nontriamo - Italia Circoscrizione Centrale
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CAMPI CAMPI CAMPI SCUOLA<br />
SCUOLA<br />
SCUOLA<br />
InContriamoCi - Notiziario Ispettoriale ICC - anno III - numero IV - NOVEMBRE 2011<br />
CAMPO BIVIO<br />
Si tratta del terzo livello di formazione degli Animatori, dopo il Campo Base e il Campo Bosco.<br />
21 ragazzi a Ussita per scoprire più intimamente quale fosse la chiamata di Dio per il loro futuro.<br />
Momenti intensissimi di lavoro, studio, meditazione e preghiera. Poi tutti lassù, vicino al cielo.<br />
Paolo Morbidoni<br />
Oratorio salesiano San Domenico Savio<br />
Civitanova Marche.<br />
"In un'estate a rischio così... dovremmo correre di più".<br />
Conclusi gli esami di maturità si verifica la mobilitazione<br />
generale di giovani in cerca di futuro. Io sono tra quelli che<br />
oltre a porsi delle domande, decidono di dedicare tempo ed<br />
ascolto a persone dalle quali ci si può aspettare solo una risposta<br />
alternativa a quella che il mondo, con la sua catechesi<br />
del relativismo-edonista, non si stanca mai di proporci.<br />
Nell'esperienza del campo bivio si opta per un discernimento<br />
ulteriore circa un impegno serio che dovrebbe essere<br />
quello di divenire animatori salesiani, meglio definibili a parer<br />
mio come educatori cristiani.<br />
Durante sette giorni di ritiro presso la località Calcara di<br />
Ussita (MC) con un gruppo di ragazzi di età compresa tra i<br />
18-24 anni, guidati da 7 salesiani (apocalittici), si è stati<br />
bombardati con attività di formazione, massime pedagogiche,<br />
riproduzioni su scala di ipotetiche situazioni reali in oratorio,<br />
il tutto condito con un sano e regolare programma di<br />
preghiere.<br />
Parlerò per me ricordando fin da subito tutta la fatica e il<br />
rifiuto di trovarmi ad affrontare giornate organizzate a modo<br />
da poter essere ridotte su una tabella di marcia.<br />
Mi spaventava soprattutto il fatto di dover quotidianamente<br />
condividere e spendersi in attività con gli altri senza<br />
riservarsi un'ora di solitudine per rientrare nel proprio Io.<br />
Eppure questa libertà di fare ciò che l'intima natura in quel<br />
momento desiderava e che rivendicavo sentendomene privato<br />
e derubato durante tutto il campo, in realtà, attraverso<br />
lo sforzo di stare assieme agli altri, dopo una dritta ricevuta<br />
a cura di Paolo Paulucci<br />
dai superiori sull'approccio alla preghiera e sul valore di questa,<br />
attraverso quindi un'obbedienza alla regola dapprima<br />
rassegnata, si rivelò quale prima grande forma di schiavitù;<br />
schiavitù da me stesso, dalle mie passioni, dal mio<br />
autocentrarmi che mi precludeva quell'approccio più intimo<br />
all'esperienza del vivere al quale da sempre aspiro.<br />
Dal campo porto via questa consapevolezza maturata certo<br />
non grazie a me ma a quanti non conoscendomi, hanno<br />
voluto con amorevolezza ascoltarmi. Per quell'atteggiamento<br />
caritatevole riservatomi, non potevo non provare almeno a<br />
verificare i consigli e ad accettare gli impegni che subito in<br />
nome della ragione e del corpo apparivano insensati e scomodi.<br />
Eppure lo spirito tanto ne guadagnò in serenità e pace<br />
e qualcosa anche in saggezza. Credo che l'educazione non<br />
possa prescindere dall'amore cristiano per il sacrificio nei<br />
confronti dell'altro, sperimentando come la psicologia, la pedagogia<br />
e se vogliamo anche la filosofia qualora rimangano<br />
sterili contenitori nozionistici, magari anche capienti, non<br />
riescono a contribuire in alcun modo alla felicità dell'uomo.