La cartella stampa sulla mostra a Villa Pacchiani - Gonews.it

esiduale concezione animistica della natura espressa nelle diverse
manifestazioni degli elementi, oltre che degli esseri che la abitano, e il
fiume rappresenta in modo esemplare le dinamiche interferenti della bio e
della geosfera.
Gli accadimenti connessi al fiume erano un tempo sempre di investimento
collettivo, anche quando interessavano o colpivano la singola persona.
Accadimenti la loro parte luttuosi, ogni volta che le acque magnetizzavano e
risucchiavano melanconie e improntitudini nei loro vortici invisibili quanto
insidiosi; oppure quando gonfie e impetuose, straripavano e dilagavano nel
piano, portando la devastazione e la morte, non già – o non più per un
territorio da secoli fortemente antropizzato – il limo fecondo delle antiche
alluvioni. La morte, ad esempio quella degli annegati, è una presenza non
solo simbolica nella visitazione artistica di miti e luoghi e presenze del
fiume.
Stazioni o tappe o soste di ispirata riflessione, sinonimi del fermarsi e dello
stare non indolente o accidioso, ma rigeneratore del flusso del pensiero, e
della visione che ne deriva, Romano Masoni ha chiamato stanze gli approdi
ideali del viaggio lungo e attraverso il fiume della sua infanzia e della sua
vita: l’Arno incrociato a Santa Croce ma “navigato”, a monte e a mare, ben
oltre il territorio vocato alla mutazione alchemica della pelle in cuoio, che si
pratica nelle concerie. E quanta pluridecennale storia di Santa Croce, del suo
tessuto produttivo e correlate problematiche antropologiche e ambientali, non
si sono consumate avendo il fiume a soggetto centrale del dibattito politico e
culturale? La rivista Il Grandevetro che oggi promuove questo viaggio della
deriva memoriale sull’Arno, e il drappello dei SantaCrociati (così nella
ibridazione linguistica e semantica di Gianni Toti) suoi redattori e
collaboratori ad alcuni dei quali – in viaggio ormai verso altri lidi – è
dedicata la rassegna, ha avuto in quel dibattito un ruolo importante, di
incidenza critica e di rilancio propositivo, attraverso momenti e occasioni di
incontro artistico e culturale sul territorio e in particolare a Villa Pacchiani,
allora conquistata alla sua attuale destinazione a spazio espositivo e
museale.
A Villa Pacchiani si dipana l’itinerario che Romano Masoni ha ideato e
ordinato invitando quarantacinque artisti a compierlo tratto tratto con lui,
ognuno richiesto quasi sempre di partecipare a più di una stanza. Sulla
navicella multiforme delle arti della visione nella varietà e diversità dei
linguaggi. In sinergia e reciproca frizione espressiva, si alternano dunque e si
sovrappongono o interferiscono nel percorso la pittura, la scultura, la
fotografia, la videoarte, il film, la musica e la installazione, che include le
figure dell’arte oltre che gli oggetti prelevati dal loro ambito d’uso e dislocati