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iL GENErE Il “fantastico”<br />

138<br />

JamEs<br />

} distinguere i caratteri<br />

Henry James<br />

(1843-1916), scrittore<br />

americano stabilitosi a<br />

Londra ancora giovane, ha<br />

dato, con il breve romanzo Il giro di vite, <strong>un</strong><br />

modello affascinante di narrazione in cui<br />

il soprannaturale irrompe nella realtà e la<br />

sconvolge. Anche se resta pur sempre <strong>un</strong><br />

dubbio: che sia la mente della protagonista<br />

a proiettare sulla realtà i fantasmi prodotti<br />

dalla propria esaltazione.<br />

del genere fantastico<br />

1 dell’ora... mia: è l’ora in cui la giovane<br />

istitutrice, libera dai suoi impegni, può<br />

dedicarsi a se stessa e ai suoi sogni.<br />

2 incontrare... qualc<strong>un</strong>o: in realtà la ragazza<br />

immagina di incontrare l’affascinante zio<br />

dei bambini, di cui lei si è innamorata nel<br />

momento stesso in cui lui glieli ha affidati<br />

(dicendole, com<strong>un</strong>que, che non avrebbe mai<br />

dovuto disturbarlo, qual<strong>un</strong>que cosa fosse<br />

successa).<br />

3 che sapesse: la giovane vorrebbe che lo zio<br />

dei bambini, da cui è stata affascinata, potesse<br />

conoscere e apprezzare il proprio lavoro, i suoi<br />

risultati.<br />

4 Flora: la bambina affidata alle cure<br />

dell’istitutrice.<br />

5 Harley Street: l’indirizzo di Londra dove la<br />

giovane aveva ricevuto l’incarico dallo zio dei<br />

bambini.<br />

6 a meno che... nitidezza: ‘a meno che la<br />

particolare chiarezza della mia visione non<br />

fosse proprio provocata da qualche mutamento<br />

misterioso’.<br />

7 merli: tratti di muratura intervallati a spazi<br />

vuoti sulla cima della torre.<br />

5<br />

10<br />

15<br />

20<br />

25<br />

30<br />

HENry JamEs, Il giro di vite (1898)<br />

<strong>un</strong>’apparizione<br />

Il giro di vite è <strong>un</strong> romanzo breve che racconta di <strong>un</strong>a giovane istitutrice<br />

cui viene affidata, in <strong>un</strong>a villa meravigliosa ed isolata, l’educazione di<br />

due splendidi bambini. Non potrebbe esserci compito più piacevole se,<br />

all’improvviso, tutto non venisse intossicato da apparizioni misteriose<br />

di personaggi che in realtà sono morti. La pagina che segue racconta la<br />

prima di queste apparizioni.<br />

Accadde all’improvviso, <strong>un</strong> pomeriggio, nel bel mezzo dell’ora che chiamavo<br />

mia 1 : i bambini erano a letto, ed io ero uscita per la mia passeggiata. Uno<br />

dei pensieri (che ora non ho la minima esitazione ad annotare) che erano soliti<br />

accompagnarmi in quel mio vagabondare era che sarebbe stato incantevole,<br />

degno di <strong>un</strong> romanzo incantevole, incontrare improvvisamente qualc<strong>un</strong>o 2 .<br />

Qualc<strong>un</strong>o che mi apparisse laggiù, alla svolta del sentiero, e che – fermo davanti<br />

a me – mi sorridesse con l’aria di approvarmi. Non chiedevo niente di<br />

più... chiedevo soltanto che sapesse 3 ; e il solo modo per esser certa che sapeva,<br />

sarebbe stato di leggerlo sul suo bel viso, rischiarato dalla luce gentile di quella<br />

consapevolezza. Tutto ciò – intendo dire soprattutto quel volto – era esattamente<br />

presente al mio spirito, quando, alla prima di quelle straordinarie occasioni,<br />

sul finire di <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga giornata di giugno, mi fermai di colpo uscendo da<br />

<strong>un</strong>o dei boschetti, in vista della casa. Ciò che mi aveva fatto fermare di colpo<br />

(preda di <strong>un</strong> turbamento assai più grande di quanto sarebbe stato giustificato<br />

da <strong>un</strong>a apparizione) era l’impressione che la mia fantasia, in <strong>un</strong> lampo, fosse<br />

diventata realtà. Egli era là!... ma su in alto, oltre il prato, proprio sulla cima<br />

della torre dove, la prima mattina, mi aveva condotto la piccola Flora 4 . Quella<br />

torre era <strong>un</strong>a delle due costruzioni quadrate, assurde, merlate, che per non so<br />

quale ragione, e sebbene io vi vedessi solo minime differenze, erano distinte in<br />

Torre vecchia e Torre nuova. [...]<br />

Nel limpido crepuscolo quell’immagine produsse in me, ricordo, due emozioni<br />

ben distinte, le quali non furono, in definitiva, che due moti separati di<br />

sorpresa. La seconda sorpresa fu la violenta percezione dell’errore della prima:<br />

l’uomo che vedevo non era infatti la persona che avevo precipitosamente supposto.<br />

Ne provai <strong>un</strong> tale turbamento che, dopo tanti anni, non posso sperare<br />

di darne <strong>un</strong>a descrizione precisa. Si ammetterà che <strong>un</strong> uomo sconosciuto, in<br />

<strong>un</strong> posto solitario, sia causa di paura per <strong>un</strong>a ragazza cresciuta in famiglia; e la<br />

figura che mi stava di fronte, bastarono pochi secondi perché ne fossi sicura,<br />

non assomigliava minimamente né a qualc<strong>un</strong>o che conoscessi né all’immagine<br />

che mi era familiare. Non l’avevo veduto a Harley Street 5 , non l’avevo ve-

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