Qui - Istituto del Nastro Azzurro
Qui - Istituto del Nastro Azzurro
Qui - Istituto del Nastro Azzurro
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
come la propria, non tanto per il fatto di<br />
abitarvi, quanto perché in essa è nato, in<br />
essa sono vissuti i suoi genitori, in essa<br />
spera vivranno i suoi figli e, in genere, perché<br />
essa costituisce l'ambiente, il limite spaziale<br />
entro cui si realizza quella comunanza<br />
di origini, di lingua, di storia e di tradizioni<br />
che caratterizzano appunto il popolo stesso.<br />
Si tratta quindi di un concetto non limitato<br />
al solo territorio, ma comprendente<br />
anche gli uomini che <strong>del</strong>la Nazione fanno<br />
parte e tutto quel complesso di istituzioni,<br />
di tradizioni e di ideali che nella coscienza<br />
dei singoli acquista, più che una concretezza<br />
ben definita, il valore di un mito. La<br />
Patria è, perciò, l'assoluto di fronte al quale<br />
individui e gruppi sono il relativo ed individui<br />
e gruppi sono pensabili solo in quanto<br />
siano nella Patria.<br />
E allora perché non avere il coraggio civile<br />
e l'orgoglio di ricordare Coloro che, spinti<br />
unicamente da cristallino amor di Patria, per la Patria<br />
combatterono e si immolarono?<br />
Sessantotto anni fa correva quel 1942 così ricco di<br />
gloriosi e drammatici avvenimenti sui vari fronti di<br />
guerra: iniziato con la riconquista <strong>del</strong>la Cirenaica, vide<br />
poi la battaglia <strong>del</strong> Don, le azioni nel Mar Nero dei<br />
nostri Mas, la battaglia aereonavale di mezz'agosto nel<br />
Canale di Sicilia, l'indomito coraggio dei nostri aerosiluranti,<br />
la 2^ battaglia <strong>del</strong> Don con la famosa carica <strong>del</strong><br />
Savoia Cavalleria a Jabuchenskij, la battaglia di<br />
Serafimovic, nella quale furono particolarmente impegnati<br />
i Bersaglieri <strong>del</strong> 3° Reggimento, le gloriose azioni<br />
<strong>del</strong>la X^ Mas e <strong>del</strong> Gruppo <strong>del</strong>l'Orsa Maggiore a<br />
Gibilterra e Cadice, le battaglie di El Alamein, la terza<br />
battaglia <strong>del</strong> Don con la disperata difesa <strong>del</strong>l'ARMIR e,<br />
in particolare, <strong>del</strong> Corpo d'Armata Alpino - le divisioni<br />
Julia, Tridentina e Cuneense furono le ultime ad iniziare<br />
il ripiegamento - le terribili e gloriose tappe <strong>del</strong>la<br />
ritirata-martirio in Russia: Arbusow, Millerowo,<br />
Cercovo, Nikitowka e Nikolajewka. Ma, in particolare,<br />
nel marzo di quell'anno moriva in un lettino di ferro<br />
<strong>del</strong>la stanza n.25 <strong>del</strong>la Clinica "Maya Canberry Nursing<br />
Home" di Nairobi (ove era stato ricoverato il precedente<br />
5 febbraio, trasportatovi dal campo di Donyo<br />
Sabouk, vicino a Nairobi) S.A.R. Amedeo di Savoia Duca<br />
d'Aosta, l'eroe <strong>del</strong>l'Amba Alagi, "la sola figura di spicco<br />
degli ultimi cinquant'anni che gli Italiani accettino<br />
senza dissensi ne amarezze" (così scriveva nel 1952<br />
Virginio Lilli). Egli, che avrebbe senz'altro ben figurato<br />
nell'Italia risorgimentale di Garibaldi e di Cavour, oggi<br />
riposa nel cimitero di Nyeri, nel Kenia, fra 675 soldati<br />
italiani morti in prigionia e sulla sua tomba si erge una<br />
stele che ne sorregge il volto e sulla quale è inciso il suo<br />
estremo saluto: "Ai miei soldati di terra, <strong>del</strong> mare e <strong>del</strong><br />
cielo, compagni d'arme in tante campagne d'Italia e di<br />
Libia, ai miei camerati di prigionia e a tutti quelli che<br />
con indomito valore mi hanno seguito in questa epopea<br />
africana, con il mio addio riconoscente, lascio il<br />
retaggio."<br />
Senza pretendere, anche perché risulterebbe troppo<br />
lungo e si rischierebbe senz'altro di ometterne<br />
IL NASTRO AZZURRO<br />
Un solitario carabiniere a cavallo diede la forza ai<br />
nostri soldati di rompere l’assedio ad Arbusow<br />
21<br />
molti, di voler rievocare ad uno ad uno tutti i valorosi<br />
che lasciarono il loro nome legato ad eroici fatti d'arme,<br />
limitiamoci a ricordare con grande rispetto i valorosi<br />
combattenti <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale, senza<br />
alcuna graduazione ma accomunandoli tutti, indistintamente,<br />
in un unico reverente e commosso pensiero<br />
poiché la gloria ed il rispetto <strong>del</strong>la Patria spettano<br />
soprattutto ai vinti quando si sono battuti con onore e<br />
coraggio fino al limite <strong>del</strong>le umane possibilità ed oltre.<br />
Un episodio valga per tutti: "La vigilia di Natale <strong>del</strong><br />
1942, mentre i 10.000 superstiti <strong>del</strong>le Divisioni Torino,<br />
Pasubio, Ravenna e di alcuni reparti corazzati tedeschi<br />
erano inchiodati da un imponente accerchiamento<br />
russo ad Arbusow e sempre più fievoli, malgrado i<br />
furiosi contrattacchi, si facevano le speranze di uscire<br />
da quella che ormai era nota come la , fu visto un giovane Carabiniere a cavallo<br />
galoppare risoluto verso le linee nemiche agitando un<br />
vessillo tricolore ed incitando i compagni ad un estremo<br />
sforzo di vita o di morte.<br />
Fu come l'apparizione di un essere sovrannaturale<br />
che invocato dalle preghiere <strong>del</strong>le mamme lontane,<br />
fosse venuto per guidarli alla salvezza. Lo videro passare<br />
fra loro come una di quelle figure allegoriche, di<br />
quegli eroi leggendari che avevano eccitato la loro fantasia<br />
di fanciulli: ed ecco sul suo cavallo avanzava con<br />
slancio crescente fra gli scoppi <strong>del</strong>le granate e le raffiche<br />
<strong>del</strong>le mitragliatrici, avanzava come spinto da una<br />
forza incoercibile, come se nulla potesse fermarlo e<br />
scomparve verso le linee nemiche.<br />
Tutti allora si levarono in piedi come attratti da una<br />
suggestione irresistibile e si lanciarono sull'erta senza<br />
rispettare alcuna forma prudenziale di combattimento:<br />
di fronte a tanta subitanea furia il nemico non poté<br />
fare a meno di allargare il cerchio di assedio consentendo<br />
il passaggio dei superstiti. Alla fine <strong>del</strong> combattimento<br />
fu visto tornare il cavallo <strong>del</strong> Carabiniere: unica<br />
traccia <strong>del</strong> leggendario cavaliere erano alcune chiazze<br />
di sangue sulla gualdrappa <strong>del</strong> quadrupede, anch'esso<br />
mortalmente colpito."<br />
A chiusura di queste mie annotazioni vorrei dedica-