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Appunti su giochi e istituzioni: 4 - Università Cattolica del Sacro Cuore

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D’altra parte, una volta che si sia eventualmente raggiunto<br />

una situazione di equilibrio, v’è la possibilità, anche se non la necessità,<br />

di ritenere che ciascun individuo e il sistema nel <strong>su</strong>o complesso<br />

si comporterà nella stessa maniera volta dopo volta, che la situazione<br />

raggiunta abbia caratteristiche di permanenza che rendono interessante<br />

studiare le <strong>su</strong>e proprietà. 4 Questo è molto meno di quel che vale<br />

per altri equilibri studiati in economia, tranne in situazioni peculiari<br />

<strong>su</strong> cui si ritornerà tra breve. 5<br />

Si rammenti che, in generale, non è possibile per un giocatore<br />

costringere gli altri a giocare l’equilibrio da lui prescelto 6 , e anche<br />

quando è possibile, che ne abbia l’interesse. 7 Nei contesti di gioco, la<br />

per f, cambiare la propria scelta può rendere irrealistica l’ipotesi che gli altri,<br />

a loro volta, magari scontando il <strong>su</strong>o cambiamento, non cambino il proprio<br />

comportamento ma ciò non ostante non ha ragioni per riconfermare la<br />

scelta iniziale e ne ha per modificarla.<br />

4<br />

Concepire l’equilibrio come l’insieme di scelte che verrebbero ripetute se<br />

lo stesso gioco si ripresentasse pone problemi nel contesto dei <strong>giochi</strong> anche<br />

quando si considerano solo quelli con unico equilibrio. Occorre che lo stesso<br />

gioco si ripresenti “inaspettatamente”, almeno nel caso in cui non si abbia<br />

a che fare con <strong>giochi</strong> a somma nulla. Negli altri casi, se si sa che il gioco<br />

è destinato a ripetersi, bisogna usare la teoria dei <strong>giochi</strong> ripetuti, in cui la<br />

singola ripetizione deve essere vista come una “mano” <strong>del</strong> gioco complessivo<br />

formato dalla <strong>su</strong>ccessione di mani. A seconda dei casi, si possono aprire<br />

la possibilità ed i problemi connessi, ad esempio, all’uso <strong>del</strong>la reputazione,<br />

credibilità e fiducia, da un lato, e <strong>del</strong>la ritorsione, dall’altro, a cui si farà<br />

cenno più avanti. In quelle condizioni, quel che si è detto <strong>su</strong>ll’equilibrio<br />

<strong>del</strong>la singola mano generalmente non vale.<br />

5<br />

Si confronti, ad esempio, quel che si può dire in questi casi con quel che si<br />

può dire <strong>su</strong>gli equilibri di perfetta concorrenza. Ma, per contrapposto, si noti<br />

come la struttura che caratterizza la perfetta concorrenza sia molto più<br />

ricca, e perciò potenzialmente imbarazzante, di quella utilizzata qui per descrivere<br />

un gioco.<br />

6<br />

Questo è ovvio nei <strong>giochi</strong> che hanno più di un equilibrio. Su questo punto<br />

si veda Aumann (1990).<br />

7<br />

L’equilibrio può essere inefficiente nel senso di Pareto. Si rammenti il caso<br />

<strong>del</strong> dilemma <strong>del</strong> prigioniero dove ciascun giocatore, lungi dal costringere,<br />

è in un certo senso costretto all’equilibrio.<br />

9

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