29.05.2013 Views

Numero 18 - giugno 2007 - Società Filosofica Italiana

Numero 18 - giugno 2007 - Società Filosofica Italiana

Numero 18 - giugno 2007 - Società Filosofica Italiana

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

letto e, in particolare, La ribellione delle masse, scritto nel 1930,<br />

dunque quasi 80 anni fa. 3<br />

La mia non vuol essere una lettura filosofica, ma da insegnante,<br />

con un occhio rivolto costantemente al mondo della scuola e con un<br />

interrogativo in mente: il senso che le meditazioni filosofiche di Ortega<br />

possono avere per i docenti e per gli studenti o, meglio, per i nostri<br />

studenti, con le loro paure e difficoltà, i loro sogni e le loro scelte.<br />

C’è un altro motivo che mi ha spinto e incoraggiato in questa<br />

direzione, oltre a quello sopra esposto, ed è l’attenzione che ho trovato<br />

nelle pagine di Ortega per le tematiche dell’insegnamento, con<br />

annotazioni e riflessioni critiche di non poco conto. “Nelle scuole […] –<br />

così egli scrive- non s’è potuto far altro che insegnare alle masse le<br />

tecniche della vita moderna, ma non si è riusciti ad educarle”. 4 Sono<br />

passati molti anni, ma troppo poco è cambiato da questo punto di vista<br />

nella scuola; anzi si levano ogni tanto segnali inquietanti che sembrano<br />

rimettere in discussione i timidi passi in avanti compiuti in questa<br />

direzione. È un fatto che nelle nostre scuole ci si limita spesso ad<br />

istruire, ma non ad educare, cioè a prendersi cura della crescita<br />

interiore degli studenti che è poi l’educazione dei sentimenti, delle<br />

emozioni, delle loro paure. Le conseguenze (e ritorno a prendere in<br />

prestito le parole di Ortega) è che le nuove generazioni, pur imparando<br />

presto a servirsi di molti strumenti di civiltà, si caratterizzano per<br />

l’assoluta ignoranza dei principii stessi della civiltà 5 ; si sentono<br />

meravigliosamente capaci di realizzare, sebbene non sappiano che cosa<br />

realizzare. 6<br />

La seconda considerazione di Ortega, tratta da una sua lezione<br />

introduttiva al corso di Metafisica, è ben più complessa ed articolata. 7 Il<br />

filosofo spagnolo parte da un paradosso, ovvero la falsità dello studiare.<br />

In parole povere: le verità e le conoscenze di ciascuna disciplina sono<br />

state cercate e volute da uomini che ne sentivano la necessità e il<br />

bisogno. Gli studenti, dal canto loro, a scuola devono conoscere il<br />

pensiero cercato e voluto da altri uomini; un sapere “esterno”, dunque,<br />

che non sentono come urgente e vitale. Di solito gli studenti non<br />

criticano né mettono in discussione le conoscenze che stanno<br />

studiando, ma si limitano ad acquisirle e a masticarle, spesso<br />

controvoglia, per poter superare una prova o un esame. Insomma –<br />

3<br />

J. Ortega y Gasset, La ribellione delle masse, Il Mulino, Bologna 1962.<br />

4<br />

Ivi, p. 44.<br />

5<br />

Ivi, p. 70.<br />

6<br />

Ivi, p.37.<br />

7<br />

Sull’argomento, si veda il sito www. filosofico.net e, in particolare, la sezione<br />

dedicata a Ortega y Gasset, a cura di Giorgia Baldin e Diego Fusaro, che presenta<br />

brevi saggi su alcuni aspetti del suo pensiero.<br />

85

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!