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01 Prel_trt:_v - Teatro del Giglio di Lucca

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ai frati <strong>di</strong> Santa Reparata. Tanta luci<strong>di</strong>tà, in punto <strong>di</strong> morte, suscita l’ammirazione <strong>di</strong> tutti.<br />

E Gianni Schicchi continua imperterrito con le clausole <strong>del</strong> testamento, assegnando a<br />

ciascuno dei parenti una parte <strong>del</strong>l’ere<strong>di</strong>tà. Restano tuttavia da <strong>di</strong>videre i beni più ambiti:<br />

la casa, la mula e i mulini <strong>di</strong> Signa. E, a questo punto, Gianni Schicchi, beffandosi dei<br />

parenti increduli, assegna con impudenza proprio a se stesso tutte quelle proprietà. La<br />

rabbia dei parenti non tarda a esplodere, ma Gianni Schicchi chiude la bocca a tutti, accennando<br />

alla pena per i ladri: «Ad<strong>di</strong>o Firenze, ad<strong>di</strong>o cielo <strong>di</strong>vino, io ti saluto…». Comanda<br />

infine a Zita <strong>di</strong> dare <strong>di</strong> tasca sua cento fiorini al notaio e venti ai testimoni che lo<br />

bene<strong>di</strong>cono commossi.<br />

Rimasti soli con Gianni Schicchi, i parenti lo aggre<strong>di</strong>scono furibon<strong>di</strong> ma egli, afferrato<br />

il bastone <strong>di</strong> Buoso, in capo al letto, mena botte all’impazzata. I parenti, in fuga, cercano<br />

tuttavia <strong>di</strong> arraffare tutto quello che possono, lasciando infine la casa. Cessato il putiferio,<br />

sul terrazzo inondato <strong>di</strong> sole, appaiono Rinuccio e Lauretta. I due giovani si abbracciano<br />

teneramente, rievocando il primo bacio, quando Firenze parve ai loro occhi un<br />

para<strong>di</strong>so. Ritorna Gianni Schicchi e, nel vedere la sua Lauretta e Rinuccio avvinti e felici,<br />

nel nuovo giorno <strong>di</strong> primavera, sorride commosso esclamando: «Ditemi voi, signori se<br />

i quattrini <strong>di</strong> Buoso potevan finire meglio <strong>di</strong> così». E con furbesca acquiescenza aggiunge:<br />

«Per questa bizzarria m’han cacciato all’inferno… e così sia».<br />

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