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Effetto di diete ipoproteiche e della loro interazione con il genotipo ...

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espiratorio, indebolendo le <strong>di</strong>fese <strong>di</strong> quest’ultimo e <strong>con</strong>correndo quin<strong>di</strong> alla <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> bronchiti,<br />

polmoniti ed altre malattie respiratorie. L’applicazione <strong>di</strong> strategie volte alla <strong>di</strong>minuzione<br />

dell’escrezione azotata, andrebbe a sua volta a decrementare proprio la presenza d’ammoniaca<br />

(come visto in precedenza), come previsto oltretutto dalla <strong>di</strong>rettiva IPPC 96/61 CE, e garantirebbe<br />

un miglior stato sanitario degli animali. Anche l’ipotesi d’innalzare <strong>il</strong> <strong>con</strong>tenuto <strong>di</strong> fibra grezza nella<br />

<strong>di</strong>eta, garantendo una maggiore sazietà dell’animale, stimolando la funzionalità intestinale e<br />

proteggendo dalla formazione <strong>di</strong> ulcere gastriche, andrebbe a comportare un maggior benessere<br />

animale (Spanghero et al., 2009).<br />

Altro aspetto da non sottovalutare è l’impatto e<strong>con</strong>omico <strong>della</strong> <strong>di</strong>eta, in quanto<br />

l’alimentazione rappresenta da sola tra <strong>il</strong> 60 e <strong>il</strong> 75% dei costi <strong>di</strong> produzione totali, a se<strong>con</strong>da <strong>della</strong><br />

tipologia d’allevamento (ed è stato calcolato che per allevare un suino pesante si spenda <strong>il</strong> 30% in<br />

più che per uno leggero) e <strong>della</strong> nazione in cui è collocata l’azienda (e proprio in Italia <strong>il</strong> costo è<br />

maggiore che negli altri paesi comunitari ed extracomunitari) (Malavasi et al., 2000; Acerbis,<br />

2008). Negli ultimi anni <strong>il</strong> costo <strong>della</strong> razione ha subito un ulteriore aumento (Gibellini, 2009),<br />

dovuto in larga misura al rincaro <strong>di</strong> cereali e semi oleaginosi. La <strong>di</strong>minuzione degli apporti proteici<br />

andrebbe a determinare un minor costo <strong>di</strong>eta (Corra<strong>di</strong>ni, 2009), nel quale gioca un ruolo importante<br />

proprio <strong>il</strong> prezzo delle farine proteiche, come ad esempio quella ottenuta dalla soia, aumentato del<br />

20% dal 2009 al 2010 (Amadei, 2010). È interessante, inoltre, sottolineare come la produzione<br />

interna <strong>di</strong> fonti proteiche nell’Unione Europea non risulti assolutamente in grado <strong>di</strong> coprire i<br />

fabbisogni del comparto zootecnico, e sia pertanto necessario importare la maggior parte delle<br />

materie prime ut<strong>il</strong>izzate a tal fine. In particolare, l’alimento base maggiormente ut<strong>il</strong>izzato come<br />

fonte proteica nell’allevamento del suino, rappresentato dalla farina d’estrazione <strong>di</strong> soia, viene<br />

importato soprattutto dai paesi dell’America del Sud (come Bras<strong>il</strong>e ed Argentina) e del Nord. La<br />

<strong>di</strong>fferente legislazione <strong>di</strong> questi paesi, permette <strong>loro</strong> <strong>di</strong> ut<strong>il</strong>izzare coltivazioni geneticamente<br />

mo<strong>di</strong>ficate, ed è un dato <strong>di</strong> fatto che la maggior parte <strong>della</strong> produzione mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> soia proviene<br />

proprio coltivazioni OGM, che già nel 2001 costituivano <strong>il</strong> 46% <strong>della</strong> produzione totale (Aumaitre,<br />

2003). Riducendo gli sprechi (ovvero i quantitativi proteici in eccesso, che non vengono comunque<br />

ut<strong>il</strong>izzati dal suino), si otterrebbero quin<strong>di</strong> degli evidenti vantaggi e<strong>con</strong>omici e non solo.<br />

Si può quin<strong>di</strong> <strong>con</strong>cludere affermando che i vincoli introdotti da questa normativa, visti nel<br />

breve periodo come un pesante fardello per <strong>il</strong> comparto suinicolo, potranno nel tempo portare a<br />

innovazioni che <strong>con</strong>sentiranno <strong>di</strong> ottimizzare la gestione aziendale, portando alla riduzione <strong>di</strong> alcuni<br />

dei costi per l’allevatore, come quello dell’alimentazione, senza <strong>con</strong>siderare la <strong>di</strong>minuzione dei<br />

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