Presentazione Il primo amore di de Pisis, per quanto sappiamo, fu la poesia; in seguito, evoluzione naturale e parallela, la pittura. Per noi che ci occupiamo d’arte è stata certo la pittura <strong>il</strong> primo amore, e di de Pisis, nelle nostre gallerie, abbiamo organizzato, fin dagli anni Sessanta, diverse mostre. Un autore, del resto, inesaurib<strong>il</strong>e nella sua generosità e fluenza, insieme di lettura emozionante e di alto spessore poetico. Ogni volta si possono scoprire di de Pisis lati sorprendenti o meno frequentati, opere che sanno suscitare interesse e fascinazione. Per mantenere l’accento su questo tesoro creativo che ha coinvolto diverse generazioni nel secolo scorso proponiamo ora a M<strong>il</strong>ano – dove de Pisis abitò, tornava sempre con piacere e si spense nel 1956 – una rassegna di quadri scelti per mostrare anche ai giovani, studiosi, collezionisti e al pubblico quale importante capitolo della cultura internazionale <strong>il</strong> pittore rappresenti. Fascino del personaggio e della pittura che si rinnova nella nostra epoca e, come i grandi argomenti della storia dell’arte, permette di entrare nel futuro delle immagini, in ciò che l’uomo riesce a inventare con inesaurib<strong>il</strong>e percezione dei valori espressivi. R<strong>il</strong>eggiamo volentieri nella monografia su de Pisis del 1952, le pagine iniziali di Giuseppe Raimondi che coglieva l’essenza dell’artista: «è vissuto vicino a noi, in un tempo troppo distratto per accorgersi della eccezionalità di questo personaggio […]. È in questa opera la capacità grande di stupire con un senso di d<strong>il</strong>etto e di dimenticanza del presente. Così è delle opere della poesia, di quelle in ispecie che inducono l’animo a trasportarsi fuori dal reale […]. Opera di poesia, l’arte pittorica di de Pisis, tra quelle che più hanno attinto e derivato dalla realtà, proprio per staccarsi da questa ed elevarsi, a prezzo di fantasia e di dolore, sul piano dell’immaginazione». Iniziamo con la manifestazione dedicata a F<strong>il</strong>ippo de Pisis la serie dei «Grandi capitoli del Novecento». Le prossime visite saranno a Mario Sironi, Ottone Rosai, Giorgio de Chirico, Ardengo Soffici, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Massimo Campigli, Lorenzo Viani, Gino Severini, Giacomo Balla… Tutti autori che, negli anni, hanno avuto nelle nostre sale esposizioni monografiche. Ci si chiederà: un ritorno alla pittura? La pittura è <strong>il</strong> patrimonio che ha reso celebre la nostra civ<strong>il</strong>tà, non ce ne siamo mai allontanati, è ut<strong>il</strong>e ricordarlo. Franco e Frediano Farsetti / Giulio Tega 7
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