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2 Consapevole

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C’era una volta<br />

un prato<br />

Le conseguenze nefaste dell’allevamento intensivo sulla<br />

biodiversità dei nostri prati<br />

Chi è nato e cresciuto<br />

in campagna<br />

a stretto contatto<br />

con la natura<br />

(quella ancora<br />

vera d’un tempo), conosce il<br />

valore di un prato ricco di specie<br />

fiorifere. Qualche decina d’anni<br />

fa erano tanti i prati che nel<br />

corso di alcune settimane esprimevano<br />

tutta una scala di variopinti<br />

colori, spesso combinati tra<br />

loro, nelle diverse sfumature.<br />

Fiori, profumi, insetti<br />

e uccelli<br />

La natura è stata il mio primo e<br />

più grande maestro e il prato è<br />

stato una fonte di ricerca molto<br />

importante per la mia formazione<br />

naturalistica. Quanti fiori<br />

ho raccolto in grossi mazzi, da<br />

bambino, nei mesi di maggio e<br />

di giugno, per portarli davanti<br />

alla statua della Madonna e del<br />

Sacro Cuore! Erano i mesi in cui<br />

i prati esprimevano al massimo<br />

la biodiversità: la fragranza dei<br />

profumi, i movimenti delle erbe<br />

ondeggianti, accarezzate dal<br />

vento e sorvolate da innumerevoli<br />

insetti e da allegre rondini<br />

zigzaganti. Quando l’erba veni-<br />

24 <strong>Consapevole</strong><br />

va falciata, il profumo del fieno,<br />

ricco di essenze, si propagava<br />

ovunque. Questi erano i prati,<br />

che permettevano la vita a una<br />

ricchissima varietà di insetti, di<br />

uccelli, di mammiferi e di altri<br />

animali. Assicuravano la salute<br />

anche a molti animali domestici,<br />

tra cui le vacche, che allora<br />

mangiavano quasi unicamente<br />

erbe e fieno, ricchissimi di specie<br />

botaniche medicinali. Allora<br />

le stalle ospitavano pochi animali,<br />

se paragonate a oggi, e le<br />

malattie, le mastiti in particolare,<br />

erano un evento raro. In alcuni<br />

territori le vacche, oltre che per<br />

la produzione del latte e di un<br />

vitello ogni anno, erano utilizzate<br />

pure per il traino di carri, per<br />

l’aratura e per altre attività connesse<br />

al lavoro dei campi.<br />

Sergio Abram<br />

Il letame era convenientemente<br />

compostato e cosparso nei prati<br />

normalmente una sola volta<br />

all’anno, in autunno-inverno.<br />

Era originato dall’erba o dal<br />

fieno del prato, digeriti dagli<br />

animali; quindi quando ritornava<br />

nel terreno aveva una simile<br />

frequenza specifica, che, anche<br />

per effetto della compostazione,<br />

lo rendeva adeguatamente<br />

assimilabile. Un tempo, anche<br />

Chi è nato e cresciuto in campagna<br />

a stretto contatto con la natura<br />

conosce il valore di un prato ricco<br />

di specie fiorifere<br />

in presenza di colture fruttifere,<br />

l’erba tra i filari, sfalciata, veniva<br />

asportata per l’alimentazione<br />

del bestiame.<br />

Troppe mucche in poco<br />

spazio<br />

L’avvento dei fitofarmaci di<br />

sintesi – molto impattanti per<br />

ogni elemento naturale – ha por-

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