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Appunti su giochi e istituzioni: 4 - Università Cattolica del Sacro Cuore

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può fare di esse degli equilibri, ed eventualmente studiare le proprietà<br />

generiche che devono essere possedute da un’allocazione per essere<br />

un equilibrio; in altre parole, è soprattutto in queste situazioni che<br />

l’analisi astratta <strong>del</strong>l’equilibrio a cui si è fatto cenno in precedenza<br />

parlando <strong>del</strong> problema di esistenza diventa rilevante.<br />

Come si è detto, quando si sa che esistono più equilibri e si<br />

conoscono tutti gli equilibri, la situazione presenta problemi diversi.<br />

La strada normalmente seguita è quella di introdurre vincoli addizionali<br />

che devono essere soddisfatti da un equilibrio e che consentano<br />

di scartarne alcuni con l’obiettivo di arrivare eventualmente ad un<br />

unico equilibrio che gode di tutte le proprietà desiderate. È questo il<br />

campo in cui operano i così detti “raffinamenti” <strong>del</strong>l’equilibrio. Essi<br />

sono particolarmente importanti per i <strong>giochi</strong> che possono essere scritti<br />

in forma strategica, in cui il gioco comporta sostanzialmente<br />

un’unica scelta per ciascun giocatore, la scelta 67 di una strategia.<br />

Il più semplice e il più antico poggia <strong>su</strong>ll’idea che ciascuno<br />

dei giocatori abbia informazioni o idee imprecise <strong>su</strong>lla struttura <strong>del</strong>la<br />

funzione obiettivo dei propri avversari, ad esempio, che conosca<br />

queste funzioni a meno di una componente stocastica e quindi non<br />

sia in grado di determinare con certezza quale sia la strategia ottimale<br />

per gli avversari. Quel che si vuole da una strategia è che essa resti<br />

ottimale quando il gioco vero si scosta di poco, un poco piccolo a<br />

piacere, da quello atteso. Alternativamente, la scelta <strong>del</strong>la strategia<br />

da adottare può richiedere l’uso di un meccanismo stocastico da parte<br />

di un giocatore, il che di nuovo rende non perfettamente prevedibile<br />

l’esito <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> meccanismo e dunque la strategia che verrà usata.<br />

Questo è l’ambiente di applicazione <strong>del</strong>la “mano tremolante”.<br />

Un secondo poggia <strong>su</strong>lla non conoscenza precisa <strong>del</strong>lo stato<br />

di informazione di cui è dotato un altro giocatore, in particolare <strong>su</strong>lle<br />

<strong>su</strong>e credenze <strong>su</strong>l livello di probabilità con cui una certa strategia verrà<br />

utilizzata. L’esistenza di un insieme di credenze degli uni <strong>su</strong>gli altri<br />

giustificabili e compatibili con l’uso effettivo di una certa strategia<br />

è quello che sta dietro i raffinamenti basati <strong>su</strong>lla razionalizzabilità di<br />

un equilibrio.<br />

67 Ovviamente irrevocabile.<br />

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