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comporta una bassa incidenza del
quinto quarto, cioè dello scarto e
quindi della parte non remunerativa.
Infine, la sua carne vanta un
tessuto a grana fine e omogenea,
la cui differenza si nota nel piatto”.
Oltre a quella di Bergamasco, che
conta 130 capi e che è l’unica ad
avere uno spaccio diretto con bancone
macelleria, in Friuli esistono
altre aziende agricole specializzate
in questa razza da carne. Due di
esse sono anche biologiche, con
vendita a porzioni di carne sottovuoto,
e sono la Mocchiutti di
Villanova dello Judrio e la Kanduth
di Malborghetto Valbruna. Soli allevamenti,
invece, sono la Carniagricola
di Enemonzo, la Oitzinger
di Tarvisio, la Agrimaor di Travesio
e la De Crignis di Ravascletto.
Molto spesso nel ciclo agroindustriale
finiscono al macello
le vacche a fine carriera, ovvero
quelle utilizzate per la mungitura
che quando hanno esaurito la
propria funzione vengono avviate
■ UOMINI & VINI
al ciclo della carne. L’utilizzo della
loro carne è spesso per l’inscatolamento
o per macinati, sughi o
hamburger. Secondo Bergamasco
non va certamente penalizzato
l’utilizzo dei bovini a fine carriera,
a patto però che le vacche prima
della macellazione vengano ‘riformate’,
cosa che raramente avviene
in Italia. Va loro consentito, cioè, di
riposare e recuperare un normale
metabolismo dopo anni di sfruttamento
intensivo per la mungitura.
Uno dei problemi di fondo dei bovini
da carne in Friuli, comunque,
è la mancanza di cultura lungo
la filiera alimentare. Poche volte
capita che un macellaio, specie dal
bancone dei supermercati, consigli
una razza o l’altra in base alla
ricetta da realizzare, oppure che il
consumatore stesso stia attento o si
informi sulla varietà di animale da
cui è ricavata la bistecca che sta per
acquistare. Anche in questo ambito,
però, è possibile un’evoluzione
degli stili di consumo.
Quel vagito tra le vigne
che stappa la qualità
Fra i premiati “Tre stelle” della Guida ai vini Fvg 2010 alla
Stazione Marittima di Trieste di qualche giorno fa, a meritarsi
un supplemento d’applausi è stato Leonardo Sgubin,
anni 6 di Cormòns, salito senza timori reverenziali sulla
pedana vip assieme a papà Renzo. Se lo meritava davvero,
anche perché il massimo riconoscimento è dedicato proprio
a lui. Il vino bandiera dell’azienda Sgubin, infatti, è proprio
l’uvaggio bianco contrassegnato in etichetta dalla data
“3.4.3”, quando
cioè Leonardo
emise il suo primo
vagito era
il 3 aprile 2003.
Chardonnay,
Malvasia, Tocai
friulano e Sauvignon
con uve da
cernita e raccolto
medio tardivo,
fermentazione e
affinamento in
botticelle nuove
di rovere a segui-
La famiglia Sgubin
re. C’è mestiere in vigna, dove il diradamento è prassi
consolidata; in cantina c’è un cantiniere, sempre Renzo, di
serietà asburgica.
Se pensiamo a tutto quanto Renzo, confortato da una famiglia
solida, ha saputo fare dal 1999 a oggi, non c’è dubbio
che ne sentiremo parlare parecchio in un prossimo futuro.
Azienda agricola Renzo Sgubin - Via Faet 15/1, Pradis di Cormons
Telefono: 0481 630297 - renzo.sgubin@tiscali.it
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