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Kettunen & Helmke 2012 Struttura e contenuto dei testi<br />
yuk’ib(iil)<br />
Questa tipologia si riferisce a vasi di forma cilindrica o bombata (a botte) con base piatta, oppure a ciotole dalle<br />
pareti diritte, con o senza piccolo supporti tripod emisferici o a forma di T. Basandosi sui molti esempi di<br />
denominazione di tale tipo di vasellame, il termine e la sua radice sono stati finalmente identificati nel 1987<br />
(MacLeod 1990: 315). L’analisi del termine ci dice che esso presenta un prefisso pronominale ergativo di terza<br />
persona, seguito dalla radice verbale uk’, “bere 41 ”, e, infine, un suffissio strumentale. Perciò il vasellame che<br />
riporta tale collocazione è letteralmente “lo strumento del bere”. Il termine sopravvive nell’occorrenza del<br />
ch’olano uch’ibal (Aulie e Aulie 1978: 125), come in quella ch’orti’ uch’p’ir 42 (Wisdom 1950: 750) e nel dizionario<br />
dello tzotzil coloniale nella voce uch’obil (Laughlin 1988: 159).<br />
ujaay / ujay 43<br />
Tavola II: Confronto tra forme vascolari e referenti rappresentati dai glifi. Nel quadrato<br />
in cui si incrociano forma e definizione glifica è indicato il tipo di contenuto più comune.<br />
Questo tipo di vasellame identifica ciotole dalle base convessa o piatta, e più raramente ciotole con le pareti corte<br />
e diritte. È stato suggerito che il termine sia collegato alla radice affine jay che sta per “sottile” in yucateco,<br />
ch’olano e tzotzil (MacLeod 1990: 363). Tuttavia tale interpretazione presenta alcuni problemi sintattici dal<br />
momento che il termine include spesso un prefisso pronominale possessivo che indicherebbe che esso funziona<br />
da sostantivo piuttosto che da aggettivo. Infatti l’impiego di un aggettivo con un possessivo (facciamo il caso di<br />
“il suo sottile”) porta a un risultato piuttosto maldestro cui è difficile dare una spiegazione se si segue questa<br />
interpretazione. MacLeod (1990: 363-364), diversamente, ha proposto che il termine possa avere a che fare con<br />
altre parole come “contenitore di zucca delle tortilla” (Laughlin 1988: 148), “vasca”, “catino” e “piatto” dello<br />
41 Questa radice è di norma scritta mediante sillabe: yu-k’i. A volte può trovare impiego anche il logogramma UK’. Tale ultimo segno è stato<br />
decifrato solo di recente e aiuta a chiarire le modalità di indicazione della tipologia del vasellame nella scrittura. L’equivalenza tra i segni sillabici<br />
e logografici ci è stata riferita da Alfonso Lacadena, ma fu David Stuart a individuarla per la prima volta.<br />
42 Si noti che uch’ è un termine che ha una parentela linguistica con uk’. Inoltre la fonologia del ch’orti’ ha alcune convenzioni differenti con il resto<br />
delle lingue maya. Così nell’esempio offerto da uch’p’ir, /p’/ è fonologicamente equivalente di /b/ del suffisso strumentale –ib e /r/ è normalmente<br />
l’equivalente di /l/ nelle altre lingue maya.<br />
43 La differenza di valore della vocale nei termini jaay e jay è regionale. Nello Yucatan occidentale e nel Campeche settentrionale, il termine jaay ha<br />
assoluta prevalenza. Lo stesso termine è presente nei Bassopiani centrali, dove però esiste anche jay come variazione linguistica regionale. Il<br />
significato del termine, nonostante i cambiamenti fonetici, sembra essere il medesimo.<br />
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