01 Prel_trt:_v - Teatro del Giglio di Lucca
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La modernità retrospettiva <strong>del</strong> Trittico<br />
<strong>di</strong> Virgilio Bernardoni*<br />
L’idea che un’opera si possa sud<strong>di</strong>videre in parti <strong>di</strong>fformi quanto a sostanza drammatica,<br />
e tra loro irrelate quanto a tempi, luoghi e personaggi, è il nodo fondamentale<br />
<strong>del</strong>la singolare drammaturgia <strong>del</strong> Trittico; un’idea da Puccini mai messa<br />
in <strong>di</strong>scussione nonostante la genesi lunghissima <strong>del</strong>l’opera (il primo progetto risale<br />
al dopo Tosca), i perio<strong>di</strong> protratti <strong>di</strong> stasi nella sua realizzazione e il turbinio eterogeneo<br />
<strong>di</strong> suggerimenti e <strong>di</strong> collaboratori che vi interagirono. Nel 1900 Puccini<br />
pensa all’opportunità <strong>di</strong> concepire tre atti unici su materiali d’ispirazione dantesca,<br />
e d’intitolarli rispettivamente Inferno, Purgatorio e Para<strong>di</strong>so. Nel 1904, subito<br />
dopo la ‘prima’ <strong>di</strong> Madama Butterfly, fa un esperimento analogo con una silloge<br />
<strong>di</strong> racconti <strong>di</strong> Gor’kij. La descrizione più ispirata <strong>del</strong> progetto la fornisce però in<br />
una lettera <strong>del</strong>l’agosto <strong>del</strong> 1912, con la quale invita Gabriele d’Annunzio all’ennesimo,<br />
infruttuoso tentativo <strong>di</strong> cooperazione.<br />
Non grande costruzione: trovami 2 o 3 (meglio) atti vari, teatrali, animati da tutte<br />
le corde sensibili – piccoli atti – <strong>di</strong> dolci e piccole cose e persone… […] Lascia alla<br />
parte visiva grande campo, metti in azione quanti personaggi vuoi, fa agire pure 3,<br />
4 donne. È così bella la voce <strong>di</strong> donna in piccola schiera; metti dei bimbi, dei fiori,<br />
dei dolori e degli amori.<br />
Di lì a poco il primo numero <strong>del</strong> Trittico si sarebbe configurato in modo definitivo<br />
con la scelta <strong>di</strong> La Houppelande (cioè, Il tabarro), una pièce <strong>di</strong> Di<strong>di</strong>er Gold<br />
andata in scena nel 1910 e affidata alle cure <strong>di</strong> Giuseppe Adami. Il carattere <strong>del</strong><br />
secondo numero – ma non ancora l’argomento e il plot <strong>di</strong> Suor Angelica – parrebbe<br />
profilarsi proprio nella lettera a d’Annunzio, tutta orientata verso i «piccoli<br />
atti <strong>di</strong> dolci e piccole … persone», la bellezza <strong>del</strong>le voci femminili «in piccola<br />
schiera», «i bimbi, i fiori, i dolori». Soggetto e libretto <strong>del</strong> terzo numero, ora orientato<br />
al comico sarebbero passati nelle mani <strong>del</strong> comme<strong>di</strong>ografo francese Tristan<br />
Bernard, autore <strong>di</strong> comme<strong>di</strong>e brillanti, dall’umorismo garbato e dalla satira argu-<br />
* Membro <strong>del</strong> Comitato scientifico <strong>del</strong> Centro Stu<strong>di</strong> Giacomo Puccini <strong>di</strong> <strong>Lucca</strong>.<br />
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