RIASSUNTO DE “I PROMESSI SPOSI” - brunocamaioni.com
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profeti dell’Antico Testamento (“con la prosopopea di Nathan” dice il Manzoni),<br />
e aggiunse alzando la voce: “Lucia è sicura da voi: ve lo dico io povero frate; e in<br />
quanto a voi, sentite bene quel ch’io vi prometto. Verrà un giorno…”<br />
Don Rodrigo, preso da spavento per l’infausta profezia che si annunziava, la<br />
troncò immediatamente, investendo il Cappuccino con le minacce e gli insulti più<br />
volgari e truculenti: “Escimi di tra’ piedi, villano temerario, poltrone<br />
incappucciato… ringrazia il saio che ti copre codeste spalle di mascalzone, e ti<br />
salva dalle carezze che si fanno ai tuoi pari, per insegnar loro a parlare. Esci con le<br />
tue gambe, per questa volta; e la vedremo”. Con quest’ultima frase mostrò di<br />
accettare in pieno la sfida a proposito di Lucia, per cui il suo possesso diventava<br />
per lui, da quel momento, anche un punto di onore.<br />
Fra Cristoforo ricevette gli improperi senza s<strong>com</strong>porsi, non rispondendo nulla,<br />
perché ormai ogni parola era inutile, e la sua missione era fallita: di questo<br />
soltanto era addolorato e profondamente amareggiato, non dei brucianti insulti,<br />
che sembrava non lo riguardassero, perché tutta la sua vita era associata all’idea di<br />
umiliazione e abnegazione di sé stesso.<br />
Mentre usciva per la porta indicatagli con cenno imperioso dal padrone di<br />
casa, vide il vecchio servitore che si ritirava lungo il muro, evidentemente per non<br />
farsi scorgere dal signore. Quindi, ac<strong>com</strong>pagnando il frate all’uscita, gli disse in<br />
gran mistero, e chiedendo il segreto, che aveva qualcosa da <strong>com</strong>unicargli in<br />
merito all’argomento del colloquio, e che sarebbe andato al convento non appena<br />
avesse appurato che cosa di preciso si stava preparando contro Lucia, perché<br />
qualcosa in aria c’era di sicuro. E soggiunse: “Mi tocca a vedere e a sentir cose…!<br />
cose di fuoco! Ma io vorrei salvar l’anima mia.” Fra Cristoforo lo benedisse e lo<br />
pregò di andare al convento l’indomani per rivelargli tutto ciò che si stava<br />
tramando; quindi uscì da quella casa con questo pegno di assistenza che il Signore<br />
gli aveva concesso proprio in quel luogo, dove meno se lo sarebbe aspettato; e<br />
questo addolcì alquanto la sua amara delusione.<br />
A proposito del vecchio servitore, il Manzoni accenna al problema morale<br />
posto dal suo <strong>com</strong>portamento verso il proprio padrone: gli era lecito origliare, per<br />
conoscere lo scopo della visita del Cappuccino? E noi potremmo anche chiederci:<br />
gli era lecito fare la spia, attraversare i disegni del padrone, contravvenendo al<br />
dovere della fedeltà? “Questioni importanti – dice l’Autore – ma che il lettore<br />
risolverà da sé, se ne ha voglia.” Il Manzoni però, mentre sembra volersene lavare<br />
le mani, ci mette sulla buona strada della soluzione di questo problema morale,<br />
quando dice che ogni regola ha la sua eccezione. Infatti il servo agiva a fin di<br />
bene: egli aveva saputo qualcosa a proposito di Lucia, che cioè si tramava contro<br />
l’innocente per insozzarne la purezza; aveva intuito che il frate era venuto per<br />
quella cosa, e volle accertarsene tendendo l’orecchio al buco della serratura;<br />
avutane la certezza, si mise subito a disposizione del frate per salvare quella<br />
poveretta insidiata dal suo padrone. Sentiva di doverlo fare per coscienza, mentre<br />
il dovere di fedeltà in questo caso non lo vincolava più, poiché nessuno può essere<br />
tenuto a essere collaboratore o connivente con gli operatori di iniquità. Infatti la<br />
morale cristiana ci insegna che non dobbiamo più ubbidire ai superiori quando ci<br />
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