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Effetto di diete ipoproteiche e della loro interazione con il genotipo ...

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la semplificazione gestionale (Della Casa, 2006). Una soluzione proposta è l’impiego <strong>di</strong> due<br />

tipi <strong>di</strong> mangime, da miscelare in proporzioni variab<strong>il</strong>i nel tempo (“alimentazione<br />

multifase”); l’applicazione <strong>di</strong> questo sistema richiede però attrezzature automatizzate e<br />

programmab<strong>il</strong>i <strong>di</strong> miscelazione e <strong>di</strong>stribuzione dei mangimi (Henry, 1995). Anche la più<br />

praticab<strong>il</strong>e strategia <strong>di</strong> impiegare due <strong>di</strong>ete <strong>di</strong>verse in tempi successivi (alimentazione<br />

bifasica), permette comunque una riduzione dell’azoto escreto <strong>di</strong> circa <strong>il</strong> 17% (da 3,25 a<br />

2,70 kg per ogni animale), nei suini all’ingrasso tra i 30 ed i 112 kg, applicando un<br />

decremento del tenore proteico dal 16,5% <strong>della</strong> prima fase al 15% <strong>della</strong> se<strong>con</strong>da (Corpen,<br />

2003).<br />

Sfruttare l’equ<strong>il</strong>ibrio aminoaci<strong>di</strong>co, ovvero adottare <strong>di</strong>ete b<strong>il</strong>anciate sotto questo prof<strong>il</strong>o, al<br />

fine <strong>di</strong> renderlo <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e corrispondente a quella che è la proteina ideale per l’animale.<br />

In particolare, nelle <strong>di</strong>ete per suini gli amminoaci<strong>di</strong> ritenuti essenziali e limitanti sono lisina,<br />

metionina, treonina e triptofano, seguiti da isoleucina, valina e isti<strong>di</strong>na (Monteiro et al.,<br />

2010). Tra questi comunque <strong>il</strong> primo è sicuramente <strong>il</strong> più importante, tanto che la quantità<br />

dei singoli amminoaci<strong>di</strong> nella proteina ideale è espressa come rapporto <strong>con</strong> la lisina.<br />

Se<strong>con</strong>do Mordenti et al. (2002), <strong>il</strong> <strong>con</strong>tenuto <strong>di</strong> lisina in mangimi per suini geneticamente<br />

migliorati dovrebbe aggirarsi attorno allo 0,55-0,60% per <strong>il</strong> suino pesante in ingrasso, anche<br />

se <strong>il</strong> dato è variab<strong>il</strong>e in ragione del potenziale genetico per la produzione <strong>di</strong> muscolo, del<br />

sesso, <strong>della</strong> fase produttiva e dalle tecnologie d’allevamento, come ad esempio la<br />

<strong>di</strong>stribuzione degli alimenti (Martelli, 1995).<br />

Ridurre i livelli proteici, compensando <strong>con</strong> integrazioni aminoaci<strong>di</strong>che mirate nella <strong>di</strong>eta,<br />

soluzione ritenuta come la più efficace (Mordenti et al., 1995, Martelli, 1995); resta in ogni<br />

caso la necessità <strong>di</strong> comprendere quali siano le reali esigenze del suino pesante, e <strong>di</strong> fissare<br />

un rapporto ideale tra amminoaci<strong>di</strong> essenziali (che devono raggiungere un massimo del 45-<br />

50%) ed azoto totale, per non rischiare <strong>di</strong> fornire un quantitativo insufficiente <strong>di</strong> precursori<br />

per la sintesi degli amminoaci<strong>di</strong> non essenziali (apportati dall’azoto in<strong>di</strong>fferenziato). Il<br />

<strong>con</strong>tenuto <strong>di</strong> proteina totale, può essere ridotto combinando <strong>di</strong>verse fonti proteiche o<br />

introducendo nella razione amminoaci<strong>di</strong> <strong>di</strong> sintesi; ad esempio Mordenti e Piva (1992)<br />

hanno ridotto dal 17% al 15,3% la percentuale <strong>di</strong> proteina grezza, <strong>con</strong> <strong>il</strong> supplemento dello<br />

0,13% <strong>di</strong> lisina, o al 12,2% ut<strong>il</strong>izzando anche altri amminoaci<strong>di</strong> <strong>di</strong> sintesi, ottenendo un<br />

significativo decremento dell’azoto presente nelle urine. Monteiro (1996) ha invece ridotto<br />

<strong>di</strong> 3,5 punti percentuali la proteina grezza nella razione <strong>di</strong> animali dai 30 ai 55 kg, e <strong>di</strong> 1,5<br />

punti percentuali tra i 55 ed i 90 kg, integrando gli amminoaci<strong>di</strong>, ed ottenendo un<br />

decremento del 19% dell’escrezione totale d’azoto, senza compromettere le performance<br />

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