Argentovivo - ottobre 2006 - Spi-Cgil Emilia-Romagna

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Argentovivo - ottobre 2006 Paola Guidetti 24 Una giornata dedicata alla memoria e un viaggio nella nostra storia per non dimenticare i valori che hanno ispirato la grande stagione della Resistenza. Con questo intento una delegazione composta da oltre 250 pensionati dello Spi-Cgil di Genova e ligure ha visitato il Museo Cervi di Gattatico, in provincia di Reggio Emilia. Ad accoglierli c’erano Maria Cervi (figlia di Antenore e nipote di Alcide), sindaci e assessori dei comuni della zona e naturalmente i Territori e leghe Viaggio nella storia al Museo Cervi di Gattatico rappresentanti del sindacato pensionati Cgil di Reggio Emilia e del distretto, accanto alla responsabile della Camera del Lavoro di S. Ilario. Il Museo, realizzato dopo la donazione negli anni ’60 del podere dei Cervi al comune di Gattatico e alla Provincia di Reggio Emilia da parte del vecchio Alcide (padre dei 7 fratelli fucilati dai fascisti all’alba del 28 dicembre 1943), è oggi un luogo che raccoglie e organizza attività didattiche espositive e di ricerca sulle tematiche della guerra, della Resistenza, della famiglia Cervi. I pensionati della Liguria, suddivisi in piccoli gruppi, hanno potuto visitare il Museo e ammirare il nuovo allestimento, una sala multimediale, che ha il compito di raccontare i valori che hanno ispirato la Resistenza e quel patrimonio ideale e culturale irrinunciabile per la formazione di una coscienza individuale e collettiva improntata alla democrazia, alla libertà, i rappresentanti Spi-Cgil di Reggio Emilia davanti al Museo Cervi alla tolleranza, al progresso. “Da ben 4 anni il sindacato pensionati Cgil di Genova – ci ha detto Igino Carro, segretario organizzativo dello Spi di Genova e della Liguria – organizza gite nei luoghi della memoria. E’ un modo per opporsi al tentativo di revisione storica che qualcuno cerca di portare avanti nel nostro Paese”. “Ma quello che più ci ha colpito – ha aggiunto Sergio Parola, segretario generale dello Spi di Genova – è che a Gattatico siamo entrati in contatto con la vita e la storia della famiglia Cervi. Forse perché abbiamo visitato la casa di questa grande famiglia reggiana di contadini, conosciuto la loro vita e toccato con mano i loro attrezzi”. “C’è un profondo sentimento di commozione quando visiti questo luogo – ci ha confessato Antonio Persiano, segretario confederale della Cgil di Genova e regionale – ci aiuta a consolidare la memoria e a trasmettere la storia alle nuove generazioni”. E proprio alle nuove generazioni, alle scuole e ai giovani, è dedicato il programma di attività didattiche messo a punto dal Museo Cervi di Gattatico in questi anni: ci sono visite drammatizzate e laboratori che possono raccontare la storia dei Cervi anche ai bambini delle scuole elementari. Infatti “l’aspetto più qualificante del Museo – ci ha confermato la stessa Maria Cervi, nipote di Alcide, che è una importante figura di riferimento all’interno della casa della sua famiglia – è quello della didattica, insieme al nuovo allestimento e alla riorganizzazione di tutto il materiale perché ci consente di ospitare ogni anno 20mila visitatori, metà dei quali sono proprio rappresentati dalle scolaresche e dai giovani”. Un grande motivo di orgoglio per il Museo di Gattatico e per l’Istituto Alcide Cervi che lo gestisce. ■
Territori e leghe Granarolo: quale futuro per le donne? Coordinamento Donne Spi-Cgil Granarolo dell’Emilia Il Coordinamento Donne e la Lega Spi-Cgil di Granarolo hanno indetto un’assemblea pubblica per parlare di “Le donne a Granarolo oggi. Cosa fare per il domani?”. Le motivazioni, racchiuse molto esplicitamente nel titolo, sono state dettate dalla necessità di analizzare insieme alle compagne del sindacato, al Sindaco (una donna) e gli assessori incaricati sui temi delle pari opportunità, ai servizi sociali, i dati rilevati al questionario elaborato per monitorare i bisogni delle donne anziane, in particolare quelle che vivono sole. Le domande sono state rivolte a tutte le donne iscritte, 747, alla nostra Lega all’inizio del 2006. Abbiamo ritenuto che questa ricerca, per i risultati conseguiti - dato riconosciuto anche dall’Amministrazione comunale - possa considerarsi valida e la condivisione della nostra proposta è dimostrata dall’alto numero di questionari compilati, ritornati in una percentuale del 25%. Dunque il parere espresso può rappresentare il sentire di una buona parte della comunità. Allora abbiamo realizzato che una contrattazione di genere è possibile: il Sindacato per tutelare e rappresentare i diritti delle donne, che sono la maggioranza degli iscritti, deve conoscerne i bisogni, le aspettative. Per questo il valore del questionario che è entrato a diretto contatto con le donne anziane assume un’importanza rilevante, anche perché per la prima volta un’indagine tutta al femminile è diventata materia di rivendicazione. Le risposte che emergono sulla situazione e le condizione di vivibilità nella nostra comunità sono abbastanza positive, pur dimostrando alcune situazione di criticità. Suddiviso per fasce di età: hanno risposto il 7% di iscritte con meno di 65 anni, il 54% di età fra i 65 e i 75 anni, il 18% dai 75 agli 80 anni e il 19% oltre gli 80 anni. Dato positivo è la percentuale di donne che vivono con il marito o con i figli, complessivamente il 69%, mentre il 31% delle donne vivono sole e, dati statistici alla mano, chi vive sola ha maggiori 25 problemi di carattere economico oltre che sociale. Un dato sorprendente si è registrato sulla domanda per il lavoro di cura se si usufruisce di un’assistente famigliare (badante), la risposta “nessuna” non dà certamente garanzie di risposte veritiere, come se il fenomeno a Granarolo non esistesse. Si sa benissimo che la presenza di queste donne è diffusa anche nella nostra comunità, il dato negato evidenzia che ci sono situazioni irregolari, di lavoro in nero, di cui pur non avendo la conoscenza numerica veritiera, si percepisce il disagio delle famiglie che, in assenza di servizi, cercano risposte anche clandestine che costano comunque meno. La non autosufficienza (diventata da tempo emergenza) è un problema che le Istituzioni debbono affrontare, senza lasciare le famiglie a loro stesse. E sono poi le donne che maggiormente si fanno carico dell’assistenza, costrette a risolvere da sole situazioni che a tratti sono drammatiche. Preoccupante è il dato sulla situazione economica: il 33% vive con un reddito inferiore a 516 euro mensili, il 27% con meno di 740 euro, il 32% con meno di 1000 euro e il 78% dichiara lo stesso reddito scarso o insufficiente. Non ci sono dubbi nell’affermare che 5 anni di politiche sbagliate del Governo di centro destra hanno quasi raddoppiato il numero delle famiglie che vivono in povertà e fra queste i pensionati, in particolare le donne sole. I dati emersi nei questionari servono anche per rilanciare l’impegno per un’iniziativa nazionale e locale per ridare alle pensioni il reale potere d’acquisto, adottando misure di salvaguardia sulle tariffe e i sui prezzi, per la riqualificazione del Fondo Sociale e la costituzione di un Fondo per la non autosufficienza. Sulla Sanità: dalle risposte Argentovivo - ottobre 2006
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