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RIASSUNTO DE “I PROMESSI SPOSI” - brunocamaioni.com

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CAPITOLO II<br />

Il capitolo <strong>com</strong>incia con un ricordo storico, con evidente intento ironico: si<br />

dice che il Principe di Condé abbia dormito profondamente la notte precedente la<br />

battaglia di Rocroi; ma ciò avvenne perché, oltre ad essere molto stanco, egli<br />

aveva dato tutte le disposizioni per il giorno seguente, cioè aveva già preparato il<br />

suo piano di battaglia, del quale, possiamo intuire, era anche molto soddisfatto;<br />

invece don Abbondio sapeva soltanto che il giorno seguente ci sarebbe stata la<br />

battaglia, cioè lo scontro con Renzo. Dopo questo umoristico confronto tra il<br />

grande condottiero francese e il vile prete della sua storia, il Manzoni continua<br />

dicendo che il poveraccio spese gran parte della notte a preparare il suo piano di<br />

battaglia: indurre Renzo, con delle scuse plausibili, ad aspettare un po’ di tempo,<br />

poiché tra cinque giorni <strong>com</strong>inciava l’Avvento Ambrosiano, tempo proibito per le<br />

nozze, le quali automaticamente sarebbero state rimandate a dopo l’Epifania.<br />

Dopo aver in qualche modo definito i pretesti da tirare in ballo per convincere<br />

il giovane ad aspettare, il curato poté finalmente chiudere occhio; ma che sonno!<br />

che sogni! Sonno agitato e interrotto, sogni arruffati e paurosi, ac<strong>com</strong>pagnati da<br />

incubi, che si susseguirono fino al mattino, allorché il poveretto si alzò e,<br />

confermatosi nel suo piano, si mise ad aspettare Renzo con timore e nello stesso<br />

tempo con impazienza, perché non vedeva l’ora di liberarsi da quel noioso<br />

pensiero.<br />

Renzo poteva avere circa vent’anni: aveva perduto i genitori in tenera età, ma<br />

aveva imparato bene il mestiere di filatore di seta e si poteva considerare, per quei<br />

tempi, quasi di condizione agiata, perché possedeva una casa e un poderetto, che<br />

coltivava lui stesso quando il filatoio restava chiuso. Era stato educato<br />

cristianamente, aveva una fede viva e uno schietto senso della giustizia; era<br />

insomma un bravo giovane, onesto e capace operaio, per di più parsimonioso e<br />

tanto innamorato della sua Lucia, cui si voleva legare per sempre davanti<br />

all’altare. Era finalmente giunto il giorno tanto desiderato! Vestito in gran gala, si<br />

presentò per tempo al curato, per sapere l’ora precisa della messa di nozze. Ma<br />

don Abbondio fece finta di cascar dalle nuvole, <strong>com</strong>e se non si fosse stabilito<br />

nulla, e disse che per quel giorno era impossibile, perché si dovevano ancora<br />

espletare molte formalità. Impastocchiando pretesti e citando articoli del Diritto<br />

Canonico, riesce a convincere Renzo che non tutto era in regola riguardo ai<br />

documenti e alle pubblicazioni, che perciò bisognava aver pazienza ancora per<br />

qualche giorno, e precisamente per una settimana.<br />

Renzo esce dalla canonica piuttosto irritato, e si avvia di mala voglia (per la<br />

prima volta!) verso la casa della fidanzata, per <strong>com</strong>unicare la triste e inaspettata<br />

notizia; ma per la strada incontra Perpetua, e subito la ferma per cercare di sapere<br />

da lei qualcosa di più, perché sospetta che sotto ci sia qualcosa di diverso da<br />

quello che il curato gli ha voluto far credere. E non si sbaglia: Perpetua, pur non<br />

spiattellando tutta la cruda verità, con delle allusioni anche troppo evidenti gli fa<br />

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