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MARKETS & CERTIFICATES - RBS Markets - Italia

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<strong>MARKETS</strong> & <strong>CERTIFICATES</strong> | maggio 2010<br />

con i prezzi in calo, infatti, i consumatori<br />

sono più reticenti ad acquistare poiché<br />

ritengono che i prezzi scenderanno ancora.<br />

Questo calo della domanda, però,<br />

acuisce ulteriormente il trend defl attivo<br />

e il risultato è la minaccia di una spirale<br />

diffi cile da spezzare. Se si dovesse giungere<br />

a questo dibattito sulla defl azione,<br />

i crediti bancari stagnanti in molti Paesi<br />

tornerebbero ad essere un tema di attualità.<br />

Tuttavia, l’interpretazione delle statistiche<br />

sui crediti è diventata molto più<br />

diffi cile rispetto al passato, poiché molte<br />

Banche Centrali hanno inserito nei loro<br />

bilanci i crediti dei bilanci delle banche<br />

commerciali, fornendo loro in<br />

cambio il denaro della Banca<br />

Centrale. Solo per la FED,<br />

questo importo si aggira sugli<br />

800 miliardi di Dollari circa.<br />

Così facendo, la FED si è trasformata in<br />

una grande banca commerciale e questa<br />

evoluzione richiede presumibilmente<br />

nuovi approcci interpretativi.<br />

A lungo termine si creerà un potenziale<br />

infl azionistico. Malgrado l’ammonimento<br />

che ci giunge dall’esempio defl azionistico<br />

del Giappone, la maggior parte degli<br />

osservatori teme soprattutto i rischi<br />

d’infl azione, quantomeno in una prospettiva<br />

a lungo termine. Questi timori sono<br />

motivati soprattutto dal forte aumento dei<br />

defi cit dei budget. La serietà della situazione<br />

è stata inequivocabilmente chiarita<br />

dagli economisti di Deutsche Bank Re­<br />

Indebitamento statale lordo*<br />

I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.<br />

“Infl azione o defl<br />

azione? È questa<br />

la domanda”<br />

search. In uno studio dal titolo “Indebitamento<br />

statale nel 2020: un’analisi della<br />

sostenibilità per i Paesi industrializzati<br />

ed emergenti”, enunciano il seguente<br />

concetto fondamentale: in molti e in parte<br />

grandi Paesi industrializzati, l’attuale<br />

politica fi scale e l’indebitamento statale<br />

non sono più sostenibili. Senza drastici<br />

adeguamenti della spesa e/o delle<br />

entrate, il debito di Stato aumenterà vigorosamente<br />

rispetto al potere economico.<br />

Kenneth Rogoff formula i pericoli<br />

in modo ancora più drastico: secondo il<br />

parere del professore di economia, nei<br />

prossimi anni vari Paesi diverranno insol­<br />

venti. Parole di ammonimento<br />

sono state recentemente<br />

pronunciate anche da Mohamed<br />

A. El­Erian della società<br />

di fondi Pacifi c Invest<br />

Management; anch’egli teme che la situazione<br />

potrebbe indurre i Governi ad abbattere<br />

i loro debiti mediante l’infl azione,<br />

o addirittura una bancarotta di Stato. Se<br />

si considerano le cifre di Deutsche Bank<br />

Research, c’è davvero da avere paura:<br />

come calcolano gli esperti nel loro studio,<br />

il defi cit del budget dei Paesi industrializzati<br />

è salito in media del 3% circa<br />

rispetto al PIL tra il 2000 e il 2006 e del<br />

5% tra il 2007 e il 2009. Il debito statale<br />

è quindi passato dal 72% del PIL su cui<br />

si attestava nel 2000 a quasi il 95% del<br />

PIL nel 2009. In mancanza di signifi cativi<br />

adeguamenti politico­fi scali, il debito dei<br />

Paesi industrializzati potrebbe salire da<br />

in % del PIL (scenario di base)<br />

140<br />

120<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

1995 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010e 2012e 2014e 2016e 2018e 2020e<br />

Paesi industrializzati Paesi emergenti<br />

L’indebitamento è un problema dei Paesi industrializzati<br />

Mentre i Paesi Emergenti, a medio-lungo termine, potrebbero ridurre il loro indebitamento, le prospettive sono decisamente<br />

peggiori per gli Stati industrializzati. In conseguenza del crescente carico di debiti degli Stati, in una prospettiva<br />

di lungo periodo qui aumentano i rischi d’infl azione.<br />

*ponderato sul PIL; fonte: DB Research; ultimo aggiornamento: marzo 2010; e = stima<br />

Storia di copertina<br />

Senza una rapida inversione di marcia,<br />

i debiti degli USA saliranno alle stelle.<br />

circa il 100% del PIL (2010) fi no al 133%<br />

del PIL nel 2020.<br />

La problematica del debito è minore<br />

nei Paesi Emergenti che in quelli industrializzati.<br />

Se oltre all’andamento<br />

del debito si rifl ette anche su altri fattori<br />

d’infl uenza, come l’espansione della<br />

quantità di denaro ad opera delle Banche<br />

Centrali e le aspettative d’infl azione sul<br />

mercato obbligazionario, tra i Paesi industrializzati<br />

sono soprattutto gli USA, e<br />

probabilmente anche la Gran Bretagna, i<br />

principali candidati per uno choc infl azionistico.<br />

Ad un confronto relativo sembra<br />

un po’ meno a rischio l’Eurozona, che oltre<br />

alle deboli prospettive di crescita sta<br />

affrontando anche la situazione di alcuni<br />

Paesi, come la Grecia, che hanno già<br />

dovuto “tirare il freno” ai debiti. Il rischio<br />

d’infl azione sembra minacciare anche alcuni<br />

Paesi Emergenti. Questa stima vale<br />

quantomeno per quei Paesi, come l’India<br />

o la Cina, che stanno registrando una<br />

crescita particolarmente forte. Anche i<br />

responsabili locali sembrano condividere<br />

questa visione. Ad esempio, in occasione<br />

dell’ultima Assemblea Nazionale<br />

del Popolo, i commissari politici di Pechino<br />

hanno descritto l’infl azione come<br />

la più grande minaccia per l’economia<br />

e la stabilità sociale. Da un punto di vista<br />

fi nanziario, però, i Mercati Emergenti<br />

hanno pur sempre un vantaggio: secondo<br />

Deutsche Bank Research anche nei<br />

Paesi Emergenti i defi cit di bilancio sono<br />

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