Scavi a Veleia - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della ...
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va niente, ed ecco fatto il lavoro senza alcun profitto; a’ contrario seguitando<br />
lo scavo regolare si ritrova tutto quello che vi puole essere, si leva la topografia<br />
e si mette in pristino li culti terreni, e se ne risparmia il fitto giacché<br />
intenderei che di mano in mano si smantellasse affatto, e tenendosi<br />
sempre avanti una bastante piazza, si facesse ripassare la terra e rotolare li<br />
sassi senza rom<strong>per</strong>li 95 .<br />
In un ambiente nei pressi del foro fu scavato, nel giugno del 1764, un<br />
torso marmoreo di fanciullo avvolto dalle spire di un serpente, un ritrovamento<br />
che fece s<strong>per</strong>are nella sco<strong>per</strong>ta di un nuovo Laocoonte, mentre nell’agosto<br />
del 1765, a pochi giorni dalla chiusura definitiva degli scavi, fu rimessa<br />
in luce, nella terrazza a valle del foro, l’iscrizione dedicatoria Nymphis<br />
et Viribus Augustis 96 ; furono poi recu<strong>per</strong>ati alcuni cammei, un certo numero<br />
di bronzetti ben conservati e qualche altra scultura di sicuro interesse,<br />
ma nulla che potesse competere con le dodici sculture marmoree provenienti<br />
dalla basilica, con la lamina <strong>della</strong> Lex de Gallia Cisalpina e neppure<br />
con le teste bronzee rinvenute nei primi due anni di indagini.<br />
Il canonico Costa, estromesso contro la sua volontà dallo scavo di <strong>Veleia</strong>,<br />
poteva ora godersi la sua rivincita, e non tardò molto a far sentire la sua voce<br />
di rammarico <strong>per</strong> gli infelici risultati delle indagini, e a ribadire la validità<br />
del suo o<strong>per</strong>ato e dei progetti di scavo bruscamente interrotti: «a dirla<br />
schiettamente – scrisse infatti al Paciaudi dopo essere stato informato degli<br />
ultimi ritrovamenti (ed in particolare di quello dell’edificio circolare) – le<br />
sco<strong>per</strong>te fattesi in quest’anno nelle Colline Velejatesi non corrispondono ai<br />
magnifici dissotterramenti fattisi nel 1760 e 1761, ma che <strong>per</strong>ò, attesa la non<br />
interrotta continuazione di que’ fabbricati, ed in vista del nuovamente manifestatosi<br />
circolare muro, danno motivo di s<strong>per</strong>are che poi abbiasi a trovare<br />
qualche che d’interessante, massimamente dalla parte di Mezzodì, verso cui<br />
è sempre stata la opinion mia che si estendesse più magnifico che altrove<br />
quell’abitato» 97 .<br />
La sco<strong>per</strong>ta più interessante degli anni 1763-1765 fu in effetti l’edificio a<br />
95 AMANP, ms. 46, lettera di A. Colombi del 20 settembre 1764.<br />
96 Per questi ritrovamenti, vedi AMANP, ms. 46 e Ms Parm. 1245 (23 giugno 1764, tav.<br />
IV e 28 agosto 1765). Informato <strong>della</strong> sco<strong>per</strong>ta del torso di fanciullo, il Paciaudi aveva probabilmente<br />
avanzato l’ipotesi che si trattasse di un frammento di un gruppo del Laocoonte,<br />
dal momento che il Colombi così lo assicurava a pochi giorni dal ritrovamento: «se il torso<br />
fosse dei figli di Laocoonte avrei la s<strong>per</strong>anza anche <strong>per</strong> il p[ad]re e fratello ...» (AMANP, ms.<br />
46, lettera del 28 giugno 1764). Sull’iscrizione dedicatoria alle Nymphae e alle Vires (CIL XI,<br />
1162), vedi Marini Calvani 1975, p. 39, tav. XVI; Cenerini 1989 e Marini Calvani 2000, pp.<br />
540 e 546 nota 12.<br />
97 BPP, Carteggio Paciaudi, cass. 74 (lettera del Costa del 3 novembre 1763).<br />
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