20 D – Immagino che tu, cara Stefania, lavorando in uno studio di consulenza lavoro, debba occuparti di cedolini, contributi, controversie e così via. Dico bene? R – Dici bene. Questo però, in effetti, è un lavoro che in parte sto lasciando per <strong>del</strong>egarlo ad altri colleghi. Ora ho mansioni nuove e, per certi aspetti, singolari. D – E in che consistono? R – Sono stata eletta all’unanimità da tutti i collaboratori come tutor <strong>del</strong>lo studio, cui spetta di risolvere bonariamente eventuali attriti che possono nascere tra noi ovvero tra noi e il capo. D – Tutor <strong>del</strong>lo studio: una mansione mai udita, seppure comprensibile data la grandezza <strong>del</strong>lo studio. E quanto tempo ti richiede? R – Richiede tempo e, ancor più, disponibilità all’ascolto. Sono stata lieta, ad Il dott. Helmut Wahlmueller esempio, che nei giorni scorsi una esperta collega mi abbia espresso la sua gratitudine per averla aiutata sollecitamente a dirimere un modesto ma fastidioso conflitto con altra persona. L’incarico ricevuto, nel quale ho scoperto una qualche predisposizione, mi ha poi spinto ad accettare le ulteriori e prevalenti mansioni di responsabile <strong>del</strong>le risorse umane. D – Anche questa mi sembra una mansione strana. Potrei saperne di più? R – Il primo compito, al quale mi sto dedicando in collaborazione con lo psicologo <strong>del</strong>lo studio, consiste nella elaborazione di un sistema utile all’inquadramento <strong>del</strong> personale, che permette di valutare le esigenze formative <strong>del</strong>lo stesso e di sviluppare ottimali piani di carriera. D – Mi sembrano cose difficili, complicazioni perfezionistiche forse eccessive. C’è proprio bisogno di un sistema <strong>del</strong> genere? R – Il bisogno lo abbiamo accertato dalle risposte date durante un’apposita indagine fatta tra i nostri dipendenti sulla qualità <strong>del</strong> clima aziendale e anche in base a specifiche richieste, ricevute da alcuni dei nostri clienti. D – In sostanza, stai dando l’addio a quella che molti ritengono essere la funzione principale <strong>del</strong> consulente <strong>del</strong> lavoro, cioè l’amministrazione <strong>del</strong> personale. R – Quell’addio non lo darò di sicuro, voglio mantenere integra la mia professionalità tradizionale, anche se mi costerà molto in termini di impegno e di studio. D’altra parte, penso che la cura <strong>del</strong>le risorse umane rientri tra le attività più nobili (e redditizie) <strong>del</strong>la nostra professione. Incontro con il bello <strong>del</strong>lo studio Stefania mi presenta un altro collaboratore: Harald, e mi rivela che se lavora con Wahlmueller “è solo perché al colloquio <strong>del</strong> primo giorno mi è comparso davanti agli occhi questo bel ragazzo (però mio marito è meglio)”. Resto con Harald, che velocemente mi spiega in fluente tedesco le sue multiformi funzioni. D – Tu credi che io capisca cosa stai dicendo? R – Scusami, ma ho parlato finora con un cliente di lingua tedesca. Qualche volta mi succede di fare confusione, specie quando riuniamo clienti senza distinguerli per lingua. Come, sia pur raramente, non riesco ad evitare che cedolini tedeschi vadano a lavoratori italiani e viceversa. D – Stefania mi ha detto che sei molto ambizioso e curioso verso le novità e i nuovi incarichi, praticamente amministri il denaro, sei in sostanza la persona con la visione globale <strong>del</strong>lo studio, appena al di sotto <strong>del</strong> dottor Helmut. Dice che, se per caso resti troppo chiuso nel tuo ufficio, tutti ti richiedono a viva voce: Hilfe Harald, Hilfe Harald, Hilfe Harald (aiuto Harald!). R – Sì, però non ti ha detto le cazziate che mi fa il capo, quando mi rimprovera di essere incapace a <strong>del</strong>egare, cosa grave in uno studio orientato alle risorse umane. Riconosco la mia manìa a fare il tuttologo, questo è il mio grande difetto, che però spero presto di eliminare con l’aiuto <strong>del</strong>lo psicologo, col quale spesso m’incontro. Chiudiamo con lo psicologo Stranezze anche qui: lo psicologo veneto Emilio Vedovato, un dottore commercialista che ha abbandonato la professione per laurearsi in psicologia. Gli chiedo che ci fa uno psicologo tra i consulenti <strong>del</strong> lavoro. R – All’inizio <strong>del</strong>l’anno giro per i clienti imprenditori e professionisti in quanto tale periodo, almeno per chi pretende di occuparsi anche di risorse umane, è ampiamente dedicato a riunire i collaboratori per informarsi sui vari problemi in atto, a cominciare dallo stato di salute post vacanze e dallo smaltimento <strong>del</strong>lo stress alimentare. D – Essendo anch’io un modesto predicatore di risorse umane, vedo con piacere questo incontro tra il consulente <strong>del</strong> lavoro e lo psicologo <strong>del</strong> lavoro. Bisogna però ammettere che la materia, almeno a breve termine, non garantisce la sopravvivenza. R – Certamente no, ma intanto bisogna intraprenderla questa strada. E mi fa piacere vedere che, sia pur rari, crescono i professionisti desiderosi di gettare lo sguardo oltre le mura <strong>del</strong>lo studio, senza nulla togliere alle occupazioni che, comunque, garantiscono la pagnotta. D – Che ne dici di questo singolare consulente <strong>del</strong> lavoro altoatesino? R – Il dott. Helmut Wahlmueller è un cliente che incontro sempre volentieri, sia perché sa guardare lontano e sia perché si avvale di collaboratori particolarmente impegnati ad approfondire le complicate vicende <strong>del</strong>l’animo umano, per poi tradurre gli insegnamenti nella pratica professionale quotidiana. In questi giorni stiamo lavorando, come Harald ti ha detto, sulla necessità e i vantaggi <strong>del</strong>la <strong>del</strong>ega. Lascio la città, riscaldata a fatica da un sole mitteleuropeo, e torno con l’Eurostar nella mia Umbria, anch’essa montuosa e assolata, rimasticando queste strane giornate meranesi.
Marzo 2004 Anno V Numero 2 L’associazione in partecipazione L’associazione in partecipazione - 2 Disciplina <strong>del</strong> codice civile - 2 Diritti e obblighi <strong>del</strong>l’associato - 3 Scioglimento <strong>del</strong> contratto - 4 Differenze rispetto al contratto di lavoro subordinato - 4 Esclusione da imposizione IVA - 4 Incongruenze <strong>del</strong> decreto attuativo <strong>del</strong>la Legge Biagi - 5 Iscrizione obbligatoria alla gestione previdenziale - 5 Tutela contro gli infortuni e malattie professionali - 6 Certificazione <strong>del</strong> contratto - 6 Nuovo regime fiscale - 7 Fac-simile contratto di associazione in partecipazione con apporto di lavoro - 8