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Valute 40 Andamento del PIL di alcuni Paesi dell’Eurozona Percentuale 6,00 4,00 2,00 0,00 -2,00 -4,00 -6,00 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Germania Grecia Italia Portogallo Spagna Il PIL ha un andamento differenziato L’introduzione dell’Euro, avvenuta del 1999, non ha portato ad un allineamento dei tassi di crescita nell’Eurozona. Tendenzialmente, questi ultimi si sono addirittura distanziati. A causa di una stagnazione del mercato interno protrattasi dal 1999 al 2009, la Germania ha presentato una crescita piuttosto debole. Nello stesso periodo, quella della Grecia, ma anche della Spagna, è stata superiore, ma è stata spinta dai consumi e fi nanziata dal debito. Tassi d’infl azione di alcuni Paesi dell’Eurozona Fonte: IWF, 31/03/2010 Percentuale 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 0,00 -1,00 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Germania Grecia Italia Portogallo Spagna Cicli congiunturali non omogenei e tassi di crescita diversi Le differenze nei tassi di crescita e la disomogeneità dei cicli congiunturali comportano tassi d’infl azione diversi. La BCE deve affrontare il diffi cile compito di trasformare queste disparità in una politica monetaria comune per l’intera Eurozona. Saldo della bilancia commerciale di alcuni Paesi dell’Eurozona in % del PIL 10 Fonte: IWF, 31/03/2010 5 0 -5 -10 -15 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Germania Grecia Italia Portogallo Spagna Aumenta il divario tra le bilance commerciali Il divario tra i saldi delle bilance commerciali dei vari Paesi europei è notevolmente aumentato. L’industria tedesca ha acquisito maggiore competitività e la sua bilancia commerciale ha registrato un saldo positivo, mentre i Paesi dell’Europa meridionale hanno perso competitività, con la conseguenza che i rispettivi saldi delle bilance commerciali sono divenuti sempre più negativi. Il defi cit della bilancia commerciale, però, deve essere fi nanziato e questo si può fare risparmiando, ma anche contraendo nuovi debiti. Fonte: IWF, 31/03/2010 MARKETS & CERTIFICATES | maggio 2010 L’attuale chief economist della BCE, Jürgen Stark, è dello stesso avviso: “Molte delle idee che svolazzano nell’etere sono controproducenti o diffi cilmente conciliabili con i fondamenti e i principi dell’Unione Monetaria.” Visti i fatti recenti, ritiene invece che, al momento dell’accoglienza di nuovi membri nell’Eurozona, si debba verifi care ancora più attentamente se i dati sono a posto e se la convergenza è garantita nel tempo. Un ampliamento non deve “portare a una dissoluzione dell’area monetaria”, afferma Stark. Per l’Euro non ci sono prospettive di crescita. Il tema della Grecia non scomparirà molto presto dall’agenda. Anche il prossimo anno sarà critico per Atene: infatti, anche se l’UE e il FMI hanno prospettato un pacchetto di aiuti per un massimo di 45 miliardi di Euro e l’insolvenza della Grecia è stata momentaneamente scongiurata, resta una domanda senza risposta: cosa succederebbe se la Grecia dovesse fallire nei propri sforzi di risparmio, ad esempio per un’eccessiva resistenza politica? Gli analisti valutari affermano che le minacce per l’Euro non sono fi nite. A partire dall’estate, però, anche le prospettive dei tassi torneranno al centro dell’attenzione dei mercati. Gli USA, in conseguenza dei migliori dati economici, potrebbero aumentarli più rapidamente della BCE: una circostanza che andrebbe a favore del Dollaro e È in gioco la stabilità dell’Euro. a discapito dell’Euro. Ed ecco che torna nuovamente in gioco la Grecia: la BCE potrebbe continuare a perseguire la sua politica di tassi contenuti anche per tenere “sotto l’ala” i Greci in riferimento alla crescita e al livello dei tassi. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
MARKETS & CERTIFICATES | maggio 2010 Competitività e bilancia commerciale dei Paesi dell’Euro Deflatore del PIL (1° trimestre 1999 = 100) 180 170 [...] 130 120 Variazioni del PIL rispetto all’anno precedente % (reale) 6 4 2 0 -2 -4 -6 Cipro 110 Portogallo 100 90 Slovacchia Grecia Spagna Irlanda Italia Belgio Francia Austria Slovenia Finlandia Germania -12 -8 -4 0 4 8 12 Bilancia commerciale in % del PIL* -8 01.2006 07.2006 01.2007 07.2007 01.2008 07.2008 01.2009 07.2009 15.12.2009 Eurozona Germaina USA I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Paesi Bassi Nell’Eurozona la competitività ha un andamento differenziato Lussemburgo Nell’Eurozona la competitività ha registrato un andamento differenziato. Ad esempio, de- purando la crescita del PIL dall’inflazione, la Germania ha conseguito una reale svaluta- zione, mentre in altri Paesi dell’Eurozona è avvenuto esattamente il contrario. I motivi di queste differenze nei livelli dei costi sono i diversi standard sociali e le diverse aliquote fiscali, oltre a una politica di bilancio non armonizzata. * Prognosi 2009; Fonte: EU, 2010 L’economia USA è in testa L’economia USA ha sofferto meno la crisi e si è ripresa più rapidamente rispetto a quella dell’Eurozona e della Germania. Nei mercati, questo alimenta la supposizione che la FED potrebbe aumentare i tassi prima della BCE, dando così un impulso al Dollaro. Fonte: Bloomberg, aprile 2010 Indebitamento statale nell’Eurozona Nuovo indebitamento in % del PIL* -5 -7 -9 -11 -13 Variazioni del PIL rispetto al trimestre precedente % (reale) 2 1 0 -1 -2 -3 Lussemburgo Slovacchia Slovenia Finlandia Malta Germania Cipro Austria Paesi Bassi Spagna Francia Valute Irlanda -15 10 30 50 70 90 110 130 Divergenza nell’indebitamento statale -4 03.06 06.06 09.06 12.06 03.07 06.07 09.07 12.07 03.08 06.08 09.08 12.08 03.09 06.09 09.09 12.09 Eurozona Germania USA Portogallo Belgio Grecio Italia Debiti statali in % del PIL* La mancanza di competitività provoca disoccupazione, aumento dei costi sociali, deficit di bilancio e crescente indebitamento dello Stato. Il forte indebitamento di alcuni Stati dell’Euro andrà sempre più a gravare sulla valuta comune. * Prognosi 2009; Fonte: EU, 2010 Un andamento dinamico Uno sguardo alle variazioni rispetto al trimestre precedente sottolinea la maggiore flessibilità dell’economia USA. Nei due precedenti trimestri, mentre l’Eurozona è rimasta praticamente in una fase di stagnazione, l’economia USA è ripartita. Fonte: Bloomberg, aprile 2010 41
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