MARKETS & CERTIFICATES - RBS Markets - Italia
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<strong>MARKETS</strong> & <strong>CERTIFICATES</strong> | maggio 2010<br />
Inflazione e crescita<br />
contribuiscono all’abbattimento<br />
dei debiti.<br />
Dopo il 1945, l’inflazione e la crescita<br />
reale sono stati i principali fattori<br />
che hanno contribuito all’abbattimento<br />
del deficit statale rispetto al<br />
PIL; l’avanzo primario positivo invece<br />
ha svolto un ruolo di secondo piano<br />
(vedere diagramma a destra). In conseguenza<br />
dell’indebitamento dei cittadini<br />
americani, per i prossimi anni<br />
si prevede che la crescita degli Stati<br />
Uniti sarà debole. Per ridurre l’indebitamento<br />
statale USA, non resta altra<br />
soluzione che un aumento dell’inflazione.<br />
Così sono iniziate tutte le difficoltà.<br />
Negli ultimi anni, il sistema finanziario e l’economia mondiale<br />
hanno tremato violentemente. Per questo, spesso si è parlato<br />
della crisi più grave dai tempi della Grande Depressione.<br />
Per affrontare le difficoltà nel modo giusto, è necessario<br />
identificare le loro cause. Se guardiamo indietro, troviamo<br />
molte cose che non sono andate come dovevano. Uno<br />
dei più grandi errori è stata senz’altro la politica del denaro<br />
a basso costo, portata avanti soprattutto dalla Banca Centrale<br />
americana nel momento del passaggio dal vecchio al<br />
nuovo millennio in occasione dello scoppio della bolla tecnologica.<br />
Questa politica ha favorito un indebitamento senza<br />
freni e un forte lassismo nella concessione dei crediti. Insie<br />
Il precedente del Giappone: analogie e differenze.<br />
Chi non crede alla tesi dell’inflazione cita volentieri l’esempio<br />
del Giappone. Dopo lo scoppio della bolla dei primi anni ’90,<br />
nel Paese del Sol Levante fu praticata una politica monetaria<br />
molto espansiva associata ad infiniti programmi anticrisi. Alla<br />
fine però non si è riusciti a porre fine alla spirale deflattiva.<br />
Dato che anche in Giappone, come negli USA, c’è stata una<br />
bolla sul mercato immobiliare ed azionario che è sfociata in<br />
una crisi delle banche e del credito, effettivamente ci si chiede<br />
se, nonostante tutti i timori di inflazione, non vi sia anche negli<br />
USA la minaccia di una deflazione. Tuttavia, in tali valutazioni<br />
non si deve dimenticare un’importante differenza rispetto al<br />
Giappone: gli USA hanno reagito molto più rapidamente allo<br />
choc economico con misure espansive. D’altra parte il tasso<br />
di risparmio in Giappone era molto superiore a quello degli<br />
I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.<br />
Abbattimento del debito USA dopo il 1945<br />
in % del PIL<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
0<br />
-1<br />
-2<br />
-3<br />
-4<br />
-5<br />
-6<br />
-7<br />
1946–2003 1946–1955 1956–1965 1966–1975 1976–1985 1986–1995 1996–2003<br />
Spese per interessi<br />
Inflazione<br />
Obbligazioni e tassi<br />
Avanzo/disavanzo primario<br />
Crescita reale del PIL Variazione del livello del debito<br />
Così gli USA hanno ridotto l’indebitamento<br />
Nel grafico in alto sono riportati i fattori che hanno contribuito a cambiare la situazione del livello di indebitamento<br />
USA. I dati si riferiscono alla media annuale nei periodi indicati. Le cifre negative indicano un abbattimento del debito<br />
in % del PIL, quelle positive un aumento del debito. Con il termine avanzo/disavanzo primario si definisce il saldo di<br />
bilancio dedotti gli interessi. La crescita reale del PIL si ottiene dalla crescita nominale cui è stato dedotto un fattore<br />
d’inflazione (deflatore del PIL).<br />
Fonte: Morgan Stanley Research, marzo 2010<br />
me a una propensione al rischio eccessiva e non sana e a<br />
un debordante ottimismo, questo ha portato a una bolla sul<br />
mercato immobiliare e all’instaurarsi di un settore finanziario<br />
“gonfiato”. Per colmo di sventura, anche i rischi sono stati stimati<br />
in modo totalmente errato dalle banche e dalle agenzie<br />
di rating. Inoltre, il sistema di controllo delle banche e le regole<br />
che avrebbero dovuto disciplinare i mercati si sono rivelati<br />
insufficienti. Quando la bolla è scoppiata, la situazione<br />
è precipitata in modo inarrestabile e la piramide dei debiti è<br />
implosa. Spaventosamente, anche questa volta la soluzione<br />
è arrivata con finanziamenti in grande stile, solo che oggi il<br />
ruolo di debitore dello Stato è ancora più importante.<br />
USA. Inoltre, il Giappone disponeva di una solida industria<br />
dell’export e la sua bilancia commerciale era sempre in positivo:<br />
di conseguenza, non era legato all’afflusso di capitale<br />
estero come gli USA. Questo significa che al giorno d’oggi<br />
ci sono alcune impressionanti analogie con il Giappone, ma<br />
anche tante differenze. Per questo, dalle esperienze del Giappone<br />
non si può capire se sia l’inflazione o la deflazione a<br />
minacciare gli USA. Se è vero che il Giappone, malgrado un<br />
livello di indebitamento che nel frattempo è arrivato quasi al<br />
doppio della performance economica annua, non ha registrato<br />
alcun fenomeno d’inflazione, è anche vero che questo non<br />
deve indurre a un’eccessiva “spensieratezza”. Prima o poi,<br />
probabilmente, anche il Giappone dovrà pagare lo scotto dei<br />
giganteschi debiti dello Stato.<br />
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