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Kettunen & Helmke 2012 Il sistema di scritura<br />
Ecco un esempio di come impieghiamo le analisi appena illustrate:<br />
1 = traslitterazione<br />
2 = trascrizione (e ricostruzione fonologica)<br />
3 = segmentazione morfologica<br />
4 = analisi morfologica/morfo-sintattica 30<br />
5 = traduzione<br />
1. a-wo-la 1. chu-ka-ja<br />
2. awo[h]l 2. chu[h]kaj<br />
3. aw-ohl 3. chu[h]k-aj-Ø<br />
4. 2SE-cuore 4. catturare[PAS]-THM-3SA<br />
5. “il tuo cuore” 5. “egli (ella) fu catturato”<br />
Quando si traducono testi maya si dovrebbe tenere a mente che ci sono diversi modi di interpretare le singole<br />
parole e le frasi. Molto spesso si trovano traduzioni (sarebbe meglio dire glosse) piuttosto rigide di testi, così<br />
avviene nel caso in cui le frasi siano tradotte (o glossate) parola per parola. Tale risultato deve essere considerato<br />
come quello non di una traduzione intesa nel senso commune, ma di una tecnica impiegata per mostrare la<br />
profonda differenza strutturale tra la lingua tradotta e quella in cui il testo è reso (cioè con la lingua di<br />
destinazione).<br />
Si può poi articolare una traduzione in diversi passaggi e versioni che muovono da possibilità traduttive più<br />
rigide e aderenti all’originale per approdare poi, via via, a una resa traduttiva più libera. E, quando il significato<br />
di una parola o di una frase è differente in un’altra lingua, almeno in uno dei passaggi sarebbe opportuno che<br />
fosse rispettato il senso del concetto originale. Così nell’esempio di pagina 18 l’espressione “il suo vento/respiro<br />
si è seccato” serve come metafora o eufemismo per significare “egli (o ella) lei è morto”. Tuttavia, quest’ultima<br />
traduzione “libera” può essere raggiunta solo una volta che si è capito il sostrato culturale specifico della lingua<br />
in cui è stata formulata la frase di partenza, la cui complessità non viene rispettata in tale ultima versione della<br />
traduzione.<br />
Per quel che riguarda i nomi e i titoli maya, d’abitudine non li traduciamo a meno che non si tratti di titoli ben<br />
attestati. Tale approccio è determinato dal fatto che i concetti che essi incorporano non sono facilmente traducibili<br />
con una singola parola in inglese o in italiano (e infatti si potrebbero scrivere volumi interi su ognuno dei tanti<br />
concetti che possono essere collegati ad un particolare titolo).<br />
Modus operandi 31:<br />
1. Scegliere un testo<br />
2. Traslitterare il testo<br />
a. Non riferire suoni ricostruiti.<br />
b. Usare il grassetto minuscolo per i segni sillabici.<br />
c. Usare il GRASSETTO MAIUSCOLO per i logogrammi.<br />
3. Trascrivere il testo<br />
a. Usare il corsivo.<br />
b. Inserire tutti i suoni ricostruiti (eccetto quelli basati su regole ortografiche) che devono essere messi tra [parentesi<br />
quadre].<br />
4. Analizzare il testo<br />
a. Dividere i morfemi con trattini.<br />
b. Distinguere gli elementi grammaticali.<br />
5. Tradurre il testo impiegando diversi passaggi (o versioni) di traduzione<br />
Infine ritornare al testo originale (geroglifico) e, attraverso il percorso ora indicato, provare a comprenderlo.<br />
Può darsi che a un certo punto, quando si ritornerà all’originale, si sia in grado di comprenderlo senza le<br />
restrizioni grammaticali imposte dalla propria lingua madre.<br />
30 Voce passiva: PASsive voice; suffisso tematico: THeMatic suffix; pronome assolutivo di terza perzona singolare 3rd person Singular Absolutive<br />
pronoun. Si veda il Glossario della terminologia linguistica.<br />
31 Nel corso dei workshop di epigrafia maya non sempre è possibile (o consigliabile) compiere tutto il percorso qui indicato. Più comunemente è<br />
impiegata una strategia di analisi strutturale accanto alle più elementari traslitterazione, trascrizione e traduzione.<br />
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