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www.ilfriuli.it SPECIALE SAPORI<br />
mesto<strong>lo</strong> forato e si servono caldi in<br />
tavola, condendoli con burro fuso<br />
e, nuovamente, ricotta affumicata<br />
grattugiata.<br />
Tipico della pianura, poi, non<br />
può essere dimenticato il gnocco<br />
di zucca. La versione più tradizionale<br />
è quella che prevede<br />
un impasto morbido, versato a<br />
cucchiai in acqua bollente. La<br />
ricetta la ricorda <strong>lo</strong> chef Germano<br />
Pontoni nel suo libro “La zucca si<br />
sposa…” (editrice Leonardo). Si<br />
cuoce la cucurbitacea, pelata e<br />
tagliata a pezzi, al forno per un<br />
quarto d’ora, così da ridurre la<br />
parte acquosa della polpa. Ridotta<br />
in poltiglia con il passaverdura,<br />
si aggiunge sale, pepe, un uovo e<br />
farina. L’impasto, così ottenuto,<br />
viene versato in acqua bollente<br />
aiutandosi con un cucchiaio, fin<br />
quando riemergono.<br />
Quelli più comuni, comunque,<br />
rimangono gli gnocchi di patate,<br />
■ UOMINI & VINI<br />
che dopo essere lessate e frantumate<br />
con l’apposito arnese di<br />
cucina, vengono impastate con<br />
uovo, sale e farina. In questo caso,<br />
però, la consistenza consente la<br />
manipolazione, fino a ottenere dei<br />
fi<strong>lo</strong>ni sottili da tagliare a misura.<br />
Si cuociono in forma semplice,<br />
oppure dopo averli passati con<br />
il pollice sui rebbi della forchetta<br />
o sulla grattugia, dando la caratteristica<br />
configurazione ideale<br />
per trattenere il sugo. Conosciuti<br />
dalle Alpi al mare (in Carnia erano<br />
consuetudine della Festa dei Santi<br />
e di quella dei Morti), spostandosi<br />
nella zona isontina e triestina vengono<br />
spesso sposati con il gulasch<br />
per ottenere un piatto unico.<br />
Quale vezzo più moderno è possibile<br />
dare un co<strong>lo</strong>re particolare<br />
all’impasto base di patate. Spinaci<br />
per il verde e barbabietola per il<br />
rosso, danno un tocco particolare<br />
al piatto finale.<br />
Storia di una vigna<br />
tornata a nuova vita<br />
Fino qualche anno fa questo ango<strong>lo</strong> di Spessa era semiabbandonato,<br />
poi prese corpo il desiderio di Alessandro<br />
Marcorin e Vanilla P<strong>lo</strong>zner di ritagliarsi un picco<strong>lo</strong> ango<strong>lo</strong><br />
rurale su misura. Alessandro, antiquario per passione, proveniva<br />
da lunga esperienza in un grande gruppo farmaceutico,<br />
ma anche per Vanilla l’idea di affrontare un’esperienza<br />
nuova e gratificante fu stimolante.<br />
Fu così che nel 2005, in <strong>lo</strong>calità Strada Sant’Anna al civico<br />
66, acquisirono una decina d’ettari con molto incolto, una<br />
casa rurale da ristrutturare e una vecchia vigna in cui dominava<br />
un Tocai friulano avanti con gli anni, dai grappoli<br />
gial<strong>lo</strong>-dorati.<br />
Grazie ai buoni consigli<br />
del perito Car<strong>lo</strong><br />
Petrussi e dell’eno<strong>lo</strong>go<br />
Emilio Del Medico gli<br />
impianti di vite sono<br />
stati rinnovati e ha preso<br />
corpo una cantina<br />
con attrezzature di vinificazione<br />
e affinamento<br />
avveniristiche. Nella<br />
splendida dimora rurale<br />
Alessandro e Vanilla<br />
possono assaporare con<br />
gli ospiti le virtù organolettiche<br />
del <strong>lo</strong>ro grande<br />
Friulano, splendido<br />
esempio di eno<strong>lo</strong>gia<br />
autoctona dai sapori<br />
perduti e recuperati.<br />
Alessandro<br />
Marcorin<br />
Società agricola “Lis fadis” - Strada Sant’Anna 66, Spessa di Cividale<br />
Telefono: 0432 719510 o 335 5414416 - almarcorin@tiscali.it<br />
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