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www.ilfriuli.it SPECIALE SAPORI<br />

proponeva l’insalata di merluzzo<br />

salato. Si prepara lasciando ammollare<br />

per due giorni i tranci di<br />

pesce, cambiando l’acqua ogni<br />

12 ore. Si cuociono delle patate<br />

a vapore e con <strong>lo</strong> stesso metodo<br />

anche il merluzzo. Si mescolano<br />

i due ingredienti tagliati a dadi,<br />

condendo il tutto con olio, succo<br />

di limone, sale e pepe. Nel piatto<br />

si guarnisce con prezzemo<strong>lo</strong>,<br />

erba cipollina e, volendo, qualche<br />

oliva nera. Altra ricetta utilizza<br />

il ‘nostro’ baccalà, quel<strong>lo</strong> cioè<br />

essiccato, che dopo l’ammol<strong>lo</strong><br />

viene cotto lentamente con latte,<br />

acqua e foglie d’al<strong>lo</strong>ro. Stesso<br />

condimento della precedente<br />

soluzione, ma guarnizione a base<br />

di cipol<strong>lo</strong>tti e fondi di carciofo.<br />

All’altro capo della regione, cioè<br />

a Trieste, e in base a un’altra cultura<br />

qui presente da secoli, come<br />

quella ebraica, troviamo il baccalà<br />

in agrodolce, che viene prima<br />

■ UOMINI & VINI<br />

rosolato e poi arricchito da una<br />

salsetta fatta con acqua, zucchero,<br />

aceto, pinoli e uvetta passa.<br />

Con un altro vo<strong>lo</strong> fino a giungere<br />

a un passo dalle grave del Tagliamento,<br />

si approda a Spilimbergo<br />

dove un <strong>lo</strong>cale è conosciuto anche<br />

fuori regione proprio per il suo<br />

baccalà. È l’osteria “Al Bacaro”<br />

gestito dal 1897 dalla famiglia<br />

Zavagno, che dalla stessa data<br />

quotidianamente prepara il merluzzo<br />

essiccato. Lo fa secondo una<br />

ricetta semplicissima e immutata<br />

negli anni. Dopo l’ammol<strong>lo</strong> <strong>lo</strong><br />

stoccafisso viene posto in padella<br />

con un soffritto di olio e cipolla.<br />

Si aggiunge, quindi, acqua e <strong>lo</strong> si<br />

lascia cuocere a fuoco lento: per<br />

ben cinque ore e mezza. Alla fine,<br />

viene servito con polenta gialla<br />

arrostita e un calice di Cabernet,<br />

Malbec o Tocai, potendo cioè<br />

scegliere non a caso tra due rossi<br />

o un bianco.<br />

Cinquanta brindisi<br />

per il patriarcato di Siriz<br />

Mauro deliziò con i suoi primi vagiti, nel 1959, il “patriarcato<br />

di Siriz”, borgo di Cormons, e da al<strong>lo</strong>ra la sua presenza<br />

in azienda è stata continua e attiva. Nel 1978 rientrò<br />

dall’istituto di Cividale con in tasca un dip<strong>lo</strong>ma importante<br />

e un bagaglio d’insegnamenti corretti che <strong>lo</strong> portarono a<br />

innamorarsi della bio<strong>lo</strong>gia applicata all’agricoltura. Fino<br />

al 1998 è stato un convinto sostenitore dell’allevamento<br />

d’alta qualità (latte prima, carne in seguito). Ci pensarono<br />

le quote latte e le altrui disavventure da “mucca pazza” a<br />

togliergli l’entusiasmo.<br />

Fu così che si ritrovò vignaio<strong>lo</strong> a tempo pieno. Nel giorno<br />

del suo 50° compleanno, Mauro ha riunito i migliori amici<br />

per fare un primo consuntivo di un percorso umano e professionale<br />

invidiabile e per brindare con l’uvaggio bianco<br />

“Vignis di Siriz”, splendido equilibrio fra legno e inox, con<br />

belle armonie date dal Tocai friulano a braccetto con Sauvignon<br />

e Pinot bianco.<br />

Azienda agricola Mauro Drius - Via Filanda 100, Cormons<br />

Telefono: 0481 60998 - drius.mauro@adriacom.it<br />

La famiglia<br />

Drius<br />

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