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Diritti e Servizi - Ricerca senza dimora

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Tematica<br />

mo non c’era il diritto al risarcimento<br />

ma solo una sentenza che annullava il<br />

rifiuto del Comune a offrire un servizio<br />

alla persona, ad es. la capacità di<br />

dare un posto letto.<br />

Da qualche anno le cose sono cambiate<br />

perché il giudice può condannare<br />

l’E.P. e stabilire un risarcimento concreto.<br />

Desidero ora entrare in alcune questioni<br />

sostanziali:<br />

- esistono diritti sociali?<br />

- sono veri diritti?<br />

I diritti sociali nei diversi modelli di<br />

Stato<br />

Per cercare di rispondere a queste due<br />

domande devo affrontare un piccolo<br />

percorso storico su questo tema.<br />

Infatti ci sono determinati assetti socio-politici<br />

che per loro natura escludono<br />

la possibilità di riconoscere dei<br />

diritti sociali.<br />

Per lo Stato liberale il concetto di diritti<br />

sociali è incomprensibile: per propria<br />

natura non riconosceva diritti sociali,<br />

ne per ordinamento e nemmeno<br />

per il proprio retroterra culturale.<br />

Infatti il diritto garantito era quello dell’individuo<br />

come singolo; a prevalere<br />

era un diritto alla libertà di ciascuno.<br />

Quindi lo Stato liberale poteva solo stabilire<br />

delle norme che fossero neutrali<br />

in modo che ciascuno potesse esercitare<br />

i propri diritti <strong>senza</strong> entrare in conflitto<br />

con un altro individuo. In questo<br />

modello lo Stato si poneva in una posizione<br />

simile a quella di un arbitro che<br />

governa una partita dove ogni giocatore<br />

gioca secondo le sue possibilità.<br />

In questo modo si riteneva che automaticamente<br />

il sistema complessivo<br />

avrebbe raggiunto un suo equilibrio e<br />

28<br />

che qualsiasi disturbo a questo processo<br />

fosse negativo. In questo sistema<br />

non c’era posto per i diritti sociali.<br />

Nel secolo XIX° anche la sinistra politica<br />

condivideva questa impostazione.<br />

Nessuno credeva alla ridistribuzione<br />

della ricchezza come elemento di equità.<br />

I liberali per le ragioni sopraddette,<br />

la sinistra perché credeva che il solo<br />

mezzo di riscatto per il proletariato fosse<br />

l’appropriazione dei mezzi di produzione<br />

da parte dei proletari e lo Stato<br />

dovesse intervenire solo sui processi<br />

distributivi.<br />

Solo verso la fine dell’800 si apre il concetto<br />

di diritto sociale perché si capisce<br />

che il sistema liberale non funziona.<br />

In questo momento convergono tre<br />

diversi interessi:<br />

la borghesia e gli imprenditori hanno<br />

paura di rivoluzioni del proletariato,<br />

quindi di conflittualità sociale e alti<br />

costi economici; a sinistra qualcuno comincia<br />

a pensare che qualcosa bisogna<br />

fare per i più poveri, specie questo pensiero<br />

circola nel sindacato impegnato<br />

a dar risposte a masse tumultuose di<br />

lavoratori; infine nell’apparato burocratico<br />

degli EE.PP. c’è chi pensa che<br />

attraverso nuovi compiti possa aumentare<br />

il proprio potere.<br />

Ecco che nel 1870, nella Germania governata<br />

dall’ultra conservatore Bismark<br />

vengono promulgate le prime leggi<br />

sull’assicurazione obbligatoria.<br />

Questo per dire che il primo Stato sociale<br />

è indipendentemente dal concetto<br />

di destra o sinistra. Quello iniziato<br />

nel 1870 è un processo che si chiuderà<br />

alla fine del XX°secolo.<br />

Prima di quella data, infatti, non possiamo<br />

parlare di diritti sociali ma di<br />

doveri unilaterali; cioè lo stato sociale

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