- Watchman Nee - La vera vita cristiana - (libro) - Popolo di Dio in Italia
- Watchman Nee - La vera vita cristiana - (libro) - Popolo di Dio in Italia
- Watchman Nee - La vera vita cristiana - (libro) - Popolo di Dio in Italia
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
naturale, la nostra forza ed altri doni perché Egli l’adoperi. Questo è<br />
chiaramente manifestato al vers. 13. Notiamo l’espressione: « Come <strong>di</strong> morti<br />
fatti viventi » . Paolo <strong>di</strong>ce: « Donate voi stessi a <strong>Dio</strong> come morti fatti viventi<br />
». Questo ci <strong>in</strong><strong>di</strong>ca il punto dove <strong>in</strong>com<strong>in</strong>cia la consacrazione. Perché quello <strong>di</strong><br />
cui qui si tratta, non è la consacrazione <strong>di</strong> qualche cosa che appartiene alla<br />
vecchia creazione, ma soltanto <strong>di</strong> ciò che, attraverso la morte, è passato alla<br />
risurrezione. Il « presentate » qui espresso, è il risultato della conoscenza<br />
che ho del fatto che il mio vecchio uomo è stato crocifisso. Sapere,<br />
riconoscere, presentarsi a <strong>Dio</strong>: questo è l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>v<strong>in</strong>o.<br />
Quando riconosco con certezza che sono stato crocifisso con lui, mi riconosco<br />
spontaneamente come morto (versetto 6 e 11); e quando so che sono risuscitato<br />
con lui dai morti, analogamente, riconosco <strong>di</strong> essere « vivente a <strong>Dio</strong> <strong>in</strong> Cristo<br />
Gesù » (vers. 9 e 11), perché i due aspetti della Croce, quello della morte e<br />
quello della risurrezione, devono essere accettati per fede. Quando sono<br />
arrivato a questo punto, il dare me stesso a <strong>Dio</strong> è una conseguenza naturale.<br />
Nella risurrezione Egli è la sorgente della mia <strong>vita</strong>, è la mia <strong>vita</strong>; così posso<br />
donargli tutto, perché tutto è suo, nulla è mio. Ma se non passo attraverso la<br />
morte, non ho nulla da consacrargli, e non c'è nulla <strong>in</strong> me che <strong>Dio</strong> possa<br />
accettare, perché Egli ha condannato sulla Croce tutto quello che appartiene al<br />
K vecchio uomo » . <strong>La</strong> morte ha elim<strong>in</strong>ato tutto quello che non può essergli<br />
consacrato e solo la risurrezione rende possibile la consacrazione. Darmi a <strong>Dio</strong><br />
significa, d'ora <strong>in</strong> poi, che considero la mia <strong>vita</strong> <strong>in</strong>tera come appartenente al<br />
Signore.<br />
IL TERZO PASSO: « PRESENTATEVI... ~<br />
Osserviamo che questo « presentarsi » concerne le membra del nostro corpo, <strong>di</strong><br />
quel corpo che, come abbiamo visto, è ormai fuori azione per quanto concerne il<br />
peccato. « Presentate voi stessi e... le vostre membra », <strong>di</strong>ce Paolo: ed ancora:<br />
« prestate le vostre membra », (Rom. 6: 13-19). <strong>Dio</strong> mi domanda <strong>di</strong> considerare<br />
tutte le mie membra, tutte le mie facoltà come appartenenti <strong>in</strong>teramente a lui.<br />
È una gran cosa scoprire che non appartengo più a me stesso, ma che sono suo. Se<br />
le c<strong>in</strong>quecento lire che ho nella mia tasca mi appartengono, io posso <strong>di</strong>sporne<br />
liberamente. Ma se appartengono a qualcuno che me le ha affidate, non posso<br />
pensare <strong>di</strong> spenderle per comprarmi qualcosa che mi piace, anzi, starò attento a<br />
non spenderle. <strong>La</strong> <strong>vera</strong> <strong>vita</strong> <strong>cristiana</strong> <strong>in</strong>com<strong>in</strong>cia col sapere questo. Quanti <strong>di</strong><br />
noi sanno che, per la risurrezione del Cristo, essi sono viventi « a <strong>Dio</strong> » e non<br />
a loro stessi? Quanti <strong>di</strong> noi non osano impiegare il proprio tempo, il proprio<br />
denaro o i propri talenti per loro stessi, perché hanno compreso che<br />
appartengono al Signore e non più a loro? Quanti <strong>di</strong> noi hanno un senso così<br />
forte d'appartenere ad un Altro, che non osano sciupare cento lire del proprio<br />
denaro, né un'ora del proprio tempo, né alcuna delle proprie forze fisiche e<br />
mentali?<br />
Una volta, un fratello c<strong>in</strong>ese viaggiava <strong>in</strong> treno e si trovò <strong>in</strong> uno<br />
scompartimento <strong>in</strong>sieme a tre <strong>in</strong>creduli i quali volevano giocare a carte per<br />
ammazzare il tempo. Poiché mancava un quarto giocatore per la partita,<br />
<strong>in</strong><strong>vita</strong>rono quel fratello ad unirsi a loro. « Mi spiace rifiutare » <strong>di</strong>sse loro, «<br />
ma non posso prendere parte al vostro gioco, perché non ho portato con me le mie<br />
mani ». « Che cosa volete <strong>di</strong>re? » domandarono sconcertati i viaggiatori. «<br />
Queste due mani non mi appartengono », rispose e spiegò loro il cambio <strong>di</strong><br />
proprietario che era subentrato <strong>in</strong> lui. Questo fratello considerava le membra<br />
del suo corpo appartenenti totalmente al Signore. Questa è la <strong>vera</strong> santità.<br />
Paolo <strong>di</strong>ce: « Prestate le vostre membra al servizio della giustizia, per la<br />
vostra santificazione » (Rom. 9:19). Fate un atto def<strong>in</strong>itivo: « Presentate voi<br />
stessi a <strong>Dio</strong> ».<br />
APPARTATO PER IL SIGNORE<br />
Che cos'è la santità? Molte persone pensano che si <strong>di</strong>venta santi estirpando<br />
tutto ciò che esiste <strong>di</strong> cattivo nell'uomo. No, <strong>di</strong>ventiamo santi essendo messi a<br />
parte per il servizio del Signore. Ai tempi dell'Antico Testamento, quando un<br />
uomo era stato prescelto da <strong>Dio</strong> per essere <strong>in</strong>teramente suo, veniva unto d'olio<br />
pubblicamente, e <strong>di</strong>chiarato « santificato ». Da allora era considerato come<br />
messo a parte per il Signore. Nello stesso modo, gli animali o le cose<br />
materiali, un agnello, o l’oro del tempio, potevano essere santificati, non