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URBAN WOMENdi Faust<br />
In città una single incallita sta<br />
troppo bene. I guai iniziano quando<br />
si avvicinano le vacanze<br />
Tic-tac. Tic-tac. Tic-tac. Il conto alla rovescia è ormai<br />
iniziato e comunque ormai alla vacanza manca meno<br />
di un mese. Caldo, zanzare, città pietrificata e il domandone<br />
stagionale sempre più incombente: “E tu, che<br />
cosa fai? Dove vai di bello?”.<br />
Mi guardo intorno e non c’è nessun altro. Impossibile<br />
far finta di niente. Lo aveva chiesto a me. “Non ho<br />
ancora deciso”. Scelgo una risposta diplomatica, vaga,<br />
comunque veritiera. Ma forse non sufficientemente<br />
14 URBAN<br />
ANSIE<br />
DA VILLEGGIATURA<br />
chiarificatrice della mia scarsa voglia di affrontare l’argomento.<br />
E di conseguenza lascio spazio alla seconda<br />
domanda. “E con chi vai?”. Impertinente. Ma ti sembrano<br />
cose da chiedere? Fammi una proposta, dimmi<br />
dove diavolo vai tu piuttosto. Inutile tentare di evadere<br />
la questione. In fondo, ha ragione lui. Ormai è tempo<br />
di guardare in faccia la realtà. E di prenderla di petto.<br />
Un lavoro io l’ho. Una casa io l’ho (Battisti docet). Un<br />
fidanzato, no. Ergo: mi devo organizzare le vacanze da<br />
sola.<br />
Analizziamo la situazione. Evitare le amiche con famiglia,<br />
hanno una scaletta stabilita al millesimo secondo.<br />
Luglio rigorosamente al mare con i bimbi: spiaggia,<br />
pappa, ruttino, riposino e avanti così, all’infinito. Il marito<br />
che cala il venerdì sera e regredisce per due giorni<br />
in uno stato di ipnosi patriarcale per poi ritornare il<br />
lunedì alla sua vera natura di bambino: calcio, birra e<br />
pantofole quando va bene; sesso, droga e rock and roll<br />
(quest’ultimo superfluo dopo i 30) nei casi più gravi.<br />
Agosto nelle fresche aure della montagna, dove il pupo<br />
ci guadagna. “Vuoi passare a trovarci?”. “Grazie, piuttosto<br />
una martel... ehm, ti faccio sapere”. Il rischio di<br />
cacciarsi in trappole noiosissime dove l’unico maschio<br />
libero è il figlio della tua amica che ha due anni è altissimo.<br />
Meglio un posto dove di famigliole e coppiette non ce<br />
ne sia nemmeno l’ombra. Vi dirò di più. Un posto dove<br />
non se ne senta manco parlare. Ecco la soluzione: un<br />
villaggio per single. Ma sei pazza? Vuoi essere carne<br />
da macello? Quelli sono posti per uomini che fanno<br />
turismo sessuale. Quelli più educati ti definiscono una<br />
“ragazza in cerca d’autore”. Il libro dura poco e nella<br />
maggior parte dei casi lascia presagire una trama basata<br />
più su banali istinti che su forti passioni. Anche<br />
questa ipotesi è da scartare definitivamente.<br />
Potrei sempre ripetere le vacanze dell’anno scorso.<br />
L’infornata di urban young people in barca a vela in cui<br />
gli equipaggi sono premiscelati con un giusto compromesso<br />
di coppie, gruppi di amici e qualche frillo o frilla<br />
di turno, che animi l’ambiente. Il frillo che mi piaceva<br />
non mi aveva cagata granché, ma magari quest’anno<br />
mi va meglio, e poi chi se ne frega, dopo tutto basta<br />
distrarsi. “Ah, agosto è già tutto completo? Anche il<br />
catamarano da 1.500 euro a settimana?”.<br />
A questo punto anche i miei genitori cominciano a<br />
preoccuparsi. E si sentono in dovere di venire in mio<br />
soccorso. “Tesoro, sai che per te c’è sempre posto”. Ho<br />
una brandina nel soggiorno di una casetta sul lago in<br />
un paesino di 500 anime, età media talmente alta che<br />
non hanno ancora finito il calcolo. Mamma e papà ci<br />
sono, ma persino la nonna va da un’altra parte... Scusa<br />
nonna, dov’è che vai?<br />
Illustrazione: Valentina Cameranesi