2 Consapevole
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<strong>Consapevole</strong><br />
gennaio/marzo 2011<br />
Anno VIII– numero 24<br />
Editore<br />
Macro Società Cooperativa<br />
Ideatore<br />
Giorgio Gustavo Rosso<br />
Direttore Responsabile<br />
Marianna Gualazzi<br />
redazione@ilconsapevole.it<br />
Responsabile di redazione<br />
Romina Rossi<br />
info@ilconsapevole.it<br />
Responsabile settore salute<br />
Valerio Pignatta<br />
Altri componenti<br />
della redazione<br />
Angelo Francesco Rosso<br />
f.rosso@ilconsapevole.it<br />
Elena Parmiggiani<br />
elena@ilconsapevole.it<br />
Grafica e Uff. Abbonamenti<br />
Editing snc<br />
Servizi Editoriali - Cesena (FC)<br />
abbonamenti@ilconsapevole.it<br />
Ufficio commerciale<br />
Enrico Fedrigo<br />
commerciale@ilconsapevole.it<br />
Hanno collaborato alla<br />
realizzazione di questo<br />
numero<br />
Sergio Abram<br />
Fabrizia Bigoni<br />
Andrea Bizzocchi<br />
Grazia Cacciola - Erbaviola.com<br />
Barbara Martini<br />
Chiara Meriani<br />
Giuliana Mieli<br />
Martina Turola<br />
Simona Zoffoli<br />
Immagini<br />
http://www.sxc.hu<br />
http://www.shutterstock.com<br />
http://www.dreamstime.com<br />
Stampa<br />
Geca industrie grafiche<br />
www.gecaonline.it<br />
2 <strong>Consapevole</strong><br />
Perché leggere<br />
Vivi <strong>Consapevole</strong>?<br />
Vivi <strong>Consapevole</strong> è una rivista trimestrale illustrata, edita dal Gruppo<br />
Editoriale Macro, casa editrice presente sul mercato dal 1987 e oggi<br />
leader nei settori delle terapie alternative, dell’alimentazione<br />
naturale e nel body mind spirit.<br />
Il <strong>Consapevole</strong> viene pubblicato dal 2004 e porta avanti un progetto<br />
culturale importante.<br />
Autosufficienza, permacultura, decrescita,<br />
cultura della transizione,<br />
abitudine alle “buone pratiche”,<br />
risparmio energetico, riciclaggio dei rifiuti,<br />
bioarchitettura e bioedilizia, terapie naturali,<br />
genitorialità sono i nostri temi, le parole chiave<br />
che ci guidano<br />
nel lavoro quotidiano,<br />
la nostra inesauribile<br />
fonte di energia.<br />
L’approfondimento con cui<br />
trattiamo gli argomenti, la<br />
ricchezza delle informazioni, lo<br />
sguardo rivolto alle novità del<br />
panorama internazionale, il<br />
contatto diretto con i gruppi,<br />
le associazioni, i movimenti<br />
e le persone sono i punti di<br />
forza che ci contraddistinguono<br />
dalle altre riviste<br />
che puoi trovare in edicola<br />
e in abbonamento.<br />
Noi rispettiamo l’ambiente! Usiamo<br />
Carta certificata FSC<br />
e inchiostri vegetali! Diventa<br />
uno di noi...<br />
abbonati!<br />
Vedi pag. 80
«Conservare la biodiversità è<br />
impossibile, finché essa non<br />
sia assunta come la logica<br />
stessa della produzione».<br />
Vandana Shiva in<br />
Monoculture della mente<br />
Londra, anno 2027. La<br />
città è lacerata dalla<br />
guerriglia urbana:<br />
degrado, vandalismo,<br />
tafferugli, atti<br />
terroristici sono all’ordine del<br />
giorno. L’umanità è sconvolta<br />
dalla coscienza dell’imminente<br />
catastrofe. Non si tratta di una<br />
guerra nucleare globale, dello<br />
stravolgimento del clima, di una<br />
nuova glaciazione o dell’innalzamento<br />
del livello del mare,<br />
di una carestia globale o della<br />
mancanza di acqua, né tantomeno<br />
dell’invasione della terra da<br />
parte di forze aliene. L’umanità<br />
è arrivata al capolinea: la specie<br />
umana è stata colpita da un’infertilità<br />
globale e da diciotto<br />
anni sul pianeta non nasce più<br />
un bambino.<br />
The children of men (in italiano I<br />
figli degli uomini) è un film che<br />
mi ha molto colpito: una distopia<br />
che immagina davvero quello<br />
che potrebbe essere il peggiore<br />
dei mondi possibili – un’umanità<br />
non più fertile: come un suolo<br />
sfruttato da anni di monocultura,<br />
una foresta esausta, un fiume<br />
troppo inquinato per ospitare e<br />
generare la vita.<br />
Nel dicembre 2006, l’Assemblea<br />
generale delle Nazioni Unite<br />
ha deciso di proclamare il 2010<br />
Anno internazionale della biodiversità.<br />
E, dato che la scomparsa<br />
I figli degli<br />
uomini<br />
della diversità biologica è stata<br />
identificata come il fattore dal<br />
più devastante impatto sull’esistenza<br />
della specie umana, i paesi<br />
europei si erano impegnati – attraverso<br />
l’iniziativa Countdown<br />
2010 – a fermare questo processo<br />
entro, appunto, il 2010.<br />
L’obiettivo non è stato raggiunto.<br />
Per la persistenza e l’importanza<br />
della questione, abbiamo<br />
deciso di dedicare il primo<br />
numero del 2011 a questo tema:<br />
con la volontà di affermare chiaramente<br />
che ogni anno è l’anno<br />
della biodiversità. Ogni mese,<br />
giorno, ora e minuto sono da<br />
dedicare alla salvaguardia della<br />
diversità biologica, se è vero<br />
che, oggi come oggi, il tasso di<br />
estinzione è fra le 100 e le 1.000<br />
volte superiore al tasso naturale,<br />
ossia a quello senza interferenza<br />
umana: anche su questo delicato<br />
tasto il “fattore uomo” ha<br />
giocato un ruolo decisamente<br />
importante.<br />
La diversità biologica è l’assicurazione<br />
sulla vita della nostra<br />
specie. E se ci dimentichiamo<br />
che il nostro habitat è prima<br />
di tutto quello naturale – non<br />
quello metropolitano – quando<br />
avremo logorato anche le ultime<br />
foreste e prosciugato l’ultimo<br />
fiume, allora forse ci estingueremo<br />
anche noi.<br />
Vicino a dove abito c’è una<br />
Editoriale<br />
stradina di campagna, ai lati ci<br />
sono campi per il pascolo, fossi<br />
con l’ortica, alberi da frutto che<br />
non vengono potati da diversi<br />
anni: sono ricoperti di vischio<br />
o producono frutti piccolissimi<br />
ma molto saporiti.<br />
Ci sono anche dei roveti e qualche<br />
tralcio di uva fragola incustodito.<br />
Quest’anno con mia figlia ho<br />
raccolto l’ortica e insieme abbiamo<br />
fatto la frittata e la pasta.<br />
Abbiamo raccolto le more, che<br />
sono state la nostra merenda<br />
dall’inizio di agosto alla fine di<br />
settembre.<br />
Abbiamo mangiato l’uva guardando<br />
le mucche che pascolavano.<br />
In ottobre abbiamo raccolto<br />
le pere e le mele che cadono a<br />
terra e che nessuno raccoglie e<br />
ci abbiamo fatto delle torte, o le<br />
abbiamo cotte al forno.<br />
Io spero che di queste stradine<br />
ce ne siano tante anche vicino<br />
a dove abitate voi, e che<br />
ci possiate andare spesso. Per<br />
approfittare e godere della ricchezza<br />
dei frutti della terra e per<br />
rubare qualche prezioso seme<br />
da piantare nel vostro giardino<br />
o sul vostro terrazzo: noi stiamo<br />
provando con un melo.<br />
Buona lettura!<br />
Marianna Gualazzi<br />
<strong>Consapevole</strong> 3
Comunità consapevole<br />
50 Celebrare Cerimonie<br />
Creare Comunità<br />
Traduzione di Romina Rossi<br />
Comunità consapevole<br />
54 Abitare Cohousing<br />
Simona Zoffoli, architetto – Clusterize<br />
Rifiuto riuso riciclo<br />
57 Trivelle d’ Italia<br />
Romina Rossi<br />
Curarsi da sé<br />
62 Apiterapia: il veleno che cura<br />
La Redazione<br />
Bambini e genitori<br />
65 Ecologia degli affetti<br />
Marianna Gualazzi<br />
Eco viaggi<br />
70 Fertilità, amore e saggezza in<br />
ecovillaggio<br />
Chiara Meriani<br />
10 L’intervista<br />
Trova il tuo albero e cambia il mondo<br />
intervista a Julia Butterfly Hill<br />
Andrea Bizzocchi<br />
4 <strong>Consapevole</strong>
8 Piantare e raccogliere<br />
9 60 secondi di saper fare<br />
73 Cosa leggere…<br />
76 Botta e risposta<br />
Speciale<br />
Biodiversità<br />
18 Biodiversità: un valore assoluto<br />
Valerio Pignatta<br />
24 C’era una volta un prato<br />
Sergio Abram<br />
28 L’attivismo del pollice verde<br />
Martina Turola<br />
30 La biodiversità di un orto<br />
medioevale<br />
Grazia Cacciola<br />
38 Le confetture di frutti antichi<br />
Fabrizia Bigoni<br />
42 L’agricoltura del non fare<br />
Francesco Rosso<br />
Rubriche<br />
75 Eventi, corsi, formazione<br />
76 Botta e risposta<br />
<strong>Consapevole</strong> 5
Televisione Off<br />
vita on<br />
Aiutarsi e condividere le conoscenze: per vivere con i piedi<br />
per terra e la testa tra le nuvole<br />
Sono le 6,43 di<br />
venerdì 17 dicembre<br />
mentre inizio<br />
questo articolo che<br />
mi suona dentro<br />
magnificamente. Forse chi<br />
legge Vivi <strong>Consapevole</strong> non sa<br />
che venerdì 17 è il mio giorno<br />
fortunato: pochi giorni fa in<br />
aereo ero nella fila 17, spesso<br />
gatti neri mi attraversano la<br />
strada rendendomi felici, e se<br />
poi si rompe qualche specchio<br />
la mia gioia va alle stelle.<br />
Svegliandomi ho subito<br />
capito perché non ero riuscito<br />
a scrivere prima: ieri sera<br />
è tornato dall’Alto Adige<br />
mio figlio Francesco dove<br />
ha partecipato a un tour<br />
organizzato dal TIS Innovation<br />
Park della provincia di Bolzano<br />
sulle energie rinnovabili e il<br />
risparmio energetico. Mi ha<br />
raccontato di case passive che<br />
accendono il riscaldamento 3<br />
ore al mattino e 3 ore alla sera<br />
(con temperatura esterna di 10<br />
gradi sotto lo zero) per avere<br />
una temperatura costante di 21-<br />
22 gradi: i bambini vi abitano<br />
in maglietta e a piedi nudi. Mi<br />
ha parlato di un paese di 3.000<br />
abitanti, Prato allo Stelvio, che<br />
ha vinto il premio come comune<br />
più “rinnovabile” d’Europa:<br />
qui quasi ogni casa e azienda<br />
ha un impianto fotovoltaico sul<br />
6 <strong>Consapevole</strong><br />
tetto. Mi ha detto che a Merano,<br />
nella piazza centrale c’è un<br />
supermercato che vende solo<br />
prodotti dell’Alto Adige, meglio<br />
se biologici. E che tutto questo<br />
è possibile perché il 95% delle<br />
tasse viene speso sul posto. E ha<br />
aggiunto che il Trentino, invece,<br />
è molto più indietro, come pure<br />
la Valle d’Aosta, nonostante<br />
abbiano uguali o maggiori<br />
ricchezze.<br />
Mentre Francesco mi raccontava<br />
tutto questo pensavo che<br />
sappiamo e abbiamo già tutto,<br />
ma siamo incapaci e ignoranti.<br />
Oggi possiamo fare cose<br />
incredibili, capaci di portare<br />
prosperità, benessere, gioia e<br />
felicità a tutti, trasformando al<br />
tempo stesso la vita e il pianeta<br />
nel pieno rispetto della natura,<br />
ma non siamo ancora capaci di<br />
guardare oltre al nostro naso,<br />
fidarci e aiutarci l’un altro.<br />
Francesco mi ha anche parlato<br />
dei seminari di Charlie Fantechi<br />
– un grande esperto di ipnosi.<br />
Fantechi chiama la televisione<br />
la “scatola ipnotica”, e spiega<br />
le diverse fasi o obiettivi con<br />
cui i potenti la utilizzano per<br />
renderci facilmente influenzabili<br />
e “governabili”. Il risultato<br />
è una società composta da<br />
persone totalmente schiave<br />
Giorgio Gustavo Rosso<br />
di un sistema (economico,<br />
politico, sociale) loro imposto<br />
e che, paradossalmente,<br />
hanno l’impressione di essere<br />
liberissime. La televisione non<br />
mi è mai piaciuta, ma queste<br />
affermazioni sono state il<br />
clic decisivo per smettere di<br />
gettarmi sul divano tornando<br />
a casa stanco. Fantechi chiede<br />
ai tassisti di spegnere la radio<br />
per non essere condizionato<br />
e si guarda bene dal leggere<br />
i giornali. Vi potrà sembrare<br />
strano, e forse un po’ blasfemo,<br />
ma la vostra vita ne otterrà<br />
grandi benefici. Sapete perché?<br />
Perché avrete più tempo per<br />
ascoltare voi stessi, chi amate<br />
e chi vive vicino a voi, invece<br />
di essere informati su tutti i<br />
disastri del mondo e le vicende<br />
di Berlusconi, Fini e Bersani o<br />
tanti altri.<br />
Sono sicuro che difficilmente<br />
nella scatola ipnotica parleranno<br />
di un paese di 3.000 abitanti<br />
che autoproduce il doppio<br />
dell’energia di cui ha bisogno, o<br />
di un supermercato a chilometro<br />
zero, o di tasse spese nel<br />
territorio in cui sono raccolte.<br />
Prima di ieri sera era mia<br />
intenzione parlarvi di come<br />
cambia la vita quando si<br />
capisce che aiutandoci l’un
l’altra possiamo moltiplicare<br />
per dieci il risultato finale. La<br />
scatola ipnotica ci isola e ci<br />
rende impotenti; il dialogo<br />
e la comunicazione con chi<br />
abbiamo vicino ci unisce e<br />
ci rende potenti. Parlando tra<br />
noi abbiamo la possibilità di<br />
scoprire cose importanti che<br />
possono cambiare le nostre<br />
vite in un attimo. La mia vita è<br />
la storia dei miei incontri con<br />
persone e libri, conferenze e<br />
ricerche che mi hanno aperto<br />
la mente a possibilità<br />
nuove e straordinarie.<br />
Vi voglio<br />
raccontare una<br />
breve storia,<br />
ma che vi<br />
riguarda<br />
piuttosto<br />
da<br />
vicino.<br />
Immaginate<br />
che ci sia<br />
un gruppo<br />
di persone<br />
che è riuscito ad<br />
accumulare una somma<br />
imponente di conoscenze in<br />
svariati campi. In questo gruppo<br />
c’è chi sa come mantenersi<br />
in salute senza rivolgersi ai<br />
medici; c’è chi sa come essere<br />
equilibrato e felice senza<br />
rivolgersi agli psicologi; c’è<br />
chi sa come avere successo e<br />
prosperità senza essere disonesti,<br />
sottomessi o schiavi del denaro<br />
e del potere; c’è chi sa costruire<br />
case e quartieri dove vivere<br />
in maniera sana e piacevole;<br />
c’è chi sa trasformare terreni<br />
poveri e senza in vita in boschi<br />
e campi lussureggianti e pieni<br />
di vita. In questo gruppo c’è<br />
chi è capace di vivere con gioia<br />
e passione, e aiuta gli altri ad<br />
andare d’accordo tra loro e a<br />
diventare amici, aiutandosi l’un<br />
altro; c’è chi ha approfondito<br />
religioni e filosofie e ne ha<br />
preso il meglio evitando dogmi,<br />
credenze e superstizioni; c’è chi<br />
ha studiato scienze, anatomia,<br />
fisica, biologia, archeologia<br />
e sa come usare il 95% del<br />
Parola all’editore<br />
cervello e del DNA che finora<br />
è rimasto inutilizzato. Insieme<br />
questo gruppo di persone<br />
potrebbe trasformare il mondo<br />
in un paradiso in cui vivere<br />
felicemente e molto a lungo.<br />
Ma il fatto è che sono persone<br />
che sembrano eguali agli<br />
altri, hanno anche loro piccoli<br />
difetti, limiti, spesso sono umili,<br />
parlano in modo incerto, hanno<br />
macchine, case, vestiti, abitudini<br />
comuni: insomma sono poco<br />
credibili rispetto a coloro che<br />
parlano dalle televisioni,<br />
scrivono sui giornali, e<br />
hanno tanti soldi o<br />
tanto potere.<br />
I benefici<br />
che la<br />
nostra vita<br />
personale<br />
e<br />
collettiva<br />
potrebbe<br />
ottenere se<br />
lavorassimo<br />
per aiutarci<br />
l’un l’altro<br />
e per mettere<br />
in comune<br />
le straordinarie<br />
conoscenze e sensibilità<br />
di cui ognuno di noi è<br />
portatore, sarebbero davvero<br />
straordinari. Parlarsi, conoscersi,<br />
ascoltarsi, condividere, mettere<br />
in comune: per favorire la<br />
nascita di un mondo migliore,<br />
mantenendo i piedi per terra e la<br />
testa tra le nuvole.<br />
<strong>Consapevole</strong> 7
Piantare e raccogliere<br />
L’orto d’inverno<br />
dal riposo alla<br />
rinascita<br />
Questi mesi sono<br />
per molti coltivatori<br />
i mesi del<br />
riposo. Si può<br />
fare ben poco<br />
negli orti ricoperti di neve, a<br />
parte aspettare con pazienza<br />
che la Natura lavori per noi.<br />
Un riposo che per i coltivatori<br />
è utile per studiare, aggiornarsi,<br />
GENNAIO<br />
Semina in semenzaio<br />
Verso fine gennaio si mettono in semenzaio<br />
i più resistenti alle gelate: lattughe, bietole,<br />
spinaci, prezzemolo, piselli, fave, zucchine,<br />
basilico, bietole da coste, cavolo cappuccio<br />
primaverile, cipolla, lattuga, porri.<br />
Semina in vaso / piena terra<br />
Ancora non consigliata. In alcune regioni<br />
del sud (dalla Campania in giù) è possibile<br />
mettere all’aperto fave e piselli, per le primizie.<br />
Misticanza in serra.<br />
Trapianti<br />
Cipolline piantate a novembre in semenzaio<br />
(1 fila alla settimana, a scalare, per irrobustire).<br />
Cavoli, verze, cappucci, broccoli preparati<br />
in seminiera nei mesi precedenti.<br />
8 <strong>Consapevole</strong><br />
leggere o anche semplicemente<br />
riposare e valutare quello che<br />
si è fatto, progettare quel che si<br />
farà, riordinare le sementi, stilare<br />
liste di scambi e sistemare<br />
gli attrezzi. Con le prime nuove<br />
semine in attesa ormai della<br />
primavera, tutto sembra riprendere<br />
vigore, ma attenzione a<br />
peccare di troppa fretta: questa<br />
Raccolta<br />
Cavoli verza e cappuccio, broccoli, cavolfiori,<br />
cavolini di Bruxelles, cavoli rossi, cardi.<br />
FEBBRAIO<br />
Semina in semenzaio<br />
Anguria, basilico, catalogna, cavolo cappuccio<br />
estivo, cetriolo, cipolle, indivia, lattuga,<br />
melanzana, peperone, pomodoro, porro,<br />
sedano<br />
Semina in vaso / piena terra<br />
Nei vasi è ora di seminare a scelta: bietola<br />
da coste, carote, cicoria, fave, lattuga da<br />
taglio, piselli, prezzemolo, ravanelli, spinaci,<br />
valeriana. Ovviamente in piccole quantità<br />
così da poterle consumare tutte e così da<br />
evitare enormi danni a tutta la produzione<br />
annuale di una verdura in caso di gelate<br />
A cura di Grazia Cacciola - erbaviola.com<br />
fine inverno si annuncia un po’<br />
monella, ci farà vedere il caldo<br />
per tornare repentinamente a<br />
qualche giorno di gelata. Non<br />
scopriamo quindi le serre prima<br />
del tempo e non facciamoci<br />
ingannare, che i germogli restino<br />
al caldo ancora per un po’,<br />
anche se pare che il caldo sia<br />
finalmente tornato.<br />
improvvise. Coprire con plastica almeno nei<br />
primi 4-5 giorni per permettere una germinazione<br />
adeguata.<br />
Trapianti<br />
Cipolle, aglio e patate precoci.<br />
Raccolta<br />
Cavoli verza e cappuccio, broccoli, cavolfiori,<br />
cavolini di Bruxelles, cavoli rossi, cardi.<br />
MARZO<br />
Semina in semenzaio<br />
Basilico, broccoli, broccoletti, cardi, cavolfiori,<br />
cavoli cappucci, cetrioli, cipolle, lattuga,<br />
melanzana, melone, peperone, pomodoro,<br />
sedano, sedano rapa, zucchine.<br />
Semina in vaso / piena terra<br />
Barbabietola rossa da orto, bietola da coste,<br />
carote, catalogna, cece, cicoria, fave, lattuga<br />
da taglio, lattughino, piselli, prezzemolo, rape,<br />
ravanelli, spinaci, taccole, valeriana, zucca,<br />
zucchina.<br />
Trapianti<br />
Bietole da costa, catalogna, zucchine, zucche.<br />
Raccolta<br />
Si raccolgono ancora carciofi, cavoli cappuccio,<br />
cicoria. Se si è seminato in autunno, cominciano<br />
ad essere disponibili i primi ortaggi: bietola<br />
da coste, indivia, fave, lattughe, piselli, prezzemolo,<br />
ravanelli e spinaci.
60 secondi di saper fare<br />
Piantare alberi, arbusti e<br />
altre essenze grazie alla<br />
MicroAiuola<br />
La MicroAiuola, ovvero<br />
un terrapieno semicircolare<br />
ad U, è un<br />
sistema utile per mettere<br />
a dimora le piante<br />
raccogliendo e trattenendo acqua,<br />
foglie, rametti, pacciamatura,<br />
nutrienti vari, favorendo l’attecchimento<br />
in tempi brevi e con<br />
risultati ottimali degli esemplari<br />
piantumati.<br />
Questo tipo di terrapieno (microaiuola<br />
o micro bacino)<br />
è utilizzabile se il terreno<br />
è in pendenza. Se<br />
invece il terreno è pianeggiante,<br />
basterà utilizzare<br />
al suo posto un<br />
terrapieno circolare (ad<br />
O), seguendo lo stesso<br />
procedimento.<br />
Il terrapieno semicircolare<br />
raccoglie acqua in<br />
un bacino di infiltrazione.<br />
La piantumazione si compone<br />
di una linea di terrapieni in file<br />
sfalsate per diminuire il rischio di<br />
erosione.<br />
Esempio di piantumazione di<br />
piccolo frutteto:<br />
La preparazione di una serie di<br />
MicroAiuole, per la piantumazione<br />
del frutteto in esempio, va<br />
fatta seguendo le curve di livello*,<br />
ovvero le linee isometriche del<br />
terreno. Il terrapieno, raccogliendo<br />
acqua piovana, deve essere<br />
posizionato rispetto agli altri della<br />
stessa riga sullo stesso livello, per<br />
mantenere l’acqua in piano ed<br />
evitare che si presentino fenomeni<br />
di erosione. Le righe di terrapieni<br />
sono sfalsate le une rispetto alle<br />
altre, in modo tale da favorire il<br />
riciclo delle acque di tracimazione<br />
dalle microaiuole più alte a quelle<br />
del livello successivo e così via,<br />
evitando di disperdere l’acqua<br />
piovana raccolta.<br />
* Curve di livello: in topografia,<br />
le curve di livello (o isoipse) sono<br />
linee immaginarie che uniscono<br />
tutti i punti del terreno situati a<br />
quota (o livello, o altitudine) uguale:<br />
risultano dalla intersezione della<br />
superficie del terreno con piani<br />
orizzontali di determinata quota. Si<br />
misurano con strumenti che vanno<br />
dalla livella a piombo (archipendolo),<br />
alla livella laser ecc.<br />
Per costruire la tua microaiuola<br />
segui le istruzioni presenti su<br />
www.ilconsapevole.it<br />
Elena Parmiggiani<br />
PROCEDIMENTO<br />
Ecco i semplici passi per<br />
la preparazione di un terrapieno<br />
singolo è molto<br />
semplice:<br />
scavare una buca ( al massimo<br />
2 cm) che deve contenere<br />
il pane di terra;<br />
scavare una piccola trincea<br />
all’interno del terrapieno;<br />
in caso, mettere il terriccio<br />
fertile da parte e utilizzare<br />
il sottosuolo per costruire il<br />
terrapieno;<br />
costruire il terrapieno in<br />
strati di 10-15 cm, compattare<br />
ogni strato e bagnarlo,<br />
se possibile;<br />
mettere la pianta a dimora<br />
nella buca scavata appositamente<br />
e aggiungere, se<br />
disponibile, del compost (2<br />
manciate), o il terreno fertile<br />
tenuto da parte;<br />
coprire il terrapieno con pacciamatura<br />
(paglia, cippato,<br />
lana, carta di giornale bagnata,<br />
rametti e foglie, oppure seminare<br />
una miscela da sovescio<br />
per coprire il terreno).<br />
<strong>Consapevole</strong> 9
Trova il tuo albero e<br />
cambia il mondo<br />
Salire su un albero per protestare contro il taglio di una sequoia<br />
millenaria non è solo un atto ambientalista, è la prova evidente<br />
che salvando la Natura salviamo noi stessi<br />
«Noi siamo gli antenati del<br />
futuro. Come vuoi che sia la<br />
tua eredità? […] Ognuno di noi<br />
può fare la differenza. Ma non<br />
siamo soli. Siamo parte di una<br />
famiglia globale. E restando<br />
insieme nell’unità, nella solidarietà<br />
e nell’amore possiamo<br />
guarire le ferite della terra e di<br />
ognuno di noi. Possiamo fare<br />
una positiva differenza con le<br />
nostre azioni.»<br />
Julia Hill, tratto da<br />
www.juliabutterfly.com<br />
Nel 1997 Julia<br />
“Butterfly” Hill si<br />
arrampicò su una<br />
sequoia nella foresta<br />
di Headwaters<br />
nel Nord della California e vi<br />
rimase per 738 giorni per protestare<br />
contro la distruzione<br />
della foresta. Tredici anni dopo<br />
Julia ci spiega come la causa di<br />
tutti nostri mali sia una e solo<br />
una: la malattia della separazione.<br />
“Quando strappi le radici di<br />
una pianta dal suolo che le dà la<br />
Vita questa inizia a morire. Allo<br />
stesso modo il nostro mondo<br />
ha iniziato a morire da quando<br />
10 <strong>Consapevole</strong><br />
ci siamo staccati dalla Terra; da<br />
quando ci siamo separati da quella<br />
che è la nostra Grande Madre”.<br />
Julia, il mondo contemporaneo<br />
deve affrontare crisi<br />
multiple: il riscaldamento<br />
climatico, la progressiva<br />
distruzione degli ecosistemi,<br />
la finitezza delle risorse naturali.<br />
Per di più viviamo in<br />
una società dove la violenza<br />
regna sovrana, dove lo stress<br />
e l’infelicità hanno raggiunto<br />
livelli inimmaginabili fino a<br />
soli pochi anni addietro, e per<br />
finire il Terzo Mondo muore<br />
di fame. C’è una causa unica<br />
che accomuna tutte queste<br />
“disgrazie”?<br />
Dopo tanti anni di lavoro sono<br />
giunta alla conclusione che il<br />
problema è in realtà uno solo<br />
come dici tu. E questo problema<br />
è una mancanza di presa di<br />
coscienza da parte della gente.<br />
Io la chiamo “malattia della<br />
separazione”. Quando tu strappi<br />
le radici di una pianta, la pianta<br />
inizia a morire. Noi umani<br />
abbiamo strappato le nostre radici<br />
di consapevolezza del fatto<br />
Andrea Bizzocchi<br />
che siamo interconnessi ad ogni<br />
forma di vita, per cui la morte<br />
di tutte quelle forme di vita (che<br />
noi consideriamo “risorse”) è<br />
anche l’inizio della nostra morte.<br />
Non solo da un punto di vista<br />
fisico ma anche psicologico, di<br />
mancanza di gioia genuina nelle<br />
nostre vite. Io credo che la causa<br />
prima sia il distacco dalla Vita,<br />
cioè dalla Natura.<br />
La “malattia della separazione”.<br />
È così. Siamo sempre più lontani<br />
dalla Natura, sempre più<br />
divisi da essa e anche da noi<br />
stessi, da chi siamo veramente.<br />
Se tu sei lontano dalla Natura<br />
distruggi le foreste senza capire<br />
che stai distruggendo anche la<br />
tua vita. Se sei lontano dalla<br />
gente butti via cibo, lo sprechi,<br />
quando altri muoiono di fame.<br />
Butti le bombe e parli di statistiche<br />
quando quelli che muoiono<br />
sono esseri umani esattamente<br />
come te.<br />
Non è difficile da capire a<br />
livello razionale, il problema è<br />
a livello emozionale...<br />
Sì, perché è una cosa semplice
Quando strappi le radici di una pianta<br />
dal suolo che le dà la Vita questa inizia<br />
a morire. Allo stesso modo il nostro<br />
mondo ha iniziato a morire da quando<br />
ci siamo staccati dalla Terra; da quando<br />
ci siamo separati da quella che è la<br />
nostra Grande Madre<br />
xxxxxxxxxxx<br />
<strong>Consapevole</strong> 11
Intervista a Julia Butterfly Hill<br />
ma lontana dalle quotidianità<br />
del nostro mondo. Prendi<br />
l’espressione “buttare via qualcosa”.<br />
Dov’è “via”? Che cos’è?<br />
Un posto? Una località? Buttare<br />
“via” significa qualcosa di ben<br />
preciso: avvelenare il pianeta,<br />
il suolo, i mari. Significa<br />
avvelenare noi stessi. Siamo<br />
disconnessi dalla realtà e dalla<br />
Vita, altrimenti non butteremmo<br />
“via” o perlomeno avremmo una<br />
coscienza di questo e quindi<br />
cercheremmo di cambiare questo<br />
stato di cose.<br />
A parte il discorso ambientale,<br />
c’è pure l’aspetto psicologico<br />
ed esistenziale della questione.<br />
L’essere umano non può<br />
realizzare il senso della sua<br />
esistenza nel consumo...<br />
Sì, ma potremmo andare anche<br />
oltre. L’essere umano lo è<br />
nell’accezione più ampia del<br />
12 <strong>Consapevole</strong><br />
termine: si realizza pienamente<br />
quando è connesso con tutti gli<br />
altri viventi e quindi con la Vita.<br />
Mi viene subito spontaneo<br />
chiederti qual è secondo te la<br />
minaccia più grande per l’ambiente?<br />
Non posso che confermarti che<br />
è la “malattia della separazione”.<br />
Se solo capissimo cosa stiamo<br />
facendo alla Terra, a tutte le sue<br />
forme di vita, a noi stessi, allora<br />
credo che le nostre vite, i nostri<br />
atteggiamenti e comportamenti<br />
cambierebbero totalmente.<br />
Insomma, le azioni concrete,<br />
“buone” o “cattive” che<br />
siano, non sono altro che una<br />
conseguenza della visione del<br />
mondo che abbiamo, della<br />
percezione di esso?<br />
Assolutamente sì. Non distruggiamo<br />
perché siamo cattivi ma<br />
semplicemente perché perce-<br />
Siamo sempre più lontani dalla Natura,<br />
sempre più divisi da essa e anche da<br />
noi stessi, da chi siamo veramente.<br />
Se tu sei lontano dalla Natura distruggi<br />
le foreste senza capire che stai<br />
distruggendo anche la tua vita
piamo il mondo e la Vita in un<br />
certo modo.<br />
Concepiamo il pianeta come un<br />
insieme di risorse a disposizione<br />
del nostro sviluppo.<br />
E questo perché siamo disconnessi<br />
da quella Terra che ci dà<br />
la Vita.<br />
Il paesaggio esterno è uno specchio<br />
fedele di quello interno. La devastazione<br />
e la distruzione dell’ambiente accadono<br />
solo perché c’è qualcosa dentro di noi<br />
che non è a posto, che ci fa soffrire.<br />
Non lo faremmo se sentissimo una profonda<br />
connessione con la<br />
Terra e con ogni vivente<br />
Partendo da questo presupposto,<br />
ritieni che il consumismo<br />
e la nostra società “usa<br />
e getta” possano essere in<br />
qualche modo trasformate e<br />
in definitiva superate? E se sì,<br />
come?<br />
La cultura è fatta di persone che<br />
vedono le cose in un certo modo<br />
e agiscono di conseguenza. Per<br />
cui più gente cambierà il proprio<br />
pensiero e quindi i propri<br />
comportamenti e di conseguenza<br />
i propri stili di vita per diventare<br />
più consapevole, gentile e<br />
compassionevole, più avremo la<br />
possibilità di influenzare quelli<br />
attorno a noi. In questo modo<br />
anche la cultura inizierà a cambiare.<br />
Ma non ci sono ricette<br />
magiche. Vivere in un certo<br />
modo è una scelta da perseguire<br />
con dedizione.<br />
Vorrei chiederti del tuo programma<br />
What’s your tree?, che<br />
stai portando in giro in tutto il<br />
mondo. Di cosa si tratta?<br />
What’s Your Tree? significa<br />
trovare simbolicamente quello<br />
che è l’albero della nostra vita,<br />
cioè scoprirne lo scopo, il senso,<br />
la passione che poi ci spingono<br />
ad agire per migliorare le<br />
nostre vite a livello personale,<br />
di comunità di appartenenza e<br />
a livello globale. Parte dal presupposto<br />
che ognuno di noi ha<br />
dentro una forza incredibile che<br />
verrà fuori in maniera compiuta<br />
solamente quando riusciremo<br />
ad incanalarla in ciò in cui veramente<br />
crediamo.<br />
Sei d’accordo se dico che<br />
il mondo che viviamo non<br />
è altro che un riflesso del<br />
mondo che è dentro di noi, dei<br />
sentimenti che abbiamo dentro<br />
di noi?<br />
Il paesaggio esterno è uno specchio<br />
fedele di quello interno. La<br />
devastazione e la distruzione<br />
dell’ambiente accadono solo<br />
perché c’è qualcosa dentro di<br />
noi che non è a posto, che ci fa<br />
Intervista a Julia Butterfly Hill<br />
2011 l’anno<br />
internazionale<br />
delle foreste<br />
L’ONU ha dichiarato il<br />
2011 l’anno internazionale<br />
delle foreste, per sostenere<br />
l’impegno di favorire la<br />
gestione, la conservazione<br />
e lo sviluppo sostenibile<br />
delle foreste in tutto il<br />
mondo. Un invito aperto a<br />
tutta la comunità internazionale<br />
a riunirsi e lavorare<br />
insieme ai governi, alle<br />
organizzazioni internazionali<br />
e alla società civile<br />
per fare in modo che le<br />
foreste vengano gestite<br />
in modo sostenibile, per<br />
le generazioni attuali e<br />
future. Il logo dell’iniziativa<br />
vuole ricordare quanto le<br />
foreste siano parte integrante<br />
e fondamentale<br />
dello sviluppo sostenibile<br />
globale, illustrando i loro<br />
molteplici valori e l’urgenza<br />
per la loro gestione di<br />
un approccio a 360°: le<br />
foreste assicurano rifugio<br />
alle persone e habitat per<br />
la biodiversità, sono sorgente<br />
di alimenti, di medicinali<br />
e di acque pulite e<br />
svolgono un ruolo fondamentale<br />
nel mantenimento<br />
climatico e ambientale di<br />
tutto il globo.<br />
Le attività economiche<br />
legate alle foreste influiscono<br />
sulle condizioni di<br />
vita di 1 miliardo e 600<br />
milioni di persone nel<br />
mondo, sono fonte di<br />
benefici a livello socio<br />
culturale e costituiscono<br />
il fondamento del sapere<br />
delle popolazioni indigene.<br />
Tutti questi elementi presi<br />
insieme rinforzano il messaggio<br />
che l’ONU vuol<br />
dare che le foreste sono<br />
vitali per la sopravvivenza<br />
e il benessere di tutta la<br />
gente del mondo.<br />
<strong>Consapevole</strong> 13
Intervista a Julia Butterfly Hill<br />
soffrire. È evidente che non lo<br />
faremmo se sentissimo una profonda<br />
connessione con la Terra<br />
e con ogni vivente.<br />
Posso garantirti che tutto l’impegno<br />
che ho messo nel diventare<br />
una persona migliore a livello<br />
personale mi ha contestualmente<br />
reso anche una persona capace<br />
in qualche modo di migliorare<br />
il mondo. Le due cose vanno<br />
di pari passo.<br />
14 <strong>Consapevole</strong><br />
Allora come possiamo migliorare<br />
dentro di noi per avere<br />
un effetto positivo sul mondo?<br />
Dobbiamo anzitutto capire che<br />
non c’è separazione. Non c’è<br />
separazione tra il dentro e il<br />
fuori, non c’è separazione tra<br />
la gente, tra le razze, non c’è<br />
separazione tra l’essere umano<br />
e il pianeta, tra il pianeta e il<br />
Cosmo… Tutto è Uno. Tutto<br />
è la stessa cosa. Il mito della<br />
Dobbiamo capire che non c’è separazione.<br />
Non c’è separazione tra il dentro<br />
e il fuori, non c’è separazione tra la<br />
gente, tra le razze, non c’è separazione<br />
tra l’essere umano e il pianeta,<br />
tra il pianeta e il Cosmo… Tutto è Uno<br />
Abbiamo intervistato Julia Butterfly Hill<br />
separazione, quel concetto<br />
di vedere il mondo diviso, è<br />
molto distruttivo. È una storia<br />
lunga, potremmo andare indietro<br />
migliaia di anni ma basta<br />
vedere dove siamo arrivati oggi,<br />
separati anche da noi stessi, dal<br />
nostro essere. La storia che studiamo<br />
a scuola è una storia di<br />
guerra; ci insegna che gli umani<br />
sono sempre stati in competizione<br />
tra loro, con la Natura ecc.<br />
Ma non è affatto vero. Allora io<br />
credo che possiamo iniziare a<br />
vedere le cose in maniera diversa<br />
senza preoccuparci troppo<br />
di quello che pensano o dicono<br />
gli altri, chiunque essi siano.<br />
Dobbiamo ricostruire un mondo<br />
armonico o non ci sarà più<br />
alcun mondo.<br />
A mio modo di vedere il<br />
cambiamento interiore ha<br />
a che fare soprattutto con<br />
i sentimenti, con l’amore.<br />
Oggigiorno invece nessuno<br />
parla più di amare. Parliamo<br />
di tecnologia, di economia<br />
di statistiche e ci siamo<br />
completamente dimenticati<br />
dell’importanza dell’amore,<br />
della relazioni, della nostra<br />
umanità. Quando parliamo<br />
di ambiente ad esempio, facciamo<br />
calcoli complicatissimi<br />
sul livello di inquinamento ma<br />
questo ovviamente non arresta<br />
l’inquinamento e la distruzione<br />
della Natura. Se semplicemente<br />
iniziassimo ad amare la<br />
Natura otterremmo risultati<br />
molto più significativi ed anche<br />
concreti. Come possiamo superare<br />
questa tremenda impasse?<br />
Nata nel 1974, Julia è un’ambientalista statunitense. È diventata nota per essere rimasta, dal dicembre<br />
1997, 738 giorni nella foresta di Headwaters in Colorado su Luna, una sequoia alta 55 metri, per<br />
impedirne l’abbattimento da parte della Pacific Lumber Company. Scese nel dicembre 1999 solo dopo<br />
aver raggiunto un accordo che metteva in salvo Luna e una parte della foresta per un raggio di circa 60<br />
metri. Il suo blog è consultabile su www.juliabutterfly.com.<br />
L’associazione What’s your tree fu creata nel 2006 dalla stessa Julia, e si basava sulla sua esperienza.<br />
Oggi l’organizzazione è supportata da migliaia di persone con un background diverso la cui missione è<br />
creare un network internazionale di piccoli gruppi in grado di guarire il mondo. Alcuni rami di What’s<br />
your tree si sono sviluppati anche in Italia. Per maggiori informazioni: www.whatsyourtree.org.
Abbiamo creato un mondo che<br />
è molto bravo a fare denaro<br />
ma che al tempo stesso ci fa<br />
sentire sconnessi dal posto che<br />
occupiamo in quello stesso<br />
mondo. Molta gente è milionaria<br />
grazie a prodotti che sono<br />
estremamente nocivi per noi e<br />
per il pianeta. Purtroppo è difficile<br />
per una persona riuscire a<br />
cambiare questo atteggiamento<br />
distruttivo, soprattutto in una<br />
società costruita e basata su<br />
questo tipo di atteggiamento. È<br />
proprio per questo che bisogna<br />
ripartire da certe cose come<br />
l’amore. L’amore è quella cosa<br />
che mi dà il coraggio di essere<br />
me stessa e di lottare per le<br />
cose in cui credo. L’amore è<br />
alla base di tutto e la mancanza<br />
di amore è alla base di tutti i<br />
nostri mali.<br />
Che rapporto c’è tra spiritualità<br />
e attivismo?<br />
Il mio attivismo è una scelta di<br />
vita che considero come qualcosa<br />
di sacro, di molto spirituale.<br />
La scelta di dedicare la mia vita<br />
al servizio del pianeta e della<br />
gente è molto profonda e necessariamente<br />
abbraccia entrambi<br />
gli aspetti. Quindi credo che<br />
le due cose siano strettamente<br />
interconnesse.<br />
La paura è il primo mezzo di<br />
controllo della popolazione.<br />
Abbiamo paura dei terroristi,<br />
della crisi economica, del<br />
diverso, di cambiare. Avere<br />
paura significa in realtà avere<br />
paura di vivere. Come si<br />
supera la paura?<br />
C’è un bellissimo modo di<br />
dire in inglese: ci sono solo<br />
due emozioni nella vita. Una<br />
è la paura e l’altra è l’amore.<br />
Vince quella che noi nutriamo<br />
quotidianamente. Se nutriamo<br />
la paura, questa crescerà. Se<br />
nutriamo l’amore, crescerà<br />
l’amore. Funziona esattamente<br />
come un muscolo. Il muscolo<br />
che cresce è quello che tu alleni<br />
e più lo alleni più cresce. Per<br />
superare la paura devi esercitare,<br />
con piena coscienza e<br />
quotidianamente, il muscolo<br />
dell’amore. Non è difficile, lo<br />
può fare chiunque, ma ci vuole<br />
costanza, impegno e dedizione<br />
assoluta.<br />
Dicci qualcosa del periodo<br />
che hai trascorso su Luna (la<br />
sequoia sulla quale hai vissuto).<br />
Ho letto da qualche parte<br />
che su di lei hai “sentito” con<br />
tutto il tuo essere la sua forza<br />
vitale e hai capito intimamente<br />
che gli alberi sono vivi esattamente<br />
come noi…<br />
La Vita è in comunicazione<br />
continua. Significa che ogni<br />
forma di vita comunica costantemente<br />
con ogni altra forma di<br />
Vita. Purtroppo l’uomo moderno,<br />
staccandosi dalla Natura,<br />
non sa più ascoltare la Vita.<br />
Quando vissi per 738 giorni su<br />
Luna, senza distrazioni di sorta,<br />
che fosse andare a fare shopping,<br />
guardare la tv, andare al<br />
cinema, ho iniziato, anzi riniziato<br />
ad ascoltare la Vita con<br />
tutti i miei sensi. Non si fugge<br />
da questo. È qualcosa che è<br />
dentro di noi.<br />
Andrea Bizzocchi<br />
Intervista a Julia Butterfly Hill<br />
La Natura è dentro di noi…<br />
Assolutamente sì. È parte di<br />
noi. Ma non sappiamo più<br />
ascoltarla perché l’abbiamo<br />
allontanata dalle nostre vite. E<br />
se gradatamente le daremo lo<br />
spazio che merita, se la rimetteremo<br />
al centro delle nostre<br />
vite, capiremo subito, naturalmente,<br />
spontaneamente, di cosa<br />
abbiamo bisogno per vivere vite<br />
felici, sane, dense di significato.<br />
E sarà quello, con grande semplicità,<br />
il grande contributo che<br />
daremo al mondo.<br />
Cosa leggere<br />
Julia Butterfly Hill<br />
Ognuno può fare la<br />
differenza<br />
Consigli pratici e storie esemplari<br />
per difendere l’ambiente.<br />
Corbaccio Editore, 2002<br />
Nalini M. Nadkarni<br />
Tra la Terra e il Cielo<br />
La vita segreta degli alberi<br />
Elliot, 2010<br />
Cercalo su:<br />
www.macrolibrarsi.it<br />
Si interessa in particolare di ecologia profonda e popoli nativi.<br />
Vive tra l’Italia e la Costa Rica. È appena uscito il suo terzo<br />
libro, Pura Vida e altri racconti raminghi (Terra Nuova edizioni),<br />
una raccolta di racconti di viaggi vissuti in prima persona.<br />
<strong>Consapevole</strong> 15
16 <strong>Consapevole</strong>
CELLFOOD ®<br />
CELLFOOD® è il più<br />
importante prodotto ad alta<br />
prestazione per la salute del<br />
consumatore a base di ossigeno<br />
e idrogeno.<br />
I sintomi iniziali della<br />
mancanza di ossigeno<br />
possono includere: stanchezza<br />
generalizzata, affaticamento,<br />
disturbi circolatori, difficoltà<br />
di digestione, dolori muscolari,<br />
sensazioni di instabilità e<br />
barcollamento, depressione,<br />
perdita della memoria,<br />
comportamenti irrazionali,<br />
acidità gastrica, complicazioni<br />
bronchiali. Quando il sistema<br />
immunitario è compromesso<br />
da una mancanza di ossigeno,<br />
il corpo diventa più suscettibile<br />
a batteri, infezioni virali e<br />
parassitarie, raffreddori e<br />
influenza.<br />
Inventato da Everett L.<br />
Storey, CELLFOOD® è una<br />
formulazione personale di un<br />
concentrato minerale colloidale<br />
super energizzato. Il solfato<br />
di deuterio bibasico e dipolo<br />
contenuto in CELLFOOD®<br />
fornisce un incredibile apporto<br />
di ossigeno e un sistema<br />
di distribuzione al corpo a<br />
livello cellulare. Gli scienziati<br />
riconoscono che la maggior<br />
parte dei disturbi e delle<br />
infezioni è causata da mancanza<br />
d’ossigeno a livello cellulare.<br />
Questa formula – la cui efficacia<br />
è stata riconosciuta – fornisce<br />
in modo naturale il massimo<br />
livello di ossigeno e idrogeno<br />
allo stato nascente in forma<br />
supplementare.<br />
CELLFOOD® è una formula<br />
altamente concentrata e super<br />
energetica contenente 78<br />
oligoelementi ionico/colloidali<br />
e minerali, combinati con 34<br />
enzimi, 17 aminoacidi, ossigeno<br />
disciolto – e tutti tenuti in<br />
sospensione in una soluzione di<br />
Solfato di Deuterio (D 2 SO 4 ).<br />
Tutti gli elementi contenuti nel<br />
CELLFOOD® sono sostanze<br />
naturali estratte criogenicamente<br />
(con la tecnica del freddo) e non<br />
chimicamente. CELLFOOD®<br />
non ha alcol, né glucosio,<br />
né ingredienti presenti nella<br />
lista delle sostanze vietate<br />
dalle associazioni atletiche<br />
internazionali.<br />
Il prodotto deve annoverarsi tra<br />
gli integratori alimentari, ma<br />
risponde efficacemente anche a<br />
un principio terapeutico in virtù<br />
della sua composizione, ma<br />
soprattutto del suo meccanismo<br />
d’azione.<br />
Le importanti azioni favorite da<br />
CELLFOOD® sono:<br />
Informazione pubblicitaria<br />
formula Everett Storey<br />
Ossigeno per la Vita<br />
1. Depurazione della matrice<br />
cellulare<br />
2. Eliminazione di un radicale<br />
libero dell’ossigeno<br />
3. Azione antiradicalica<br />
4. Risparmio di uno scavenger<br />
5. Produzione di ossigeno<br />
nascente<br />
6. Nutrizione cellulare<br />
ottimale<br />
L’integratore CELLFOOD®<br />
è necessario per le azioni<br />
di drenaggio cellulare e<br />
ottimizzazione delle riserve<br />
energetiche, sia in caso di<br />
aumento delle necessità<br />
metaboliche, sia in caso di<br />
patologia e sia, infine, come<br />
coadiuvante nel corso di terapie<br />
chimiche allo scopo di ridurne<br />
gli effetti collaterali.<br />
Per informazioni e<br />
approfondimento<br />
EURODREAM S.r.l.<br />
www.cellfood.it<br />
info@eurodream.net<br />
tel. 800650800<br />
<strong>Consapevole</strong> 17
Biodiversità: un<br />
valore assoluto<br />
Preservare la complessità e l’interdipendenza delle forme di vita<br />
sul pianeta è l’unica garanzia di futuro: per tutti<br />
Quando si parla<br />
dei cambiamenti<br />
climatici e socioambientali<br />
in<br />
atto, tendiamo<br />
a immaginare le peggiori situazioni<br />
catastrofiche proiettate<br />
nel futuro: lanciamo allarmi<br />
per quello che potrebbe essere,<br />
per le irrecuperabili perdite a<br />
venire o per il superamento di<br />
tanti punti di non ritorno rispetto<br />
all’attuale equilibrio geoclimatico,<br />
stabilitosi nel corso<br />
di migliaia e migliaia di anni.<br />
Eppure la catastrofe ecologica<br />
più importante, quella che ha e<br />
che avrà nell’immediato l’impatto<br />
più devastante sull’esistenza<br />
della specie umana la stiamo<br />
già vivendo. È la veloce perdita<br />
di biodiversità animale e vegetale<br />
in corso.<br />
Un articolo sulla rivista Nature<br />
del settembre del 2009 (1) ha<br />
infatti posto all’attenzione di<br />
tutta la comunità scientifica<br />
e, volendo, dell’umanità in<br />
generale, il fatto che la perdita<br />
di biodiversità costituisce il<br />
primo problema che dovremmo<br />
18 <strong>Consapevole</strong><br />
fronteggiare, prima ancora del<br />
cambiamento climatico di cui<br />
tanto si parla. La stessa ONU –<br />
in un’insolita e tempestiva presa<br />
di coscienza – ha stabilito che il<br />
2010 fosse l’anno dedicato alla<br />
biodiversità.<br />
Ma cosa si intende esattamente<br />
con questo termine?<br />
Una ricchezza<br />
incommensurabile<br />
La biodiversità è la varietà degli<br />
esseri viventi, animali, vegetali<br />
e microrganismi, esistenti<br />
in natura. Inoltre si intende la<br />
varietà degli ecosistemi e dei<br />
loro equilibri. Lo stesso termine<br />
viene anche utilizzato per<br />
indicare la variabilità genetica<br />
all’interno di ogni singola specie<br />
Valerio Pignatta<br />
e quel mondo di interrelazioni<br />
orizzontali e verticali tra i geni<br />
di tutte le specie e i legami che<br />
intercorrono tra esse. L’essenza<br />
della biodiversità è in sostanza<br />
la complessità nell’interdipendenza.<br />
La catastrofe ecologica più disastrosa<br />
la stiamo già vivendo: è la veloce perdita<br />
di biodiversità animale<br />
e vegetale in corso<br />
L’uomo non può astrarsi da questa<br />
interconnessione, sebbene<br />
gli ambienti artificiali che ha<br />
creato e in cui vive gli facciano<br />
sembrare la natura solo come<br />
un documentario per bambini in<br />
cerca di esotismo. Ma è “scientificamente<br />
dimostrabile” che sul<br />
cemento non cresce nulla, che<br />
la plastica non nutre e che un<br />
video, per quanto avvincente sia,<br />
non può sostituire la realtà che<br />
è il risultato dell’azione dell’essere<br />
umano nel suo ambiente
naturale. La questione della<br />
salvaguardia della biodiversità<br />
è ormai annosa. Già al vertice<br />
mondiale delle Nazioni Unite a<br />
Rio de Janeiro del 1992 venne<br />
firmata dalle controparti nazionali<br />
una Convenzione per la<br />
difesa del patrimonio genetico<br />
e delle specie esistenti. Anche a<br />
Johannesburg, nel 2002, al vertice<br />
mondiale dedicato allo sviluppo<br />
sostenibile, i paesi europei<br />
presenti si posero l’obiettivo di<br />
fermare la perdita di biodiversità<br />
entro il 2010. Promessa che,<br />
come tutti possono constatare,<br />
dati alla mano, è stata ampiamente<br />
disattesa.<br />
Ma ridurre la biodiversità non<br />
significa solo impegnarsi per<br />
salvaguardare l’habitat di alcune<br />
specie in via di estinzione come<br />
il camoscio o l’ululone appenninici<br />
(come sta facendo il WWF<br />
con l’assegnazione del premio<br />
Panda d’oro ogni anno).<br />
Anche intervenire sulla molteplicità<br />
delle specie coltivate ha<br />
Le attività umane, dirette o indirette,<br />
sono a oggi il massimo fattore di<br />
scomparsa di specie viventi sulla Terra<br />
un impatto di non poco conto<br />
in questa lotta per la vita. Per<br />
fare un esempio, si dice che<br />
solo qualche decina di anni fa<br />
le specie di patata coltivate nel<br />
mondo fossero migliaia (2). Ora<br />
ne sono rimaste pochissime coltivate<br />
su una scala degna di nota<br />
(sebbene ci siano piccoli segnali<br />
di controtendenza). Idem per<br />
frumento o riso e altri cereali di<br />
importanza fondamentale per<br />
l’alimentazione umana. Questa<br />
riduzione di specie e diversità<br />
espone l’umanità a maggiori<br />
rischi di carestie dovute a patologie<br />
vegetali cui piante omologate<br />
in tutto il mondo non sarebbero<br />
in grado di far fronte.<br />
Nei millenni, la saggezza<br />
contadina dei vari popoli ha<br />
saputo individuare e preservare<br />
le specie vegetali più adatte ai<br />
vari climi e alle varie situazioni<br />
parassitarie. È una pura follia<br />
procedere, come si sta facendo,<br />
a questa “semplificazione” ingenerata<br />
solo da necessità legate<br />
al profitto e alla commercializzazione.<br />
Ma la biodiversità è anche meccanismo<br />
ecosistemico ampliato.<br />
Ad esempio, la stabilità del<br />
clima dipende anche dalla dinamica<br />
della biodiversità, con i<br />
suoi influssi sulla circolazione<br />
delle acque e sulla fertilità dei<br />
suoli. Tranne che per un 1% di<br />
gas nobili, l’atmosfera è interamente<br />
il prodotto delle emissioni<br />
degli organismi viventi sulla<br />
superficie della Terra, umani<br />
compresi.<br />
La quantità di specie viventi non<br />
<strong>Consapevole</strong> 19
Speciale Biodiversità<br />
è ancora stata fissata definitivamente<br />
dagli scienziati e le cifre<br />
che possiamo trovare nei vari<br />
testi e autori sono molto discordanti.<br />
In linea di massima possiamo<br />
azzardare un’ipotesi di questo<br />
tipo.<br />
In natura esistono:<br />
• 5.000 virus<br />
• 4.000 batteri<br />
• 70.000 funghi<br />
• 40.000 protozoi<br />
• 40.000 alghe<br />
• 250.000 piante<br />
• 45.000 animali vertebrati<br />
• 70.000 molluschi<br />
• 75.000 aracnidi<br />
• 950.000 insetti<br />
Ma secondo altre fonti e altri<br />
studi le cifre differiscono di<br />
molto. Ad esempio, si parla di<br />
1 o 1,5 milioni di specie per i<br />
funghi, di 500.000 specie per le<br />
alghe e addirittura da 8 a 100<br />
milioni di specie per gli insetti.<br />
Periodicamente vengono scoperte<br />
nuove specie.<br />
Solo in una zona orientale<br />
dell’Himalaya negli ultimi dieci<br />
anni (1998-2008) sono state<br />
scoperte 350 nuove specie, che<br />
rischiano di scomparire prima<br />
ancora di essere conosciute. In<br />
quella stessa zona, sono infatti a<br />
rischio di estinzione 10.000 specie<br />
vegetali, 300 di mammiferi,<br />
977 di uccelli, 176 di rettili, 105<br />
di anfibi e 269 pesci di acqua<br />
dolce (3).<br />
Quello che balza agli occhi di<br />
fronte a queste cifre è comunque<br />
la ricchezza stupefacente<br />
della vita sul pianeta, risultato<br />
di 3,5 miliardi di anni di evoluzione.<br />
Miliardi di anni che stiamo<br />
vanificando in pochi decenni di<br />
distruzione pianificata a ritmo<br />
da catena di montaggio.<br />
20 <strong>Consapevole</strong><br />
L’olocausto<br />
silenzioso: i numeri<br />
La perdita della biodiversità<br />
si ha quando una specie o una<br />
parte del suo patrimonio genetico<br />
o un ambiente naturale<br />
scompaiono per sempre. Le attività<br />
umane, dirette o indirette,<br />
sono a oggi il massimo fattore<br />
di scomparsa di specie viventi<br />
sulla Terra.<br />
Nell’ultimo Living Planet Report<br />
(2008) il WWF denunciava la<br />
perdita, negli ultimi trent’anni,<br />
del 30% di tutte le specie del<br />
pianeta (il 51% delle specie tropicali,<br />
il 33% di quelle terrestri,<br />
il 35% di quelle di acque dolci<br />
e il 14% di quelle marine). Il<br />
tasso di estinzione odierno è fra<br />
le 100 e le 1.000 volte superiore<br />
al tasso naturale, ossia a quello<br />
senza interferenza umana.<br />
Dalle “Liste Rosse” dell’IUCN<br />
(Unione mondiale per la conservazione<br />
della natura) (4), la<br />
più importante fonte di studio<br />
e classificazione delle specie<br />
viventi in via d’estinzione,<br />
apprendiamo che su un totale<br />
di 47.677 specie studiate, circa<br />
17.291 (il 36%) sono minacciate<br />
di estinzione. Di queste, 875<br />
specie (circa il 2%) sono già<br />
estinte o estinte allo stato selvatico<br />
in natura. Sono inoltre<br />
minacciati il 21% dei mammiferi,<br />
il 30% degli anfibi, il 12%<br />
degli uccelli, il 28% dei rettili, il<br />
37% dei pesci di acqua dolce, il<br />
35% degli invertebrati e, ancor<br />
più angosciante se lo può essere,<br />
il 70% delle piante.<br />
Il professor Norman Myers,<br />
esperto di biodiversità all’Università<br />
di Oxford, ha affermato:<br />
«La perdita rapida di biodiversità<br />
a cui stiamo assistendo, se<br />
non contrastata, sarà la più<br />
grande in 65 milioni di anni<br />
di vita del pianeta e potrebbe<br />
essere come le sei estinzioni<br />
di massa dell’intera storia<br />
della Terra. La speranza è rappresentata<br />
da una strategia di<br />
conservazione che tuteli i “punti<br />
caldi della biodiversità” nel<br />
mondo, ovvero le 34 aree con<br />
eccezionali concentrazioni di<br />
specie animali e vegetali che si<br />
trovano di fronte a una grave<br />
minaccia di scomparsa degli<br />
habitat naturali. Alcuni di questi<br />
“punti caldi” contengono gli<br />
Il tasso di estinzione odierno delle<br />
specie e degli ambienti naturali è fra<br />
le 100 e le 1.000 volte superiore al<br />
tasso naturale, ossia a quello senza<br />
interferenza umana<br />
ultimi habitat per almeno metà<br />
delle specie di flora e due quinti<br />
delle specie di fauna confinate<br />
in meno del 2% della superficie<br />
terrestre» (5).<br />
Minaccia uomo<br />
Ma quali sono le attività umane<br />
causa di questi sfacelo?<br />
Vediamo le più importanti:<br />
• agricoltura intensiva e uso di<br />
pesticidi e fertilizzanti chimici;<br />
• cementificazione, urbanizzazione<br />
del paesaggio, costruzione<br />
di strade e ferrovie e<br />
disseminazione degli abitanti<br />
su territori vasti con conse-
guente frazionamento di molti<br />
spazi e ambienti vitali per gli<br />
animali;<br />
• costruzione di barriere artificiali<br />
di vario tipo che riducono<br />
lo scambio fra le specie viventi<br />
e la possibilità di muoversi<br />
delle stesse;<br />
• incanalamento e deviazione<br />
di corsi d’acqua, scomparsa di<br />
acquitrini, stagni e laghetti, alterazione<br />
degli equilibri idrici;<br />
• deforestazione;<br />
• eutrofizzazione dei mari da<br />
inquinamento;<br />
• mutamenti climatici dovuti ai<br />
gas serra;<br />
• industrializzazione selvaggia e<br />
diffusione di sostanze difficilmente<br />
o per nulla biodegradabili<br />
(plastica, sacchetti, veleni<br />
ecc.);<br />
• piogge acide da inquinamento<br />
atmosferico;<br />
• inquinamento luminoso e<br />
acustico;<br />
• attività turistiche e di svago;<br />
• specie invasive trasportate<br />
inavvertitamente che colonizzano<br />
territori dove non hanno<br />
antagonisti naturali;<br />
• caccia e/o sfruttamento economico<br />
di particolari specie.<br />
Il costo economico<br />
Tutto questo ha un costo astronomico<br />
per l’umanità, anche dal<br />
punto di vista economico.<br />
Purificazione di acqua e aria,<br />
protezione delle coste dalle<br />
tempeste, eutrofizzazione dei<br />
mari, mancata impollinazione,<br />
conservazione delle aree naturali<br />
costituiscono sicuramente un<br />
costo aggiuntivo di rilievo.<br />
È stato calcolato che i costi<br />
del degrado degli ecosistemi a<br />
causa di una riduzione del tasso<br />
Entro il 2050 la perdita di biodiversità<br />
costerà all’Europa 1.100 miliardi di euro.<br />
Che pagheremo noi. Con il nostro lavoro<br />
e la perdita di qualità delle nostre vite<br />
Speciale Biodiversità<br />
di biodiversità pari al 15% entro<br />
il 2050 sono quantificabili in<br />
qualcosa come 50 miliardi di<br />
euro l’anno (6).<br />
Entro il 2050 la perdita di biodiversità<br />
costerà all’Europa 1.100<br />
miliardi di euro (7). Che pagheremo<br />
noi. Con il nostro lavoro e la<br />
perdita di qualità delle nostre vite.<br />
Secondo i ricercatori del progetto<br />
TEEB (The Economics of<br />
Ecosystems and Biodiversity)<br />
che si pone il fine di determinare<br />
in denaro i servizi che la<br />
natura garantisce agli esseri<br />
<strong>Consapevole</strong> 21
Speciale Biodiversità<br />
umani senza alcun costo, la<br />
perdita annuale delle foreste ci<br />
costa qualcosa come 2-5 trilioni<br />
di dollari (8).<br />
Per avere un’idea della pusillanimità<br />
politica generale basti<br />
pensare che il budget messo<br />
a disposizione dall’Unione<br />
Europea per la tutela della biodiversità<br />
è di 120 milioni l’anno,<br />
meno dello 0,1% di quello totale<br />
europeo.<br />
Mangeremo polistirolo...<br />
Sempre secondo Myers, le cifre<br />
da mettere in campo sarebbero<br />
decisamente diverse per ottenere<br />
risultati: «Si potrebbero salvaguardare<br />
i “punti caldi” della biodiversità<br />
con un bilione di dollari<br />
l’anno. Bisognerebbe sentire<br />
questo costo economico come<br />
un investimento. Basti pensare al<br />
grande valore commerciale delle<br />
innumerevoli medicine e dei<br />
prodotti farmaceutici basati sulle<br />
proprietà delle piante che si aggira<br />
intorno ai 60 bilioni di dollari<br />
l’anno» (9).<br />
Le azioni personali<br />
Se non possiamo aspettarci nulla<br />
dalle istituzioni preposte e dai<br />
nostri rappresentanti politici,<br />
allora che fare?<br />
Ci permettiamo qui di elencare<br />
alcuni consigli su scelte che, se<br />
applicate quotidianamente ed<br />
estese orizzontalmente alla base<br />
della società, possono, piano<br />
piano, fare la differenza.<br />
− Coltivare la terra in modo<br />
organico per permettere la<br />
rigenerazione della vita dei<br />
microrganismi. Raccogliere<br />
dei semi del proprio orto e<br />
giardino e riseminarli di anno<br />
in anno anche in vasi sul terrazzo<br />
per chi non ha terreno.<br />
Seminare piante e fiori autoctoni<br />
e di specie antiche, maga-<br />
22 <strong>Consapevole</strong><br />
ri appoggiandosi alle banche<br />
dei semi che stanno nascendo<br />
in vari luoghi. Ovviamente è<br />
conseguenza diretta di quanto<br />
precede il privilegiare il consumo<br />
di prodotti biologici e<br />
locali.<br />
− Mangiare in modo consapevole,<br />
evitando piatti a base di<br />
animali e soprattuto di quelli<br />
in via di estinzione o a rischio<br />
come zuppa di tartaruga, sushi<br />
di tonno rosso, cetriolo di<br />
mare ecc. Evitare anche prodotti<br />
alimentari che hanno un<br />
impatto importante sulla biodiversità<br />
come quelli derivanti<br />
da caccia o pesca che non<br />
rispettano la taglia minima,<br />
le specie protette ecc. Senza<br />
contare il cibo carneo (es.<br />
hamburger) o le colture “energetiche”<br />
(es. olio di palma per<br />
biodiesel) che derivano dalla<br />
deforestazione di vaste zone<br />
del mondo.<br />
− Boicottare, se possibile,<br />
medicine “tradizionali” o<br />
cosmetici ricavati da animali o<br />
piante che stanno scomparendo<br />
(es. corno di rinoceronte,<br />
muschio di cervo, ossa e interiora<br />
di tigre ecc.).<br />
− Installare nidi artificiali<br />
per agevolare la riproduzione<br />
degli uccelli in ambienti urbanizzati.<br />
− Attivarsi per favorire la nascita<br />
di riserve naturali o parchi<br />
protettivi nella propria zona<br />
e soprattutto in areali rimasti<br />
isolati a causa della presenza<br />
circostante di ampie zone<br />
cementificate o con strade ad<br />
alto traffico.<br />
− Consumare di meno e acquistare<br />
il necessario. Uscendo<br />
dalla mentalità dello shopping<br />
fine a se stesso eviteremo di<br />
consumare il pianeta e le sue<br />
risorse e di vederle trasformare<br />
in rifiuti intossicanti per<br />
tutte le forme viventi.<br />
− Aprire la propria casa solo a<br />
La biodiversità della vita ha un valore di<br />
per sé, indipendentemente dal fatto che<br />
noi umani possiamo trarne<br />
o meno dei benefici<br />
materiali naturali, evitare il<br />
più possibile plasticoni, prodotti<br />
tossici, detersivi devastanti,<br />
imballaggi “da discarica<br />
immediata” ecc.<br />
− Risparmiare sulle fonti energetiche<br />
utilizzate in tutte le<br />
maniere possibili (trasporto,<br />
riscaldamento, illuminazione<br />
ecc.). Di modi oggigiorno ce<br />
ne sono molti. Ogni diminuzione<br />
di gas serra aumenta<br />
le possibilità di futuro della<br />
biodiversità e quindi anche la<br />
nostra.<br />
− Impegnarsi per cambiare<br />
lavoro se la propria attività è<br />
dannosa per la vita e la gioia<br />
sul pianeta. Meglio un lavoratore<br />
attivo in un comparto<br />
produttivo etico ed ecologico<br />
che mille volontari ecologisti<br />
nel tempo libero.<br />
− Fermarsi ogni tanto a contemplare<br />
la natura. Basta<br />
anche osservare l’impegno e<br />
la dignità eccezionale con cui<br />
si muove e lavora una formica
per la sua comunità. Percepire<br />
il senso di unione tra gli esseri<br />
viventi e la condivisione di un<br />
destino esistenziale comune<br />
aiuta a rispettare la vita in<br />
ogni sua forma.<br />
Il valore della vita<br />
Al di là di della riflessione che<br />
sino ad ora abbiamo portato avanti<br />
– e che per certi versi ricade<br />
sempre nell’alveo noto dell’utilitarismo<br />
che contraddistingue purtroppo<br />
questa società – ci premeva<br />
sottolineare che la biodiversità<br />
della vita ha un valore di per sé,<br />
indipendentemente dal fatto che<br />
noi umani possiamo trarne o<br />
meno dei benefici.<br />
Ossia c’è, a nostro parere, la<br />
necessità assillante dell’assunzione<br />
di una responsabilità<br />
morale nei confronti del pianeta<br />
e degli esseri che lo abitano.<br />
Questa dovrebbe essere semplicemente<br />
la manifestazione della<br />
nostra umanità e della nostra<br />
intelligenza e rispetto per la vita<br />
in sé.<br />
Se tuttavia ciò non bastasse,<br />
possiamo comunque ricordare<br />
che gli effetti devastanti della<br />
perdita di biodiversità incombono<br />
su molteplici aspetti cruciali<br />
della nostra esistenza come la<br />
fertilità dei suoli, il loro consolidamento<br />
e l’eliminazione dei<br />
rifiuti in essi contenuti a cura<br />
Valerio Pignatta<br />
dei microrganismi che li abitano.<br />
E poi regolazione del clima e del<br />
bilancio idrico, produzione di<br />
piante medicinali e di cibo sano.<br />
Non ultimo, senza biodiversità<br />
niente possibilità di contemplare<br />
la variegata bellezza e armonia<br />
del mondo naturale.<br />
Quando avremo perso tutto questo,<br />
a ben poco varrà vedere l’ultimo<br />
bellissimo videodocumentario<br />
del National Geographic.<br />
Per la stesura di questo articolo<br />
si ringrazia qui l’opera<br />
della Federazione delle Chiese<br />
Evangeliche (valdesi, battiste,<br />
avventiste, metodiste ecc.) impegnate<br />
in un lavoro di salvaguardia<br />
della biodiversità da molto<br />
tempo.<br />
Si veda: Commissione globalizzazione<br />
e ambiente (a cura<br />
di), Materiali sulla biodiversità<br />
per il Tempo del Creato, FCEI<br />
(Federazione delle Chiese<br />
Evangeliche in Italia), Roma,<br />
2010.<br />
Note<br />
(1) Rockström, Johan, Steffen, Will,<br />
Noone, Kevin et al., “A safe operating<br />
space for humanity”, in Nature, n. 46,<br />
24 settembre 2009, pp. 472-475.<br />
(2) Si veda il lavoro del Centro internazionale<br />
della patata, di Lima in<br />
Perù: http://www.cipotato.org/.<br />
(3) WWF’s Living Himalayas<br />
Plurilaureato giornalista e scrittore, è redattore e collaboratore<br />
di riviste e case editrici, nonché direttore editoriale<br />
nell’ambito delle medicine non convenzionali.<br />
Ha pubblicato diversi articoli su periodici nazionali inerenti<br />
il rapporto salute/ambiente e testi divulgativi di medicina<br />
naturale. Vive con la famiglia sul Monte Amiata dove pratica<br />
attivamente la decrescita attraverso la sobrietà dello stile di<br />
vita, la semplicità volontaria, l’autoproduzione, lo scambio e<br />
il dono di beni e servizi.<br />
Speciale Biodiversità<br />
Initiative (a cura di), The Eastern<br />
Himalayas. Where worlds<br />
collide, WWF, luglio 2009.<br />
(4) Cfr. http://www.iucnredlist.org/.<br />
(5) Myers, Norman, “Biodiversità:<br />
quale la posta in gioco e come salvarla”,<br />
conferenza pubblica organizzata<br />
da Federparchi nell’ambito delle<br />
iniziative dedicate all’anno della biodiversità,<br />
Roma, 4 giugno 2010.<br />
(6) Commissione globalizzazione e<br />
ambiente (a cura di), Materiali sulla<br />
biodiversità per il Tempo del Creato,<br />
FCEI (Federazione delle Chiese<br />
Evangeliche in Italia), Roma, 2010,<br />
p. 14.<br />
(7) Op. cit.<br />
(8) Cfr. http://www.teebweb.org.<br />
(9) Myers, Norman, “Biodiversità:<br />
quale la posta in gioco e come salvarla”,<br />
cit.<br />
Per approfondire<br />
Per chi volesse approfondire, è<br />
disponibile in rete la Convenzione<br />
sulla diversità biologica (www.biodiversitaet2010.ch/it/):<br />
una miniera<br />
di materiali e informazioni e un’ottima<br />
fonte per spunti di riflessione<br />
e di azione.<br />
Cosa leggere<br />
Carlo Modonesi e<br />
Gianni Tamino<br />
Biodiversità e beni comuni<br />
Jaca Book, 2009<br />
Sylvie Coyaud<br />
La Scomparsa delle Api<br />
Indagini sullo stato di<br />
salute del nostro pianeta<br />
Mondadori, 2008<br />
Nicolas Hulot<br />
La Terra Condivisa<br />
Elogio della Biodiversità<br />
Touring Club Italiano, 2006<br />
Cercalo su:<br />
www.macrolibrarsi.it<br />
<strong>Consapevole</strong> 23
C’era una volta<br />
un prato<br />
Le conseguenze nefaste dell’allevamento intensivo sulla<br />
biodiversità dei nostri prati<br />
Chi è nato e cresciuto<br />
in campagna<br />
a stretto contatto<br />
con la natura<br />
(quella ancora<br />
vera d’un tempo), conosce il<br />
valore di un prato ricco di specie<br />
fiorifere. Qualche decina d’anni<br />
fa erano tanti i prati che nel<br />
corso di alcune settimane esprimevano<br />
tutta una scala di variopinti<br />
colori, spesso combinati tra<br />
loro, nelle diverse sfumature.<br />
Fiori, profumi, insetti<br />
e uccelli<br />
La natura è stata il mio primo e<br />
più grande maestro e il prato è<br />
stato una fonte di ricerca molto<br />
importante per la mia formazione<br />
naturalistica. Quanti fiori<br />
ho raccolto in grossi mazzi, da<br />
bambino, nei mesi di maggio e<br />
di giugno, per portarli davanti<br />
alla statua della Madonna e del<br />
Sacro Cuore! Erano i mesi in cui<br />
i prati esprimevano al massimo<br />
la biodiversità: la fragranza dei<br />
profumi, i movimenti delle erbe<br />
ondeggianti, accarezzate dal<br />
vento e sorvolate da innumerevoli<br />
insetti e da allegre rondini<br />
zigzaganti. Quando l’erba veni-<br />
24 <strong>Consapevole</strong><br />
va falciata, il profumo del fieno,<br />
ricco di essenze, si propagava<br />
ovunque. Questi erano i prati,<br />
che permettevano la vita a una<br />
ricchissima varietà di insetti, di<br />
uccelli, di mammiferi e di altri<br />
animali. Assicuravano la salute<br />
anche a molti animali domestici,<br />
tra cui le vacche, che allora<br />
mangiavano quasi unicamente<br />
erbe e fieno, ricchissimi di specie<br />
botaniche medicinali. Allora<br />
le stalle ospitavano pochi animali,<br />
se paragonate a oggi, e le<br />
malattie, le mastiti in particolare,<br />
erano un evento raro. In alcuni<br />
territori le vacche, oltre che per<br />
la produzione del latte e di un<br />
vitello ogni anno, erano utilizzate<br />
pure per il traino di carri, per<br />
l’aratura e per altre attività connesse<br />
al lavoro dei campi.<br />
Sergio Abram<br />
Il letame era convenientemente<br />
compostato e cosparso nei prati<br />
normalmente una sola volta<br />
all’anno, in autunno-inverno.<br />
Era originato dall’erba o dal<br />
fieno del prato, digeriti dagli<br />
animali; quindi quando ritornava<br />
nel terreno aveva una simile<br />
frequenza specifica, che, anche<br />
per effetto della compostazione,<br />
lo rendeva adeguatamente<br />
assimilabile. Un tempo, anche<br />
Chi è nato e cresciuto in campagna<br />
a stretto contatto con la natura<br />
conosce il valore di un prato ricco<br />
di specie fiorifere<br />
in presenza di colture fruttifere,<br />
l’erba tra i filari, sfalciata, veniva<br />
asportata per l’alimentazione<br />
del bestiame.<br />
Troppe mucche in poco<br />
spazio<br />
L’avvento dei fitofarmaci di<br />
sintesi – molto impattanti per<br />
ogni elemento naturale – ha por-
tato all’abbandono del prelievo<br />
dell’erba e del fieno dai frutteti,<br />
dai vigneti e da altre colture,<br />
perché le essenze floreali che<br />
subiscono trattamenti sintetici<br />
venefici non sono più adatte a<br />
essere utilizzate come foraggio.<br />
In vasti territori, al fine di<br />
aumentare la produzione di erba<br />
e di fieno, si è provveduto a concimare<br />
i prati con fertilizzanti<br />
chimici sintetici, che inizialmente<br />
erano spesso aggiunti a grandi<br />
quantità di letame non adeguatamente<br />
compostato. L’avvento<br />
di capienti stalle, spesso<br />
sovradimensionate rispetto alla<br />
capacità produttiva dei territori<br />
circostanti, induce all’acquisto<br />
di mangimi, anche per forzare<br />
la produzione di carne e di latte.<br />
Ne consegue una produzione<br />
di letame eccessiva rispetto alla<br />
recettività del territorio coltivato.<br />
Letame che ha un forte impatto<br />
ambientale, soprattutto se combinato<br />
a concimazioni chimiche<br />
sintetiche.<br />
C’è da chiedersi quali garanzie<br />
per la salute della Terra, degli<br />
umani, del bestiame allevato,<br />
degli animali selvatici, possano<br />
dare quei prati concimati con<br />
fertilizzanti che contengono i<br />
residui chimici dei mangimi<br />
industriali e sono così tristemente<br />
privi di piante fiorifere.<br />
Appare evidente che la spesa<br />
attuale per la salute degli animali<br />
domestici e degli umani è<br />
notevolmente aumentata rispetto<br />
a un tempo. Un bovino adulto,<br />
allevato in pianura, dovrebbe<br />
avere a disposizione almeno<br />
un ettaro di prato per la sua ali-<br />
<strong>Consapevole</strong> 25
Speciale Biodiversità<br />
I prati permettono la vita a una<br />
ricchissima varietà di insetti, di uccelli,<br />
di mammiferi e di altri animali<br />
mentazione annuale e un bovino<br />
allevato in montagna, dove la<br />
produzione di foraggio è molto<br />
più contenuta, dovrebbe disporre<br />
di un’estensione territoriale<br />
molto maggiore. I dati relativi<br />
alle province autonome di<br />
Bolzano (Alto Adige-Sudtirolo)<br />
e di Trento (Trentino) evidenziano<br />
un rapporto bovini/superficie<br />
di prato disponibile, espressa in<br />
ettari, rispettivamente di 2,5 : 1<br />
e 7,5 : 1.<br />
Arido e senza fiori<br />
In Trentino-Alto Adige, regione<br />
in cui abito, le stalle, perlopiù di<br />
medie e grandi dimensioni, sono<br />
localizzate quasi esclusivamente<br />
26 <strong>Consapevole</strong><br />
in collina e in montagna, nelle<br />
aree in cui non è giunta la coltivazione<br />
intensiva del melo, della<br />
vite e di altri frutti. Qui, spesso<br />
per la scarsità di territorio da<br />
utilizzare per l’alimentazione<br />
del bestiame, i prati hanno perso<br />
pressoché ovunque la loro ricchissima<br />
biodiversità. Troppo<br />
spesso sono quasi privi di fiori,<br />
ne hanno in numero limitato e<br />
costituito da poche specie, o se<br />
ne hanno in abbondanza sono<br />
perlopiù costituiti da bianche<br />
ombrellifere, derivanti da superconcimazioni<br />
azotate. Molto più<br />
sovente le poche piante fiorifere<br />
non ombrellifere sono relegate<br />
nelle scarpate o nei pochi<br />
decimetri di terreno addossati<br />
ai confini delle proprietà, dove<br />
le destabilizzanti concimazioni<br />
non arrivano. I liquami e lo<br />
stallatico sono spesso cosparsi<br />
sul prato ancora in fase di compostazione,<br />
tanto che il fetore<br />
prodotto dalle loro esalazioni<br />
permane per giorni e si espande<br />
in vasti territori, rendendo l’aria<br />
irrespirabile.<br />
Di fronte a questo quadro si<br />
può tranquillamente affermare<br />
che la causa della scomparsa o<br />
della riduzione di molte specie<br />
fiorifere dai prati è imputabile<br />
soprattutto all’inadeguata fertilizzazione<br />
– che comprende un<br />
eccesso di stallatico e di liquami<br />
per di più non convenientemente<br />
compostati, a cui talvolta si<br />
aggiunge un ulteriore apporto<br />
di fertilizzante sintetico. Questa<br />
pratica produce momentanee<br />
variazioni di valori di pH nel<br />
terreno, le quali a loro volta<br />
incidono sulla presenza o meno<br />
di determinate specie fiorifere.<br />
Spesso, uscendo nei prati
dell’alta valle, in cui abito,<br />
avverto il grande disagio dei<br />
prati, che sembrano imprecare<br />
verso i contadini gridando:<br />
“Tenetevi la vostra merda<br />
e lasciateci la nostra erba!”.<br />
L’erba di un prato, infatti, è<br />
importantissima per la salute e<br />
la vitalità dello stesso: se viene<br />
tagliata e abbandonata in loco è<br />
un ottimo fertilizzante e induce<br />
la produzione di una ricchissima<br />
vegetazione fiorifera.<br />
In alta montagna<br />
Anche i magri prati d’alta montagna,<br />
che sono annualmente<br />
privati delle loro erbe e dei loro<br />
fiori e che non subiscono mai<br />
concimazioni, hanno strabilianti<br />
fioriture. Fino a circa una decina<br />
d’anni fa, gli appezzamenti prativi<br />
della mia valle, siti tra i 900<br />
e i 1.100 metri di altitudine, sebbene<br />
già in fase di vistoso degrado,<br />
in primavera erano ancora<br />
frequentati da diverse specie di<br />
Cosa leggere<br />
Autori Vari<br />
Fiori della Montagna<br />
Giunti Demetra, 2008<br />
Sergio Pessot,<br />
Lodovico Cusini<br />
Fiori delle Nostre Alpi<br />
Nordpress, 2007<br />
Sergio Abram<br />
Animali dei Campi<br />
Alberto Perdisa Editore, 2005<br />
Gualtiero Simonetti,<br />
Marta Watschinger<br />
Erbe di Campi e Prati<br />
Mondadori, 1986<br />
Cercalo su:<br />
www.macrolibrarsi.it<br />
uccelli, che pure vi nidificavano,<br />
tra cui una ventina di maschi<br />
in canto del raro re di quaglie,<br />
decine di quaglie, di stiaccini,<br />
di saltimpali, di zigoli gialli e<br />
di allodole. Ora questi uccelli e<br />
molte specie d’insetti – tra cui<br />
bombi, api selvatiche e farfalle<br />
– sono quasi completamente<br />
scomparsi.<br />
A questo quadro agreste poco<br />
idilliaco, si aggiungono la<br />
drastica riduzione o la totale<br />
scomparsa delle siepi, dei fossi<br />
e delle aree umide, dei margini<br />
incolti e l’impiego di pesanti e<br />
potenti mezzi agricoli, che compattano<br />
eccessivamente il terreno<br />
e che non permettono l’affermarsi<br />
di una ricca biodiversità.<br />
Questi fatti dovrebbero indurci<br />
a pensare che potrebbe essere<br />
Sergio Abram<br />
Speciale Biodiversità<br />
Il prato di casa<br />
L’abbandono dell’erba sul<br />
prato, dopo il taglio, è una<br />
pratica molto benefica<br />
anche per i nostri appezzamenti<br />
di terreno inerbiti,<br />
che coltiviamo davanti a<br />
casa. Invece, spesso si<br />
preferisce asportare l’erba<br />
– con relativi problemi di<br />
smaltimento – e fertilizzare<br />
periodicamente il tappeto<br />
erboso con prodotti<br />
di origine sintetica. Il prato<br />
che subisce questi trattamenti<br />
ha sovente problemi<br />
di aridità e di biodiversità<br />
con conseguente aumento<br />
di consumo d’acqua<br />
e contenuta presenza di<br />
varie specie fiorifere.<br />
giunto il momento di cambiare<br />
rotta e di avviarci velocemente e<br />
senza indugio verso l’adozione<br />
di pratiche agronomiche naturali,<br />
rispettose dell’ambiente e di<br />
tutti gli esseri viventi.<br />
Ricercatore, sperimentatore, fotografo, scrittore e divulgativo<br />
naturalistico. È l’ideatore del termine e dell’agricoltura<br />
eco-consapevole e del metodo “Aula Abram”, un’aula<br />
didattica naturalistica all’aperto. È anche ricercatore e sperimentatore<br />
in ambito florofaunistico-ambientale e divulga le<br />
proprie esperienze in scritti, conferenze e corsi. È un sostenitore<br />
della biodiversità ovunque.<br />
Tra i suoi libri, tutti editi da Edizioni del Baldo, ricordiamo<br />
Fruttuferi. Melo e pero (scritto con Leopoldo Tommasi),<br />
Animali da cortile e Dio è tutto, tutto è Dio, tutti acquistabili<br />
su macrolibrarsi.it.<br />
Per info e contatti:<br />
www.sergioabram.altervista.org;<br />
sergioabram50@gmail.com<br />
<strong>Consapevole</strong> 27
L’attivismo del<br />
pollice verde<br />
Il Guerrilla Gardening combatte il degrado<br />
delle nostre città con piante e fiori Martina Turola<br />
Il Guerrilla Gardening è la<br />
guerriglia verde che ha fatto<br />
capolino fra le strade italiane:<br />
Milano, Torino, Pisa, Fano,<br />
Ragusa, Macerata, Città di<br />
Castello, Genova, Roma, Ragusa,<br />
Torre del Greco, Caserta... Se n’è<br />
occupato perfino Report, il programma<br />
di Rai 3, nella sezione<br />
“Buone Notizie” della puntata del<br />
6/12/2009.<br />
Niente di violento, anzi, i guerrilla<br />
gardeners fanno di notte quello<br />
che le amministrazioni comunali<br />
dovrebbero fare di giorno, come<br />
ha ironicamente commentato<br />
qualcuno.<br />
Dalla Bibbia ai Figli dei Fiori<br />
Ma da dove viene questa forma<br />
di giardinaggio attivista?<br />
Difficile non pensare ai figli dei<br />
fiori, agli anni ’70, ed è infatti<br />
proprio da questa matrice culturale<br />
che nasce il movimento.<br />
L’anno di nascita ufficiale è<br />
il 1973, quando Liz Christy e<br />
il suo gruppo Green Guerrilla,<br />
nell’area di Bowery Houston a<br />
New York, trasformano un derelitto<br />
lotto privato in un giardino.<br />
28 <strong>Consapevole</strong><br />
Dopo trent’anni questo spazio<br />
è ancora ben tenuto grazie alla<br />
cura di alcuni volontari e alla<br />
protezione del dipartimento parchi<br />
di New York.<br />
Ma del Guerrilla Gardening<br />
pare addirittura vi sia traccia nella<br />
Bibbia e, sempre su Wikipedia,<br />
si fa riferimento a «due celebrati<br />
giardinieri di questo genere, attivi<br />
prima del conio del termine<br />
Guerrilla Gardening: Gerald<br />
Winstanley e The Diggers (gli<br />
zappatori) nel Surrey England,<br />
nel 1649, e John Chapman soprannominato<br />
“seme di mela”<br />
nell’Ohio, USA, nel 1801».<br />
La terra è nostra<br />
Il Guerrilla Gardening sbarca<br />
in Europa, negli anni ’90, dove<br />
le prime azioni dei guerriglieri<br />
hanno una forte valenza di<br />
In Italia il Guerrilla Gardening approda<br />
fra il 2006 e il 2007 a Milano, per iniziativa<br />
di due giardinieri di professione,<br />
non paghi di abbellire i giardini dei<br />
propri clienti, desiderosi di regalare alla<br />
propria città un po’ di verde e “trasformare<br />
il cemento in fiori”<br />
protesta, come quella londinese<br />
del 1996, quando circa 500<br />
attivisti affiliati a “The Land<br />
is Ours” (la terra è nostra), tra<br />
cui George Monbiot, giornalista<br />
ambientalista del quotidiano<br />
inglese The Guardian, occupano<br />
circa 13 acri di terreno<br />
abbandonato, appartenente alla<br />
Guinness, per protestare contro<br />
«il terrificante misuso della terra<br />
urbana, la mancanza di case
Fra i progetti di Guerrilla Gardening<br />
vale la pena di menzionare quello della<br />
Darsena di Milano, dove i guerriglieri<br />
hanno prima ripulito il cantiere poi<br />
costruito e riempito di terra minuziosamente<br />
vagliata delle vasche con materiali<br />
di recupero per accogliere piante e fiori<br />
popolari e il deterioramento<br />
dell’ambiente urbano».<br />
Bighellonando con i<br />
Guerrilla Gardeners<br />
italiani<br />
In Italia, invece, il Guerrilla<br />
Gardening approda fra il 2006 e<br />
il 2007 a Milano, per iniziativa<br />
di due giardinieri di professione,<br />
Michele Trasi ed Andrea<br />
Zabiello, non paghi di abbellire<br />
i giardini dei propri clienti, desiderosi<br />
di regalare alla propria<br />
città un po’ di verde e “trasformare<br />
il cemento in fiori”.<br />
La notizia degli attacchi guerriglieri<br />
si espande velocemente<br />
Le armi<br />
dei guerriglieri<br />
Ecco un’arma che tutti<br />
gli aspiranti guerriglieri<br />
possono fare: la bomba di<br />
semi. Avvolgere in carta di<br />
giornale terriccio, fertilizzante<br />
e semi di fiori che si<br />
vorrebbero veder nascere.<br />
Il tutto imbevuto di acqua.<br />
Avvicinarsi a un cantiere<br />
in disuso o a una zona<br />
abbandonata, e lanciare<br />
la flower-bomb. Dopo qualche<br />
settimana si potranno<br />
apprezzare splendide fioriture<br />
in luoghi dimenticati.<br />
Tratto da:<br />
www.guerrillagardening.it.<br />
e cominciano a spuntare altri<br />
gruppi volenterosi di seguire<br />
l’esempio milanese. Prima a<br />
Torino, con i Badili Badola – in<br />
torinese “bighellonare” – poi<br />
un po’ in tutta Italia, a macchia<br />
di leopardo. Qualcuno chiede<br />
consiglio ai precursori Michele<br />
e Andrea, che non negano il<br />
proprio supporto e si recano in<br />
trasferta in quel di Pescia (Pisa)<br />
per dare importanti consigli ai<br />
guerriglieri in erba, espressione<br />
mai così indicata come in questo<br />
caso! Come riconoscere il<br />
terreno ideale per una nuova<br />
azione di Guerrilla Gardening,<br />
quali zone scegliere, come comportarsi<br />
in caso di controllo dei<br />
vigili urbani… Che, a dire la<br />
verità, finora non hanno rappresentato<br />
un problema… Cosa si<br />
può dire infatti ad un gruppo di<br />
persone intente a piantare piante<br />
e fiori in una zona dove prima<br />
Martina Turola<br />
Speciale Biodiversità<br />
non c’era altro che terra brulla?<br />
Fra i progetti di Guerrilla<br />
Gardening vale la pena di menzionare<br />
quello della Darsena<br />
di Milano, dove i guerriglieri<br />
hanno prima ripulito il cantiere,<br />
fermo da anni, dalle bottiglie e<br />
dai rifiuti, poi costruito e riempito<br />
di terra minuziosamente<br />
vagliata delle vasche con materiali<br />
di recupero per accogliere<br />
piante e fiori. I primi fiori spuntarono<br />
il mese dopo, mentre<br />
nuovi guerriglieri si uniscono al<br />
progetto, e danno il loro contributo<br />
a potare, vagliare la terra<br />
dissodare il terreno… Pare proprio<br />
che il Guerrilla Gardening<br />
sia contagioso!<br />
Per approfondire<br />
Michele Trasi,<br />
Andrea Zabiello<br />
Guerrilla Gardening.<br />
Manuale di<br />
giardinaggio e<br />
resistenza contro<br />
il degrado urbano<br />
Kowalski, 2009<br />
Cercalo su:<br />
www.macrolibrarsi.it<br />
Martina Turola, ferrarese, infatuata delle colline dolci del<br />
Chianti, ci si trasferisce per studiare all’Università. Dopo la<br />
laurea ha vissuto un intenso anno in Australia.<br />
Ha scritto, per diversi anni, di ambiente e tematiche sociali<br />
per un quotidiano locale.<br />
Si è poi occupata di e-book, social media e dell’Ufficio<br />
Stampa per il Gruppo Editoriale Macro.<br />
Il web e la comunicazione 2.0 continuano ad essere il suo<br />
pane quotidiano anche adesso che lavora per un’agenzia di<br />
Bologna e cura il sito web di Vivi <strong>Consapevole</strong>.<br />
<strong>Consapevole</strong> 29
La biodiversità<br />
di un orto<br />
medioevale<br />
All’interno del Borgo medievale di Torino un gruppo di appassionati<br />
ha ricostruito un giardino medievale, che ospita tutti i<br />
tipi di piante che un tempo venivano usate sulla nostra<br />
tavola e non solo<br />
«Il giardino è un posto sicuro,<br />
un ambiente accogliente<br />
dove tutti sono benvenuti.<br />
Le piante non giudicano,<br />
non minacciano nessuno e<br />
non discriminano. Le piante<br />
hanno una loro vita, ma<br />
rispondono alle cure che<br />
vengono loro date. Alle<br />
piante non importa di che<br />
colore abbiamo la pelle, se<br />
frequentiamo l’asilo o la<br />
scuola superiore, se siamo<br />
poveri o ricchi, sani o malati,<br />
vittime di abusi o abusanti,<br />
handicappati o ciechi, tossicodipendenti<br />
o depressi.<br />
Alle nostre piante non<br />
importa se noi le chiamiamo<br />
per nome o semplicemente<br />
le accarezziamo con mani<br />
artritiche». Hank Bruce,<br />
Introduzione all’ortoterapia,<br />
Macro Edizioni, 2009<br />
30 <strong>Consapevole</strong><br />
Quando anni fa<br />
non si parlava<br />
ancora di città<br />
in transizione,<br />
la Fondazione<br />
Torino Musei affidò alla cura<br />
e alle idee di Edoardo Santoro<br />
quello che era uno spazio<br />
ortivo a uso privato all’interno<br />
del Borgo Medievale di<br />
Torino. Giovane e appassionato,<br />
Edoardo dal 1998 ha dato vita a<br />
un progetto che darebbe lustro<br />
a tutte le città in transizione e<br />
che ora accoglie visitatori da<br />
tutta Europa. Ci ha guidato lui<br />
stesso, con competenza rara,<br />
alla scoperta delle meraviglie<br />
racchiuse da questi tre fazzoletti<br />
di terra che sono il Giardino<br />
delle Delizie, il Giardino dei<br />
Semplici e l’Orto.<br />
Tre piccole ricostruzioni di<br />
grande valore che hanno visto<br />
passare anni di ricerche su testi<br />
e iconografie dell’epoca, al fine<br />
di ricreare nei minimi dettagli<br />
Grazia Cacciola - erbaviola.com<br />
quelle che erano le tre tipologie<br />
di coltivazione nel medioevo<br />
italiano.<br />
Non è un grande giardino botanico<br />
dove passare di corsa ed<br />
essere folgorati da fiori esotici<br />
e dalle ultime varietà di rose,<br />
è semmai un posto da visitare<br />
letteralmente centimetro per<br />
centimetro, scoprendo ad ogni<br />
passo qualcosa di insolito e sconosciuto<br />
o, perché no, trovando<br />
una soluzione antica ma geniale<br />
da importare nel proprio pezzetto<br />
di mondo.<br />
Si riscoprono così antiche tecniche<br />
come quella del sentiero<br />
in tondini di castagno: bello,<br />
funzionale e naturale. Si scopre<br />
che l’arte topiaria non è affatto<br />
seicentesca, o che criteri di<br />
posizionamento per fontane,<br />
vie di accesso e zone di riposo<br />
seguono una rigida simbologia<br />
che però è anche un vantaggio<br />
pratico. L’acqua al centro, tema<br />
ricorrente nell’iconografia
Il Giardino dei Semplici<br />
Speciale Biodiversità<br />
<strong>Consapevole</strong> 31
Speciale Biodiversità<br />
medievale e nella moderna<br />
riscoperta del feng-shui, ha<br />
ragioni anche funzionali; lo sa<br />
bene chi cura un giardino!<br />
Tutto è calibrato su un equilibrio<br />
difficile eppure riuscitissimo<br />
di utilità e piacere estetico,<br />
dove trovano spazio le cure<br />
naturali delle piante e antiche<br />
coltivazioni biodiverse, recuperate<br />
pazientemente negli anni.<br />
Per i lettori di Vivi <strong>Consapevole</strong>,<br />
Edoardo Santoro si è prestato<br />
a fare da guida in questo posto<br />
32 <strong>Consapevole</strong><br />
quasi magico, un’oasi vicina al<br />
trafficato Corso Casale, ma così<br />
lontana nel tempo e nella spiritualità.<br />
Perché un giardino e un<br />
orto non sono mai solo il frutto<br />
di equilibri difficili, ma soprattutto<br />
il risultato di un’anima che<br />
sa ascoltare la voce della Natura.<br />
La divisione in tre macro aree<br />
È un posto da visitare centimetro per<br />
centimetro scoprendo ad ogni passo<br />
qualcosa di insolito e sconosciuto o,<br />
perché no, trovando una soluzione<br />
antica ma geniale da importare nel<br />
proprio pezzetto di mondo<br />
Esempio di coltivazione in<br />
aiuole rialzate<br />
permette un percorso storico<br />
anche attraverso i diversi utilizzatori:<br />
il signorile Giardino<br />
delle Delizie con le piante<br />
prevalentemente ornamentali,<br />
il Giardino dei Semplici con<br />
prevalenza di piante officinali,<br />
tessili e tintoree, e il più popolano<br />
Orto con ortaggi, legumi<br />
e cereali. Attraverso minuziose<br />
ricerche bibliografiche e iconografiche<br />
è stato infatti possibile<br />
stilare un elenco di piante coltivate<br />
soprattutto nel quattordicesimo<br />
secolo negli orti dell’Italia<br />
settentrionale, riproducendone<br />
poi la collocazione e l’uso in<br />
questo Giardino Medievale.<br />
Il Giardino delle Delizie<br />
Grazie a codici miniati, dipinti e<br />
affreschi, come quelli del ciclo<br />
del castello della Manta, riprodotti<br />
anche in una delle sale della<br />
Rocca del Borgo Medievale di<br />
Torino, è stato redatto un elenco<br />
di piante tipiche dell’epoca che<br />
trovano spazio nelle aiuole del<br />
Giardino delle Delizie: rose antiche,<br />
primule, gigli, viole, iris e<br />
margherite.<br />
Secondo la concezione medievale,<br />
le piante e i fiori sono<br />
collocati nelle aiuole in modo<br />
da spiccare per la loro individualità<br />
e non per costituire<br />
un’uniforme e compatta macchia<br />
di colore come impone il<br />
contemporaneo garden design.<br />
Infatti, all’occhio non allenato,<br />
a tutta prima pare di vedere, più<br />
che aiuole, un caotico ammasso<br />
di piante infestanti e qualche<br />
fiore. Nulla di più sbagliato.<br />
Ogni pianta è scelta singolarmente,<br />
posizionata in base a<br />
criteri di miglior luce e terreno,<br />
nonché estetici, per permetterne<br />
un’osservazione puntuale nel<br />
corso delle stagioni. Lo scopo<br />
del Giardino delle Delizie era<br />
infatti quello di ammirare le<br />
singole piante, una per una. Una<br />
passeggiata colta per nobili e<br />
animi raffinati, potremmo definirla.<br />
Sicuramente un buono
spunto per un giardino insolito<br />
di oggi: invece di lanciarsi in<br />
virtuosistici accostamenti, riuscire<br />
a cogliere l’essenza di ogni<br />
singola pianta.<br />
Anche perché le piante con cui<br />
deliziarsi non mancavano (e non<br />
mancano in questo giardino!):<br />
fritillarie, pervinche, alchemille,<br />
filipendule, aquilegie europee<br />
e asiatiche, lychnis, ornitogalo<br />
bianco, aglio di Persia, cotonaria,<br />
festuche e rose antiche<br />
e botaniche tra cui varietà di<br />
damascena, moschata, gallica,<br />
pimpinellifolia, viridiflora, alba<br />
e centifolia.<br />
Il giardino delle delizie è formato<br />
da quattro grandi aiuole<br />
quadrate delimitate da recinzioni<br />
basse in rami di castagno<br />
intrecciato: non in rami di salice,<br />
tecnica ben posteriore. Al centro<br />
una fontana. La pavimentazione<br />
dei vialetti è in tronchi di castagno,<br />
infissi verticalmente nel<br />
terreno l’uno accanto all’altro,<br />
tra i quali può crescere l’erba,<br />
permettendo un drenaggio<br />
ottimale delle acque piovane.<br />
Altri elementi caratterizzanti<br />
di quest’area sono le spalliere<br />
di rose antiche e botaniche<br />
che lo cingono su due lati, un<br />
pergolato di vite e, aggiunto di<br />
recente, un bellissimo sedile<br />
erboso. Il sedile erboso si realizza<br />
con poco anche oggi: paletti<br />
di castagno a sostegno, rami di<br />
castagno intrecciati e riempimento<br />
con terriccio. Si semina<br />
ad erba (i sedum, cioè le piante<br />
rustiche, sono particolarmente<br />
indicati per la resistenza) e una<br />
volta realizzato avremo una<br />
morbidissima panchina di erba<br />
su cui goderci i pomeriggi estivi.<br />
Un “artificio” anche estetico<br />
che vale la pena di riportare in<br />
questo secolo, realizzato con<br />
materiali alla portata di tutti.<br />
Il Giardino dei Semplici<br />
L’Hortus Simplicium, o<br />
Giardino dei Semplici, ospita<br />
le piante umili, un tempo<br />
apprezzate non per la bellezza<br />
ma per la loro utilità. Secondo<br />
la tradizione storiografica questo<br />
giardino era curato e frequentato<br />
dalla gente semplice,<br />
come i servitori, i cuochi che<br />
Tutto è calibrato su un equilibrio difficile<br />
eppure riuscitissimo di utilità e piacere<br />
estetico, dove trovano spazio<br />
le cure naturali delle piante e antiche<br />
coltivazioni biodiverse<br />
preparavano le pietanze, ma<br />
soprattutto i monaci erboristi,<br />
che qui trovavano tutte le piante<br />
medicamentose usate nella loro<br />
attività. Tutte le piante qui coltivate<br />
erano dunque impiegate in<br />
cucina, medicina e cosmesi, e<br />
nulla veniva buttato.<br />
Storicamente, la trasformazione<br />
da orto dei semplici a luogo a<br />
carattere accademico e dedicato<br />
allo studio delle piante, permette<br />
la nascita dei primi orti<br />
botanici in Italia (Pisa nel 1543,<br />
Padova e Firenze nel 1545),<br />
Speciale Biodiversità<br />
L’orto e, sul fondo, il capanno in<br />
castagno e paglia di segale<br />
Ricostruzione di un sostegno<br />
per rampicanti medievale<br />
<strong>Consapevole</strong> 33
Ingresso al Giardino delle Delizie<br />
Secondo la tradizione storiografica<br />
il giardino dei semplici era curato<br />
e frequentato dalla gente semplice,<br />
come i cuochi che preparavano<br />
le pietanze, e i monaci erboristi, che<br />
qui trovavano tutte le piante medicamentose<br />
usate nella loro attività<br />
seguiti poi da altri orti di studio<br />
nei vari paesi d’Europa. Il<br />
Giardino dei Semplici, costruito<br />
nel 2000 insieme all’Orto, nasce<br />
dunque sulla base di criteri diametralmente<br />
opposti a quelli del<br />
Giardino delle Delizie.<br />
È costituito da un’aiuola centrale<br />
nella quale si trova un<br />
melograno, pianta simbolo della<br />
vita, della prosperità e dell’abbondanza,<br />
circondato da quattro<br />
aiuole a loro volta suddivise<br />
in più settori per coltivare un<br />
maggior numero di piante, pur a<br />
poca distanza. Tra le piante aromatiche<br />
e medicinali troviamo<br />
la salvia, la melissa, il timo, la<br />
maggiorana e l’assenzio, cui si<br />
mescolano piante di uso molte-<br />
34 <strong>Consapevole</strong><br />
plice come il lino, impiegato sia<br />
in cucina (semi e foglie) che in<br />
medicina (decotti, tisane e integratori)<br />
e nel tessile per le sue<br />
fibre qualitativamente resistenti<br />
nella media dei tessuti prodotti<br />
all’epoca. Incontriamo poi presenze<br />
insolite negli attuali orti<br />
di aromatiche, come il gruppo<br />
delle piante tintorie, tra le quali<br />
spiccano la robbia e il guado,<br />
che regalavano a stoffe e tessuti<br />
tonalità uniche di rosso e azzurro,<br />
da ben prima che venisse<br />
importato l’indaco.<br />
Tra le curiosità antiche e biodiverse<br />
dell’Hortus Simplicium<br />
possiamo ammirare marrubio,<br />
elicriso, issopo, pimpinella, verbasco,<br />
canfora, dittamo, abrota-<br />
no, levistico, tanaceto partenio,<br />
betonica, ruta, mandragora<br />
insieme a qualità più comuni<br />
che hanno attraversato i secoli<br />
giungendoci quasi identiche<br />
come timo volgare, santolina,<br />
salvia sclarea, liquirizia, cardi<br />
e camomille di diverse qualità,<br />
rafano, santoregge e rosmarini.<br />
L’Orto<br />
Gli orti medievali nell’Italia<br />
settentrionale erano collocati al<br />
di fuori delle mura e avevano<br />
in genere un’estensione pari a<br />
quella delle nostre attuali coltivazioni<br />
industriali. Questo orto,<br />
invece, avendo un valore filologico<br />
e didattico, è più piccolo<br />
e inadatto al sostentamento di<br />
più di due persone ma è stato<br />
pensato e realizzato per offrire<br />
un esempio concreto di un orto<br />
medievale, tipologia ormai soppiantata<br />
dai moderni orti dalle<br />
mille varietà ibride e incoronati<br />
di pomodori, melanzane, peperoni,<br />
patate e tutte quelle varietà<br />
che l’Europa non aveva ancora<br />
conosciuto.<br />
L’orticoltore già terrorizzato<br />
davanti all’assenza dei pomodori,<br />
imperatori degli orti moderni,<br />
si chiederà quindi cosa si coltivasse<br />
nel quattordicesimo secolo...<br />
Molti ortaggi che ormai la<br />
grande distribuzione ha mandato<br />
in disuso!<br />
Grande spazio a molte qualità<br />
di rape e crucifere, dai cavoli<br />
ai broccoli, ai cavolfiori, al più<br />
toscano cavolo nero e le verze.<br />
Abbondanza anche di molti tipi<br />
di insalate e radicchi, da usare<br />
sia cotti che crudi.<br />
Purtroppo il continuo miglioramento<br />
genetico operato dall’uomo<br />
sulle piante impedisce<br />
di riproporre tutti gli ortaggi<br />
coltivati nel medioevo, e quindi,<br />
oltre alle specie botaniche sel-
vatiche (rucola, cicoria), sono<br />
presenti le varietà moderne di<br />
verdure che più si avvicinano,<br />
negli aspetti morfologici, alle<br />
loro simili medievali. La ricerca<br />
di Edoardo Santoro è comunque<br />
continua e ad ogni stagione<br />
appaiono, recuperate in ogni<br />
angolo del mondo, altre varietà<br />
antiche che si credevano perse.<br />
La strutturazione di questo<br />
orto non è troppo distante dalle<br />
nostre attuali e ricorda molto la<br />
disposizione a cassoni dell’agricoltura<br />
sinergica.<br />
Le aiuole si alternano parallelamente,<br />
in una pianta che ha<br />
preso spunto dalla cartografia<br />
dell’Abbazia di San Gallo in<br />
Svizzera, e variano di stagione<br />
in stagione e di anno in anno<br />
per le frequenti rotazioni. I precursori<br />
dei cassoni dell’agricoltura<br />
sinergica sono aiuole rialzate<br />
circondate da assi di legno<br />
e da terrapieni con contenimenti<br />
in rami intrecciati e recinzioni<br />
di vario genere.<br />
Ecco cosa contengono le tredici<br />
aiuole dell’orto medievale<br />
nei mesi di maggiore sviluppo,<br />
maggio e giugno. L’elenco è<br />
per aiuola, se qualcuno volesse<br />
cimentarsi in un orto medievale<br />
in proprio. Alcune varietà sono<br />
ripetute per ragioni di consociazione<br />
e rotazione:<br />
1) Acetosa, borragine,<br />
coriandolo, cerfoglio.<br />
2) Grano saraceno, lino,<br />
sedano, carota, cavolo.<br />
3) Cavolo verde, aneto,<br />
coriandolo, finocchietto,<br />
spinacio.<br />
4) Cavolo rosso, raperonzolo,<br />
melanzana turca,<br />
sedano, porro.<br />
5) Senape e lino, cavolo<br />
nero e rosso, melanzane,<br />
lattuga.<br />
6) Porro, cipolla, carota,<br />
camomilla tintoria, rucola.<br />
7) Rapa, sedano rapa, bieta<br />
da taglio, carota, barbabietola.<br />
8) Sedano, costina, insalate<br />
miste, prezzemolo, luppolo,<br />
cetriolo, melone.<br />
9) Pesco, melo, ribes, cardo,<br />
melograno, cotogno,<br />
zucca.<br />
10) Lupino, cicerchia, fagiolo,<br />
lenticchia, fieno greco.<br />
11) Fico, lamponi, fragole,<br />
iris.<br />
12) Nocciolo, giaggioli.<br />
13) Alloro, menta, prugnolo.<br />
In fondo all’orto è stato costruito<br />
un capanno in rami di salice e<br />
paglia di segale, al cui interno<br />
si trovano strumenti di lavoro,<br />
cesteria, erbe essiccate e sementi.<br />
Il laboratorio del contadino! La<br />
tecnica costruttiva del capanno<br />
è filologicamente corretta, con<br />
l’intelaiatura che regge e contemporaneamente<br />
si mantiene<br />
stabile con l’intreccio di paglia<br />
di segale.<br />
Decisamente da andare a vedere<br />
dal vivo, per chi intendesse<br />
costruirne uno simile nel proprio<br />
orto: a costo bassissimo<br />
visti i materiali impiegati e con<br />
una tecnica di intreccio alla portata<br />
dei neofiti.<br />
Grazia Cacciola<br />
Speciale Biodiversità<br />
Educare in giardino<br />
Nel Giardino Medievale si svolgono<br />
inoltre ogni anno lezioni<br />
e conferenze allo scopo di<br />
approfondire i temi legati alla<br />
conoscenza e riconoscimento<br />
delle specie botaniche, alla coltivazione<br />
di piante ornamentali<br />
e aromatiche e all’impiego di<br />
queste ultime in discipline quali<br />
erboristeria, cosmetica e alimentazione.<br />
Inoltre scuole di ogni<br />
grado possono partecipare ad<br />
attività e laboratori.<br />
Mentre eravamo in visita noi,<br />
era in corso una mostra sulle<br />
piante del Nuovo Mondo in cui<br />
veniva spiegata l’introduzione<br />
delle nuove piante quali pomodori,<br />
patate, peperoni e mais<br />
dopo la scoperta dell’America.<br />
L’ingresso è di soli 2 euro e<br />
appena entrati, sulla destra, si<br />
trovano delle brochure esplicative<br />
che permettono di riconoscere<br />
tutte le piante presenti e la<br />
strutturazione dell’area in cui ci<br />
si trova.<br />
Infatti per lasciare il più possibile<br />
intatta l’atmosfera ricreata, si<br />
è giustamente evitato di mettere<br />
palette con i nomi delle piante<br />
ovunque. Brochure in mano,<br />
quindi, alla scoperta dei tesori<br />
biodiversi!<br />
Grazia Cacciola (www.erbaviola.com), esperta di agricivismo<br />
e ecosostenibilità, è autrice di articoli e saggi sugli<br />
stili di vita consapevoli, tra cui L’orto sul balcone. Coltivare<br />
naturale in spazi ristretti, Fag 2009 e Scappo dalla città.<br />
Manuale di downshifting, decrescita, autoproduzione, Fag<br />
2010. Milanese di nascita, dopo anni di esperimenti sui<br />
balconi cittadini, ha lasciato la città per l’Appennino toscoemiliano,<br />
dove conduce un orto e un terrazzo con tecniche<br />
naturali. Da anni si interessa attivamente di autoproduzione,<br />
riciclaggio, biodiversità e agricoltura naturale.<br />
<strong>Consapevole</strong> 35
36 <strong>Consapevole</strong>
<strong>Consapevole</strong> 37
Le confetture di<br />
frutti antichi<br />
Nespole, sorbe, giuggiole,<br />
kaki, pere volpine e mele<br />
decio: i frutti antichi sono<br />
un patrimonio tangibile di<br />
biodiversità. Fabrizia Bigoni<br />
dell’azienda agricola “Vivai<br />
Belfiore” ci insegna come<br />
conservarli preparando ottime<br />
confetture<br />
I frutti<br />
antichi hanno delle<br />
caratteristiche morfologiche,<br />
organolettiche e nutritive<br />
davvero uniche e particolari,<br />
che, con il nostro metodo di<br />
preparazione delle confetture,<br />
cerchiamo di mantenere il più<br />
possibile inalterate.<br />
I punti fondamentali da tenere<br />
presenti sono tre:<br />
1) utilizzo di frutta tagliata a<br />
pezzi ma non sbucciata per mantenere<br />
il necessario apporto di<br />
fibre;<br />
2) cottura breve in due tempi<br />
(un quarto d’ora con pochissima<br />
acqua quando è necessaria, e<br />
un quarto d’ora con lo zucchero)<br />
per consentire una minore<br />
dispersione di sali minerali e<br />
vitamine, e mantenere colori,<br />
profumi e sapori caratteristici<br />
che altrimenti verrebbero appiattiti<br />
dalla prolungata esposizione<br />
al calore;<br />
38 <strong>Consapevole</strong><br />
3) nessuna aggiunta di addensanti<br />
per rispettare la consistenza<br />
tipica del frutto in questione.<br />
Cosa occorre per<br />
la preparazione<br />
• Pentola in acciaio inossidabile<br />
• Passatutto<br />
• Ramaiolo<br />
• Pinza a manico lungo<br />
• 2 mestoli di legno<br />
• Catino a due manici in alluminio<br />
• Barattoli di vetro e relativi<br />
coperchi<br />
• Tovaglia di cotone bianca pulitissima<br />
• Panni di lana<br />
Tutta l’attrezzatura, anche se<br />
nuova, compresi barattoli e<br />
coperchi, deve essere sterilizzata<br />
facendola bollire nel catino a<br />
due manici con acqua abbondante,<br />
in modo da coprire bene ogni<br />
oggetto e con l’aggiunta di 3-4<br />
cucchiai di aceto, che durante<br />
la bollitura scioglierà il calcare<br />
lasciando le pareti dei recipienti<br />
limpidissime.<br />
Il tutto deve bollire allegramente<br />
per venti minuti.<br />
Dal momento in cui tutto è<br />
sterilizzato, non si devono più<br />
toccare con le mani gli oggetti<br />
Fabrizia Bigoni<br />
che verranno a contatto con la<br />
confettura.<br />
Tutti gli oggetti vanno tolti<br />
dall’acqua, con la particolare<br />
attenzione di prendere i barattoli<br />
con le pinze e di metterli subito<br />
a sgocciolare sulla tovaglia a<br />
bocca in giù, in modo da far<br />
loro perdere l’umidità grossolana.<br />
Subito dopo devono essere<br />
rigirati a bocca in sù, in modo<br />
che il vapore acqueo fuoriesca<br />
lasciandoli perfettamente asciutti.<br />
A questo punto si rigirano<br />
nuovamente all’ingiù, in modo<br />
che l’interno resti il più possibile<br />
incontaminato.<br />
Questa operazione andrebbe<br />
ultimata pochi minuti prima di<br />
invasare la confettura.<br />
Procedimento<br />
Se si tratta di mele, pere, susine,<br />
albicocche e pesche, laviamo<br />
la frutta, eliminiamo le parti<br />
dure come noccioli e semi, e la<br />
tagliamo a pezzi.<br />
Se invece si tratta di nespole,<br />
sorbe, uva e frutti minori, terremo<br />
la frutta un pochino in<br />
ammollo per poi cuocerla intera,<br />
eliminando i semi successivamente,<br />
con il passatutto.<br />
Una volta messa la frutta nella<br />
pentola, aggiungiamo un po’
Speciale Biodiversità<br />
Low impact feng shui room,<br />
hotel La Residenza, Milano<br />
<strong>Consapevole</strong> 39
Speciale Biodiversità<br />
I frutti dimenticati<br />
Quante varietà di mele e<br />
pere conosce una persona<br />
in media? Forse un paio per<br />
ciascun frutto: se si tratta di<br />
un bambino piccolo forse<br />
addirittura nessuna: una mela<br />
è una mela e basta.<br />
La perdita della biodiversità<br />
è davvero ampia per quel<br />
che riguarda gli alberi da<br />
frutto e preservare dall’oblio<br />
le varietà antiche è un vero<br />
e proprio lavoro di tutela e<br />
custodia: seme dopo seme,<br />
pianta dopo pianta. Affinché<br />
la biodiversità non vada<br />
perduta, in Italia vengono<br />
organizzate ogni anno<br />
diverse manifestazioni per<br />
la salvaguardia dei frutti<br />
dimenticati.<br />
Eccone alcune!<br />
Festa dei Frutti Dimenticati –<br />
Casola Valsenio (Ravenna),<br />
terzo fine settimana di<br />
ottobre<br />
Pomarium – Vivai Belfiore<br />
(Lastra Signa, Firenze), in<br />
settembre<br />
Frutti antichi – Castello<br />
di Paderna (Piacenza), in<br />
ottobre.<br />
40 <strong>Consapevole</strong><br />
d’acqua per evitare che si attacchi<br />
a inizio cottura. La mettiamo<br />
sul fuoco coperta e, mescolando<br />
di tanto in tanto, le faremo<br />
prendere il bollore, dopodiché<br />
scopriamo e lasciamo cuocere<br />
piano per un quarto d’ora.<br />
Se in questa prima fase la frutta<br />
dovesse risultare troppo liquida,<br />
per evitare una cottura eccessiva,<br />
togliamo la polpa mettendola in<br />
un altro recipiente e lasciamo<br />
bollire solo il succo in eccesso,<br />
finché non si sarà addensato un<br />
po’. A questo punto si riunisce<br />
nuovamente la polpa al succo<br />
e si termina la cottura in pochi<br />
minuti. Togliamo quindi dal<br />
fuoco, travasiamo la frutta cotta<br />
in una zuppiera e la pesiamo.<br />
Calcoliamo la quantità di zucchero<br />
necessaria in ragione di<br />
350/400 grammi per chilo di<br />
polpa e rimettiamo il tutto sul<br />
fuoco.<br />
Riportiamo a ebollizione e<br />
lasciamo cuocere piano per un<br />
altro quarto d’ora, tenendo la<br />
pentola scoperta.<br />
A questo punto la cottura è ultimata:<br />
abbassiamo la fiamma al<br />
minimo e cominciamo a invasare<br />
rapidamente un barattolo alla<br />
volta. Ogni barattolo va chiuso<br />
subito e messo capovolto su un<br />
panno di lana precedentemente<br />
steso su un ripiano.<br />
Alla fine avremo tutti i nostri<br />
barattoli a testa in giù uno di<br />
fianco all’altro. Allora li copriremo<br />
bene con un altro panno di<br />
lana e li lasceremo raffreddare<br />
lentamente nell’arco di almeno<br />
ventiquattro ore.<br />
Riponiamo poi al buio in un<br />
luogo fresco e asciutto.<br />
La scrupolosa osservazione<br />
delle norme igieniche nella preparazione<br />
dell’attrezzatura e la<br />
rapidità del confezionamento<br />
permettono di conservare la confettura<br />
per circa un anno.<br />
Confettura di giuggiole<br />
Le giuggiole vanno lavate e divise<br />
in due per eliminare il nocciolo<br />
interno: se sono di quelle<br />
giganti le dividiamo ulteriormente;<br />
se invece sono di quelle<br />
comuni, grosse quanto un’oliva,<br />
le lasciamo divise solo a metà.<br />
Le mettiamo in pentola con<br />
poca acqua sul fondo per evitare<br />
che si attacchino, copriamo e<br />
portiamo a ebollizione a fiamma<br />
moderata, ricordandoci di girare<br />
di tanto in tanto.<br />
Scopriamo e lasciamo bollire<br />
per un quarto d’ora. Dopodichè,<br />
procedendo come descritto,<br />
aggiungiamo lo zucchero necessario,<br />
ultimiamo la cottura e<br />
invasiamo.
Le giuggiole<br />
sono mature<br />
quando iniziano<br />
a prendere<br />
una colorazione<br />
marrone sul<br />
fondo verde<br />
chiaro che le<br />
rende davvero<br />
decorative. Sono<br />
consistenti e croccanti:<br />
il loro sapore<br />
dolce acidulo e aromatico<br />
si mantiene perfettamente<br />
nella confettura, e,<br />
unito a un aspetto trasparente<br />
e gelatinoso dal colore nocciola<br />
chiaro punteggiato di marrone,<br />
fa di questa confettura una cosa<br />
rara.<br />
Confettura di kaki<br />
I kaki vanno utilizzati sempre<br />
perfettamente maturi, sia quelli<br />
duri cosiddetti a mela o vaniglia,<br />
sia quelli morbidi cosiddetti al<br />
cucchiaio. Parti non perfettamente<br />
mature al loro interno<br />
conferirebbero alla confettura<br />
un sapore astringente e leggermente<br />
allappante non sempre<br />
gradito.<br />
Quando sono al giusto grado<br />
di maturazione è sufficiente,<br />
dopo averli lavati, levare loro il<br />
picciolo con la parte interna più<br />
Fabrizia Bigoni<br />
chiara e filosa e metterli a<br />
cuocere così come sono per un<br />
quarto d’ora senza zucchero e<br />
poi per un quarto d’ora con lo<br />
zucchero, che, per i kaki, deve<br />
essere di 400 grammi per chilo<br />
di polpa cotta. Il sapore di questa<br />
confettura è dolce, il profumo<br />
ricorda la vaniglia, la consistenza<br />
è vellutata e il colore di<br />
un bell’arancio carico: tali caratteristiche<br />
la rendono adattissima<br />
ad accompagnare dolci e creme,<br />
e in particolare il gelato.<br />
Frabrizia Bigoni, con il marito Ugo Fiorini e i figli, gestisce<br />
l’azienda familiare Vivai Belfiore – un “parco vivaio”, nei cui<br />
campi custodi sono presenti oltre 1.000 varietà di piante<br />
da frutto in via di estinzione, alberi e arbusti autoctoni della<br />
macchia mediterranea. La riproduzione e la vendita al pubblico<br />
delle piante da frutto antiche rappresentano l’attività<br />
principale dell’azienda. Nei mesi autunnali il tutto è arricchito<br />
da interessanti mostre pomologiche, nelle quali il termine<br />
biodiversità si concretizza nelle più svariate forme, colori<br />
e profumi di frutti moderni, antichi e storici come la mela<br />
“Orcola” del Botticelli, la mela “Decio” degli Antichi Romani, il<br />
“Fico Africano” di Plinio il Vecchio.<br />
I corsi ai Vivai<br />
Belfiore<br />
Il frutteto familiare biologico<br />
– piantagione, concimazione,<br />
potatura, innesto e difesa<br />
3° weekend di gennaio 2011<br />
(sabato 15 e domenica 16,<br />
dalle 09.00 alle 18.00)<br />
L’oliveto biologico,<br />
piantagione, concimazione,<br />
potatura e difesa (ripetuto in 2<br />
appuntamenti distinti)<br />
sabato 19 febbraio 2011<br />
(dalle 09.00 alle 18.00)<br />
domenica 27 febbraio 2011<br />
(dalle 09.00 alle 18.00)<br />
La difesa del frutteto, del<br />
vigneto e dell’oliveto familiare<br />
con prodotti naturali<br />
Domenica 5 giugno 2011<br />
(dalle 14.00 alle 18.00)<br />
Dolci e Salati con Frutti e<br />
Grani Antichi<br />
sabato 4 giugno 2011 (dalle<br />
15.00 alle 20.00)<br />
Marmellate di Frutti Antichi<br />
domenica 12 giugno 2011<br />
(dalle 15.00 alle 20.00)<br />
Tutti i corsi sono comprensivi<br />
di una merenda in cui sarà<br />
possibile assaggiare prodotti<br />
della nostra azienda (crostate,<br />
torte salate, dolci, marmellate<br />
varie a base di frutta antica,<br />
accompagnati da bevande e<br />
tisane particolari sempre a<br />
base di frutta).<br />
Per info e prenotazioni<br />
Azienda Agricola Vivai Belfiore<br />
Via di Valle, loc. S. Ilario<br />
50055 – Lastra a Signa –<br />
Firenze (Italia)<br />
corsi@vivaibelfiore.it<br />
Tel.:055.8724166<br />
<strong>Consapevole</strong> 41
L’agricoltura<br />
del non fare<br />
Panos Natural Farming: il mio viaggio in Grecia alla scoperta dei<br />
segreti di Fukuoka per favorire al massimo la biodiversità<br />
Il progetto della Fattoria<br />
dell’Autosufficienza che<br />
inizia a prendere forma e<br />
vita nelle colline cesenati,<br />
mi sta portando in giro per<br />
il mondo alla scoperta di fattorie<br />
naturali, centri ecologici e<br />
insediamenti in permacultura: si<br />
tratta di un viaggio-studio che<br />
ho intrapreso per conoscere le<br />
migliori realtà a livello naziona-<br />
le e internazionale e per apprendere<br />
le tecniche della permacultura<br />
e dell’agricoltura naturale.<br />
Di Panos Natural Farming –<br />
situato in Grecia, nella regione<br />
della Macedonia Centrale – non<br />
so quasi nulla. Le poche informazioni<br />
in mio possesso – giuntemi<br />
con il passa parola ad un<br />
corso di agricoltura sinergica –<br />
parlano di Panos come dell’uni-<br />
42 <strong>Consapevole</strong><br />
ca fattoria al mondo che utilizza<br />
esclusivamente, da più di un<br />
decennio, il metodo dell’agricoltura<br />
naturale.<br />
Ma che cos’è l’agricoltura naturale?<br />
L’agricoltura naturale è un<br />
metodo basato su quattro principi<br />
fondamentali: non si lavora<br />
in alcun modo il terreno, non si<br />
usano fertilizzanti, non si usano<br />
pesticidi, non si diserba.<br />
Più creiamo biodiversità e strati diversi<br />
di vegetazione più miglioriamo il suolo,<br />
limitiamo l’erosione e aumentiamo la<br />
sinergia fra le piante<br />
Questi quattro principi sono<br />
anche alla base dell’orto sinergico<br />
e sono un sogno per tutti<br />
gli agricoltori alla ricerca di una<br />
maggiore integrazione fra uomo<br />
e natura.<br />
Il metodo è stato ideato da<br />
Masanobu Fukuoka, ex fitopatologo,<br />
agricoltore e filosofo ed è<br />
stato anche definito “agricoltura<br />
del non fare”.<br />
Francesco Rosso<br />
Sogno o son desto?<br />
Io e la mia compagna Yu Yu<br />
decidiamo di passare parte delle<br />
nostre vacanze estive alla fattoria<br />
di Panos. Trovo su internet<br />
un indirizzo, chiedo se hanno<br />
alloggi e mi comunicano che è<br />
meglio arrivare con una tenda. Il<br />
mese successivo al mio scarno<br />
scambio epistolare con il titolare<br />
della fattoria, siamo ad agosto<br />
2010, raggiungo il luogo indicato<br />
nel sito internet, anche grazie<br />
all’aiuto di un abitante della<br />
zona che gentilmente ci accompagna<br />
alla meta.<br />
Mi aspettavo di arrivare in un<br />
posto lussureggiante di vegetazione,<br />
abitato da tante persone,<br />
con varie strutture in bioedilizia<br />
per l’accoglienza, le sale per<br />
i corsi. Al contrario il gentile<br />
nativo mi lascia di fronte a un<br />
cancello dal quale intravedo un<br />
precario capanno in legno con a<br />
fianco un’altra piccola struttura<br />
che sembra un deposito: tutto<br />
intorno erba alta e secca.<br />
Ci accoglie un uomo con la<br />
barba al quale chiedo più volte<br />
se effettivamente sono a Panos<br />
Natural Farming per sincerar-
<strong>Consapevole</strong> 43
Speciale Biodiversità<br />
Per preparare i dischetti è<br />
necessario avere argilla fine, una bella e<br />
varia mistura di semi, e acqua<br />
mi di non aver sbagliato posto.<br />
L’uomo mi conferma che sono<br />
nel posto giusto. Seguiamo il<br />
nostro Virgilio barbuto che conduce<br />
a un tavolo in cui alcuni<br />
ragazzi stanno lavorando l’argilla:<br />
ci sono due ragazze argentine,<br />
un greco, un tedesco e un albanese,<br />
tutti sui 25-30 anni.<br />
Ci sediamo attorno al tavolo e<br />
iniziamo anche noi a produrre<br />
le “salsicce” di argilla, mentre<br />
l’uomo con la barba ci fa un po’<br />
di domande e si presenta.<br />
La natura lo sa<br />
Scopriamo che l’uomo è il<br />
signor Panos Manikis in persona.<br />
Panos ci racconta che dalla<br />
morte di Fukuoka è l’unica<br />
persona che cerca di diffondere<br />
44 <strong>Consapevole</strong><br />
nel mondo il metodo dell’agricoltura<br />
naturale. È molto preoccupato<br />
per quello che sta<br />
succedendo alla nostra cara terra<br />
ed è fermamente convinto che<br />
grazie all’agricoltura naturale<br />
sia possibile fare un grosso cambiamento,<br />
partendo dai deserti<br />
e dalle montagne. L’agricoltura<br />
naturale necessità di investimenti<br />
economici irrisori e ha la<br />
potenzialità di far crescere vegetazione<br />
su superfici inimmaginabili.<br />
Più creiamo biodiversità e<br />
strati diversi di vegetazione più<br />
miglioriamo il suolo, limitiamo<br />
l’erosione e aumentiamo la<br />
sinergia fra le piante.<br />
Ripetendoci i principi base<br />
dell’agricoltura naturale Panos<br />
ci racconta come la forza e l’ef-<br />
ficacia di questo metodo risieda<br />
nella sua filosofia profonda:<br />
l’uomo non sa nulla e dovrebbe<br />
comportarsi di conseguenza.<br />
Anche se studiamo per anni un<br />
terreno, la sua chimica, la sua<br />
struttura, non possiamo sapere.<br />
Questo metodo lascia che la<br />
natura sappia. Il nostro compito<br />
è quello di piantare i semi di più<br />
specie possibili e di lasciare che<br />
sia la natura a scegliere quali tra<br />
questi debbano crescere e germogliare<br />
e dove debbano farlo.<br />
Non è vero che esistono piante<br />
antagoniste, animali antagonisti,<br />
male erbe: tutto funziona in perfetta<br />
armonia se noi ci mettiamo<br />
nell’ottica del rispetto e del<br />
“non fare”. Le piante si aiutano<br />
reciprocamente e più c’è jungla<br />
più stanno bene. Ecco perché<br />
Panos cerca di junglificare la<br />
sua fattoria: per avere una jungla<br />
produttiva e il più possibile<br />
autosufficiente.<br />
Quando gli chiediamo se sia<br />
opportuno usare solo piante<br />
locali risponde che oramai al
mondo d’oggi non si può neanche<br />
sapere cos’è locale o no. I<br />
pomodori e le patate per esempio<br />
certamente non sono locali,<br />
ma nessuno si fa dei problemi. E<br />
perché vogliamo farci dei problemi<br />
con le altre piante?<br />
Le palline di argilla di<br />
Fukuoka<br />
Nell’agricoltura del non fare le<br />
palline di argilla che contengono<br />
sementi hanno un ruolo<br />
importante: «seminiamo palline<br />
e andiamo a letto» – diceva<br />
Fukuoka. Le palline seminate<br />
sui terreni desertici e secchi e<br />
contengono semi di varia natura:<br />
sarà la natura a decidere quali<br />
piante germoglieranno in quel<br />
luogo. Al loro interno vengono<br />
posti semi di ortaggi, alberi da<br />
frutta, specie forestali, cereali e<br />
piante da sovescio che arricchiscono<br />
il terreno e creano fertilità:<br />
chiunque mangi pesche, ciliegie,<br />
albicocche, qualsiasi tipo di<br />
frutta, può lasciarne asciugare<br />
i semi, preparare le palline e<br />
seminarle dove meglio crede.<br />
Fukuoka nei suoi libri non ha<br />
parlato di due segreti importanti<br />
per la realizzazione delle palline<br />
di argilla. La paura di Fukuoka<br />
era che qualche multinazionale<br />
brevettasse il metodo facendo<br />
pagare le palline di argilla brevettate,<br />
quando invece il suo intento<br />
era di liberare i contadini dalla<br />
schiavitù delle multinazionali<br />
agroalimentari. Al giorno d’oggi<br />
non sarebbe più possibile brevettare<br />
una tecnica che molti conoscono<br />
e che viene diffusa tramite<br />
la carta stampata e il web.<br />
I due segreti non svelati nei libri<br />
sono l’utilizzo del fango melmoso<br />
(direi praticamente liquido) e<br />
l’aggiunta di fibra all’argilla. Il<br />
fango liquido è importante perché<br />
va a ricoprire ogni singolo<br />
seme – cosa che con l’argilla<br />
spesso non avviene – mentre<br />
le fibre sono importanti perché<br />
trattengono l’acqua che poi<br />
potrà essere sfruttata dal seme<br />
nelle prime fasi della germogliazione.<br />
Palline 2.0<br />
Il metodo classico di Fukuoka<br />
è stato a lungo migliorato e<br />
sperimentato in varie parti del<br />
mondo e oggi si ritiene valido<br />
e interessante solo nel caso in<br />
cui si utilizzino semi di grandi<br />
dimensioni, come ad esempio i<br />
semi degli alberi da frutto.<br />
Il primo importante miglioramento<br />
consiste nell’aver modificato<br />
la forma: dalle originarie<br />
palline a dei dischetti più grossi.<br />
Questa forma presenta i seguenti<br />
vantaggi:<br />
a) un dischetto contiene<br />
più di un seme, il che<br />
vuol dire più piante;<br />
b) l’acqua viene meglio<br />
assorbita;<br />
c) il dischetto tocca interamente<br />
il terreno nel lato<br />
in cui il seme germoglia:<br />
in questo si evita il<br />
rischio che la radice si<br />
scopra.<br />
Per offrire ai semi le condizioni<br />
ideali alla germogliazione si<br />
aggiunge fibra all’argilla (Panos<br />
utilizza fibra di cocco, ma può<br />
essere utilizzata anche fibra di<br />
lana o di altro tipo), geolite (è<br />
un minerale che trattiene acqua<br />
in maniera sorprendente) e<br />
Speciale Biodiversità<br />
Non è vero che esistono piante<br />
antagoniste, animali antagonisti, male<br />
erbe: tutto funziona in perfetta armonia<br />
se noi ci mettiamo nell’ottica<br />
del rispetto e del “non fare”<br />
I quattro principi<br />
dell’agricoltura<br />
naturale<br />
non si lavora in alcun<br />
modo il terreno<br />
non si usano fertilizzanti<br />
non si usano pesticidi<br />
non si diserba<br />
sostanza organica, se ritenuto<br />
necessario.<br />
L’argilla utilizzata da Panos è<br />
argilla rossa acquistata da un<br />
produttore di mattoni. Panos ci<br />
dice che esistono diversi tipi di<br />
argilla e bisogna sperimentarli<br />
per vedere il risultato. L’argilla<br />
che stiamo utilizzando fa un<br />
buon lavoro, anche se ne esistono<br />
di migliori.<br />
Chiaramente l’argilla deve essere<br />
molto fine per cui prima la<br />
facciamo passare in un setaccio.<br />
Come prepararle<br />
Per preparare i dischetti è necessario<br />
avere argilla fine, una bella<br />
e varia mistura di semi, e acqua.<br />
Si procede con l’impastare (qui<br />
usiamo una betoniera) argilla,<br />
semi ed acqua fino a che non si<br />
ha un’unica poltiglia umida. A<br />
questo punto si prende un pugno<br />
abbondante della poltiglia e con<br />
il palmo della mano si crea un<br />
salsicciotto lungo circa 20-30<br />
centimetri con un diametro di<br />
circa 4-5 cm.<br />
<strong>Consapevole</strong> 45
Con una tagliola si creano tanti<br />
dischetti, spessi non più di 2-3<br />
cm, che vengono messi a seccare<br />
per circa una giornata intera sotto<br />
il sole di agosto. Le palline essic-<br />
cate, che diventano molto dure,<br />
vengono messe dentro ai sacchi e<br />
sono pronte per essere lanciate e<br />
creare nuova vita. Per essere sicuri<br />
che siano secche a sufficienza<br />
è necessario testare se i semi<br />
intrappolati all’interno si riescono<br />
a rompere con le unghie: se non<br />
si riesce sono pronte.<br />
46 <strong>Consapevole</strong><br />
Il mese ideale per spargere le<br />
palline d’argilla è settembre. Se<br />
nella mistura di semi ci sono<br />
anche semi di alberi sono necessari<br />
almeno tre anni per vedere<br />
«Tutto è uno e uno è tutto. Ciò che<br />
succede alle farfalle, a un albero, a un<br />
animale, a un uomo, è di grande importanza<br />
per la nostra vita. Se la natura<br />
muore, l’uomo muore, Dio muore.<br />
Servendo la natura serviamo l’umanità.<br />
Il contrario è sbagliato». Panos Manikis<br />
l’effettivo risultato della semina,<br />
in quanto le piante da frutto<br />
possono impiegare anche diversi<br />
anni per germinare.<br />
Convivialità e volontariato<br />
Verso le tredici Panos indìce la<br />
pausa frutta e io e Yu Yu abbiamo<br />
la possibilità di vedere la<br />
cucina e sala da pranzo: è tutto<br />
all’aperto sotto una tettoia in<br />
legno aperta su tre lati.<br />
Ad aspettarci una gustosissima<br />
frutta dal sapore intenso e<br />
succoso, come si assaggia di<br />
rado. Ci sono fichi, susine di<br />
diverso tipo, prugne, giuggiole<br />
giganti, uva e pere giapponesi.<br />
Guardandomi un po’ intorno non<br />
vedo alberi da frutta in produzione<br />
e mi chiedo da dove venga<br />
questa frutta.<br />
Scopriamo allora che il posto in<br />
cui ci troviamo non è la famosa<br />
fattoria naturale, ma che si tratta<br />
di mezzo ettaro di terreno che<br />
Panos ha affittato da un ente<br />
locale e che utilizza per viverci,<br />
per tenere i suoi corsi e come<br />
laboratorio per le palline di<br />
argilla.<br />
Tutto quello che vediamo intorno<br />
a noi è stato realizzato con<br />
lavoro volontario: Panos non ha<br />
mai preso finanziamenti e tutto<br />
il suo lavoro lo svolge gratis. Il<br />
minimo indispensabile per vivere<br />
riesce a procurarselo grazie
alla vendita della frutta prodotta<br />
alla fattoria naturale. Il cibo per<br />
lui e per gli studenti è autoprodotto<br />
o donato da altri amici coltivatori.<br />
Panos vive solo sei mesi<br />
l’anno nella fattoria e gli altri li<br />
passa all’estero tenendo corsi e<br />
avvicinando le persone all’agricoltura<br />
naturale. Anche questo<br />
lavoro viene fatto a titolo gratuito<br />
con il solo rimborso spese.<br />
Anche a cena il cibo è molto<br />
semplice. Alcune sere non tutti<br />
mangiano.<br />
Una sera da Panos c’è festa.<br />
Vengono a trovarci alcuni suoi<br />
amici musicisti e l’atmosfera<br />
è fantastica: cena semplice, un<br />
po’ di vino, una fisarmonica,<br />
un flauto e uno strumento che<br />
non conosco. Un’atmosfera<br />
semplice e serena, ma di grande<br />
fascino.<br />
Finalmente in fattoria<br />
L’ultimo giorno Panos ci porta<br />
finalmente a visitare l’azienda:<br />
la “vera” fattoria naturale. A una<br />
prima occhiata vediamo solo<br />
una grande foresta non curata<br />
ricca di alberi e rampicanti che<br />
non permettono all’occhio di<br />
vedere oltre. Passata questa<br />
prima “barriera” si apre alle<br />
sensazioni un paesaggio fantastico.<br />
Da anni sento parlare di<br />
forest garden e finalmente si<br />
para davanti a me una jungla di<br />
frutta: piante delle più disparate<br />
specie, verde rigoglioso, la<br />
leggera umidità caratteristica di<br />
una foresta, uva che si arrampica<br />
sui meli, un’actinidia (kiwi)<br />
immenso che copre un attrezzaia,<br />
mandarini a un clima assurdo<br />
«Seminiamo palline e andiamo a letto»<br />
Masanobu Fukuoka<br />
Francesco Rosso<br />
per loro, e un’energia di vita e<br />
un’armonia impossibile da percepire<br />
in una fattoria convenzionale.<br />
Un vero spettacolo della<br />
natura.<br />
Panos, con immensa gentilezza<br />
e saggezza, ci guida all’interno<br />
di questo paradiso e ci racconta<br />
come in questi anni la fattoria<br />
viva un periodo di crisi perché<br />
nessuno se ne occupa quando<br />
lui è fuori di inverno.<br />
Come Fukuoka, anche Panos<br />
vive l’impressione che delle<br />
migliaia di persone che ha<br />
incontrato nessuno abbia la<br />
passione e lo spirito giusto per<br />
Imprenditore, classe 1985, si sta dedicando alla costruzione<br />
di una Fattoria dell’Autosufficienza – progetto agricolo e<br />
culturale basato sui principi della permacultura e dell’agricoltura<br />
naturale – su un terreno situato nell’Appennino<br />
romagnolo.<br />
Speciale Biodiversità<br />
aiutarlo in un attività che richiede<br />
come requisiti fondamentali<br />
l’ignoranza, il vivere nel non far<br />
nulla e la rinuncia al possesso di<br />
beni materiali.<br />
Rimarrei per ore ad ascoltare<br />
Panos mentre mi parla della sua<br />
filosofia di vita, così profondamente<br />
segnata dai valori culturali<br />
dell’agricoltura naturale:<br />
purtroppo però il nostro viaggio<br />
è finito e il ritorno a casa ci<br />
attende.<br />
Per maggiori informazioni<br />
su come realizzare i dischetti<br />
guarda il video su www.ilcon-<br />
Per approfondire<br />
Sul sito dell’Associazione Basilico<br />
(www.associazionebasilico.it) è<br />
stata pubblicata una bella intervista<br />
a Panos Manikis.<br />
Cosa leggere<br />
I libri di Masanobu<br />
Fukuoka<br />
La Rivoluzione di Dio,<br />
della Natura e dell’Uomo<br />
Libreria Editrice<br />
Fiorentina, 2010<br />
La Fattoria Biologica<br />
Mediterranee, 2001<br />
La Rivoluzione del<br />
Filo di Paglia<br />
Un’introduzione<br />
all’agricoltura naturale<br />
Libreria Editrice<br />
Fiorentina, 1980<br />
Cercalo su:<br />
www.macrolibrarsi.it<br />
<strong>Consapevole</strong> 47
48 <strong>Consapevole</strong>
<strong>Consapevole</strong> 49
CELEBRARE CERIMONIE<br />
CREARE<br />
COMUNITÀ<br />
50 <strong>Consapevole</strong><br />
Da “Permaculture magazine” n. 65<br />
Traduzione Romina Rossi<br />
Jackie Singer spiega l’importanza delle<br />
cerimonie di gruppo:<br />
Tutta la terra è sacra,<br />
ogni passo che facciamo.<br />
Tutta l’aria è sacra,<br />
ogni respiro che facciamo,<br />
unisce le persone, siamo uno.
Le dieci turbine eoliche in<br />
mare aperto di Samsø.<br />
Immaginate un grande<br />
cerchio di persone in un<br />
prato alberato. Al centro<br />
del cerchio stanno due<br />
persone, un uomo e una<br />
donna, le mani intrecciate in<br />
aria. Un nastro rosso li tiene<br />
uniti per i polsi. Il cerchio di<br />
persone sorride e recita: “Vi<br />
dichiariamo marito e moglie”.<br />
Phil e io ci siamo sposati così,<br />
e in questa istantanea di una<br />
cerimonia non tradizionale<br />
appare chiaro che le persone<br />
che formano il cerchio non<br />
erano solo ospiti, né tantomeno<br />
solo testimoni del nostro<br />
matrimonio. Erano partecipanti,<br />
impegnati nella condivisione<br />
di uno scopo comune,<br />
e sebbene molti di loro non si<br />
fossero mai visti prima di quel<br />
giorno, in quel momento erano<br />
una comunità.<br />
La cerimonia, sia per celebrare<br />
funzioni stagionali che per<br />
segnare riti di passaggio, unisce<br />
un gruppo di persone. Nella<br />
religione tradizionale dei gruppi<br />
razziali, la cerimonia rafforza<br />
l’identità del gruppo e aumenta<br />
il senso di appartenenza.<br />
Per le persone che non appartengono<br />
a un gruppo tradizionale,<br />
si presenta sia un problema che<br />
un’opportunità: come creare<br />
nuovi riti che esprimano il proprio<br />
senso di appartenenza e che<br />
includa tutte le persone importanti<br />
nella loro vita, qualunque<br />
sia il loro retaggio culturale o le<br />
credenze. Quando ci esponiamo<br />
per parlare di questo problema, ci<br />
rendiamo conto che l’atto di voler<br />
creare nuove cerimonie ha anche<br />
l’effetto di creare comunità.<br />
Cos’è una comunità?<br />
La parola “comunità” viene dal<br />
latino communitas, con il significato<br />
di “comune”; per ciò una<br />
comunità è un gruppo di persone<br />
che hanno una qualche base<br />
comune. Per definizione, ogni<br />
gruppo di persone che vive in<br />
una stessa località è una comunità.<br />
Ma quello a cui mi sto riferendo<br />
io è qualcosa di più intenzionale.<br />
Malidoma Patrice Some,<br />
un anziano sciamano che è cresciuto<br />
in un villaggio rurale del<br />
Burkina Faso ma che ha vissuto<br />
la maggior parte della sua vita da<br />
adulto negli USA, ha molto da<br />
insegnarci su questo tema. Nel<br />
suo libro Ritual: Power, Healing<br />
and Community, scrive:<br />
Una comunità è sempre formata<br />
da più di un’unica persona<br />
che si incontra per uno scopo…<br />
Ciò che uno riconosce nella<br />
formazione della comunità è la<br />
possibilità di fare insieme quello<br />
che è impossibile fare da soli.<br />
Questo riconoscimento è anche<br />
un dissenso contro l’isolamento<br />
degli individui e dell’individualismo<br />
da una società al servizio<br />
delle Macchine. Ciò che vogliamo<br />
è creare una comunità che<br />
incontri l’intrinseco bisogno di<br />
ogni individuo.<br />
Comunità <strong>Consapevole</strong><br />
Negli ultimi dodici anni ho<br />
ricercato le cerimonie che le<br />
persone hanno celebrato da sole,<br />
con o senza un celebrante, per<br />
ricordare momenti importanti<br />
della loro vita. I rituali sono<br />
parte sia della rivoluzione portata<br />
avanti contro la “Macchina”<br />
che di altre scelte radicali fatte<br />
da persone che conducono una<br />
vita proattiva, come coltivare il<br />
proprio cibo, vivere in cooperazione<br />
o scegliere di educare<br />
i figli a casa. Emergono dallo<br />
stesso desiderio di fare qualcosa<br />
di diverso, rimanendo fedeli ai<br />
propri valori, piuttosto che limitarsi<br />
ad accettare lo status quo.<br />
Costruire ponti<br />
Un matrimonio, essendo sia<br />
un’unione di due famiglie<br />
che di due persone, presenta<br />
una particolare sfida quando<br />
i retaggi culturali di marito e<br />
moglie sono diversi. Prendete<br />
il matrimonio fra un medico<br />
erborista di estrazione Cattolico<br />
Romana e un carpentiere di origini<br />
musulmane. La cerimonia<br />
si svolge in un prato pieno di<br />
campanule, ed è celebrata da un<br />
officiante che appartiene alla<br />
<strong>Consapevole</strong> 51
Comunità <strong>Consapevole</strong><br />
Chiesa Cattolica, ma con un<br />
approccio talmente ampio verso<br />
la spiritualità che non si sente<br />
più legato ad essa.<br />
L’inno iniziale è “Morning<br />
has broken”, che è seguito da<br />
una cerimonia di purificazione.<br />
Ci sono letture tratte da W.B.<br />
Yeats, Jalal Al-Din Al-Rumi, la<br />
Bibbia e Il Profeta. Dopo le promesse<br />
e lo scambio degli anelli,<br />
si condivide un calice di idromele<br />
e un piatto di mandorle.<br />
Prima della benedizione finale,<br />
si piantano fiori selvatici, mentre<br />
le persone cantano: “Tutta<br />
la terra è sacra, ogni passo che<br />
facciamo. Tutta l’aria è sacra,<br />
ogni respiro che facciamo, unisce<br />
le persone, siamo uno”.<br />
Qui c’è una giovane coppia<br />
unita dall’amore reciproco e<br />
dalla Terra, che trascende le<br />
differenze delle loro rispettive<br />
famiglie per creare una bella<br />
e gioiosa cerimonia. Le letture<br />
da diverse culture, fatte dai<br />
membri delle due famiglie, ha<br />
dato espressione alla larghezza<br />
della loro visione condivisa del<br />
mondo. Il celebrante stesso era<br />
la personificazione dell’amalgama<br />
di diversi elementi: era<br />
formale abbastanza da soddisfare<br />
i componenti della famiglia<br />
che frequentano la chiesa, ma<br />
abbastanza aperto di mente da<br />
abbracciare le pratiche legate<br />
alla terra, più naturali per marito<br />
e moglie. Anche se solo per<br />
un pomeriggio, sono stati spazzati<br />
via secoli di amare contrapposizioni<br />
in un prato alberato.<br />
Onorare gli individui<br />
Un altro aspetto della cerimonia<br />
è che provvede al bisogno delle<br />
persone di essere valutati e<br />
onorati all’interno della propria<br />
comunità. Questo basico bisogno<br />
non è molto ben compreso<br />
52 <strong>Consapevole</strong><br />
Dando il corpo della nostra amica al<br />
mare creammo una potente connessione<br />
con quel corpo d’acqua<br />
nella nostra cultura. Invece<br />
di affermare le vite di ogni<br />
singolo individuo, preferiamo<br />
concentrare le nostre attenzioni<br />
su poche selezionate celebrità,<br />
il cui successo è a scapito<br />
di tutti gli altri. La cerimonia,<br />
d’altro canto, offre la possibilità<br />
ad ogni persona di essere<br />
al centro dell’attenzione. In un<br />
brano sulla “Cura delle Persone”<br />
dal suo libro The Earth Care<br />
Manual, Patrick Whitefield<br />
scrive che spesso sono le limitazioni<br />
umane, soprattutto “la<br />
paura, l’avidità e la rivalità” a<br />
trattenerci dal mettere in pratica<br />
quei cambiamenti tecnici<br />
ed ecologici necessari, anche<br />
quando abbiamo le conoscenze<br />
e le capacità per poterlo fare. La<br />
cerimonia nutre la vita emotiva<br />
e spirituale delle persone, che in<br />
cambio ci rende più generosi e<br />
fiduciosi.<br />
La Cerimonia del Nome per un<br />
neonato rende esplicito il benvenuto<br />
di un individuo all’interno<br />
della propria comunità. Si<br />
verifica infatti una situazione<br />
in cui la persona è celebrata e<br />
consacrata non per qualcosa di<br />
speciale che ha compiuto, ma<br />
semplicemente perché vive.<br />
Quando abbiamo dato il nome<br />
al nostro primo figlio, cantammo<br />
una canzone degli Sweet<br />
Honey in the Rock, che lo spiega<br />
in maniera egregia: “Per ogni<br />
bambino che nasce, il sole sorge<br />
e canta all’universo chi siamo”.<br />
Furono versate molte lacrime<br />
durante la cerimonia e le persone<br />
fecero commenti su quanto<br />
fosse stato forte il messaggio di<br />
benvenuto. Sembra di parlare al<br />
profondo desiderio che ognuno<br />
di noi ha di essere accettato per<br />
quello che è.<br />
Cameratismo<br />
Se quando ci incontriamo per<br />
celebrare un matrimonio o l’arrivo<br />
di un figlio costituiamo una<br />
comunità, il nostro bisogno di<br />
comunità è ancora più radicato<br />
nei momenti di dolore. Una<br />
delle funzioni principali delle<br />
cerimonie funebri è di combattere<br />
l’isolamento che si può<br />
avvertire da coloro che subiscono<br />
un lutto. Un buon funerale<br />
da il tempo e l’opportunità alle<br />
persone di connettersi le une
alle altre e con la persona deceduta<br />
Campo per dirle di collettori addio. solari È triste, per ma<br />
nella riscaldare società l’acqua inglese che tradiziona- viene<br />
le è poi ancora immessa un nel tabù sistema mostrare di in<br />
pubblico riscaldamento i propri comunale. sentimenti.<br />
Recentemente sono stata a un<br />
funerale di un ragazzo di 22<br />
anni in un crematorio, durante<br />
il quale il celebrante ci disse,<br />
aprendo la funzione, che quello<br />
non era tempo di essere tristi.<br />
Le persone trattennero le lacrime<br />
che invece avevano bisogno<br />
di versare. Dopo la funzione al<br />
pub c’era un senso di rilassamento<br />
e di sollievo, ma non la<br />
vera comunione che scaturisce<br />
dalla condivisione della profondità<br />
dei sentimenti con le<br />
persone. Al contrario, ricordo<br />
una cerimonia per la dispersione<br />
delle ceneri di un’amica<br />
morta a 38 anni di cancro. Una<br />
folla di amici e parenti si riunì<br />
nel parcheggio di una spiaggia<br />
del Dorset, e camminò a file<br />
di due o tre, lungo il sentiero<br />
della scogliera fino alla spiaggia.<br />
Quando la gente parlava, molti<br />
piangevano e io ero commossa<br />
vedendo le persone confortarsi<br />
a vicenda mentre piangevano.<br />
Quando arrivò il momento, guardammo<br />
il marito, che Kate aveva<br />
appena sposato, versare le sue<br />
ceneri in mare, e poi ognuno di<br />
noi fu invitato a gettare fiori in<br />
mare per darle l’estremo saluto.<br />
Il moto e il rumore del mare<br />
raccolsero tutti i nostri pianti, e<br />
quando tornammo alla spiaggia<br />
cantavano tutti insieme. La<br />
gente si fermò per tutto il pomeriggio,<br />
mangiando e suonando<br />
musica, facendo delle passeggiate<br />
o nuotando. Accendemmo<br />
un fuoco e guardammo il sole<br />
tramontare. Uno dei regali che<br />
Kate ci fece fu quello squisito<br />
giorno di primavera condiviso<br />
con gli amici sulla spiaggia.<br />
Tutte le nostre relazioni<br />
Questo mi riporta a un punto<br />
sulle cerimonie e le comunità: ci<br />
possono portare a una relazione<br />
non solo con i nostri compagni<br />
umani, ma anche alla comunità<br />
di tutti i generi di vita, piante,<br />
animali e minerali. Le tradizioni<br />
sciamaniche o i riti che si<br />
ricollegano alla terra lo fanno in<br />
modo esplicito. Per Malidoma<br />
Some, “la cerimonia è un’attività<br />
eseguita dagli uomini che<br />
si fonda sullo spirito” e per lui<br />
lo spirito è un’espressione degli<br />
antenati che rivivono negli alberi,<br />
nelle montagne, nei fiumi e<br />
nelle rocce.<br />
I riti che ho descritto qui erano<br />
più impliciti nel loro approccio,<br />
ma per la maggior parte<br />
di questi non c’è co-incidenza,<br />
anche se sono celebrate all’aperto,<br />
dove l’azione reciproca<br />
degli elementi diventa parte<br />
dell’evento. Nel matrimonio nel<br />
prato era riportato un detto degli<br />
Winnebago sul programma:<br />
“Santa Madre Terra, gli alberi<br />
e tutta la natura sono testimoni<br />
dei tuoi pensieri e delle tue<br />
azioni”. Nel rito della dispersione<br />
delle ceneri in mare, le pietre<br />
e l’aria avevano una presenza<br />
significante, e dando il corpo<br />
della nostra amica al mare creammo<br />
una potente connessione<br />
con quel corpo d’acqua.<br />
Alimentare la comunità<br />
Vincere secoli di paure, ostilità<br />
verso gli stranieri e disgiungimento<br />
dal nostro ambiente<br />
naturale non è una cosa facile,<br />
e nemmeno lo è re-inventare<br />
potenti riti senza gli anziani<br />
che ci guidano. Non sempre<br />
funziona, e come qualsiasi altra<br />
cosa, dobbiamo perdonare noi<br />
stessi, imparare e voltare pagina.<br />
Inoltre, sebbene abbia fatto rife-<br />
Comunità <strong>Consapevole</strong><br />
rimento a molti indigeni in questo<br />
pezzo, non vorrei idealizzare<br />
le culture tribali. Possono essere<br />
stati profondamente connessi<br />
alla terra, ma molti davano la<br />
caccia alla testa del vicino. Ciò<br />
che siamo chiamati a fare a questo<br />
punto della storia è qualcosa<br />
che non è mai stato fatto prima:<br />
abbiamo bisogno di costruire<br />
una comunità di individui attraverso<br />
il globo, oltre la nostra<br />
tribù e la nostra nazione e includere<br />
(usando le parole di Joanna<br />
Macy) “il consiglio di tutti gli<br />
esseri umani”.<br />
Inventare nuovi rituali inclusivi<br />
è un modo per dimostrare che la<br />
comunità è una piccola fetta di<br />
tempo. Così come una cerimonia<br />
nuziale non è la vita matrimoniale,<br />
sarà più semplice creare<br />
rituali che vivere di essi. Ma<br />
quando facciamo i nostri piccoli<br />
passi verso la terra della comunità<br />
globale, queste cerimonie<br />
possono offrirci una mappa.<br />
Jackie ha condotto progetti<br />
creativi e terapeutici con<br />
una gran varietà di gruppi di<br />
comunità nello Oxfordshire.<br />
Nel 2001 cominciò a offrire i<br />
suoi servizi come celebrante<br />
per facilitare altre persone<br />
a sperimentare i benefici di<br />
cerimonie senza una denominazione.<br />
Al momento Jackie<br />
vive a Oxford con suo marito e<br />
due bambini; è da poco uscito<br />
un suo libro, Birthrites: Rituals<br />
and Celebrations for the Childbaring<br />
Years, pubblicato da<br />
Permanent Publications.<br />
<strong>Consapevole</strong> 53
Abitare<br />
Cohousing<br />
Il Progetto “LeCASEfranche” nel comune di Forlì<br />
Il Progetto di cohoausing<br />
“LeCASEfranche – che<br />
L’Accademia verrà realizzato per l’Energia a San di Samsø è<br />
progettata Martino per in essere Villafranca, altamente nella<br />
efficiente prima dal campagna punto di vista forlivese, energetico.<br />
entro il 2012 – è un percorso<br />
locale, ma non localistico né<br />
autoreferenziale. «Non è una<br />
fuga dalla realtà di minoranze<br />
alternative – scrive Eugenio<br />
Baronti, ex assessore al Comune<br />
di Capannori, con cui condividiamo<br />
la volontà di realizzare<br />
progetti abitativi simili – ma<br />
un progetto che indica un’altra<br />
via, un altro modo di vivere e<br />
abitare che migliora la qualità<br />
della nostra vita e, nel contempo,<br />
rispetta il suolo che ci da<br />
il pane, l’aria che respiriamo,<br />
l’acqua che beviamo. Ognuno<br />
può metterci del suo. La cosa<br />
importare è cosa possiamo fare<br />
insieme, dove vogliamo arrivare<br />
e come trovare i mezzi e i modi<br />
per farlo. A ognuno di noi è<br />
richiesto uno sforzo straordinario<br />
– non uno sforzo economico,<br />
ma qualcosa di più: la voglia<br />
di rimettersi in discussione,<br />
accettare la sfida di ricostruire<br />
la comunità, condividere un per-<br />
54 <strong>Consapevole</strong><br />
corso insieme agli altri (facile a<br />
dirsi ma difficile a farsi perché<br />
anche noi siamo figli di questo<br />
mondo e di questa epoca in cui<br />
ognuno si è abituato a vivere<br />
solo, senza il confronto e la condivisione<br />
con gli altri».<br />
Perché coabitare?<br />
Ci troviamo in una piccola frazione<br />
di campagna prossima alla<br />
città di Forlì con la mancanza di<br />
punti forti di ritrovo, servizi per<br />
i residenti e abitazioni che dialoghino<br />
con il luogo.<br />
Una periferia rurale come ce<br />
ne sono tante, così come sono<br />
tante le persone che si interrogano<br />
sul “dove stiamo andando”.<br />
Si può pensare di abitare una<br />
casa “bella”, sana, confortevole<br />
economica? Di potere avere dei<br />
Simona Zoffoli, architetto – Clusterize<br />
vicini di casa che siano “amici”?<br />
Si può pensare che invece di<br />
fare in tanti le stesse identiche<br />
cose ogni giorno, ci si possa<br />
organizzare, dividersi i compiti<br />
per riprendersi il tempo del<br />
riposo, della riflessione, della<br />
calma?<br />
Chi va ad abitare in campagna<br />
ha fondamentalmente tre esigenze:<br />
contenere i costi; recuperare<br />
uno stile di vita più sano; abitare<br />
A ognuno di noi è richiesto uno sforzo<br />
straordinario – non uno sforzo economico,<br />
ma qualcosa di più: la voglia di<br />
rimettersi in discussione e di accettare<br />
la sfida di ricostruire la comunità<br />
case moderne, responsabili che<br />
rispondano a nuove esigenze<br />
di comfort, dotate di servizi<br />
aggiuntivi capaci di arginare il<br />
continuo pendolarismo con il<br />
centro della città.<br />
Il Cohousing LeCASEfranche<br />
fornisce risposta a queste<br />
domande partendo dal basso:<br />
dalle persone che sono con-
Uno dei caldi,<br />
confortevoli e<br />
luminosi uffici<br />
dell’accademia.<br />
“LeCASEfranche” e<br />
Clusterize<br />
Il gruppo forlivese di<br />
professionisti Clusterize<br />
è ideatore, promotore e<br />
futuro abitante di questo<br />
Progetto eco-socio-sostenibile.<br />
Ha al centro del<br />
proprio lavoro la cultura<br />
del vivere e dell’abitare<br />
improntata a nuovi stili di<br />
vita responsabili, dando<br />
“forma” a esigenze espresse<br />
da sempre più persone.<br />
Al via anche il Progetto<br />
di cohousing nella collina<br />
del faentino “Ciò-housing”.<br />
Punti forti del progetto<br />
(realizzato in collaborazione<br />
con lo studio A+4):<br />
una grande serra solare<br />
comune, car-pooling e<br />
micro nido.<br />
Info e contatti;<br />
Clusterize<br />
www.clusterize.it<br />
tel. fax 0543.478886<br />
simonazoffoli@email.it<br />
Cooperativa<br />
“LeCASEfranche”<br />
tel. 340.4983066<br />
anto77ca@libero.it<br />
sapevoli che un’alternativa è<br />
possibile.<br />
Il Progetto<br />
Su un lotto di circa 1,5 ettari<br />
verranno costruite 18 residenze<br />
eco-sostenibili: costruzioni a<br />
secco, geotermia, solare termico<br />
e fotovoltaico, riutilizzo di<br />
acque piovane, compostaggio,<br />
un edificio comune (cohouse)<br />
e parco ad uso pubblico gestito<br />
dagli abitanti.<br />
Gli alloggi privati saranno completati<br />
da spazi e servizi comuni<br />
per l’incontro, lo scambio solidale,<br />
e una maggiore qualità<br />
dell’abitare – dove per “abitare”<br />
si intende sia il luogo fisico del<br />
rifugio domestico, sia lo spazio<br />
della relazione tra le persone.<br />
Il Cohousing leCASEfranche<br />
vuole essere:<br />
- una comunità aperta all’esterno,<br />
al quartiere, al territorio, all’ambiente<br />
circostante per rispondere<br />
a bisogni ed esigenze diffuse<br />
di socialità e per contrastare<br />
la solitudine e il degrado delle<br />
relazioni sociali e umane;<br />
- un luogo di educazione alla<br />
sostenibilità ambientale e alla<br />
cittadinanza attiva, per promuovere<br />
stili di vita responsabili,<br />
consapevoli e sobri;<br />
- una risposta contemporanea<br />
a chi sceglie di vivere in campagna<br />
oggi: spazi funzionali<br />
immersi nel verde, rilettura degli<br />
elementi tipologici ecc.<br />
Chi siamo<br />
La Cooperativa di abitanti<br />
“LeCASEfranche” che si è costituita<br />
il 14 giugno 2010 ed è formata<br />
attualmente da 19 soci che<br />
rappresentano 15 nuclei familiari:<br />
al momento le adesioni sono<br />
ancora aperte.<br />
Il gruppo si incontra regolarmente<br />
almeno due volte al mese<br />
confrontandosi e rieducandosi a<br />
decidere insieme. L’età dei soci<br />
è varia. I bambini stanno insieme<br />
agli adulti durante le riunioni<br />
in un angolo dedicato a loro e<br />
diventano interlocutori preziosi<br />
per decisioni importanti.<br />
Cosa si condivide<br />
Il gruppo sta valutando quali<br />
luoghi (fisici e non) comuni da<br />
condividere:<br />
- un parco privato con piazza<br />
coperta a uso pubblico aperto al<br />
quartiere e alla città;<br />
- uno spazio interno polivalente<br />
attrezzato per attività di aggregazione,<br />
ricreative e ristorative con<br />
prodotti del territorio, salone per<br />
feste, iniziative culturali, corsi di<br />
formazione alla sostenibilità;<br />
<strong>Consapevole</strong> 55
Comunità <strong>Consapevole</strong><br />
- la costituzione di un GAS<br />
(Gruppo di Acquisto Solidale);<br />
- una cucina per comunità con<br />
deposito e|o cantina;<br />
- una lavanderiae stireria;<br />
- un laboratorio per gli hobby e<br />
la creatività, per gli attrezzi e le<br />
riparazioni;<br />
- due automezzi di car sharing a<br />
disposizione della comunità e da<br />
integrare con il servizio pubblico<br />
di quartiere per affermare e<br />
praticare una nuova cultura della<br />
mobilità;<br />
- alcune camere per B&B (all’interno<br />
della cohouse o insieme<br />
agli alloggi privati) al fine di<br />
promuovere a livello europeo<br />
e internazionale i soggiorni in<br />
cohousing con escursioni e corsi<br />
di formazione ambientale – un<br />
modo nuovo di fare turismo<br />
sostenibile.<br />
A che punto siamo<br />
Il Piano Urbanistico Attuativo<br />
è in fase di convenzione<br />
con il Comune di Forlì.<br />
L’approvazione è prevista entro<br />
il 2010.<br />
In parallelo continua la ricerca<br />
di persone che vorranno aderire<br />
all’iniziativa attraverso incontri<br />
informativi per solidificare i<br />
diciotto nuclei previsti.<br />
All’ottenimento della convenzione<br />
verrà stipulato l’acquisto<br />
del terreno e la Cooperativa<br />
LeCASEfranche ne diventerà<br />
proprietaria.<br />
Di seguito sarà possibile partire<br />
con le opere di urbanizzazione e<br />
quelle edilizie.<br />
Quanto mi costi<br />
L’importo massimo previsto<br />
per il Progetto è di 5 milioni di<br />
euro che verranno recuperati<br />
attraverso: l’attivazione di mutui<br />
bancari da parte dei soci della<br />
Cooperativa, bandi regionali e<br />
56 <strong>Consapevole</strong><br />
nazionali per l’eco-efficienza<br />
energetica, bandi per la promozione<br />
della filiera corta, contributi<br />
per la prima casa e giovani<br />
coppie, altri canali di finanziamento<br />
disponibili per progetti<br />
sperimentali di questa valenza,<br />
ricavo attraverso il “conto energia”,<br />
utili da attività collegate<br />
al progetto (spazio ricreativo,<br />
soggiorni turismo sostenibile,<br />
accoglienza).<br />
Riconoscimenti e<br />
partecipazioni<br />
Il Progetto ha ottenuto il<br />
Patrocinio del Comune di<br />
Forlì negli assessorati al<br />
Decentramento e Partecipazione,<br />
al Welfare, all’Urbanistica,<br />
all’Ambiente come progetto<br />
pilota di riferimento per interventi<br />
successivi, oltre che<br />
“banco di prova” per valutare e<br />
monitorare i risultati attesi e le<br />
finalità del Comune in materia<br />
sociale, ambientale ed economica.<br />
“LeCASEfranche” ha rappresentato<br />
l’amministrazione forlivese<br />
al tavolo internazionale UE del<br />
SERN (Svezia-EmiliaRomagna<br />
Network) tenutosi a Boden<br />
(Svezia) a marzo 2010 per la<br />
forte sostenibilità ambientale<br />
rispetto soprattutto alle basse<br />
emissioni di CO 2 .<br />
“LeCASEfranche” fa parte della<br />
Rete Nazionale Cohousing<br />
costituita da associazioni e gruppi<br />
formali e informali, spontanei<br />
e senza scopo di lucro, che si<br />
occupano di promozione e/o<br />
realizzazione di esperienze di<br />
cohousing a livello locale.<br />
Siamo in attesa del Patrocinio<br />
della Provincia di Forlì-Cesena.<br />
Cosa leggere<br />
Antonella Sapio<br />
Famiglie, reti familiari e<br />
cohousing<br />
Verso nuovi stili del vivere,<br />
del convivere e<br />
dell’abitare<br />
Franco Angeli, 2010<br />
Donatella Bramanti<br />
Le comunità di famiglie<br />
Cohousing e nuove<br />
forme di vita familiare<br />
Franco Angeli, 2009<br />
Matthieu Lietaert<br />
Cohousing e Condomini<br />
Solidali + DVD<br />
Guida pratica alle nuove<br />
forme di vicinato e vita<br />
in comune con allegato il<br />
documentario “Vivere in<br />
cohousing”<br />
Aam Terra Nuova Edizioni, 2008<br />
Cercalo su:<br />
www.macrolibrarsi.it
Trivelle d’Italia<br />
Negli ultimi anni sempre più compagnie petrolifere chiedono i<br />
permessi per poter sondare il nostro territorio alla ricerca di<br />
petrolio, ma i rischi sono molto più dei benefici<br />
Recentemente in Italia è partita<br />
la caccia all’oro nero. Sotto<br />
ai nostri piedi ci sarebbero<br />
almeno cento milioni di tonnellate<br />
di greggio da estrarre.<br />
Per questo le compagnie italiane<br />
e straniere stanno facendo<br />
richieste pressanti per iniziare<br />
gli scavi. A rischio trivella<br />
ci sono il parco del Curone<br />
in Brianza, le isole Tremiti, la<br />
bassa padana, la costa dalle<br />
Marche alla Puglia, il mare di<br />
Cagliari e di Oristano, l’area<br />
tra le Egadi e Pantelleria e il<br />
mare a sud dell’Elba<br />
Con il disastro verificatosi<br />
al largo<br />
delle coste della<br />
Louisiana, il 20<br />
aprile 2010, dove<br />
il pozzo scavato a 1500 metri di<br />
profondità ha sversato in mare<br />
milioni di galloni di greggio<br />
con conseguenze disastrose per<br />
tutto l’ecosistema della zona del<br />
Golfo del Messico, si è discusso<br />
molto sulle procedure delle trivellazioni<br />
off shore, sui rischi che<br />
comportano perforazioni in punti<br />
non troppo lontani dalle coste e<br />
a profondità troppo elevate. Da<br />
un’inchiesta fatta da Bruxelles,<br />
per stabilire lo stato delle attuali<br />
Romina Rossi<br />
condizioni di perforazione nel<br />
Mediterraneo, è emerso un dato<br />
sorprendente: l’Italia è al terzo<br />
posto per piattaforme attive, con<br />
123 unità 1 . Il nostro Paese è superato<br />
solo dal Regno Unito, con<br />
486 piattaforme e dall’Olanda che<br />
ne conta 181.<br />
Un’altra indagine di Legambiente<br />
mette in evidenza che nel<br />
Belpaese attualmente vi sono 12<br />
raffinerie, 14 grandi porti petroliferi<br />
e 9 piattaforme di estrazione<br />
off-shore, che movimentano<br />
complessivamente 343 tonnellate<br />
di prodotti petroliferi. A questi<br />
vanno aggiunte le quantità di<br />
petrolio e affini stoccati in 482<br />
<strong>Consapevole</strong> 57
Rifiuto riuso riciclo<br />
depositi collocati vicino al mare,<br />
che hanno una capacità di quasi<br />
18 milioni di metri cubi. I numeri<br />
non si concludono qui, perché va<br />
ricordato che in tutta Italia esistono<br />
oltre 76 pozzi e altre zone<br />
sono a forte rischio trivelle. Nel<br />
2010 sono stati infatti rilasciati 95<br />
permessi di ricerche di idrocarburi,<br />
di cui 24 a mare che interessano<br />
un’area di circa 11 mila kmq.<br />
Gran parte degli impianti esistenti<br />
è gestita da Eni, seguita a ruota<br />
da Edison e da altre società minori,<br />
come Adriatica Idrocarburi o<br />
Ionica Gas. E la loro dislocazione<br />
va dall’Emilia Romagna alla<br />
Puglia, passando per l’Abruzzo,<br />
fino alla Sardegna, con punte nel<br />
Mar Ionio e in Sicilia (dove si<br />
trovano le principali piattaforme<br />
in mare, alcune delle quali molto<br />
vicine alla costa). E sarebbero in<br />
programma altri 16 siti di tipo<br />
mobile gestiti da società come<br />
Northen Petroleum, Petroceltic e<br />
Puma.<br />
La valle dell’Agip<br />
Il giacimento petrolifero nella<br />
Val d’Agri in Basilicata è quello<br />
più importante sulla terraferma<br />
dell’Europa continentale oltre al<br />
più vecchio d’Italia, costruito fra<br />
il 1936 e il 1945. Di proprietà<br />
dell’Eni, si stima che il potenziale<br />
del giacimento di idrocarburi<br />
si aggiri sui 90 milioni di barili,<br />
58 <strong>Consapevole</strong><br />
che rappresenta da solo l’80%<br />
del petrolio italiano (che però è<br />
pari al 5% del fabbisogno nazionale).<br />
Sono cifre, queste, che la<br />
Basilicata paga a caro prezzo:<br />
oltre il 70% della regione (che<br />
ha una superficie di appena 9992<br />
km 2 ) è interessato da permessi di<br />
ricerca e concessioni. 55 pozzi,<br />
22 concessioni di coltivazione<br />
petrolifera, 10 permessi di ricer-<br />
Già dal 2008 è stato messo in evidenza<br />
che nelle acque della sorgente<br />
Acqua dell’Abete, nella Val Camastra,<br />
è costante la presenza di rifiuti terrosi e<br />
rocce di scavo contenenti<br />
sostanze pericolose<br />
che e 720 chilometri di oleodotti<br />
sotterranei, rendono la Val d’Agri<br />
il principale impianto italiano.<br />
Sconcertante è che almeno 15<br />
pozzi si trovano all’interno di aree<br />
protette come il Parco del Pollino<br />
e il Parco Appennino Lucano, ricchi<br />
di sorgenti e boschi ma anche<br />
fortemente instabili; quasi tutti<br />
invece sono in prossimità di centri<br />
abitati. Solo nell’ottobre scorso si<br />
è riusciti a impedire che il nuovo<br />
pozzo dell’Eni fosse costruito<br />
a soli 700 metri da un ospedale<br />
cittadino e a 200 dal centro cittadino<br />
di Raia. Chi difende la<br />
costruzione di nuovi pozzi adduce<br />
la necessità di far entrare fondi,<br />
derivati da royalties dirette versate<br />
dall’Eni, che ammontano a<br />
circa 1 milione di euro nell’arco<br />
di 30 anni (cioè 6 euro a persona<br />
l’anno; 200 euro ad abitante in<br />
30 anni). Una ricchezza molto<br />
esigua che costringe il 38% della<br />
popolazione a emigrare in cerca<br />
di lavoro.<br />
La Basilicata come il Texas e il<br />
Kuwait, si dice da più parti, ma<br />
con una grossa differenza, lo<br />
scenario: aridi deserti da una<br />
parte, seppur con un loro prezioso<br />
ecosistema, terre e falde<br />
acquifere inquinate dall’attività<br />
estrattiva dall’altra. Già dal 2008<br />
è stato messo in evidenza che<br />
nelle acque della sorgente Acqua<br />
dell’Abete, nella Val Camastra,<br />
è costante la presenza di rifiuti<br />
terrosi e rocce di scavo contenenti<br />
sostanze pericolose, mentre nella<br />
diga di Pertusillo, che fornisce<br />
acqua potabile alla Puglia, la<br />
concentrazione di bario è tre<br />
volte superiore ai limiti previsti<br />
dalla legge. Gli effetti negativi<br />
delle estrazioni sono evidenti, e a<br />
farne le spese sono le numerose<br />
piccole aziende agricole, costrette<br />
a chiudere, a causa della scarsa<br />
appetibilità dei prodotti agricoli.<br />
Senza contare poi i danni al territorio:<br />
gli scavi, che nelle vallate<br />
lucane raggiungono quota 3-4.000<br />
metri, fanno tremare il suolo per<br />
le continue scosse causate dalle<br />
trivellazioni.<br />
Le conseguenze sulla popolazione<br />
sono altrettanto pesanti: l’incidenza<br />
di leucemia mieloide non<br />
ereditaria, che ha tra le cause<br />
anche l’esposizione al benzene,<br />
in Val d’Agri è più alta di oltre<br />
il 10% rispetto al resto della<br />
regione. Questo dato da solo non<br />
è stato sufficiente a far scattare<br />
l’allarme per i danni sulla salute,<br />
visto che in Basilicata fino al<br />
novembre scorso non esisteva una<br />
rete di monitoraggio ambientale<br />
nonostante le attività estrattive<br />
immettano nell’aria sostanze<br />
inquinanti come Ipa, Cov, benzene<br />
e idrogeno solforato (un gas<br />
incolore altamente infiammabile)<br />
il cui limite massimo di rilascio è<br />
fissato dall’Organizzazione mondiale<br />
per la Sanità a 0,005 parti
per milione, mentre in Italia è di<br />
5 ppm per l’emissione non legata<br />
ai pozzi e 30 ppm per l’estrazione<br />
petrolifera. Il progetto di sorveglianza<br />
sanitaria delle popolazioni<br />
che abitano nelle zone di estrazione<br />
mira a raccogliere informazioni<br />
cliniche ed epidemiologiche,<br />
al fine di conoscere le patologie<br />
e i rischi per la salute nei comuni<br />
interessati.<br />
Acque poco chiare<br />
Secondo uno studio del<br />
Norwegian Institute of Marine<br />
Research, l’Adriatico risulta il<br />
mare più inquinato al mondo per<br />
idrocarburi, per il 10% causato<br />
da piattaforme estrattive. Si tratta<br />
di fluidi e fanghi generati dalle<br />
trivellazioni e dagli scarti degli<br />
idrocarburi estratti e lavorati, che<br />
nel loro insieme risultano essere<br />
letali per la fauna marina e l’intero<br />
ecosistema. Al danno conclamato<br />
causato giornalmente dalle<br />
attività estrattive (sversamento di<br />
fanghi tossici e scarti operativi)<br />
di ogni piattaforma petrolifera, si<br />
somma l’inquinamento provocato<br />
dal transito in mare di ogni tipo<br />
di natanti e, soprattutto, delle<br />
navi-cisterna che trasportano gli<br />
idrocarburi. Anche le indagini sui<br />
fondali hanno un significativo<br />
impatto sull’ambiente: gli stru-<br />
Il no d’Abruzzo<br />
menti utilizzati, chiamati air gun -<br />
perché sparano potenti getti d’aria<br />
- sono annoverati fra le forme<br />
riconosciute di inquinamento<br />
marino. Una prima diretta conseguenza<br />
di tutto ciò è la diminuzione<br />
delle catture del pescato<br />
dell’80% in un’area distante fino<br />
a 8 miglia dalla sorgente durante<br />
l’utilizzo degli air gun.<br />
Non aiuta che l’Adriatico sia un<br />
mare “chiuso” e poco profondo,<br />
inadatto a smaltire le sostanze<br />
inquinanti, già interessato da un<br />
forte riscaldamento delle acque,<br />
da fenomeni di inquinamento<br />
da scarichi industriali e civili<br />
apportati dalle aste fluviali che<br />
in esso confluiscono: il fiume Po,<br />
in particolare, convoglia in mare<br />
una quantità enorme di prodotti<br />
inquinanti.<br />
A peggiorare la situazione è il<br />
Rifiuto riuso riciclo<br />
L’Adriatico risulta il mare più inquinato al<br />
mondo per idrocarburi, per il 10%<br />
causato da piattaforme estrattive.<br />
Si tratta di fluidi e fanghi generati dalle<br />
trivellazioni e dagli scarti degli<br />
idrocarburi estratti e lavorati, che nel<br />
loro insieme risultano essere letali per la<br />
fauna marina e l’intero ecosistema<br />
fenomeno di subsidenza che si<br />
verifica in alcuni tratti della costa<br />
veneta, romagnola, marchigiana e<br />
abruzzese: il lento e progressivo<br />
abbassamento verticale del piano<br />
di terreno, che può essere indotto<br />
dalla minore presenza di fluidi<br />
interstiziali residui nel terreno<br />
causata, per l’appunto, dall’estrazione<br />
di petrolio e gas.<br />
Intanto, nonostante gli allarmi e<br />
le comprovate controindicazioni,<br />
nel vicino Mediterraneo, la BP ha<br />
ottenuto il permesso di iniziare<br />
le trivellazioni al largo del golfo<br />
della Sirte proprio di fronte alla<br />
costa siciliana: sono in programma<br />
5 pozzi su fondali profondi<br />
fino a 1700 metri di profondità,<br />
200 metri più in profondità rispetto<br />
al pozzo Macondo, scoppiato<br />
nel Golfo del Messico. Le prospettive<br />
non sono affatto rosee.<br />
Il piccolo Abruzzo ha vinto nei mesi scorsi la battaglia contro il gigante britannico MedOli&Gas<br />
spa, che aveva in serbo la costruzione della piattaforma Ombrina Mare 2, a 6 chilometri dalla<br />
costa, che avrebbe coinvolto l’attività di ricerca, estrazione e stoccaggio di petrolio e idrocarburi.<br />
Il Progetto avrebbe interessato il 50% del territorio abruzzese per oltre 24 anni a partire<br />
dal 2013, che nel lungo periodo avrebbe reso 3 miliardi di euro (ma appena il 10% sarebbe<br />
andato agli enti locali). In seguito al disastro verificatosi nel Golfo del Messico invece le autorità<br />
comunali hanno negato i permessi, ritenendo che il Progetto non fosse sicuro.<br />
Ancora in forse invece è il progetto sui pozzi a Bomba, nella valle del Sangre, dove la<br />
statunitense Forest Oil Corporation ha presentato il piano per sfruttare un giacimento di idrocarburi<br />
in una zona vicino a due siti di interesse comunitari, ai piedi di una fragile diga, e in un<br />
territorio geologicamente instabile e sismico nelle strette vicinanze del centro abitato, con la<br />
conseguenza di forti emissioni di sostanze inquinanti, dannose per la salute umana.<br />
<strong>Consapevole</strong> 59
60 <strong>Consapevole</strong>
Biopiscine oggi<br />
È sorprendente osservare che<br />
strada hanno percorso le biopioscine<br />
dal tempo della loro<br />
comparsa 30 anni fa. Oggi esprimono<br />
natura, sono un ambiente<br />
meraviglioso per piante e animali<br />
acquatici e sono la gioia per<br />
gli amanti della natura. In essi la<br />
natura è la protagonista, il nuoto<br />
è un aspetto secondario.<br />
I primi biolaghi (così chiamati<br />
perché erano riproduzioni di<br />
laghi naturali in miniatura) sono<br />
comparsi in Austria, come sviluppo<br />
di laghetti ornamentali ed<br />
alcuni di loro esistono tuttora.<br />
Ben presto, la scintilla iniziale<br />
partita dall’Austria si è diffusa<br />
anche in Germania, Svizzera<br />
e man mano in tanti altri paesi<br />
europei. Sempre più persone si<br />
dedicano a questa innovazione<br />
e di conseguenza si sviluppa, si<br />
trasforma e assume sembianze<br />
sempre nuove, favorendo la<br />
stimolazione della fantasia di<br />
progettisti e costruttori che ottimizzano<br />
la qualità dell’acqua<br />
e riducono il fabbisogno delle<br />
superfici nei giardini.<br />
Ma come funziona una biopiscina?<br />
Nelle biopiscine a bassa tecnologia<br />
sono presenti microorganismi<br />
che filtrano e trasformano<br />
in continuazione le particelle<br />
sospese in acqua. Basti sapere<br />
che la popolazione di una biopiscina<br />
o di un lago è capace di<br />
filtrare l’intero volume d’acqua,<br />
mediamente, da 2 a 5 volte<br />
nell’arco di una giornata per<br />
rendersi conto quali forze invisibili<br />
sono presenti in natura. La<br />
circolazione d’acqua funziona<br />
senza pompe, senza corrente ad<br />
impatto ambientale zero!<br />
Ovviamente anche le piante<br />
acquatiche svolgono un ruolo di<br />
Foto 1 : Un Whirlpool tutto biologico con acqua riscaldata al fuoco e fitodepurazione<br />
,Carsten Schmidt<br />
primo ordine nei biolaghi; peró,<br />
a differenza di ció che si pensa<br />
comunemente, queste hanno<br />
una funzione indiretta: le piante<br />
assorbono sostanze nutritive e<br />
producono ossigeno, due processi<br />
fondamentali per garantire<br />
Foto 3<br />
Hotel Stephanshof a Tirolo (BZ)<br />
Informazione pubblicitaria<br />
Foto 2<br />
Cosí si presentano i<br />
microorganismi<br />
filtranti<br />
la stabilità del sistema e donarci<br />
acqua pulita.<br />
L’efficacia dei microrganismi<br />
batterici viene sfruttata nei filtri<br />
biologici, attraverso i quali<br />
viene convogliata l’acqua con<br />
l’ausilio di pompe. Questo<br />
sistema aumenta ulteriormente<br />
l´efficacia della filtrazione e<br />
viene perciò usato negli impianti<br />
ad utilizzo più intenso, come<br />
ad esempio negli alberghi o in<br />
piscine pubbliche.<br />
<strong>Consapevole</strong> 61
Apiterapia:<br />
il veleno<br />
che cura<br />
Pratica molto nota agli antichi, l’apiterapia<br />
si sta diffondendo anche nel mondo<br />
moderno con risultati sorprendenti<br />
Fin dall’antichità i<br />
prodotti dell’alveare<br />
sono stati utilizzati in<br />
vari modi dall’uomo:<br />
miele, cera, propoli e nettare<br />
sono stati ampiamente usati sia<br />
in cucina che in ambiti curativi<br />
(la descrizione delle proprietà<br />
del miele come alimento e<br />
farmaco è stata trovata su una<br />
tavoletta di argilla risalente al<br />
2700 a.C. nell’area mesopotamica).<br />
L’apiterapia o apipuntura,<br />
cioè l’impiego di prodotti<br />
dell’alveare e delle api stesse,<br />
era largamente praticata, tanto<br />
che vi si trovano indicazioni<br />
anche nella Bibbia, nel Corano<br />
e nel Talmud. Una pratica che<br />
è arrivata fino a noi, che anche<br />
oggi facciamo largo uso dei<br />
prodotti dell’alveare per curare<br />
raffreddori, mal di gola, sintomi<br />
influenzali, per non parlare poi<br />
dell’uso della cera per creare<br />
oltre che candele anche prodotti<br />
di bellezza.<br />
Ma gli antichi conoscevano<br />
bene anche le proprietà curative<br />
di un altro prodotto delle api…<br />
62 <strong>Consapevole</strong><br />
il veleno, molto efficace nella<br />
cura di disturbi articolari.<br />
La redazione<br />
Curarsi con i prodotti<br />
dell’alveare<br />
Alimento a cui facciamo ricorso<br />
soprattutto quando abbiamo mal<br />
di gola e raffreddori stagionali,<br />
in realtà il Nettare degli Dei era<br />
per gli antichi Greci depositario<br />
di benefiche qualità medicinali,<br />
tanto da far parte della medicina<br />
tradizionale delle più antiche<br />
popolazioni del mondo. Egizi<br />
e Sumeri ne conoscevano le<br />
proprietà cicatrizzanti: il miele<br />
contiene infatti sostanze quali<br />
l’apalbumina 1, che è un potente<br />
disinfettante naturale. La<br />
medicazione al miele è efficace<br />
sulle ferite,<br />
spesso anche<br />
su quelle infette<br />
che non rispondono<br />
agli antibiotici.<br />
Molto utile all’uomo è anche la<br />
propoli che è un ottimo antinfiammatorio<br />
e un antibiotico<br />
naturale; mentre pappa reale e<br />
polline sono alimenti preziosi<br />
con un importante effetto rivitalizzante<br />
per lo stato generale<br />
dell’organismo (ottimo per<br />
sportivi, bambini, anziani e<br />
La medicazione al miele è efficace sulle<br />
ferite, spesso anche su quelle infette<br />
che non rispondono agli antibiotici<br />
convalescenti). Anche la cera è<br />
usata dall’uomo da millenni: già<br />
gli Egizi risalenti al 2100-2200<br />
a.C., che ne conoscevano alla<br />
perfezione il processo di estrazione,<br />
purificazione e di sbian-
camento,<br />
la<br />
utilizzavano<br />
in creme<br />
per proteggere la<br />
pelle dai raggi solari.<br />
Ancora oggi è molto usata per<br />
preparati cosmetici e farmaceutici,<br />
oltre che nei prodotti per<br />
il restauro e la cura del legno e<br />
per la produzione di candele.<br />
Veleno d’api<br />
Pratica ancora parecchio sconosciuta<br />
in Italia, sebbene si dica<br />
che delle sue proprietà curative<br />
ne abbiano beneficiato anche<br />
Carlo Magno e Ivan il Terribile,<br />
l’apiterapia consiste nell’iniezione<br />
sottocutanea del veleno<br />
delle api nella zona da trattare.<br />
Da oltre 100 anni l’apiterapia<br />
è annoverata fra le terapie riconosciute<br />
dallo Stato in Francia,<br />
Austria, Cecoslovacchia, Unione<br />
Sovietica; mentre a Cuba è<br />
dichiarata di interesse nazionale.<br />
I moderni studi sugli effetti del<br />
veleno d’api risalgono alla fine<br />
dell’Ottocento, ma è solo negli<br />
anni Trenta del Novecento che il<br />
medico ungherese Beck arrivò a<br />
una profonda esplorazione degli<br />
aspetti dell’apiterapia e dei suoi<br />
effetti. Beck mise in evidenza<br />
come il veleno d’api funzionasse<br />
nei casi di reumatismi, artrite,<br />
artrosi e dolori muscolari con<br />
le relative controindicazioni e<br />
con la necessità di effettuare<br />
dei test allergologici preventivi.<br />
Più recentemente, gli studi condotti<br />
dall’I.A.S. (International<br />
Apitherapy Study) ha messo<br />
in evidenza che l’apiterapia si<br />
è dimostrata efficace su oltre<br />
12.000 persone per trattare casi<br />
di artrite, tendiniti, emicrania,<br />
gotta, infiammazioni, sindromi<br />
premestruali, facendo riscontrare<br />
effetti benefici quasi immediati.<br />
Nel 1962 gli studi del dottor<br />
Broadman di New York, confluiti<br />
poi nel libro che ancora oggi è<br />
tenuto in grande considerazione,<br />
“Il veleno dell’ape, trattamento<br />
naturale di reumatismi e artriti”,<br />
permisero di effettuare ulteriori<br />
passi in avanti nella pratica<br />
dell’apiterapia perché i suoi dati<br />
furono supportati da serie prove<br />
cliniche.<br />
Più recentemente, il dottor<br />
Artemov, dell’Università di<br />
Gorki in Russia, ha osservato<br />
come il veleno delle api manifesti<br />
una spiccata azione antivirale<br />
e anticancerogena, e come la<br />
Curarsi da sé<br />
dilatazione dei vasi capillari<br />
faccia abbassare la pressione<br />
arteriosa. Ma le patologie che<br />
possono trovare vantaggio da<br />
un trattamento con veleno d’api<br />
sono molteplici:<br />
• patologie reumatiche (artrosi,<br />
artrite reumatoide, gotta,<br />
fibromialgia…);<br />
• tendiniti;<br />
• neuropatologie periferiche;<br />
• nefrite;<br />
Pratica ancora parecchio sconosciuta<br />
in Italia, sebbene si dica che delle sue<br />
proprietà curative ne abbiano<br />
beneficiato anche Carlo Magno e Ivan<br />
il Terribile, l’apiterapia consiste<br />
nell’iniezione sottocutanea del veleno<br />
delle api nella zona da trattare<br />
Avvertenza!<br />
Un individuo in buono<br />
stato di salute, non allergico<br />
o sensibile, può sopportare<br />
normalmente da 1<br />
a 5 punture contemporaneamente<br />
e nella stessa<br />
zona, senza avere particolari<br />
reazioni dolorose<br />
all’infuori di un forte bruciore,<br />
peraltro temporaneo,<br />
e un breve, ma fastidioso<br />
prurito. Una terapia a<br />
base di veleno d’api deve<br />
essere costantemente<br />
seguita da un medico, il<br />
quale controlla la somministrazione<br />
e consiglia di<br />
volta in volta la dose e la<br />
forma più idonea. È fondamentale<br />
prima di sottoporsi<br />
alla terapia verificare<br />
di non avere allergie alle<br />
punture delle api.<br />
<strong>Consapevole</strong> 63
Curarsi da sé<br />
• lombalgia, cervicalgia, sciatalgia;<br />
• sclerosi multipla.<br />
Una bufala, un mito, uno scherzo?<br />
No, perché gli studi condotti in<br />
Italia a tal proposito avvalorano la<br />
tesi della validità del veleno delle<br />
api: il dottor Franco Feraboli della<br />
Divisione di Ortopedia dell’Azienda<br />
Ospedaliera di Cremona (l’unico<br />
in Italia che insieme al dottor<br />
Federico Grosso di Milano, fa<br />
uso di questa pratica), ha messo<br />
in evidenza l’efficacia dell’apiterapia<br />
in patologie artrosiche e<br />
degenerative delle piccole e medie<br />
articolazioni soprattutto quando<br />
l’articolazione presenta i caratteri<br />
classici dell’infiammazione come<br />
il rossore, il dolore e la limitazione<br />
funzionale.<br />
Non dobbiamo però pensare,<br />
sottolinea Feraboli, che il veleno<br />
d’api vada considerato come<br />
una panacea per ogni tipo di<br />
malattia reumatica, ma piuttosto<br />
è da considerare un coadiuvante<br />
nel trattamento classico di queste<br />
patologie.<br />
Dottore addio!<br />
Ma come funziona la terapia<br />
con il veleno? Non è ancora del<br />
tutto chiaro, si ipotizza però che<br />
esso agisca sulle terminazioni<br />
nervose riducendo la sensibilità<br />
al dolore e migliorando il quadro<br />
infiammatorio. Il veleno è<br />
64 <strong>Consapevole</strong><br />
infatti composto principalmente<br />
da istamina (che provoca dolore<br />
locale, edema e aumento dell’afflusso<br />
sanguigno e agisce anche<br />
come potente antinfiammatorio<br />
non solo a livello locale, ma<br />
anche a livello sistemico, praticando<br />
un effetto di stimolazione<br />
sul sistema immunitario), lecitinasi<br />
(ha uno spiccato effetto<br />
emolitico distruggendo i globuli<br />
rossi ed altre cellule dei tessuti)<br />
Non dobbiamo però pensare che il<br />
veleno d’api vada considerato come<br />
una panacea per ogni tipo di malattia<br />
reumatica, ma piuttosto è da considerare<br />
un coadiuvante nel trattamento<br />
classico di queste patologie<br />
e ialuronidasi (che agisce come<br />
un fattore di diffusione del veleno,<br />
sciogliendo l’acido ialuronico<br />
del tessuto connettivo). Ma a<br />
quale di tutti questi fattori sia da<br />
attribuire l’effetto curativo del<br />
veleno d’api resta un mistero.<br />
Quello che invece è certo è che<br />
generalmente la terapia si suddivide<br />
in cicli variabili che durano,<br />
di solito, dalle due alle otto settimane<br />
con una frequenza di due<br />
sedute settimanali. Mentre in<br />
passato, l’ape veniva appoggiata<br />
sulla parte da curare fino a che<br />
non pungeva, oggi più semplicemente<br />
il medico inietta il veleno<br />
estratto dall’ape.<br />
Si preferisce usare il veleno<br />
delle api giovani e ricche di<br />
veleno che non hanno più di tre<br />
settimane di vita, non portano<br />
nettare, propoli e acqua che<br />
mancherebbero allo sciame e<br />
alla sua sopravvivenza, si piazzano<br />
sullo scivolo d’ingresso<br />
dell’alveare e sono facilmente<br />
rimpiazzabili dalle circa 2.000<br />
uova che la regina depone nelle<br />
celle, giornalmente, dalla primavera<br />
all’autunno.<br />
Come e dove si punge? In genere<br />
si punge sulle zone dolenti<br />
utilizzando l’ape viva applicata<br />
più volte, con l’aiuto di una<br />
retina finissima per estrarre il<br />
pungiglione, oppure più api fino<br />
a un massimo di 30 punture. È<br />
bene praticare un intervallo di<br />
5-7 giorni fra una serie di punture<br />
e l’altra. La terapia è priva di<br />
effetti collaterali, ma può avere<br />
effetti tossici e letali (per uccidere<br />
un uomo sono necessarie<br />
600 punture, per un bambino di<br />
10 anni ne bastano 90). Le dosi<br />
tossiche danno arresto cardiaco.<br />
Molto importante è anche il preliminare<br />
controllo del medico<br />
che dovrà accertare l’assenza di<br />
allergia del paziente al veleno,<br />
onde evitare il rischio di shock<br />
anafilattico.<br />
Cosa leggere<br />
Cristina Materescu<br />
Apiterapia. Come usare<br />
i prodotti dell’alveare per<br />
la salute<br />
MIR Edizioni, 2008<br />
Theodore Cherbuliez,<br />
Roch Domerego<br />
Curarsi con tutti i<br />
prodotti delle Api.<br />
Le nuove scoperte nel<br />
campo dell’apiterapia<br />
Red Edizioni, 2006<br />
Cercalo su:<br />
www.macrolibrarsi.it
una cosa<br />
sola che<br />
dobbiamo<br />
fare per cam- C’è<br />
biare e salvare<br />
il mondo. Viene prima del<br />
risparmio delle risorse. Prima<br />
Ecologia degli<br />
affetti<br />
A scuola di buone relazioni: per cambiare e salvare il mondo<br />
Intervista a Giuliana Mieli, psicologa<br />
delle energie rinnovabili e della<br />
raccolta differenziata. Prima del<br />
cibo locale e biologico. Prima<br />
della nascita in strutture extra<br />
ospedaliere e dell’allattamento<br />
al seno. Secondo la psicologa<br />
Giuliana Mieli – che per anni ha<br />
Marianna Gualazzi<br />
lavorato in ospedale formando<br />
il personale sanitario e i futuri<br />
genitori rispetto all’affettività<br />
della donna in gravidanza e ai<br />
bisogni affettivi del bambino<br />
e che ha recentemente scritto<br />
un libro su questi temi (cfr. Il<br />
<strong>Consapevole</strong> 65
Bambini e genitori<br />
Sul retro della casa è ben visibile come nel<br />
progetto si sia sfruttata l’esistenza di una<br />
roccia alla quale appoggiare gran parte del<br />
peso della struttura.<br />
Chi ci insegna cosa vuol dire diventare<br />
adulto in termini emotivi? Nella nostra<br />
società diventi adulto perché prendi la<br />
patente, guidi la macchina,<br />
vai a lavorare…<br />
bambino non è un elettrodomestico,<br />
Urra 2009) – prima di<br />
tutto questo la nostra società<br />
deve recuperare la centralità<br />
degli affetti. Non si tratta di un<br />
discorso di carattere psicologico,<br />
ma di un necessario ampliamento<br />
del termine “ecologico”, a<br />
comprendere quelle che sono le<br />
condizioni della sopravvivenza<br />
emotiva, e non solo fisica, della<br />
66 <strong>Consapevole</strong><br />
nostra specie: non siamo solo un<br />
corpo che respira e che mangia,<br />
ma abbiamo bisogno, necessità,<br />
di buone relazioni.<br />
L’infelicità e la malattia dilaganti<br />
sono il segno della negazione dei<br />
bisogni affettivi compiuta dalla<br />
società occidentale: se non riusciamo<br />
a comprendere e spezzare<br />
questo circolo vizioso, siamo<br />
destinati a perire…<br />
Partiamo dalla gravidanza.<br />
Mi sembra che spesso una<br />
donna in gravidanza si trovi<br />
a impersonare uno stereotipo<br />
– quello della futura madre<br />
felicissima e placida sempre<br />
intenta ad accarezzarsi il pancione<br />
– e che tutto quello che<br />
rientra nella sfera del dubbio,<br />
del malessere, della paura<br />
sia come “oscurato”: non se<br />
ne parla. Perché passa solo il<br />
messaggio di questa gravidanza<br />
“infiocchettata”, color rosa<br />
confetto?<br />
Quello che dice è profondamente<br />
vero. Ma è anche molto più complicato<br />
di così: o passa una visione<br />
della gravidanza – e soprattutto<br />
del parto – molto angosciante<br />
e spaventosa, oppure tutto è<br />
roseo e perfetto: ci sono degli<br />
estremi.<br />
Quello che manca è la consapevolezza<br />
profonda che la vita è un<br />
susseguirsi di emozioni che non<br />
sono mai costanti e gli eventi<br />
della vita non sono mai perfetti,<br />
perché se così fosse sarebbero<br />
anche estremamente noiosi. La<br />
gravidanza, il parto, la maternità<br />
sono eventi emotivamente<br />
molto gratificanti, ma portano<br />
inevitabilmente con sé anche<br />
delle difficoltà. Non c’è nulla di<br />
gratuito nella vita. Questa propaganda<br />
edulcorata della maternità<br />
finisce per essere assolutamente<br />
controproducente. La gravidanza<br />
e il parto sono eventi molto<br />
forti, radicali: la natura prepara<br />
questi eventi in maniera profonda.<br />
La gravidanza – dal punto<br />
di vista psicologico – contiene<br />
in sé un’ambivalenza: anche la<br />
donna più convinta e motivata<br />
nell’avere figli ha i suoi momenti<br />
di dubbio e si domanda se è il<br />
momento giusto, se ha fatto bene,<br />
se ce la farà, se è adeguata. Non<br />
si torna più indietro: è il passag-
gio della vita che ti trasforma<br />
da figlia a madre. C’è anche il<br />
senso dello scorrere del tempo,<br />
di un tempo passato che non<br />
tornerà più. Una volta questi passaggi<br />
venivano ritualizzati, ora<br />
dobbiamo riconoscerli e dirne<br />
la loro ineliminabile difficoltà:<br />
dobbiamo accettarla e parlarne,<br />
non appiccicare un’etichetta di<br />
depressione al primo segnale di<br />
turbamento.<br />
A proposito di depressione<br />
post partum, mi sembra stia<br />
diventando una tappa obbligata.<br />
Si dà come per scontato che<br />
a tutte le neo mamme debba<br />
venire la depressione post partum…<br />
È così: il fatto che nella donna<br />
in maternità ci sia un’ombra di<br />
insicurezza è immediatamente<br />
trasformato in un problema<br />
psichiatrico. Nel discorso sulla<br />
depressione post partum due<br />
fatti importanti non vengono mai<br />
detti: il cambiamento totale che<br />
occorre nella tua vita quando<br />
arriva un neonato rispetto a dei<br />
ritmi di lavoro a cui siamo abituati,<br />
e un’abitudine a vivere la<br />
nostra crescita solo in termini di<br />
aumento di professionalità nel<br />
lavoro.<br />
Chi ci insegna cosa vuol dire<br />
diventare adulto in termini<br />
emotivi? Nella nostra società<br />
diventi adulto perché prendi la<br />
patente, guidi la macchina, vai<br />
all’università e vai a lavorare.<br />
Diventando genitori, ti trovi<br />
improvvisamente di fronte ad un<br />
mondo – quello degli affetti del<br />
bambino – che non conosci perché<br />
nessuno ti ha insegnato niente.<br />
Barry Brazelton – un grande<br />
pediatra americano – propone<br />
di inserire la materia “affettività”<br />
e “educazione all’affettività” nei<br />
programmi scolastici, accanto<br />
alla matematica e alla letteratura.<br />
Perché dobbiamo esser così<br />
ignorati su una cosa che ci tocca<br />
così da vicino?<br />
Neppure ai corsi pre-parto<br />
fanno cenno di quelli che sono<br />
i bisogni affettivi primari di un<br />
neonato. E anche quando si parla<br />
di parto naturale – e io sono profondamente<br />
a favore del parto<br />
naturale – si dovrebbe sempre<br />
sottolineare che la naturalità<br />
del parto va preservata anche<br />
e soprattutto perché è da quel<br />
processo delicato e complesso<br />
che la natura ha messo a punto,<br />
che inizia la costruzione di un<br />
legame affettivo sano, fruttuoso<br />
e maturo tra mamma e bambino.<br />
Sono gli ormoni del parto naturale<br />
– quegli ormoni innescati<br />
dall’alternanza ritmica della contrazione<br />
dolorosa e della pausa<br />
di rilassamento – che danno il<br />
giusto accordo iniziale per questo<br />
incontro: quel modo di nascere<br />
serve a ispirarti per quello che<br />
deve essere il rapporto con il<br />
bambino anche dopo la nascita.<br />
Perché invece le donne hanno<br />
sempre più paura del dolore<br />
del parto?<br />
Io penso che il più grande e<br />
potente analgesico per il parto<br />
sia capire che cos’è un parto da<br />
un punto di vista emotivo: la<br />
natura ha previsto questo distacco<br />
lento e graduale, e il dolore<br />
è il segno di una ferita che la<br />
madre deve saper tollerare per-<br />
Bambini e genitori<br />
ché deve rinunciare al possesso<br />
totale del bambino altrimenti lo<br />
ucciderebbe. Questo vale non<br />
soltanto nel momento del parto,<br />
ma nella vita: abbiamo dei genitori<br />
che non lasciano crescere<br />
i figli. Nel dolore del parto c’è<br />
scritto a caratteri di fuoco che<br />
il figlio è tuo, ma tu non lo puoi<br />
tenere, lo devi spingere fuori, lo<br />
devi lasciare andare – così come<br />
C’è un’ignoranza dilagante rispetto a<br />
quelli che sono i bisogni affettivi della<br />
vita dell’uomo<br />
un domani dovrai lasciarlo alla<br />
sua vita, alla sua strada ed essere<br />
contento del tempo e del percorso<br />
che ha fatto con te. Si tratta<br />
di passaggi fortissimi a livello<br />
emotivo, molto potenti: vogliamo<br />
continuare a viverli sotto<br />
anestetico?<br />
Il profondo cambiamento,<br />
ineludibile e ineluttabile, che<br />
avviene nella donna in gravidanza<br />
e in maternità viene<br />
negato nella nostra società.<br />
Tutto deve tornare al più<br />
presto come prima: subito in<br />
forma dopo il parto, subito a<br />
lavorare… C’è una forte pressione<br />
sociale a fare un figlio,<br />
ma un’altrettanto forte pressione<br />
che ti incita a liberarti<br />
del bambino appena l’hai<br />
messo al mondo, in nome di<br />
quell’indipendenza – tua e<br />
sua – che sembra essere un<br />
dictat imprescindibile dell’essere<br />
umano contemporaneo.<br />
Penso che questo provochi<br />
una sofferenza atroce sia<br />
nelle mamme che nei bambini.<br />
<strong>Consapevole</strong> 67
Un bambino ha bisogno di poche cose<br />
fondamentali che gli vanno garantite:<br />
sentirsi amato e poter esplorare la realtà<br />
Senza donne<br />
Sul tema della durata dei<br />
congedi di maternità in Italia<br />
e nel resto d’Europa e in<br />
generale per un’analisi della<br />
condizione delle donne nel<br />
nostro Paese, vi invito a<br />
vedere (o rivedere) l’interessantissima<br />
inchiesta realizzata<br />
dal programma televisivo<br />
Presa Diretta, ideato e condotto<br />
da Riccardo Iacona. Il<br />
documentario Senza Donne è<br />
andato in onda lo scorso 26<br />
settembre 2010 alle 21,00 su<br />
Rai Tre e può essere rivisto<br />
sul sito della trasmissione:<br />
www.presadiretta.rai.it.<br />
68 <strong>Consapevole</strong><br />
Questa separazione precoce<br />
che conseguenze ha?<br />
Ritengo che un anno a casa<br />
pagata con il bambino sia la<br />
soluzione da adottare in qualsiasi<br />
Paese si ritenga moderno<br />
e avanzato: è un investimento<br />
che va fatto per il benessere<br />
emotivo delle future generazioni.<br />
Dopo l’anno il bambino<br />
può anche essere inserito al<br />
nido, ma anche qui il legislatore<br />
dovrebbe imporre la possibilità<br />
di avere dei part time garantiti<br />
in modo che il rientro al lavoro<br />
sia graduale e il bambino abbia<br />
modo di capire che tu ci sei<br />
anche quando vai via. Mi chiedo:<br />
come si fa a fare delle leggi<br />
che governano la vita sociale ed<br />
economica delle persone senza<br />
conoscere la natura dell’uomo?<br />
Ci stiamo giocando il futuro<br />
dell’umanità e la sofferenza psicologica<br />
dilagante e crescente<br />
ne è una prova più che tangibile.<br />
Quello che fa ammalare è l’abbandono<br />
precoce e la mancata<br />
emancipazione: questa società<br />
propone un abbandono precoce<br />
quando il bambino non è nelle<br />
condizioni di tollerare la separazione<br />
perché non ha i mezzi mentali<br />
per tollerarla; poi – quando i<br />
ragazzi diventano adulti – non c’è<br />
lavoro, non c’è per loro la possibilità<br />
di avere case a prezzi ragionevole<br />
e di formarsi una famiglia nel<br />
momento in cui questo deve avvenire.<br />
Quando devono crescere non<br />
li si lascia crescere, mentre quando<br />
sono piccoli vengono spinti<br />
verso un’indipendenza precoce<br />
che impedisce loro il formarsi di<br />
una base affettiva sicura.<br />
A quante neo mamme è stato<br />
detto da amici, parenti e anche<br />
operatori: “non prenderlo in<br />
braccio che lo vizi”: perché?
Perché c’è un’ignoranza dilagante<br />
rispetto a quelli che sono<br />
i bisogni affettivi della vita<br />
dell’uomo e su questo punto<br />
trovo che ci sia una grande<br />
responsabilità da parte della<br />
comunità degli psicologi. Prima<br />
che il bambino si percepisca<br />
come un qualcosa a sé rispetto<br />
alla madre ci vogliono tre mesi:<br />
prima egli crede di essere ancora<br />
nella pancia della mamma.<br />
Questo noi lo sappiamo, gli<br />
psicologi lo sanno, ma non viene<br />
divulgato come dovrebbe: rimane<br />
un’informazione che circola<br />
nelle conventicole degli psicologi.<br />
Questi temi vanno divulgati<br />
ed è quello che ho cercato di<br />
fare con il mio libro, con il lavoro<br />
decennale che ho svolto in<br />
ospedale nel reparto maternità e<br />
che svolgo ancor oggi formando<br />
gli operatori e i futuri genitori.<br />
Manca la conoscenza della<br />
fisiologia degli affetti, di come<br />
gli affetti hanno bisogno di un<br />
ambiente adeguato per crescere:<br />
non basta crescere fisicamente<br />
se tu non hai un ambiente intorno<br />
a te adeguato, che ti faccia<br />
maturare lentamente e gradualmente.<br />
Ecco il modello, distacco<br />
lento e graduale: un po’ fuori e<br />
un po’ dentro, un po’ avanti e<br />
un po’ indietro. Se un figlio non<br />
è seguito in questo modo non<br />
matura e non diventa adulto.<br />
Mi sembra che oggi sia sempre<br />
più difficile per i giovani essere<br />
genitori, fare proprio questo<br />
ruolo: si vedono giovani famiglie<br />
in preda ai figli, incapaci<br />
di guidarli. Quali potrebbero<br />
essere i suoi consigli a questo<br />
proposito?<br />
Io penso che questa difficoltà sia<br />
data dal fatto che nessuno spiega<br />
alle giovani generazioni che cosa<br />
sia un bambino. Un bambino ha<br />
bisogno di poche cose fondamentali<br />
che gli vanno garantite:<br />
sentirsi amato e poter esplorare<br />
la realtà. Il bambino deve sentire<br />
la sicurezza della contiguità con<br />
una figura affettiva di riferimento:<br />
uno stare vicino, uno stare<br />
insieme senza ansia. Se il bambino<br />
sente questo è tranquillo.<br />
Però il bambino è anche<br />
un’esplosione di energia e gli<br />
devono essere forniti i mezzi e<br />
gli strumenti per conoscere ed<br />
esplorare il mondo, dandogli<br />
però dei limiti. Il bambino ha<br />
anche bisogno di essere contenuto,<br />
non gli si può lasciare fare<br />
quello che vuole. Il contenimento<br />
non deve essere autoritario,<br />
ma autorevole. Per esempio:<br />
nell’età in cui è possibile iniziare<br />
a guardare la televisione si<br />
guarda solo ciò che viene deciso<br />
insieme in base alla sua utilità;<br />
a un orario stabilito si va a letto,<br />
si condividono i pasti a tavola,<br />
eccetera. Non si tratta di regole,<br />
si tratta di cose da fare insieme,<br />
di cui godere insieme, in modo<br />
che il bambino trascorra la giornata<br />
scandita da avvenimenti<br />
che condivide con la mamma, il<br />
papà, la nonna, gli amici e che<br />
hanno una loro logica e un’organizzazione<br />
a favore della salute<br />
del bambino. Inoltre il bambino<br />
ha bisogno di essere ascoltato e<br />
di ricevere una risposta coerente<br />
alle sue manifestazioni emotive:<br />
l’adulto risponde con le sue emozioni<br />
alle emozioni del bambino.<br />
Nelle modalità di questa risposta<br />
il bambino impara come l’altro<br />
Per approfondire<br />
Giuliana Mieli<br />
Il Bambino<br />
non è un<br />
elettrodomestico<br />
Gli affetti che<br />
contano<br />
per crescere,<br />
curare,<br />
educare<br />
Urra, 2009<br />
Bambini e genitori<br />
Siamo una società che ignora e<br />
trascura gli affetti. A partire da<br />
questa constatazione l’autrice<br />
descrive le tappe della maturazione<br />
affettiva dell’individuo e propone<br />
una riflessione sull’origine di una<br />
disattenzione filosofica e scientifica<br />
che può avere conseguenze gravi<br />
per il futuro della nostra società. La<br />
risposta ai bisogni affettivi di base<br />
è infatti una condizione biologica<br />
ineludibile per la sopravvivenza<br />
della specie: l’averlo trascurato si<br />
riflette non solo nella sofferenza<br />
psichica dilagante, ma anche nelle<br />
difficoltà che sempre di più accompagnano<br />
la maternità. L’affettività<br />
è il solo e fondamentale valore che<br />
dobbiamo recuperare e spendere<br />
per salvare e cambiare il mondo.<br />
Cercalo su:<br />
www.macrolibrarsi.it<br />
risponde alle emozioni che lui ha<br />
provato e questo è fondamentale<br />
per la sua crescita. Quando un<br />
bambino si trova a vivere in queste<br />
condizioni è a posto: non ha<br />
bisogno di nient’altro.<br />
Abbiamo intervistato Giuliana Mieli<br />
Laureata in filosofia teorica in psicologia clinica, dopo<br />
aver lavorato negli anni Settanta presso i primi centri di<br />
salute mentale sul territorio, è stata consulente nel reparto<br />
Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale S. Gerardo di Monza.<br />
<strong>Consapevole</strong> 69
Fertilità, amore<br />
e saggezza in<br />
ecovillaggio<br />
A due passi dal paese istriano di Bale, in Croazia, spiritualità<br />
ed ecologia si incontrano<br />
We are all one.<br />
Siamo tutti<br />
figli della<br />
stessa madre<br />
terra, diverse<br />
e peculiari emanazioni della<br />
stessa energia vitale. E per<br />
trovare l’equilibrio ognuno di<br />
noi dovrebbe ricercare l’armonia<br />
tra la propria immateriale<br />
coscienza e la materialissima<br />
terra. Spiritualità ed ecologia<br />
sono inseparabili, due strade da<br />
percorrere, entrambe, per dar<br />
un senso (positivo) alla propria<br />
vita. E per imboccarle si può<br />
partire dall’eko art centar Eia<br />
situato in Croazia a pochi chilometri<br />
da Bale (Valle in italiano),<br />
paese che si affaccia sulla costa<br />
occidentale dell’Istria: pulita,<br />
selvaggia, originale e per questo<br />
tanto, tanto bella.<br />
Anima fondatrice dell’ecovillaggio<br />
è Igor Drandić, due occhi<br />
ben aperti che sorridono tra le<br />
rughe: quiete è il primo aggettivo<br />
che viene in mente a tentarlo<br />
di descrivere. Dopo aver viaggiato<br />
e vagabondato tra terre<br />
tanto diverse e lontane, dopo<br />
70 <strong>Consapevole</strong><br />
esser stato affascinato dal Tibet<br />
e aver eletto la Sardegna più<br />
sconosciuta a sua seconda casa,<br />
Igor è tornato alle sue origini e,<br />
sette anni fa, ha creato il primo<br />
ecovillaggio croato, su un terreno<br />
dove un tempo suo nonno vi<br />
coltivava le viti. Segno di buon<br />
auspicio, la scelta del nome:<br />
Eia infatti è un’antica divinità<br />
istriana, dea della fertilità ma<br />
anche dell’amore e della saggezza.<br />
Tutte doti necessarie per<br />
raggiungere il famoso equilibrio,<br />
meta e scopo ultimo di una vita<br />
alla ricerca della pace interiore.<br />
Chiara Meriani<br />
Che qui non si trova soltanto<br />
nel silenzio della solitudine, ma<br />
soprattutto nella gioia conviviale<br />
della comunità: punto di<br />
forza, assieme alla natura che a<br />
Bale regna incontrastata, è infatti<br />
il calore umano, tenuto ben<br />
vivo dalle persone che vengono<br />
a cercare, e a portare, pace.<br />
Spesso chi viene qui per “riposare”<br />
scopre che è molto più riposante “lavorare”:<br />
gli ospiti si rimboccano le mani e<br />
si mettono a tagliare legna, impastare<br />
fango e paglia, dar da mangiare agli<br />
animali, raccogliere i frutti dell’orto per<br />
poi godere in compagnia di un buon<br />
pasto davanti a un falò<br />
Lavorare per riposarsi<br />
Chi arriva per visitare questo<br />
centro ecologico e artistico vi<br />
può soggiornare come fosse<br />
una sorta di campeggio: può<br />
sistemare la propria tenda o<br />
utilizzare una tenda o una rou-
lotte messa a disposizione degli<br />
ospiti; può anche sistemarsi in<br />
una deliziosa casetta dall’anima<br />
di paglia e fango, in un rifugio<br />
di legno incastonato nel bosco<br />
o magari in una piccola capanna<br />
su un albero. Può godersi<br />
l’atmosfera rilassata, il contatto<br />
con la natura, imparare guardando<br />
o seguendo varie attività<br />
proposte. Può farsi una vacanza<br />
all’insegna del relax. Ma, ci<br />
racconta Igor, spesso chi viene<br />
qui per “riposare” scopre che è<br />
molto più riposante “lavorare”:<br />
e allora, dopo qualche giorno<br />
di ambientamento, gli ospiti si<br />
rimboccano le mani e si mettono<br />
a tagliare legna, impastare<br />
fango e paglia, dar da mangiare<br />
agli animali, raccogliere i frutti<br />
dell’orto per poi godere in compagnia<br />
di un buon pasto – bio,<br />
a km zero, vegetariano e magari<br />
vegano – davanti a un falò. Il<br />
modo migliore per sentirsi<br />
realizzati è fare, e facendo si<br />
impara molto: dalla costruzione<br />
di casette ecologiche faida-te<br />
al bio-giardinaggio; dal<br />
composting all’utilizzo delle<br />
piante medicinali; dall’uso<br />
dell’energia pulita alla raccolta<br />
di acqua potabile; dalla<br />
creazione di oggetti in argilla<br />
alla permacultura. Soprattutto<br />
quest’ultima trova attenzione<br />
all’eko centar, dove ormai da<br />
anni si svolgono corsi di permacultura,<br />
sia con appuntamenti<br />
ripetuti settimanalmente<br />
durante tutto il corso dell’anno<br />
che con workshop di<br />
alcuni giorni, tenuti da guru<br />
come lo sloveno Janez Božić,<br />
l’italiano Dario Cortese padre<br />
della “permacultura selvaggia”<br />
e soprattutto l’austriaco Sepp<br />
Holzer, fondatore dell’“agricoltura<br />
permanente” e autore<br />
del libro Der Agrar–Rebell<br />
(L’agricoltore ribelle) per il<br />
Eia, dea istriana<br />
della fertilità<br />
Raffigura una donna partoriente:<br />
l’antica scultura è stata ritrovata<br />
nel sito archeologico di Nesazio.<br />
L’epica difesa dell’indipendenza<br />
istriana, nel 177 a.C., cantata<br />
nel XVI libro degli Annali di<br />
Ennio e nel Bellum Histricum di<br />
Ostio, di cui rimane il racconto<br />
di Livio, ebbe qui il suo epilogo<br />
con il sacrificio di Epulone e della<br />
sua corte. Nesazio, distrutta dai<br />
Romani prima e dai Longobardi<br />
poi, era l’unico insediamento<br />
istriano che aveva tutte le<br />
caratteristiche di una città già ai<br />
tempi della preistoria.<br />
Eia, la dea istriana della fertilità,<br />
dell’amore e della saggezza,<br />
veniva venerata dalle genti<br />
che in antichità popolavano<br />
l’insediamento insieme a Trita,<br />
Melesoco, Sentona e Histria Terra.<br />
<strong>Consapevole</strong> 71
quale l’Eia ha in esclusiva la<br />
vendita del testo croato.<br />
Il centro si occupa anche di<br />
avvicinare i bambini alla natura<br />
con il progetto Eco education<br />
for young people – for better<br />
world per il quale l’Eia<br />
ha ottenuto il patrocinio del<br />
Segretariato della Scienza,<br />
Educazione e Sport della<br />
Croazia. Sono molti gli asili e le<br />
scuole che portano qui i propri<br />
bambini e ragazzi per visite in<br />
giornata, partecipare a corsi di<br />
“scuola nella natura” o campi<br />
estivi.<br />
E per chiunque voglia ritrovare<br />
se stesso, l’Eia offre workshop<br />
“spirituali”: corsi dai nomi affascinanti<br />
come La scuola della<br />
felicità (Skola Srece), La vita<br />
in equilibrio, Intuizione e spontaneità,<br />
Meditazione nel Bosco<br />
Magico, L’esperienza della<br />
sweat lodge o capanna sudatoria…<br />
che danno spazio a rilassamento<br />
profondo, trance dance,<br />
reiki, tai chi, yoga, rebirthing,<br />
terapia del sorriso, tradizioni<br />
indiane, giochi di relazione alla<br />
scoperta del mondo maschiofemmina<br />
e alla ricerca di una<br />
comunione con il vero sé. E,<br />
naturalmente, cibo sano!<br />
Non mancano poi gli incontri<br />
dedicati alla musica ancestrale,<br />
72 <strong>Consapevole</strong><br />
Eco Viaggi<br />
Sono molti gli asili e le scuole che<br />
portano qui i propri bambini e ragazzi<br />
per visite in giornata, partecipare a<br />
corsi di “scuola nella natura”<br />
o a campi estivi<br />
dove si impara a far<br />
vibrare la voce (e<br />
l’anima) al ritmo dei<br />
tamburi sciamanici.<br />
E i corsi di fotografia<br />
creativa: di<br />
professione, infatti,<br />
Igor ha fatto il fotografo. Niente<br />
a che vedere con foto da studio<br />
o reportage giornalistici: le sue<br />
sono immagini visionarie o attimi<br />
immobili di una realtà eterna,<br />
impregnata di emozioni che<br />
vanno ben oltre la foto-cartolina.<br />
Andate a vedere la Galerija<br />
dell’Eia sul suo sito: capirete<br />
che cosa intendo dire!<br />
“Mi piace insegnare quel che mi<br />
piace fare” racconta Igor (che<br />
tra le altre lingue parla anche<br />
l’italiano, o dialetto istriano<br />
per meglio dire). Poi sorride e<br />
aggiunge: “Ma non ho ancora<br />
il diploma di illuminato. Tutto<br />
quel che insegno agli altri, cerco<br />
di impararlo anch’io. Ogni giorno”.<br />
Ecco la saggezza dell’Eia.<br />
Prossimi appuntamenti all’Eia<br />
Una volta alla settimana si tiene regolarmente il corso di<br />
permacultura.<br />
Ogni mercoledì dalle 18 alle 20 si svolgono gli incontri del ciclo<br />
“La vita in Equilibrio”. L’entrata è libera, ma sono gradite delle<br />
offerte: magari cibo per gli animali della fattoria!<br />
Per informazioni aggiornate e per saperne di più, potete<br />
contattare Igor Drandić oppure visitare le pagine su facebook<br />
(Igor Drandić e Eko-art centar EIA).<br />
Info & contatti<br />
Igor Drandić<br />
cell. +385 (0) 98 9160650<br />
tel. +385 (0) 52 824342<br />
www.eia.hr<br />
eia@pu.t-com.hr<br />
Raggiungere<br />
l’Eko art centar Eia<br />
Udruga za ekologiju i kulturu Eia<br />
Association for Ecology and Culture Eia 52211 Bale – Croazia<br />
L’Eia si trova nel comune di Bale a 3 km dal paese (e a 10<br />
km dal mare). Nascosta sulla strada che porta da Pola verso<br />
Rovigno, Bale si raggiunge facilmente in autostrada. Dista<br />
12 km da Rovigno, una delle più belle città della Croazia, e<br />
18 km da Pola: città principale della Regione Istriana, centro<br />
amministrativo dell’Istria sin dal periodo romano, del quale<br />
preserva ben intatta l’Arena, famosa in tutto il mondo.
Cosa leggere ...<br />
Tolstoj<br />
contemporaneo<br />
1910-2010: nel primo<br />
centenario della morte<br />
dello scrittore russo<br />
ricordiamo la forza,<br />
la radicalità e<br />
l’attualità del suo<br />
pensiero politico e<br />
sociale<br />
Il 7 novembre 1910 moriva il<br />
grande scrittore russo Lev N.<br />
Tolstoj. In occasione del centenario<br />
della morte, Tolstoj è stato<br />
ricordato e celebrato esclusivamente<br />
per quelle che sono le<br />
sue innegabilmente magnifiche<br />
opere letterarie.<br />
Ma il Tolstoj della svolta etica,<br />
quello della crisi interiore dei<br />
cinquant’anni che lo ha spinto<br />
a dichiarare che tutto quello<br />
che aveva scritto prima (i suoi<br />
capolavori letterari) erano<br />
“sciocchezze” (Diari, 6 dicembre<br />
1908) e che solo l’impegno<br />
spirituale, etico e sociale in cui<br />
si stava immergendo gli dava<br />
un senso per giustificare l’esistenza,<br />
non viene mai citato.<br />
Eppure fu una crisi che lo spinse<br />
quasi sull’orlo del suicidio e<br />
dalla quale uscì solo leggendo il<br />
Vangelo, prima traccia spirituale<br />
che allargò poi ad altri autori<br />
orientali come il taoista Lao tze,<br />
Confucio o il Buddha.<br />
Tolstoj, Gandhi e la nonviolenza<br />
Il neo-Tolstoj politico-religioso<br />
scrisse qualcosa come più di<br />
duecento saggi sui temi più<br />
disparati dell’impegno politico,<br />
religioso e sociale: nonviolenza,<br />
antimilitarismo, povertà delle<br />
classi meno abbienti, alfabetizzazione<br />
per tutti, boicottaggio<br />
dello stato e delle chiese, nobiltà<br />
Amici di Tolstoi<br />
A cura di Valerio Pignatta – Amici di Tolstoi<br />
“Gli Amici di Tolstoi” è un<br />
gruppo di ricerca nato nel<br />
1990 con lo scopo di far<br />
conoscere la personalità e<br />
l’opera di Tolstoj nella sua<br />
interezza, con riguardo<br />
quindi anche alle sue doti di<br />
grande ricercatore di verità<br />
ed eccellente divulgatore di<br />
messaggi di pace, giustizia<br />
e amore.<br />
Approfondimenti online:<br />
http://digilander.libero.it/<br />
AmiciTolstoi/<br />
http://www.liberospirito.org<br />
dell’agricoltura, difesa della<br />
natura, libertà dell’essere umano,<br />
vegetarianesimo, abolizione<br />
della caccia ecc.<br />
Una visione a trecentosessanta<br />
gradi che si è rivelata nei decenni<br />
successivi davvero profetica<br />
e che ha incantato già al suo<br />
tempo personaggi come M.K.<br />
Gandhi che fecero dei principi<br />
di rispetto della vita tolstojani<br />
un percorso interiore e politico<br />
dalle conseguenze inimmaginabili.<br />
Influenze che portarono ad<br />
esempio un paese come l’India<br />
a liberarsi dal dominio inglese<br />
proprio attraverso la pratica<br />
della nonviolenza di tolstojana<br />
memoria.<br />
Il principio del Vangelo che<br />
più di ogni altro aveva colpito<br />
Tolstoj durante la sua crisi fu<br />
proprio quello che sosteneva la<br />
necessità di amare il proprio<br />
nemico. Secondo lo scrittore<br />
russo, questo concetto rompeva<br />
con tutta la precedente tradizione<br />
filosofica e spirituale e costituiva<br />
un’effettiva e travolgente<br />
novità. Da questa realizzazione,<br />
scaturì il noto testo Il Regno<br />
di Dio è in voi e da quello la<br />
dottrina della nonviolenza che<br />
<strong>Consapevole</strong> 73
Gandhi elaborò e fece sua, proprio<br />
attraverso la lettura di quel<br />
libro.<br />
Un pensatore scomodo<br />
Tolstoj fece in vecchiaia un inusitato<br />
percorso di radicalizzazione<br />
ideologica che attraverso il<br />
Vangelo lo portò ad avvicinarsi<br />
alle posizioni politiche e sociali<br />
dell’allora nascente movimento<br />
socialista e anarchico: con i suoi<br />
esponenti, Tolstoj intrattenne<br />
numerose corrispondenze e<br />
scambi di vedute. Tolstoj riteneva<br />
che il socialismo rivoluzionario<br />
facesse un grande errore<br />
nel contemplare la violenza<br />
come strumento di liberazione<br />
degli oppressi e pensava che<br />
i suoi esponenti in realtà non<br />
amassero il popolo perché avevano<br />
messo l’odio per i ricchi<br />
al posto dell’amore per i poveri.<br />
Lucidamente vaticinò che il<br />
socialismo, quando fosse giunto<br />
al potere, avrebbe represso ogni<br />
forma di libertà.<br />
Scomodo alle istituzioni e alla<br />
Chiesa ortodossa (da cui venne<br />
Percorso di lettura<br />
74 <strong>Consapevole</strong><br />
scomunicato), ma anche al movimento<br />
libertario in generale che<br />
mal tollerava la sua religiosità<br />
nonostante condividesse con esso<br />
molti ideali, Tolstoj aprì la strada<br />
a riflessioni e comportamenti<br />
che oggi sono diventati parola<br />
d’ordine di numerosi movimenti<br />
ecologisti e della società civile.<br />
Le scelte personali: la chiave<br />
del cambiamento<br />
Tolstoj accusò di malvagità tutti<br />
i tipi di potere, istituzionali o<br />
religiosi che fossero. Condusse<br />
una critica serrata anche contro<br />
le cosiddette “democrazie” che<br />
inquadrò profeticamente per<br />
quello che sono: «Un cittadino di<br />
uno stato costituzionale è sempre<br />
comunque un servo, giacché<br />
immaginandosi di aver preso<br />
parte o poter prendere parte al<br />
proprio governo, obbedisce a<br />
ogni provvedimento del potere»<br />
(La fine del secolo [1905],<br />
in Amici di Tolstoi (a cura di),<br />
Tolstoi il profeta. Invito alla<br />
lettura degli scritti filosoficoreligiosi,<br />
Il Segno dei Gabrielli,<br />
S. Pietro in Cariano, 2000).<br />
La necessità di un cambiamento<br />
individuale immediato nel proprio<br />
stile di vita e nelle scelte<br />
personali ha quindi attualmente<br />
un valore inestimabile e lo stesso<br />
scrittore russo ci conferma<br />
che non esiste altro percorso per<br />
un reale miglioramento individuale<br />
e societario che quello che<br />
parte da se stessi, senza deleghe<br />
o attese di messia, guru e uomini<br />
del destino di qualsivoglia<br />
tendenza.<br />
Di fronte agli attuali mutamenti<br />
ecologici in atto e alla distruzione<br />
incombente del pianeta il<br />
messaggio tolstojano di autoresponsabilità<br />
ha una valenza<br />
di estrema attualità ed efficacia.<br />
Accogliamolo con entusiasmo e<br />
onestà interiore. Può sembrare<br />
azzardato e fuori moda, ma la<br />
dirittura morale, pur con tutte<br />
le sfumature soggettive che può<br />
giustamente avere, può dare un<br />
senso alla propria esistenza. Che<br />
di questi tempi non è poco.<br />
Tolstoj, Lev N., Il risveglio interiore. Scritti sull’uomo, la religione, la società, Incontri Editrice, Sassuolo,<br />
2010 (tel. 0536/981390)<br />
Tolstoj, Lev N., Perché la gente si droga? E altri saggi su società, politica e religione, Mondadori, Milano,<br />
2008<br />
Tolstoj, Lev N., Una rondine fa primavera. Scritti sula società senza governo con i giudizi degli anarchici<br />
italiani (1894-1910), (a cura di Piero Brunello), Edizioni Spartaco, Santa Maria Capua Vetere, 2006<br />
Amici di Tolstoi (a cura di), Tolstoj e Marx. Oltre il marxismo verso la nonviolenza, Sankara, Roma, 2006<br />
Tolstoj, Lev N., Scritti politici. Per la liberazione nonviolenta dei popoli, Sankara, Roma, 2005<br />
Tolstoj, Lev N., Perché vivo? Riflessioni sullo scopo e il significato dell’esistenza, L’Epos, Palermo, 2004<br />
Tolstoj, Lev N., Sulla follia. Scritti sulla crisi del mondo moderno, Edizioni del Rosone, Foggia, 2003<br />
Amici di Tolstoi (a cura di), Tolstoi il profeta. Invito alla lettura degli scritti filosofico-religiosi, Il Segno<br />
dei Gabrielli, S. Pietro in Cariano, 2000<br />
Tolstoj, Lev N., La Vera Vita - Il denaro – Come leggere il Vangelo, A.I.I.-Manca Editore, Genova, 1991<br />
Tolstoj, Lev N., Tolstoi verde. Il primo gradino ed altri scritti, A.I.I.-Manca Editore, Genova, 1990<br />
Tolstoj, Lev N., Il Regno di Dio è in voi, Publiprint-A.I.I.-Manca, Trento-Genova, 1988<br />
Tolstoj, Lev N., Scritti eretici (a cura di Marco Bucciarelli), Edizioni La Baronata, Lugano, 1986
v<br />
Eventi, Corsi, Formazione<br />
EVENTI<br />
27 / 30 gennaio<br />
Klimahouse<br />
Bolzano<br />
È la sesta fiera internazionale specializzata<br />
per l’efficienza energetica e la<br />
sostenibilità in edilizia, nata dall’esigenza<br />
sempre crescente di costruire<br />
in maniera sostenibile, risparmiando<br />
energia e così rispettando l’ambiente.<br />
Accanto alla classica manifestazione<br />
fieristica verrà organizzato<br />
un convegno internazionale, al<br />
quale parteciperanno noti relatori<br />
e che permetterà agli operatori del<br />
settore di aggiornarsi e ottenere<br />
informazioni utili.<br />
Per info e contatti: 0471 516000<br />
reception@fierabolzano.it<br />
1 / 3 marzo<br />
Ecobuilding<br />
Londra<br />
Anche nel 2011 si terrà a Londra<br />
“Ecobuild”, la più grande manifestazione<br />
dedicata all’edilizia e al design<br />
sostenibili, alle energie rinnovabili e<br />
al settore delle costruzioni. L’evento,<br />
che si terrà nel centro espositivo<br />
Excel di Londra, nasce nel 2005<br />
con soli 50 espositori e 1.500 visitatori;<br />
crescendo enormemente di<br />
anno in anno, raggiunge nel 2010<br />
i 1.000 espositori con 41.000 visitatori,<br />
divenendo così la più grande<br />
e completa vetrina londinese sulle<br />
costruzioni ecosostenibili, con ampi<br />
spazi dedicati all’ingegneria internazionale.<br />
Per info e contatti:<br />
http://www.ecobuilding.co.uk<br />
25 / 27 marzo<br />
Fa’ la cosa giusta!<br />
Milano<br />
Giunta alla settima edizione, la fiera<br />
organizzata da Terre di Mezzo, Fa’<br />
la cosa giusta! è la mostra mercato<br />
che si propone di diffondere sul territorio<br />
nazionale le “buone pratiche”<br />
di consumo e produzione, dando<br />
vita a eventi in grado di comunicare<br />
i valori di riferimento dell’Economia<br />
Solidale e valorizzare le specificità<br />
e eccellenze del territorio, in rete e<br />
in sinergia con il tessuto istituzionale,<br />
associativo e imprenditoriale<br />
locale.<br />
Il tema principale dell’edizione di<br />
quest’anno, che come di consueto<br />
si svolge nel padiglione fieristico<br />
Milanocity, sarà Mangia come parli.<br />
Per info e contatti: 02 89409670<br />
info@falacosagiusta.org<br />
CORSI<br />
23 gennaio – 20 febbraio –<br />
20 marzo<br />
Laboratori di panificazione<br />
urbana<br />
Presso il ristorante Necci, in zona<br />
Pigneto (RM) si tengono laboratori<br />
per imparare a fare il pane a<br />
lievitazione naturale. l’associazione<br />
Casa del Cibo insegnerà ai<br />
partecipanti questa antica tecnica,<br />
per ottenere un pane ricco di vitamine<br />
e fermenti lattici, biologico,<br />
fragrante, leggero (tanto che può<br />
essere perfino tollerato dai celiaci)<br />
ed economico.<br />
Per informazioni: 3493922564;<br />
prenotazioni: 3391085351.<br />
Gennaio/ Marzo 2011<br />
19 – 26 febbraio<br />
Corso di costruzione naturale<br />
con la terra<br />
Nell’ecovillaggio Gaia, a Navarro,<br />
distante un centinaio di chilometri<br />
da Buenos Aires, l’istituto argentino<br />
di permacultura organizza un<br />
corso intensivo per imparare la tecnica<br />
della costruzione in terra, “il<br />
Natural Building” sulla base della<br />
lunga esperienza maturata nell’ecovillaggio<br />
stesso. Questo rivoluzionario<br />
metodo di costruzione naturale<br />
– emerso in risposta alla crescente<br />
preoccupazione per la crisi ambientale<br />
– offre una valida alternativa<br />
sostenibile, il massimo isolamento<br />
termico uniti a creatività e design<br />
altamente estetici. Per ulteriori informazioni<br />
contattare gaia@gaia.org.ar<br />
oppure telefonare allo +54 2272<br />
492072.<br />
Da sabato 26 febbraio<br />
Apicoltura Pratica<br />
La scuola di pratiche sostenibili<br />
di Milano, organizza un corso per<br />
imparare dalla A alla Z tutti i passi<br />
necessari per la buona conduzione<br />
di un apiario con metodi biologici.<br />
Il corso, tenuto da Aristide<br />
Riccardi, esperto apicoltore, si<br />
svolge presso l’apiario dell’Azienda<br />
Agricola “Terra e Acqua”, che<br />
ospita la scuola. La durata del<br />
corso è di 12 lezioni.<br />
Per informazioni:<br />
info@scuoladipratichesostenibili.it<br />
<strong>Consapevole</strong> 75
Botta e risposta<br />
La rubrica delle lettere<br />
Mi chiamo Pietro, ho vissuto per molti anni in<br />
Svizzera, dove sono molto organizzati nella<br />
gestione dei rifiuti, soprattutto nella separazione.<br />
In Italia, vivo a Caltanissetta, la situazione è<br />
disgustosa: ogni giorno devo fare molta strada a<br />
piedi per la differenziata e per portare gli scarti di<br />
cucina negli appositi cassonetti. Se tutti facessero<br />
la raccolta differenziata, ogni anno ci sarebbero<br />
1,5–2 tonnellate in meno di rifiuti da buttare nella<br />
spazzatura.<br />
Qualche tempo fa avevo scritto all’ARPA di<br />
Palermo per chiedere che l’azienda fornisse una<br />
compostiera, da sistemare in un paese presso il<br />
terreno di un amico. Poteva essere una buona<br />
occasione per invogliare molti a questo tipo di<br />
cultura. Ma dall’ARPA non ho ottenuto risposta.<br />
Potete darmi voi qualche consiglio in merito?<br />
Si possono realizzare dei progetti sovvenzionati<br />
dall’UE, in modo che il Comune possa mettere<br />
nelle vicinanze del paese una zona adibita a compostiera<br />
dove tutte le persone possano avere un<br />
pezzetto di terreno da coltivare, poter fare il giardino<br />
con relativa compostiera? Questo permetterebbe<br />
al Comune di risparmiare ogni anno centinaia<br />
di tonnellate di rifiuti, risparmiando diverse<br />
migliaia di euro.<br />
Grazie,<br />
Pietro – Caltanissetta<br />
Gentile Pietro,<br />
la sua domanda è più che attuale, visto quanto<br />
sta succedendo in molte parti d’Italia.<br />
La Sicilia è una regione a statuto speciale, cioè<br />
può decidere leggi extra rispetto a quelle nazionali,<br />
anche in merito alla gestione dei rifiuti.<br />
Le consiglio a questo proposito di fare riferimento<br />
al suo territorio di appartenenza, che dalla sua<br />
firma desumiamo sia la provincia di Caltanissetta,<br />
quindi le richieste e le indicazioni sono da richiedere<br />
all’ARPA di Caltanissetta che ci risulta essere<br />
questa:<br />
Struttura Territoriale di Caltanissetta<br />
Dipartimento Provinciale (DAP)<br />
Nominativo<br />
DAP Caltanissetta<br />
76 <strong>Consapevole</strong><br />
Indirizzo<br />
Viale regione, 64 - 93100 - Caltanissetta<br />
Telefono 0934.506624<br />
Fax 0934.599134<br />
E-mail dapchimicocl@arpa.sicilia.it<br />
La gestione dei rifiuti è riferita a un piano provinciale,<br />
ma la scelta delle metodologie in genere<br />
spetta al proprio Comune di appartenenza.<br />
Ha perfettamente ragione sulla modalità di smaltimento<br />
dell’organico, il Comune dovrebbe promuovere<br />
il compostaggio domestico, ma spesso<br />
questa sensibilità manca ai nostri amministratori.<br />
L’organico rappresenta oltre il 30% dei nostri<br />
rifiuti, quindi il suo corretto smaltimento è essenziale<br />
per ridurre il rifiuto totale da gestire.<br />
Le consigliamo, nell’attesa che i suoi amministratori<br />
acquisiscano consapevolezza, di iscriversi ad<br />
un’associazione ambientalista del suo territorio<br />
(sicuramente ne esisteranno) per fare sentire la<br />
sua voce, nonché di acquistare personalmente<br />
una compostiera illustrandone i vantaggi presso<br />
amici e conoscenti.<br />
Le segnaliamo questo corso di compostaggio realizzato<br />
dal Prof. Federico Valerio, grande esperto<br />
in materia, il quale spiega come, chiunque possa<br />
sperimentare, fare il compostaggio domestico<br />
anche senza avere un terreno adeguato, semplicemente<br />
sul balcone di casa. Ci tenga aggiornati!<br />
Corso di compostaggio domestico: http://federicovalerio.splinder.com/post/15597508.<br />
Buona fortuna!<br />
Barbara Martini, presidente del MIZ<br />
(Movimento Impatto Zero, Forlì)<br />
Per condividere<br />
con noi le vostre riflessioni,<br />
per avere informazioni e consigli scriveteci a<br />
info@ilconsapevole.it.
Vuoi avere molta più visibilità<br />
per la tua azienda,<br />
il tuo esercizio commerciale,<br />
la tua associazione?<br />
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Scegliendo Vivi <strong>Consapevole</strong> come partner per la tua pubblicità scegli una realtà vitale,<br />
in grande espansione e in continuo miglioramento; un grande pubblico attento e<br />
ricettivo ad argomenti come la permacultura, l’autosufficienza e l’ecologia; appoggi<br />
e sostieni il nostro lavoro di divulgazione culturale.<br />
Vivi <strong>Consapevole</strong> si presenta: ecco la nostra carta d’identità!<br />
Vivi <strong>Consapevole</strong> è una rivista trimestrale a colori e illustrata, edita dal Gruppo Editoriale<br />
Macro, casa editrice presente sul mercato dal 1987 e oggi leader in Italia nei<br />
settori delle terapie alternative, dell’alimentazione naturale e nel body mind spirit.<br />
Alla rivista cartacea si affianca il visitatissimo sito internet<br />
www.ilconsapevole.it con tantissimi iscritti alla newsletter!<br />
v Cosa facciamo<br />
Da anni vivi<strong>Consapevole</strong> porta avanti un progetto culturale<br />
importante. Autosufficienza, permacultura, decrescita, cultura<br />
della transizione, abitudine alle “buone pratiche”, risparmio<br />
energetico, riciclaggio dei rifiuti, bioarchitettura e bioedilizia,<br />
terapie naturali, genitorialità sono i nostri temi, le parole chiave<br />
che ci guidano nel lavoro quotidiano, la nostra inesauribile fonte<br />
di energia.<br />
L’approfondimento con cui trattiamo gli argomenti, la ricchezza<br />
delle informazioni, lo sguardo rivolto alle novità del panorama<br />
internazionale, il contatto diretto con i gruppi, le associazioni, i<br />
movimenti e le persone sono i punti di forza che ci contraddistinguono<br />
dalle altre pubblicazioni periodiche di matrice ecologista<br />
presente nel panorama editoriale italiano.<br />
v Il nostro pubblico<br />
Un pubblico sempre più vasto si sta avvicinando ai temi della decrescita,<br />
dell’autosufficienza e della permacultura, temi che nell’immediato<br />
futuro conosceranno un notevole aumento d’interesse anche da parte<br />
delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni. I singoli individui<br />
sensibili al tema ecologico nel senso più ampio del termine; i gruppi<br />
come i GAS (gruppi di acquisto solidali) e i RES (reti di economia<br />
solidale); le associazioni impegnate nella diffusione di nuove forme di<br />
agricoltura (agricoltura sinergica, permacultura, biodinamica); le reti<br />
di diffusione della decrescita; i comuni virtuosi; le città in transizione;<br />
le imprese completamente rivolte allo sviluppo di economie rispettose<br />
dell’ambiente sono il pubblico cui vivi <strong>Consapevole</strong> si rivolge in maniera<br />
privilegiata.<br />
Contattaci! Email: commerciale@ilconsapevole.it<br />
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Enrico Fedrigo - commerciale@ilconsapevole.it, tel.<br />
<strong>Consapevole</strong> 77
Punti Vendita in cui trovi la rivista<br />
Vivi <strong>Consapevole</strong> è distribuito per abbonamento, in libreria e in punti vendita selezionati<br />
(negozi di alimentazione biologica e naturale, di arredamento ecologico, erboristerie etc.)<br />
ABRUZZO<br />
Avezzano (AQ) - Libreria Panella - via Marconi 50<br />
Chieti - Libreria De Luca - via De Lollis 12/14<br />
Chieti - Adea<br />
Giulianova (TE) - Libreria Ianni - via Gorizia 25<br />
Lanciano (CH) - Cartolibreria Cipolla - via Dalmazia 34/36<br />
L’Aquila - Libreria Colacchi - via Bafile 17<br />
Ortona (CH) - Moderna - corso Da Tamarete Zona Industriale<br />
Pescara - Naturista Libreria - via Ancona 66<br />
Spoltore - Biopolis - via Europa 4/6<br />
BASILICATA<br />
Matera - Libreria Di Giulio - via Dante 61 f/g/h<br />
Potenza - Libreria Mondadori - via Pretoria 212<br />
CAMPANIA<br />
Avellino - Libreria Guida - piazzale A. Guarino 15/19<br />
Aversa (CE) - Quarto Stato - via Magenta 78/80<br />
Benevento - Alisei Libri - viale dei Rettori 73/f<br />
Benevento - Libreria Guida - via Francesco Flora 13/15<br />
Caserta - Libreria Guida - via Caduti sul Lavoro 29/33<br />
Cava de’ Tirreni(SA) - L’ Orto Biologico - via V.Veneto, 318<br />
Ischia Porto (NA) - Imagaenaria - via Giovanni da Procida,13<br />
Napoli - Libreria Guida - via Port’Alba 20/23<br />
Napoli - Loffredo Luigi Editrice Libraria - via Kerbaker 19/21<br />
Napoli - Libreria Ghedini - via M.Pietravalle 5<br />
Napoli - Libreria Guida - via Merliani 118/120<br />
Salerno - Libreria Guida - corso Garibaldi 142 b/c<br />
Salerno - L’Orto Biologico - viale Luigi Settembrini, 26<br />
Salerno - Ar Libreria - Largo Dogana Regia<br />
Salerno - Libreria Arechi - Largo Cassa Vecchia 6<br />
San Giorgio a Cremano (NA) - Consorzio Vesuvio Libri - via Cavalli di Bronzo 24<br />
Sorrento (NA) - Libreria Tasso - via San Cesareo 96<br />
Sorrento (NA) - La Capsa Libreria - corso Italia 259/D<br />
Torre Del Greco (NA) - Alfabeta Libreria - corso V.Emanuele 134<br />
EMILIA ROMAGNA<br />
Bellaria (RN) - Libreria Papiro - viale Paolo Guidi 118 Bologna(BO) - Libreria<br />
Esoterica<br />
Bologna - Feltrinelli - P.zza Ravegnana<br />
Bologna - Melbook<br />
Bologna - Feltrinelli - Via dei Mille<br />
Bologna - Ibis - via Castiglione 31<br />
Bologna - Libreria Irnerio - via Irnerio 27<br />
Bologna - Naturista New-Age - via Degli Albari 2<br />
Borgonovo val Tidone - Edicola Tabacchi di Rigoni Paolo - Castelnovo Val Tidone,<br />
26<br />
Carpi (MO) - La Fenice - via Mazzini 15<br />
Castel San Pietro (BO) - Atlantide - via Mazzini 93<br />
Cesena - Natura e Vita - Via Cavalcavia,805<br />
Cesena - Cappelli Libri<br />
Cesena - Libreria Bettini<br />
Cesena - Cappelli Libri - via Carducci 27<br />
Cesenatico (FC) - Katie King - via Da Vinci 26<br />
Cesenatico (FC) - Librincontro - viale Roma 89<br />
Comacchio - Erboristeria Il Fiordaliso - Via Sambertolo,17<br />
Faenza (RA) - Incontro - corso Saffi 19/a<br />
Ferrara - Feltrinelli<br />
Ferrara - MelBookStore - piazza Trento e Trieste 24<br />
Fidenza (PR) - Laura Carandini - via Berenini 74<br />
Forlì - Libreria Mega - via Porta Cotogni 18/a<br />
Imola - Libreria Palazzo Monsignani<br />
Lido degli Estensi (FE) - Libreria Le Quercie - via delle Quercie 22<br />
Lugo(Ra) - La Bottega della Natura - vicolo del Teatro, 18<br />
Mantova - Nautilus - piazza 80°Fanteria 19<br />
Mirandola (MO) - L’Asterisco - via Circonvallazione 4<br />
Modena - Feltrinelli<br />
Modena - Terra e Sole - via Albinelli, 13/a<br />
Modena - Libreria Nuova Tarantola - via Canalino 35<br />
Modena - Scienza dei Magi - viale Storchi 339/341<br />
Parma - Feltrinelli<br />
Parma - Sessanta BPM - via Balestrieri 2<br />
Piacenza - Scrivani Antonella - via Stradella 27/a<br />
Piacenza - L’albero del Pane - via X Giugno, 80<br />
Piacenza - Libreria Internazionale Romagnosi - via Romagnosi 31<br />
Porretta Terme (BO) - L’ Arcobaleno - via Mazzini 58<br />
Ravenna - Libreria Gulliver - via Diaz 17-19-21<br />
Ravenna - Modernissima - via Ricci 35<br />
ReggioEmilia - Associazione Mag 6<br />
ReggioEmilia - Libreria all’Arco<br />
Reggio Emilia - Libri e Libri - piazza della Vittoria 1/c Repubblica San Marino -<br />
Isola del Libro - via 3 Settembre 17<br />
Riccione (RN) - Libreria Mondadori - viale Gramsci 1<br />
Rimini - Libreria Cappelli - Centro Commerciale Le Befane<br />
Rimini - Terra e Sole - via Bramante, 7/a<br />
Rimini - Libreria Giardino Libri - corso Augusto 205<br />
Rimini - Il Libro e la Vela - largo Boscovich 1<br />
Rosola di Zocca - Campeggio Montequestiolo<br />
Salsomaggiore (PR) - Libreria Mondadori<br />
Sassuolo (MO) - Incontri - p.zza Libertà 29<br />
Serravalle (RSM) - Leonardo - via Moretti 23<br />
Vignola (MO) - La Quercia dell’Elfo - via Bonesi 1/b<br />
Villalta di Cesenatico - Leonardo - Via del Tigli 1/c<br />
78 <strong>Consapevole</strong><br />
FRIULI VENEZIA GIULIA<br />
Cividale del Friuli (UD) - La Libreria - via Manzoni 3 Gorizia Antonini - corso<br />
Italia 51/a<br />
Gorizia - Libreria del Centro - via Codelli 1<br />
Gorizia - Antonini - via Mazzini 16<br />
Monfalcone (GO) - Rinascita - viale San Marco 29<br />
Santa Croce(TS) - Naturalia - Loc.Santa Croce,204<br />
Torreano di Martignacco (UD) - Libreria Mondadori - centro Comm. Fiera<br />
Trieste - Libreria Borsatti - via Ponchielli 3<br />
Trieste - La Bancarella - via dell’Istria 14<br />
Trieste - Libreria Svevo - c.so Italia 9<br />
Trieste - New Age Center - via Nordio, 4/c<br />
Trieste - La Fenice - via Battisti 6<br />
Udine - Carducci - piazza XX Settembre 16<br />
Udine - Cebi Centro Ecobiologico - Via Tricesimo,254 Udine - Aurora - Via<br />
Bersaglio,7<br />
Udine - Moderna - via Cavour, 13<br />
Udine - Librincentro - via Viola 2<br />
LAZIO<br />
Albano Laziale (RM) - Il Cartolibro - via Donizetti 14/A<br />
Frascati (RM) - Libreria Cavour - piazza S.Pietro 10<br />
Genzano (RM) - The Book di Ventucci - viale Buozzi 15 Ladispoli (RM) - Libreria<br />
Scritti e Manoscritti - via Ancona 180<br />
Latina - Cartoleria L’Approdo - corso Matteotti 3<br />
Nettuno (RM) - Misteri Libri - via De Gasperi 5<br />
Ostia (RM) - Libreria Europa - via Delle Baleniere 167<br />
Rieti - Libreria Gulliver - via Roma 61<br />
Roma - Arion Euroma 2 - Centro Commerciale Euroma 2<br />
Roma - Il Salice - via Reggio Emilia, 61/a<br />
Roma - Arion Porta di Roma - Centro Commerciale Porta di Roma<br />
Roma - Arion Prati - via Pierluigi da Palestrina 1-3-5 Roma - Libreria Gabi<br />
International - via Gabi 30/a<br />
Roma - Il Mercatone del Libro - via Mingazzini 1/b Roma Shanti Libreria - via<br />
dei Gergofili 67<br />
Roma - La Romanina - via E.Ferri<br />
Roma - Libreria Arethusa - via della Primavera 89/101<br />
Roma - Libreria Doppiagi - via Duccio di Boninsegna 30<br />
Roma - Libreria Eritrea - viale Eritrea 72/m-n<br />
Roma - Libreria Minerva - piazza Fiume 57<br />
Roma - Libreria Mondonuovo - Centro Comm. Cinecittà 2<br />
Roma - Libreria Mt. Cicerone - sottopassaggio Largo Chigi -<br />
Roma - Libreria Nuova Europa - via Mario Rigamonti 100<br />
Roma - Libreria Scuola e Cultura - via Ugo Ojetti 173<br />
Roma - Libreria Scuola e Cultura - CC Dima Shopping - via della Bufalotta 548<br />
Roma - Libreria Tiburtina - via Tiburtina 541<br />
Roma - Libreria Village - viale Parco de’ Medici 131<br />
Roma - Libreria La Conca D’Oro - via Conca d’Oro 337/339<br />
Viterbo - Libreria dei Salici - via Cairoli 35<br />
LIGURIA<br />
Albenga (SV) - Libreria San Michele - via Episcopio 1 Arenzano (GE) - Libreria<br />
Capello Sabina - via Capitan Romeo 75-77-79<br />
Chiavari (GE) - Ars Nova - piazza Roma 48-49<br />
Diano Marina (IM) - Biblos - via Colombo 22<br />
Finale Ligure(SV) - Cento Fiori - via Ghiglieri, 1<br />
Genova - Assolibro - via San Luca 58/r<br />
Genova - Synestesia - via M Novaro,2, 4, 6<br />
Genova - Buenos Aires - corso Buenos Aires 5/r<br />
Genova - Cadorna - sottopassaggio Cadorna<br />
Genova - Porto Antico Libri - area porto Antico<br />
Imperia - Assolibro - via Bonfante 42<br />
La Spezia - Contrappunto - via Galilei 17<br />
Recco (GE) - Libreria Capurro - passo Assereto 5<br />
Sanremo (IM) - Garibaldi - corso Garibaldi 26<br />
Sarzana(SP) - Il Raggio Verde - Piazza Matteotti,36 Savona - Leggio - via<br />
Montenotte, 34<br />
Savona - Moneta - via Boselli 8/r<br />
LOMBARDIA<br />
Bergamo - Shesat - via San Bernardino 15/c<br />
Brescia - Il Velo di Maya - via Rodi 73<br />
Busto Arsizio (VA) - Libreria Boragno - via Milano 4<br />
Castiglione delle Stiviere - Mare Nostrum - via Desenzani, 1<br />
Como - Meroni - via Vittorio Emanuele II - 71<br />
Cremona - Spotti - corso Matteotti 41<br />
Lecco - Internazionale Cavour - via Cavour 48<br />
Lodi - Libreria Del Sole - via XX Settembre 26/28<br />
Lugano (CH) - Waelti - quartiere Maghetti<br />
Mantova - Libreria Nautilus<br />
Milano - Farmacia Tolstoi - via Tolstoi 17<br />
Milano - Gruppo Anima - galleria Unione 1<br />
Milano - Hoepli - via hoepli 5<br />
Milano - Libreria Alternativa - via dei Transiti 27<br />
Milano - Libreria Ecumenica - piazza San Babila Stazione MM<br />
Milano - Libreria Lirus - via Vitruvio 43<br />
Milano - Puccini - via boscovich 61<br />
Monza - Libri e Libri - via Italia 22<br />
Pavia - Loft 10 - piazza Cavagneria 10<br />
Sondrio - Libreria Esoterica Il Faro - via De Simoni 63 -<br />
Tirano - Karlik - via M. Quadrio, 3
Varese - Libreria Del Corso - c.so Matteotti 22/24<br />
Vedano-Olona - Studio profess. Di Binotto Alberto - via Patrioti, 5<br />
MARCHE<br />
Ancona - Libreria Fogola - piazza Cavour 4/5/6<br />
Ascoli - Rinascita - piazza Roma 7<br />
Civitanova Marche (MC) - Libreria Ranieri - p.zza XX Settembre 22<br />
Falconara Marittima (AN) - Libri e Libri - via Flaminia 508<br />
Jesi (AN) - Libreria Incontri - costa Mezza Lancia 1 Macerata - Cavour - via 24<br />
Maggio 3<br />
Osimo (AN) - Non Solo Libri - via Marco Polo 124<br />
Pesaro -Libreria Bonali - viale Repubblica 36<br />
Pesaro - Pesaro Libri - piazzale I Maggio 4<br />
Porto San Giorgio (AP) - Don Chisciotte - viale Cavallotti 145<br />
San Benedetto del Tronto (AP) - La Bibliofila - via Ugo Bassi 38<br />
Senigallia (AN) - Sapere Ufficio - via Maierini 10<br />
Serra de’ Conti - Urluberlù srl - via Mannucci, 10<br />
MOLISE<br />
Isernia - Libreria della Corte - via Giovanni Berta<br />
Termoli (CB) - Libreria Il Ponte - corso Nazionale 178 -<br />
PIEMONTE<br />
Alessandria - Libreria Fissore - piazza Libertà 26<br />
Arona (NO) - Librami - corso della Repubblica 106<br />
Asti - Parola di Passo - via XX Settembre 26<br />
Biella - Il Libro - via Losana 6/c<br />
Cuneo - Libreria Janus - p.zza Europa 24<br />
Cuneo - L’Ippogrifo - c.so Nizza 1<br />
Ivrea (TO) - La Libreria - corso Cavour 11<br />
Novara - La Libreria - via Rosselli 13<br />
Torino - Libreria Orsa maggiore - Corso Giulio Cesare, 56/bis<br />
Torino - Arethusa - via Po 2<br />
Torino - Psiche 2 - via Monginevro 11/a<br />
Torino - Setsu Bun - via Cernaia 40/m<br />
Torino - Verde Libri - via Nizza 133<br />
Verbania - Margaroli - corso Mameli 55<br />
Vercelli - Nutrilamente Libri e non Solo - corso Libertà 131/a<br />
Villar Dora - Erboristeria le Tre Nature - via Sant’Ambrogio, 94<br />
PUGLIA<br />
Bari - Libreria Roma - piazza Aldo Moro 13<br />
Andria (BA) - Libreria Guglielmi - via G. Bovio, 76<br />
Bari - Libreria La Terza - via Sparano 136<br />
Bari - Nuova Editoriale Scientifica - Viale Ennio 10/B<br />
Bari - Quintiliano Libreria - via Arcidiacono Giovanni 9<br />
Cosenza - Nova Domus Luce - corso d’Italia 74/84<br />
Fasano (BR) - Libri e Cose - via del Calvario 29<br />
Foggia - Dante Libreria - via Oberdan 1<br />
Gioia Del Colle (BA) - Minerva Libreria - via Carlo Soria, 25<br />
Lecce - Libreria Liberrima - corte dei Cicala 1<br />
Locorotondo (BA) - L’Approdo - piazza Mitrano 5<br />
Lucera (FG) - Libreria Catapano - viale Dante,1<br />
Maglie (LE) - Universal Service - via Ospedale 24<br />
Manduria (TA) - Caforio - via Borsellino 7/13<br />
Martina Franca (TA) - Libreria Colucci - via Paisiello, 27<br />
Sava(TA) - Bottega del Mondo - via Vittorio Emanuele, 68<br />
Taranto - Dickens Libreria - via Mezzetti 17<br />
Taranto - Filippi Libreria - via Nitti 8c<br />
Trani (BA) - La Maria del Porto - via Statuti Marittimi 44<br />
SARDEGNA<br />
Cagliari - Il Portale - viale Regina Margherita 63<br />
Alghero (SS) - Libreria Il Manoscritto - via Pascoli 43/45<br />
Cagliari - Libreria Piazza Repubblica - piazza Repubblica 23<br />
Cagliari - Ecopharm srl - via Giaime Pintor, 17/17a<br />
Cagliari - Libreria Succa - via Grazia Deledda 34/36<br />
Carbonia - Bottega dello Studente - via Gramsci 12<br />
La Maddalena (OT) - Libreria dell’ Isola - corso Vittorio Emanuele 14<br />
Nuoro - Libreria Novecento - via Manzoni 26<br />
Nuoro - Liber Libreria - via Deffenu 49<br />
Olbia - Libreria dell’ Isola - corso Umberto I - 154<br />
Oristano - Libreria Canu - via De Castro 20<br />
Sassari - Libreria Max 88 - via G.Asproni 26/b<br />
Sassari - Messaggerie Sarde - piazza Castello 11<br />
Sassari - Koinè Libreria Internazionale - via Roma 137<br />
Tempio Pausania (OT) - Libreria Max 88 - piazza Gallura 1<br />
SICILIA<br />
Agrigento - De Leo - via XXV Aprile 210<br />
Agrigento - Libreria Traversa - Via Dante, 29<br />
Alcamo (TP) - Edicola Libreria Pipitone - viale Europa 68<br />
Bagheria (PA) - Libreria Interno 95 - prosecuzione via Dante 95<br />
Barcellona P. di G. (ME) - Gutenberg - vicolo San Sebastiano 24<br />
Catania - Libreria Cavallotto - viale Ionio 32<br />
Catania - Libreria Cavallotto - corso Sicilia 91<br />
Enna - Minerva - via Roma 383<br />
Giarre (CT) - La Senorita - corso Italia 132<br />
Marsala - Libreria Mondadori - piazza della Repubblica 5<br />
Messina - Libreria Bonanzinga - via dei Mille 110<br />
Messina - Libreria Ciofalo - p.zza Municipio 67<br />
Noto (SR) - Liber e Liber - via Ruggero Settimo 17<br />
Palermo - Libreria Campolo - via Campolo,86/90<br />
Palermo - Libreria Pegaso - via Notarbartolo 9/f<br />
Palermo - Voglia di Leggere - via Pacinotti 42<br />
Palermo - La Rosa dei Sapori - piazza Diodoro Siculo 1-1/A<br />
Palermo - Modus Vivendi - via Quintino Sella 79<br />
Ragusa - Flaccavento - via Rapisardi 99<br />
Reggio Calabria - Nuova Ave - corso Garibaldi 106<br />
Siracusa - Diana - corso Gelone 57<br />
Trapani - Libreria Lo Bue - via Fardella 72<br />
Trapani - Libreria Salve - via Manzoni,15<br />
Trapani - Del Corso - corso Vittorio Emanuele 61<br />
TOSCANA<br />
Arezzo - Edison Bookstore - via G. Verdi 22<br />
Arezzo - Sapore di Sole - via Po, 30<br />
Cast. Della Pescaia - Erboristeria della Maremma - via Porto Canale, 9<br />
Cecina (LI) - Lucarelli - corso Matteotti 93<br />
Cerbaia(FI) - Il filo di Paglia - via Empolese, 220/A<br />
Empoli (FI) - Libreria Rinascita - via Ridolfi 53<br />
Firenze - Libreria Edison - piazza Repubblica 27<br />
Firenze - Libreria Martelli - via Martelli 22/r<br />
Firenze - La Tua Erboristeria - via C. Franceschi F. 12/R<br />
Grosseto - Bibliothé - via Cavour 9<br />
Grosseto - Erboristeria il Cielo Stellato - via Solferino 10<br />
Grosseto - Palomar - Corso Carducci 67/b-c<br />
Livorno - Belforte - via Grande 91<br />
Livorno - Gaia Scienza - via Di Franco 12<br />
Lucca - Lucca Libri - corso Garibaldi 54<br />
Lucca - Edison Bookstore - via Roma ang. via Cenami<br />
Lucca - Libreria Mondadori - via Fillungo 211<br />
Massa - Libri in Armonia - via Angelini 19<br />
Montecatini T. (PT) - Vezzani - via Solferino 9<br />
Orbetello (GR) - Libreria Bastogi - corso Italia 25<br />
Piombino (LI) - Bancarella - via Tellini, 21<br />
Piombino (LI) - La Fenice - via Petrarca 16/a<br />
Pisa - Pietrobelli - via B. Croce 71<br />
Pistoia - Edison Bookstore - via degli Orafi 64<br />
Pistoia - Libreria Orsini - via Fiorentina, 69<br />
Poggibonsi - Biosfera - via di Salceto, 85/a<br />
Pontedera (PI) - Carrara - via XX Settembre 17<br />
Pontedera (PI) - Roma - via Roma 15<br />
Portoferraio (LI) - Il Libraio - calata Mazzini 10<br />
Porto Santo Stefano - C’era una Volta - Corso Umberto I 54<br />
Prato - Libreria Al Castello - viale Piave 12/14<br />
Prato - Soprattutto Libri - corso Mazzoni 27<br />
Rosignano Solvay(LI) - Bio Transito - via Catalani, 131<br />
Sesto Fiorentino (FI) - Rinascita - via A. Gramsci 334<br />
Siena - Senese - via di Città 64<br />
Siena - Feltrinelli - via Banchi di Sopra, 64/66<br />
Siena - Ticci - via delle Terme 5/7<br />
Vallevecchia(LU) - Bioversilia - via provinciale Vallevecchia,103<br />
Viareggio (LU) - Galleria del Libro - viale Margherita 33<br />
Viareggio (LU) - Erboristeria la Manna - Via A. Fratti,226<br />
Viareggio (LU) - Libreria la Vela - corso Garibaldi 19<br />
TRENTINO ALTO ADIGE<br />
Bolzano - Peter Pan - via Firenze, 36/38<br />
Bolzano - Cappelli - piazza Vittoria 41<br />
Merano (BZ) - Libreria Buchgemeischaft - via Cassa Risparmio 117°<br />
Rovereto (TN) - Rosmini - c.so Rosmini, 34<br />
Rovereto (TN) - Cibi Sani - P.zza della Chiesa, 15<br />
Cavalese(TN) - La Bottega delle Erbe - Via Scario,4<br />
Trento - Ancora - via Santa Croce 35<br />
UMBRIA<br />
Foligno (PG) - Libreria Luna - via Gramsci 41<br />
Perugia - Libreria Grande - via della Valtiera 229<br />
Terni - Libreria Alterocca - via C. Tacito 29<br />
Terni - Libreria Laurentiana - via Garofoli 6<br />
VALLE D’AOSTA<br />
Aosta - Libreria Omnibus - via Trottechien 2<br />
VENETO<br />
Alpo(VR) - Cerchio della Luna<br />
Arcugnano(VI) - Pantheum - Via G.Galilei, 2/5 D<br />
Bassano del Grappa (VI) - La Bassanese librerie srl - Largo Corona d’Italia, 41<br />
Bassano del Grappa (VI) - Libreria Palazzo Roberti - via J. Da Ponte 34<br />
Belluno - Libreria del Centro - piazza dei Martiri 14/a<br />
Belluno - Tarantola - via Roma 27<br />
Conegliano Veneto (TV) - Quartiere Latino - via XI Febbraio, 34<br />
Conegliano Veneto (TV) - Libreria Canova - via Cavour 6/b<br />
Feltre (BL) - Agorà - via Garibaldi 8<br />
Istrana(TV) - Erbosanit Erboristeria - Piazzale Roma,61<br />
Lugagnano(VR) - Edicola Libreria Castioni Sergio - Via Cao Prà,28 -<br />
Mestre (VE) - Fiera del Libro - viale Garibaldi 1/b<br />
Mestre (VE) - Feltrinelli - P.zza XX ottobre<br />
Oderzo (TV) - Becco Giallo - via Umberto I, 27<br />
Padova - Libreria Zannoni - corso Garibaldi 21<br />
Padova - Feltrinelli - Via S. Francesco, 17<br />
Padova - MelBookStore - via Martiri della Libertà 1<br />
Pescantina(VR) - L’Albero - Corso S. Lorenzo,1/a<br />
Pieve di Soligo - Ariele Pieve - Via Aldo Moro,11<br />
Pordenone - Le Risorgive - Piazzale S.Lorenzo,14<br />
Pordenone - Gaia - Via S. Giuliano,35<br />
Pordenone - Libreria Al Segno - piazza del Cristo 7/a<br />
Pordenone - Libreria Al Segno - via Oberdan 7<br />
Pordenone - Libreria San Giorgio - via XXX Aprile 4<br />
Portogruaro (VE) - Libreria Al Segno - calle delle Beccherie 8<br />
Rovigo - Spazio Libri - corso del Popolo 142<br />
Sacile (PN) - Libreria Al Segno - piazza Campo Marzio 27<br />
Schio (VI) - Bortoloso - piazza Rossi 10<br />
Thiene (VI) - Leoni - corso Garibaldi 189<br />
Treviso - Supermercato del Libro - via Castellana 37/l/m<br />
Treviso - Libreria Canova - via Calmaggiore 31<br />
Venezia - Goldoni - calle dei Fabbri 4742/43<br />
Verona - Il Cerchio della Luna - via Bassani 84<br />
Verona - Libreria Gheduzzi - corso S.Anastasia 7<br />
Vicenza - Libreria Galla 1880 - corso Palladio 11<br />
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