Sempre pronto e disponibile ad aiutare il prossimo,<br />

dall’alto della tua infinita generosità. Quando giravo con te nei paddock mi sentivo<br />

protetto perché passeggiavo con un maestro di vita, di stile, di saggezza, di tenerezza,<br />

di bontà, di umanità. E di te ricordo le carezze alle mie bimbe, a Madonna di Campiglio.<br />

Tra qualche giorno Silvia, la più grande, compirà 9 anni, ma l’ultima e unica volta che<br />

ti aveva visto ne aveva appena 4, ricordi? Eppure, Carletto, quando le ho detto che non<br />

c’eri più, si e’ subito ricordata di te! Mi ha chiesto, con la fronte corrucciata e le lacrime<br />

che crescevano nei suoi occhietti sinceri: “Ma chi? Quell’omino con la barba, buono<br />

buono, che aveva la vocina di Babbo Natale? Ma non è giusto! Perché proprio lui?”.<br />

Perché il Signore chiama vicino a sé i migliori, le ho risposto. Sarà banale ma spero tanto<br />

che sia la verità! Poi, assieme, abbiamo chiamato la tua dolce metà e siamo stati un bel<br />

po’ al telefono. Siamo d’accordo che finalmente andremo nella tua casetta a trovare<br />

Patrizia e i vostri gatti, e ci faremo una bella passeggiata dove sono le tue ceneri…Mi<br />

avevi invitato un sacco di volte ma non sono mai venuto. Ti chiedo scusa. Carletto, sei il<br />

migliore. Mi mancherai, tanto tanto.<br />

P.S.: se lo trovi, salutami Sandro Ciotti. Sarà in qualche bisca, in una nuvola di fumo delle sue Chesterfield<br />

senza filtro. Digli che appena arrivo ci facciamo tutti una bella partita a scopone. Un abbraccio amico<br />

mio. A presto, ma non troppo! Devo ancora crescere i miei cuccioli. Dic 12, 8:33 PM<br />

334. Andrea Panozzo - Sono l’ultimo di una lunga serie. Patrizia mi ha chiamato<br />

stamattina: non sapevo nulla. È grave, per uno che fa il nostro mestiere. Carlo l’ho<br />

conosciuto tanti anni fa, quando eravamo tutti e due (tutti e quattro, perché non posso<br />

scordare Patrizia e, per parte mia, Daniela) più ragazzini. Parlavamo lingue diverse: lui<br />

Formula 1 e vela, io finanza ed economia. Era un uomo dolce, gentile, mite. Non l’ho mai<br />

visto arrabbiato davvero. Aveva un suo modo di scivolare, lieve, nella vita: e la guardava<br />

con una serena ironia. Senza mai restarne fuori. Patrizia l’ha amato molto: credo che le<br />

mancherà altrettanto. Non penso si sia mai pronti, per cose del genere. Ti sono vicino:<br />

perché ormai Carlo è lì, ma noi restiamo. E il guaio, a volte, è proprio questo. Dic 21,<br />

4:24 PM<br />

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