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Numero 18 - giugno 2007 - Società Filosofica Italiana

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«In questi casi, in cui la realtà è compresa come gioco, viene alla luce<br />

che cos’è la realtà del gioco (…). L’essere di tutti i giochi è sempre la<br />

liberazione, il puro compimento, enérgheia che il suo télos in sè<br />

stessa» 14 .<br />

Ed ecco che, tutto quello che abbiamo detto, allora, può tornare a<br />

gettare nuova luce sull’esperienza del gioco e sulla sua serietà.<br />

L’esperienza del gioco come esperienza di liberazione e<br />

compimento, ovvero come la possibilità di percepire il mondo come<br />

gioco di possibili e l’esistenza come un giocare in questo stesso Gioco.<br />

Là dove il gioco dell’esistenza si dà contemporaneamente come<br />

l’esperienza più seria e tragica che possa darsi (nel senso del peso delle<br />

scelte, delle decisioni, delle responsabilità) e come l’esperienza più<br />

attraente e gioiosa che possa darsi (nel senso della bellezza dell’esserci,<br />

del vivere, del costruire la propria storia). E quanto questo sia<br />

formativo (e possa essere formativo soprattutto per un adolescente)<br />

non vale la pena nemmeno sottolinearlo.<br />

Possiamo, invece, per ritornare dalla cornice teorica ai risvolti<br />

didattici, sottolineare (e intuire) quanto, a maggior ragione, possa<br />

essere formativo un gioco di filosofia, là dove si tratta di giocare con<br />

una disciplina che, per statuto epistemologico, è già di per sé chiamata<br />

ad essere un’interpretazione del gioco del mondo e dell’esistenza, un<br />

giocare con il possibile e con le alternative.<br />

10. Giocare con la filosofia<br />

Giocare con la filosofia significa, dunque, non solo riconoscere la<br />

valenza formativa del gioco, ma riconoscere la filosofia come gioco,<br />

nella sua «peculiare e sacrale serietà». Significa provare a proporre<br />

un’esperienza filosofica, in classe, che sia e che possa diventare<br />

un’esperienza di trasmutazione in forma, mediazione totale,<br />

partecipazione (pathos e theorein), arricchimento d’essere, scoperta dei<br />

possibili, costruzione della personalità: il tutto grazie all’incontro e al<br />

confronto con i Filosofi, con il loro pensiero e con i loro testi. E qui<br />

potrebbe essere nuovamente utile l’insegnamento di Gadamer, che,<br />

non a caso, termina Verità e metodo con l’elogio di quella forma extrametodica<br />

di verità che è il dialogo 15 . Il questo caso, il gioco filosofico è<br />

14<br />

Ivi, p. 145.<br />

15<br />

Fondamentale per Gadamer è l’esperienza del linguaggio intesa non come<br />

soliloquio ma come dialogo, cioè incontro dell’altro, là dove l’altro può essere<br />

un’altra persona, una cosa, un libro, un’opera d’arte, qualcosa di presente, ma<br />

anche qualcosa di passato, appartenente ad un'altra dimensione storica. Gli altri, le<br />

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