CIAO CARLO... - La Repubblica
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affrontare contemporaneamente l’esame di Stato e diventare “giornalisti<br />
professionisti”: con spirito leggero (campavamo di giornalismo, io<br />
da quasi quindici anni e lui da oltre venti, e lo Stato ci chiedeva di<br />
dimostrare la nostra “professionalità”), andammo alla prova scritta con<br />
la sua Vespa. Lui scelse il tema sociale. Io, per non espormi politicamente<br />
al giudizio di una commissione d’esame che era presieduta da un noto<br />
rappresentante della destra più destra, optai per la prova di grafica. Ci<br />
ritrovammo all’uscita di quell’immenso stanzone, sopra alla Stazione<br />
Termini, dove l’esame aveva avuto luogo e ce ne andammo in un bar<br />
a mangiare un panino e a parlare di barche. Correvo in offshore già da<br />
cinque anni ma la nuova stagione agonistica mi avrebbe visto impegnato<br />
come co-driver di “Arcidiavolo”, un progetto di “Sonny” Levi per Giorgio<br />
Tognelli, di estrema avanguardia che a Carlo interessava molto.<br />
Anche lui aveva corso in altura. Era successo al Trofeo Napoli, nel 1972 ,<br />
organizzato con pochissimi mezzi e tantissimo entusiasmo da Alfredo Quinto.<br />
Fra gli scafi iscritti figurava una barca del milionario americano Bobby Rautbord,<br />
forse buon pilota ma del tutto “ignorante” delle nostre coste. Cercava un “esperto<br />
di navigazione locale”. L’organizzatore chiese a Carlo questa “collaborazione” e<br />
lui accettò con entusiasmo.<br />
Nel 1950 aveva iniziato l’attività velica sulla classe Jole Olimpica ed<br />
era cresciuto nella classe Finn all’Hannibal di Monfalcone, la scuola dei<br />
grandi fratelli Pelaschier. Carlo amava la vela ma lui era uno di quelli per i<br />
quali il mare non è a spicchi: o tutto a vela o tutto a motore. Per lui il mare<br />
era mare: un’entità indivisibile. E infatti, per qualla sua esperienza come<br />
pilota offshore scrisse poi un pezzo stupendo per “Forza 7”. Iniziava con<br />
la sua consueta ironia: “Un pennarello in mano: è tutto quello che viene<br />
dato ad un navigatore offshore. E con un pennarello in mano mi sono<br />
ri trovato la mattina di domenica 16 luglio, un’ora prima della partenza<br />
del Trofeo Na poli, gara di campionato mondiale.”, e spiegava che il<br />
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