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Qui - Istituto del Nastro Azzurro

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Presidente <strong>del</strong> Consiglio Vittorio Emanuele Orlando con il<br />

ministro Sonnino. Ognuno dei capi di governo era assistito<br />

dai propri ufficiali di stato maggiore. Per la Francia era<br />

presente Foch, per l'inghilterra Robertson e Wilson, per<br />

l'Italia il gen. Porro, Sottocapo di Stato Maggiore. Furono<br />

quelle per noi ore di vera agonia, prevalse l'opinione,<br />

sostenuta da Foch, di consentire l'invio in Italia di truppe<br />

alleate, ma la risoluzione di massima lasciava aperte<br />

molte questioni particolari, la cui gravità non era certo<br />

minore, relative al numero di truppe da inviare e al<br />

momento di farle entrare in azione. Gli alleati chiesero in<br />

modo categorico che venisse sostituito il generale<br />

Cadorna al comando supremo con altro comandante,<br />

tuttavia fra gli alleati permanevano perplessità circa la<br />

possibilità effettiva che l'Esercito Italiano potesse resistere<br />

sul Piave.<br />

Si decise quindi di ritrovarsi il giorno successivo, 18<br />

novembre, a Peschiera <strong>del</strong> Garda per un nuovo convegno<br />

al quale partecipava anche il Re Vittorio Emanuele III. La<br />

riunione avvenne in una modestissima sede di Comando<br />

di Battaglione (in una ex scuola) con unico arredamento<br />

un tavolo e qualche sedia e una stufa in terracotta. Alle<br />

10 <strong>del</strong> mattino il Re, accompagnato dal primo ministro<br />

Orlando e dai ministri Sonnino e Bissolati, giunse nel locale<br />

dove lo attendevano il francese Painleve, il generale<br />

Foch, l'inglese Lloyd Gorge, i generali Robertson e<br />

Wilson. La riunione durò circa due ore presieduta dal Re<br />

che, unico rappresentante <strong>del</strong>l'Esercito Italiano, con assoluta<br />

padronanza <strong>del</strong>l'argomento, parlando sempre in<br />

inglese, espose la situazione <strong>del</strong>la difesa e le condizioni<br />

<strong>del</strong> nostro esercito, smentì le sinistre e catastrofiche noti-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Profughi Profughi<br />

durante la ritirata di Caporetto<br />

Caporetto<br />

27<br />

zie fatte correre<br />

sul<br />

"Manuale<br />

<strong>del</strong> soldato<br />

italiano",<br />

affermando<br />

che le risoluzioni<br />

prese<br />

dal nostro<br />

Comando<br />

non sarebbero<br />

in nessunamaniera<br />

mutate,<br />

dovendo<br />

bastare il<br />

nostro esercito,<br />

senza<br />

aiuti, ad assicurare<br />

la<br />

difesa <strong>del</strong><br />

suolo Patrio.<br />

La virtù<br />

persuasiva<br />

<strong>del</strong>la sue<br />

argomentazioni<br />

e, più<br />

Il Re Vittorio Vittorio<br />

Emanuele III e il<br />

di tutto, la<br />

sua fiera ed generale Armando Armando<br />

Diaz<br />

illimitata<br />

sicurezza nelle qualità guerriere <strong>del</strong> soldato<br />

italiano, prevalsero a dissipare le errate opinioni<br />

degli alleati ed a convincerli che il<br />

nostro esercito non avrebbe indietreggiato di<br />

un passo dalla linea fissata per la difesa. Gli<br />

alleati si inchinarono dinanzi alla chiara esposizione<br />

<strong>del</strong> sovrano ed alla fermezza <strong>del</strong>la sua<br />

volontà, ed al termine <strong>del</strong> convegno resero<br />

con irresistibile impulso spontanea testimonianza<br />

di tutta la loro ammirazione al Re<br />

Vittorio.<br />

Dopo la sostituzione <strong>del</strong> generale<br />

Cadorna col generale Armando Diaz, il 2<br />

novembre giunsero a Vicenza due divisioni<br />

francesi, seguirono due divisioni inglesi che si<br />

radunarono a Mantova ed infine, tra il 20<br />

novembre ed il 2 dicembre giunsero ancora<br />

cinque divisioni alleate: tre francesi e due<br />

inglesi. Comandava le truppe francesi il generale<br />

Fayoll e le inglesi il generale Plimentare.<br />

Cadorna seppe <strong>del</strong>la sua sostituzione già il 7<br />

novembre dal generale Porro proveniente da<br />

Rapallo. Per contentino fu nominato rappresentante<br />

per l'Italia nel Consiglio Superiore<br />

Interalleato. L'8 novembre 1932 nella scuola<br />

fu murata una lapide con l'epigrafe: "Con<br />

fede incrollabile nella gagliarda virtù dei soldati<br />

d'Italia, S.M. il Re Vittorio Emanuele III l'8<br />

novembre 1917 qui, con appassionata e saggia<br />

parola, alimentata da immenso amore per<br />

la Patria, sostenne che l'esercito italiano<br />

avrebbe combattuto fieramente con gli alleati<br />

e avrebbe sul Piave difeso con le sorti<br />

<strong>del</strong>l'Italia le fortune comuni”.<br />

Napoli 8 novembre 1932

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