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“Se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari”.<br />

Gli orgogliosi pugliesi tentano di applicare la vecchia<br />

battuta anche al capoluogo lombardo, cadendo in un<br />

mezzo errore. L’improbabile mare di Milano, infatti, è<br />

uno specchio d’acqua artificiale, frutto di un’escavazione<br />

imponente, alimentato da sorgenti naturali, inventato<br />

di sana pianta con l’idea di farci planare gli idrovolanti.<br />

Finita la sbornia mussoliniana, che si era identificata con<br />

ANFIBI<br />

SI NASCE<br />

Un irresistibile richiamo ancestrale? Un contatto più profondo<br />

con l’elemento vitale per eccellenza? Tutto questo, e forse<br />

altro ancora, per spingere comuni terrestri metropolitani a<br />

pinnare a più non posso all’Idroscalo di Milano. Appena sotto<br />

il pelo dell’acqua<br />

testo: Christian Carosi / foto: Cesare Cicardini<br />

questi veicoli pachidermici, l’uso del laghetto fu lasciato<br />

a muscolosi canottieri, all’epoca – guarda caso – proprio<br />

in canotta a righe. Siamo agli anni ’50 e da allora l’Idroscalo,<br />

alle porte di Segrate, praticamente dietro all’aeroporto<br />

di Linate, svolge le facente funzioni di piscina<br />

collettiva per corpi accaldati dalla canicola meneghina.<br />

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