2 Consapevole
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Speciale Biodiversità<br />
I frutti dimenticati<br />
Quante varietà di mele e<br />
pere conosce una persona<br />
in media? Forse un paio per<br />
ciascun frutto: se si tratta di<br />
un bambino piccolo forse<br />
addirittura nessuna: una mela<br />
è una mela e basta.<br />
La perdita della biodiversità<br />
è davvero ampia per quel<br />
che riguarda gli alberi da<br />
frutto e preservare dall’oblio<br />
le varietà antiche è un vero<br />
e proprio lavoro di tutela e<br />
custodia: seme dopo seme,<br />
pianta dopo pianta. Affinché<br />
la biodiversità non vada<br />
perduta, in Italia vengono<br />
organizzate ogni anno<br />
diverse manifestazioni per<br />
la salvaguardia dei frutti<br />
dimenticati.<br />
Eccone alcune!<br />
Festa dei Frutti Dimenticati –<br />
Casola Valsenio (Ravenna),<br />
terzo fine settimana di<br />
ottobre<br />
Pomarium – Vivai Belfiore<br />
(Lastra Signa, Firenze), in<br />
settembre<br />
Frutti antichi – Castello<br />
di Paderna (Piacenza), in<br />
ottobre.<br />
40 <strong>Consapevole</strong><br />
d’acqua per evitare che si attacchi<br />
a inizio cottura. La mettiamo<br />
sul fuoco coperta e, mescolando<br />
di tanto in tanto, le faremo<br />
prendere il bollore, dopodiché<br />
scopriamo e lasciamo cuocere<br />
piano per un quarto d’ora.<br />
Se in questa prima fase la frutta<br />
dovesse risultare troppo liquida,<br />
per evitare una cottura eccessiva,<br />
togliamo la polpa mettendola in<br />
un altro recipiente e lasciamo<br />
bollire solo il succo in eccesso,<br />
finché non si sarà addensato un<br />
po’. A questo punto si riunisce<br />
nuovamente la polpa al succo<br />
e si termina la cottura in pochi<br />
minuti. Togliamo quindi dal<br />
fuoco, travasiamo la frutta cotta<br />
in una zuppiera e la pesiamo.<br />
Calcoliamo la quantità di zucchero<br />
necessaria in ragione di<br />
350/400 grammi per chilo di<br />
polpa e rimettiamo il tutto sul<br />
fuoco.<br />
Riportiamo a ebollizione e<br />
lasciamo cuocere piano per un<br />
altro quarto d’ora, tenendo la<br />
pentola scoperta.<br />
A questo punto la cottura è ultimata:<br />
abbassiamo la fiamma al<br />
minimo e cominciamo a invasare<br />
rapidamente un barattolo alla<br />
volta. Ogni barattolo va chiuso<br />
subito e messo capovolto su un<br />
panno di lana precedentemente<br />
steso su un ripiano.<br />
Alla fine avremo tutti i nostri<br />
barattoli a testa in giù uno di<br />
fianco all’altro. Allora li copriremo<br />
bene con un altro panno di<br />
lana e li lasceremo raffreddare<br />
lentamente nell’arco di almeno<br />
ventiquattro ore.<br />
Riponiamo poi al buio in un<br />
luogo fresco e asciutto.<br />
La scrupolosa osservazione<br />
delle norme igieniche nella preparazione<br />
dell’attrezzatura e la<br />
rapidità del confezionamento<br />
permettono di conservare la confettura<br />
per circa un anno.<br />
Confettura di giuggiole<br />
Le giuggiole vanno lavate e divise<br />
in due per eliminare il nocciolo<br />
interno: se sono di quelle<br />
giganti le dividiamo ulteriormente;<br />
se invece sono di quelle<br />
comuni, grosse quanto un’oliva,<br />
le lasciamo divise solo a metà.<br />
Le mettiamo in pentola con<br />
poca acqua sul fondo per evitare<br />
che si attacchino, copriamo e<br />
portiamo a ebollizione a fiamma<br />
moderata, ricordandoci di girare<br />
di tanto in tanto.<br />
Scopriamo e lasciamo bollire<br />
per un quarto d’ora. Dopodichè,<br />
procedendo come descritto,<br />
aggiungiamo lo zucchero necessario,<br />
ultimiamo la cottura e<br />
invasiamo.