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Diritti e Servizi - Ricerca senza dimora

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delle barriere di difesa dell’integrità individuale.<br />

Nessun individuo in un contesto<br />

di minaccia della propria identità,<br />

come quello costituito da una realtà<br />

di esclusione, riuscirebbe a reggere<br />

<strong>senza</strong> dotarsi di meccanismi psichici<br />

di protezione. Questi meccanismi sono<br />

costituiti fondamentalmente dalla “proiezione”,<br />

dalla “negazione” e dalle “resistenze”.<br />

Questi meccanismi possono<br />

esistere come componente psichica anche<br />

prima del percorso di marginalità<br />

ma è indubbio che questo li rinforza o<br />

li fa nascere. Allo stesso modo per poter<br />

affrontare questi meccanismi è fondamentale<br />

intervenire con una situazione<br />

di contesto. Cioè offrire ai soggetti<br />

situazioni esistenziali dove la minaccia<br />

dell’individualità sia attenuata<br />

e dove la riflessività sull’interiorità non<br />

venga percepita come un ulteriore vissuto<br />

di esclusione. Data questa condizione<br />

è possibile che il soggetto prenda<br />

in considerazione le sue “anime”<br />

con maggior obiettività.<br />

In modo particolare la chiave del fallimento<br />

permette l’accesso all’interiorità<br />

dove “l’anima dominante” è schiacciata<br />

dall’essere identificata con l’immagine<br />

fallimentare sia essa dovuta al<br />

soggetto stesso o ad altri. Questo processo<br />

aiuta il soggetto a cogliere la responsabilità<br />

individuale presente nel<br />

percorso di marginalità ma a di distanziarla<br />

dall’identità. Aiuta in questo<br />

modo l’io a rapportarsi allo sbaglio non<br />

solo a viverlo come peso.<br />

Aiuta a vivere la finitezza dello sbaglio,<br />

anche se sbaglio carico di responsabilità<br />

pesanti.<br />

Sotto l’altro versante questo processo<br />

aiuta l’io a cogliersi distanziato dalle<br />

responsabilità altrui anche se pesan-<br />

Tematica<br />

temente condizionato da queste. Si aiuta<br />

in questo modo il soggetto a cogliere<br />

la distanza da una storia determinata<br />

schiacciata dal fato e a cogliere<br />

gli spazio di azione individuale.<br />

Relazioni e abbandono<br />

“M. riprende il discorso dicendo che<br />

dopo la separazione dalla moglie (7 anni<br />

fa) e dalla figlia di 10 anni ha cominciato<br />

a fare uso di alcool e a vivere<br />

per la strada.”<br />

“M. accenna al fatto che adesso non ha<br />

il coraggio di chiamare la sua famiglia,<br />

ha pensato che sarebbe meglio<br />

chiamarli solo nel momento in cui veramente<br />

sta meglio e sta facendo qualcosa<br />

di concreto.”<br />

Vivere una situazione di marginalità<br />

estrema significa avere la testa occupata<br />

da pensieri che riguardano la necessità<br />

di trovare soluzioni a tutto.<br />

Ma questo è un aspetto della pesantezza<br />

della vita delle persone in condizione<br />

di marginalità. Appena vi è la<br />

condizione, rappresentata da un luogo<br />

accogliente o da persone che condividono<br />

la stessa esperienza emerge con<br />

tutta la sua pesantezza il sentimento<br />

di abbandono che la persona vive.<br />

Narrato nella forma di un dolore che<br />

ancora porta le lacrime agli occhi delle<br />

persone o narrato nella forma di una<br />

storia ormai lontana ma che ha ancora<br />

potere di bloccare la progettualità<br />

individuale, il sentimento di perdita del<br />

luogo affettivo ritorna costantemente<br />

nelle narrazioni della storie individuali.<br />

Tutte le persone che hanno percorsi più<br />

o meno lunghi di marginalità hanno<br />

luoghi di appartenenza affettivi antecedenti<br />

la condizione di estremo disagio.<br />

Il contesto di marginalità acqui-<br />

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