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CIAO CARLO... - La Repubblica

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Poi, la vita un po’ ci allontanò facendoci inseguire, su fronti differenti,<br />

il nostro dovere di cronisti. Ma nel 1985 gli chiesi aiuto: mi ero perso<br />

per mare (Atlantico) l’amico Alex Carozzo che partecipava alla “Minitransat<br />

per due” con una sua barchetta in alluminio.<br />

Da giorni nessuno ne aveva notizie e sembrava che gli organizzatori<br />

fossero poco interessati ad avviare le ricerche. Carlo fece un pezzo di<br />

fuoco su “la <strong>Repubblica</strong>” che scosse le varie ambasciate che scossero<br />

eccetera eccetera, sapete… la solita catena di responsabilità, e<br />

l’indomani uno stuolo di aerei partì alla ricerca dell’ipotetico naufrago<br />

il quale, invece, aveva solo rotto i due timoni del suo scafo e governava<br />

con le vele, avanzando con la comprensibile lentezza.<br />

Nel novembre del 1991 ci ritrovammo a Ilwaco, sul confine fra gli<br />

stati di Washington e dell’Oregon, negli Usa, ad aspettare l’arrivo di<br />

Gerard D’Aboville che stava per concludere la sua traversata a remi, in<br />

solitario, dell’Oceano Pacifico. Le correnti avevano dirottato la piccola<br />

barchetta del francese in una zona scomodissima da affrontare a remi<br />

e, oltre a tutto, dopo mesi di fatiche allucinanti: il Columbia River crea,<br />

infatti, in quell’area delle secche di sabbia che provocano un’onda di<br />

risacca di dimensioni impressionati. Per questo, le ultimissime miglia,<br />

Gerard D’Aboville le aveva coperte al traino di uno scafo a motore.<br />

Come sempre senza peli sulla lingua, il 22 novembre su “la <strong>Repubblica</strong>”<br />

Carlo scrisse:<br />

“Finisce così in vacca un’ avventura che nulla toglie ai meriti di D’ Aboville<br />

e di chi lo ha sostenuto nel realizzare questa impresa massacrante. Il<br />

rematore solitario, che già undici anni fa aveva traversato l’ Atlantico in<br />

70 giorni da solo, era partito da Tokyo l’ 11 luglio tra mille contrattempi.<br />

Tutte le radio e i telex che gli avevano installato a bordo non funzionavano.<br />

Partì lo stesso col maltempo e dopo una settimana infernale contro<br />

vento e contro corrente avvistò terra. Rimase stupito perché sulla<br />

sua rotta non dovevano esserci isole. Infatti, era il Giappone. Cioè,<br />

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