nontriamo - Italia Circoscrizione Centrale
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Pablo Pablo o o Paolone<br />
Paolone<br />
InContriamoCi - Notiziario Ispettoriale ICC - anno III - numero IV - NOVEMBRE 2011<br />
LA BOLIVIA SEMPRE NEL CUORE<br />
Nell’omelia ai funerali del Sig. Stefanini, don Lorenzelli raccoglie le testimonianze di Don Alvaro<br />
Forcellini, Don Giovanni Molinari (suoi ultimi direttori), don Arnaldo Scaglioni (suo ispettore) e<br />
quella di Betta Bambozzi, animatrice dell’Oratorio di San Marone.<br />
nità dei suoi salesiani. E tu in questo hai contribuito tanto.<br />
Grazie, Paolo!"<br />
La sua vocazione missionaria, però non si spegne, e nel<br />
1975 torna in Bolivia nella Comunità di Santa Cruz.<br />
Dopo 5 anni intensi di lavoro rientra in <strong>Italia</strong> ed è destinato<br />
ad Ortona. "Paolone: lo abbiamo chiamato sempre così:<br />
Gran compagnone. Recitava sempre con il nostro gruppo di<br />
exallievi per la festa di San Giovanni Bosco. E' stato famoso<br />
nel recital: Una Gita in montagna... con la sua maglietta<br />
gialla con scritto "long veicle". Operatore cinematografico e<br />
con la macchina che ogni tanto faceva le bizze.... ma lui non<br />
si abbatteva... dopo un po' come per miracolo si ripartiva.<br />
Accompagnatore e segnapunti della PGS Basket. Scriveva sovente<br />
quando era missionario in Bolivia e narrava la vita di<br />
quei posti lontani. Ed era sempre fiducioso e speranzoso. E<br />
ancora Gigi Giri e gli exallievi di Ortona ricordano: Poi l'obbedienza<br />
lo ha portato in altre case salesiane ma aveva sempre<br />
nel cuore Ortona. Tutte le volte che ci incontravamo mi<br />
diceva: Gigi perchè non parli con l'Ispettore e mi fai tornare<br />
ad Ortona? Ora torna ad Ortona per sempre, come suo desiderio....<br />
senza obbedienza, ma per sua volontà".<br />
Ancora dalla Bolivia richiedono ripetutamente il suo ritorno.<br />
Pur provato nella salute Paolo dice nuovamente sì e per<br />
altri sei anni in Bolivia è a Cochabamba nel Post-Noviziato e<br />
poi a Santa Cruz.<br />
Convinto che il clima della Bolivia fiaccava il suo fisico,<br />
rientra in <strong>Italia</strong> definitivamente, dove lo troviamo per un<br />
anno a Ravenna, dal 1991 al 1993 a Macerata, dal 1993 al<br />
1999 a Perugia per passare per due anni a Civitanova Alta<br />
con i confratelli anziani e malati e nel 2001 approdare<br />
definitivamente qui a Civitanova come provveditore, addetto<br />
al Teatro e al Cinema. "Era a Civitanova, ma viveva in<br />
missione - lo ricorda don Scaglioni. Mi dava l'impressione che<br />
non fosse mai tornato a casa, perché la sua casa e la sua vita<br />
era la missione. Un confratello, il sig. Paolo, che si è lasciato<br />
disegnare dalla obbedienza. Del superiore aveva non solo<br />
rispetto , ma devozione. Si sentiva sicuro quando si lasciava<br />
guidare da un consiglio e da un orientamento".<br />
Il Sig. Paolo ha incarnato in maniera significativa e singolare<br />
la missione di educatore salesiano laico. Il senso della<br />
fatica, della responsabilità, del servizio, il dimenticarsi di<br />
sé, l'attenzione per gli altri… sono state le mète pedagogiche<br />
proposte ai suoi ragazzi. Spesso tornava con la memoria ai<br />
tempi andati ed il suo sguardo si illuminava al ricordo della<br />
lingua spagnola, della foresta e delle città boliviane, le passeggiate<br />
con le file di ragazzi, quelli più poveri, per servire<br />
e per farli crescere nel bene.<br />
Don Giovanni, suo Direttore lo ricorda affettuosamente:<br />
"Sotto un'apparente corteccia di durezza nascondeva un animo<br />
buono, generoso e sensibile. Ci teneva tanto all'adempimento<br />
dei suoi compiti, anche quando gli costavano tanto<br />
per gli acciacchi e i forti dolori, dovuti all'artrosi, tant'è che<br />
aveva messo in programma che sarebbe finito prima o poi in<br />
47<br />
47<br />
carrozzella. Accettava di essere al centro di discussioni durante<br />
i nostri incontri, creando sempre un clima di serenità<br />
che non gli toglieva però l'occasione per fare osservazioni<br />
puntuali e pertinenti. C'era un solo momento nel quale rimaneva<br />
in silenzio: quando i suoi dolori erano forti. Allora si<br />
poteva essere certi che, come lui affermava, due giorni dopo<br />
sarebbe arrivata la pioggia!<br />
Così lo abbiamo colto in questi ultimi anni e tante volte il<br />
nostro stare insieme a tavola si prolungava per ascoltare<br />
quello che lui ci raccontava di Civitanova, Ortona, Perugia e<br />
soprattutto della sua esperienza missionaria. Si toccava con<br />
mano che la sua vita era stata segnata dal periodo passato<br />
come missionario in Bolivia, dove era stato inviato da giovane.<br />
Ne aveva conservato i ricordi, i legami e la nostalgia che<br />
esternava con il suo saluto in lingua spagnola, nelle preghiere<br />
tradizionali e con gli "spagnolismi" nel suo parlare.<br />
I ragazzi lo ricorderanno come "il Paolone" burbero, custode<br />
geloso del teatro, ne aveva fatto il suo habitat, e come<br />
colui faceva vedere i film la domenica, film scelti con cura<br />
da lui stesso. Io lo voglio ricordare però per la sua vita pienamente<br />
salesiana e per l'attaccamento a don Bosco".<br />
Con sentimenti di affetto vogliamo ricordare il Sig. Paolo,<br />
rendendo grazie a Dio per i suoi doni elargiti a favore della<br />
Congregazione Salesiana e della Chiesa.<br />
Betta Bambozzi, una giovane del nostro Oratorio, ne delinea<br />
un simpatico profilo: "Il nostro caro signor Paolo … diciamo<br />
la verità per noi sei sempre stato PAOLONE!! Per gli amici<br />
Paolò! Credimi quando ti dico che fino a pochi anni fa<br />
credevo che questo fosse davvero il tuo nome!!! Sai quando<br />
penso a te mi viene in mente la frase "can che abbaia non<br />
morde" … da piccola e da ragazzina la tua grande mole e il<br />
tuo vocione mi facevano un po' paura! Poi crescendo ti ho<br />
conosciuto sempre più e mi sono decisamente ricreduta! Incontrarti<br />
in giro per la parrocchia era sempre un piacere!<br />
Buenos dias senorita mi dicevi sempre, con il tuo italiano<br />
spagnoleggiante che era solo uno dei segni che l'esperienza<br />
missionaria in Bolivia ti aveva lasciato. L'altro, altrettanto<br />
evidente, era quel fantastico poncho che ti infilavi non appena<br />
il freddo iniziava a farsi sentire … il mio ricordo più bello<br />
è legato alle tante volte in cui mi avvicinavo a te e ti chiedevo<br />
di aprirci il teatro per farci fare le prove dello spettacolo<br />
… allora tu un po' lamentoso mi dicevi che le due e mezza<br />
erano troppo presto, poi quando arrivavo alle due e mezza<br />
eri già dentro l'atrio ad aspettarmi col cruciverba in mano …<br />
e mi dicevi ‘salve senorita’! Sono certa che gli anni in America<br />
latina ti abbiano lasciato un profondo marchio e abbiano<br />
plasmato il tuo essere, poi sei arrivato nella nostra comunità:<br />
con la tua costanza e la tua fermezza sei divenuto un vero<br />
punto di riferimento e l'hai fatto in silenzio senza dare troppo<br />
nell'occhio. Sono felice nel pensarti in paradiso e sono<br />
certa che anche tu lo sia. Grazie di cuore per tutto quell che<br />
ci hai regalato in questi anni".