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La cartella stampa sulla mostra a Villa Pacchiani - Gonews.it

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Ilaria Mariotti<br />

Dalle immagini ai fatti (o forse no) e r<strong>it</strong>orno<br />

I grandi fiumi sono l'immagine del tempo,<br />

crudele e impersonale. Osservati da un ponte<br />

dichiarano la loro null<strong>it</strong>à inesorabile.<br />

Eugenio Montale, L'Arno a Rovezzano, vv. 1-3<br />

Il viaggio del fiume, dalla sorgente alla foce, dal monte Falterona fino a Bocca d'Arno, è<br />

scand<strong>it</strong>o nella <strong>mostra</strong> in un prologo e sette tappe ideali: L'inizio. L'Arno dalla sorgente al<br />

fiume; <strong>La</strong> stanza dei barchini; <strong>La</strong> stanza dell'uomo del fiume; <strong>La</strong> stanza degli affetti: gli<br />

sfollati; <strong>La</strong> stanza degli ombrelli neri; <strong>La</strong> stanza degli Ex voto; la Stanza dell'acqua; L'Arno<br />

è anche un fiume.<br />

Persone, cose e avvenimenti sviluppano evocativamente e narrativamente questa<br />

metafora della v<strong>it</strong>a o delle v<strong>it</strong>e che dalle sue sponde si raggruppano a cost<strong>it</strong>uire nodi<br />

immaginari sugger<strong>it</strong>i da racconti, fatti, immagini fotografiche che hanno segnato, a<br />

posteriori, la trasmissione di un ricordo. Nei tempi e nello spazio.<br />

Il fiume scorre di fronte a chi lo ha guardato con occhi di desiderio, pieni di promesse, di<br />

spavento. Scorre di fronte a uman<strong>it</strong>à sol<strong>it</strong>arie e collettive, a chi si è stretto nel lutto<br />

personale per chi vi è annegato, a chi ha pianto la perd<strong>it</strong>a di cose alluvionate. A chi si è<br />

stretto attorno al fiume e a chi, dal fiume, si è allontanato. A chi, grazie al fiume, ha<br />

lavorato, si è nutr<strong>it</strong>o, si è lavato, ha giocato.<br />

Incontro Romano Masoni, artista che da sempre ha vissuto a Santa Croce, membro de “Il<br />

Grande Vetro” che cura l'idea e l'allestimento della <strong>mostra</strong>. Romano che lavora sui temi<br />

della memoria e della trasmissione del ricordo.<br />

Romano, come te la immaginavi da bambino il luogo di origine del fiume?<br />

<strong>La</strong> sorgente del fiume era una sorta di luogo arcaico, un luogo ideale da cui nascevano i<br />

sogni, un luogo dove tutto poteva accadere. Il fiume attraversava le nostre v<strong>it</strong>e e, come<br />

un'arteria, le alimentava: sul fiume ci si giocava, vicino al fiume facevi merenda, nel fiume<br />

si faceva il bagno. Gli operai delle concerie, nei mesi di luglio e agosto, scendevano al<br />

fiume con gli zoccoli e gli asciugamani per lavarsi. Nel fiume ci pescavi. Da ragazzi sul<br />

fiume ci si andava a fare l'amore.

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