05.11.2012 Raccolta Rassegna Stampa fino al mese di ... - Villa Emo
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RASSEGNA STAMPA<br />
1
RASSEGNA STAMPA<br />
AL 30 OTTOBRE
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
30 ottobre 2012<br />
Bor<strong>di</strong>gnon vuole la testa <strong>di</strong> Quaggiotto<br />
Vedelago. La Lega <strong>al</strong>l’opposizione chiede le <strong>di</strong>missioni del sindaco: «Non paga l’Ici e aumenta l’Imu, pessimo<br />
esempio»<br />
la <strong>di</strong>fesa<br />
«Cacciato d<strong>al</strong>la politica degli slogan»<br />
VEDELAGO Cacciato d<strong>al</strong>la Lega perché in ritardo con il pagamento dell’Ici? Il sindaco Paolo Quaggiotto non<br />
ritiene che questa sia una colpa. «Quanti contribuenti si trovano in ritardo con il pagamento delle imposte,<br />
ma poi le dovranno versare con sanzioni e interessi? Può succedere, non è un reato. E si dovrebbero vergognare<br />
per questo? Credevo che la politica comprendesse le <strong>di</strong>fficoltà delle imprese: devo ricredermi. Solo slogan».<br />
Il sindaco ha ricevuto venerdì scorso la comunicazione uffici<strong>al</strong>e. «Sono molto amareggiato da questa<br />
vicenda: dopo <strong>di</strong>versi anni <strong>di</strong> militanza e <strong>di</strong> impegno nella Lega e più <strong>di</strong> otto anni come sindaco <strong>di</strong> Vedelago<br />
incomprensibilmente vengo considerato “un sindaco non più rappresentativo del movimento”. Ho appreso<br />
solo d<strong>al</strong> giorn<strong>al</strong>e e da una telefonata con il segretario provinci<strong>al</strong>e che le motivazioni sono attinenti a un ritardo<br />
nel pagamento dell’Ici <strong>di</strong> una società immobiliare, per il qu<strong>al</strong>e il Comune ha emesso un avviso <strong>di</strong> accertamento».<br />
Ricostruisce il rapporto con l’apparato leghista sulla questione Barcon. «Nessun rilievo mi viene avanzato<br />
sulla mia attività politico-amministrativa. Anche la vicenda Barcon nulla c’entra con questa storia. Il<br />
partito, la segreteria provinci<strong>al</strong>e sono sempre stati informati su tutto. Nessuna in<strong>di</strong>cazione da parte del partito<br />
è pervenuta circa la contrarietà <strong>al</strong>la proposta, solo singole posizioni ma non una linea chiara del partito. È<br />
stato il segretario provinci<strong>al</strong>e a chiedermi <strong>di</strong> portare l’argomento in consiglio comun<strong>al</strong>e anche se la procedura<br />
non lo prevedeva e anche se la stessa delibera era stata approvata due volte in giunta anche da coloro che<br />
poi in consiglio hanno votato contro». Davide Nor<strong>di</strong>o<br />
VEDELAGO «Un sindaco che non paga l’Ici e aumenta l’Imu è un pessimo esempio per i suoi citta<strong>di</strong>ni ed è<br />
bene che rassegni le <strong>di</strong>missioni». Oscar Bor<strong>di</strong>gnon, capogruppo della Lega <strong>al</strong>l’opposizione, presenta il conto<br />
a Paolo Quaggiotto. Il sindaco è per ora sospeso d<strong>al</strong> Carroccio, ma si attende la sentenza definitiva annunciata<br />
per il 5 novembre quando il consiglio <strong>di</strong>rettivo provinci<strong>al</strong>e si pronuncerà sulla sua cacciata d<strong>al</strong> partito <strong>di</strong> Maroni.<br />
Tra Bor<strong>di</strong>gnon e Quaggiotto non corre buon sangue: prima <strong>al</strong>leati <strong>di</strong> giunta e poi accerrimi nemici. Ed è tempo<br />
<strong>di</strong> resa dei conti. «Il mancato pagamento <strong>di</strong> una tassa comun<strong>al</strong>e, nella fattispecie l’Ici», osserva Bor<strong>di</strong>gnon,<br />
seduto ai banchi dell’opposizione con in tasca la tessera della Lega del segretario Giorgio Granello, «non sarà<br />
un reato, ma non può essere nemmeno una benemerenza da appuntare <strong>al</strong> petto con il filo dell’arroganza,<br />
tantomeno un <strong>di</strong>stintivo da ostentare davanti <strong>al</strong>la stragrande maggioranza dei citta<strong>di</strong>ni che pagano le tasse.<br />
Le <strong>di</strong>chiarazioni del sindaco rappresentano un’offesa gratuita a tutti coloro che versano le imposte regolarmente<br />
come avviene in uno Stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto. Quaggiotto forse ritiene che ricoprire un incarico istituzion<strong>al</strong>e<br />
possa esimerlo dai più elementari doveri in vigore in una società civile?». E su questo la stessa Lega si è spaccata<br />
con il segretario provinci<strong>al</strong>e Giorgio Granello a condannare il comportamento del sindaco e il suo predecessore<br />
Giannatonio Da Re a giustificarlo in virtù della crisi che ha messo in ginocchio tantissimi impren<strong>di</strong>tori,<br />
Quaggiotto compreso. Bor<strong>di</strong>gnon sta con l’attu<strong>al</strong>e portavoce del Carroccio trevigiano. «Sebbene l’appartenenza<br />
a una corrente o a una sottocorrente politica possa oscurare la capacità <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio e indurre la <strong>di</strong>fesa<br />
oltre il limite <strong>di</strong> un comportamento censurabile, non può più essere tollerata la <strong>di</strong>fesa a oltranza <strong>di</strong> comportamenti<br />
inacettabili. Cosa succederebbe se tutti i citta<strong>di</strong>ni seguissero l’esempio del sindaco, se da domani<br />
tutti smettessero <strong>di</strong> pagare l’imposta per l’asporto rifiuti oppure l’Irpef comun<strong>al</strong>e? Qu<strong>al</strong>i servizi riuscirebbe a<br />
fornire l’amministrazione loc<strong>al</strong>e con le casse vuote?». Il capogruppo della Lega <strong>al</strong>l’opposizione non ha dubbi:<br />
Quaggiotto deve andare a casa. «Tanto più», aggiunge carne <strong>al</strong> fuoco, «che nell’ultimo consiglio comun<strong>al</strong>e,<br />
quello in cui si <strong>di</strong>scuteva dell’operazione Barcon, ha respinto l’emendamento con cui il mio gruppo aveva<br />
proposto <strong>di</strong> rinunciare <strong>al</strong>l’aumento dell’Imu, proprio in virtù del <strong>di</strong>fficile periodo economico che stiamo attraversando».<br />
Maggioranza e giunta <strong>al</strong> completo hanno deliberato il passaggio dell’<strong>al</strong>iquota per la prima casa<br />
d<strong>al</strong>lo 0,8 <strong>al</strong>lo 0,4 per cento. «Un aumento del 20 per cento», sottolinea Oscar Bor<strong>di</strong>gnon, «proposto e approvato<br />
da un sindaco che non ha pagato l’Ici». Quaggiotto per ora non molla. Granello stesso, pur confermando<br />
l’intenzione <strong>di</strong> espellerlo d<strong>al</strong> partito, sostiene <strong>di</strong> non voler mandare a casa chi è stato eletto dai citta<strong>di</strong>ni, nel<br />
rispetto della volontà <strong>di</strong> questi ultimi. Le tante anime della Lega.<br />
5
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
27 ottobre 2012<br />
Vedelago, Quaggiotto resta sindaco<br />
VEDELAGO Nonostante l’imminente espulsione d<strong>al</strong>la Lega, il sindaco Paolo Quaggiotto rimarrà in carica. È<br />
questa l’in<strong>di</strong>cazione data d<strong>al</strong>la segreteria provinci<strong>al</strong>e del Carroccio <strong>al</strong>l’indomani dello scoppio del caso riguardante<br />
il primo citta<strong>di</strong>no vedelaghese. Ieri il segretario Giorgio Granello ha confermato quanto trapelato. L’espulsione<br />
<strong>di</strong> Quaggiotto avverrà a brevissimo. Il provve<strong>di</strong>mento sarà sottoposto <strong>al</strong>l’esame del consiglio provinci<strong>al</strong>e<br />
del partito il 5 novembre. Successivamente dovrà essere ratificato d<strong>al</strong>l’organo feder<strong>al</strong>e <strong>di</strong> garanzia. La motivazione<br />
uffici<strong>al</strong>e dell’espulsione sta nel nodo Ici. Il caso era scoppiato a marzo. L’Ufficio Tributi del Comune <strong>di</strong><br />
Vedelago infatti aveva inviato <strong>al</strong>l’ “Immobiliare Quaggiotto” (<strong>di</strong>tta <strong>di</strong> cui il primo citta<strong>di</strong>no è socio) un accertamento<br />
per non aver pagato l’Ici per gli anni 2008 e 2009 per <strong>al</strong>cune decine <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> euro. Comportamento<br />
non accettabile per un primo citta<strong>di</strong>no. «Comprendo il dramma delle aziende, in particolare in ambito<br />
immobiliare», ha detto ieri Granello, «e capisco l’aspetto umano e contingente <strong>di</strong> una situazione drammatica.<br />
Credo che se ne avesse avute le possibilità l’imposta l’avrebbe pagata. Ma una persona che riveste la carica<br />
<strong>di</strong> sindaco deve sapere <strong>fino</strong> a dove può spingersi con i propri comportamenti e non è ammissibile che sia lui<br />
a non pagare quella Imu la cui <strong>al</strong>iquota era stata per<strong>al</strong>tro appena aumentata». Per ora Quaggiotto è stato sospeso,<br />
il 5 novembre si saprà se sarà espulso definitivamente. La poltrona <strong>di</strong> sindaco tuttavia non è a rischio<br />
<strong>al</strong>meno per ora. L’in<strong>di</strong>cazione data dai vertici del Carroccio ai componenti leghisti della maggioranza che sostiene<br />
Quaggiotto è <strong>di</strong> non sfiduciarlo e <strong>di</strong> sostenere la sua giunta <strong>fino</strong> a fine mandato. Per ora nessuno<br />
strappo interno. I componenti non leghisti della maggioranza, invece, attendono l’uffici<strong>al</strong>izzazione dell’espulsione<br />
prima <strong>di</strong> prendere posizione. Sulla vicenda ha pesato la battaglia <strong>di</strong> Quaggiotto a favore del mega progetto<br />
Barcon. Una battaglia condotta in aperto contrasto con la segreteria del partito che si è pronunciata<br />
contro l’accordo <strong>di</strong> programma per la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> maxi macello e cartiera. Quaggiotto ha voluto portarlo<br />
<strong>fino</strong> in fondo, a costo <strong>di</strong> attirare su <strong>di</strong> sé il fuoco incrociato dei suoi stessi compagni <strong>di</strong> partito e <strong>di</strong> maggioranza.<br />
Antonio De Poli, deputato Udc, invita la Lega a staccare la spina <strong>al</strong> sindaco togliendogli l’appoggio nella maggioranza<br />
e mandandolo a casa.<br />
Genty: «La base vuole un giovane? Gli darò una mano per vincere»<br />
«Ho parlato con Granello e siamo giunti a una intesa: non aspetteremo <strong>fino</strong> a Nat<strong>al</strong>e per sciogliere le riserve.<br />
Attendo solo che sia la base a <strong>di</strong>rmi cosa fare, i leghisti della circoscrizione, quin<strong>di</strong> il provinci<strong>al</strong>e. Se mi vogliono<br />
ancora can<strong>di</strong>dato sindaco bene, <strong>al</strong>trimenti darò il mio contributo per aiutare il prescelto». Così, a sorpresa,<br />
parlò Gentilini. Insomma, pare proprio che il (doppio) passaggio <strong>di</strong> Maroni a Treviso abbia tagliato il nodo<br />
gor<strong>di</strong>ano del Carroccio: lo sceriffo sta v<strong>al</strong>utando seriamente <strong>di</strong> fare un passo in<strong>di</strong>etro, in merito <strong>al</strong>le sue ambizioni<br />
<strong>di</strong> rifare il sindaco <strong>di</strong> Treviso. «Gentilini è un fuoriclasse, non possiamo fare a meno <strong>di</strong> lui, ma attenti<br />
<strong>al</strong>l’anagrafe», ha detto il segretario feder<strong>al</strong>e del Carroccio Bobo Maroni, a Treviso lunedì e giovedì scorso per<br />
incontri uffici<strong>al</strong>i con i sindaci del Carroccio e ufficiosi con i leghisti <strong>di</strong> Marca. È chiaro che la Lega, oggi in c<strong>al</strong>o<br />
<strong>di</strong> consensi, non può certo fare a meno <strong>di</strong> Gentilini, destinato infatti a guidare una lista a suo nome; ma è <strong>al</strong>trettanto<br />
vero che SuperG ha 83 anni e che la Lega maroniana vorrebbe piuttosto portare <strong>al</strong>la rib<strong>al</strong>ta un giovanotto,<br />
in primis il quarantenne Federico Caner, capogruppo in Regione del Carroccio, anche se piuttosto<br />
renitente <strong>al</strong>la... leva. Però il pressing dei vertici del Carroccio pare aver sortito effetto, nel vecchio leone <strong>di</strong> Ca’<br />
Sugana: dopo il monito affettuoso <strong>di</strong> Maroni, ieri il segretario provinci<strong>al</strong>e Giorgio Granello è stato a sua volta<br />
chiaro: Gentilini è «un gran<strong>di</strong>ssimo» ma la città e i militanti forse preferiscono una faccia nuova, «e, Gentilini<br />
a parte, tra i giovani ritengo sia Caner il miglior nome». Un Granello ultimamente in attrito proprio con i leghisti<br />
del capoluogo, i «caneriani», che gli hanno bocciato settimane fa l’idea <strong>di</strong> can<strong>di</strong>dare a sindaco <strong>di</strong> Treviso un<br />
non leghista, e che hanno fatto sponda a Gentilini solo per evitare, <strong>di</strong> fatto, che Caner venga chiamato <strong>al</strong><br />
gran sacrificio, e infatti <strong>al</strong> suo posto sponsorizzano Sandro Zampese. Però <strong>al</strong>la fine, comunque andrà a finire,<br />
lo sceriffo uscirà a a testa <strong>al</strong>ta, anche perché appare ormai chiaro che SuperG non romperà con il partito creando<br />
una propria lista civica antileghista. Un Gentilini come sempre generoso con la «sua» Lega, e che in merito<br />
<strong>al</strong>lo scand<strong>al</strong>o <strong>di</strong> Vedelago, ossia la cacciata d<strong>al</strong> partito del sindaco Quaggiotto, <strong>di</strong>ce: «Un sindaco deve far<br />
moltiplicare i posti <strong>di</strong> lavoro e far decollare queste iniziative. Su Barcon, Quaggiotto aveva fatto bene». Giancarlo<br />
Gentilini «assolve» quin<strong>di</strong> il primo citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Vedelago, sfiduciato uffici<strong>al</strong>mente per questioni legate a<br />
mancati pagamenti dell’Ici, anche se, <strong>di</strong>etro le quinte, ci sarebbe il grande nodo del maxi-macello <strong>di</strong> Barcon.<br />
6
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
27 ottobre 2012<br />
Sindaco “evasore”: 20mila euro <strong>di</strong> Ici<br />
«Colpa della crisi»: così Paolo Quaggiotto giustifica i mancati versamenti d<strong>al</strong>la sua immobiliare <strong>al</strong> Comune<br />
Paolo Quaggiotto, sindaco <strong>di</strong> Vedelago, in un giorno ha dovuto incassare due colpi da ko: l’espulsione <strong>di</strong><br />
fatto d<strong>al</strong>la Lega e la grana dell’Ici non pagata sugli immobili <strong>di</strong> proprietà della Immobiliare Quaggiotto snc <strong>di</strong><br />
cui è presidente. Uno scand<strong>al</strong>o bello e buono: il sindaco che non paga l’Ici <strong>al</strong> suo stesso Comune ma che, in<br />
due occasioni <strong>di</strong>fferenti, aumenta l’Imu della prima casa ai suoi citta<strong>di</strong>ni senza toccare quello sulla seconda.<br />
Aspetto questo che <strong>al</strong>imenta <strong>al</strong>tri dubbi e m<strong>al</strong>ignità. E il <strong>di</strong>retto interessato invece <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendersi, attacca: «Si<br />
tratta <strong>di</strong> una questione che attiene <strong>al</strong>le <strong>di</strong>fficoltà della mia azienda che, an<strong>al</strong>ogamente a quanto accade a decine<br />
<strong>di</strong> <strong>al</strong>tre re<strong>al</strong>tà nel mio stesso comune, dopo aver pagato <strong>di</strong>pendenti e fornitori e in assenza <strong>di</strong> linee <strong>di</strong><br />
cre<strong>di</strong>to da parte delle banche non ha potuto far <strong>al</strong>tro che non versare l’Ici <strong>di</strong> <strong>al</strong>cune annu<strong>al</strong>ità pregresse. In<br />
una congiuntura come questa le aziende andrebbero sostenute. Io in questa situazione mi sono trovato, da<br />
sindaco, perché è avanzata la crisi ma non ho mai approfittato del mio ruolo per sanare posizioni person<strong>al</strong>i».<br />
Intanto emergono le cifre. Al momento il Comune <strong>di</strong> Vedelago contesta <strong>al</strong>l’immobiliare del sindaco il mancato<br />
pagamento dell’Ici per un tot<strong>al</strong>e 19.597 euro d<strong>al</strong> 2008 <strong>al</strong> 2009. E non sono ancora <strong>di</strong>sponibili i conteggi per<br />
il 2010 e 2011. Per la precisione: nel 2008 la cifra da pagare è <strong>di</strong> 10.646 euro; nel 2009 sono due le tranche<br />
non s<strong>al</strong>date, una <strong>di</strong> 5.469 euro e una <strong>di</strong> 3.482. La vicenda viene <strong>al</strong>la luce a novembre quando Fiorenza Morao<br />
(Primavera Civica) scopre che il Comune vuole dei chiarimenti in merito <strong>al</strong> pagamento dell’Ici <strong>al</strong>la Quaggiotto<br />
Immobiliare. La notizia del sindaco «moroso» inizia a circolare. Una decina <strong>di</strong> giorni fa arriva <strong>al</strong>l’orecchio del<br />
segretario della Lega Giorgio Granello, che convoca subito Quaggiotto. Il sindaco ammette tutto e tenta <strong>di</strong><br />
spiegare. Ma Granello, inflessibile, gli chiede <strong>di</strong> <strong>di</strong>mettersi d<strong>al</strong>la sua carica. Richiesta non accettata. Da qui la<br />
decisione <strong>di</strong> avviare il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> espulsione.<br />
Adesso la giunta Quaggiotto è in pericolo. Il sindaco non vuole <strong>di</strong>mettersi, ma il Pdl sta me<strong>di</strong>tando <strong>di</strong> togliergli<br />
la fiducia e mandarlo a casa. Del resto già nel caso Barcon gli ha votato contro. Adesso lo scand<strong>al</strong>o dell’Ici<br />
potrebbe accelerare le cose. Il vice sindaco Marco Perin, Pdl <strong>di</strong> marca sernagiottiana, non conferma. Ma le<br />
voci che corrono parlano <strong>di</strong> una crisi imminente.<br />
Come una bomba ad orologeria, l’ultima in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo, anche se questa volta la cosa sembra seria.<br />
Dopo il «no» <strong>al</strong> progetto Barcon, Paolo Quaggiotto è finito nel mirino del suo partito che <strong>di</strong> fatto gli ha dato<br />
il benservito. «Non se i vertici provinci<strong>al</strong>i della Lega erano a conoscenza della situazione -attacca Fiorenza<br />
Morao leader <strong>di</strong> Primavera Civica- però lo sapevano tutti i consiglieri comun<strong>al</strong>i fin d<strong>al</strong>lo scorso marzo. Spero<br />
non abbiano voluto far finta <strong>di</strong> nulla. Noi lo abbiamo riba<strong>di</strong>to a più riprese e in pio occasioni, ma non siamo<br />
mai stati ascoltati». Era stata proprio la Morao a sollevare il caso lo scorso novembre. «Spesso mi vado a leggere<br />
il protocollo -spiega- Il 21 novembre feci richiesta <strong>di</strong> accesso agli atti per avere chiarimenti proprio sul<br />
protocollo inerente a tre avvisi <strong>di</strong> accertamento Ici per gli anni 2008/09 a carica della Quaggiotto Immobiliare<br />
snc, <strong>di</strong> Paolo Quaggiotto. Per questione <strong>di</strong> privacy, mi <strong>di</strong>ssero, l’accesso mi venne negato. Ho rifatto la richiesta<br />
il 17 gennaio producendo motivazioni e sentenze. Niente. Il 27 febbraio rinnovo la richiesta <strong>al</strong> segretario comun<strong>al</strong>e<br />
per sollecitare una risposta. Il 5 marzo ho presentato un’interrogazione spe<strong>di</strong>ta a tutti i consiglieri comun<strong>al</strong>i.<br />
Il 19 marzo arriva la risposta con la cifra accertata e dovuta per il 2008-2009; oltre una risposta<br />
parzi<strong>al</strong>e per conoscere gli importi dovuti anche per il 2010-2011». La risposta, scritta, arriva d<strong>al</strong> sindaco il 26<br />
marzo: “Si ritiene non ammissibile la richiesta <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere in consiglio comun<strong>al</strong>e l’interrogazione, in quanto<br />
le interrogazioni devono riguardare esclusivamente argomenti relativi <strong>al</strong>l’amministrazione comun<strong>al</strong>e”.<br />
Il 20 aprile Primavera Civica invia un esposto <strong>al</strong> Prefetto <strong>di</strong> Treviso per informarlo della situazione. «Tre<br />
giorni dopo -continua la Morao- in apertura del consiglio comun<strong>al</strong>e comunico quanto accaduto negli ultimi<br />
mesi riguardo <strong>al</strong>l’Ici non pagata, <strong>al</strong>l’accesso negato agli atti, soprattutto quelli del progetto <strong>di</strong> Barcon. Qui è<br />
scoppiato il caso». Un caso che potrebbe mettere fine <strong>al</strong>la carriera politica del sindaco. La prossima mossa<br />
potrebbe essere un’autoconvocazione del consiglio comun<strong>al</strong>e per verificare se Quaggiotto ha ancora una<br />
maggioranza o se un voto <strong>di</strong> sfiducia metterà fine <strong>al</strong>la sua seconda legislatura. «Spero in un gesto nobile un<br />
gesto nobile da parte sua -chiude La Morao- e si <strong>di</strong>metta. Venire sfiduciato in consiglio comun<strong>al</strong>e sarebbe<br />
un’<strong>al</strong>tra pessima figura. D’<strong>al</strong>tra parte, una mozione <strong>di</strong> sfiducia va presentata con le debite motivazioni. Ci<br />
stiamo ragionando, <strong>al</strong>meno per ora».<br />
7
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
27 ottobre 2012<br />
IL PROTAGONISTA<br />
La <strong>di</strong>fesa è un contrattacco: «Non ho commesso reati»<br />
VEDELAGO - (P. C<strong>al</strong>.) «Quanti contribuenti si trovano in ritardo con il pagamento delle imposte, ma poi le dovranno<br />
versare con sanzioni e interessi. Può succedere, non è mica un reato! E si dovrebbero vergognare per<br />
questo?». Paolo Quaggiotto, sindaco <strong>di</strong> Vedelago, si <strong>di</strong>fende attaccando. Non pagare l’Ici «non è un reato»,<br />
anzi. E la sua annunciata espulsione d<strong>al</strong>la Lega è vista, ai suoi occhi, quasi come uno sfregio. Ammette tutto,<br />
non si nasconde, ma spiega: «La questione sollevata riguarda la mia vita profession<strong>al</strong>e per un ritardo nel pagamento<br />
dell’Ici <strong>di</strong> una mia azienda, mentre quella intestata <strong>al</strong>la mia persona è stata versata. In questo momento<br />
<strong>di</strong> crisi gener<strong>al</strong>e, che colpisce tanta gente, le enormi <strong>di</strong>fficoltà che stanno attraversando anche le<br />
piccole e me<strong>di</strong>e imprese le vivo anche io da impren<strong>di</strong>tore, e per questo sono molto vicino a queste persone<br />
e capisco il loro dramma quando le banche ti bloccano il cre<strong>di</strong>to e ti mettono in grave <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà.<br />
Così come mi angoscia vedere che c’è chi non ce la fa più e decide <strong>di</strong> compiere anche gesti estremi».<br />
Il sindaco la mette giù dura. «Credevo che anche la politica comprendesse le <strong>di</strong>fficoltà delle imprese, invece<br />
devo ricredermi. Solo slogan». Riba<strong>di</strong>sce che non si <strong>di</strong>metterà, che la sua azienda ha scelto <strong>di</strong> pagare prima<br />
stipen<strong>di</strong> e fornitori e che non ha mai infranto la legge. «Mi sono sempre comportato onestamente non ho<br />
commesso nessun illecito, ho cercato <strong>di</strong> agire correttamente per il bene dei miei citta<strong>di</strong>ni. Da sindaco, responsabilmente,<br />
mi sono ridotto volontariamente l’indennità <strong>di</strong> carica in questi anni, non ho mai richiesto<br />
nessun rimborso spese». E poi tira in b<strong>al</strong>lo il caso «Barcon»: «La cosiddetta vicenda Barcon nulla c’entra con<br />
questa storia. Il partito, la segreteria provinci<strong>al</strong>e, è sempre stata informata su tutto. Nessuna in<strong>di</strong>cazione da<br />
parte del partito è mai pervenuta circa la contrarietà <strong>al</strong>la proposta, solo singole posizioni ma non una linea<br />
chiara del partito. È stato proprio il segretario provinci<strong>al</strong>e a chiedermi <strong>di</strong> portare l’argomento in consiglio comun<strong>al</strong>e<br />
anche se la procedura non lo prevedeva, e anche se la stessa delibera era già stata approvata due<br />
volte in giunta anche da coloro che poi in consiglio hanno votato contro». Ma ad affossarlo non è stato questo,<br />
quanto l’Ici e l’intransigenza <strong>di</strong> un segretario provinci<strong>al</strong>e amante delle regole.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
26 ottobre 2012<br />
Bufera su Ici e Barcon Quaggiotto espulso<br />
La segreteria provinci<strong>al</strong>e caccia il sindaco <strong>di</strong> Vedelago d<strong>al</strong> partito Il caso dell’imposta non versata d<strong>al</strong>la società<br />
del primo citta<strong>di</strong>no<br />
Nuovo terremoto nella Lega trevigiana: la segreteria del Carroccio ha deciso <strong>di</strong> cacciare d<strong>al</strong> partito Paolo<br />
Quaggiotto, sindaco <strong>di</strong> Vedelago. Un <strong>al</strong>tro primo citta<strong>di</strong>no scaricato dai vertici provinci<strong>al</strong>i per la sua condotta,<br />
ritenuta per nulla aderente <strong>al</strong>la linea del partito, guidato oggi nella Marca trevigiana d<strong>al</strong> maroniano Giorgio<br />
Granello. La notizia è circolata ieri come una bomba pronta a esplodere da un momento <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro. E oggi verrà<br />
uffici<strong>al</strong>izzata dai vertici del Carroccio. Finisce così la militanza leghista del primo citta<strong>di</strong>no vedelaghese. Stando<br />
a quando è trapelato ieri, la motivazione uffici<strong>al</strong>e della cacciata starebbe nella questione Ici, la vecchia imposta<br />
comun<strong>al</strong>e sugli immobili. Il caso era infatti scoppiato lo scorso <strong>mese</strong> <strong>di</strong> marzo: l’ufficio Tributi del Comune <strong>di</strong><br />
Vedelago, infatti, aveva inviato <strong>al</strong>l’«Immobiliare Quaggiotto», <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> cui il primo citta<strong>di</strong>no è socio, un accertamento<br />
per non aver pagato l’Ici per gli anni 2008 e 2009 per <strong>al</strong>cune decine <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> euro. Un caso<br />
che aveva suscitato grande sc<strong>al</strong>pore e su cui venne anche presentato un esposto <strong>al</strong> Prefetto <strong>di</strong> Treviso da<br />
parte dell’opposizione consiliare. Un comportamento considerato «poco e<strong>di</strong>ficante» per il primo citta<strong>di</strong>no<br />
Quaggiotto, che <strong>fino</strong> a ieri risultava essere iscritto <strong>al</strong>la Lega. Ma proprio il Carroccio, visto l’addensarsi delle<br />
nubi <strong>al</strong>l’orizzonte, ha deciso <strong>di</strong> troncare la faccenda c<strong>al</strong>ando l’accetta dell’espulsione. Ma la cacciata <strong>di</strong> Quaggiotto<br />
arriva anche in seguito a una condotta definita <strong>al</strong>quanto <strong>di</strong>scutibile tenuta d<strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong> Vedelago in<br />
merito <strong>al</strong>la scottante vicenda <strong>di</strong> Barcon, ossia il progetto industri<strong>al</strong>e che Quaggiotto ha sostenuto con tutte<br />
le forze ma che invece il consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago ha sonoramente bocciato. Su questo tema Paolo<br />
Quaggiotto aveva assunto una posizione <strong>di</strong>ametr<strong>al</strong>mente opposta rispetto a quella in<strong>di</strong>cata d<strong>al</strong>la segreteria<br />
provinci<strong>al</strong>e e loc<strong>al</strong>e della Lega, che si era espressa con un «no» secco che già profilava una m<strong>al</strong>a parata per<br />
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il sindaco, c’era insomma odor <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti... <strong>di</strong>sciplinari. Ai vertici del Carroccio non è infatti piaciuto<br />
nemmeno il comportamento del sindaco <strong>al</strong>l’indomani della bocciatura del consiglio comun<strong>al</strong>e. Il tentativo <strong>di</strong><br />
far passare il progetto Barcon ad ogni costo, scav<strong>al</strong>cando ad<strong>di</strong>ruttura il consiglio comun<strong>al</strong>e e portandolo in<br />
Regione, è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. In molti si aspettavano infatti le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong><br />
Quaggiotto, dopo la bocciatura avvenuta grazie <strong>al</strong> voto contrario anche <strong>di</strong> tre assessori e un consigliere <strong>di</strong><br />
maggioranza. E invece Quaggiotto ha tirato dritto, arrivando <strong>al</strong>l’isolamento politico completo. Il segretario<br />
provinci<strong>al</strong>e della Lega Giorgio Granello, maroniano esponente della nuova linea mor<strong>al</strong>izzatrice del partito,<br />
oggi stesso comunicherà l’espulsione d<strong>al</strong> Carroccio <strong>di</strong> Quaggiotto, che ieri ha risposto «no comment» a chi<br />
gli chiedeva se la notizia dell’imminente espulsione fosse vera. Il bubbone dell’Ici non pagata era venuto a<br />
g<strong>al</strong>la lo scorso marzo: la società immobiliare del sindaco Paolo Quaggiotto finì nel mirino dell’ufficio tributi<br />
del Comune dopo la denuncia fatta d<strong>al</strong>la consigliera comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Primavera Civica, Fiorenza Morao: passando<br />
<strong>al</strong> setaccio le comunicazioni affisse <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>bo pretorio del municipio, la Morao trovò un documento protocollato<br />
con il numero 4961 del 14 marzo 2011. «Curiosa» la descrizione: «consegna <strong>al</strong> capo settore Paolo B<strong>al</strong>dassa<br />
degli avvisi <strong>di</strong> accertamento Ici corrispondenti agli atti 1 e 2 del 14 febbraio 2011 e 3 del successivo 16 febbraio<br />
per gli anni 2008-2009 e ravve<strong>di</strong>mento operoso per il periodo 2010 a carico della Quaggiotto Immobiliare<br />
snc <strong>di</strong> Quaggiotto Paolo e C.». Insomma, l’ufficio tributi aveva riscontrato che la società <strong>di</strong> cui il sindaco è<br />
socio <strong>di</strong> maggioranza non aveva versato l’imposta negli anni 2008 e 2009, rime<strong>di</strong>ando solo in parte l’anno<br />
successivo. In b<strong>al</strong>lo, un debito nei confronti del Comune <strong>di</strong> <strong>al</strong>cune decine <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> euro. E anche <strong>al</strong>lora,<br />
come oggi, Quaggiotto si trincerò in prima battuta <strong>di</strong>etro a un «no comment». E a questo fattaccio si è aggiunta<br />
la faccenda Barcon, che ha reso il clima a Vedelago irrespirabile. E per la Lega Nord, a questo punto,<br />
evidentemente insopportabile. E così il segretario Granello con la <strong>di</strong>rezione provinci<strong>al</strong>e del Carroccio non ci<br />
ha messo molto, a decidere per le vie <strong>di</strong> fatto e dare il benservito a Quaggiotto.<br />
Quella colata <strong>di</strong> cemento o<strong>di</strong>ata da tutti Un affare che ha spaccato il paese<br />
Progetto Barcon, fonte <strong>di</strong> infinite polemiche a Vedelago. Di che si tratta? Il comune <strong>di</strong> Vedelago, su proposta<br />
<strong>di</strong> privati, in primis il re delle carni Colomberotto, ha chiesto un accordo <strong>di</strong> programma a Regione e Provincia<br />
per fare un nuovo casello della superstrada Pedemontana, con viabilità <strong>di</strong> collegamento tra il nuovo casello<br />
e la zona industri<strong>al</strong>e, pari <strong>al</strong>la cementificazione - accusano gli ambient<strong>al</strong>isti - <strong>di</strong> 90 ettari <strong>di</strong> territorio agricolo.<br />
I privati mettono un contributo economico e la <strong>di</strong>sponibilità dei terreni per la nuova viabilità e, in cambio, ricevono<br />
la trasformazione <strong>di</strong> un’area <strong>di</strong> 90 ettari da agricola appunto a commerci<strong>al</strong>e industri<strong>al</strong>e. In quest’area<br />
si inse<strong>di</strong>erebbe, per una parte, uno stabilimento <strong>di</strong> lavorazione agro<strong>al</strong>imentare e una superfice commerci<strong>al</strong>e<br />
(Colomberotto), per l’<strong>al</strong>tra parte la cartiera Rotocart, che si trasferirebbe d<strong>al</strong>l’attu<strong>al</strong>e collocazione a Piombino<br />
Dese. La cartiera verrebbe costruita con un piano interrato e quin<strong>di</strong> bisogna scavare. L’estratto c<strong>al</strong>colato è <strong>di</strong><br />
1,846 milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> ghiaia, per un introito <strong>di</strong> 3.692.000 euro d<strong>al</strong>la ven<strong>di</strong>ta del materi<strong>al</strong>e. Secondo<br />
quanto previsto d<strong>al</strong> piano, ci sarebbe in tot<strong>al</strong>e un beneficio per il privato, tra aumento del v<strong>al</strong>ore delle aree e<br />
ven<strong>di</strong>ta della ghiaia, pari a 37 milioni. I privati sborserebbero 10 milioni come contributo economico per la<br />
re<strong>al</strong>izzazione del nuovo casello (che costerebbe il doppio) e 960 mila euro come v<strong>al</strong>ore dei terreni messi a<br />
<strong>di</strong>sposizione per farci sopra la nuova viabilità. L’area agricola soggetta <strong>al</strong>la pesante cementificazione si trova<br />
<strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le della p<strong>al</strong>la<strong>di</strong>ana <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, sulla strada tra Castelfranco e Treviso, acquistata anni fa d<strong>al</strong>la Banca <strong>di</strong><br />
Cre<strong>di</strong>to Cooperativo Trevigiano.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
26 ottobre 2012<br />
VEDELAGO Sorprendente decisione del segretario Granello: «Comportamento non conforme»<br />
Quaggiotto sospeso d<strong>al</strong>la Lega<br />
Il sindaco ad un passo d<strong>al</strong>l’espulsione: l’iter è già stato avviato. Sconosciuta la causa del provve<strong>di</strong>mento<br />
Un fulmine a ciel sereno: Paolo Quaggiotto sospeso d<strong>al</strong>la Lega e sul punto <strong>di</strong> essere espulso. La notizia è circolata<br />
ieri e ha trovato subito conferma nelle parole <strong>di</strong> Giorgio Granello, segretario provinci<strong>al</strong>e: «Sì - <strong>di</strong>ce il segretario<br />
- Paolo Quaggiotto da oggi (ieri ndr) non rappresenta più nel territorio la Lega Nord». Non si tratta<br />
ancora <strong>di</strong> un’espulsione vera e propria, ma <strong>di</strong> una sospensione che prelude però <strong>al</strong>la fuoriuscita d<strong>al</strong> partito.<br />
Ma la strada è quella: servono solo <strong>al</strong>cuni passaggi del tutto form<strong>al</strong>i in <strong>di</strong>rettivo provinci<strong>al</strong>e».<br />
9
Una mossa che non si aspettava nessuno e che a Vedelago ha sorpreso tutti, a cominciare d<strong>al</strong> segretario comun<strong>al</strong>e<br />
Renzo Franco caduto d<strong>al</strong>le nuvole: «Non so niente», <strong>di</strong>ce. Granello, d<strong>al</strong> canto suo, rimane vago sulle<br />
motivazioni <strong>al</strong>la base della sua decisione: «Quaggiotto non ha tenuto comportamenti conformi a quanto la<br />
Lega richiede ai suoi rappresentanti», si limita a precisare. Dichiarazione che vuole <strong>di</strong>re tutto e niente, ma<br />
che presuppone che sia successo qu<strong>al</strong>cosa <strong>di</strong> poco chiaro. Le supposizioni si sprecano e più <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>cuno tira<br />
in b<strong>al</strong>lo il caso Barcon, il voto del consiglio comun<strong>al</strong>e che ha affondato la giunta e spaccato il Carroccio. Quaggiotto<br />
aveva detto che, in caso <strong>di</strong> voto contrario, si sarebbe <strong>di</strong>messo. Non lo ha fatto e adesso arriva l’espulsione:<br />
sembra tutto correlato, ma potrebbe esserci dell’<strong>al</strong>tro. Negli ultimi giorni ci sono stati molti incontri tra<br />
Granello e Quaggiotto: colloqui riservati, da cui non è trapelato nulla. Ma che avrebbero turbato non poco il<br />
sindaco. Poi l’accelerazione <strong>di</strong> ieri: il sindaco convocato da Granello e la comunicazione uffici<strong>al</strong>e del proce<strong>di</strong>mento<br />
<strong>di</strong> espulsione. Una cosa gravissima: nella Lega non capita spesso. L’ultimo a essere espulso è stato il<br />
senatore Piergiorgio Stiffoni, travolto d<strong>al</strong>lo scand<strong>al</strong>o Belsito e <strong>di</strong>amanti. Prima ancora, nella gestione Da Re,<br />
è toccato a un assessore <strong>di</strong> Zero Branco coinvolto in un caso <strong>di</strong> app<strong>al</strong>ti e tangenti. Per Quaggiotto non c’è<br />
nulla <strong>di</strong> tutto questo <strong>al</strong>l’orizzonte: ma la sua colpa pare non essere solo riconducibile <strong>al</strong>le critiche per le vicende<br />
<strong>di</strong> Barcon.<br />
Corriere del Veneto<br />
26 ottobre 2012<br />
La Lega caccia sindaco «Non ha pagato l’Ici»<br />
Vedelago, Quaggiotto moroso verso il suo Comune<br />
VEDELAGO (Treviso) - Il sindaco è in debito col Comune che amministra e rappresenta, e per decine <strong>di</strong> migliaia<br />
<strong>di</strong> euro. Un paradosso. Eppure a Vedelago, comune della Castellana in provincia <strong>di</strong> Treviso, è proprio questo<br />
che ha spinto la Lega Nord a togliere la tessera a Paolo Quaggiotto: d<strong>al</strong> 2008 non avrebbe pagato l’Ici sugli<br />
immobili della sua società. «E quest’anno ha pure fatto approvare l’aumento dell’Imu sulla prima casa» commenta,<br />
con rabbia, un consigliere comun<strong>al</strong>e. Troppo per il Carroccio: «Il sindaco deve dare il buon esempio,<br />
è il primo citta<strong>di</strong>no!», sbotta un leghista <strong>di</strong> lungo corso, che <strong>di</strong> queste cose <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> non averne mai viste. E<br />
così, ieri mattina, è partita la telefonata del segretario provinci<strong>al</strong>e Giorgio Granello <strong>al</strong> sindaco Quaggiotto. Poi,<br />
a stretto giro, il telegramma con l’uffici<strong>al</strong>ità dell’espulsione.<br />
Non si tratta <strong>di</strong> un fulmine a ciel sereno, ma <strong>di</strong> una decisione ragionata; solo che anche gli ultimatum lanciati<br />
d<strong>al</strong> movimento nelle scorse settimane, <strong>di</strong> cui si sussurrava nei corridoi, non erano serviti a niente. «D<strong>al</strong>la data<br />
o<strong>di</strong>erna Quaggiotto non rappresenta più la Lega sul territorio», conferma il segretario provinci<strong>al</strong>e Granello.<br />
Detto questo, la Lega si trincera nel silenzio.<br />
Il <strong>di</strong>retto interessato si è limitato a rispondere con poche parole: «Granello mi ha preannunciato questa mattina<br />
(ieri per chi legge, ndr) il provve<strong>di</strong>mento. Resto in attesa <strong>di</strong> chiarire quello che mi viene contestato e le motivazioni<br />
<strong>di</strong> quanto deciso». Ma in consiglio e in giunta il dubbio c’era da tempo, sollevato d<strong>al</strong>le minoranze.<br />
Quaggiotto è socio <strong>di</strong> maggioranza e procuratore speci<strong>al</strong>e della «Immobiliare Quaggiotto & C.». Nella<br />
scorsa primavera, la consigliera <strong>di</strong> opposizione Fiorenza Morao aveva scoperto, fra i documenti del protocollo<br />
in municipio a Vedelago, che qu<strong>al</strong>cosa non andava con i pagamenti del sindaco: mancava l’Ici sugli immobili<br />
della società, che ha avuto qu<strong>al</strong>che problema con la crisi. Morao aveva quin<strong>di</strong> chiesto copia dei documenti<br />
sospetti per approfon<strong>di</strong>re, ma il Comune aveva risposto <strong>di</strong> no per motivi <strong>di</strong> privacy. La consigliera si era rivolta<br />
<strong>al</strong>lora, con un esposto, <strong>al</strong> prefetto. E anche da lì niente. Nei mesi non si è stancata <strong>di</strong> cercare e nei giorni<br />
scorsi il segretario comun<strong>al</strong>e le avrebbe dato la conferma che mancava: nel 2008 e 2009 il debito Ici del sindaco<br />
ammonterebbe a circa 35mila euro, fra rate e sanzioni. E così, ieri mattina, il segretario provinci<strong>al</strong>e della<br />
Lega Granello ha preso form<strong>al</strong>mente la questione in mano, la patata era <strong>di</strong>ventata bollente.<br />
Ormai molti in municipio a Vedelago ritengono le <strong>di</strong>missioni del sindaco doverose, ma nessuno le impone:<br />
se Quaggiotto se la sente, può continuare a fare il sindaco. Ma non sarà più un sindaco leghista. Quando la<br />
notizia dell’espulsione è circolata e ancora non si conoscevano i motivi dell’<strong>al</strong>lontanamento, a Vedelago si<br />
pensava che il provve<strong>di</strong>mento fosse legato <strong>al</strong> caso Barcon, il grande polo agro-industri<strong>al</strong>e bocciato d<strong>al</strong> consiglio<br />
comun<strong>al</strong>e. Quaggiotto aveva perso la battaglia e la maggioranza. Ma oggi quella bocciatura sembra<br />
essere il m<strong>al</strong>e minore.<br />
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La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
24 ottobre 2012<br />
Operazione Barcon La Regione stoppa il blitz del sindaco<br />
Il <strong>di</strong>rigente respinge la documentazione presentata a luglio Comitati e Primavera Civica chiedono a Zaia l’archiviazione<br />
VEDELAGO Se la formula è laconica come si deve a una comunicazione uffici<strong>al</strong>e, il contenuto della lettera inviata<br />
d<strong>al</strong> <strong>di</strong>rigente region<strong>al</strong>e Vincenzo Fabris <strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto è invece <strong>di</strong>rompente: l’accordo <strong>di</strong><br />
programma <strong>di</strong> Barcon non ha le caratteristiche per rivestire quell’interesse pubblico che ne giustificherebbe<br />
l’adozione. E quin<strong>di</strong> non avrà il via libera da Venezia, passaggio fondament<strong>al</strong>e <strong>al</strong>l’avvio dell’iter per la re<strong>al</strong>izzazione<br />
<strong>di</strong> maxi macello Colomberotto, cartiera Rotocart e casello della Pedemontana Veneta a nord <strong>di</strong> Via<br />
Terza Armata. Dopo il no espresso lo scorso 8 ottobre d<strong>al</strong> consiglio comun<strong>al</strong>e, la lettera della Direzione Urbanistica<br />
e Paesaggio della Regione sembra essere la pietra tomb<strong>al</strong>e sul progetto sponsorizzato d<strong>al</strong> sindaco. È<br />
arrivata sul tavolo <strong>di</strong> Quaggiotto la settimana scorsa. Risponde <strong>al</strong>la documentazione inviata lo scorso 23<br />
luglio d<strong>al</strong> sindaco stesso nel tentativo - non riuscito - <strong>di</strong> s<strong>al</strong>tare a pie’ pari il problematico passaggio in consiglio<br />
dell’operazione. Il 4 luglio Venezia aveva chiesto a Quaggiotto <strong>di</strong> integrare la documentazione relativa <strong>al</strong>l’accordo<br />
<strong>di</strong> programma proposto dagli impren<strong>di</strong>tori Colomberotto e Gelain. Invitava a produrre tutti gli atti con<br />
cui la sua amministrazione avesse <strong>di</strong>mostrato la bontà dell’operazione e il suo interesse pubblico. Quaggiotto<br />
aveva risposto rispolverando una vecchia delibera adotta <strong>al</strong>l’unanimità d<strong>al</strong>la giunta solo dopo aver posto pesanti<br />
con<strong>di</strong>zioni, mai sod<strong>di</strong>sfatte. E insieme aveva <strong>al</strong>legato un’integrazione <strong>al</strong> progetto presentata in tutta<br />
fretta da Colomberotto & Co. Una sorta <strong>di</strong> blitz estivo nel tentativo <strong>di</strong> mandare avanti un accordo <strong>di</strong> programma<br />
su cui la giunta si è poi definitivamente spaccata. La Regione ha atteso prima <strong>di</strong> rispondere, ma <strong>al</strong>la<br />
fine ha stoppato tutto. «Il contenuto dell’integrazione prodotta d<strong>al</strong>l’amministrazione <strong>di</strong> Vedelago», ha messo<br />
nero su bianco il <strong>di</strong>rigente region<strong>al</strong>e, «non contribuisce a superare la carenza <strong>di</strong> informazioni sull’accordo <strong>di</strong><br />
programma t<strong>al</strong>e da consentire la prosecuzione dell’iter procedur<strong>al</strong>e istruttorio». Tutto si ferma, nonostante<br />
l’attivismo del sindaco Quaggiotto, ottimista sull’approvazione dell’operazione anche dopo la sonora bocciatura<br />
rime<strong>di</strong>ata l’8 ottobre in consiglio comun<strong>al</strong>e. Per evitare ulteriori sorprese Primavera Civica, Barcon Viva<br />
e Comitato Civico hanno chiesto con raccomandata <strong>al</strong> governatore Luca Zaia e ai suoi assessori <strong>di</strong> archiviare<br />
l’operazione <strong>al</strong>la luce del voto dell’assemblea vedelaghese e <strong>di</strong> tutte le perplessità espresse da più parti in<br />
questi mesi.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
20 ottobre 2012<br />
Barcon, il sindaco ricuce e convoca tutta la giunta<br />
VEDELAGO Ha lasciato passare una settimana. Pausa necessaria e consigliata per far sbollire gli animi accesissimi<br />
dopo il consiglio comun<strong>al</strong>e dell’8 ottobre in cui in do<strong>di</strong>ci contro nove hanno bocciato l’operazione Barcon.<br />
Ma poi, mercoledì scorso, come nulla fosse, con il classico sms, il sindaco Paolo Quaggiotto ha convocato<br />
l’intera giunta. Nessuna epurazione dopo la frattura segnata d<strong>al</strong> voto in consiglio in cui tre assessori (il vicesindaco<br />
Marco Perin e i colleghi <strong>di</strong> giunta Cristina Andretta e Franco Renzo) e un consigliere della maggioranza<br />
(Daniele Volpato) si sono schierati contro l’accordo <strong>di</strong> programma proposto dagli impren<strong>di</strong>tori Colomberotto<br />
e Rotocart e sostenuto a spada tratta d<strong>al</strong> primo citta<strong>di</strong>no. Si attendeva l’arrivo delle lettere <strong>di</strong> revoca delle<br />
deleghe ai tre <strong>di</strong>ssidenti e invece nulla <strong>di</strong> tutto ciò. Tutti convocati in giunta e, imbarazzi a parte, nessuno dei<br />
tre ha declinato l’invito. Mercoledì <strong>al</strong>le 18.30 hanno risposto tutti:«presente» <strong>al</strong>l’appello del sindaco in municipio.<br />
Mancava solo Andrea Gazzola, assessore con competenza su cave e ambiente e fedelissimo del sindaco.<br />
Una pacca sulla sp<strong>al</strong>la <strong>al</strong> «figliol pro<strong>di</strong>go» - Franco Renzo che è il segretario del Carroccio loc<strong>al</strong>e - e Quaggiotto<br />
ha aperto la seduta. Di Barcon non si è parlato: nessun accenno <strong>al</strong> voto delconsiglio comun<strong>al</strong>e, nessun riferimento<br />
ai veleni dei giorni seguenti. Tutto passato, secondo il sindaco. «Non voglio commentare», glissa<br />
Paolo Quaggiotto, «Il momento è delicato, ma per quanto mi riguarda è tutto risolto». In giunta mercoledì si<br />
sono approvati patrocini e <strong>al</strong>tri provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> or<strong>di</strong>naria amministrazione. Nessun commento, per ora, da<br />
parte dei tre <strong>di</strong>ssidenti. Crisi rientrata? Il sindaco, messo in minoranza dai suoi stessi assessori su un progetto<br />
per cui si è speso moltissimo, riba<strong>di</strong>sce il ritorno <strong>al</strong>la norm<strong>al</strong>ità. Apparente o re<strong>al</strong>e?<br />
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Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
18 ottobre 2012<br />
LA POLEMICA Dopo il no del consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>al</strong> progetto industri<strong>al</strong>e, gli animi non si placano<br />
Caso Barcon, il sindaco non molla<br />
Ermes Dondoni (Barcon Viva): «Prenda atto della volontà dei citta<strong>di</strong>ni». Bufera sugli striscioni<br />
Una bordata <strong>al</strong> giorno tanto per tenere c<strong>al</strong>do l’argomento e far capire <strong>al</strong> sindaco che dopo il «no» della scorsa<br />
settimana <strong>al</strong> caso Barcon è meglio che lasci perdere.<br />
Lui, Paolo Quaggiotto, però non demorde e pensa <strong>di</strong> riportare il progetto in consiglio comun<strong>al</strong>e.<br />
Ad <strong>al</strong>zare la voce ora è Ermes Dondoni, presidente e portavoce <strong>di</strong> “Barcon Viva”:. «Aveva riposto tutta la sua<br />
cre<strong>di</strong>bilità person<strong>al</strong>e e politica su questo progetto -attacca Dondoni- e la sua reazione <strong>al</strong>la bocciatura è semplicemente<br />
<strong>di</strong>sarmante». Un accenno agli striscioni apparsi nella mattinata <strong>di</strong> mercoledì 10: «Barcon Viva -<br />
aggiunge il presidente- ha chiesto la loro imme<strong>di</strong>ata rimozione oltre <strong>al</strong> sequestro amministrativo (cosa fatta<br />
anche da Renzo Franco, assessore <strong>al</strong>la Sicurezza e segretario loc<strong>al</strong>e della Lega, e d<strong>al</strong> capogruppo <strong>di</strong> Primavera<br />
Civica Fiorenza Morao), cosa che ha fatto, togliendo però solo quelli offensivi, non gli <strong>al</strong>tri a testimonianza,<br />
<strong>di</strong>ce lui, della volontà della gente. La cosa verrà sottoposta <strong>al</strong>l’sutorità competente per v<strong>al</strong>utare questo suo<br />
comportamento. Solo manifesti abusivi a cui il sindaco affida la sua convinzione, manifesti che lui avrebbe il<br />
sacrosanto dovere <strong>di</strong> far rimuovere, esposti da una sparuta minoranza che non ha il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiararsi».<br />
Dondoni inc<strong>al</strong>za: «Sarebbe questa la volontà della gente? I suoi sostenitori? C’è da chiedersi se Quaggiotto<br />
sia in grado <strong>di</strong> rappresentare le esigenze della comunità, se riesca a comprendere le conseguenze delle sue<br />
prese <strong>di</strong> posizione». Poi l’affondo: «De<strong>di</strong>chi il suo tempo <strong>al</strong>la risoluzione dei molteplici problemi del territorio<br />
e non si incaponisca su un progetto democraticamente bocciato. Prenda coscienza che sta <strong>al</strong>imentando una<br />
crescente tensione soci<strong>al</strong>e che potrebbe degenerare se non fermata. Si affi<strong>di</strong> pure ad uno sparuto gruppo <strong>di</strong><br />
sostenitori verb<strong>al</strong>mente aggressivi ed offensivi come i fatti <strong>di</strong>mostrano, si assuma pure questa responsabilità,<br />
prima o poi sarà chiamato a rispondere. Ora ci atten<strong>di</strong>amo un intervento imme<strong>di</strong>ato da parte della Regione,<br />
che metta la parola fine a questo tanto <strong>di</strong>scusso progetto, <strong>di</strong>scusso, contestato e <strong>al</strong>la fine bocciato».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
17 ottobre 2012<br />
Cartiera in via Sile Don Clau<strong>di</strong>o con il no «Basta cemento»<br />
CASTELFRANCO Cartiera Rotocart in via Sile, anche don Clau<strong>di</strong>o Miglioranza, prete operaio, <strong>di</strong>ce no. «Basta<br />
cemento». Il prete noto in città per le sue prese <strong>di</strong> posizioni decise era presente lunedì sera <strong>al</strong>l’assemblea<br />
pubblica organizzata <strong>al</strong> centro cultur<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Campigo d<strong>al</strong> neonato comitato anti cartiera. Un comitato costituitosi<br />
uffici<strong>al</strong>mente in quest’assemblea con il nome «No Ecomostro». Hanno aderito parecchi citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Campigo,<br />
S<strong>al</strong>vatronda e S<strong>al</strong>varosa. Per il momento il gruppo <strong>di</strong> lavoro include una ventina <strong>di</strong> persone, il portavoce del<br />
comitato è Stefano Costa. Scatterà sabato in piazza Giorgione con apposito gazebo la mobilitazione anti cartiera.<br />
Il comitato raccoglierà firme contro il progetto che la Rotocart spa <strong>di</strong> Piombino Dese (Pd) intende re<strong>al</strong>izzare<br />
nell’appezzamento <strong>di</strong> terreno tra via Sile e via Lovara. Saranno <strong>di</strong>stribuiti volantini informativi e raccolte<br />
firme anche nelle tre frazioni interessate <strong>al</strong>la questione cartiera. Alla riunione <strong>di</strong> lunedì ha partecipato un centinaio<br />
<strong>di</strong> persone. C’erano i consiglieri comun<strong>al</strong>i del gruppo Pd-lista Sartor, il consigliere comun<strong>al</strong>e in<strong>di</strong>pendente<br />
Elena Magoga, il consigliere <strong>di</strong> Vivere Loris Stocco (assieme ad <strong>al</strong>tri esponenti della civica Gomierato<br />
tra cui il coor<strong>di</strong>natore Renato Tesser) e anche <strong>al</strong>cuni dei protagonisti della lotta contro il polo industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong><br />
Barcon <strong>di</strong> Vedelago. Ovvero il portavoce del comitato spontaneo Barcon Viva, Ermes Dondoni, e il capogruppo<br />
<strong>di</strong> Primavera Civica, Fiorenza Morao. E tra coloro che sono intervenuti anche don Clau<strong>di</strong>o Miglioranza che ha<br />
tuonato contro il progetto. «Qui si parla <strong>di</strong> ulteriore cemento», ha detto, «i citta<strong>di</strong>ni saranno espropriati <strong>di</strong> <strong>al</strong>tra<br />
terra, <strong>di</strong> un’area che doveva essere de<strong>di</strong>cata a servizi e invece vogliono fare industri<strong>al</strong>e. C’è qu<strong>al</strong>cosa <strong>di</strong> poco<br />
chiaro in tutta questa operazione. C’è bisogno <strong>di</strong> un comitato che mobiliti l’intera citta<strong>di</strong>nanza». I numeri del<br />
progetto sono stati ricordati dai consiglieri presenti. Un’area <strong>di</strong> 119 mila mq <strong>di</strong> cui 90 mila coperti. Una cubatura<br />
costruibile <strong>di</strong> oltre 700 mila mc con <strong>al</strong>tezza massima degli immobili <strong>di</strong> 10 metri. Il Comune metterà <strong>al</strong>l’asta il<br />
terreno il 7 novembre <strong>al</strong> prezzo <strong>di</strong> 5,3 milioni <strong>di</strong> euro. Chi si aggiu<strong>di</strong>cherà l’acquisto dovrà versarne 4 entro<br />
fine novembre. I consiglieri del gruppo Pd-lista Sartor, assieme a Loris Stocco <strong>di</strong> Vivere ed Elena Magoga<br />
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hanno presentato ieri mattina l’annunciato esposto <strong>al</strong>la Procura e <strong>al</strong>la Corte dei Conti. Per i consiglieri sarebbe<br />
stata violata la norm<strong>al</strong>e procedura relativa <strong>al</strong>l’asta del terreno.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
17 ottobre 2012<br />
Si chiama “No Ecomostro”, è il comitato creato lunedì sera dai contrari <strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento dello stabilimento<br />
per la lavorazione della carta tra via Sile e via Lovara. C’era <strong>al</strong>l’incirca un centinaio <strong>di</strong> persone nel centro cultur<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> Campigo l’<strong>al</strong>tra sera. Durante la riunione sono state annunciate le azioni da intraprendere in questi<br />
giorni. Mentre ieri sono stati presentati gli esposti in Procura ed <strong>al</strong>la Corte dei Conti come già preannunciato<br />
dai gruppi <strong>di</strong> opposizione in Consiglio comun<strong>al</strong>e. A firmarli gli esponenti del gruppo Pd-Lista Sartor ed i consiglieri<br />
Loris Stocco (Vivere Castelfranco) ed Elena Magoga (in<strong>di</strong>pendente): in sostanza d<strong>al</strong> loro punto <strong>di</strong> vista<br />
ci sarebbero state delle anom<strong>al</strong>ie nel modo in cui è stata indetta l’asta. Asta che, com’è noto, si terrà il 7 novembre<br />
prossimo: il terreno, 119mila metri quadrati, sarà messo in ven<strong>di</strong>ta partendo da una base <strong>di</strong> 5,3 milioni<br />
<strong>di</strong> euro. Par<strong>al</strong>lelamente partirà anche l’opera <strong>di</strong> sensibilizzazione della citta<strong>di</strong>nanza: via ad una petizione per<br />
bloccare il progetto. Gli attivisti, il cui portavoce sarà Stefano Costa, saranno sabato in piazza Giorgione con<br />
un gazebo dove verranno raccolte firme. Durante la riunione <strong>di</strong> lunedì sera c’erano tanti citta<strong>di</strong>ni delle zone<br />
più vicine <strong>al</strong>l’area <strong>al</strong> centro della polemica, in particolare <strong>di</strong> S<strong>al</strong>varosa, S<strong>al</strong>vatronda e Campigo. E poi esponenti<br />
del mondo politico appartenenti a vari gruppi <strong>di</strong> opposizione, oltre a membri dei comitati che hanno dato<br />
battaglia a Barcon riuscendo a far bocciare il progetto <strong>di</strong> maximacello e cartiera in Consiglio comun<strong>al</strong>e a Vedelago.<br />
Tra il pubblico c’era anche Don Clau<strong>di</strong>o Miglioranza, sacerdote <strong>di</strong> San Giorgio non nuovo ad uscite su<br />
temi attu<strong>al</strong>ità, t<strong>al</strong>volta anche durante l’omelia in chiesa. Miglioranza ha preso la parola durante l’incontro e si<br />
è schierato apertamente a favore del comitato e contro il Comune che sta portando avanti la ven<strong>di</strong>ta del terreno<br />
per inse<strong>di</strong>arci l’industria.<br />
«Qui si parla <strong>di</strong> <strong>al</strong>tro cemento -ha affermato Don Clau<strong>di</strong>o Miglioranza- I citta<strong>di</strong>ni saranno espropriati <strong>di</strong> <strong>al</strong>tra<br />
terra, <strong>di</strong> un’area che doveva essere de<strong>di</strong>cata a servizi ed invece vogliono fare industri<strong>al</strong>e. Serve un comitato<br />
che mobiliti anche l’intera citta<strong>di</strong>nanza».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
16 ottobre 2012<br />
Le categorie unite in assenza <strong>di</strong> politica<br />
LAVORO E TERRITORIO<br />
intervento<br />
«Non tutto il m<strong>al</strong>e viene per nuocere» recita un vecchio detto. Ecco che <strong>al</strong>lora la crisi economica e la crisi della<br />
politica hanno prodotto, nella nostra Provincia, un piccolo ma incoraggiante risultato positivo. Le organizzazioni<br />
profession<strong>al</strong>i dei vari settori economici del Trevigiano hanno iniziato ad incontrarsi e a <strong>di</strong>scutere insieme<br />
<strong>di</strong> varie problematiche, molto più frequentemente che nel passato. Sono ben quattro i “tavoli“ <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione<br />
attu<strong>al</strong>mente aperti, che vedono insieme le varie rappresentanze del comparto agricolo, del commercio, dell’artigianato,<br />
dell’industria e dei sindacati dei lavoratori. E la particolarità <strong>di</strong> questi “tavoli” sta nel fatto che la<br />
loro formazione nasce d<strong>al</strong>l’iniziativa spontanea <strong>di</strong> <strong>al</strong>cune “ sigle” <strong>di</strong> <strong>al</strong>cuni settori produttivi e non, come accadeva<br />
in passato, da convocazioni <strong>di</strong> enti e amministrazioni pubbliche.C’è un tavolo <strong>di</strong> confronto sull’uso<br />
del suolo e del territorio, che è nato sull’onda dei progetti <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento del macello e della cartiera <strong>di</strong><br />
Barcon e dell’inse<strong>di</strong>amento dell’Ikea, ma che sta tentando <strong>di</strong> aprire una riflessione più ampia sulla <strong>di</strong>sastrosa<br />
cementificazione della nostra provincia. C’è un tavolo sulla questione del cre<strong>di</strong>to che è nato da una mancata<br />
attenzione pubblica nei confronti dei Consorzi fi<strong>di</strong> ma che si propone una più ampia <strong>di</strong>samina <strong>di</strong> tutto il<br />
settore cre<strong>di</strong>tizio. C’è un tavolo sull’Imu, che si è concretizzato in una azione unitaria nei confronti <strong>di</strong> tutti i<br />
comuni del trevigiano <strong>di</strong>retta a contenere la pressione <strong>di</strong> questa imposta, tavolo che ha successivamente <strong>al</strong>largato<br />
i propri lavori <strong>al</strong>la materia del rior<strong>di</strong>no delle Province. C’è un tavolo infine che sta <strong>di</strong>scutendo sugli atti<br />
preliminari per la definizione del Piano <strong>di</strong> assetto del territorio del comune <strong>di</strong> Treviso (Pat), fin<strong>al</strong>izzato a pro-<br />
13
durre un documento unitario che metta insieme le esigenze <strong>di</strong> tutti i settori produttivi dell’area. Già il fatto <strong>di</strong><br />
vedere riunite in una stessa s<strong>al</strong>a molte sigle rappresentative <strong>di</strong> vari settori che spesso tra loro si ignoravano,<br />
quando non si facevano la guerra, è un risultato positivo che lascia ben sperare. L’augurio è che anche il “<br />
mondo politico” si renda conto che le rappresentanze del mondo produttivo e dei lavoratori <strong>di</strong>pendenti esigono<br />
risposte concrete ai loro problemi e non sono più <strong>di</strong>sposte ad aspettare. Giampaolo Casarin Confagricoltura<br />
Treviso<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
16 ottobre 2012<br />
«A Castelfranco non faremo una cartiera, ma un converting, quin<strong>di</strong> non c’è <strong>al</strong>cun rischio <strong>di</strong> inquinamento». A<br />
parlare è Giuliano Gelain, titolare della Rotocart <strong>di</strong> Piombino Dese, <strong>di</strong>tta che potrebbe inse<strong>di</strong>arsi nel terreno <strong>di</strong><br />
proprietà comun<strong>al</strong>e compreso tra via Sile e via Lovara <strong>al</strong> centro <strong>di</strong> polemiche nelle ultime settimane, <strong>al</strong>l’asta il<br />
7 novembre prossimo per 5,3 milioni <strong>di</strong> euro. Gelain fa delle precisazioni sul tipo <strong>di</strong> stabilimento che potrebbe<br />
inse<strong>di</strong>arsi nell’area. «Il progetto prevede venga re<strong>al</strong>izzato un converting - spiega - Diversamente che in una<br />
cartiera, dove effettivamente si produce carta, in questo tipo <strong>di</strong> impianto viene lavorata la carta. Vuol <strong>di</strong>re che<br />
arrivano delle bobine, che poi vengono trasformate in prodotto finito, come carta igienica, fazzoletti etc. Le<br />
bobine madri arrivano da cartiere in Europa e vengono ridotte in carta da commerci<strong>al</strong>izzare, senza consumare<br />
acqua e senza produrre inquinamento, né dell’aria, né della terra. Si tratta <strong>di</strong> un’industria pulitissima. Noi ne<br />
abbiamo già due <strong>di</strong> questo tipo, non fanno nemmeno rumore ed abbiamo della abitazioni a trenta metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza<br />
con cui non abbiamo mai avuto problemi. Non viene fatto nulla <strong>di</strong> interrato, come mi è capitato <strong>di</strong> leggere,<br />
e non viene prelevata acqua: l’unica che viene utilizzata è quella per i servizi igienici dei <strong>di</strong>pendenti come<br />
in qu<strong>al</strong>siasi <strong>al</strong>tra fabbrica. Riguardo gli scarti <strong>di</strong> lavorazione, inoltre, si tratta <strong>di</strong> carta inviata ad <strong>al</strong>tre cartiere per<br />
essere lavorata per <strong>al</strong>tre tipologie <strong>di</strong> prodotto, come ad esempio scatoloni». Quello <strong>di</strong> Castelfranco è un progetto,<br />
sottolinea lo stesso patron <strong>di</strong> Rotocart, <strong>di</strong>verso da quello <strong>di</strong> Barcon. «A Barcon - precisa Gelain - era in<br />
progetto <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzare sia il converting che la cartiera. A Castelfranco, invece, come già detto, si tratta solo del<br />
converting. La cartiera per ragioni <strong>di</strong> spazio non si può re<strong>al</strong>izzare. A Castelfranco verrebbe quin<strong>di</strong> fatta trasformazione<br />
e stoccaggio del materi<strong>al</strong>e. Si tratterebbe <strong>di</strong> un importante stabilimento logistico e ci siamo orientati<br />
in quel punto perché c’è lo sc<strong>al</strong>o merci ferroviario, un importante opportunità che consentirebbe <strong>di</strong> spostare il<br />
trasporto d<strong>al</strong>le strade <strong>al</strong>la ferrovia». L’impren<strong>di</strong>tore fa un inciso anche sulla cartiera in progetto a Barcon: «Sarebbe<br />
stata <strong>al</strong>l’avanguar<strong>di</strong>a, una delle più innovative <strong>al</strong> mondo: non avrebbe inquinato e sarebbe uscita acqua<br />
in classe A». Infine sui duecento posti <strong>di</strong> lavoro che potrebbero arrivare a Castelfranco: «È un numero veritiero<br />
in base <strong>al</strong>la situazione o<strong>di</strong>erna, ammesso che non ci sia un’ulteriore r<strong>al</strong>lentamento dell’economia da qui a<br />
quando sarà re<strong>al</strong>izzato lo stabilimento, cosa che ovviamente nessuno può prevedere».<br />
L’INTERVENTO<br />
UN REFERENDUM PER LA CARTIERA<br />
<strong>di</strong> Oscar De Gaspari<br />
Come non bastassero i mostri sonnecchianti <strong>di</strong> Barcon/ Vedelago e Ikea/Cas<strong>al</strong>e sul Sile, sul piatto dello scempio<br />
ambient<strong>al</strong>e della Marca ora si aggiunge Castelfranco con il progetto <strong>di</strong> una bella cartiera su un lotto e<strong>di</strong>ficabile<br />
<strong>di</strong> 90.000 metri quadrati tra via Sile e via Lovara. Come <strong>al</strong> solito, <strong>al</strong> citta<strong>di</strong>no della Marca mancano<br />
tutte le informazioni riferito <strong>al</strong>l’opportunità del progetto. All’attivo per la collettività viene solo evidenziato il<br />
dato occupazion<strong>al</strong>e <strong>di</strong> 200 unità, senza tenere in <strong>al</strong>cuna considerazione la volatilità dello stesso. Ma non è<br />
solo questo il punto.<br />
Resto sconcertato <strong>di</strong> fronte <strong>al</strong>la cronaca giorn<strong>al</strong>istica che mi informa come nelle casse del Comune <strong>di</strong> Castelfranco<br />
potrebbero entrare 5 milioni e 300 mila euro in conseguenza dell’operazione. Una boccata <strong>di</strong> ossigeno<br />
per le casse del Comune che in t<strong>al</strong> modo rientrerebbe nel patto <strong>di</strong> stabilità. In <strong>al</strong>tri termini, io Comune, vendo<br />
un lotto e<strong>di</strong>ficabile a privati senza curarmi delle conseguenze economico-soci<strong>al</strong>i sul paese e l’ambiente e<br />
senza <strong>al</strong>cuna programmazione <strong>di</strong> sviluppo urbanistico a me<strong>di</strong>o e lungo termine. Solo per fare cassa e con la<br />
speranza che Provincia <strong>di</strong> Treviso e Regione Veneto non si oppongano <strong>al</strong>le varianti che a breve potrebbero<br />
essere presentate. Rientriamo anche in questo caso nell’abitu<strong>di</strong>ne tutta loc<strong>al</strong>e <strong>di</strong> monetizzare e/ o permutare<br />
con opere <strong>di</strong> pubblica utilità, a carico del committente, i <strong>di</strong>sagi che l’investimento privato potrebbe comportare.<br />
14
E tutto quello che sa fare l’opposizione è solo invitare il privato a fare il capannone un po’ più in là, applicando<br />
il caro principio del Ninbi (costruisci ovunque ma non nel mio giar<strong>di</strong>no). O preoccuparsi del fatto che prima<br />
ancora <strong>di</strong> lanciare la gara <strong>di</strong> app<strong>al</strong>to, sia stato fatto il nome <strong>di</strong> un probabile assegnatario,la Rotocart, appunto.<br />
Con conseguente turbativa d’asta. Questi sono i veri e ben più devastanti costi per una politica impreparata<br />
e inefficiente. Le cene <strong>di</strong>soneste pagate con i sol<strong>di</strong> della collettività offendono la mor<strong>al</strong>e ma non creano danni<br />
ambient<strong>al</strong>i. Al contrario, le oneste incompetenze <strong>di</strong> tanti consigli comun<strong>al</strong>i maturano devastanti e irreversibili<br />
colate <strong>di</strong> cemento. Qu<strong>al</strong>che settimana fa, il sindaco <strong>di</strong> Cortina, Andrea Franceschi, lanciava sul web una richiesta<br />
a tutta la gente dell’Ampezzano per utilizzare <strong>al</strong> meglio un tesoretto <strong>di</strong> 50.000 euro, ricevendo stramp<strong>al</strong>ate<br />
risposte ma anche intelligenti osservazioni. Io ho aspramente protestato sul Corriere delle Alpi. Ma<br />
con il senno del poi riconosco che il primo citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Cortina non aveva poi tutti i torti. Giro la medesima<br />
proposta <strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong> Castelfranco. Sarebbe molto interessante che Luciano Dussin in<strong>di</strong>cesse sul web un<br />
referendum pro o contro il progetto <strong>di</strong> cartiera. Sono certo che le sorprese non mancherebbero.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
14 ottobre 2012<br />
Quaggiotto vuol riportare il progetto in Consiglio<br />
VEDELAGO E’ guerra aperta tra il sindaco Paolo Quaggiotto e il comitato spontaneo Barcon Viva. La bocciatura<br />
del mega progetto industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon non ha spinto il primo citta<strong>di</strong>no a mollare. Anzi, Quaggiotto ha già<br />
detto <strong>di</strong> voler riportare il progetto in consiglio per tentare <strong>di</strong> farlo passare. Il comitato Barcon chiede l’intervento<br />
della Regione per bloccare definitivamente l’operazione. «La reazione del sindaco <strong>al</strong>la sonora bocciatura del<br />
Progetto - Barcon, sul qu<strong>al</strong>e Paolo Quaggiotto sembra aver riposto la sua cre<strong>di</strong>bilità politica e person<strong>al</strong>e, è a<br />
<strong>di</strong>r poco <strong>di</strong>sarmante - spiega Ermes Dondoni, portavoce del comitato - dopo essere stato sconfessato d<strong>al</strong><br />
consiglio, d<strong>al</strong> suo vicesindaco e da due dei suoi assessori, si consola con gli striscioni che nottetempo sono<br />
stati esposti da ignoti, abusivi ed offensivi contro chi gli ha votato contro. Su richiesta <strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ata rimozione<br />
e sequestro amministrativo, presentata d<strong>al</strong> comitato “Barcon Viva”, seguita anche da quella dell’assessore<br />
nonché segretario loc<strong>al</strong>e della Lega Nord Franco Renzo e d<strong>al</strong> capogruppo <strong>di</strong> Primavera Civica Fiorenza Morao,<br />
il sindaco ha provveduto a far togliere gli striscioni con scritte offensive, ma ha or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> lasciare stesi gli<br />
<strong>al</strong>tri “a testimonianza della volontà della gente”, come ha <strong>di</strong>chiarato ai giorn<strong>al</strong>i. Il fatto verrà sottoposto <strong>al</strong>l’Autorità<br />
competente per la v<strong>al</strong>utazione <strong>di</strong> questo suo comportamento. Una convinzione del sindaco affidata<br />
unicamente a manifesti “abusivi”, che lui stesso avrebbe il sacrosanto dovere <strong>di</strong> far togliere senza far <strong>di</strong>stinzioni,<br />
esposti da una sparuta minoranza che non ha nemmeno il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiararsi. Sarebbero questi i<br />
suoi sostenitori? Sarebbe questa l’espressione della “volontà della gente”? Viene da chiedersi seriamente se<br />
Paolo Quaggiotto sia ancora in grado <strong>di</strong> rappresentare le esigenze della comunità, se riesca a comprendere<br />
le conseguenze delle sue prese <strong>di</strong> posizione».<br />
Si costituisce il comitato No Cartiera «Indetta una gara che ha già un vincitore»<br />
CASTELFRANCO. Domani sera <strong>al</strong>le 21 <strong>al</strong> centro cultur<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Campigo si costituirà in assemblea pubblica il comitato<br />
«No Cartiera». Il comitato nasce per contrastare il progetto <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzazione della maxi area industri<strong>al</strong>e<br />
nell’area tra via Lovare e via Sile. «Perché un’operazione <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e portata, portare l’area industri<strong>al</strong>e a Castelfranco<br />
da 120 mila metri quadrati a 720 mila con possibili ulteriori ampliamenti, è stata comunicata <strong>al</strong>le opposizioni<br />
nelle Commissioni Bilancio e Urbanistica solo 4 giorni prima del voto in Consiglio comun<strong>al</strong>e? - scrivono via<br />
mail gli organizzatori dell’assemblea - Perchè la documentazione relativa è stata consegnata ai Consiglieri <strong>di</strong><br />
opposizione solo 48 ore prima del consiglio impedendo una v<strong>al</strong>utazione approfon<strong>di</strong>ta? Perché non è stata<br />
accolta la richiesta <strong>di</strong> inserire nel bando <strong>di</strong> gara un vincolo per l’acquirente <strong>di</strong> assunzione dei posti promessi<br />
(200), in tempi certi con pen<strong>al</strong>ità in caso non venga onorato l’impegno? D<strong>al</strong>le <strong>di</strong>chiarazioni dell’Amministrazione<br />
si parla <strong>di</strong> un’azienda che produrrà carta, dunque molti occupati, poi si <strong>di</strong>ce che trasformerà carta, dunque<br />
un po’ meno assunzioni e poi si <strong>di</strong>ce che stoccherà carta e che sarà completamente automatizzata quin<strong>di</strong><br />
qu<strong>al</strong>i assunzioni. E’ possibile in<strong>di</strong>re una gara sapendo chi è l’unico acquirente e cambiando la destinazione<br />
d’uso del terreno a uso e consumo <strong>di</strong> un singolo già identificato? Qu<strong>al</strong>i rassicurazioni ci sono in termini <strong>di</strong><br />
utilizzo delle f<strong>al</strong>de acquifere visto che stiamo parlando <strong>di</strong> una cartiera, tipologia <strong>di</strong> industria classificata ad<br />
<strong>al</strong>to inquinamento ambient<strong>al</strong>e? (d.q.)<br />
15
CASTELFRANCO Si terrà mercoledì 7 novembre <strong>al</strong>le 10 l’asta pubblica per 2 aree comun<strong>al</strong>i. La prima è l’area<br />
<strong>al</strong>l’angolo tra via Sile e via Lovara, tra S<strong>al</strong>vatronda, Campigo e S<strong>al</strong>varosa. Si tratta esattamente del lotto della<br />
<strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a su cui la giunta vuole dare il via libera per la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> una cartiera. La seconda è un’area<br />
commerci<strong>al</strong>e in vi<strong>al</strong>e Europa, a sud dello Shopping Day. E’ l’estremo tentativo da parte della giunta Dussin <strong>di</strong><br />
s<strong>al</strong>vare il bilancio comun<strong>al</strong>e d<strong>al</strong>lo sforamento del patto <strong>di</strong> stabilità. L’area e<strong>di</strong>ficabile tra via Lovara e via Sile<br />
parte da un prezzo <strong>di</strong> base d’asta <strong>di</strong> 5,3 milioni <strong>di</strong> euro. Chi si aggiu<strong>di</strong>cherà l’asta dovrà versare entro il 30<br />
novembre 4 milioni, il resto in seguito. L’area ha una superficie complessiva <strong>di</strong> 119 mila mq. Nel Piano Regolatore<br />
Gener<strong>al</strong>e l’area era inizi<strong>al</strong>mente in<strong>di</strong>viduata come zona mista con destinazione «attrezzature produttive,<br />
servizi, pubbliche attività terziarie». La maggioranza si è affretta a pre<strong>di</strong>sporre una variante urbanistica con<br />
cui cambiare la destinazione trasformando l’area in zona produttiva industri<strong>al</strong>e. Una scelta che le minoranze<br />
avevano contestato. In consiglio comun<strong>al</strong>e avevano votato contro il gruppo Pd-lista Sartor, Vivere Castelfranco<br />
con il consigliere Loris Stocco e anche il consigliere in<strong>di</strong>pendente Elena Magoga. La ven<strong>di</strong>ta del terreno <strong>al</strong>l’angolo<br />
tra via Sile e via Lovara è stata portata in Commissione <strong>di</strong> lunedì sera e il venerdì successivo è finita<br />
in consiglio per essere inserita tra i terreni che a breve andranno <strong>al</strong>l’asta. Il sindaco Luciano Dussin, d<strong>al</strong> canto<br />
suo, ha sostenuto l’operazione ed ha riba<strong>di</strong>to che l’area in questione è già classificata nel Prg in essere come<br />
industri<strong>al</strong>e. Secondo il primo citta<strong>di</strong>no l’inse<strong>di</strong>amento della cartiera dunque porterà benefici in termini <strong>di</strong> posti<br />
<strong>di</strong> lavoro dando la possibilità <strong>di</strong> rendere operativo lo sc<strong>al</strong>o merci ferroviario presente in zona. La cartiera infatti<br />
lo andrebbe ad utilizzare (tramite una società <strong>di</strong> trasporti che andrebbe appunto ad operare sullo sc<strong>al</strong>o merci).<br />
Per il Pd si è voluto concludere la cosa troppo in fretta senza v<strong>al</strong>utare attentamente le conseguenze <strong>di</strong> un<br />
progetto <strong>di</strong> grande impatto sull’urbanistica castellana. La cartiera doveva essere re<strong>al</strong>izzata nell’ambito del<br />
mega progetto industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon <strong>di</strong> Vedelago. La <strong>di</strong>tta Rotocart tuttavia ha deciso <strong>di</strong> «deviare» verso Castelfranco,<br />
viste le proteste della popolazione <strong>di</strong> Barcon protagonista <strong>di</strong> una mobilitazione senza precedenti<br />
contro il maxi progetto industri<strong>al</strong>e. All’asta anche una seconda area situata in vi<strong>al</strong>e Europa a sud del centro<br />
commerci<strong>al</strong>e Shopping Day. Un lotto <strong>di</strong> 12 mila mq a destinazione commerci<strong>al</strong>e. Il prezzo <strong>di</strong> base d’asta è <strong>di</strong><br />
2,2 milioni <strong>di</strong> euro. Chi si aggiu<strong>di</strong>cherà l’are dovrà pagare un milione entro fine novembre, successivamente<br />
la parte rimanente. Mai come in questo caso, quin<strong>di</strong>, si può <strong>di</strong>re che le sorti delle finanze comun<strong>al</strong>i castellane<br />
siano intrecciate <strong>al</strong>la più spinosa vicenda urbanistico-politica dell’ultimo decennio, nella Castellana: il caso<br />
Barcon che nlle vicina Vedelago è deflagrato con conseguenze pesanti, con la possiible crisi <strong>di</strong> giunta.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
14 ottobre 2012<br />
Da una parte le proteste, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra il Comune che tira dritto. È stato infatti pubblicato il bando d’asta dell’area<br />
tra via Sile e via Lovara dove dovrebbe sorgere la cartiera <strong>al</strong> centro delle polemiche: si terra mercoledì 7 novembre<br />
<strong>al</strong>le 10, nella s<strong>al</strong>a consiliare del municipio. Si tratta <strong>di</strong> un’area <strong>di</strong> 119mila metri quadrati e il prezzo è<br />
quello già preannunciato con base d’asta <strong>di</strong> 5,3 milioni <strong>di</strong> euro. Nel bando si specifica anche la mod<strong>al</strong>ità <strong>di</strong><br />
pagamento: acconto <strong>di</strong> 4 milioni entro il 30 novembre, il s<strong>al</strong>do, pari <strong>al</strong> prezzo <strong>di</strong> aggiu<strong>di</strong>cazione, ridotto dell’accanto<br />
versato, oltre l’iva. Quin<strong>di</strong> tutto come previsto, compreso il fatto che ci sarà da aspettare l’approvazione<br />
degli enti preposti prima <strong>di</strong> form<strong>al</strong>izzare definitivamente la ven<strong>di</strong>ta. Cosa su cui i gruppi <strong>di</strong> opposizione<br />
hanno suonato il campanello d’<strong>al</strong>larme: che cosa accadrà se non ci sarà l’approvazione e il Comune <strong>di</strong> Castelfranco<br />
avrà già incassato gran parte del prezzo? Il sindaco Luciano Dussin si è detto tranquillo su questo<br />
punto, dando per scontato che da qui <strong>al</strong>l’approvazione della variante non ci dovrebbero essere stop. Aspetto,<br />
però, tutt’<strong>al</strong>tro che secondario e su cui conta <strong>di</strong> far leva chi è sceso in trincea ed è pronto a far fuoco contro<br />
l’amministrazione, non solo a suon <strong>di</strong> firme e manifestazioni <strong>di</strong> vario tipo, ma soprattutto in sede giu<strong>di</strong>ziaria.<br />
Domani sera, <strong>al</strong>le 21, ci sarà un incontro nel centro cultur<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Campigo, dove verrà uffici<strong>al</strong>mente creato il comitato<br />
No Cartiera: sembra essere già particolarmente agguerrito e con lo stesso proposito dei comitati <strong>di</strong><br />
Barcon, che hanno bloccato il progetto della cartiera e del maxi macello. Con l’asta del 7 novembre il Comune<br />
metterà in ven<strong>di</strong>ta anche un <strong>al</strong>tro lotto <strong>di</strong> v<strong>al</strong>ore considerevole: base d’asta 2,2 milioni <strong>di</strong> euro. Si tratta <strong>di</strong><br />
un’area e<strong>di</strong>ficabile con destinazione commerci<strong>al</strong>e a sud del centro commerci<strong>al</strong>e Shopping Day, della superficie<br />
<strong>di</strong> 12mila metri quadrati. Anche qui la mod<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> pagamento è la stessa, nell’ottica <strong>di</strong> sanare il bilancio comun<strong>al</strong>e<br />
entro fine anno evitando lo sforamento del patto <strong>di</strong> stabilità: acconto <strong>di</strong> un milione entro il 30 novembre<br />
e il resto col trasferimento della proprietà.<br />
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La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
13 ottobre 2012<br />
«Il sindaco, un gener<strong>al</strong>e senza esercito»<br />
VEDELAGO «Serve chiarezza: non c’è mai stata sui posti <strong>di</strong> lavoro nè sulla viabilità che è incompleta. Si è deciso<br />
<strong>di</strong> portare in consiglio comun<strong>al</strong>e il progetto Barcon e l’assemblea si è espressa con molta chiarezza: 12<br />
voti contrari, <strong>di</strong> cui 4 d<strong>al</strong>la maggioranza, e 9 favorevoli. Il progetto <strong>di</strong> Barcon ha cambiato volto troppe volte<br />
e non ha convinto il consiglio. I numeri <strong>di</strong>cono tutto, <strong>al</strong> <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni considerazione. Il fatto che si cerchi <strong>di</strong><br />
non tenere conto <strong>di</strong> quanto espresso d<strong>al</strong>l’organo collegi<strong>al</strong>e è gravissimo». Marco Perin vicesindaco, Cristina<br />
Andretta assessore <strong>al</strong>l’urbanistica, Renzo Franco assessore <strong>al</strong>la Sicurezza e Daniele Volpato, consigliere, rispondo<br />
così <strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto. «È stato chiesto il parere del consiglio? Ha detto no. Si rispetti il volere<br />
dell’assemblea. E invece Quaggiotto sta creando, giorno dopo giorno, una tensione soci<strong>al</strong>e fortissima,<br />
pericolosa. Un sindaco, senza una maggioranza a sostenerlo, sta trascinando per i capelli un progetto che<br />
non è nè s<strong>al</strong>va-lavoro e nemmeno risolutivo sul fronte del traffico. È un gener<strong>al</strong>e senza esercito. I presupposti<br />
inizi<strong>al</strong>i si sono persi strada facendo. Lo possono vedere tutti: leggendo l’accordo <strong>di</strong> programma, sul qu<strong>al</strong>e abbiamo<br />
votato, l’occupazione è t<strong>al</strong>mente importante da non meritare nemmeno un capitolo a se stante e soprattutto<br />
la relazione dettagliata, che abbiamo chiesto sui posti <strong>di</strong> lavoro, non ci è mai stata presentata».<br />
Nasce il comitato per stoppare la cartiera<br />
CASTELFRANCO Lunedì <strong>al</strong>le 21 <strong>al</strong> centro cultur<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Campigo ci sarà un’assemblea pubblica durante la qu<strong>al</strong>e<br />
si costituirà il comitato «No Cartiera». Si tratta <strong>di</strong> un gruppo apartitico che nasce per bloccare il progetto della<br />
re<strong>al</strong>izzazione della cartiera nell’area <strong>al</strong>l’angolo tra via Sile e via Lovara. Giovedì sera si è <strong>di</strong>battuto del piano in<br />
un incontro organizzato d<strong>al</strong> Pd. Decine <strong>di</strong> persone si sono ritrovate nella sede <strong>di</strong> via Matteoti, presenti anche<br />
appartenenti ad <strong>al</strong>tri gruppi politici. Per il momento il Pd ha annunciato la presentazione <strong>di</strong> un esposto <strong>al</strong>la<br />
Procura per irregolarità gravi riscontrate nell’iter che ha portato <strong>al</strong>la ven<strong>di</strong>ta dell’area. Per i democratici manca<br />
tra l’<strong>al</strong>tro una perizia tecnica sul v<strong>al</strong>ore dell’area. Si parla <strong>di</strong> potenzi<strong>al</strong>e turbativa d’asta pubblica. I democratici<br />
lamentano la mancanza <strong>di</strong> un piano occupazion<strong>al</strong>e esaustivo. Per la giunta Dussin, viceversa, tutto si è svolto<br />
regolarmente. L’area in questione ha una superficie complessiva <strong>di</strong> 120 mila mq, <strong>di</strong> cui 90 mila saranno destinati<br />
a superficie coperta. L’azienda interessata è la Rotocart spa <strong>di</strong> Piombino Dese, quella che avrebbe voluto<br />
inse<strong>di</strong>arsi a Barcon <strong>di</strong> Vedelago. Viste le <strong>di</strong>fficoltà incontrate a Barcon, la cartiera punta ora su Castelfranco.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
13 ottobre 2012<br />
VEDELAGO Caso Barcon, i tre assessori spiegano le ragioni del no<br />
«Progetto che non s<strong>al</strong>va il lavoro»<br />
A quasi una settimana d<strong>al</strong> “no” <strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong> programma con la Colomberotto-Rotocart arriva una nota congiunta<br />
da parte dei tre assessori Marco Perin Cristina Andretta, Renzo Franco che hanno contribuito con il<br />
loro voto <strong>al</strong>la bocciatura. «Serve chiarezza -si legge- Non c’è mai stata, soprattutto sui posti <strong>di</strong> lavoro, sulla<br />
viabilità che è incompleta. Si è deciso <strong>di</strong> portare in consiglio comun<strong>al</strong>e il progetto e l’assemblea si è espressa<br />
senza tentennamenti: 12 voti contrari <strong>di</strong> cui 4 della maggioranza, 9 favorevoli. Il progetto ha cambiato volto<br />
troppo spesso -si legge ancora- e non ha convinto il consiglio comun<strong>al</strong>e. Questi sono i numeri. Il fatto che si<br />
cerchi <strong>di</strong> non tener conto <strong>di</strong> quanto espresso d<strong>al</strong>l’organo collegi<strong>al</strong>e è gravissimo. È stato chiesto il parere <strong>al</strong><br />
Consiglio? Bene: il Consiglio ha detto “no”. Si rispetti dunque il volere dell’assemblea. E invece Quaggiotto<br />
sta creando giorno dopo giorno, una tensione soci<strong>al</strong>e fortissima, pericolosa. Perché un sindaco, senza una<br />
maggioranza a sostenerlo, sta trascinando per i capelli un progetto che non è s<strong>al</strong>va lavoro nè risolutivo sul<br />
fronte del traffico? È come un gener<strong>al</strong>e senza esercito -continua durissima la nota- e i presupposti inizi<strong>al</strong>i si<br />
sono persi per strada. Lo possono vedere tutti leggendo l’accordo <strong>di</strong> programma sul qu<strong>al</strong>e abbiamo votato.<br />
L’occupazione è t<strong>al</strong>mente importante da non meritare nemmeno un capitolo; la relazione che abbiamo chiesto<br />
sui posti <strong>di</strong> lavoro non ci è mai stata presentata. Il progetto si reggeva sulla risoluzione del problema viabilità,<br />
con le circonv<strong>al</strong>lazioni <strong>di</strong> Barcon e Vedelago. La proposta del progetto su cui ci siamo espressi prevede, come<br />
opere interamente finanziate, solamente un piccolo str<strong>al</strong>cio <strong>di</strong> viabilità che non è <strong>al</strong>tro che il vi<strong>al</strong>e d’ingresso<br />
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<strong>di</strong> quella che sarà la nuova area industri<strong>al</strong>e con rotonda d’innesto sulla Postumia Romana. Questo non è interesse<br />
pubblico -conclude la nota- visto che non c’è menzione delle due circonv<strong>al</strong>lazioni in<strong>di</strong>spensabili per<br />
il territorio. A simili con<strong>di</strong>zioni non ci starebbe nessuno».<br />
Nasce il comitato No Cartiera. Sarà costituito uffici<strong>al</strong>mente lunedì sera a Campigo. Tutti i citta<strong>di</strong>ni sono invitati<br />
<strong>al</strong> centro cultur<strong>al</strong>e del paese per assistere <strong>al</strong>l’incontro informativo dove verranno date le informazioni sulle<br />
iniziative in programma. La guerra contro l’inse<strong>di</strong>amento della cartiera tra via Sile e via Lovara si sposta quin<strong>di</strong><br />
a tutti gli effetti da Vedelago a Castelfranco. Nel comune del sindaco Paolo Quaggiotto <strong>al</strong>la fine sono stati<br />
proprio i citta<strong>di</strong>ni riuniti in comitato a spuntarla, <strong>di</strong>latando i tempi per l’approvazione <strong>al</strong> punto da <strong>di</strong>ssuadere<br />
gli impren<strong>di</strong>tori interessati <strong>al</strong>l’operazione <strong>di</strong> Barcon e arrivando a un voto contrario <strong>al</strong> piano pure da parte <strong>di</strong><br />
<strong>al</strong>cuni membri della maggioranza in Consiglio. Accadrà lo stesso a Castelfranco? Questo è da vedere, la linea<br />
comunque pare essere proprio la stessa. Erano in tanti giovedì sera nella sede del Partito Democratico <strong>di</strong> via<br />
Matteotti, <strong>al</strong>meno un centinaio <strong>di</strong> persone, molte delle qu<strong>al</strong>i in rappresentanza <strong>di</strong> quartieri, frazioni e associazioni.<br />
Una partecipazione apartitica e trasvers<strong>al</strong>e. L’incontro dell’<strong>al</strong>tra sera, ci tengono a sottolineare gli organizzatori,<br />
non aveva infatti fin<strong>al</strong>ità politiche, erano sì presenti vari gruppi politici, ma soprattutto citta<strong>di</strong>ni<br />
comuni. Chi c’era giovedì sera si è dato appuntamento <strong>al</strong>le 21 <strong>di</strong> lunedì, appunto <strong>al</strong> centro cultur<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Campigo,<br />
dove verrà sancita l’esistenza del nuovo comitato, chiamato provvisoriamente No Cartiera. Il nome definitivo<br />
potrebbe essere un <strong>al</strong>tro, ma questo non cambia la sostanza. Presto verrà stilato un programma delle<br />
iniziative da svolgere. In linea <strong>di</strong> massima, comunque, si agirà par<strong>al</strong>lelamente su due fronti. Innanzitutto ci<br />
saranno incontri informativi nei quartieri e nelle frazioni, soprattutto quelli più vicini <strong>al</strong>la zona interessata, e<br />
poi una mobilitazione gener<strong>al</strong>e con raccolta <strong>di</strong> firme e delle manifestazioni. Contemporaneamente il comitato<br />
si muoverà d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista giu<strong>di</strong>ziario, come del resto già annunciato, prima con un esposto in Procura e<br />
poi, probabilmente, anche con un ricorso <strong>al</strong> Tar.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
12 ottobre 2012<br />
Il sindaco non s’arrende: tutti in piazza<br />
Barcon. Quaggiotto: «L’accordo non è stato ritirato, vado avanti con la mia giunta, Perin, Franco e Andretta<br />
compresi»<br />
VEDELAGO «Ritiro delle deleghe per chi ha votato contro l’accordo <strong>di</strong> programma Colomberotto-Rotocart?<br />
Non ci penso nemmeno. Non caccerò nessuno: Marco Perin, Cristina Andretta e Renzo Franco ( i tre assessori<br />
<strong>di</strong>ssidenti, ndr) restano nella mia giunta. Un figlio che sbaglia si rimprovera, ma poi si perdona». Non si arrende<br />
il sindaco Paolo Quaggiotto, nonostante il no sonoro <strong>al</strong>l’operazione Barcon suonatogli lunedì sera in consiglio<br />
comun<strong>al</strong>e. Lotta come un leone per <strong>di</strong>fendere un progetto contestato e bocciato da più parti. Sull’operazione<br />
Barcon lunedì è stato messo in minoranza: solo nove voti a favore, do<strong>di</strong>ci i contrari. «La proposta dell’accordo<br />
<strong>di</strong> programma per il polo agroindustri<strong>al</strong>e a nord <strong>di</strong> via Terza Armata», insiste, «non è stata ritirata. Barcon non<br />
è una pagina chiusa e la gente è con me. Lo <strong>di</strong>mostrano i tanti che mi hanno fermato in questi giorni <strong>di</strong>cendomi:<br />
“Sindaco, siamo con te. Vai avanti”. E così farò. Riporterò il progetto in consiglio comun<strong>al</strong>e». Per Quaggiotto<br />
maxi macello, cartiera e casello della Pedemontana Veneta non sono archiviati. «Porterò il popolo dei<br />
favorevoli <strong>al</strong>l’operazione in piazza e vedrete che non sono pochi». Archiviata è invece, a suo <strong>di</strong>re, la crisi <strong>di</strong><br />
maggioranza letta da tutti nel voto del consiglio comun<strong>al</strong>e. «Macchè crisi», minimizza lo strappo con vicesindaco<br />
Perin e assessori Andretta e Franco, «Ci sono state v<strong>al</strong>utazioni <strong>di</strong>fferenti su un progetto, tutto qui». Non<br />
certo un progetto <strong>di</strong> secondo piano, ma Quaggiotto glissa e riba<strong>di</strong>sce: «Per me non cambia nulla». Mercoledì<br />
sera intanto la maggioranza - o l’ex ?- si è ritrovata in una pizzeria <strong>di</strong> Vedelago per fare il punto dopo la batosta<br />
<strong>di</strong> lunedì. «Io non c’ero», <strong>di</strong>ce il sindaco che annuncia per la prossima settimana una n uova riunione <strong>di</strong> giunta,<br />
«senza <strong>al</strong>cun rimpasto». Dopoil voto <strong>di</strong> lunedì, però, non si è ancora sentito con il suo vice Perin e gli assessori<br />
<strong>al</strong>l’urbanistica Andretta e <strong>al</strong>la sicurezza Franco. Non una telefonata, non un invito a un incontro chiarificatore.<br />
«Non serve», insiste Quaggiotto, «Sapevo cosa avrebbero votato in aula: il loro no non è stata una sorpresa».<br />
In giro per il paese ci sono ancora gli striscioni stesi d<strong>al</strong> popolo dei favorevoli <strong>al</strong>l’operazione Barcon. «Ho fatto<br />
rimuovere dai vigili urbani solo quelli offensivi, quelli con i nomi», riferisce Quaggiotto, «Gli <strong>al</strong>tri restano a testimonianza<br />
della volontà della gente». La battaglia per tutti non è ancora finita.<br />
18
Insultato e minacciato, Franco denuncia<br />
VEDELAGO Pacata ma ferma la sua <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> voto in aula contro il progetto Barcon. Furiosa invece la<br />
reazione nei suoi confronti del popolo pro macello e cartiera. Renzo Franco, assessore <strong>al</strong>la sicurezza e segretario<br />
loc<strong>al</strong>e del Carroccio, è stato aggre<strong>di</strong>to verb<strong>al</strong>mente a fine votazione anche d<strong>al</strong> fratello del sindaco Quaggiotto.<br />
Offese pesanti e minacce in aula e poi anche sugli striscioni affissi martedì notte in giro per il paese.<br />
«Giuda», hanno apostrofato lui, il segretario provinci<strong>al</strong>e Giorgio Granello e il capogruppo della lista Bor<strong>di</strong>gnon<br />
Sindaco. Ora il portavoce della Lega vedelaghese è pronto a sporgere denuncia contro chi lo ha insultato in<br />
aula. Non mancano i testimoni, ci sono pure riprese video. Con le prove in mano andrà dai carabinieri. La<br />
rottura con il sindaco Quaggiotto pare definitiva. Martedì ha fatto protocollare in municipio la richiesta <strong>di</strong> far<br />
togliere gli striscioni denigratori, accolta a metà da Paolo Quaggiotto. Renzo Franco riven<strong>di</strong>ca la sua onestà,<br />
il suo lavorare per la gente, con la gente. Davanti <strong>al</strong> consiglio comun<strong>al</strong>e ha spiegato il suo voto contrario <strong>al</strong>l’operazione<br />
con la volontà <strong>di</strong> «essere coerente con le scelte che a suo tempo ci eravamo prefissati, ma ancor<br />
<strong>di</strong> essere più onesto con la gente e con me stesso proprio nel momento in cui c’è il rischio <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionare<br />
con una nostra scelta il destino dell’intera collettività». Vent’anni fa le cave, ora un inse<strong>di</strong>amento produttivo<br />
che rischia <strong>di</strong> ferire per sempre la terra <strong>di</strong> Vedelago. «Non contesto il progetto in sè», ripete, «ma il metodo<br />
con il qu<strong>al</strong>e lo abbiamo affrontato. Da parte dei proponenti non c’è mai stata una chiara e dettagliata rappresentazione<br />
<strong>di</strong> come si sarebbe effettivamente sviluppato, non solo in termini urbanistici e ambient<strong>al</strong>i, ma soprattutto<br />
per le conseguenze che avrebbe portato sul nostro territorio. Lavoro e strade. Ma qu<strong>al</strong>i, quando e<br />
per chi?».<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
12 ottobre 2012<br />
Sarà posta <strong>al</strong>l’attenzione della Procura la questione della cartiera che si dovrebbe inse<strong>di</strong>are tra via Sile e via<br />
Lovara. È il proposito del Pd <strong>di</strong> Castelfranco che, ieri sera nella sede <strong>di</strong> via Matteotti, ha dato il via <strong>al</strong>la mobilitazione<br />
per bloccare il progetto portato avanti d<strong>al</strong> sindaco Luciano Dussin. Gli esponenti castellani del Pd<br />
vogliono coinvolgere quante più persone possibile nella protesta per poi presentare un esposto in Procura<br />
affinché v<strong>al</strong>uti la regolarità dell’operazione. «Vogliamo chiamare a raccolta quante più persone possibile -<br />
spiega Sebastiano Sartoretto, capogruppo del Pd in Consiglio -. Cre<strong>di</strong>amo che ci seguiranno comitati ambient<strong>al</strong>isti<br />
e <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni. La nostra gente deve in<strong>di</strong>gnarsi <strong>di</strong> fronte a questa cosa. È nel loro interesse che venga<br />
bloccata il prima possibile. Su che cosa accadrà in quel posto non è stata fornita <strong>al</strong>cuna garanzia. Chi compra<br />
ottiene il terreno a un prezzo vantaggioso e poi magari può frazionarlo e rivenderlo. Che garanzie ci sono poi<br />
sui posti <strong>di</strong> lavoro promessi?».<br />
Non ci si fermerà comunque <strong>al</strong>la azioni <strong>di</strong> protesta. Sartoretto e colleghi intendono “appellarsi” <strong>al</strong>la magistratura.<br />
«Verrà presentato presto un esposto in Procura- afferma - e cercheremo <strong>di</strong> fare in modo che siano quante<br />
più persone a promuoverlo. Dopo l’esposto potrebbe essere v<strong>al</strong>utato anche un ricorso <strong>al</strong> Tar».<br />
A meno <strong>di</strong> una settimana d<strong>al</strong>la fine della guerra a Vedelago, ne inizia quin<strong>di</strong> una a Castelfranco. A Vedelago,<br />
con la bocciatura da parte del Consiglio comun<strong>al</strong>e del piano <strong>di</strong> Barcon, dove oltre <strong>al</strong>la cartiera che ora si potrebbe<br />
inse<strong>di</strong>are a Castelfranco è stato stoppato anche il maxi-macello della Colomberotto, dopo tre anni i<br />
comitati per il “no” sono riusciti a spuntarla.<br />
Da vedere che cosa succederà ora a Castelfranco. Il sindaco Luciano Dussin un paio <strong>di</strong> giorni fa ha sottolineato<br />
come, d<strong>al</strong> suo punto <strong>di</strong> vista, la situazione <strong>di</strong> Barcon è <strong>di</strong>versa da quella <strong>di</strong> Castelfranco. «Lì si parlava <strong>di</strong> aree<br />
agricole che sarebbero state trasformate con una forma <strong>di</strong> perequazione - ha affermato il primo citta<strong>di</strong>no castellano<br />
-, mentre a Castelfranco si parla <strong>di</strong> una zona già e<strong>di</strong>ficabile ed in parte già destinata ad uso produttivo.<br />
Qui da noi, inoltre, l’industria che potrebbe essere re<strong>al</strong>izzata sfrutterà la vicinanza dello sc<strong>al</strong>o merci, spostando<br />
il traffico d<strong>al</strong>le strade <strong>al</strong>le rotaie».<br />
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La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
11 ottobre 2012<br />
Cari industri<strong>al</strong>i, no <strong>al</strong> ricatto mor<strong>al</strong>e sul lavoro<br />
INTERVENTO <strong>di</strong> GIOVANNI BONOTTO Ho letto l’articolo del presidente <strong>di</strong> Unindustria Treviso, Alessandro Vardanega,<br />
sul “Caso Barcon: recuperare il v<strong>al</strong>ore soci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> fare impresa” pubblicato domenica 7 ottobre sulla<br />
tribuna <strong>di</strong> Treviso e, qu<strong>al</strong>e amministratore del territorio mi sono sentito chiamato in causa. In sostanza, il presidente<br />
<strong>di</strong> Unindustria prende spunto d<strong>al</strong>la situazione dell’Austria e d<strong>al</strong>le sue attrazioni <strong>di</strong> deloc<strong>al</strong>izzazione,<br />
volendo evidenziare il <strong>di</strong>verso atteggiamento dell’amministrazione pubblica e della società austriaca rispetto<br />
ad una gener<strong>al</strong>e in<strong>di</strong>fferenza <strong>al</strong>le ragioni dell’impresa della nostra re<strong>al</strong>tà loc<strong>al</strong>e. Al presidente <strong>di</strong> Unindustria<br />
non servono spiegazioni: gli basta l’impietoso accostamento dei rispettivi dati della <strong>di</strong>soccupazione, in particolare<br />
<strong>di</strong> quella giovanile: 9,7 % in Austria, 34,5% in It<strong>al</strong>ia. In <strong>al</strong>tre occasioni questo autorevole rilievo avrebbe<br />
potuto aprire un <strong>di</strong>battito, serio, sulle ragioni <strong>di</strong> una <strong>di</strong>fferenza inaccettabile. Le variabili potrebbero esser infinite.<br />
C’è intanto il sospetto che i dati dell’Austria traggano origine da una buona amministrazione in ogni<br />
settore, in un ambiente dove l’impresa opera <strong>al</strong> riparo da uno sconsolante sperpero <strong>di</strong> denaro pubblico e <strong>al</strong><br />
<strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> re<strong>al</strong>tà territori<strong>al</strong>i a volte persino sotto scacco <strong>di</strong> m<strong>al</strong>avita organizzata. Nel suo sillogismo un po’ m<strong>al</strong>izioso<br />
il dott. Vardanega ritiene invece <strong>di</strong> porre quel dato <strong>di</strong> sintesi esclusivamente in contrapposizione con<br />
il caso Barcon, dunque con le manifestazioni popolari e i tentennamenti dell’amministrazione contro quell’inse<strong>di</strong>amento.<br />
In re<strong>al</strong>tà la sua denuncia sfiora l’outlet <strong>di</strong> Roncade e, in gener<strong>al</strong>e, tutti quegli inse<strong>di</strong>amenti<br />
dove la volontà negativa dei vari comitati e la cecità degli amministratori si opposta <strong>al</strong>l’avvio <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> sviluppo.<br />
Negando <strong>di</strong> fatto le vere prospettive <strong>di</strong> lavoro. Cosicchè il Presidente degli industri<strong>al</strong>i evidenzia la “schizofrenia”<br />
che caratterizzerebbe l’azione della nostra comunità che da un lato si oppone <strong>al</strong>la deloc<strong>al</strong>izzazione<br />
ma d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro ispira la sua (in)azione <strong>al</strong>la regola del NIMBY (“non nel mio cortile”) o del NIMTO “(non durante<br />
il mio mandato)”. E invoca una nuova sensibilità soci<strong>al</strong>e. Quello della lontananza della politica d<strong>al</strong>la attività<br />
impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e è un pensiero <strong>di</strong>ffuso. C’è del vero e tutti potremmo trovare motivo per un esame <strong>di</strong> coscienza<br />
sull’accoglienza delle novità e sulla contrapposizione preconcetta ad ogni <strong>di</strong>sturbo del “quieto vivere”. Person<strong>al</strong>mente<br />
non credo che il nostro Paese abbia perso (o quasi) interi settori importanti come l’elettronica, la<br />
chimica (oggi, l’auto), il “bianco” ecc. ecc. per colpa <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che comitato. Eppure nessuno vorrebbe aver visto<br />
quell’enorme striscione a Roncade (no a 500 posti <strong>di</strong> lavoro, a chi giova?) anche se nel caso specifico mi<br />
pare che l’enorme centro commerci<strong>al</strong>e costato 60 milioni <strong>di</strong> euro sia rimasto par<strong>al</strong>izzato per una feroce controversia<br />
giu<strong>di</strong>ziaria sollecitata da concorrenti e non certo per quella insensibilità collettiva cui si riferisce il referente<br />
<strong>di</strong> Unindustria. Quello che non ritengo accettabile come citta<strong>di</strong>no, prima ancora che come<br />
amministratore, è <strong>di</strong> dovermi sentire accusato <strong>di</strong> insensibilità <strong>di</strong> fronte <strong>al</strong> dramma <strong>di</strong> chi non ha ancora (o ha<br />
perso) un posto <strong>di</strong> lavoro, quasi preferissi “a prescindere” lo svolazzare <strong>di</strong> tortore e colombacci in zone <strong>al</strong>trimenti<br />
sfruttabili. C’’è un limite a questa sorta <strong>di</strong> ricatto mor<strong>al</strong>e del “lavoro negato” a fronte <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>siasi <strong>al</strong>tra<br />
considerazione <strong>di</strong> merito. Vorrei fare un viaggetto in Austria con il dott. Vardanega (a mie spese, ben si intende)<br />
per vedere con lui se lassù vi siano situazioni an<strong>al</strong>oghe a quelle cui siamo assuefatti nel nostro paese.<br />
Vedere, per cominciare, se sussista anche in Austria un “consumo del territorio” paragonabile a quello intervenuto<br />
nel Veneto, e “a macchia <strong>di</strong> leopardo”in questi ultimi decenni. Qui il territorio è stato devastato, anche<br />
e soprattutto a causa <strong>di</strong> un sistema normativo che ha legato la finanza loc<strong>al</strong>e in via <strong>di</strong> fatto esclusiva e proporzion<strong>al</strong>e<br />
<strong>al</strong>la cementificazione del territorio (oneri <strong>di</strong> urbanizzazione, Ici, ora Imu ecc.). Ogni amministratore<br />
preoccupato per l’integrità del suo territorio è costretto a sentire il peso dei proventi svaniti e delle perequazioni<br />
mancate ed costretto a <strong>di</strong>ventare “socio d’affari” <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>siasi iniziativa e<strong>di</strong>ficatoria anziché arbitro della sua<br />
portata qu<strong>al</strong>ificante in gener<strong>al</strong>e. Nel 2004 esistevano nei piani regolatori gener<strong>al</strong>i dei 95 comuni della provincia<br />
<strong>di</strong> Treviso 1077 aree produttive, per una superficie complessiva <strong>di</strong> 7.779 ettari. Le aree produttive coprono<br />
d<strong>al</strong> 20 <strong>al</strong> 25% del tot<strong>al</strong>e delle superfici urbanizzate. La provincia <strong>di</strong> Treviso è, dopo Padova, la provincia in cui<br />
sono state rilasciate più concessioni e<strong>di</strong>lizie d<strong>al</strong> 2001 <strong>al</strong> 2004, durante il (“remoto”) boom e<strong>di</strong>lizio. Circa un<br />
quinto delle concessioni e<strong>di</strong>lizie rilasciate nel Veneto hanno riguardato la Marca. Il patrimonio e<strong>di</strong>lizio non residenzi<strong>al</strong>e<br />
è anche abbastanza recente: quasi il 50% delle cubature re<strong>al</strong>izzate dopo il 1970 è stato e<strong>di</strong>ficato<br />
dopo il 1990. La Provincia <strong>di</strong> Treviso si è fin<strong>al</strong>mente posta l’obiettivo <strong>di</strong> ridurre drasticamente, attraverso il<br />
nuovo Piano Territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinci<strong>al</strong>e (PTCP) sia il numero sia la superficie delle aree produttive.<br />
Questo intervento crea nuove tensioni (si pensi agli ampliamenti nelle aree <strong>di</strong>venute improprie) ma<br />
l’esigenza non può non essere con<strong>di</strong>visa. Eppure, col caso Ikea, proprio la prospettiva della “occupazione” (<br />
si parlava <strong>di</strong> un indotto <strong>di</strong> oltre un migliaio <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro) ha fatto vacillare la “Politica” ad un anno appena<br />
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d<strong>al</strong>la approvazione del piano territori<strong>al</strong>e che avrebbe preferito privilegiare l’utilizzo <strong>di</strong> aree <strong>di</strong>smesse. Non ho<br />
seguito (a livello stampa loc<strong>al</strong>e) tutte le fasi <strong>di</strong> quel travagliato progetto e non metto in dubbio la <strong>di</strong>fficoltà<br />
delle scelte in anni <strong>di</strong> crisi. Tuttavia, per quanto form<strong>al</strong>mente estraneo, come amministratore del territorio<br />
non posso non osservare con perplessità il fatto che l’inse<strong>di</strong>amento Ikea avrebbe interessato soltanto una<br />
parte quasi insignificante delle migliaia <strong>di</strong> metri quadrati <strong>di</strong> terreno agricolo da convertire (35.000 mq su<br />
una area opzionata <strong>di</strong> ben 420.000). Per cosa tutti quegli ettari non Ikea? Risposta che forse mi è sfuggita.<br />
Tra l’<strong>al</strong>tro, quante volte nuovi inse<strong>di</strong>amenti insistono su proprietà con forti interessi per il sottosuolo e i suoi<br />
derivati? Cosicché qui a Treviso abbiamo la possibilità <strong>di</strong> vantare un singolare primato: <strong>di</strong> tutte le attività<br />
estrattive del Veneto per tutti i tipi <strong>di</strong> materi<strong>al</strong>i insieme, risulta che da solo il settore “sabbie e ghiaie” della<br />
Provincia <strong>di</strong> Treviso, copre circa il 50% dell’intero settore estrattivo autorizzato region<strong>al</strong>e. Persino un ministro<br />
tecnico, il v<strong>al</strong>ente dott. Mario Catania delle Politiche Agricole e Forest<strong>al</strong>i - inserto 7 Corriere della Sera 17<br />
agosto 2012 - si è accorto che l’e<strong>di</strong>ficazione selvaggia si è mangiata in 40 anni 5 milioni <strong>di</strong> ettari <strong>di</strong> terreno<br />
coltivabile (pari <strong>al</strong>la Sicilia e la Sardegna) passando da 17.986.000 agli attu<strong>al</strong>i 12.885.000. Quanto a Treviso<br />
(fonte stesso inserto) abbiamo il privilegio <strong>di</strong> comparire ai primi posti d’It<strong>al</strong>ia per percentu<strong>al</strong>e <strong>di</strong> cementificazione<br />
(19%), siamo “solo” <strong>al</strong> nono posto, in It<strong>al</strong>ia, per il fatto che davanti ci sono Roma Napoli Milano Trieste<br />
la cui area provinci<strong>al</strong>e è irrilevante rispetto <strong>al</strong>l’area urbana. Se no eravamo quinti. Anche in Regione pochi<br />
giorni dopo si è avuta una <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> intenti contro l’abuso del territorio. Certo l’agricoltura non muove<br />
il giro d’affari <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri settori, ma profittare della sua debolezza non è operazione intelligente, <strong>al</strong>trettanto quanto<br />
non è intelligente o<strong>di</strong>are genericamente “il capannone”, quando la gente è “a spasso” e non sa dove andare.<br />
Io credo che gli impren<strong>di</strong>tori del triveneto abbiano una grande sfida davanti a loro, ovvero recuperare aree<br />
produttive in via <strong>di</strong> <strong>di</strong>smissione (Marghera? un domani l’Elettrolux a Susegana e infiniti <strong>al</strong>tri capannoni vuoti<br />
e non utilizzati in ogni periferia) senza che sia necessario aggre<strong>di</strong>re ancora la poca terra vergine che ci rimane.<br />
Parliamo pure <strong>di</strong> priorità e del v<strong>al</strong>ore soci<strong>al</strong>e dell’impresa ma consideriamo anche questo V<strong>al</strong>ore della Terra<br />
<strong>al</strong>trettanto trascurato. V<strong>al</strong>ori che v<strong>al</strong>gono anche per gli agricoltori, ben si intende, ogni qu<strong>al</strong> volta tendano a<br />
sgranare il Paesaggio per espandere produzioni che “tirano”. (vicesindaco assessore <strong>al</strong>l’agricoltura del Comune<br />
<strong>di</strong> Vazzola)<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
11 ottobre 2012<br />
Barcon, l’ora dei veleni dopo il no<br />
Il fronte del sì <strong>al</strong> maxi macello tappezza il paese <strong>di</strong> striscioni contro Fondazione, minoranza e assessori<br />
VEDELAGO Barcon, veleni in paese dopo il no del consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>al</strong>l’operazione ColomberottoRotocart.<br />
Dopo la bocciatura <strong>di</strong> lunedì sera, ieri mattina sono apparsi in paese striscioni contro il popolo del no a maxi<br />
macello, cartiera e casello della Pedemontana Veneta. Accuse e critiche pesanti contro chi si è opposto <strong>al</strong>l’accordo<br />
<strong>di</strong> programma sostenuto d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto. «Il lavoro andate a cercarlo <strong>al</strong>la Fondazione<br />
<strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>», il contenuto dello striscione steso sulla recinzione del sottopasso della strada che collega Foss<strong>al</strong>unga<br />
<strong>al</strong>la Postumia. La fondazione del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano infatti è stata tra i più convinti sostenitori del no a<br />
Barcon. Un <strong>al</strong>tro striscione attaccava il consigliere <strong>di</strong> Primavera Civica Fiorenza Morao. «Il lavoro non è un problema!!<br />
La Morao <strong>di</strong>ce: andate a zappare!». Un <strong>al</strong>tro denunciava: «Citta<strong>di</strong>ni, ci hanno tolto strade e lavoro par<br />
’na carega». Tutti senza firma, anche se è chiara la provenienza. Gli striscioni sono stati poi rimossi dai vigili.<br />
Le tensione è ancora <strong>al</strong>ta dunque a Vedelago. Il sindaco Quaggiotto è andato sotto proprio sulla votazione<br />
Barcon. Hanno votato contro tre assessori della sua giunta, il vice Marco Perin, l’assessore <strong>al</strong>l’urbanistica Cristina<br />
Andretta e quello <strong>al</strong>la sicurezza Renzo Franco (segretario loc<strong>al</strong>e della Lega Nord). Quaggiotto non si <strong>di</strong>mette,<br />
ma pensa a un rimpasto <strong>di</strong> governo che gli consenta <strong>di</strong> proseguire il mandato. Andretta e Perin<br />
sarebbero sempre più vicini <strong>al</strong>la defenestrazione d<strong>al</strong>la giunta, Franco potrebbe rimanere con Quaggiotto.<br />
Esultano intanto gli oppositori <strong>al</strong> progetto. Dopo la presa <strong>di</strong> posizione della Cgil, tocca ora <strong>al</strong> Comitato Barcon<br />
Viva. «Nella bocciatura del progetto Barcon, da parete del consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago, ha prev<strong>al</strong>so il buon<br />
senso <strong>di</strong> molti amministratori, evidenziando una f<strong>al</strong>limentare azione politica del sindaco Paolo Quaggiotto»,<br />
comunica il portavoce Ermes Dondoni, «con ostinazione ha voluto portare in consiglio l’approvazione della<br />
documentazione <strong>di</strong> questo progetto, quando chiunque vi avrebbe rinunciato. È natur<strong>al</strong>e chiedersi ora e con<br />
preoccupazione, come potrà governare con una maggioranza così spaccata? La bocciatura non è avvenuta<br />
21
su cose <strong>di</strong> poco conto, ma su un progetto che avrebbe segnato per sempre e in moto irreversibile il nostro<br />
territorio». Il progetto ha ottenuto l’approvazione <strong>di</strong> 9 consiglieri mentre 12 hanno votato contro. A <strong>di</strong>re no il<br />
gruppo Primavera Civica, il gruppo Bor<strong>di</strong>gnon Sindaco, il consigliere <strong>di</strong> maggioranza Daniele Volpato, il consigliere<br />
in<strong>di</strong>pendente W<strong>al</strong>ter Santin e i tre assessori Perin, Andretta e Franco. Le contestazioni non sono mancate<br />
per i 3 <strong>di</strong>ssidenti della giunta, in particolare per Franco e Perin contestati d<strong>al</strong> comitato del sì. Spintoni e<br />
bagarre <strong>al</strong>l’esterno dell’aula con i carabinieri e i vigili che sono intervenuti a sedare gli animi. Ora la p<strong>al</strong>la passa<br />
a Quaggiotto che dovrà decidere il da farsi. Le <strong>di</strong>missioni sono escluse, si tenterà la via del rimpasto <strong>di</strong> governo.<br />
Un assessore esterno forse per aumentare il numero dei consensi e il tentativo <strong>di</strong> portare in maggioranza<br />
qu<strong>al</strong>che consigliere. Un’impresa davvero ardua. E stasera,<strong>al</strong>le 21, a Castelfranco, nella sede del Pd (in<br />
via Matteotti) un incontro pubblico sulla cartiera in via Sile.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
11 ottobre 2012<br />
ASSEMBLEA ROVENTE<br />
Quei 12 voti contrari sui qu<strong>al</strong>i si è arenato il progetto<br />
VEDELAGO - Dopo tre anni <strong>di</strong> accese <strong>di</strong>scussioni, lunedì sera in un municipio gremito dentro e fuori, il consiglio<br />
comun<strong>al</strong>e ha bocciato il progetto Colomberotto-Rotocart con 12 voti contrari e 9 favorevoli. Una eventu<strong>al</strong>e<br />
approvazione avrebbe permesso <strong>al</strong>la Conferenza dei servizi <strong>di</strong> prendere in esame la proposta v<strong>al</strong>utandone la<br />
compatibilità. Il «no» <strong>al</strong> progetto Barcon ha ovviamente scatenato reazioni contrastanti, con una parte dei<br />
vedelaghesi sod<strong>di</strong>sfatta d<strong>al</strong>l’esito e un’<strong>al</strong>tra che si è sentita tra<strong>di</strong>ta. Senza <strong>di</strong>menticare le ripercussioni politiche<br />
in giunta.<br />
CASTELFRANCO La bocciatura vedelaghese ha spostato <strong>al</strong>trove i problemi<br />
«Ma la cartiera non finirà qui»<br />
il Pd chiama a raccolta la città<br />
Ora che il Consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago ha bocciato il piano <strong>di</strong> Barcon, la protesta si sposta a Castelfranco.<br />
Lunedì sera, con il voto contrario <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> maxi macello Colomberotto e cartiera Rotocart, hanno<br />
vinto i comitati e il fronte del «no» che ha dato battaglia negli ultimi tre anni. Il Comune guidato d<strong>al</strong> sindaco<br />
leghista Paolo Quaggiotto ha per ora archiviato la questione, ma ora la patata bollente passa in mano <strong>al</strong> suo<br />
collega <strong>di</strong> partito Luciano Dussin. Tra via Sile e via Lovara la giunta leghista guidata da Dussin ha intenzione<br />
<strong>di</strong> far inse<strong>di</strong>are la cartiera che a Vedelago non hanno voluto. Ma anche a Castelfranco si stanno mobilitando.<br />
Il primo incontro che darà probabilmente il via a una protesta in tutto e per tutto simile a quella già vista a<br />
Vedelago, è stato organizzato dagli attivisti del Partito Democratico per questa sera, <strong>al</strong>le 21, nella loro sede <strong>di</strong><br />
via Matteotti. «Sarà un incontro aperto tra castellani che vogliono capire, conoscere, partecipare. Abbiamo<br />
messo a <strong>di</strong>sposizione la sede del Pd e speriamo <strong>di</strong> essere in tanti, perché in tanti ci dovranno vedere per<br />
capire che non tutto si può fare senza l’adesione della citta<strong>di</strong>nanza» afferma il segretario del Pd <strong>di</strong> Castelfranco,<br />
Laura Viola. «Dopo due anni <strong>di</strong> an<strong>al</strong>isi, dati, riflessioni e confronti, anche la maggioranza si è spaccata e non<br />
si è deciso che, senza certezze d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista occupazion<strong>al</strong>e e <strong>di</strong> tutela dell’ambiente e della s<strong>al</strong>ute, l’operazione<br />
non poteva procedere -<strong>di</strong>ce ancora Viola riferendosi a quanto è accaduto a Vedelago- Per Castelfranco<br />
chiederemo che nel bando d’asta sia inserito il vincolo delle assunzioni promesse, 200 per l’esattezza, in<br />
tempi definiti, con pen<strong>al</strong>ità economiche certe se verranno <strong>di</strong>sattese. Se questi posti <strong>di</strong> lavoro ci sono non ci<br />
saranno <strong>di</strong>fficoltà a procedere in questo senso. Per Castelfranco vogliamo capire cosa accadrà oggettivamente<br />
<strong>al</strong> nostro territorio, <strong>al</strong> nostro suolo, <strong>al</strong>le nostre f<strong>al</strong>de acquifere, <strong>al</strong>la nostra aria, se si aggiu<strong>di</strong>casse il terreno<br />
una cartiera e se questa decidesse poi <strong>di</strong> produrre e non <strong>di</strong> trasformare o stoccare».<br />
Mentre i Comitati del “no” festeggiavano il successo, nella notte c’è stata la reazione <strong>di</strong> chi se è sentito derubato<br />
<strong>di</strong> una grande speranza. Speranza <strong>di</strong> sviluppo, <strong>di</strong> occupazione e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> un futuro più sereno<br />
per le proprie famiglie. Alle prime luci dell’<strong>al</strong>ba <strong>di</strong> ieri mattina, chi si recava <strong>al</strong> lavoro -chi fortunatamente lo ha<br />
ancora- si è trovato <strong>di</strong> fronte a tutta una serie <strong>di</strong> drappi bianchi appesi nei punti nevr<strong>al</strong>gici della circolazione,<br />
oltre a volantini e manifesti, con i ringraziamenti in<strong>di</strong>rizzati a coloro, soprattutto ai quattro della maggioranza,<br />
che pur con le proprie ragioni, hanno affossato il progetto Barcon con il loro voto contrario. La frazione comunque<br />
è in lutto. «È in lutto perché -<strong>di</strong>ce Antonietta Vettoretto, presidente del Comitato per il “sì- ancora<br />
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una volta, ed è la seconda, la classe politica ha fatto una scelta controproducente. La prima affossando la cosidetta<br />
strada dei cavatori, ora tagliando le gambe in modo definitivo <strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento». La delusione a Barcon<br />
è enorme. Ed è sfociata in un lavoro notturno con l’affissone <strong>di</strong> manifesti, drappi, con scritte anche molto offensive,<br />
<strong>al</strong>l’in<strong>di</strong>rizzo soprattutto del segretario provinci<strong>al</strong>e della Lega Nord Granello, dell’assessore Renzo<br />
Franco, e del consigliere Oscar Bor<strong>di</strong>gnon. «A Barcon è il pensiero della maggioranza dei capi famiglia, dei<br />
senza lavoro, senza sussi<strong>di</strong>: abbiamo perso strade, occupazione, oneri provenienti d<strong>al</strong>le due aziende che non<br />
entreranno più nella casse comun<strong>al</strong>i. Ma non solo Barcon, anche la terra <strong>di</strong> frontiera verso Trevignano è nella<br />
stessa situazione. Chi contestava? Era giovani organizzati -<strong>di</strong>ce ancora la Vettoretto- non certo padri <strong>di</strong> famiglia.<br />
D’<strong>al</strong>tra parte un simile progetto non poteva andar bene a qu<strong>al</strong>che pensionato stat<strong>al</strong>e o a personaggi benestanti<br />
che a mezzogiorno si trovano sempre il piatto <strong>di</strong> minestra in tavola». Anche molti citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Vedelago<br />
sono delusi, mentre <strong>al</strong>tri invece hanno esultato. E spiega bene perchè Fiorenza Morao <strong>di</strong> Primavera Civica:<br />
«L’area agricola che correva il rischio <strong>di</strong> essere sopraffatta dagli interessi <strong>di</strong> pochi a scapito del territorio, e dei<br />
suoi abitanti, è s<strong>al</strong>va. Ci auguriamo che questa sia una soluzione definitiva e che la campagna <strong>di</strong> Barcon non<br />
debba essere sacrificata a favore della cementificazione. Atten<strong>di</strong>amo ora il responso fin<strong>al</strong>e della Giunta Region<strong>al</strong>e,<br />
auspicando che il progetto sia archiviato per sempre». In re<strong>al</strong>tà, in una situazione <strong>di</strong> caos, non solo<br />
in paese e nelle frazioni ma anche <strong>al</strong>l’interno della Giunta, il sindaco Paolo Quaggiotto non ha ancora perso<br />
tutte le speranze. E me<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tornare <strong>al</strong>la carica. Come? Riproponendo ai citta<strong>di</strong>ni il progetto, spiegando loro<br />
tutti i dettagli e poi riportandolo in Consiglio. Dovesse accadere, c’è da attendersi un fuoco <strong>di</strong> sbarramento.<br />
Come se questa faccenda non volesse morire mai.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
10 ottobre 2012<br />
VEDELAGO<br />
«Appuntamento con la storia che questo paese ha sprecato»<br />
Il sindaco Quaggiotto torna sulla bocciatura dell’assemblea comun<strong>al</strong>e<br />
«L’inse<strong>di</strong>amento avrebbe risolto viabilità, occupazione, lavoro e sviluppo»<br />
Tre anni <strong>di</strong> battaglia politica, <strong>di</strong> comitati spontanei e organizzati, <strong>di</strong> gente comune pro e contro il progetto,<br />
per arrivare a un soffertissimo verdetto quando il Consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la fine ha detto «no» <strong>al</strong> progetto Barcon.<br />
La cartiera della Rotocart <strong>di</strong> Gelain e il macello della Colomberotto dovranno dunque trovarsi un <strong>al</strong>tro<br />
sito. A Vedelago lunedì sera sono state quasi 4 ore ad <strong>al</strong>ta tensione con lo spazio riservato <strong>al</strong> pubblico occupato<br />
in anticipo dai sostenitori dell’inse<strong>di</strong>amento. Ma c’era tantissima gente anche <strong>al</strong>l’esterno, costretta a seguire<br />
la seduta attraverso le finestre. Non sono mancate scintille e spintoni tra i sostenitori delle opposte<br />
fazioni. Davanti <strong>al</strong> municipio c’era <strong>di</strong> tutto: torce accese, manifestini, per<strong>fino</strong> due vuvuzelas che hanno strombazzato<br />
per <strong>al</strong>cuni minuti, <strong>al</strong> punto che potrebbe scattare una denuncia per <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> pubblica seduta. Insomma,<br />
serata durissima anche per i carabinieri e polizia loc<strong>al</strong>e. In questo clima da sta<strong>di</strong>o è stata presa una<br />
decisione che avrà inevitabili ripercussioni sul futuro del paese. E il sindaco Paolo Quaggiotto lo riba<strong>di</strong>sce<br />
anche il giorno dopo: «Sono sereno e consapevole <strong>di</strong> aver fatto ciò che deve fare un sindaco per la sua gente<br />
in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficili come quello che stiamo vivendo. Per Vedelago il progetto Barcon era un appuntamento<br />
con la storia, purtroppo mancato. Eravamo a un bivio -continua il primo citta<strong>di</strong>no- ovvero rimanere così come<br />
siamo o svoltare e dare un vestito <strong>di</strong>verso a Vedelago. Le premesse per uno sviluppo c’erano tutte: siamo a<br />
ridosso del Corridoio 5, il Kiev-Lisbona, e con la Pedemontana Veneta avevamo un’<strong>al</strong>tra finestra sull’Europa.<br />
L’indotto attorno <strong>al</strong> polo avrebbe generato 20 milioni <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong> l’anno, senza contare i benefici derivati d<strong>al</strong>lo<br />
scavo». Una pausa. «Dovevamo solo aprire la strada -aggiunge- per poter entrare nella Conferenza dei Servizi<br />
e in quella sede stu<strong>di</strong>are il progetto. Lo ha capito la gente <strong>di</strong> Barcon, non l’ha capito chi ha votato «no». Purtroppo<br />
ci sono ren<strong>di</strong>te <strong>di</strong> posizione che hanno fatto bocciare l’operazione. Èf<strong>al</strong>lito un progetto che avrebbe risolto<br />
viabilità, occupazione, lavoro e sviluppo. Senza impresa non c’è lavoro. Senza lavoro non c’è famiglia.<br />
Senza famiglia non c’è società. Certa gente doveva pensarci. A Vedelago a abbiamo 1.454 <strong>di</strong>soccupati; <strong>di</strong><br />
questi 1.060 sono vedelaghesi. È vero, per anni il territorio è stato devastato. Ora che c’è fame, usarlo risolvendo<br />
il problema <strong>di</strong> sostenibilità soci<strong>al</strong>e, dare lavoro <strong>al</strong>la gente e s<strong>al</strong>vare le famiglie non era un errore». Poi<br />
una consapevolezza: «Chi sarà sindaco dopo <strong>di</strong> me, come farà ad assicurare i servizi? Hanno s<strong>al</strong>vato i campi,<br />
ma non hanno risolto tutti gli <strong>al</strong>tri problemi. E i camion continueranno a passare». Il clima a Vedelago è tur-<br />
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olento e non solo per questo esito. Certo, Quaggiotto non si <strong>di</strong>metterà, nè ha intenzione <strong>di</strong> ritirare le deleghe<br />
agli assessori <strong>di</strong>ssidenti. Ma <strong>al</strong>l’orizzonte c’è la mozione <strong>di</strong> sfiducia annunciata da Primavera Civica. Se il sindaco<br />
non farà un passo in<strong>di</strong>etro, i consiglieri Morao, Frattin e Beltrame la porteranno <strong>al</strong> protocollo. «Vorrà <strong>di</strong>re<br />
-chiude Quaggiotto- che la affronteremo».<br />
«Se non ci lasciano entrare d<strong>al</strong>la porta, vorrà <strong>di</strong>re che cercheremo una finestra <strong>al</strong>trove. Non possiamo fermarci».<br />
Ricorre a una battuta amara Loris Colomberotto, patron dell’omonimo gruppo che voleva costruire il<br />
complesso industri<strong>al</strong>-<strong>al</strong>imentare a Barcon, <strong>al</strong>l’indomani della bocciatura decretata d<strong>al</strong> Comune <strong>di</strong> Vedelago<br />
<strong>al</strong> progetto. Colomberotto, a capo <strong>di</strong> una società speci<strong>al</strong>izzata in <strong>al</strong>levamento, macellazione e ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> carne<br />
bovina, 150 addetti, 200 milioni <strong>di</strong> fatturato complessivo, riba<strong>di</strong>sce più volte: «Non sono abituato a <strong>di</strong>scutere<br />
le decisioni delle istituzioni, le accetto e vado avanti».<br />
Non nasconde, però, <strong>di</strong> considerare molte delle contestazioni mosse quantomeno preventive: «Questo progetto<br />
è ancora un’ipotesi. Saranno poi amministrazioni, sovrintendenza ai beni paesaggistici, Usl e Arpav a<br />
dare i loro giu<strong>di</strong>zi. Ma se il progetto non parte, come possiamo chiedere le autorizzazioni? Come si fa a <strong>di</strong>re<br />
se va bene o meno, se non si sa ancora <strong>di</strong> preciso cosa sarà? Del resto, oggi è impossibile costruire un’attività<br />
senza i requisiti minimi <strong>di</strong> rispetto per l’ambiente e le persone».<br />
E lascia trasparire un pizzico <strong>di</strong> rammarico: «Abbiamo il fatturato in aumento, clienti che ci chiedono più prodotto,<br />
che vogliono inserirsi nella nostra filiera produttiva, ma non siamo in grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfarli perchè non<br />
abbiamo spazi sufficienti. Poi la mattina mi <strong>al</strong>zo e sui giorn<strong>al</strong>i leggo della crisi economica gener<strong>al</strong>e e <strong>al</strong>lora<br />
non posso non pensare che, qui, qu<strong>al</strong>cosa non torna». Il sito, assicura, avrebbe consentito <strong>di</strong> raddoppiare<br />
l’attu<strong>al</strong>e organico del gruppo entro tre anni, con ulteriori margini <strong>di</strong> crescita. Una vera manna d<strong>al</strong> cielo per i<br />
vedelaghesi che, <strong>di</strong> questi tempi -stando <strong>al</strong>le cifre snocciolate d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto (1454 <strong>di</strong>soccupati<br />
nel territorio), non se la passano bene.<br />
La cosa che più in<strong>di</strong>gna l’impren<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> Moriago della Battaglia sono però i tempi lunghi della burocrazia:<br />
tre anni d<strong>al</strong>la presentazione del progetto <strong>al</strong>la risposta. «E solo la prima, quella del Comune. Si sono fatte tante<br />
chiacchiere, senza prendere una decisione. Poteva starci anche un no, ma tre o due anni fa. Perdere tre anni,<br />
nella situazione attu<strong>al</strong>e, è intollerabile».<br />
Nel frattempo il gruppo ha ampliato il macello già esistente a Moriago e sta v<strong>al</strong>utando <strong>al</strong>tre possibili aree. Requisiti:<br />
ben servite d<strong>al</strong>la viabilità e vicine <strong>al</strong>le aziende <strong>di</strong> produzione. «Sicuramente resteremo in Veneto: voglio<br />
continuare a investire nella mia terra. Secondo noi Barcon poteva essere una buona soluzione. Se i citta<strong>di</strong>ni<br />
non vogliono quella struttura, ne pren<strong>di</strong>amo atto e la faremo da un’<strong>al</strong>tra parte».<br />
Corriere del Veneto<br />
10 ottobre 2012<br />
Capannoni e 600 posti Ma il Comune <strong>di</strong>ce no<br />
Sindaco sconfessato, Lega e imprese <strong>di</strong>vise<br />
VEDELAGO (Treviso) - «Il progetto non passa», ha annunciato il sindaco Paolo Quaggiotto dopo quasi quattro<br />
ore <strong>di</strong> un consiglio comun<strong>al</strong>e infuocato. Si è fermato a mezzanotte e un quarto <strong>di</strong> un lunedì sera <strong>di</strong> ottobre<br />
il (fu) polo agro-industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, frazione <strong>di</strong> Vedelago: il consiglio comun<strong>al</strong>e ha detto no.<br />
È un’<strong>al</strong>tra versione <strong>di</strong> Davide che si impone su Golia: il comitato della piccola frazione <strong>di</strong> piccolo un comune<br />
della Marca trevigiana che si batte contro due colossi <strong>di</strong>sposti a e<strong>di</strong>ficare 90 ettari <strong>di</strong> capannoni con un investimento<br />
<strong>di</strong> 310 milioni <strong>di</strong> euro. La tutela del paesaggio contro lo sviluppo e il progresso industri<strong>al</strong>e. La <strong>di</strong>fesa<br />
dell’ambiente contro l’avanzamento delle infrastrutture. Ha vinto il comitato, duecento anime combattive sostenute<br />
da ambient<strong>al</strong>isti e anim<strong>al</strong>isti: ha vinto <strong>di</strong> nuovo Davide.<br />
Stavolta è stata la politica a tirare il freno, <strong>al</strong>tre volte è stata la burocrazia. La mente corre poco <strong>di</strong>stante,<br />
sempre in provincia <strong>di</strong> Treviso, a Cas<strong>al</strong>e sul Sile: Ikea <strong>di</strong>ce «no grazie», abbiamo aspettato troppo, an<strong>di</strong>amo a<br />
investire a Verona. E a Roncade ci sono voluti due anni prima <strong>di</strong> sbloccare in Regione l’iter dell’outlet del<br />
Gruppo Basso, già costruito e pronto ad aprire. Barcon è il terzo caso in poco tempo. L’area non è <strong>di</strong>stante<br />
da Fanzolo, <strong>al</strong>tra frazione <strong>di</strong> Vedelago, dove sorge <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, gioiello <strong>di</strong> P<strong>al</strong>la<strong>di</strong>o. Si sono battuti in tanti perché<br />
l’inse<strong>di</strong>amento industri<strong>al</strong>e non venisse re<strong>al</strong>izzato in una zona verde, ancora incontaminata. Dovevano costruirci<br />
una cartiera del gruppo Rotocart e un macello della <strong>di</strong>tta Colomberotto, scavati in trincea per ridurre<br />
l’impatto visivo, con tanto <strong>di</strong> casello della futura superstrada Pedemontana e una nuova viabilità a sostegno<br />
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dei centri abitati e degli stabilimenti.<br />
Va detto che da tempo, dopo mesi <strong>di</strong> polemiche, gli impren<strong>di</strong>tori interessati avevano fatto un passo in<strong>di</strong>etro.<br />
Il voto <strong>di</strong> lunedì sera in municipio è solo una certezza in più, perché impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> fatto <strong>al</strong> progetto <strong>di</strong> prendere<br />
vita. Due anni <strong>di</strong> attesa, e nulla <strong>di</strong> fatto. «Avevamo già fatto la nostra scelta, non stavamo aspettando la sentenza<br />
del consiglio comun<strong>al</strong>e - spiega l’impren<strong>di</strong>tore delle carni Loris Colomberotto -. Faremo comunque i<br />
nostri investimenti. Proprio a Barcon a gennaio dovrebbe essere completata la latteria, a Treviso porteremo<br />
la lavorazione dei cere<strong>al</strong>i e per quanto riguarda il macello amplieremo lo stabilimento <strong>di</strong> Moriago». Un po’ <strong>di</strong><br />
rammarico però c’è: «Barcon sarebbe stato l’ide<strong>al</strong>e per concentrare il lavoro, ora ci dobbiamo adattare - aggiunge<br />
Colomberotto -, avremo maggiori costi <strong>di</strong> logistica e ci saranno più <strong>di</strong>sagi per il trasporto».<br />
Ma la battaglia a Vedelago è anche politica, e ha coinvolto la Lega Nord. La maggioranza <strong>di</strong> centrodestra è<br />
arrivata spaccata <strong>al</strong> voto, scaricata da vicesindaco e due assessori, fra cui il segretario <strong>di</strong> sezione del Carroccio.<br />
Ha perso il sindaco leghista Quaggiotto, favorevole <strong>al</strong> progetto, sostenuto d<strong>al</strong> presidente della Provincia Leonardo<br />
Muraro. Ha vinto la linea del segretario provinci<strong>al</strong>e del movimento Giorgio Granello, per la tutela del<br />
territorio e la <strong>di</strong>fesa delle aree rur<strong>al</strong>i. Le minoranze invece fin da subito si erano scagliate contro il progetto <strong>di</strong><br />
Barcon: secchi no <strong>al</strong> depauperamento del paesaggio, <strong>al</strong>la cementificazione, <strong>al</strong> saccheggio delle risorse idriche<br />
e <strong>al</strong>l’aumento del traffico portato dagli stabilimenti.<br />
Il sindaco, durante il consiglio, ha letto una lettera <strong>di</strong> Unindustria Treviso, che chiedeva <strong>di</strong> non far morire il<br />
progetto. Al che le minoranze hanno ricordato il «no» espresso da tutte le <strong>al</strong>tre associazioni <strong>di</strong> categoria (artigianato,<br />
mondo agricolo, commercio) e dai sindacati. «Abbiamo perso una grossa opportunità - chiude<br />
Quaggiotto -. La Carinzia sta pungolando i nostri impren<strong>di</strong>tori perché deloc<strong>al</strong>izzino. Avevamo due gruppi<br />
pronti a investire sul territorio portando seicento posti <strong>di</strong> lavoro. Chi busserà adesso, se abbiamo dato questa<br />
risposta <strong>al</strong>lo sviluppo? Difficilmente troveremo <strong>al</strong>tri con lo stesso coraggio, qui non c’è la ment<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> sostenere<br />
l’impresa».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
10 ottobre 2012<br />
Barcon, il sindaco Quaggiotto pronto a epurare vice e assessore<br />
Clamorosa bocciatura del piano per il polo agroindustri<strong>al</strong>e, s<strong>al</strong>tano Marco Perin e Cristina Andretta tra i <strong>di</strong>ssidenti<br />
anche il segretario del Carroccio. La Cgil: «Quel progetto serviva solo a scavare ghiaia»<br />
VEDELAGO Su Barcon la Lega Nord si spacca. Non c’è solo la crisi della maggioranza guidata d<strong>al</strong> sindaco<br />
Paolo Quaggiotto. Con la votazione <strong>al</strong> progetto Barcon si è consumata anche la spaccatura tutta interna <strong>al</strong><br />
Carroccio. Con il suo sostegno <strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong> programma, il sindaco Paolo Quaggiotto ha <strong>di</strong>satteso le in<strong>di</strong>cazioni<br />
date d<strong>al</strong>la segreteria del suo partito. La posizione uffici<strong>al</strong>e del partito, delineata in primis d<strong>al</strong> segretario<br />
provinci<strong>al</strong>e Giorgio Granello, e riconfermata in consiglio d<strong>al</strong> segretario loc<strong>al</strong>e e assessore Renzo Franco, era<br />
quella del no. Quaggiotto dunque si è posto contro le in<strong>di</strong>cazioni del suo stesso partito e in questo è stato<br />
seguito anche da <strong>al</strong>tri leghisti. Hanno <strong>di</strong>satteso le in<strong>di</strong>cazioni della segreteria l’assessore <strong>al</strong>lo sport Fabio Ceccato<br />
(che è anche consigliere provinci<strong>al</strong>e per la Lega), l’assessore ai servizi soci<strong>al</strong>i V<strong>al</strong>ter C<strong>al</strong>legari e anche il<br />
consigliere comun<strong>al</strong>e con tessera leghista Luca B<strong>al</strong>lan. Una scelta che potrebbe avere <strong>di</strong>verse ripercussioni a<br />
livello <strong>di</strong> partito. Il Carroccio è <strong>di</strong>viso. A riprova il fatto che i leghisti <strong>al</strong>l’opposizione <strong>di</strong> Quaggiotto hanno votato<br />
contro Barcon. Oscar Bor<strong>di</strong>gnon, Michele Bor<strong>di</strong>gnon e Alberto Magaton, tutti e tre facenti parte della lista<br />
civica “Bor<strong>di</strong>gnon sindaco”, ma con tessera della Lega, hanno detto no attenendosi <strong>di</strong> fatto <strong>al</strong>la linea uffici<strong>al</strong>e<br />
del partito. Una situazione delicata per gli assetti del Carroccio, per i qu<strong>al</strong>i la vicenda Barcon ha rappresentato<br />
un vero terremoto. Quaggiotto in queste ore è impegnato nel tentativo <strong>di</strong> ricostruire una maggioranza. Maggioranza<br />
messa in crisi dai tre assessori che hanno scelto la rottura. (d.q.)<br />
VEDELAGO Bocciato il progetto Barcon, è crisi <strong>di</strong> maggioranza. Il Consiglio Comun<strong>al</strong>e lunedì sera ha votato<br />
contro il progetto industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Rotocart e Colomberotto previsto nelle campagne della frazione. Un voto che<br />
apre <strong>di</strong> fatto la crisi <strong>di</strong> governo nella maggioranza guidata da Paolo Quaggiotto, rimasto da solo a <strong>di</strong>fendere<br />
il maxi progetto. Le <strong>di</strong>missioni del primo citta<strong>di</strong>no, però, sarebbero da escludersi. In vista un rimpasto <strong>di</strong><br />
giunta. Il sindaco l’<strong>al</strong>tra sera è andato sotto nella votazione su Barcon e ora vede vacillare la sua poltrona. La<br />
votazione si è svolta in tarda serata dopo una <strong>di</strong>scussione durata quasi quttro ore. Il sindaco a più riprese ha<br />
<strong>di</strong>feso il progetto, sban<strong>di</strong>erando i 600 posti <strong>di</strong> lavoro creati, la nuova viabilità, i 310 milioni <strong>di</strong> investimenti pri-<br />
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vati. Di devastazione del territorio (un progetto da 50 ettari <strong>di</strong> area agricola consumata per far largo <strong>al</strong> cemento)<br />
parla il gruppo <strong>di</strong> opposizione Primavera Civico. «L’unico scopo dell’operazione è fare una cava mascherata»<br />
<strong>di</strong>ce il capogruppo Fioranza Morao «si scaveranno due milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> ghiaia. L’utilizzo <strong>di</strong><br />
acqua previsto è <strong>di</strong> 55 litri <strong>al</strong> secondo. Il centro macello lavorerà 200 mila capi <strong>al</strong> giorno». «Il governatore Zaia<br />
recentemente ha <strong>di</strong>chiarato che sarebbe ora <strong>di</strong> invertire la tendenza: basta cemento» ha inc<strong>al</strong>zato Oscar Bor<strong>di</strong>gnon,<br />
capogruppo dell’omonimo gruppo <strong>di</strong> opposizione «la nostra posizione è stata sempre molto critica<br />
sia nel merito che nel metodo». Quaggiotto a questo punto perde la testa. Alza la voce, batte i pugni sul<br />
tavolo, interrompe <strong>di</strong> continuo gli interventi dei consiglieri zittendoli e portando il Consiglio stesso ad una situazione<br />
completamente <strong>al</strong> <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> quanto previsto dai regolamenti. Il momento della verità arriva con le<br />
<strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> voto. Il vice sindaco Marco Perin (ex Pdl) legge una <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> contrarietà firmata assieme<br />
<strong>al</strong>l’assessore <strong>al</strong>l’urbanistica Cristina Andretta (<strong>al</strong>tra ex Pdl) e d<strong>al</strong> consigliere comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> maggioranza Daniele<br />
Volpato (Pdl). «I presupposti inizi<strong>al</strong>i si sono persi strada facendo» <strong>di</strong>chiara Perin «l’accordo <strong>di</strong> programma si<br />
reggeva sulla risoluzione del problema viabilità, con la circonv<strong>al</strong>lazione <strong>di</strong> Barcon e quella <strong>di</strong> Vedelago. Ad<br />
oggi il beneficio che doveva essere pubblico non è più t<strong>al</strong>e è <strong>di</strong>ventato esclusivamente privato. Spiegherete<br />
voi, colleghi, ai citta<strong>di</strong>ni che <strong>al</strong>la luce <strong>di</strong> questo progetto Vedelago vedrà un fortissimo incremento del trasporto<br />
pesante, e non solo, e le circonv<strong>al</strong>lazioni <strong>di</strong> Barcon e Vedelago rimarranno solo un sogno». Tocca poi <strong>al</strong>l’assessore<br />
<strong>al</strong>la sicurezza Renzo Franco, segretario loc<strong>al</strong>e della Lega Nord. Anche lui vota contro e riba<strong>di</strong>sce che<br />
il no esprime la posizione uffici<strong>al</strong>e della segreteria del Carroccio, sulla scorta <strong>di</strong> quanto affermato d<strong>al</strong> segretario<br />
provinci<strong>al</strong>e Giorgio Granello. La votazione avviene per appello nomin<strong>al</strong>e. A favore il sindaco, gli assessori leghisti<br />
V<strong>al</strong>ter C<strong>al</strong>legari (politiche soci<strong>al</strong>i) e Fabio Ceccato (sport), l’assessore <strong>al</strong>l’ambiente Andrea Gazzola (Pdl),<br />
l’assessore ai lavori pubblici Denis Serafin (in<strong>di</strong>pendente), i consiglieri della civica <strong>di</strong> maggioranza «Nuova Vedelago»<br />
Diego Bergamin (in<strong>di</strong>pendente), Eugenio Cavasin (tessera Udc), Luca B<strong>al</strong>lan (Lega Nord), Mirco Marchesin<br />
(in<strong>di</strong>pendente). Votano no i tre consiglieri <strong>di</strong> Primavera Civica, i quattro del gruppo Bor<strong>di</strong>gnon sindaco,<br />
il consigliere in<strong>di</strong>pendente W<strong>al</strong>ter Santin e della maggioranza Perin, Andretta, Volpato e Franco. Vince il no<br />
12 a 9. Si apre così la crisi <strong>di</strong> maggioranza. Il primo citta<strong>di</strong>no Quaggiotto ha comunicato ai suoi che non si <strong>di</strong>metterà,<br />
ma dovrà ricostruire una maggioranza. Il ritiro delle deleghe agli assessori Marco Perin e Cristina<br />
Andretta dovrebbe avvenire in queste ore. Renzo Franco potrebbe rimanere in maggioranza, ma Quaggiotto<br />
dovrà trovare un <strong>al</strong>tro consigliere <strong>di</strong>sposto a sostenerlo per restare <strong>al</strong>la guida del Comune. Nelle ore delicatissime<br />
del dopo-voto, intanto, si registrano le prime reazioni <strong>al</strong>la bocciatura del piano. Fra i primi a <strong>di</strong>rsi sod<strong>di</strong>sfatti<br />
del “no” del Consiglio Comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago <strong>al</strong> progetto del mega macello <strong>di</strong> Barcon, è Giacomo<br />
Vendrame, neoeletto segretario gener<strong>al</strong>e della Cgil <strong>di</strong> Treviso. La Camera del Lavoro è fra i firmatari, insieme<br />
<strong>al</strong>le categorie economiche, del documento consegnato in Provincia qu<strong>al</strong>che <strong>mese</strong> fa per il rispetto delle norme<br />
sugli inse<strong>di</strong>amenti previste d<strong>al</strong> Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e. «Quello <strong>di</strong> Barcon sarebbe<br />
stato un investimento sbagliato», commenta Vendrame, «Noi non siamo contrari <strong>al</strong>l’arrivo <strong>di</strong> nuove industrie,<br />
ma abbiamo sempre sostenuto che il macello-cartiera sarebbe dovuto sorgere in un’area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong>smessa<br />
e riqu<strong>al</strong>ificata, senza ulteriori cementificazioni. Si sapeva inoltre che a Barcon non ci sarebbe stata nuova occupazione.<br />
I lavoratori erano persone trasferite. Il vero affare era la ghiaia da rimuovere che si trova nell’area».<br />
Spintoni e insulti. Anche Di Santo resta fuori d<strong>al</strong>l’aula<br />
Tensione <strong>al</strong>le stelle tra i citta<strong>di</strong>ni: arrivano vigili e carabinieri il comitato del «no» <strong>al</strong>l’esterno, in s<strong>al</strong>a solo quelli<br />
del sì<br />
VEDELAGO Spintoni ed insulti a margine del Consiglio. Una serata a <strong>di</strong>r poco movimentata quella <strong>di</strong> lunedì<br />
sera in municipio a Vedelago. Si è sfiorata la rissa <strong>al</strong>l’esterno dell’aula tra chi voleva il sì e chi invece si opponeva<br />
<strong>al</strong> progetto Barcon. Sono dovuti intervenire carabinieri e gli agenti <strong>di</strong> Polizia Loc<strong>al</strong>e per sedare gli animi<br />
dei citta<strong>di</strong>ni e riportare l’or<strong>di</strong>ne. La serata è iniziata presto per i sostenitori del progetto Barcon (un comitato<br />
minoritario). Il sindaco Paolo Quaggiotto, giocando d’astuzia, li ha chiamati a raccolta molto prima dell’inizio<br />
del consiglio. Alle 18 i citta<strong>di</strong>ni del comitato pro Barcon erano già in municipio. Hanno occupato tutti i posti<br />
<strong>al</strong>l’interno della s<strong>al</strong>a consiliare. Una cinquantina <strong>di</strong> persone. Alle 20 quando sono arrivati i citta<strong>di</strong>ni contrari <strong>al</strong><br />
progetto Barcon la s<strong>al</strong>a era già piena e gli agenti <strong>di</strong> polizia loc<strong>al</strong>e non facevano più entrare nessuno. Motivi<br />
<strong>di</strong> sicurezza. Solo una ventina <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni della fazione contrari <strong>al</strong> piano Barcon riescono ad infilarsi nella s<strong>al</strong>a.<br />
All’esterno invece si raduna la piccola folla del no tra cui il presidente del comitato “Barcon Viva” Ermes Dondoni<br />
e il presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano, Nicola Di Santo. Duecento persone tutti contro il progetto Barcon.<br />
Assistono <strong>al</strong> <strong>di</strong>battito d<strong>al</strong>l’esterno. La s<strong>al</strong>a consiliare è <strong>al</strong> piano terra, le finestre sono aperte. Dopo qu<strong>al</strong>che<br />
minuto iniziano le contestazioni <strong>al</strong> sindaco Quaggiotto, applau<strong>di</strong>to invece dai citta<strong>di</strong>ni pro Barcon presenti<br />
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<strong>al</strong>l’interno dell’aula. Fuori invece la protesta scatta con l’accensione delle fiaccole luminose e l’affissione dei<br />
manifesti No Barcon. Quando i citta<strong>di</strong>ni tentano <strong>di</strong> lanciare i manifesti d<strong>al</strong>le finestre dentro la s<strong>al</strong>a consiliare,<br />
vengono fermati dagli agenti <strong>di</strong> polizia loc<strong>al</strong>e. La tensione s<strong>al</strong>e, una finestra viene chiusa dai vigili e poi riaperta.<br />
La <strong>di</strong>scussione s’infiamma <strong>fino</strong> a che si arriva <strong>al</strong> voto fin<strong>al</strong>e. Il Consiglio boccia e si scatena la bagarre.<br />
D<strong>al</strong> pubblico presente <strong>al</strong>l’interno dell’aula volano gli insulti verso chi ha votato contro. Insulti <strong>di</strong>retti dai sostenitori<br />
del progetto Barcon <strong>al</strong>l’assessore Renzo Franco e <strong>al</strong> vice sindaco Marco Perin per aver votato contro un<br />
progetto che avrebbe significato la <strong>di</strong>struzione delle campagne <strong>di</strong> Barcon. Da fuori invece si levano gli applausi<br />
per chi ha evitato la colata <strong>di</strong> cemento nelle campagne frazion<strong>al</strong>i. Intervengono i vigili per accompagnare fuori<br />
d<strong>al</strong>la s<strong>al</strong>a i citta<strong>di</strong>ni più esagitati. E in piazza succede il finimondo. Iniziano i battibecchi tra chi il progetto lo<br />
voleva e i citta<strong>di</strong>ni accorsi per <strong>di</strong>re no, più la netta maggioranza. Volano parole grosse, qu<strong>al</strong>che spintone. Intervengono<br />
i carabinieri per sedare gli animi e riportare la situazione <strong>al</strong>la norm<strong>al</strong>ità. Il consiglio intanto prosegue.<br />
Il progetto Barcon muore la prima volta che viene messo ai voti.<br />
Le aziende: «Investiamo <strong>al</strong>trove»<br />
Rotocart punta su Castelfranco, Colomberotto amplierà l’azienda <strong>di</strong> Moriago<br />
VEDELAGO Con la bocciatura del progetto <strong>di</strong> Barcon, si aprono nuovi scenari per la cartiera Rotocart spa. La<br />
<strong>di</strong>tta <strong>di</strong> Piombino Dese, che per<strong>al</strong>tro aveva già detto <strong>di</strong> non essere più interessata <strong>al</strong> progetto Barcon, punta<br />
tutto su Castelfranco Veneto. L’area in<strong>di</strong>viduata è situata <strong>al</strong>l’angolo tra via Sile e via Lovara, tra S<strong>al</strong>vatronda,<br />
S<strong>al</strong>varosa e Campigo. Un’area destinata che il Comune nell’arco <strong>di</strong> pochi giorni ha reso <strong>di</strong>sponibile per<br />
l’azienda. In meno <strong>di</strong> una settimana infatti la giunta guidata da Luciano Dussin ha prima fatto la variante urbanistica<br />
passando la zona in questione da destinazione servizi e terziario a zona completamente industri<strong>al</strong>e.<br />
Successivamente ha inserito l’area tra quelle presenti nel piano comun<strong>al</strong>e delle ven<strong>di</strong>te immobiliari. A breve<br />
il Comune la metterà <strong>al</strong>l’asta ad una cifra che supera i 5 milioni <strong>di</strong> euro. L’operazione ha ottenuto l’approvazione<br />
in consiglio della Lega Nord, del Pdl e del consigliere in<strong>di</strong>pendente Ivano Battocchio. Hanno votato<br />
contro invece il gruppo Pd-lista Sartor, Loris Stocco <strong>di</strong> Vivere Castelfranco e il consigliere in<strong>di</strong>pendente Elena<br />
Magoga. Stando a quanto trapelato in questi giorni, la cartiera avrebbe una superficie coperta <strong>di</strong> 90 mila mq<br />
ed un volume complessivo che potrebbe arrivare a oltre 700 mila mc. Per il Pd si tratta <strong>di</strong> un vero «ecomostro»<br />
a due passi d<strong>al</strong> centro, in un’area attu<strong>al</strong>mente verde. Per la Lega viceversa si tratta <strong>di</strong> una grossa opportunità<br />
occupazion<strong>al</strong>e per la città (si prevedono 200 posti <strong>di</strong> lavoro). Non è stato ancora presentato però un piano<br />
occupazion<strong>al</strong>e dettagliato e approfon<strong>di</strong>to. Anche la <strong>di</strong>tta Colombertotto aveva annunciato l’intenzione <strong>di</strong> desistere<br />
d<strong>al</strong>l’operazione Barcon prima del consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> lunedì sera. L’azienda ha deciso <strong>di</strong> investire<br />
<strong>al</strong>trove e <strong>di</strong> <strong>al</strong>largare gli stabilimenti presenti nella sede <strong>di</strong> Moriago della Battaglia. Sabato scorso un tremendo<br />
incen<strong>di</strong>o è scoppiato proprio <strong>al</strong>lo stabilimento <strong>di</strong> Moriago della Colomberotto. In fumo 30 mila quint<strong>al</strong>i <strong>di</strong><br />
fieno, fortunatamente nessun danno agli anim<strong>al</strong>i. Sono stati danneggiati macchinari e capannoni. Un incen<strong>di</strong>o<br />
che si stima abbia arrecato danni per un milione <strong>di</strong> euro <strong>al</strong>l’azienda.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
9 ottobre 2012<br />
Mega macello in Consiglio La rabbia dei comitati<br />
Barcon: gli ambient<strong>al</strong>isti, arrivati con cartelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssenso, lasciati fuori d<strong>al</strong>l’aula I fedelissimi del sindaco occupano<br />
la s<strong>al</strong>a due ore prima dell’inizio dei lavori<br />
VEDELAGO Consiglio comun<strong>al</strong>e gremito in occasione del voto sul progetto industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Cartiera Rotocart<br />
e mega macello Colomberotto, secondo quanto previsto dai costruttori, sono pronti ad essere re<strong>al</strong>izzati<br />
nelle campagne a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. C’è stata bagarre <strong>al</strong>l’esterno con i comitati del no che hanno<br />
esposto cartelli ed acceso fiaccole per manifestare il <strong>di</strong>ssenso <strong>al</strong> progetto. Avrebbero voluto entrare nella s<strong>al</strong>a<br />
consiliare, ma i vigili urbani gliel’hanno impe<strong>di</strong>to perché la s<strong>al</strong>a era già piena dei fedelissimi del sindaco Quaggiotto,<br />
arrivati <strong>al</strong>le 18 per occupare i posti. Sono arrivati anche comitati ambient<strong>al</strong>isti da fuori provincia per<br />
sostenere la protesta degli amici del comitato “Barcon Viva”. L’accordo <strong>di</strong> programma è stato presentato tre<br />
anni fa, poi mo<strong>di</strong>ficato e ridotto. Quello in votazione ieri notte prevedeva una superficie complessiva <strong>di</strong> 50<br />
ettari <strong>di</strong> terreno agricolo “consumati” per fare il polo agroindustri<strong>al</strong>e. Il primo sostenitore politico del progetto<br />
è il sindaco, seguito a ruota da Leonardo Muraro. Ma sul piano la maggioranza vedelaghese si è spaccata. Al<br />
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pomeriggio gli oppositori hanno fatto circolare <strong>di</strong>verse mail per chiamare in consiglio tutti i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Vedelago.<br />
«Nonostante la contrarietà <strong>di</strong> tutto il mondo politico», si legge nella mail <strong>di</strong>ffusa dagli oppositori, «segreteria<br />
provinci<strong>al</strong>e della Lega Nord e del Pdl, che compongono la maggioranza, la contrarietà <strong>di</strong> tutte le<br />
associazioni <strong>di</strong> categoria, quella del mondo cattolico, oltre che delle associazioni ambient<strong>al</strong>iste, nonostante<br />
che i due impren<strong>di</strong>tori abbiano comunicato a mezzo stampa <strong>di</strong> non ritenere t<strong>al</strong>e proposta <strong>di</strong> loro interesse in<br />
quanto guardano <strong>al</strong>trove, il sindaco Paolo Quaggiotto ha deciso <strong>di</strong> portare in votazione la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong><br />
t<strong>al</strong>e mastodontico progetto».<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
9 ottobre 2012<br />
Il progetto Barcon non passa in Consiglio. Do<strong>di</strong>ci voti contrari lo affossano definitivamente. Si è parlato solo<br />
<strong>di</strong> questo, ieri sera a Vedelago, com’era ovvio fin d<strong>al</strong>l’inizio. La seduta ha s<strong>al</strong>tato a piè pari gli <strong>al</strong>tri punti <strong>al</strong>l’or<strong>di</strong>ne<br />
del giorno e, d’<strong>al</strong>tra parte, non ci sarebbe stato il tempo <strong>di</strong> trattarli. Nè poteva essere <strong>di</strong>versamente con<br />
decine e decine <strong>di</strong> persone assiepate <strong>al</strong>l’interno e <strong>al</strong>l’esterno della casa municip<strong>al</strong>e per seguire la <strong>di</strong>scussione.<br />
Sul piatto un inse<strong>di</strong>amento che volevano in parecchi e che molti <strong>al</strong>tri vedevano come fumo negli occhi.<br />
Tutti i pro e i contro <strong>di</strong> una decisione <strong>di</strong>fficile e sofferta sono emersi in una seduta che si è prolungata oltre<br />
la mezzanotte, scan<strong>di</strong>ta da toni accesi e forti tensioni, ma che <strong>al</strong>la fine ha portato <strong>al</strong>la bocciatura senza appello<br />
del progetto.<br />
Il sindaco Quaggiotto è sceso nell’arena con piglio deciso fin dai primi affon<strong>di</strong> e ha chiarito subito un aspetto<br />
non secondario: «Stasera non si approva il progetto Colomberotto-Rotocart, stasera si dà un in<strong>di</strong>rizzo politico<br />
che poi verrà rimesso nelle mani della Conferenza dei servizi». Poi, nel dettaglio ha cominciato a snocciolare<br />
tutte le ragioni per cui il polo agro industri<strong>al</strong>e andava fatto: «Niente sprechi: l’acqua verrà prima utilizzata e<br />
poi reimmessa nella f<strong>al</strong>da, mentre la ghiaia estratta resterà qui a nostro beneficio. E non si muoverà un solo<br />
camion se non verrà re<strong>al</strong>izzata, come da premesse, la riqu<strong>al</strong>ificazione dell’area».<br />
Ma le minoranze non potevano certamente accettare un punto <strong>di</strong> vista osteggiato per lunghi mesi. Così Fiorenza<br />
Morao, <strong>di</strong> Primavera Civica: «Siamo contrari non per stupi<strong>di</strong> preconcetti, ma perchè un simile inse<strong>di</strong>amento<br />
significa la <strong>di</strong>struzione certa del territorio agricolo e questo è inaccettabile». Sulla stessa lunghezza<br />
d’onda anche Oscar Bor<strong>di</strong>gnon (Lega): «A parte le nostre perplessità sull’iter procedur<strong>al</strong>e, come si può approvare<br />
un progetto <strong>di</strong> questa portata senza aver mai consultato la gente? E perchè re<strong>al</strong>izzarlo a Barcon quando<br />
Castelfranco è già attrezzata anche per il trasporto con la vicina ferrovia?».<br />
Quaggiotto però non è in<strong>di</strong>etreggiato <strong>di</strong> un millimetro: «A Vedelago ci sono 1454 <strong>di</strong>soccupati, un’enormità.<br />
Il lavoro in questo momento viene prima <strong>di</strong> tutto, non esistono <strong>al</strong>tre priorità». Alla fine della battaglia nell’aula<br />
consiliare, il documento per l’accordo <strong>di</strong> programma è s<strong>al</strong>tato per tre voti rendendo vani gli sforzi <strong>di</strong> Quaggiotto,<br />
mentre esplodeva il tripu<strong>di</strong>o degli abitanti della frazione che erano accorsi in massa. E intanto Primavera<br />
Civica ha già in tasca una mozione <strong>di</strong> sfiducia <strong>al</strong> sindaco, prelu<strong>di</strong>o ad <strong>al</strong>tre giornate <strong>di</strong> <strong>al</strong>ta tensione.<br />
Il Corriere del Veneto<br />
9 ottobre 2012<br />
Barcon, ressa in Consiglio prima del voto<br />
VEDELAGO — (s.ma.) In cinquanta dentro. Almeno il doppio fuori, a seguire la seduta d<strong>al</strong>le finestre. Affollatissimo<br />
consiglio comun<strong>al</strong>e ieri sera a Vedelago dove l’amministrazione ha affrontato dopo lunghi mesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione<br />
il progetto del polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. I citta<strong>di</strong>ni non sono rimasti a casa, ma sono accorsi<br />
in massa davanti <strong>al</strong> municipio con cartelli, fischi e qu<strong>al</strong>che fiaccola. La polemica era iniziata già nel piazz<strong>al</strong>e.<br />
Il comitato per il no, Barcon Viva, e It<strong>al</strong>ia Nostra, hanno infatti evidenziato che i sostenitori del progetto si<br />
erano già accaparrati tutti i posti a sedere, lasciando fuori tutti gli oppositori. Due ore e mezza <strong>di</strong> consiglio<br />
sono volate con i soli interventi delle scatenate minoranze, schierate contro l’inse<strong>di</strong>amento, e del sindaco,<br />
che nel rispondere agli attacchi ha <strong>di</strong>feso a spada tratta il polo. Si tratta <strong>di</strong> 90 ettari con la costruzione <strong>di</strong> una<br />
cartiera della <strong>di</strong>tta Rotocart e un macello dell’azienda Colomberotto. I due stabilimenti sarebbero in grado <strong>di</strong><br />
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occupare 608 persone, più 700 operai per tre anni. È questo il tasto su cui insiste il sindaco Paolo Quaggiotto:<br />
«Dobbiamo rispondere ai citta<strong>di</strong>ni senza lavoro. Noi non dobbiamo <strong>di</strong>re sì <strong>al</strong> progetto, ma fare un atto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo<br />
e inviarlo <strong>al</strong>la conferenza dei servizi region<strong>al</strong>e che <strong>di</strong>rà sì o no». Le opposizioni invece hanno sollevato<br />
il tema della <strong>di</strong>struzione del territorio, della cementificazione <strong>di</strong> un’area agricola fra l’<strong>al</strong>tro vicina a <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
8 ottobre 2012<br />
Barcon, l’ora della verità Mega macello in Consiglio<br />
Vedelago. Tam tam dei comitati via mail e volantini: tutti in municipio Prova <strong>di</strong> tenuta per la maggioranza del<br />
sindaco Paolo Quaggiotto<br />
VEDELAGO Quella <strong>di</strong> stasera è forse la seduta più delicata del consiglio comun<strong>al</strong>e dell’era Quaggiotto. Il sindaco<br />
leghista, incurante dei no arrivati da più parti <strong>al</strong>l’operazione Barcon (non ultimo quello degli stessi impren<strong>di</strong>tori<br />
proponenti) si gioca il tutto per tutto. Ovvero il polo agroindustri<strong>al</strong>e (maxi macello Colomberotto,<br />
cartiera Rotocart e casello della Pedemontana) e con esso la sua stessa maggioranza. I voti annunciati in<br />
questi giorni, se confermati in aula, rischiano <strong>di</strong> pesare -e non poco - sul futuro dell’amministrazione Quaggiotto.<br />
La squadra del sindaco si presenterà <strong>di</strong>visa <strong>al</strong>l’appuntamento con il settimo punto <strong>al</strong>l’or<strong>di</strong>ne del giorno:<br />
«l’approvazione della documentazione per l’accordo <strong>di</strong> programma per la riqu<strong>al</strong>ificazione territori<strong>al</strong>e pedemontana<br />
tra Vedelago e Montebelluna». Dietro <strong>al</strong>la form<strong>al</strong>ità dei termini: l’operazione Barcon che da tre anni<br />
tiene banco in paese. Tre assessori (Marco Perin, Cristina Andretta e Renzo Franco) e un consigliere (Daniele<br />
Volpato del Pdl) sono sull’Aventino con le minoranze per bloccare l’operazione. L’opposizione si schiera compatta.<br />
L’unico dubbio nella conta dei voti rimane W<strong>al</strong>ter Santin, fuoriuscito d<strong>al</strong>la maggioranza in tempi non<br />
sospetti. Deve ancora sciogliere la sua riserva: potrebbe non essere in aula. Il suo voto, confermati quelli degli<br />
<strong>al</strong>tri, non sarà decisivo. Il progetto, s<strong>al</strong>vo sorprese frutto della campagna acquisti fatta d<strong>al</strong> sindaco in questi<br />
ultimi giorni, non dovrebbe passare lo scoglio del consiglio: in ogni caso <strong>di</strong>eci sì contro un<strong>di</strong>ci no. Ma il fronte<br />
degli oppositori a maxi macello e cartiera teme un blitz. Ieri il tam tam via mail e inviti recapitati porta a porta<br />
per garantire una massiccia presenza <strong>di</strong> pubblico in aula. «È importante la partecipazione <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi»,riba<strong>di</strong>scono<br />
in queste ultime ore Barcon Viva e Comitato Civico. Nell’elenco dei contrari <strong>al</strong>l’operazione, che prevede<br />
<strong>di</strong> trasformare in polo industri<strong>al</strong>e la campagna a nord <strong>di</strong> Via Terza Armata, hanno messo: «tutto il mondo<br />
politico (Lega <strong>di</strong> Granello e Pdl compresi), associazioni <strong>di</strong> categoria, cattolici, Fai, It<strong>al</strong>ia Nostra, Legambiente<br />
Wwf». Al coro si è aggiunta <strong>al</strong> voce <strong>di</strong> “S<strong>al</strong>viamo il Paesaggio <strong>di</strong> Castelfranco-Asolo” <strong>di</strong> cui è presidente Enzo<br />
Bergamin. Dati <strong>al</strong>la mano, il portavoce del nuovo forum smonta punto per punto l’operazione Barcon : «Non<br />
eliminerà il traffico, avrà un impatto economico devastante cancellando il sistema <strong>di</strong> piccoli-me<strong>di</strong> <strong>al</strong>levamenti<br />
esistenti in zona, porterà un’attività ins<strong>al</strong>ubre <strong>di</strong> prima categoria (equiv<strong>al</strong>ente <strong>al</strong>le concerie)».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
7 ottobre 2012<br />
Senza Titolo<br />
<strong>di</strong> ALESSANDRO VARDANEGA* Nei mesi scorsi, si ricorderà, una grande folla si riversò <strong>al</strong>l’appuntamento trevigiano<br />
dell’agenzia per gli investimenti della Carinzia, che proponeva l’offerta, attraverso un consorzio tra<br />
Istituzioni, banche e <strong>al</strong>tri soggetti, <strong>di</strong> consistenti agevolazioni per favorire l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> nuove aziende.<br />
Ed Eurostat ci ha informato pochi giorni fa che l’Austria è il Paese europeo con il più basso tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione,<br />
meno della metà <strong>di</strong> quella it<strong>al</strong>iana e ancora più impietoso è il confronto sul dato della <strong>di</strong>soccupazione<br />
giovanile: 9,7% in Austria, 34,5% It<strong>al</strong>ia. Non parliamo poi della pressione fisc<strong>al</strong>e che ci vede nettamente in<br />
svantaggio. Un’<strong>al</strong>tra immagine <strong>di</strong> questi mesi ci porta <strong>al</strong>le manifestazioni a Barcon contro l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong><br />
due importanti re<strong>al</strong>tà industri<strong>al</strong>i (per centinaia <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro) che avevano ritenuto interessante quell’area<br />
per la vicinanza <strong>al</strong>la Superstrada Pedemontana Veneta il cui passaggio nel territorio è previsto a breve. Lo<br />
stesso avvenne con le proteste contro l’ampliamento dell’aeroporto <strong>di</strong> Treviso e in molti <strong>al</strong>tri casi. Va notato<br />
che a Barcon, come prima a Treviso, ai comitati che si oppongono agli investimenti si sono contrapposti<br />
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gruppi <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni che hanno manifestato pubblicamente a sostegno dei progetti <strong>di</strong> sviluppo. Infine, una<br />
nuova istantanea, ovvero l’attaccamento <strong>di</strong> molti nostri impren<strong>di</strong>tori <strong>al</strong> loro territorio e <strong>al</strong>la comunità, con la<br />
volontà tenace a non deloc<strong>al</strong>izzare. Ne ho avuto person<strong>al</strong>mente un esempio recente <strong>al</strong>la Texa <strong>di</strong> Monastier<br />
e <strong>al</strong>la Fraccaro Spumadoro <strong>di</strong> Castelfranco Veneto e anche con il Premio ‘Giovani in fabbrica’ della nostra Associazione.<br />
E’ opportuno riflettere su questa schizofrenia che caratterizza la nostra comunità in questa fase<br />
<strong>di</strong> grande crisi e <strong>di</strong> trasformazione. Ed è per questo che ho posto <strong>al</strong> centro la necessità <strong>di</strong> rinnovare il patto<br />
soci<strong>al</strong>e tra impresa e comunità. Gli attraenti incentivi della Carinzia (e <strong>di</strong> molte <strong>al</strong>tre regioni d’Europa e del<br />
mondo che ‘corteggiano’ i nostri impren<strong>di</strong>tori) sono anche l’esito <strong>di</strong> una coesione nella comunità loc<strong>al</strong>e che<br />
permette poi <strong>al</strong>la loro agenzia <strong>di</strong> muoversi nel mondo. Temo che una nostra agenzia, se anche ci fosse, non<br />
potrebbe garantire la stessa <strong>di</strong>sponibilità ad accogliere investimenti e nuova occupazione (e neppure, a <strong>di</strong>re<br />
il vero, gran<strong>di</strong> incentivi e con<strong>di</strong>zioni agevolate). Se guar<strong>di</strong>amo a noi, a Barcon e <strong>al</strong>trove si è creato subito un<br />
clima sfavorevole, i tempi si sono <strong>al</strong>lungati e si è preferito non decidere (così come per l’outlet <strong>di</strong> Roncade,<br />
per portare un <strong>al</strong>tro esempio loc<strong>al</strong>e), lasciando nell’incertezza gli impren<strong>di</strong>tori che, se possono, guardano natur<strong>al</strong>mente<br />
<strong>al</strong>trove. E nel caso <strong>di</strong> Barcon questo ha impe<strong>di</strong>to anche <strong>di</strong> v<strong>al</strong>orizzare un’infrastruttura come la<br />
Superstrada Pedemontana, che comunque impatta sul territorio, ai fini del proprio sviluppo. Vi è quin<strong>di</strong> una<br />
contrad<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> fondo, che ho voluto denunciare. Si considera l’impresa, quando va bene, con in<strong>di</strong>fferenza<br />
quasi fosse un corpo estraneo, che crea reazioni <strong>di</strong> rigetto, che si vuole comunque ostacolare e <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e è<br />
chiesto in ogni caso una sorta <strong>di</strong> ‘risarcimento’ per la sua stessa esistenza. L’impresa turberebbe un ‘quieto<br />
vivere’ che sembra precederla, <strong>di</strong>menticando natur<strong>al</strong>mente che il benessere raggiunto in questi anni deve<br />
proprio <strong>al</strong>le imprese e <strong>al</strong> lavoro il proprio fondamento. Non vuole essere un generico atto d’accusa nei confronti<br />
delle Istituzioni e della politica loc<strong>al</strong>e - che ha comunque l’impegno <strong>di</strong> decidere e <strong>di</strong> guardare <strong>al</strong> futuro<br />
- quanto un <strong>al</strong>larme per un declino in cui rischiamo <strong>di</strong> cadere quasi senza reagire e che motiva anche il <strong>di</strong>samore<br />
dell’impren<strong>di</strong>tore che, in questo contesto <strong>di</strong> incertezza, guarda <strong>al</strong>le opportunità offerte Oltr<strong>al</strong>pe. Per<br />
contrastare questo stato <strong>di</strong> cose e continuare ad essere protagonisti del nostro futuro ho invitato tutti, Politica,<br />
Istituzioni, banche, Magistratura, Organizzazioni sindac<strong>al</strong>i, mass me<strong>di</strong>a e opinione pubblica, a recuperare il<br />
senso del v<strong>al</strong>ore e del ruolo soci<strong>al</strong>e dell’impresa, che crea lavoro e che per questo è <strong>al</strong>la base della famiglia<br />
qu<strong>al</strong>e nucleo della comunità e del suo sviluppo (e non solo economico). E’ una rigenerazione che, in questo<br />
momento storico, sentiamo in<strong>di</strong>spensabile per il Paese, e sulla qu<strong>al</strong>e inc<strong>al</strong>ziamo la politica, ma che deve partire<br />
da qui, perché, come ho avuto modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re in occasioni recenti, senza impresa non c’è lavoro, senza lavoro<br />
non c’è famiglia e senza famiglia non c’è società. Il legame soci<strong>al</strong>e, la coesione, hanno quin<strong>di</strong> anche<br />
nell’impresa i loro fondamenti. Averlo <strong>di</strong>menticato, illusi <strong>di</strong> un benessere che sembrava ormai irreversibile,<br />
ha fatto perdere il senso delle priorità. Ricostruire un orizzonte <strong>di</strong> v<strong>al</strong>ori, tra Impresa, Lavoro & Società, sarà<br />
la via da cui riprendere, con fatica e tenacia, un percorso <strong>di</strong> nuovo sviluppo, sostenibile economicamente e<br />
soci<strong>al</strong>mente, e guardando in particolare <strong>al</strong> lavoro e <strong>al</strong> futuro per i più giovani (anche per non costringerli ad<br />
emigrare per poter lavorare e farsi una famiglia, così come furono costretti a fare i nostri nonni). Il benessere,<br />
lo sviluppo, non nascono da soli e sono tutto tranne che ‘scontati’.<br />
*Presidente <strong>di</strong> Unindustria Treviso<br />
Barcon, Granello ai suoi: telefoni spenti<br />
VEDELAGO Giorgio Granello, il segretario provinci<strong>al</strong>e del Carroccio, è perentorio con i suoi: telefonini spenti<br />
per non cedere <strong>al</strong>le offerte del sindaco Paolo Quaggiotto. Per la Lega che <strong>di</strong>ce no <strong>al</strong> polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong><br />
Barcon non è tempo <strong>di</strong> tentennamenti. Schiena dritta e nessun <strong>di</strong>etrofront davanti <strong>al</strong>le promesse <strong>di</strong> un posto<br />
in giunta. L’or<strong>di</strong>ne è chiaro. Come lo è il timore che le offerte del sindaco Paolo Quaggiotto possano convincere<br />
qu<strong>al</strong>cuno e sf<strong>al</strong>dare così il fronte del no a maximacello, cartiera e casello della Pedemontana, che a oggi ha<br />
la maggioranza in consiglio comun<strong>al</strong>e. Granello si rivolge <strong>al</strong>la «sua» Lega che non è quella del presidente<br />
della Provincia Leonardo Muraro nè quella del sindaco Quaggiotto, rispettivamente sostenitore e promotore<br />
dell’accordo <strong>di</strong> programma firmato da Colomberotto e Rotocart per trasformare la campagna <strong>di</strong> Barcon in un<br />
mega polo industri<strong>al</strong>e. Ma è quella capitanata d<strong>al</strong>l’assessore <strong>al</strong>la sicurezza nonchè segretario della sezione<br />
loc<strong>al</strong>e: Renzo Franco che ha visto il ritorno a casa del gruppo <strong>di</strong> Oscar Bor<strong>di</strong>gnon, s<strong>al</strong>ito sul Carroccio a Ponzano.<br />
A Vedelago è guerra <strong>di</strong> nervi: l’importante per il fronte del no è resistere e arrivare compatto <strong>al</strong>la prova<br />
del consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> domani, in cui <strong>al</strong> settimo punto <strong>al</strong>l’or<strong>di</strong>ne del giorno si <strong>di</strong>scuterà dell’operazione<br />
Barcon. Il sindaco Quaggiotto si gioca il tutto per tutto a caccia <strong>di</strong> una maggioranza pronta ad approvare l’accordo<br />
<strong>di</strong> programma. Maggioranza che per ora non ha. Pubblicamente si <strong>di</strong>chiara convinto <strong>di</strong> centrare l’obiettivo<br />
senza problemi e <strong>di</strong> arrivare domani <strong>al</strong>l’approvazione del piano del polo agroindustri<strong>al</strong>e a nord <strong>di</strong> via<br />
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Terza Armata. In re<strong>al</strong>tà, visto l’andamento delle trattative in corso, starebbe me<strong>di</strong>tando sulla possibilità <strong>di</strong> ritirare<br />
il punto <strong>al</strong>l’or<strong>di</strong>ne del giorno su Barcon. Il regolamento del consiglio comun<strong>al</strong>e non lo permette: il ritiro<br />
può avvenire entro quarantotto ore prima dell’inizio della riunione. Già ieri il sindaco sarebbe fuori tempo<br />
massimo. Una scappatoia per evitare <strong>di</strong> essere messo in minoranza su uno dei suoi cav<strong>al</strong>li <strong>di</strong> battaglia potrebbe<br />
essere il voto a inizio seduta per lo str<strong>al</strong>cio del punto <strong>al</strong>l’or<strong>di</strong>ne del giorno. Ma anche per questo serve<br />
una maggioranza e i quattro <strong>di</strong>ssidenti (vicesindaco Marco Perin, assessori Cristina Andretta e Renzo Franco,<br />
consigliere Daniele Volpato pronti a bocciare l’operazione) non sembrano intenzionati a rientrare nei ranghi<br />
e a rispondere agli or<strong>di</strong>ni del sindaco. Quaggiotto in uno degli ultimi summit con il suo gruppo ha parlato <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>missioni in caso <strong>di</strong> bocciatura del progetto. Sarà così?<br />
«Quaggiotto, azione politica <strong>di</strong>sperata»<br />
i comitati<br />
VEDELAGO Barcon Viva e Comitato Civico <strong>di</strong> Vedelago riba<strong>di</strong>scono: tutti in municipio per il consiglio comun<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> domani. Appuntamento in aula <strong>al</strong>le 20.30. I comitati si chiedono: «Qu<strong>al</strong>i motivi hanno indotto il sindaco<br />
Paolo Quaggiotto a portare in consiglio comun<strong>al</strong>e fuori tempo massimo e dopo mesi <strong>di</strong> silenzio amministrativo,<br />
un progetto che, <strong>di</strong> fatto, non esiste più perché bocciato dai citta<strong>di</strong>ni, a più livelli d<strong>al</strong>la stessa Lega e d<strong>al</strong><br />
Pdl (componenti politiche che costituiscono l’attu<strong>al</strong>e maggioranza consiliare), d<strong>al</strong>le associazioni <strong>di</strong> categoria,<br />
sindac<strong>al</strong>i e ambient<strong>al</strong>iste, ma soprattutto dopo che gli stessi impren<strong>di</strong>tori hanno reso noto che la proposta<br />
avanzata è decaduta e <strong>di</strong> non aver più <strong>al</strong>cun interesse <strong>al</strong>la sua re<strong>al</strong>izzazione?». Per i comitati quella <strong>di</strong> Quaggiotto<br />
è «un’azione politica <strong>di</strong>sperata, solitaria, <strong>al</strong>l’arma bianca che non trova supporto neppure nella percentu<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> consensi ottenuti <strong>al</strong>le ultime elezioni e ora in caduta libera».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
6 ottobre 2012<br />
Ikea, la Marca si spacca Sindacato contro Muraro<br />
CASALE SUL SILE Mentre Ikea fa le v<strong>al</strong>ige da Cas<strong>al</strong>e, nella Marca è scontro tra Leonardo Muraro e i sindacati.<br />
All’indomani dell’annuncio della multinazion<strong>al</strong>e svedese <strong>di</strong> voler investire in Veneto nel prossimo triennio<br />
solo su Verona, il presidente della Provincia aveva bollato la decisione come «un’occasione persa», chiamando<br />
in causa categorie economiche e sindacati, protagonisti <strong>di</strong> durissime prese <strong>di</strong> posizione contro i nuovi mega<br />
progetti che incombono da mesi sulla Marca, ossia Ikea e Barcon. «Milletrecento posti <strong>di</strong> lavoro persi, 1.300<br />
trevigiani delusi d<strong>al</strong>la f<strong>al</strong>limentare azione amministrativa della Provincia. La posizione <strong>di</strong> sindacati e categorie<br />
economiche su Ikea non andava nel verso dell’<strong>al</strong>lontanamento della società svedese d<strong>al</strong> territorio provinci<strong>al</strong>e»,<br />
tuona il neo eletto segretario della Cgil, Giacomo Vendrame, «Muraro ha poco da recriminare: è lui che ha<br />
perso l’opportunità <strong>di</strong> rivestire pienamente il ruolo <strong>di</strong> amministratore, facendosi portatore degli interessi della<br />
collettività e garante delle regole sull’uso responsabile del territorio varate d<strong>al</strong>la sua giunta». Quin<strong>di</strong> l’affondo:<br />
«Tecnici e politici della Provincia avrebbero potuto progettare e proporre a Ikea un nuovo sito per lo stabilimento.<br />
Lavoriamo per aprire lì dove è già costruito piuttosto che cementificare e svendere ulteriore territorio»,<br />
prosegue Vendrame, «quando un investimento non viene fatto, è sempre una opportunità persa. Ma Ikea<br />
era re<strong>al</strong>mente un investimento produttivo? Avrebbe portato a uno spostamento dell’occupazione, con un<br />
s<strong>al</strong>do positivo a nostro parere incerto». Sposa la linea <strong>di</strong> Muraro sulla necessità <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong> risposta celeri agli<br />
impren<strong>di</strong>tori il segretario provinci<strong>al</strong>e della Cisl, Franco Lorenzon. Che però addossa le colpe delle lungaggini<br />
«<strong>al</strong>l’inefficienza della politica e della burocrazia». «Manca la capacità politica <strong>di</strong> governare il nostro territorio»,<br />
<strong>di</strong>ce, «Ikea avrebbe certo portato opportunità <strong>di</strong> lavoro, ma a svantaggio <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre re<strong>al</strong>tà. Sarebbe stato certamente<br />
un investimento importante, ma con una contropartita: nel me<strong>di</strong>o-lungo periodo, le aziende con prodotti<br />
a basso costo rischiano <strong>di</strong> andare in <strong>di</strong>fficoltà». Sottolinea l’imprescin<strong>di</strong>bile ricerca <strong>di</strong> compatibilità fra<br />
tutela dell’ambiente e sviluppo industri<strong>al</strong>e e commerci<strong>al</strong>e il <strong>di</strong>rettore della Cna <strong>di</strong> Treviso, Giuliano Rosolen.<br />
«Ikea a Cas<strong>al</strong>e e il polo industri<strong>al</strong>e a Barcon volevano inse<strong>di</strong>arsi in area agricola. Sottrarre <strong>al</strong>tro terreno <strong>di</strong><br />
questo tipo a una provincia già ipercementificata non è una scelta <strong>di</strong> programmazione territori<strong>al</strong>e lungimirante»,<br />
aggiunge Rosolen.<br />
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La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
5 ottobre 2012<br />
Barcon, la Lega <strong>di</strong> Muraro con Quaggiotto<br />
Summit in Provincia: il Carroccio sceglie il sì. Mobilitazione a Vedelago: lunedì tutti in Consiglio<br />
VEDELAGO Trattative serrate dentro e fuori p<strong>al</strong>azzo in vista del consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> lunedì. Mentre il sindaco<br />
Paolo Quaggiotto lavora per assicurarsi la maggioranza e varare l’operazione Barcon, il fronte del no <strong>al</strong> polo<br />
agroindustri<strong>al</strong>e suona la raccolta. «Tutti in aula lunedì sera», invitano Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, Comitato Barcon<br />
Viva e Primavera Civica. Mercoledì sera si è tenuto un summit del popolo antimacello in un ristorante <strong>di</strong> Vedelago<br />
per definire la strategia in vista della battaglia in consiglio comun<strong>al</strong>e. Nei prossimi giorni la <strong>di</strong>stribuzione<br />
<strong>di</strong> volantini in tutto il comune per chiamare la partecipazione in massa <strong>al</strong>la riunione decisiva. «Bisogna far<br />
sentire, e forte, la voce dei contrari a questa devastazione del nostro territorio», afferma Enzo Bergamin della<br />
Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>. Ci si sta organizzando con manifesti e striscioni per il sit-in. Obiettivo: fare pressing sui<br />
consiglieri comun<strong>al</strong>i. I numeri per ora sarebbero a favore del fronte del no: <strong>di</strong>eci a un<strong>di</strong>ci. Ma il timore è che<br />
le offerte del sindaco Quaggiotto risultino appetibili ai consiglieri corteggiati e spostino voti. La sentenza si<br />
avrà lunedì sera in aula. L’accordo <strong>di</strong> programma proposto da Colomberotto e Rotocart è <strong>al</strong>l’ultimo punto<br />
dell’or<strong>di</strong>ne del giorno. Intanto l’operazione Barcon tiene banco anche in Provincia. Mercoledì sera se n’è parlato<br />
a Treviso in una riunione <strong>di</strong> maggioranza <strong>al</strong> Sant’Artemio. La Lega <strong>di</strong> Muraro avrebbe sposato la linea del<br />
sindaco Paolo Quaggiotto in netto contrasto con quella del segretario provinci<strong>al</strong>e Giorgio Granello: sì a maximacello,<br />
cartiera e casello della Pedemontana. Del resto il primo citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Vedelago continua a garantire<br />
<strong>di</strong> avere i numeri per far passare il piano. Nella delibera, che sarà proposta <strong>al</strong>la <strong>di</strong>scussione e <strong>al</strong> voto del consiglio<br />
<strong>di</strong> lunedì, si ripetono le con<strong>di</strong>zioni <strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento agroindustri<strong>al</strong>e poste d<strong>al</strong>la giunta lo scorso 4 gennaio.<br />
S’invita a confermare, «anche a fronte dell’ultima documentazione prodotta dagli impren<strong>di</strong>tori a luglio,<br />
la v<strong>al</strong>utazione complessivamente positiva sull’opportunità della re<strong>al</strong>izzazione del progetto a fronte dei rilevanti<br />
benefici pubblici». «Si tratta <strong>di</strong> un atto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo», riba<strong>di</strong>sce Quaggiotto, «il sì definitivo <strong>al</strong>l’operazione spetta<br />
<strong>al</strong>la Regione dopo le opportune v<strong>al</strong>utazioni sull’impatto ambient<strong>al</strong>e». Colomberotto e Rotocart, i proponenti,<br />
hanno annunciato il loro ritiro: per il sindaco è un bluff. Non la pensa così il fronte del no che insiste: «S<strong>al</strong>viamo<br />
la nostra terra da uno scempio». (a.d.m.)<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
4 ottobre 2012<br />
Operazione Barcon È caccia ai voti per il Consiglio<br />
Primavera Civica: «Non è ancora finita, noi siamo per il no» Il sindaco Paolo Quaggiotto è in piena campagna<br />
acquisti<br />
Dussin <strong>di</strong>fende il trasloco della Rotocart<br />
La Rotocart spa ha deciso <strong>di</strong> spostare il progetto cartiera a Castelfranco. L’area, tra via Sile e via Lovara, sarà<br />
venduta <strong>al</strong>l’asta d<strong>al</strong> Comune. Il sindaco Luciano Dussin <strong>di</strong>fende l’operazione. «Contrariamente a quanto successo<br />
in passato, dove i terreni venivano venduti prev<strong>al</strong>entemente in un’ottica commerci<strong>al</strong>e rispetto <strong>al</strong>le re<strong>al</strong>i<br />
esigenze produttive, oggi dobbiamo concentrarci solo su queste ultime», spiega, «Il terreno in questione<br />
andrà <strong>al</strong>l’asta con costi e <strong>di</strong>mensioni t<strong>al</strong>i da escludere qu<strong>al</strong>siasi appetito speculativo. Oggi nessuno spenderebbe<br />
milioni <strong>di</strong> euro per rivendere a pezzetti aree industri<strong>al</strong>i. L’esempio <strong>di</strong> quanto è successo a S<strong>al</strong>vatronda<br />
non si ripeterà. A fronte <strong>di</strong> cinque milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficato trasformato da agricolo in industri<strong>al</strong>e (7<br />
volte superiore a quello ipotetico <strong>di</strong> cui stiamo parlando in via Sile-Lovara), in otto anni d<strong>al</strong>la sua approvazione,<br />
è stato il f<strong>al</strong>limento dei f<strong>al</strong>limenti. Nessuno ha costruito e nessuno è stato mai assunto». (d.q.)<br />
VEDELAGO «Non è ancora finita». Nonostante le <strong>di</strong>chiarazioni dei costruttori, Colomberotto e Gelain, che ieri<br />
hanno annunciato <strong>di</strong> rinunciare <strong>al</strong> progetto industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, la battaglia degli oppositori non si ferma.<br />
Lunedì sera l’accordo <strong>di</strong> programma sul polo agroindustri<strong>al</strong>e andrà in consiglio comun<strong>al</strong>e per il voto. Il capitolo<br />
fin<strong>al</strong>e <strong>di</strong> una vicenda iniziata 3 anni fa. Primavera Civica, gruppo <strong>di</strong> opposizione che più <strong>di</strong> ogni <strong>al</strong>tro si è pro<strong>di</strong>gato<br />
nel contrastare il piano, voterà contro. «Auspichiamo che tutti coloro che si sono pronunciati contro il<br />
progetto mantengano fede <strong>al</strong>le promesse», <strong>di</strong>ce il capogruppo Fiorenza Morao, «Noi voteremo compatto per<br />
il no. Le affermazioni dei proponenti non mi convincono. Già una volta avevano detto <strong>di</strong> rinunciare e poi<br />
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invece ci si è ritrovati una nuova proposta <strong>di</strong> accordo <strong>di</strong> programma...». È questo il nodo cruci<strong>al</strong>e. Finora i costruttori<br />
hanno presentato 3 <strong>di</strong>verse bozze dell’accordo. L’ultima ris<strong>al</strong>e a luglio. Il progetto è stato ridotto passando<br />
da una superficie agricola «consumata» <strong>di</strong> 90 ettari a poco più <strong>di</strong> 50. Eliminato il farmer market. Cartiera<br />
e centro macellazione invece rimangono in pie<strong>di</strong>, con qu<strong>al</strong>che mo<strong>di</strong>fica. Ridotta la cifra perequatoria. Lunedì<br />
sera si andrà a votare quest’ultima bozza <strong>di</strong> accordo <strong>di</strong> programma. Sarà la conta definitiva. Su 21 consiglieri<br />
comun<strong>al</strong>i (sindaco compreso) la maggioranza numerica arriva a 11. Contro voteranno i 3 <strong>di</strong> Primavera Civica.<br />
Il gruppo <strong>di</strong> Oscar Bor<strong>di</strong>gnon, 4 consiglieri, ha annunciato voto contrario. Contro anche il vicesindaco Marco<br />
Perin, l’assessore <strong>al</strong>l’urbanistica Cristina Andretta e il consigliere Daniele Volpato. Contro voterà anche l’assessore<br />
leghista <strong>al</strong>la sicurezza Renzo Franco. In bilico il voto del consigliere in<strong>di</strong>pendente W<strong>al</strong>ter Santin. Il sindaco<br />
Paolo Quaggiotto tuttavia tira dritto, convinto dell’approvazione. In queste ore sta contattando<br />
person<strong>al</strong>mente i consiglieri comun<strong>al</strong>i per chiedere un voto favorevole <strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong> programma.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
4 ottobre 2012<br />
C’è molta attesa per il consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> lunedì sera a Vedelago. E non certo per la mezza dozzina <strong>di</strong> argomenti<br />
<strong>al</strong>l’or<strong>di</strong>ne del giorno. A cat<strong>al</strong>izzare l’attenzione <strong>di</strong> tutti è infatti un solo punto, il numero 7: approvazione<br />
della documentazione per l’accordo <strong>di</strong> programma relativo <strong>al</strong>la riqu<strong>al</strong>ificazione territori<strong>al</strong>e pedemontana<br />
tra Vedelago e Montebelluna. In parole povere: il passaggio decisivo sul contestatissimo progetto Colomberotto-Rotocart<br />
<strong>di</strong> Barcon. Una bocciatura potrebbe avere delle importanti conseguenze sul resto della legislatura<br />
aprendo in consiglio la stagione del caos. Ad esempio, è improbabile che i tre assessori che si sono<br />
defilati, (Marco Perin, Cristina Andretta e Renzo Franco) votino no <strong>al</strong> progetto e poi sì <strong>al</strong>la sfiducia <strong>al</strong> sindaco<br />
Paolo Quaggiotto, perchè così facendo perderebbero il posto. Ma se non sfiduciassero il sindaco sarebbero<br />
incoerenti. D<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra parte, la serenità e la sicurezza del sindaco, convinto <strong>di</strong> portare a compimento il progetto,<br />
non sono da trascurare. Un bluff? Lo si scoprirà lunedì sera quando l’or<strong>di</strong>ne del giorno arriverà <strong>al</strong> punto 7. Va<br />
però tenuta in debito conto anche la scadenza. Il count down per approvare il progetto scade il 30 novembre:<br />
quasi due mesi per lavorare ancora sui <strong>di</strong>ssidenti e per ricostruire rapporti lacerati, se non <strong>al</strong>tro perché <strong>al</strong>l’avvio<br />
del progetto la giunta era tutta d’accordo. Poi c’è stato il cambio <strong>di</strong> rotta dei tre assessori, incomprensibile<br />
nella misura in cui durante la presentazione erano state affrontate anche le problematiche <strong>di</strong> carattere ambient<strong>al</strong>e.<br />
Cosa vi sia <strong>di</strong>etro lo si può solo intuire. C<strong>al</strong>coli elettor<strong>al</strong>i? Forse. Un <strong>al</strong>tro aspetto poco comprensibile<br />
della vicenda è come mai Quaggiotto voglia approvare il progetto che Colomberotto e Gelain, <strong>di</strong> Rotocart,<br />
hanno <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> voler portare a Castelfranco con la bene<strong>di</strong>zione della maggioranza <strong>di</strong> quel consiglio comun<strong>al</strong>e.<br />
Resta un’unica certezza: se lunedì sera Quaggiotto porterà in <strong>di</strong>scussione l’argomento, vorrà forse<br />
<strong>di</strong>re che il suo lavoro <strong>di</strong> ricucitura avrà dato i frutti sperati. Se invece dovesse ritirarlo rinviandolo ad <strong>al</strong>tra data,<br />
cosa che è nelle sue facoltà, significa che gli resta ancora tanto da fare.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
3 ottobre 2012<br />
«Via da qui, la politica non ci fa più lavorare»<br />
Gelain (Rotocart) e Colomberotto (<strong>al</strong>levatore) abbandonano il progetto «Fermati da comitati e da mille ostacoli<br />
burocratici, così non si va avanti»<br />
VEDELAGO Barcon, il progetto industri<strong>al</strong>e è finito. I costruttori hanno deciso <strong>di</strong> abbandonare il piano per la<br />
re<strong>al</strong>izzazione del mega polo agroindustri<strong>al</strong>e comprensivo <strong>di</strong> cartiera e maxi centro macellazione. E, sulla f<strong>al</strong>sa<br />
riga del presidente <strong>di</strong> Unidustria Treviso Alessandro Vardanega, accusano la politica. Troppa inerzia, troppo<br />
<strong>di</strong>sfattismo. E soprattutto a fronte <strong>di</strong> progetti industri<strong>al</strong>i presentati d<strong>al</strong>le imprese tre anni fa non sono riusciti<br />
ancora a ottenere una risposta certa. Giuliano Gelain, impren<strong>di</strong>tore <strong>al</strong>la guida della Rotocart spa <strong>di</strong> Piombino<br />
Dese (Padova), che avrebbe voluto fare la cartiera a Barcon, non le manda a <strong>di</strong>re. «Il progetto Barcon? È caduto,<br />
non se ne fa nulla», fa sapere, «Lo abbiamo già comunicato <strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong> Vedelago e anche <strong>al</strong> governatore<br />
Luca Zaia con una lettera spe<strong>di</strong>ta a fine luglio. Sono tre anni che aspettiamo una decisione. Non<br />
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possiamo attendere tutto questo tempo per avere una risposta. Se ne <strong>di</strong>scute da 3 anni, a noi non è ancora<br />
stata data una risposta. Non possiamo aspettare la politica, le banche, i comitati... Dopo un’estenuante e<br />
inutile trattativa abbiamo deciso <strong>di</strong> spostarci <strong>al</strong>trove». Loris Colomberotto, titolare dell’omonimo gruppo <strong>di</strong> <strong>al</strong>levamenti<br />
che avrebbe dovuto re<strong>al</strong>izzare il mega centro <strong>di</strong> macellazione, conferma. «Per quanto riguarda il<br />
progetto Barcon è finito tutto», riba<strong>di</strong>sce, «abbiamo deciso <strong>di</strong> lasciar perdere e <strong>di</strong> intraprendere <strong>al</strong>tre strade e<br />
<strong>di</strong> fare <strong>al</strong>tri investimenti. Dopo 3 anni <strong>di</strong> attesa cosa potevamo fare? Non ci sono <strong>al</strong>ternative. Il problema è<br />
che d<strong>al</strong> 2009 noi atten<strong>di</strong>amo una risposta d<strong>al</strong> mondo politico. Invece non ci è stata data. Se ci avessero<br />
detto no da subito, non ci sarebbe stato problema. Invece <strong>al</strong> momento non ci è stato detto né sì né no. Non<br />
possiamo più aspettare...». Gli impren<strong>di</strong>tori abbandono dunque il mega progetto previsto sulle campagne a<br />
nord <strong>di</strong> via Terza Armata. Si spostano, ma non a causa <strong>di</strong> un <strong>di</strong>niego, sia chiaro. Si spostano per una mancanza<br />
<strong>di</strong> risposte da parte del mondo politico, che a tre anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza non ha ancora emesso un pronunciamento<br />
definitivo sulla cosa. Nessuno si è voluto assumere la responsabilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>re sì o no, <strong>di</strong> mettere ai voti un progetto<br />
del genere, <strong>di</strong> fare delle scelte. A Vedelago l’approvazione dell’accordo <strong>di</strong> programma non è mai stata<br />
portata in consiglio comun<strong>al</strong>e. Il sindaco Paolo Quaggiotto lo ha sostenuto, sbriciolando <strong>al</strong> tempo stesso la<br />
sua maggioranza dove le voci <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssenso sono ormai molteplici già <strong>al</strong>l’interno della giunta. E ancora si ostina<br />
a portare avanti il progetto. La Provincia non si è voluta esprimere. Leonardo Muraro si è trincerato <strong>di</strong>etro il<br />
rispetto delle normative per non voler esprimere un parere. Il suo era un sì, ma in aperto contrasto con l’opinione<br />
del segretario del carroccio Giorgio Granello più volte pronunciatosi contro. Nemmeno la Regione ha<br />
voluto assumersi l’onere <strong>di</strong> decidere. Per il governatore Luca Zaia prima della Regione si dovevano pronunciare<br />
tutti gli organi loc<strong>al</strong>i competenti. Solo successivamente sarebbe toccato <strong>al</strong>la Regione dare un parere, sempre<br />
che prima il progetto non fosse stato bloccato da qu<strong>al</strong>cuno <strong>di</strong> questi enti. Più in gener<strong>al</strong>e, ci si appella <strong>al</strong> rispetto<br />
<strong>di</strong> leggi e procedure, scaricando <strong>di</strong> fatto il barile su <strong>di</strong> un <strong>al</strong>tro ente. Intanto d<strong>al</strong> mondo industri<strong>al</strong>e si<br />
leva un grido <strong>di</strong> protesta. Alessandro Vardanega, presidente <strong>di</strong> Unindustria, ha puntato il <strong>di</strong>to contro le istituzioni<br />
it<strong>al</strong>iane. «Le imprese, nel nostro Paese, vivono in un clima ostile che oggi, complice la crisi, non può<br />
più essere tollerato - <strong>di</strong>chiarava nei giorni scorsi - la responsabilità degli impren<strong>di</strong>tori verso la comunità non<br />
deve più essere un impegno unilater<strong>al</strong>e. Se una azienda costruisce un capannone per dare lavoro non dovrebbe<br />
più essere chiamata anche a fare, come risarcimento, una rotonda o un marciapiede perché il Comune<br />
glielo chiede. Già la costruzione del capannone è una occasione <strong>di</strong> occupazione». Quello dei posti <strong>di</strong> lavoro<br />
è il tema su cui i sostenitori hanno sempre insistito. Per i comitati oppositori, che hanno raccolto migliaia <strong>di</strong><br />
firme contro il progetto, il danno ambient<strong>al</strong>e sarebbe stato incommensurabile. Un’area <strong>di</strong> 90 ettari (poi leggermente<br />
ridotti) trasformata da terreno agricolo ad industri<strong>al</strong>e. Il tutto mentre la Regione lancia la campagna<br />
cubatura 0. E nella battaglia contro il progetto si è schierata anche la fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, capitanata d<strong>al</strong><br />
presidente Nicola Di Santo. Ne è nato uno scontro frontare Di Santo-Quaggiotto senza esclusione <strong>di</strong> colpi.<br />
Ora la rinuncia <strong>al</strong>l’operazione segna la vittoria del fronte del no, ma per il sindaco leghista nulla è ancora definitivo.<br />
Quaggiotto non molla «Approverò quel piano»<br />
Vedelago. Lunedì l’accordo <strong>di</strong> programma approderà in consiglio comun<strong>al</strong>e La Lega e i tre assessori <strong>di</strong>ssidenti<br />
restano per il no, Santin (in<strong>di</strong>pendente) v<strong>al</strong>uta<br />
VEDELAGO Se l’operazione Barcon è tramontata per gli stessi impren<strong>di</strong>tori proponenti, non lo è però per il<br />
sindaco Paolo Quaggiotto che insiste. Lunedì scorso ha firmato la convocazione del consiglio comun<strong>al</strong>e in<br />
cui si <strong>di</strong>scuterà – e, lui ne è sicuro, si approverà – l’accordo <strong>di</strong> programma per l’inse<strong>di</strong>amento agroindustri<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> cartiera e macello a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. L’assemblea è stata chiamata a raccolta per le 20.30 <strong>di</strong> lunedì<br />
8 ottobre. Ieri sera un nuovo summit della maggioranza che sostiene – o ha sostenuto? – il sindaco per serrare<br />
le fila. Quaggiotto non molla: «Quel piano sarà approvato. Manderemo le carte presentate lo scorso luglio<br />
da Colomberotto e Rotocart in Regione e qui, sulla compatibilità ambient<strong>al</strong>e e sull’interesse pubblico dell’operazione,<br />
si esprimerà la conferenza dei servizi. Basta con questa cultura anti-impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e. A Vedelago<br />
abbiamo 1.454 <strong>di</strong>soccupati, il 20 per cento della popolazione attiva se togliamo bimbi, anziani, pensionati e<br />
studenti». Per il sindaco non si può rinunciare a «un investimento sul nostro territorio da 400 milioni <strong>di</strong> euro<br />
e a 600 posti <strong>di</strong> lavoro a tempo indeterminato». «Non certo adesso. E per s<strong>al</strong>vare che? Un filare <strong>di</strong> gelsi, il<br />
borgo me<strong>di</strong>ev<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Asolo che <strong>di</strong>sta da Barcon una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> chilometri, il panorama <strong>di</strong> villa <strong>Emo</strong> ben lontana<br />
da questa campagna». Due anni <strong>di</strong> trattative e <strong>di</strong>battito su un progetto, quello firmato d<strong>al</strong> re degli <strong>al</strong>levatori:<br />
Colomberotto, e d<strong>al</strong>l’impren<strong>di</strong>tore della carta: Gelain <strong>di</strong> Rotocart, che non convince i più. «Ho i numeri<br />
per approvarlo», riba<strong>di</strong>sce il sindaco. Ma in consiglio comun<strong>al</strong>e la verità pare essere un’<strong>al</strong>tra. D<strong>al</strong>la sua mag-<br />
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gioranza si sono già sfilati tre assessori: Marco Perin, Cristina Andretta e Renzo Franco, e un consigliere Daniele<br />
Volpato. E per loro è pronta la lettera <strong>di</strong> ritiro delle deleghe, sottoscritta da Quaggioto che è in piena campagna<br />
acquisti. Offre assessorati in cambio del voto favorevole <strong>al</strong> polo industri<strong>al</strong>e. L’opposizione composta d<strong>al</strong>la<br />
Lega <strong>di</strong> Oscar Bor<strong>di</strong>gnon e da Primavera Civica <strong>di</strong> Fiorenza Morao, è da sempre per il no. Indeciso si <strong>di</strong>chiara<br />
l’in<strong>di</strong>pendente W<strong>al</strong>ter Santin, tra i corteggiati da Quaggiotto. «Come voterò lunedì in consiglio?», glissa nella<br />
risposta, «Lo deciderò in aula». Sempre che si presenti (potrebbe risultare assente) e sempre che si esprima<br />
(potrebbe astenersi). La Lega non sta con Quaggiotto. Il segretario provinci<strong>al</strong>e Giorgio Granello ha riba<strong>di</strong>to la<br />
linea ai suoi nell’incontro del <strong>di</strong>rettivo <strong>al</strong>largato tenutosi il 19 settembre in un ristorante <strong>di</strong> Vedelago. L’invito<br />
<strong>al</strong>la serata era stato mandato a tutti gli iscritti protagonisti della vicenda Barcon. Anche <strong>al</strong> sindaco, che non<br />
si è fatto vedere. C’era invece l’assessore <strong>al</strong>la sicurezza Renzo Franco, portavoce del Carroccio loc<strong>al</strong>e. C’era<br />
pure Oscar Bor<strong>di</strong>gnon con i suoi. «Nulla è cambiato», ha sostenuto Granello, «Il referendum sull’operazione è<br />
stato bocciato, la cartiera guarda a Castelfranco, il piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e non prevede<br />
questo tipo <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti in quell’area, il sindaco Quaggiotto non ha presentato <strong>al</strong>cun programma».<br />
«Sindaco, trova un lavoro per il mio papà o mi tolgo la vita»<br />
il caso<br />
Di lettere con richieste <strong>di</strong> aiuto è piena la cassetta della posta del sindaco Paolo Quaggiotto. «Soprattutto in<br />
un momento <strong>di</strong> crisi nera e senza speranze come quello che stiamo vivendo», sottolinea il primo citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong><br />
Vedelago. Ma quella arrivata qu<strong>al</strong>che <strong>mese</strong> gli ha strappato il cuore. «Era firmata da un <strong>di</strong>ciassettenne <strong>di</strong>sperato»,<br />
riferisce Quaggiotto, «Mi chiedeva aiuto per il padre, uno dei tanti quarantenni rimasti senza lavoro».<br />
Toccante nel contenuto e preoccupante nell’annuncio che la chiudeva. «Era scritta a mano e raccontava del<br />
padre <strong>di</strong>soccupato da mesi», riferisce il sindaco che se l’è vista consegnare dai Servizi soci<strong>al</strong>i del Comune, «Il<br />
ragazzo chiedeva per lui un posto <strong>di</strong> lavoro minacciando <strong>di</strong> togliersi la vita». Un appello <strong>di</strong>sperato. «L’ho consegnata<br />
ai carabinieri. Ero davvero preoccupato per quel ragazzo. Purtroppo non è l’unico a vivere in situazioni<br />
simili. Anche una compagna <strong>di</strong> classe <strong>di</strong> mia figlia, 12 anni appena, ha chiesto <strong>al</strong>la mia bimba <strong>di</strong> insistere con<br />
me affinchè approvassi il progetto per una nuova fabbrica a Barcon in cui il suo papà potesse trovare un impiego.<br />
La gente è davvero <strong>di</strong>sperata. Lo sono anche i nostri veneti che non scendono in strada, non s<strong>al</strong>gono<br />
sulle gru, ma, licenziati e senza prospettive, si chiudono in casa. Ogni martedì durante l’orario <strong>di</strong> ricevimento<br />
del pubblico, le code davanti <strong>al</strong> mio ufficio si <strong>al</strong>lungano e io voglio dare una risposta ai miei concitta<strong>di</strong>ni. O<br />
perlomeno provarci. È un mio dovere come amministratore e come padre».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
1 ottobre 2012<br />
Barcon, Quaggiotto vuole il Consiglio<br />
VEDELAGO La convocazione uffici<strong>al</strong>e del consiglio comun<strong>al</strong>e deve ancora partire d<strong>al</strong>la segreteria del municipio.<br />
Ma ci sarà e arriverà, s<strong>al</strong>vo improbabili ripensamenti, entro la settimana. Il sindaco Paolo Quaggiotto<br />
vuole portare l’operazione Barcon in aula, nonostante i due impren<strong>di</strong>tori proponenti il mega inse<strong>di</strong>amento<br />
guar<strong>di</strong>no già <strong>al</strong>trove. Rotocart punta a Castelfranco e Colomberotto avrebbe presentato un’osservazione <strong>al</strong><br />
pat per espandersi a sud <strong>di</strong> via Terza Armata . Quaggiotto ha riba<strong>di</strong>to a chiare lettere la sua posizione venerdì<br />
sera nel summit con la sua maggioranza. Mancava l’assessore Cristina Andretta. Gli <strong>al</strong>tri c’erano e il sindaco<br />
ha fatto la conta dei voti. Tre ore e più <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito per convincere i suoi a votare a favore dell’accordo <strong>di</strong> programma<br />
proposto d<strong>al</strong>l’impren<strong>di</strong>tore Colomberotto che prevede maxi macello, cartiera e casello della Pedemontana<br />
Veneta a nord <strong>di</strong> via Terza Armata a Barcon. Il progetto è stato rivisto e corretto nella nuova bozza<br />
presentata dai proponenti a fine luglio: ridotta l’area d’intervento, ridotta anche la perequazione ovvero le<br />
opere pubbliche pagate dai privati che giustificherebbero l’interesse pubblico <strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento agro<strong>al</strong>imentare.<br />
Quaggiotto non ha voluto sentire ragioni. Ha <strong>di</strong>feso il piano e <strong>al</strong>la fine, su proposta del vicesindaco, la maggioranza<br />
si è contata. E qui la sorpresa. D<strong>al</strong> gruppo si sono sfilati il vicesindaco Marco Perin, l’assessore nonchè<br />
segretario loc<strong>al</strong>e del Carroccio Renzo Franco e il consigliere Pdl Daniele Volpato. Con il fronte del no anche<br />
l’assessore <strong>al</strong>l’urbanistica Cristina Andretta che, pur non essendo presente <strong>al</strong> summit <strong>di</strong> venerdì, ha comunque<br />
fatto sapere la sua volontà, per<strong>al</strong>tro già molto chiara. Alla fine nove a favore dell’inse<strong>di</strong>amento. Ma non bastano:<br />
con i quattro della maggioranza contrari, il fronte del no in consiglio s<strong>al</strong>e a 12 (tre assessori, Volpato<br />
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del Pdl, tre <strong>di</strong> Primavera Civica, quattro della Lista Bor<strong>di</strong>gnon e l’in<strong>di</strong>pendente V<strong>al</strong>ter Santin). Ma, nonostante<br />
i numeri, Quaggiotto non vuole sentire ragioni. «Nessuna retromarcia», ha garantito venerdì davanti ai suoi,<br />
«Se vado in minoranza, mi <strong>di</strong>metto». Dichiarazione pesante: suona come un ultimatum ai <strong>di</strong>ssidenti che però<br />
non intendono dare il proprio voto a favore <strong>di</strong> un’operazione <strong>di</strong>scussa e soprattutto contestata da più parti.<br />
Il consiglio annunciato e più volte slittato sarà la prova del nove <strong>di</strong> una maggioranza ormai a pezzi. Alessia<br />
De Marchi<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
29 settembre 2012<br />
«È uno scempio ambient<strong>al</strong>e»<br />
I gruppi consiliari e provinci<strong>al</strong>i bocciano il progetto: «Un’area tre volte più grande dei Giar<strong>di</strong>ni del Sole»<br />
«Uno scempio ambient<strong>al</strong>e irreversibile e ingiustificato». Il Pd castellano boccia senza appello il progetto <strong>di</strong><br />
una cartiera nell’area tra via Sile e via Lovara: ieri sera il partito ha organizzato anche un sit-in in occasione<br />
del consiglio comun<strong>al</strong>e, con <strong>al</strong>l’or<strong>di</strong>ne del giorno l’inserimento nel piano delle <strong>al</strong>ienazioni dei 120mila metri<br />
quadrati (<strong>di</strong> cui 90mila e<strong>di</strong>ficabili) interessati.<br />
«Un’area grande tre volte e mezzo la superficie dell’ipermercato Giar<strong>di</strong>ni del sole - esclama Sebastiano Sartoretto,<br />
capogruppo Pd in consiglio -, a poca <strong>di</strong>stanza d<strong>al</strong> centro abitato». I rischi sono notevoli, spiegano i<br />
Democratici: una simile industria, ad esempio, abbisognerebbe <strong>di</strong> una quantità d’acqua <strong>al</strong>l’anno equiv<strong>al</strong>ente<br />
a quella per 26mila abitanti. Di contro, i vantaggi sarebbero incerti: «Dicono che porterebbe 200 posti <strong>di</strong> lavoro?<br />
- attacca Laura Viola, segretaria del Pd citta<strong>di</strong>no -. Ma non c’è <strong>al</strong>cuna garanzia in questo senso. Anzi,<br />
le cartiere <strong>di</strong> ultima generazione sono <strong>al</strong>tamente automatizzate ed occupano pochissimo person<strong>al</strong>e. Questa<br />
sarebbe la stessa struttura del mega complesso <strong>di</strong> Barcon, per la qu<strong>al</strong>e la Confartigianato stimava non più <strong>di</strong><br />
venti addetti».<br />
Così come non convincono le motivazioni economiche: l’amministrazione conta <strong>di</strong> ricavare d<strong>al</strong>l’operazione 5<br />
milioni e 300mila euro, necessari a rientrare nel patto <strong>di</strong> stabilità, sforato per 3 milioni e mezzo. «Dovrebbe<br />
essere versato un acconto da 4 milioni entro il 30 novembre, per rispettare gli equilibri <strong>di</strong> bilancio- spiegano<br />
i due, sp<strong>al</strong>leggiati dai consiglieri provinci<strong>al</strong>i Floriana Casellato e Franco Zanata -. Ma sono cifre solo virtu<strong>al</strong>i: e<br />
se nel frattempo ci fosse un ricorso? Se Provincia e Regione si opponessero <strong>al</strong>le varianti?». Gli esponenti del<br />
centro sinistra non si <strong>di</strong>cono contrari a priori <strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento, ma non nel luogo scelto: «Perché cambiare la<br />
destinazione <strong>di</strong> quest’area, oggi ad uso terziario avanzato, quando il Comune <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> 500mila metri<br />
quadri <strong>di</strong> aree industri<strong>al</strong>i? Ci sono molti appezzamenti adatti lungo la Stat<strong>al</strong>e 53». Oltre che della Corte dei<br />
Conti, Sartoretto invoca l’intervento anche della Procura: «Un assessore ha <strong>di</strong>chiarato <strong>al</strong>la stampa, ancor<br />
prima del bando pubblico, che qui si inse<strong>di</strong>erà la Rotocart. Questo, secondo me, ricade nell’articolo 353 bis<br />
del Co<strong>di</strong>ce pen<strong>al</strong>e sulla turbata libertà del processo <strong>di</strong> scelta del contraente».<br />
Corriere del Veneto<br />
29 settembre 2012<br />
Maxi cartiera, il Pd: «La Procura indaghi su Castelfranco»<br />
CASTELFRANCO — «Chie<strong>di</strong>amo <strong>al</strong>la Procura <strong>di</strong> aprire un’indagine conoscitiva sull’area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Castelfranco».<br />
Il Pd citta<strong>di</strong>no spara contro l’amministrazione comun<strong>al</strong>e. Il nodo della questione è uno spazio <strong>di</strong> 119<br />
mila metri quadrati a ridosso del centro storico che, da area servizi produttivi, la giunta ha trasformato in industri<strong>al</strong>e.<br />
«Costruiranno una cartiera da 90 mila metri quadrati <strong>di</strong> capannoni, dello stesso impren<strong>di</strong>tore che<br />
vuole costruire a Barcon - attacca il consigliere democratico Sartoretto -. Siamo contrari <strong>al</strong>la procedura e <strong>al</strong><br />
metodo, che arrecano danno <strong>al</strong>la città <strong>di</strong> Castelfranco e ai suoi citta<strong>di</strong>ni. È una scelta irreversibile che massacra<br />
il territorio solo per rispettare il patto <strong>di</strong> stabilità».<br />
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La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
29 settembre 2012<br />
Guerra Quaggiotto-Di Santo Via il patrocinio d<strong>al</strong> convegno<br />
VEDELAGO Il patrocinio c’è, ma poi viene ritirato d<strong>al</strong>la manifestazione organizzata oggi <strong>al</strong> Teatro Accademico<br />
<strong>di</strong> Castelfranco d<strong>al</strong> coor<strong>di</strong>namento «S<strong>al</strong>viamo il paesaggio asolano-castellana» e da «It<strong>al</strong>ia Nostra -sezione<br />
Treviso» intitolata «Il futuro del paesaggio». Una giornata <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione sul futuro del territorio veneto, con<br />
particolare attenzione ai temi della cementificazione e del consumo del territorio. L’iniziativa ha avuto il patrocinio<br />
<strong>di</strong> Regione , Provincia e <strong>di</strong> vari comuni della zona (Fonte, Riese, Asolo, Loria, San Zenone, Resana e<br />
Castelfranco). Partner anche Confartigianato <strong>di</strong> Castelfranco, Ascom e Col<strong>di</strong>retti Treviso, oltre a Fai, a Legambiente<br />
e Slow Food. Dovevano esserci anche i comuni <strong>di</strong> Vedelago ed Altivole, ma il loro patrocinio dato inizi<strong>al</strong>mente<br />
è stato successivamente revocato. Perché? Promotrice dell’iniziativa è anche la Fondazione <strong>Villa</strong><br />
<strong>Emo</strong>, che da mesi si batte contro il mega inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> Barcon. Il patrocinio <strong>di</strong> Vedelago doveva essere<br />
form<strong>al</strong>izzato con delibera <strong>di</strong> giunta. Ma quando il sindaco Paolo Quaggiotto ha visto che c’era la Fondazione<br />
<strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> ha deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong>re no. Colpa degli attriti tra il primo citta<strong>di</strong>no e la Fondazione, in particolare il presidente<br />
Nicola Di Santo. Il Comune <strong>di</strong> Altivole ha seguito a ruota la scelta del comune <strong>di</strong> Vedelago. Le prime locan<strong>di</strong>ne<br />
stampate e appese recavano ancora il patrocinio vedelaghese, <strong>di</strong> seguito opportunamente coperto.<br />
Maxi cartiera in via Sile Il Pd: indaghi la Procura<br />
CASTELFRANCO Il Pd chiede l’intervento della Procura in merito <strong>al</strong>l’asta per la ven<strong>di</strong>ta del terreno comun<strong>al</strong>e<br />
su cui la Rotocart vorrebbe re<strong>al</strong>izzare la maxi cartiera tra via Sile e via Lovara. inizi<strong>al</strong>mente prevista a Barcon<br />
<strong>di</strong> Vedelago. A detta dei democratici, ci sono gli estremi per ipotizzare il reato <strong>di</strong> turbativa d’asta in quanto è<br />
stato già reso noto il nome dell’acquirente andando a inficiare così la gara per l’aggiu<strong>di</strong>cazione del terreno.<br />
«La Procura indaghi», suggerisce Sebastiano Sartoretto, capogruppo del Pd in consiglio comun<strong>al</strong>e. E ieri sera<br />
si è tenuto in municipio il sit in <strong>di</strong> protesta organizzato d<strong>al</strong> Pd per <strong>di</strong>re no <strong>al</strong> progetto industri<strong>al</strong>e della cartiera<br />
tra S<strong>al</strong>varosa e S<strong>al</strong>vatronda. Almeno una cinquantina <strong>di</strong> persone ha accolto l’appello lanciato d<strong>al</strong> Pd. «Abbiamo<br />
appreso lunedì sera in Commissione Bilancio e Patrimonio che si intendono mettere <strong>al</strong>l’asta 120 mila metri<br />
quadrati <strong>di</strong> terreno per “ospitare” a Castelfranco una cartiera d<strong>al</strong>le <strong>di</strong>mensioni gigantesche, 120 mila metri<br />
quadri <strong>di</strong> terreno occupato d<strong>al</strong> cemento, 90 mila metri quadrati coperti», spiega la coor<strong>di</strong>natrice del Pd Laura<br />
Viola, «sono 2 anni che a Vedelago si <strong>di</strong>scute senza ancora trovare la quadra perché osservatori molto autorevoli<br />
si sono decisamente opposti. Qui si vuole fare tutto in 2 giorni...». La ven<strong>di</strong>ta del terreno <strong>al</strong>l’angolo tra<br />
via Sile e via Lovara è stata portata in commissione lunedì sera e ieri sera è finita in consiglio per essere<br />
inserita tra i terreni che a breve andranno <strong>al</strong>l’asta. Il sindaco Luciano Dussin, d<strong>al</strong> canto suo, ha sostenuto<br />
l’operazione ed ha riba<strong>di</strong>to che l’area in questione è già classificata nel Prg in essere come industri<strong>al</strong>e. Secondo<br />
il primo citta<strong>di</strong>no l’inse<strong>di</strong>amento della cartiera dunque porterà benefici in termini <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro e anche<br />
perché dà la possibilità <strong>di</strong> rendere operativo lo sc<strong>al</strong>o merci ferroviario presente in zona. La cartiera infatti lo<br />
andrebbe ad utilizzare (tramite una società <strong>di</strong> trasporti che andrebbe appunto ad operare sullo sc<strong>al</strong>o merci).<br />
Per il Pd si è voluto concludere la cosa troppo in fretta senza v<strong>al</strong>utare attentamente le conseguenze <strong>di</strong> un<br />
progetto <strong>di</strong> grande impatto sull’urbanistica castellana. La cartiera doveva essere re<strong>al</strong>izzata nell’ambito del<br />
mega progetto industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon <strong>di</strong> Vedelago. La <strong>di</strong>tta Rotocart tuttavia ha deciso <strong>di</strong> «deviare» verso Castelfranco,<br />
viste le proteste della popolazione <strong>di</strong> Barcon protagonista <strong>di</strong> una mobilitazione senza precedenti<br />
contro il maxi progetto industri<strong>al</strong>e.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
30 settembre 2012<br />
LA LETTERA<br />
«Cari industri<strong>al</strong>i, gli oneri non sono una tangente»<br />
«La lamentazione <strong>di</strong> Unindustria Treviso apparsa sulla Tribuna <strong>di</strong> Treviso del 28-9 relativa ai troppi «no» <strong>al</strong>la<br />
politica industri<strong>al</strong>e veneta è francamente stupefacente; lo stupore deriva inoltre d<strong>al</strong> fatto che non emerge<br />
l’enorme lapsus che c’è nelle <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> Vardanega. «Qui non ci può più essere sviluppo industri<strong>al</strong>e<br />
perché ci sono troppe regole... Toglieteci gli oneri e lasciateci fare...», questa la sintesi del pensiero degli in-<br />
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dustri<strong>al</strong>i trevigiani? Il Veneto, modello turbo nord-est, è stato l’esempio <strong>di</strong> questa filosofia, visto che ci sono<br />
poche regioni dove l’impetuoso sviluppo <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che decennio fa è stato fatto con una simile assenza <strong>di</strong> criteri<br />
e programmazione; ricordo per esempio che ci sono migliaia <strong>di</strong> metri quadri per zone industri<strong>al</strong>i che oggi<br />
non servono, non saranno mica sorti da soli? Il territorio ad urbanizzazione <strong>di</strong>ffusa, cioè quello dove non si<br />
vede più il confine tra una città ed il comune vicino non sarà mica opera <strong>di</strong>vina? L’industria trevigiana ha dato<br />
molto in termini <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e lavoro, ma si è anche preso molto in termini <strong>di</strong> territorio e beni comuni. Ricordate<br />
il rogo della De Longhi? Avete qu<strong>al</strong>che ricordo <strong>di</strong> cos’era la zona <strong>di</strong> Villorba sulla Pontebbana circa 30 anni fa?<br />
Pensate che l’aeroporto Canova che si vuole ampliare sia un elemento <strong>di</strong> v<strong>al</strong>orizzazione del fiume Sile? É<br />
corretto <strong>di</strong>re che serve un nuovo patto soci<strong>al</strong>e, ma il fatto è che un patto esiste se ci sono dei contraenti <strong>di</strong><br />
pari livello, <strong>di</strong>gnità e con obiettivi chiari da raggiungere. L’industri<strong>al</strong>e veneto tipo è sempre stato molto governativo,<br />
in<strong>di</strong>pendentemente d<strong>al</strong> colore della ban<strong>di</strong>era che c’è stata <strong>al</strong> potere ; anzi è sempre stato meglio che<br />
il politico fosse <strong>di</strong> basso livello, perché è stato sempre molto semplice ottenere molto per sé. Non ci sono<br />
però pregiu<strong>di</strong>zi e siamo lieti se ci sarà un cambiamento nei fatti. È però il caso <strong>di</strong> ricordare agli industri<strong>al</strong>i che<br />
gli oneri <strong>di</strong> urbanizzazione non sono una tangente leg<strong>al</strong>izzata, ma una mod<strong>al</strong>ità per tenere conto del fatto<br />
che ogni trasformazione comporta oneri per la collettività oltre che vantaggi; non sono un’invenzione <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che<br />
pazzo stat<strong>al</strong>ista, ma una risorsa che spesso viene sprecata da politici imbelli. Per fare un esempio <strong>di</strong> contropartite<br />
ri<strong>di</strong>cole, ricordo che Aertre pensa <strong>di</strong> fare una rotonda sulla No<strong>al</strong>ese per risolvere la questione traffico<br />
con l’ipotizzato raddoppio dei voli e dei relativi passeggeri! Per chiarire il tipo <strong>di</strong> industri<strong>al</strong>izzazione che non<br />
serve, ricor<strong>di</strong>amo il caso <strong>di</strong> Barcon che si sta sgonfiando a Vedelago per migrare in parte a Castelfranco. Possibile<br />
che gli industri<strong>al</strong>i nostrani non riescano a fare come i colleghi tedeschi che producono acciaio rispettando<br />
norme europee e senza aiuti <strong>di</strong> Stato? Cosa sono i tedeschi: dei geni industri<strong>al</strong>i? Allora importiamoli! Romeo<br />
Scarpa presidente It<strong>al</strong>ia Nostra<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
28 settembre 2012<br />
Cartiera in via Sile sit-in <strong>di</strong> protesta stasera in Consiglio<br />
CASTELFRANCO Cartiera in via Sile, scatta la mobilitazione. Questa sera il coor<strong>di</strong>namento del Partito Democratico<br />
ha promosso un sit-in <strong>di</strong> protesta contro il progetto in consiglio comun<strong>al</strong>e. Il piano <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzazione<br />
della maxi cartiera nell’area <strong>al</strong>l’angolo tra via Sile e via Lovara sarà <strong>di</strong>scusso nell’ambito del piano delle <strong>al</strong>ienazioni<br />
immobiliari. L’area (120mila metri quadri, <strong>di</strong> cui 90mila previsti a coperto) è <strong>di</strong> proprietà comun<strong>al</strong>e.<br />
Nell’arco <strong>di</strong> pochi giorni la maggioranza leghista ha prima portato la ven<strong>di</strong>ta dell’area in commissione urbanistica<br />
e stasera in consiglio. La ven<strong>di</strong>ta s<strong>al</strong>verebbe le casse comun<strong>al</strong>i d<strong>al</strong>la catastrofe dello sforamento del<br />
patto <strong>di</strong> stabilità. Ma la ven<strong>di</strong>ta «frettolosa» è una scelta criticata d<strong>al</strong> Pd che chiede un approfon<strong>di</strong>mento sulle<br />
conseguenze urbanistiche che potrebbe avere il progetto. Per il sindaco Luciano Dussin si tratta <strong>di</strong> un progetto<br />
positivo per la città. «Da decenni si auspica <strong>di</strong> dare inizio <strong>al</strong> servizio <strong>di</strong> sc<strong>al</strong>o merci citta<strong>di</strong>no», osserva il primo<br />
citta<strong>di</strong>no, «dopo il f<strong>al</strong>limento dello sc<strong>al</strong>o merci pubblico, inaugurato e mai utilizzato, una <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> trasporti ha<br />
recentemente investito in quell’area a ridosso della ferrovia, ma ha bisogno <strong>di</strong> aumentare il volume <strong>di</strong> merci<br />
per attivare il servizio. Un’azienda che lavora carta a uso domestico e ha bisogno <strong>di</strong> essere vicina a luoghi <strong>di</strong><br />
spe<strong>di</strong>zione, ha manifestato interesse per l’area. A Castelfranco servono nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi vista la<br />
crisi occupazion<strong>al</strong>e esistente. Serve uno sc<strong>al</strong>o merci che porterà <strong>al</strong>tra occupazione. Oltre a questo in città<br />
servono risorse, visti i continui tagli <strong>di</strong> trasferimenti, da investire su asili, scuole e case popolari, il resto è già<br />
stato eliminato. L’area è già destinata, d<strong>al</strong> prg attu<strong>al</strong>e, a utilizzo anche <strong>di</strong> attività produttive, ovviamente andrà<br />
<strong>al</strong>l’asta pubblica nella massima trasparenza. Spero, visti i tempi <strong>di</strong> crisi che viviamo, che a Castelfranco Veneto<br />
possano concretizzarsi opportunità e una potrebbe essere questa». Per ora c’è un progetto <strong>di</strong> massima che<br />
prevede la re<strong>al</strong>izzazione della cartiera che doveva essere re<strong>al</strong>izzata a Barcon nell’ambito del maxi polo industri<strong>al</strong>e<br />
osteggiato d<strong>al</strong>l’intera frazione vedelaghese. La Rotocart ha deciso <strong>di</strong> spostarlo a Castelfranco con un<br />
investimento che potrebbe superare i 100 milioni <strong>di</strong> euro e garantire 200 posti <strong>di</strong> lavoro. Numeri in<strong>di</strong>cativi<br />
che però danno ‘l’idea dell’imponenza del progetto.<br />
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La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
27 settembre 2012<br />
Maxi cartiera, scatta la mobilitazione<br />
Il Pd annuncia battaglia <strong>al</strong> progetto sostenuto d<strong>al</strong>la giunta leghista: «Territorio svenduto, fuori tutte le carte<br />
del piano»<br />
Morao esulta: fine dell’operazione Barcon A Castelfranco i posti scendono a 200<br />
La notizia della decisione della Rotocart <strong>di</strong> spostare il progetto cartiera a Castelfranco mette fine <strong>al</strong> progetto<br />
<strong>di</strong> Barcon. Questo il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> chi si opponeva la piano industri<strong>al</strong>e nelle campagne a nord <strong>di</strong> via Terza Armata.<br />
Fiorenza Morao (in foto) <strong>di</strong> Primavera Civica commenta così la notizia della decisione <strong>di</strong> spostare l’inse<strong>di</strong>amento<br />
a Castelfranco. «B<strong>al</strong>zano agli occhi le <strong>di</strong>fferenze in termini numerici», osserva, «L’area per la cartiera a<br />
Barcon era <strong>di</strong> 148 mila mq più <strong>al</strong>tri 70 <strong>di</strong> scoperto. L’area <strong>di</strong> Castelfranco pare sia molto più piccola, 120 mila<br />
mq. E poi il numero posti <strong>di</strong> lavoro. Nella cartiera a Barcon dovevano essere 308, a Castelfranco scendono a<br />
200. Mi domando <strong>al</strong>lora se i dati relativi <strong>al</strong> progetto Barcon fossero “finti”. Abbiamo chiesto più volte in questi<br />
mesi il piano occupazion<strong>al</strong>e previsto per la zona industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Non ci è mai stato dato. Tutti <strong>di</strong>cevano<br />
che quei posti <strong>di</strong> lavoro non erano re<strong>al</strong>i. Abbiamo chiesto che ci <strong>di</strong>mostrassero il contrario, ma non l’hanno<br />
mai fatto». (d.q.)<br />
CASTELFRANCO «Ancora una volta siamo <strong>di</strong> fronte a un’amministrazione comun<strong>al</strong>e che continua a comportarsi<br />
come se Castelfranco fosse proprietà privata». Scoppia la polemica sul caso Rotocart. Dopo la notizia<br />
che l’azienda <strong>di</strong> Piombino Dese intende spostare a Castelfranco il progetto per la mega cartiera <strong>fino</strong>ra previsto<br />
a Barcon <strong>di</strong> Vedelago, è subito bagarre. Il Pd attacca la maggioranza leghista che in pochi giorni ha portato<br />
il piano <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta dell’area interessata (<strong>al</strong>l’angolo tra via Lovara e via Sile) in commissione e lo ha messo<br />
anche <strong>al</strong>l’or<strong>di</strong>ne del giorno del consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> domani sera. «A Vedelago sono due anni che si <strong>di</strong>scute<br />
su questa operazione», osserva il segretario Pd Laura Viola, «la cartiera doveva sorgere, con il macello più<br />
grande d’Europa, in via Terza Armata a Barcon e ancora non si è trovata la quadra perché osservatori molto<br />
autorevoli si sono decisamente opposti a un progetto capace <strong>di</strong> sventrare il territorio. Tutti hanno <strong>di</strong>mostrato,<br />
numeri <strong>al</strong>la mano, che l’operazione è insostenibile. A Castelfranco, invece, dove siamo amministrati da “fenomeni”<br />
bastano due giorni... ». La ven<strong>di</strong>ta del terreno (120 mila metri quadrati per ora <strong>di</strong> verde campagna)<br />
è stata <strong>di</strong>scussa in commissione urbanistica lunedì sera. L’operazione è stata inserita <strong>di</strong> fretta e furia nel piano<br />
<strong>al</strong>ienazioni immobiliari del Comune. L’asta dei terreni avverrà ad ottobre, anche se <strong>di</strong> vera asta non si può<br />
parlare dato che si tratta nella sostanza <strong>di</strong> una trattativa tra il Comune e un impren<strong>di</strong>tore. Per il Partito democratico,<br />
si è voluto correre troppo nel voler portare a compimento un’operazione <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta che potrebbe significare<br />
il s<strong>al</strong>vataggio dei bilanci comun<strong>al</strong>i d<strong>al</strong>lo sforamento del patto <strong>di</strong> stabilità, ma i cui risvolti urbanistici<br />
non sono stati v<strong>al</strong>utati con attenzione. «Questa operazione dovrà essere vagliata in ogni minimo particolare,<br />
acquisiremo tutti i documenti <strong>di</strong> Vedelago, coinvolgeremo la società civile, gli <strong>al</strong>tri partiti, le associazioni ambient<strong>al</strong>iste»,<br />
annuncia Viola, «non permetteremo che il Comune per risolvere il suo problema con il patto <strong>di</strong><br />
stabilità sventri Castelfranco Veneto. Chi credeva <strong>di</strong> lasciar passare sotto traccia un’operazione del genere si<br />
sbagliava <strong>di</strong> grosso». Il tema andrà in consiglio comun<strong>al</strong>e domani sera. Stando ai dati emersi in commissione<br />
lunedì, l’area ha una superficie tot<strong>al</strong>e <strong>di</strong> 120 mila metri quadrati. L’area e<strong>di</strong>ficata coperta dovrebbe arrivare a<br />
90 mila mq. L’investimento privato nell’operazione potrebbe sfiorare i 110 milioni. I posti <strong>di</strong> lavoro creati 200.<br />
L’area è resa appetibile in particolar modo d<strong>al</strong>la vicinanza <strong>al</strong>lo sc<strong>al</strong>o merci ferroviario, con cui potrebbe essere<br />
messa in collegamento. La ven<strong>di</strong>ta del terreno per il Comune potrebbe v<strong>al</strong>ere oltre 5 milioni <strong>di</strong> euro.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
27 settembre 2012<br />
Si preannuncia rovente la seduta del consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> domani sera. Si parlerà della ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> un terreno<br />
del Comune tra via Sile e via Lovara, a nord degli stabili dell’ex scuola agraria: un’integrazione <strong>al</strong> piano delle<br />
<strong>al</strong>ienazioni dovrebbe rendere possibile l’asta del terreno - 120mila metri quadrati <strong>di</strong> cui 90mila coperti - dove<br />
dovrebbe inse<strong>di</strong>arsi la Rotocart <strong>di</strong> Piombino Dese. È la stessa <strong>di</strong>tta che avrebbe dovuto re<strong>al</strong>izzare uno stabilimento<br />
nel contestato piano <strong>di</strong> Barcon, dove c’è in progetto anche il grande macello della Colomberotto. Ma<br />
la Rotocart, dopo le <strong>di</strong>fficoltà incontrate a Vedelago, avrebbe pensato <strong>di</strong> <strong>di</strong>rottare la propria cartiera a Castel-<br />
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franco. La giunta comun<strong>al</strong>e avrebbe trattato con l’azienda preparando il campo per un’asta e vendere il terreno<br />
partendo da una base <strong>di</strong> circa 5 milioni. Voci parlano <strong>di</strong> un investimento da oltre 100 milioni <strong>di</strong> euro che potrebbe<br />
garantire 200 posti <strong>di</strong> lavoro. Ma l’opposizione è contraria ed è pronta a dare battaglia in Consiglio. Il<br />
Pd, da lunedì, quando in commissione urbanistica è stata presentata l’operazione, è in fibrillazione. «Nella<br />
prima istanza presentata <strong>al</strong> Comune <strong>di</strong> Vedelago d<strong>al</strong>le due <strong>di</strong>tte proponenti il progetto si parlava <strong>di</strong> un migliaio<br />
<strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro, poi si è arrivati a definire che la cartiera potrebbe occupare circa venti addetti <strong>al</strong>tamente<br />
speci<strong>al</strong>izzati -attacca Laura Viola, segretario del Pd- Poi l’enorme quantità <strong>di</strong> acqua in<strong>di</strong>spensabile ad una<br />
cartiera impatterebbe in modo gigantesco sulle f<strong>al</strong>de acquifere, le cartiere sono considerate industrie ad <strong>al</strong>tissimo<br />
inquinamento, ma non solo, il sito scelto è a ridosso <strong>di</strong> aree residenzi<strong>al</strong>i e stiamo parlando <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio<br />
<strong>al</strong>to 40 metri; tutto questo p<strong>al</strong>esato lunedì e messo <strong>al</strong> voto dopo 4 giorni». «È un’operazione -prosegueche<br />
dovrà essere vagliata in ogni minimo particolare, acquisiremo tutti i documenti <strong>di</strong> Vedelago, coinvolgeremo<br />
la città, gli <strong>al</strong>tri partiti, le associazioni ambient<strong>al</strong>iste e non permetteremo che il Comune per risolvere il<br />
suo problema con il patto <strong>di</strong> stabilità sventri Castelfranco».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
26 settembre 2012<br />
Operazione Barcon, Rotocart si sfila<br />
La cartiera partner <strong>di</strong> Colomberotto tratta con la giunta <strong>di</strong> Castelfranco per l’area industri<strong>al</strong>e tra le vie Sile e<br />
Lovara<br />
CASTELFRANCO Comincia a perdere pezzi il progetto della contestatissima mega-area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon.<br />
La Rotocart <strong>di</strong> Piombino Dese, la cartiera interessata ad affiancare Colomberotto nell’operazione Barcon, si<br />
sfila, cerca e parrebbe aver trovato un’<strong>al</strong>ternativa. Rotocart, infatti, ha avviato contatti con l’amministrazione<br />
<strong>di</strong> Castelfranco che lunedì sera ha compiuto il primo atto form<strong>al</strong>e per consentire <strong>al</strong>la Rotocart l’acquisto <strong>di</strong><br />
120 mila metri quadrati <strong>di</strong> terreno compresi tra via Lovara, via Sile e le due ferrovie. Si tratta dell’area a nord<br />
dello sc<strong>al</strong>o merci e degli e<strong>di</strong>fici dell’ex Istituto agrario, <strong>di</strong> cui costituivano la campagna. A confermarlo è lo<br />
stesso assessore <strong>al</strong> Patrimonio e <strong>al</strong>l’Urbanistica Roberto Filippetto, leghista, che sgambetta così (involontariamente)<br />
il sindaco leghista <strong>di</strong> Vedelago che sull’operazione Barcon si è giocato faccia e carriera politica. In<br />
pratica Rotocart, viste le <strong>di</strong>fficoltà a Barcon si è guardata intorno e ha manifestato interesse per Castelfranco,<br />
probabilmente proprio per l’area resa appetibile d<strong>al</strong>la presenza dello Sc<strong>al</strong>o merci decisamente sottoutilizzato,<br />
come conferma Filippetto: «Hanno un traffico fra i 3 e i 400 carri <strong>al</strong>l’anno, quando ne servirebbero 10 volte<br />
tanti per stare in pie<strong>di</strong>. Ovvio che con un’operazione del genere anche il raccordo ferroviario avrebbe una sua<br />
ragione <strong>di</strong> esistere. E poi», inc<strong>al</strong>za l’assessore, «dopo 30 anni avremo fin<strong>al</strong>mente un’azienda che torna a inse<strong>di</strong>arsi<br />
da noi, tra tante che vanno via o chiudono». L’assessore parla <strong>di</strong> un investimento <strong>di</strong> 110 milioni <strong>di</strong><br />
euro, con 200 posti <strong>di</strong> lavoro e turni <strong>di</strong> 24 ore su 24. «Ci siamo informati ci mancherebbe», confessa can<strong>di</strong>damente.<br />
Intanto lunedì sera in Commissione Bilancio e Patrimonio e successivamente in Commissione Urbanistica<br />
è stata portata la Variante <strong>al</strong> Piano Alienazioni, per mettere <strong>al</strong>l’asta (sic!) il terreno su una base <strong>di</strong> 5<br />
milioni e 300 mila euro. Stante il fatto che le recenti aste del Comune per lotti minori sia <strong>di</strong> importo che <strong>di</strong><br />
estensione sono andate tutte deserte, non ci vuole molto a tirare le ovvie conclusioni: non saranno molti i<br />
concorrenti intenzionati a partecipare e a far s<strong>al</strong>ire il prezzo. Come faccia il Comune a essere così sicuro sulla<br />
buona riuscita dell’operazione non si sa, avrà avuto delle garanzie. Certo è che l’asta si farà ad ottobre e a<br />
gennaio le ruspe dovrebbero cominciare a spianare l’area. Ma è <strong>al</strong>trettanto certo che chi non starà zitta è l’opposizione<br />
che già in Commissione ha espresso la propria contrarietà a cominciare d<strong>al</strong> consigliere del Pd Sebastiano<br />
Sartoretto: «Ma chi volete che concorra se non è già d’accordo?», chiede, «Io resto stupefatto d<strong>al</strong>la<br />
<strong>di</strong>sinvoltura <strong>di</strong> questa amministrazione: ha le aste che vanno deserte, cambia in corsa il Piano Alienazioni<br />
per mettere <strong>al</strong>l’asta un terreno che non era stato preso in considerazione per la ven<strong>di</strong>ta, cambia il Prg, il Pat,<br />
le destinazioni d’uso <strong>di</strong> un’area senza rendersi conto delle conseguenze giuri<strong>di</strong>che e senza v<strong>al</strong>utare l’impatto<br />
<strong>di</strong> una scelta presa in corsa», <strong>di</strong>ce come un fiume in piena, «intanto serve un mare d’acqua per lavorare la<br />
cellulosa, la pescheranno in f<strong>al</strong>da, con qu<strong>al</strong>i conseguenza? E lo sm<strong>al</strong>timento dove e come avverrà? D<strong>al</strong> punto<br />
<strong>di</strong> vista del traffico qu<strong>al</strong>e impatto ci sarà, senza contare che quello è uno dei pochi polmoni ver<strong>di</strong> rimasti fra<br />
Castelfranco, S<strong>al</strong>varosa, S<strong>al</strong>vatronda e Campigo. Si parla <strong>di</strong> 80-90 mila metri quadri coperti, con i tantissimi<br />
capannoni vuoti che già ci sono a Castelfranco. Il tutto in poche ore, perché vogliono portare le variazioni ai<br />
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piani nel consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> venerdì». «Ma soprattutto», conclude Sartoretto «non si possono fare operazioni<br />
con il trucco: è evidente che prima si è trovata l’azienda e poi si è fatta l’asta. Tanta fretta si spiega solo<br />
con la volontà <strong>di</strong> rientrare nel patto <strong>di</strong> stabilità e si deve fare entro il 31 <strong>di</strong>cembre. Ma dubito che stavolta vada<br />
tutto liscio».<br />
Vicariato, preti e laici bocciano il macello<br />
L’Osservatorio <strong>di</strong>ce no <strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento in via Terza Armata: traffico, escavazione e inquinamento<br />
VEDELAGO Barcon, preti e laici uniti nel <strong>di</strong>re no <strong>al</strong> progetto. L’Osservatorio del Vicariato <strong>di</strong> Castelfranco condanna<br />
apertamente il maxi inse<strong>di</strong>amento industri<strong>al</strong>e proposto da due impren<strong>di</strong>tori (l’<strong>al</strong>levatore Colomberotto<br />
e Gelain) nelle campagne a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. La bocciatura <strong>al</strong> polo agroindustri<strong>al</strong>e avviene tramite un<br />
volantino <strong>di</strong>stribuito nelle scorse settimane tra i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Castelfranco e <strong>di</strong> Vedelago e firmato appunto d<strong>al</strong>l’Osservatorio<br />
del Vicariato <strong>di</strong> Castelfranco. Si tratta <strong>di</strong> un organismo formato da laici e preti che il Vicariato ha<br />
incaricato <strong>di</strong> «osservare fatti e problemi del territorio <strong>al</strong>la ricerca del bene comune». Nel volantino <strong>di</strong>stribuito<br />
<strong>al</strong>le famiglie si parla del progetto Barcon <strong>di</strong> cui si sottolineano i «danni per la collettività». «L’area è classificata<br />
non idonea in rapporto <strong>al</strong>la compatibilità geologica, soprattutto se riferito <strong>al</strong>l’impatto del più grande macello<br />
della Comunità Europea. Gli strumenti della compatibilità ambient<strong>al</strong>e non prevedono <strong>al</strong>terazioni funzion<strong>al</strong>i<br />
della zona per la tutela della f<strong>al</strong>da, dell’acqua, del suolo, della bio<strong>di</strong>versità, dei relitti <strong>di</strong> paesaggio. L’industria<br />
della carne e della carta non sono strutture che producono indotto e quin<strong>di</strong> nessun vantaggio per la re<strong>al</strong>tà<br />
socio-economica per Vedelago. Grosso e grave aumento del traffico strad<strong>al</strong>e che andrà ad intasare la zona.<br />
Prima con l’escavazione e trasporto della ghiaia, poi con il trasporto dei 200.000 capi bovini <strong>al</strong>l’anno da macellare<br />
e macellati. Sottrazione <strong>di</strong> 84 ettari <strong>di</strong> terreno da parte del cemento e dei mattoni, con <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong><br />
tesori natur<strong>al</strong>istici e paesaggistici <strong>di</strong> terreni agricoli che non potranno essere più restituiti <strong>al</strong>l’ambiente ed <strong>al</strong>la<br />
collettività». Se i parroci, chiamati a raccolta d<strong>al</strong> monsignore del Duomo: don Adriano Cevolotto, erano stati<br />
prudenti nella v<strong>al</strong>utazione del progetto, l’Osservatorio è tranchant. Il volantino reca la firma <strong>di</strong> tutti i componenti<br />
<strong>di</strong> tre preti <strong>di</strong> Castelfranco (don Clau<strong>di</strong>o Miglioranza e don Silvio Favrin della Pieve, e don Giuseppe<br />
Furlan <strong>di</strong> Sant’Andrea) e dei laici: Attilia D’Andrea, Diana Pandolfo, Paolo Rossl, Cesare Gazzola, Gianni Boldrin,<br />
Pierino Andretta, Alessandro Boldo, Giorgio Tonietto, Pierluigi Zamperin Anna Toniato, Adriana Traghetta, Romana<br />
Antonello, Enzo Venza. Tra i firmatari anche Mario Boni, già primario <strong>di</strong> ginecologia ostetricia <strong>al</strong> San<br />
Giacomo, partigiano a fianco dei Sartor nella brigata Cesare Battisti durante la Resistenza e figura storica<br />
della Dc.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
20 agosto 2012<br />
Alt <strong>al</strong> mattone, sfida a Zaia: «Agisca»<br />
PADOVA - «B<strong>al</strong>le su b<strong>al</strong>le» ha twittato il sindaco <strong>di</strong> Padova Flavio Zanonato. «Zaia è quello che con il suo piano<br />
casa ha consentito <strong>fino</strong> a un incremento del 50% dei metri cubi esistenti. Prima polemizza con noi che glielo<br />
facciamo notare, subito dopo se ne <strong>di</strong>mentica ed ora si fa bello con le ragioni dell’ambiente. Pura propaganda,<br />
questa è solo l’ultima sua bischerata. Luca Zaia fa annunci tutto l’anno, poi, regolarmente, non succede<br />
niente. Io mi chiedo chi gliele suggerisce queste sparate, forse il suo addetto stampa. Annuncia, riconosce,<br />
proclama ad ogni pie’ sospinto, ma in Regione non succede mai niente, la Regione è ferma. Qu<strong>al</strong>che giorno<br />
fa ha riconosciuto l’esistenza in Veneto <strong>di</strong> 30 mila <strong>di</strong>soccupati. Bene, fai qu<strong>al</strong>cosa <strong>al</strong>lora, <strong>di</strong>cci cosa vuoi fare,<br />
prova ad affrontare il problema se non a risolverlo. No, niente, non fa niente. Adesso si è inventato il rispetto<br />
dell’ambiente. Bella cosa, encomiabile, se solo qu<strong>al</strong>che <strong>mese</strong> fa non avesse fatto esattamente il contrario<br />
promuovendo cementificazioni a raffica. Lui governa così, gli basta stare sui giorn<strong>al</strong>i, poi qu<strong>al</strong>che santo provvederà».<br />
VENEZIA Irrita il modo, non la sostanza (e come si fa a non <strong>di</strong>rsi “ver<strong>di</strong>” oggi?), la <strong>di</strong>sinvoltura estiva con cui<br />
butta il cuore della sua nuova coscienza ecologica oltre l’ostacolo della coerenza («e dov’era prima?»), sconcerta<br />
il mezzo con cui lo fa, conferenza stampa, intervista o predellino. Le <strong>di</strong>chiarazioni rilasciate ieri <strong>al</strong> nostro<br />
giorn<strong>al</strong>e d<strong>al</strong> Presidente della Regione Luca Zaia in cui annuncia la svolta e<strong>di</strong>lizia e decreta la fine <strong>di</strong> un modello<br />
perché in Veneto si è costruito troppo - «penso ad una moratoria in piena regola, non c’è bisogno <strong>di</strong> nuove<br />
case, bisogna recuperare le vecchie <strong>di</strong> una volta» - insomma, il nuovo corso ecocompatibile del governatore,<br />
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irrita l’opposizione quanto i suoi. Dario Bond (Pdl) è dei suoi, nel senso che sta in maggioranza e gli dà un<br />
consiglio: «Al rientro d<strong>al</strong>le ferie, se vuol fare sul serio, faccia una sola cosa: abroghi d’imperio l’articolo 32 della<br />
legge 35, quella che in deroga ai comuni ha aperto cantieri a San Donà, a Verona e a Treviso, lo faccia senza<br />
esitare e fermi la norma che trasforma lo sterco in oro. Altrimenti sono solo buone intenzioni. Glielo <strong>di</strong>co da<br />
amico, il suo è un pensiero rispettabile, ma tra il <strong>di</strong>re e il fare c’è <strong>di</strong> mezzo il mare oltre a qu<strong>al</strong>che scoglio <strong>di</strong><br />
coerenza». Diego Bottacin, cofondatore <strong>di</strong> “Verso Nord”, è il più irritato: «Sparata <strong>di</strong> Ferragosto. Questo Zaia<br />
è lo stesso che spinse sul piano casa da vice presidente della Regione. Adesso <strong>di</strong>ce in Veneto si è costruito<br />
troppo. Bene. Con<strong>di</strong>vido il merito, mi piace la resipiscenza anche se arriva dopo tre anni <strong>di</strong> crisi e<strong>di</strong>lizia, non<br />
mi va che la sostenga uno che ha promosso il piano casa <strong>al</strong> solo scopo <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re che i comuni <strong>di</strong> metterci<br />
un freno. Inoltre non si governa con le interviste, lo si fa in Regione, con le delibere. Questa è una delibera<br />
che non farà mai. Nel caso la facesse gli suggerisco <strong>di</strong> integrare il furore ambient<strong>al</strong>ista promuovendo il recupero<br />
e la riqu<strong>al</strong>ificazione del patrimonio e<strong>di</strong>lizio veneto. In Veneto abbiamo case <strong>di</strong> scarsa qu<strong>al</strong>ità». Laura Puppato<br />
infine, capogruppo del Pd in consiglio, che applaude ironicamente, «<strong>di</strong>sponibili fin da subito ad appoggiarlo,<br />
ma con qu<strong>al</strong>che significativo appunto non margin<strong>al</strong>e: quando 8 mesi fa abbiamo proposto uno stop <strong>al</strong>le e<strong>di</strong>ficazioni<br />
in forma <strong>di</strong> Pua o comunque <strong>di</strong> lottizzazione selvaggia, partendo da un primo “no” su Veneto city,<br />
Lega e Pdl hanno fatto in modo che <strong>al</strong>tri due comuni potessero procedere con le concessioni per l'ennesima<br />
area commerci<strong>al</strong>e. Gli stessi comuni che ora Zaia - fin<strong>al</strong>mente ma tar<strong>di</strong>vamente - giu<strong>di</strong>ca “anello debole costretti<br />
d<strong>al</strong> bilancio a concedere cubature”. Molto pilatesco. Chiedo: a qu<strong>al</strong>e Presidente del Veneto dobbiamo<br />
rifarci per sapere <strong>di</strong> che politica va parlando per il Veneto?». E cita due casi: «L’autodromo a Verona con relativa<br />
immensa cubatura residenzi<strong>al</strong>e e commerci<strong>al</strong>e su 80 ettari <strong>di</strong> terreno agricolo, i 90 ettari da lottizzare nella<br />
residua campagna trevigiana in loc<strong>al</strong>ità Barcon <strong>di</strong> Vedelago».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
21 agosto 2012<br />
Stop <strong>al</strong> cemento, coro <strong>di</strong> sì I costruttori: «Noi con Zaia»<br />
VENEZIA «Basta case, basta cemento». La svolta del governatore Luca Zaia, consegnata domenica in un’intervista<br />
<strong>al</strong> nostro giorn<strong>al</strong>e, non cade nel vuoto. Anzi. Ma adesso tutti vogliono «vedere» le carte: un po’<br />
perché più nessuno si fida dei politici, un po’ perchè Zaia ha fama <strong>di</strong> bravissimo annunciatore. «Prendo per<br />
buono l’impegno del presidente <strong>di</strong> Regione – ammette Marco Michielli, presidente <strong>di</strong> Confturismo Veneto<br />
–. Al netto delle polemiche politiche, <strong>al</strong> netto del fatto che se ne sia accorto tar<strong>di</strong>, <strong>al</strong> netto <strong>di</strong> eventu<strong>al</strong>i<br />
secon<strong>di</strong> fini, siamo pronti a <strong>di</strong>scuterne. Dobbiamo cominciare a fare un uso più intelligente del territorio,<br />
impe<strong>di</strong>re gli sgorbi che abbiamo fatto con i Piruea, premiare chi restituisce terreni <strong>al</strong>l’agricoltura e chi costruisce<br />
bene sostituendo le cubature esistenti. Noi <strong>di</strong>ciamo a Zaia: siam qui, pronti a <strong>di</strong>scuterne, senza paraocchi.<br />
Faccia una proposta concreta e noi ci saremo». Anche l’associazione dei costruttori si <strong>di</strong>chiara<br />
d’accordo con lo stop <strong>al</strong> cemento: «Il presidente <strong>di</strong>ce ciò che noi an<strong>di</strong>amo <strong>di</strong>cendo da tempo – aggiunge<br />
Luigi Schiavo, presidente <strong>di</strong> Ance Veneto –. Siamo d’accordo con una moratoria che porti <strong>al</strong>la riconversione<br />
delle aree degradate e <strong>al</strong>la sostituzione delle cubature. Zaia non ha tutti i torti quando <strong>di</strong>ce che i Comuni<br />
hanno usato i piani regolatori, purtroppo, anche per fare cassa. Ma adesso questa logica è finita e bisogna<br />
davvero ripensare <strong>al</strong> territorio in maniera completamente <strong>di</strong>versa, anche per ragioni meramente economiche.<br />
Ci sono certi inse<strong>di</strong>amenti residenzi<strong>al</strong>i ed industri<strong>al</strong>i che non hanno davvero più mercato». Ma la conferma<br />
più pesante <strong>al</strong>le parole <strong>di</strong> Luca Zaia arriva d<strong>al</strong> vicepresidente della giunta region<strong>al</strong>e, Marino Zorzato, considerato<br />
- a torto o a ragione, anche perchè assessore <strong>al</strong>l’urbanistica - il più sensibile <strong>al</strong>le tesi del partito del<br />
mattone nel Veneto. «Il tema lanciato da Zaia esiste, il problema è come tradurlo in norma senza ledere a<br />
<strong>di</strong>ritti acquisiti ed esporsi a spiacevoli contraccolpi. Bisogna ammettere che esiste un eccesso <strong>di</strong> patrimonio<br />
e<strong>di</strong>lizio, frutto anche della facile finanziabilità degli scorsi anni. Adesso, complice la crisi, siamo passati <strong>al</strong>l’estremo<br />
opposto. In qu<strong>al</strong>che maniera bisogna uscirne». Zorzato ammette <strong>di</strong> averne parlato, tempo fa, con<br />
il presidente e <strong>di</strong> essere da tempo <strong>al</strong>la ricerca <strong>di</strong> uno strumento normativo che possa reggere il colpo: «Perchè,<br />
è inutile nasconderlo – aggiunge il vicepresidente – ma questa nuova filosofia sposta interessi e la<br />
cosa va tenuta insieme, dobbiamo impe<strong>di</strong>re contraccolpi. La sfida è come ri-pianificare il Veneto, passando<br />
d<strong>al</strong> primato dello sviluppo <strong>al</strong> primato del paesaggio, con una nuova attenzione <strong>al</strong> territorio. Abbiamo un<br />
anno decisivo davanti, con il rior<strong>di</strong>no delle Province e delle competenze, anche in materia urbanistica. Stiamo<br />
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stu<strong>di</strong>ando, immaginando dei percorsi e dei meto<strong>di</strong> possibili. Non ci sono esempi an<strong>al</strong>oghi in It<strong>al</strong>ia, siamo<br />
<strong>di</strong>sposti anche a fare da laboratorio <strong>di</strong> una nuova filosofia. Person<strong>al</strong>mente, ritengo che è meglio un piano<br />
in più piuttosto che un lotto in più. Poi leggo cose che, invece, non stanno né in cielo né in terra: come il<br />
sindaco <strong>di</strong> Padova che cita, a sproposito, il piano casa. Quarantamila pratiche <strong>di</strong> ampliamento hanno consentito<br />
<strong>di</strong> muovere l’economia ma anche <strong>di</strong> risparmiare <strong>al</strong>trettanti lotti, perchè usati per ampliare fabbricati<br />
esistenti». Quanto ai tempi del nuovo Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, Zorzato è ottimista: «Credo che<br />
entro l’anno si possa arrivare <strong>al</strong>l’adozione in giunta region<strong>al</strong>e». Chi non crede assolutamente <strong>al</strong>le parole del<br />
governatore è invece Elvio Gatto, portavoce dei comitati contro la Superstrada Pedemontana: «Zaia fa il p<strong>al</strong>a<strong>di</strong>no<br />
dell’ambiente e poi fa l’esatto contrario. Cos’ha in serbo dopo questa uscita ferragostana? Zaia è<br />
quello che, cinque giorni dopo aver parlato <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa del paesaggio, è andato a inaugurare i lavori della Pedemontana,<br />
che è un reg<strong>al</strong>o ai cavatori». «Dov’è stato in tutti questi anni il presidente Zaia?–accusa Luigi<br />
C<strong>al</strong>esso, dell’associazione Un’<strong>al</strong>tra Treviso – : ha governato la Provincia <strong>di</strong> Treviso e la Regione Veneto senza<br />
dare mai <strong>al</strong>cun segno <strong>di</strong> aver compreso come fosse chiarissimo che la cementificazione del territorio poteva<br />
e doveva cessare. Già questo mette in serissima crisi la cre<strong>di</strong>bilità della “conversione” del presidente Zaia,<br />
che propone <strong>di</strong> bloccare quei settori dove c’è scarso interesse in cambio del via libera a quelli che suscitano<br />
maggiori appetiti». C<strong>al</strong>esso teme che gli speculatori, d’ora in poi, concentrino i loro appettiti sul «miele». Che<br />
in questo momento porta i nomi <strong>di</strong> Veneto City, Ikea a Verona e Cas<strong>al</strong>e, polo industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, Quadrante<br />
Tessera, autodromo <strong>di</strong> Vigasio (Verona).<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
21 agosto 2012<br />
Un dato su tutti: l’acqua che verrebbe consumata d<strong>al</strong>l’eventu<strong>al</strong>e polo previsto d<strong>al</strong> progetto Colomberotto a<br />
Barcon, ammonterebbe a qu<strong>al</strong>cosa come un milione e 663mila metri cubi l’anno. Una quantità in grado <strong>di</strong><br />
sod<strong>di</strong>sfare le esigenze annue <strong>di</strong> 26mila persone, in pratica gli abitanti dei comuni <strong>di</strong> Resana e Vedelago messi<br />
insieme. Lo afferma Fiorenza Morao, capogruppo <strong>di</strong> Primavera Civica in consiglio comun<strong>al</strong>e. «Che venga<br />
prelevata d<strong>al</strong>la f<strong>al</strong>da o da un pozzo è ininfluente -<strong>di</strong>ce la Morao- Rimane il dato sconcertante: il macello avrà<br />
bisogno <strong>di</strong> 13 litri <strong>di</strong> acqua <strong>al</strong> secondo, la cartiera <strong>di</strong> 42, per un tot<strong>al</strong>e <strong>di</strong> 55 litri <strong>al</strong> secondo. Basta fare due<br />
conti per capire che si tratta <strong>di</strong> cifre importanti, cioè <strong>di</strong> un milione 663 mila litri <strong>al</strong>l’anno. Per avere un termine<br />
<strong>di</strong> paragone, i 53 comuni dell’Ats Alto Trevigiano Servizi, pari a 500mila citta<strong>di</strong>ni, usano 38 milioni <strong>di</strong> metri<br />
cubi <strong>di</strong> acqua l’anno, ovvero 76 litri a persona. I citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Vedelago più attenti ai consumi, nel 2011 hanno<br />
usato un milione 85mila metri cubi d’acqua, una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 64 metri cubi a persona. A questo punto il conto<br />
è fatto: l’acqua che consumerebbero macello e cartiera è pari a quella norm<strong>al</strong>mente consumata da 26mila<br />
persone». Ma la Morao non è contenta: «Con una estate così siccitosa dopo un inverno asciutto ci sarebbero<br />
anche da seguire le <strong>di</strong>rettive europee che impongono <strong>di</strong> preservare le riserve idriche e fare un uso attendo<br />
dell’acqua. La domanda <strong>al</strong>lora è: il progetto va in questa <strong>di</strong>rezione? Mi sembra proprio <strong>di</strong> no. Per questo<br />
chiedo che chi dovrà programmare i consumi idrici, stu<strong>di</strong> bene le conseguenze <strong>di</strong> un prelievo <strong>di</strong> questa portata<br />
prima <strong>di</strong> dare l’assenso. Cosa che mi auguro prendano in considerazione anche presidente e consiglio del<br />
Parco del Sile, classificato sito <strong>di</strong> interesse comunitario. L’unicità delle sorgenti del Sile e <strong>di</strong> questo fiume che<br />
nasce in pianura vanno assolutamente tutelate».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
9 agosto 2012<br />
Barcon e Ikea, Barbiero <strong>al</strong>la carica<br />
«Colomberotto ha già un piano bis. Ma <strong>al</strong>lora, che senso hanno tutte le polemiche politiche <strong>di</strong> queste ultime<br />
settimane?». A chiederselo è il segretario provinci<strong>al</strong>e della Cgil Paolino Barbiero, che interviene così sulla questione<br />
del mega-inse<strong>di</strong>amento cartiera/macello <strong>di</strong> Barcon <strong>di</strong> Vedelago. Insieme <strong>al</strong>l’Ikea <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e, uno dei<br />
progetti industri<strong>al</strong>i più importanti per il nostro territorio, rimasto però ancora sulla carta. Opposizione degli<br />
ambient<strong>al</strong>isti e <strong>di</strong>visioni politiche - da un lato Pdl e una parte cospicua della Lega scettici e d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra il presi-<br />
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dente della Provincia Muraro e il sindaco <strong>di</strong> Vedelago Quaggiotto favorevoli - stanno infatti bloccando l’iter<br />
per le autorizzazioni ormai da mesi. E pare che i proponenti del progetto, stufi del tira e molla, stiano già<br />
guardando da un’<strong>al</strong>tra parte. Loris Colomberotto, attraverso la stampa (It<strong>al</strong>iaOggi del 31 luglio), avrebbe ventilato<br />
l’ipotesi <strong>di</strong> una centr<strong>al</strong>e del latte in un <strong>al</strong>tro punto <strong>di</strong> Barcon e <strong>di</strong> ampliare il suo business nella sua sede<br />
<strong>di</strong> Moriago della Battaglia. «Ci troviamo oggi <strong>di</strong> fronte <strong>al</strong> paradosso», <strong>di</strong>ce Barbiero, «C’è una Lega che sembra<br />
spaccarsi inseguendo interessi <strong>di</strong> tipo elettor<strong>al</strong>e. E poi leggiamo sui giorn<strong>al</strong>i le <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> Colomberotto<br />
in merito ad una nuova costruzione per il latte e l’ampliamento della sede <strong>di</strong> Moriago per il macello. Se l’impren<strong>di</strong>tore<br />
ha già un piano bis per <strong>al</strong>largare il suo business e sa già benissimo come fare, oltretutto senza costruire<br />
casello e tangenzi<strong>al</strong>e (i benefici pubblici, ndr), a questo punto non si capisce più a che gioco stiano<br />
giocando tutti questi soggetti». Da qui il monito della Cgil (anch’essa contraria a ulteriore cementificazione<br />
del territorio). «Basta con i tatticismi della politica», continua il segretario, «In gioco c’è lo sviluppo sostenibile<br />
del nostro territorio». Per s<strong>al</strong>vare capre e cavoli, ossia nuovi posti <strong>di</strong> lavoro e s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a del territorio, sarebbe<br />
meglio quin<strong>di</strong> pensare ai contenitori vuoti. «Prima che i gran<strong>di</strong> contenitori industri<strong>al</strong>i della nostra provincia si<br />
svuotino definitivamente e rappresentino un costo insostenibile per la nostra società è in<strong>di</strong>spensabile creare<br />
delle <strong>al</strong>ternative v<strong>al</strong>ide, ripensando intere aree del territorio e tutti quei comparti produttivi che si stanno destruttur<strong>al</strong>izzando.<br />
Insomma, invertire la tendenza e passare rapidamente d<strong>al</strong>l’immobilismo e d<strong>al</strong> miope tatticismo<br />
politico ad una fase <strong>di</strong> programmazione territori<strong>al</strong>e e <strong>di</strong> progettazione, concreta e conveniente, che<br />
coinvolga i giovani architetti <strong>di</strong>soccupati e le nuove menti dell’urbanismo e della sociologia».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
7 agosto 2012<br />
Barcon, Famiglia Cristiana si schiera con i no-macello<br />
VEDELAGO Un titolo ed è detto tutto, o quasi. «Com’era verde la mia terra», è quello che Famiglia Cristiana<br />
ha scelto per la sua inchiesta sull’operazione Barcon, pubblicata nel numero in e<strong>di</strong>cola questa settimana. Il<br />
perio<strong>di</strong>co cattolico de<strong>di</strong>ca un lungo servizio <strong>al</strong> polo agroindustri<strong>al</strong>e, che gli impren<strong>di</strong>tori Colomberotto e Gelain<br />
hanno proposto <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzare sugli 88 ettari della campagna a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. Famiglia Cristiana<br />
sente tutti, ma poi conclude con le «sagge parole <strong>di</strong> nonna Irma», 84 anni suonati, che passando davanti <strong>al</strong><br />
gazebo dei no macello sbianca e commenta: «Tutto sto terren i vol magnar?No se pol mia fabricarla la tera,<br />
eh!». Insomma: «Ancora una volta», scrive il settiman<strong>al</strong>e, «il prezzo da pagare per ipotetici vantaggi economici<br />
sarebbe il sacrificio della campagna, che proprio i piani territori<strong>al</strong>i vogliono fin<strong>al</strong>mente tutelare, dopo decenni<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>scriminate colate <strong>di</strong> cemento». Famiglia Cristiana racconta ai suoi lettori il paesaggio che circonda la<br />
terra dei Pola, quella che gli impren<strong>di</strong>tori, sindaco Quaggiotto d’accordo, vorrebbero trasformare in un maxi<br />
polo agroindustri<strong>al</strong>e con macello più grande d’Europa e cartiera in parte interrata. «A due passi da qui», rileva,<br />
«sorge la Castelfranco del Giorgione; la rocca <strong>di</strong> Asolo è lì sullo sfondo, con il monte Grappa. E a soli 1.700<br />
metri in linea d’aria, nella frazione <strong>di</strong> Fanzolo, sta quel gioiello architettonico che si chiama villa <strong>Emo</strong>, <strong>di</strong>segnata<br />
d<strong>al</strong> genio del P<strong>al</strong>la<strong>di</strong>o e inserita d<strong>al</strong>l’Unesco nella lista dei patrimoni dell’umanità». Nel bel mezzo, l’operazione<br />
Barcon, in stand-by in attesa che la guerra politica si chiuda, che Provincia e Comune si esprimano permettendo<br />
<strong>al</strong>la Regione <strong>di</strong> v<strong>al</strong>utare l’interesse veneto dell’accordo <strong>di</strong> programma. Intanto comitati spontanei, citta<strong>di</strong>ni,<br />
sindacati, politici <strong>di</strong> destra e sinistra hanno già deciso che quel mega impianto va fermato. Sul Carroccio<br />
è notte dei lunghi coltelli con scontri tra la fazione dei no, capitanata d<strong>al</strong> segretario Giorgio Granello (e sarebbe<br />
quella maggioritaria), e quella dei sì (d<strong>al</strong>le file sempre più sottili) guidata d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto, primo<br />
sponsor dell’accordo <strong>di</strong> programma, e d<strong>al</strong> presidente della Provincia Leonardo Muraro. La caccia a nuovi<br />
<strong>al</strong>leati continua dentro e fuori dai p<strong>al</strong>azzi della politica loc<strong>al</strong>e. Incontri continui per riba<strong>di</strong>re, convincere e preparare<br />
in vista <strong>di</strong> un voto chiesto d<strong>al</strong>la Regione <strong>al</strong> consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago e <strong>al</strong>la Provincia. Il tempo<br />
sta per scadere: la lettera del <strong>di</strong>rigente veneto recapitata a Quaggiotto e Muraro dava trenta giorni d<strong>al</strong> ricevimento<br />
per dare una risposta, è arrivata il 12 luglio scorso e il 12 agosto è <strong>al</strong>le porte.<br />
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Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
3 agosto 2012<br />
Il no del commercio su Ikea e Barcon «Lavoro? Non così»<br />
Compatte le associazioni <strong>di</strong> categoria legate <strong>al</strong> mondo del commercio riba<strong>di</strong>scono il loro secco «no» a Ikea e<br />
Barcon. «Non ammetteremo <strong>al</strong>cuna deroga» sostengono, «la strada è tracciata». A farsi portavoce delle istanze<br />
<strong>di</strong> associazioni e sindacati il presidente <strong>di</strong> Confcommercio Guido Pomini: «Stop a nuove cementificazioni, a<br />
speculazioni e<strong>di</strong>lizie che creano danni ambient<strong>al</strong>i, soci<strong>al</strong>i, economici ed occupazion<strong>al</strong>i irreversibili: la crescita<br />
della Marca Trevigiana deve partire d<strong>al</strong> corretto uso del territorio, d<strong>al</strong>la sua s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a ed uno sviluppo più<br />
sostenibile, idea che sta <strong>al</strong>la base del documento programmatico siglato a febbraio tra ben do<strong>di</strong>ci tra associazioni<br />
e sindacati». Inaccettabile, secondo Pomini, l’operazione <strong>di</strong> «sciac<strong>al</strong>laggio me<strong>di</strong>atico» basata sull’ipotetica<br />
spinta occupazion<strong>al</strong>e che avrebbero questi due nuovi poli economici. «Spinta che dovrebbe seguire le<br />
linee della serietà e del rispetto» conclude il presidente <strong>di</strong> Confcommercio, «posti <strong>di</strong> lavoro prospettati che<br />
non hanno a che fare con la re<strong>al</strong>tà, ma servono solamente a guadagnare consensi tra i citta<strong>di</strong>ni». Pur in linea<br />
con l’idea <strong>di</strong> ripartire d<strong>al</strong> territorio, bloccandone l’esasperato sviluppo industri<strong>al</strong>e e promuovendo invece la riqu<strong>al</strong>ificazione<br />
degli spazi vuoti, il neo-riconfermato presidente dell’Ance Clau<strong>di</strong>o Cuni<strong>al</strong> per il prossimo triennio,<br />
vede invece i due progetti <strong>di</strong> buon occhio per le aziende del comparto e<strong>di</strong>lizio. «Le mie non sono considerazioni<br />
<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne politico» afferma il massimo esponente dell’Ance loc<strong>al</strong>e, « ma è chiaro che per le nostre aziende<br />
questi due progetti rappresenterebbero un’enorme opportunità <strong>di</strong> impiego e attività». (s.g.)<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
3 agosto 2012<br />
Barcon e Ikea, l’eden degli e<strong>di</strong>li e l’inferno dei commercianti<br />
TREVISO - «Progetti come quelli proposti da Colomberotto-RotoCart a Barcon e Ikea a Cas<strong>al</strong>e rappresentano<br />
gran<strong>di</strong> opportunità per le nostre imprese». Parola <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Cuni<strong>al</strong>. «Così come i cantieri della Pedemontana<br />
- aggiunge - e quelli per la terza corsia dell'autostrada». Cose che cozzano con l'annunciata svolta verso<br />
l'architettura organica? «Non spetta a noi decidere - puntu<strong>al</strong>izza - ma se le nuove costruzioni vengono compensate<br />
con il verde <strong>al</strong>lora si parla <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no».<br />
Una posizione che è come fumo negli occhi per Guido Pomini. «Incre<strong>di</strong>bile che ancora si parli <strong>di</strong> t<strong>al</strong>i progetti<br />
- sbotta il presidente <strong>di</strong> Ascom, che con i sindacati e <strong>al</strong>tre otto associazioni <strong>di</strong> categoria (industri<strong>al</strong>i esclusi)<br />
ha siglato un documento che blinda il piano urbanistico della Marca - creerebbero danni ambient<strong>al</strong>i, soci<strong>al</strong>i,<br />
occupazion<strong>al</strong>i ed economici irreversibili. Lo sviluppo della Marca trevigiana “deve ripartire d<strong>al</strong> corretto uso del<br />
territorio, d<strong>al</strong>la sua s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a e da una progettu<strong>al</strong>ità più sostenibile, unica strada ora percorribile che consentirà<br />
<strong>di</strong> v<strong>al</strong>orizzare le nostre città e <strong>di</strong> ridare ossigeno <strong>al</strong>la nostra economia in crisi. Non ve<strong>di</strong>amo <strong>al</strong>cuno<br />
spazio per interessi contrari a questa linea <strong>di</strong> sostenibilità».<br />
E i 1.300 posti <strong>di</strong> lavoro promessi da Ikea e i 600 messi sul tavolo a Barcon? «È inaccettabile l’operazione <strong>di</strong><br />
sciac<strong>al</strong>laggio me<strong>di</strong>atico che si sta facendo intorno <strong>al</strong>la presunta spinta occupazion<strong>al</strong>e <strong>di</strong> questi due gran<strong>di</strong><br />
poli, con numeri <strong>di</strong> occupati che nulla hanno a che vedere con la re<strong>al</strong>tà -chiude seccamente Pomini- La questione<br />
occupazion<strong>al</strong>e, soprattutto in un momento drammatico come questo, chiede serietà, coerenza e rispetto,<br />
e non possiamo accettare che venga liquidata con numeri assur<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusi con superfici<strong>al</strong>ità per<br />
raccogliere il favore dell’opinione pubblica».<br />
Corriere del Veneto<br />
3 agosto 2012<br />
Confcommercio: «Ikea e Barcon, sono f<strong>al</strong>se le assunzioni promesse»<br />
TREVISO — La politica trevigiana tentenna sugli enormi progetti dei poli commerci<strong>al</strong>i Barcon e Ikea, cerca <strong>di</strong><br />
trovare il compromesso e ancora non prende una posizione netta. Lo fa invece il presidente <strong>di</strong> Confcommercio<br />
Guido Pomini: «Non ammetteremo deroghe, l'intera comunità economica ed istituzion<strong>al</strong>e ha con<strong>di</strong>viso il no<br />
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secco del documento programmatico siglato da do<strong>di</strong>ci soggetti, fra associazioni e sindacati, a speculazioni e<br />
cementificazione destinati ad impattare drasticamente nel territorio creando danni ambient<strong>al</strong>i, soci<strong>al</strong>i, occupazion<strong>al</strong>i<br />
ed economici irreversibili».<br />
L'attacco continua: «Risulta inaccettabile l'operazione <strong>di</strong> sciac<strong>al</strong>laggio me<strong>di</strong>atico che si sta facendo intorno<br />
<strong>al</strong>la presunta spinta occupazion<strong>al</strong>e <strong>di</strong> questi due poli, con numeri (1.300 posti a Ikea, 600 a Barcon) che nulla<br />
hanno a che vedere con la re<strong>al</strong>tà. La questione, soprattutto in un momento drammatico come questo, chiede<br />
serietà, coerenza e rispetto, non possiamo accettare che venga liquidata con numeri assur<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusi con superfici<strong>al</strong>ità».<br />
Nei giorni scorsi la maggioranza leghista si è trovata in <strong>di</strong>saccordo sui progetti <strong>di</strong> Ikea a Cas<strong>al</strong>e e del polo<br />
agro-industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago. «Siamo stupiti del fatto che ancora si <strong>di</strong>scuta della fattibilità dei progetti - chiude<br />
Pomini -. Sulla necessità <strong>di</strong> recupero, e sull'invocato rispetto del Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e,<br />
non ci sono dubbi da parte <strong>di</strong> nessuno e non ammetteremo nessuna deroga e questo deve essere<br />
chiaro a quei pochi che ora hanno aspettative <strong>di</strong>verse».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
2 agosto 2012<br />
Operazione Barcon Di Santo si appella <strong>al</strong> presidente Muraro<br />
VEDELAGO Mentre nei p<strong>al</strong>azzi della politica è un susseguirsi <strong>di</strong> incontri a porte chiusissime per tentare <strong>di</strong> ricucire<br />
strappi e fondare nuove <strong>al</strong>leanze pro o contro l’operazione Barcon, la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> chiede<br />
u<strong>di</strong>enza <strong>al</strong> presidente della Provincia Leonardo Muraro. Un incontro in cui presentare lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> impatto<br />
che avrà sulla frazione la re<strong>al</strong>izzazione del polo agroindustri<strong>al</strong>e. Cinque corpose relazioni firmate da sei esperti<br />
che <strong>di</strong>mostrano come i benefici dell’operazione siano ben inferiori rispetto ai costi della stessa. Giacinto Cecchetto,<br />
Andrea Menegotto, Marcello Fav<strong>al</strong>essa, Paolo Feltrin, Sergio Maset e Luca Romano hanno indagato<br />
su paesaggio, storia, economia, viabilità, occupazione e riqu<strong>al</strong>ificazione territori<strong>al</strong>e confrontandole con le proposte<br />
d<strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong> programma <strong>di</strong> Colomberotto e Rotocart. Un’an<strong>al</strong>isi libera da preconcetti, commissionata<br />
d<strong>al</strong>la Fondazione <strong>di</strong> Di Santo, che è pure presidente del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo Trevigiano. Con una lettera, protocollata<br />
in Provincia lo scorso 26 luglio, Di Santo chiede <strong>di</strong> incontrare Muraro per presentargli lo stu<strong>di</strong>o. Obiettivo<br />
per nulla nascosto: convincerlo che maxi macello, cartiera e relativi sbancamenti non vanno autorizzati.<br />
Intanto il <strong>di</strong>battito politico sull’operazione non si ferma. In municipio, a Vedelago, la maratona degli incontri<br />
è ancora in corso. Ieri nell’ufficio <strong>di</strong> Paolo Quaggiotto si è seduto pure W<strong>al</strong>ter Santin, consigliere comun<strong>al</strong>e<br />
in<strong>di</strong>pendente che si è <strong>di</strong>chiarato contrario <strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong> programma. Prove <strong>di</strong> nuove <strong>al</strong>leanze? Santin riba<strong>di</strong>sce:<br />
nessuna retromarcia. E stuzzica la Lega <strong>di</strong> Oscar Bor<strong>di</strong>gnon, <strong>al</strong>l’opposizione in aula consiliare: «Chieda la convocazione<br />
<strong>di</strong> un consiglio comun<strong>al</strong>e sul caso Barcon». Il Carroccio è spaccato in Provincia come in Comune.<br />
Gli assessori <strong>di</strong>ssidenti Marco Perin, Cristina Andretta a Renzo Franco restano fermi sul loro no <strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong><br />
programma rivisto e corretto dai due impren<strong>di</strong>tori proponenti.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
2 agosto 2012<br />
Polo a Barcon: interviene Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong><br />
VEDELAGO - (gv) Sul progetto del polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, interviene <strong>di</strong> nuovo anche Fondazione <strong>Villa</strong><br />
<strong>Emo</strong>. Enzo Bergamin, referente per la Fondazione, ha infatti inviato <strong>al</strong> presidente della Provincia, Leonardo<br />
Muraro, una richiesta <strong>di</strong> au<strong>di</strong>zione. Lo scopo è <strong>di</strong> presentare un corposo stu<strong>di</strong>o sull’impatto ambient<strong>al</strong>e del<br />
progetto. I curatori dello stu<strong>di</strong>o-ricerca sono Giacinto Cecchetto (v<strong>al</strong>ori ambient<strong>al</strong>i, storici e paesaggistici, spazio<br />
agrario del sito <strong>Villa</strong> Pola), Andrea Menegotto (trasformazione <strong>di</strong> un’area agricola a cura della Proap It<strong>al</strong>ia),<br />
Marcello Fav<strong>al</strong>essa (An<strong>al</strong>isi vi<strong>al</strong>istica per la v<strong>al</strong>utazione <strong>di</strong> <strong>al</strong>ternative per gli interventi infrastruttu<strong>al</strong>i), Sergio<br />
Maset (Riqu<strong>al</strong>ificazione dell’area pedemontana tra Castelfranco e Montebelluna) e Luca Romano (Correlazione<br />
tra modello <strong>di</strong> sviluppo economico e <strong>di</strong>namiche occupazion<strong>al</strong>i nell’area pedemontana-castellana).<br />
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Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
1 agosto 2012<br />
Barcon, 11 mila firme contro il macello<br />
VEDELAGO Altre 2 mila cartoline contro il progetto Barcon. Sono state consegnate ieri mattina in Provincia<br />
da Ermes Dondoni (comitato spontaneo Barcon Viva) e Fiorenza Morao (capogruppo Primavera Civica) a<br />
nome <strong>di</strong> tutti i gruppi ele associazioni contrari <strong>al</strong> mega progetto industri<strong>al</strong>e. Queste cartoline vanno ad aggiungersi<br />
<strong>al</strong>le <strong>al</strong>tre 3 mila già consegnate qu<strong>al</strong>che <strong>mese</strong> fa e ad <strong>al</strong>tre 6 mila firme raccolte tra i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />
Vedelago e comuni vicini per <strong>di</strong>re no <strong>al</strong> maxi polo agroindustri<strong>al</strong>e. Sul progetto la Regione ha chiesto un<br />
pronunciamento uffici<strong>al</strong>e a Comune e Provincia. Pronunciamento che tarda ad arrivare dato che le spaccature<br />
interne <strong>al</strong> centrodestra su questo progetto sono profonde. La giunta Quaggiotto rischia la crisi <strong>di</strong><br />
governo, in Provincia è scontro tra Muraro e il segretario provinci<strong>al</strong>e del Carroccio Giorgio Granello. La decisione<br />
potrebbe arrivare nelle prossime ore. Per ora bocca cucita da parte <strong>di</strong> tutti gli amministratori. Daniele<br />
Quarello<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
1 agosto 2012<br />
Muraro spinge Quaggiotto <strong>al</strong> confronto consiliare e lui risponde: «Sono pronto». Ma potrebbe non avere i voti<br />
Il caso Barcon apre una crisi nella Lega<br />
L'iter del progetto dell'inse<strong>di</strong>amento agro-industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, targato Colomberotto e RotoCart, assomiglia<br />
sempre più a una telenovela. La Regione, chiamata a in<strong>di</strong>care l'interesse pubblico e ad aprire la pratica,<br />
ha fatto sapere <strong>di</strong> attendere il parere d<strong>al</strong>la Provincia. Ma da quest'ultima la Lega, dopo l'aut aut del<br />
Pdl che ha spinto Muraro a chiedere <strong>al</strong> sindaco Quaggiotto un voto del consiglio, ha a sua volta fatto sapere<br />
<strong>di</strong> aspettare il giu<strong>di</strong>zio del Comune. «Ve<strong>di</strong>amo cosa <strong>di</strong>cono i consiglieri, rappresentanti dei citta<strong>di</strong>ni, perché<br />
sino a questo momento ha parlato solo Quaggiotto o <strong>al</strong> massimo i suoi assessori - chiarisce il segretario<br />
del Carroccio, Giorgio Granello, che nell'esecutivo politico <strong>di</strong> lunedì ha affrontato anche il nodo Barcon -<br />
perché a un certo punto sembra che il sindaco si muova da solo e non si capisce bene dove voglia andare<br />
a parare». Da parte sua, comunque, il primo citta<strong>di</strong>no leghista, nonostante le defezioni del Pdl, non ha <strong>al</strong>cuna<br />
voglia <strong>di</strong> tirarsi in<strong>di</strong>etro. «Sono sempre stato per il fare, non per le chiacchiere, in questa crisi ancora <strong>di</strong> più:<br />
mi hanno accusato <strong>di</strong> tutto, ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> prendere tangenti, ma io sono andato avanti - sbotta il sindaco -<br />
Zaia e Muraro vogliono una nuova delibera <strong>di</strong> giunta? Vogliono un passaggio in consiglio comun<strong>al</strong>e? Io<br />
sono qua a <strong>di</strong>sposizione e darò loro quello che mi chiederanno». Avere d<strong>al</strong>la propria parte la maggioranza,<br />
però, non sembra una passeggiata, né per una parte né per l'<strong>al</strong>tra. E così, mentre <strong>al</strong> Sant'Artemio continuano<br />
a piovere caroline contro il super-macello e la cartiera raccolte d<strong>al</strong> comitato Barcon Viva (ieri ne sono<br />
state portare <strong>al</strong>tre 2 mila dopo le 3.300 dello scorso maggio), in municipio si fanno i conti. «Solo in consiglio<br />
si può avere la certezza <strong>di</strong> avere la maggioranza - chiosa il consigliere comun<strong>al</strong>e W<strong>al</strong>ter Santin - chi vuole la<br />
testa <strong>di</strong> Quaggiotto può sempre fare una autoconvocazione del consiglio e poi si faccia la conta». Proprio<br />
questo sarà il prossimo passo.<br />
Ikea e Barcon ai tempi della crisi<br />
<strong>di</strong> Oscar de gaspari<br />
Mercoledì 1 Agosto 2012, Perio<strong>di</strong>camente, come i corsi e ricorsi storici, si torna a parlare dei progetti<br />
Ikea/Barcon cercando <strong>di</strong> inventariare chi è favorevole e chi è contrario. Con m<strong>al</strong>celata partigianeria applaudo<br />
<strong>al</strong>la Regione Veneto che, per <strong>di</strong>chiarazione dell’assessore Zorzato, fa capire che i progetti sono in<br />
<strong>al</strong>to mare. Ma restano comunque mostri sonnecchianti. Pronti ad essere riesumati e rilanciati se solo si<br />
dovesse cambiare il vento elettor<strong>al</strong>e o si concretizzassero spinte dettate da mai sazi appetiti immobiliari.<br />
Al momento i progetti Ikea e Barcon potrebbero trasferirsi in Austria godendo <strong>di</strong> una legislazione più favorevole.<br />
Ma se questo dovesse accadere, immagino il coro <strong>di</strong> proteste che ne seguirebbe. Capisco il sindacato<br />
che vede sfumare la possibilità <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che centinaio <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro ignorando, a torto o a<br />
ragione, che questi si creano e si <strong>di</strong>struggono con la stessa <strong>di</strong>sinvoltura economica. Il capit<strong>al</strong>e guarda <strong>al</strong><br />
profitto non ai risvolti soci<strong>al</strong>i delle crisi economiche. Meno comprensibile l’atteggiamento della Provincia<br />
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<strong>di</strong> Treviso che si <strong>di</strong>chiara possibilista verso i progetti <strong>al</strong> punto <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>sponibile a rivedere il Piano territori<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento Provinci<strong>al</strong>e. Argomenta infatti Sant’Artemio come, d<strong>al</strong> momento che il Ptcr<br />
della Marca è datato 2004, quin<strong>di</strong> redatto in pieno sviluppo economico e che oggi l’economia è in tot<strong>al</strong>e<br />
recessione, sia opportuno renderlo meno rigido <strong>al</strong>lentandone i vincoli. Quin<strong>di</strong> regole meno severe e maggior<br />
libertà per devastare e cementificare ancora <strong>di</strong> più la Marca. Per favorire chi? Solo la speculazione e<br />
gli affaristi. Non certo la popolazione <strong>di</strong> Vedelago o Cas<strong>al</strong>e sul Sile, paesi che dovrebbero ospitare questi<br />
mastodontici siti industri<strong>al</strong>i. Che – ricor<strong>di</strong>amolo – sono stati progettati senza <strong>al</strong>cuna an<strong>al</strong>isi demografica,<br />
soci<strong>al</strong>e ed economica. Senza <strong>al</strong>cuna v<strong>al</strong>utazione della domanda, <strong>di</strong>retta e in<strong>di</strong>retta, conseguente la merce<br />
e produzione da assorbile sul mercato provinci<strong>al</strong>e e region<strong>al</strong>e. Oggi i negozi <strong>al</strong> minuto sono in crisi, chiudono<br />
perché vendono poco. Il cre<strong>di</strong>to <strong>al</strong> consumo è c<strong>al</strong>ato del 12% nei primi tre mesi del 2012. I mutui<br />
per la casa, cartina tornasole del mercato immobiliare e dell’arredamento, si sono ridotti in un anno del<br />
47%. Non ci sono sol<strong>di</strong>. Il potere d’acquisto è <strong>di</strong>minuito per tutti. A chi venderà la propria merce lo stabilimento<br />
<strong>di</strong> Ikea? Ai cinesi in vacanza a Cas<strong>al</strong>e sul Sile? Allora se è vero come è vero che il pensionamento<br />
del <strong>di</strong>rettore gener<strong>al</strong>e <strong>di</strong> una grande azienda comporta l’assunzione <strong>di</strong> un commesso, non necessariamente<br />
v<strong>al</strong>e il processo inverso. L’investimento milionario <strong>di</strong> Ikea a Cas<strong>al</strong>e non stimolerà il residente <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e<br />
o Vedelago a spendere sol<strong>di</strong> che non ha. Sembra proprio che per la provincia <strong>di</strong> Treviso ed in ragione<br />
delle esigenze <strong>di</strong> sviluppo la parola d’or<strong>di</strong>ne sia costruire. Capannoni, strade, viadotti, tangenzi<strong>al</strong>i. Poi il<br />
benessere verrà per tutti. Una politica simile a quella del compianto Luigi Chiereghin, sindaco <strong>di</strong> Treviso<br />
negli anni della ricostruzione. Ma d<strong>al</strong> sindaco/ banchiere/ filosofo ci separano sessanta anni. E le cose<br />
nel frattempo sono un tantino cambiate.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
31 luglio 2012<br />
Barcon, asse Pdl-Lega per il no<br />
Intesa in consiglio provinci<strong>al</strong>e: Muraro scriverà a Quaggiotto<br />
Lega e Pdl “impongono” a Muraro <strong>di</strong> prendere carta e penna e scrivere a Quaggiotto, sindaco <strong>di</strong> Vedelago.<br />
«Tu sei d’accordo sul nuovo maxi-polo <strong>di</strong> Barcon, ma i tuoi concitta<strong>di</strong>ni come la pensano?», questo il<br />
succo della lettera che il presidente della Provinicia scriverà <strong>al</strong> primo citta<strong>di</strong>no, anch’egli del Carroccio. La<br />
decisione, che segna un punto sia a fvore del Pdl, molto fermo sul no <strong>al</strong>l’operazione, che della linea-Granello<br />
(il segretario provinci<strong>al</strong>e del Carroccio , non certo sostenitore del superpolo) è stato presa ieri prima<br />
del consiglio provinci<strong>al</strong>e. Qu<strong>al</strong>che giorno fa sul progetto dell’impren<strong>di</strong>tore Colomberotto aveva frenato<br />
proprio Granello, <strong>fino</strong> a pochi mesi fa capogruppo in quella Provincia destinata a esprimere un parere<br />
molto pesante nell'iter che porterà il progetto del superpolo agro<strong>al</strong>imentare <strong>di</strong> Barcon, con macello e<br />
cartiera, <strong>al</strong>l'esame decisivo della Regione. E senza usare mezzi termini: «Il superopolo non c'era nel programma<br />
elettor<strong>al</strong>e con cui si è presentata la lista <strong>di</strong> Quaggiotto, e a cui gli elettori hanno dato il loro sostegno.<br />
Né c'era nel programma un t<strong>al</strong>e sconvolgimento del territorio. Senza un sì dei citta<strong>di</strong>ni il progetto<br />
non può essere portato avanti». Referendum, <strong>al</strong>lora? «Su una questione <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e portata gli elettori devono<br />
esprimersi con un sì o con un no», ha detto Granello. Una linea, questa, che sembra aver fatto breccia<br />
nell’asse tra Lega e Pdl: ora toccherà <strong>al</strong> presidente della Provincia, Leonardo Muraro, tradurre quesa mor<strong>al</strong><br />
suasion in parole in<strong>di</strong>rizzate a Quaggiotto. Il polo <strong>di</strong> Barcon, insomma, si deve fare solo se i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />
Vedelago lo vogliono.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
31 luglio 2012<br />
VEDELAGO Si smonta l’ipotesi referendum: «La popolazione è rappresentata in Consiglio»<br />
Barcon, ultima parola <strong>al</strong> sindaco<br />
In Provincia Pdl e Lega scaricano la grana del <strong>di</strong>scusso nuovo inse<strong>di</strong>amento sul Comune<br />
L'approvazione o la bocciatura del mega inse<strong>di</strong>amento agro-industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, proposto da Colombe-<br />
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otto-RotoCart, deve essere decisa dai citta<strong>di</strong>ni. È questo il punto fermo che ieri sera il gruppo del Pdl del<br />
Sant'Artemio ha sbattuto in faccia <strong>al</strong>la Lega nella consueta verifica <strong>di</strong> maggioranza che precede ogni consiglio<br />
provinci<strong>al</strong>e. Quin<strong>di</strong>, bisogna preparare le schede per il referendum, come auspica il segretario del Carroccio,<br />
Giorgio Granello? No, basta un'espressione chiara da parte del consiglio comun<strong>al</strong>e. Cosa che sino ad oggi,<br />
tra una defezione e l'<strong>al</strong>tra, non c'è <strong>di</strong> fatto mai stata. Ma ora gli "azzurri", dopo aver concordato la linea<br />
nella riunione <strong>di</strong> giovedì scorso, la ritengono in<strong>di</strong>spensabile per poter prendere in mano in Provincia il piano<br />
del super-macello e della cartiera. E per questo hanno incaricato Muraro <strong>di</strong> chiedere uffici<strong>al</strong>mente, per iscritto,<br />
una presa <strong>di</strong> posizione netta da parte del Comune. Di questi tempi certo non una passeggiata per il sindaco<br />
Quaggiotto. Una doccia fredda anche per il presidente che, dopo il "niet" delle associazioni <strong>di</strong> categoria e<br />
dei sindacati, così deve fare i conti anche con gli stretti p<strong>al</strong>etti messi dagli <strong>al</strong>leati. «Ma io non ho mai detto<br />
che voglio che il progetto venga re<strong>al</strong>izzato - aggiusta il tiro Muraro, negli ultimi mesi <strong>di</strong>ventato quasi un testimoni<strong>al</strong><br />
della bontà del piano - semplicemente è necessario aprire una an<strong>al</strong>isi socio-economica». Il fatto che<br />
ieri sera l'argomento fosse <strong>al</strong>l'or<strong>di</strong>ne del giorno anche nel <strong>di</strong>rettivo del Carroccio <strong>al</strong> K3, però, fa intendere<br />
che la situazione, per lo meno in casa Lega, è ancora assolutamente magmatica. E le pressioni non mancano.<br />
«Noi ci fi<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> quello che ci <strong>di</strong>ce Granello - ha messo in chiaro ieri Guido Pomini, presidente <strong>di</strong> Ascom e<br />
uno dei firmatari del famoso "niet" - che ha sempre detto che il Ptcp (il piano urbanistico della Marca, ndr)<br />
non si tocca». Mentre Muraro, in tandem con Pettenà, suo braccio destro, sino a qu<strong>al</strong>che tempo fa sperava<br />
<strong>di</strong> toccarlo. Eccome. Soprattutto vista la crisi economica che attanaglia il trevigiano. Ma ieri il capogruppo del<br />
Pdl, Roberto Fava, assieme quello della Lega, Fabio Ceccato, ha dettato l'aut aut "azzurro".<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
29 luglio 2012<br />
Maximacello Il Pdl: «Non c’è nessuno scontro»<br />
VEDELAGO - Il Pdl ha deciso <strong>di</strong> cestinare il progetto dell'inse<strong>di</strong>amento agro-industri<strong>al</strong>e Colomberotto-RotoCart<br />
<strong>di</strong> Barcon. E sulla scia degli assessori che in Comune hanno voltato le sp<strong>al</strong>le a Quaggiotto, domani sera, durante<br />
la verifica <strong>di</strong> maggioranza che precede il consiglio provinci<strong>al</strong>e, i rappresentanti "azzurri" del S.Artemio lo <strong>di</strong>ranno<br />
chiaro e tondo agli <strong>al</strong>leati della Lega. «Il territorio non si è mai espresso e il beneficio pubblico non c'è - spiega<br />
Roberto Fava, capogruppo del Pdl -. E’ in corso un confronto, non uno scontro». Il Carroccio, nonostante fatichi<br />
a zittire i m<strong>al</strong> <strong>di</strong> pancia, non ci sta <strong>al</strong> "niet". Men che meno dopo le uscite in avanscoperta <strong>di</strong> Muraro. Così d<strong>al</strong>la<br />
Provincia gettano acqua sul fuoco. «Siamo impegnati a verificare le ricadute occupazioni e gli impatti sul territorio<br />
- chiariscono in una nota congiunta Fava e Fabio Ceccato, quest'ultimo capogruppo della Lega e pure assessore<br />
<strong>al</strong>lo Sport a Vedelago - è in corso un confronto anche sul fatto che il Ptcp (piano urbanistico provinci<strong>al</strong>e, ndr) è<br />
stato redatto sulla base <strong>di</strong> un quadro precedente <strong>al</strong>la crisi e non ci sono decisioni già assunte». Oltre a questo<br />
a Muraro non mancano gli <strong>al</strong>leati. A partire d<strong>al</strong> presidente del consiglio provinci<strong>al</strong>e. «Bisogna pensare <strong>al</strong> futuro<br />
del sistema economico della Marca - sbotta Fulvio Pettenà - <strong>di</strong>r sempre no è un modo semplice per farsi <strong>di</strong>fensori<br />
del territorio, ma servono scelte, anche se a volte costano». Domani si tireranno le somme.<br />
Corriere del Veneto<br />
Barcon no. L'Ikea sì Il Carroccio <strong>di</strong>viso tra ecologia e sviluppo<br />
La linea cambia da Verona a TrevisoTREVISO — Capannoni e villette, campi coltivati e centri commerci<strong>al</strong>i,<br />
caselli e outlet. Da sempre in Veneto lo sviluppo dell'economia e la <strong>di</strong>fesa dell'ambiente sono fili che si intrecciano<br />
e non <strong>di</strong> rado si attorcigliano. Ma adesso la matassa, un bel po' ingarbugliata, è rimasta in mano<br />
<strong>al</strong>la Lega: qu<strong>al</strong> è il capo e qu<strong>al</strong> è la coda, cioè cosa deve venire prima e cosa può arrivare dopo, nel groviglio<br />
in cui si sono avviluppati il sostegno <strong>al</strong>l'occupazione e la tutela del paesaggio? È il <strong>di</strong>lemma attorno a cui si<br />
spacca il Carroccio a Treviso, dove i progetti <strong>di</strong> un polo agroindustri<strong>al</strong>e a Barcon <strong>di</strong> Vedelago e <strong>di</strong> una sede dell'Ikea<br />
a Cas<strong>al</strong>e sul Sile <strong>di</strong>vidono il partito, mentre a Verona lo sbarco del colosso svedese dell'arredo potrà avvenire<br />
sul tappeto rosso srotolato proprio d<strong>al</strong> padanissimo sindaco Flavio Tosi, che da segretario nazion<strong>al</strong>e<br />
teorizza comunque una «riflessione feder<strong>al</strong>ista» sulla questione. Ogni caso, dunque, va v<strong>al</strong>utato a sé. Più sem-<br />
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plice si presenta <strong>al</strong> momento la questione <strong>di</strong> Ikea a Cas<strong>al</strong>e: un investimento da 200 milioni <strong>di</strong> euro, per l'apertura<br />
nel 2015 <strong>di</strong> un megastore chiamato ad occupare 1.300 addetti, più <strong>al</strong>tri 200 degli <strong>al</strong>tri marchi che andrebbero<br />
a comporre il parco commerci<strong>al</strong>e previsto a pochi metri d<strong>al</strong>l'uscita autostrad<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Preganziol. Più articolata<br />
è invece la situazione a Barcon. Le società Colomberotto e Rotocart hanno presentato un piano da 300 milioni<br />
<strong>di</strong> euro, per le re<strong>al</strong>izzazione da un lato <strong>di</strong> un macello con annesso centro <strong>di</strong> miscelazione del latte, d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tro<br />
<strong>di</strong> una cartiera, su una superficie <strong>di</strong> 700mila metri quadri, poi ridotti a 550mila in seguito ad una revisione<br />
scaturita d<strong>al</strong>l'opposizione dei comitati. Secondo le stime dei promotori l'operazione dovrebbe determinare<br />
<strong>al</strong>meno 300 posti <strong>di</strong> lavoro e fruttare benefìci pubblici quantificabili in 18 milioni per il casello della Pedemontana<br />
ed <strong>al</strong>tri 7 per la tangenzi<strong>al</strong>e del paese. In attesa della conferenza dei servizi, il <strong>di</strong>battito si è incagliato a<br />
livello loc<strong>al</strong>e, con uno scontro tutto interno <strong>al</strong>la Lega. «Vogliono farmi passare per quello strenuamente favorevole<br />
agli inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> Barcon e <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e - si <strong>di</strong>fende Leonardo Muraro, presidente della Provincia <strong>di</strong> Treviso<br />
- ma in verità sto solo promuovendo un'an<strong>al</strong>isi complessiva. In uno scenario economico gravissimo rileviamo<br />
la volontà <strong>di</strong> aziende solide <strong>di</strong> espandersi: Colomberotto-Rotocart ed Ikea, ma anche <strong>al</strong>tre tre, ciascuna per ulteriori<br />
quin<strong>di</strong>ci o venti ettari». Muraro <strong>di</strong>segna ide<strong>al</strong>mente una bilancia: «Mettiamo su un piatto l'utilizzo del<br />
territorio e sull'<strong>al</strong>tro i posti <strong>di</strong> lavoro. Al momento della pesatura chie<strong>di</strong>amoci: vogliamo uno sviluppo t<strong>al</strong>mente<br />
c<strong>al</strong>mierato da deprimere l'occupazione, o piuttosto uno sviluppo sostenibile che cerca un equilibrio fra le <strong>di</strong>verse<br />
esigenze?». Domanda a cui Giorgio Granello, segretario provinci<strong>al</strong>e del Carroccio, risponde senza esitazione:<br />
«Il territorio dura per sempre ed appartiene a tutti, per cui non ho <strong>al</strong>cun dubbio nella scelta». Dettata, fa<br />
capire, non tanto da una moda blandamente ecologista, quanto da una ragione intimamente leghista: «Non<br />
abbiamo sempre detto che vogliamo essere "paroni a casa nostra"? Benissimo, <strong>al</strong>lora cominciamo a coinvolgere<br />
la popolazione, senza c<strong>al</strong>are d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>to iniziative che non erano inserite nei programmi elettor<strong>al</strong>i e che dunque<br />
non sono state vagliate d<strong>al</strong>la gente. Invece <strong>di</strong> perdere mesi in queste inutili <strong>di</strong>scussioni, bisognava istituire<br />
un referendum». A questo punto, se non è stato popolare, il voto sarà politico. «Lunedì - annuncia Granello -<br />
porterò il tema nel <strong>di</strong>rettivo provinci<strong>al</strong>e e lo porrò in votazione. Chiaramente l'esito orienterà la posizione dei<br />
gruppi consiliari leghisti nei vari livelli istituzion<strong>al</strong>i». Il coinvolgimento del territorio è un metodo che piace a<br />
Tosi, che conta <strong>di</strong> concludere tra «la fine del 2012 e <strong>al</strong> massimo l'inizio del 2013» l'iter burocratico necessario<br />
<strong>al</strong>l'Ikea per aprire nel giro <strong>di</strong> un paio d'anni una nuova fili<strong>al</strong>e a Verona Sud. «Un'operazione intelligente - la<br />
descrive il primo citta<strong>di</strong>no sc<strong>al</strong>igero - che da una parte ci permette <strong>di</strong> risolvere annosi problemi viabilistici da<br />
tempo sollevati dai comitati e d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tra promette <strong>di</strong> dare impiego ad oltre mille lavoratori, fra l'<strong>al</strong>tro con un<br />
impegno non form<strong>al</strong>e ma comunque serio ad assorbire situazioni <strong>di</strong> crisi presenti proprio in quell'area». Il riferimento<br />
è <strong>al</strong>la possibile riassunzione dei <strong>di</strong>pendenti delle ex fonderie Biasi. Il sottinteso è però che quello<br />
che va bene a Verona non è detto che c<strong>al</strong>zi pure a Treviso. «Ogni re<strong>al</strong>tà ha le sue specificità - sottolinea il segretario<br />
nazion<strong>al</strong>e della Liga Veneta - per cui ben venga una riflessione mirata <strong>al</strong>la situazione loc<strong>al</strong>e». Il rischio,<br />
tuttavia, è che la politica si attar<strong>di</strong> così tanto da farsi superare d<strong>al</strong>la re<strong>al</strong>tà. Loris Colomberotto, che insieme <strong>al</strong><br />
figlio Fabio e <strong>al</strong> socio Giuliano Gelain aveva proposto l'intervento <strong>di</strong> Vedelago, assiste stranito <strong>al</strong> <strong>di</strong>battito <strong>di</strong><br />
questi giorni: «Ma <strong>di</strong> cosa stanno parlando? Visto che la tiravano tanto per le lunghe, per il latte ho avviato una<br />
costruzione in un <strong>al</strong>tro punto <strong>di</strong> Barcon e per il macello ho in corso l'ampliamento nella mia sede <strong>di</strong> Moriago<br />
della Battaglia. La domanda per il nuovo polo sta ancora facendo il suo corso, ma per quanto mi riguarda su<br />
quel terreno possiamo anche continuare a coltivare mais e frumento».<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
28 luglio 2012<br />
IL SUPERMACELLO Caso Barcon <strong>al</strong> dunque<br />
In Provincia Pdl verso il no E il sì del Carroccio vacilla<br />
VEDELAGO - (M.F.) Il gruppo del Pdl in Provincia è pronto a voltare definitivamente le sp<strong>al</strong>le <strong>al</strong> progetto del<br />
nuovo inse<strong>di</strong>amento agro-industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Ai consiglieri il piano firmato da Colomberotto e RotoCart<br />
non piace per nulla: tutti si <strong>di</strong>cono per lo meno perplessi e gli amministratori che lavorano attorno a Vedelago,<br />
per <strong>di</strong> più, lo vedono come fumo negli occhi. Tanto che in una infuocata riunione andata in scena l'<strong>al</strong>tro ieri<br />
gli «azzurri» del Sant'Artemio sono usciti <strong>al</strong>lo scoperto facendo sentire le proprie ragioni <strong>al</strong>la Lega. È stato lunedì,<br />
nel corso della consueta verifica <strong>di</strong> maggioranza organizzata prima dell'inizio <strong>di</strong> ogni consiglio provinci<strong>al</strong>e.<br />
Poco importa che la seduta avesse <strong>al</strong>l'or<strong>di</strong>ne del giorno tutt'<strong>al</strong>tro: la questione Colomberotto-RotoCart<br />
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è <strong>di</strong>ventata incandescente, come <strong>di</strong>mostra il fatto che la giunta Quaggiotto abbia iniziato a perdere i pezzi, e<br />
va trattata quanto prima. Ovviamente con il placet dei segretari provinci<strong>al</strong>i, Fabio Chies per il Pdl e Giorgio<br />
Granello per la Lega, che ieri si sono ritrovati per fare il punto della situazione senza continuare a passarsi la<br />
patata bollente <strong>di</strong> mano in mano. Obiettivo: cercare <strong>di</strong> trovare una exit strategy capace <strong>di</strong> s<strong>al</strong>vare sia la capra<br />
che i cavoli, soprattutto dopo la gelida presa <strong>di</strong> posizione <strong>di</strong> Marino Zorzato, vice <strong>di</strong> Zaia, secondo cui il progetto<br />
«non solo non è in cantiere, ma neppure in officina». Perché se da una parte il Pdl già è pronto a bocciare<br />
il progetto, d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tro la Lega cerca <strong>di</strong> nascondere i m<strong>al</strong> <strong>di</strong> pancia e deve far rientrare Muraro, nelle ultime settimane<br />
andato da solo in avanscoperta per cercare <strong>di</strong> capire i margini dell'operazione. E la fine <strong>di</strong> questi movimenti<br />
dovrebbe coincidere con la fine delle <strong>di</strong>scussioni attorno <strong>al</strong> piano Colomberotto-RotoCart.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
Il Pdl ha deciso: non s’ha da fare<br />
Il superpolo <strong>di</strong> Barcon incassa pure il no del il Pdl provinci<strong>al</strong>e. Ed è un no definitivo e senza appello che toglie<br />
la poca terra rimasta sotto ai pie<strong>di</strong> del presidente Leonardo Muraro, sempre più solo a <strong>di</strong>fendere il progetto<br />
del sindaco leghista Paolo Quaggiotto. Giovedì sera i consiglieri e gli assessori provinci<strong>al</strong>i si sono riuniti. Sul<br />
tavolo l’operazione Barcon ovvero maxi macello Colomberotto e cartiera Rotocart previsti sugli 84 ettari a<br />
nord <strong>di</strong> via Terza Armata nella frazione <strong>di</strong> Vedelago. È stata una <strong>di</strong>scussione franca, conclusasi con una posizione<br />
unanime. Tutti d’accordo: il polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon non s’ha da fare. All’appello a inizio seduta<br />
hanno risposto tutti presenti. Al tavolo si sono seduti i cinque consiglieri provinci<strong>al</strong>i Roberto Fava, Franco<br />
Conte, Alessio De Mitri, Franco Bonesso e Mario Gabrielli e i tre assessori Michele No<strong>al</strong>, Eugenio Mazzocato<br />
e Floriano Zambon. Hanno v<strong>al</strong>utato tutte le carte dell’accordo <strong>di</strong> programma, pure la nuova documentazione<br />
prodotta e mandata in Regione e in Provincia d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto <strong>al</strong>l’insaputa della sua giunta e<br />
della sua maggioranza nel blitz <strong>di</strong> lunedì scorso. Gli azzurri hanno <strong>di</strong>battuto e quin<strong>di</strong> concluso con un documento<br />
unitario che boccia l’intera operazione. Di fatto hanno accolto e fatto proprie le perplessità espresse,<br />
con una lettera uffici<strong>al</strong>e <strong>al</strong> sindaco Quaggiotto, d<strong>al</strong> suo vice Marco Perin, d<strong>al</strong> suo assessore <strong>al</strong>l’urbanistica Cristina<br />
Andretta e d<strong>al</strong> suo consigliere <strong>di</strong> maggioranza Daniele Volpato, tutti ex Pdl. I tre amministratori vedelaghesi<br />
hanno riba<strong>di</strong>to la loro contrarietà <strong>al</strong>l’operazione. Colomberottoe Rotocart hanno recapitato in municipio,<br />
a Vedelago, lo scorso 12 luglio l’accordo <strong>di</strong> programma rivisto e corretto. Ma gli aggiustamenti fatti non rispecchiano<br />
le con<strong>di</strong>zioni poste nero su bianco d<strong>al</strong>la giunta Quaggiotto lo scorso gennaio. «Mancano le garanzie<br />
richieste», hanno osservato Perin. Andretta e Volpato, «Non possiamo dare il nostro via libera». Sulla<br />
loro stessa lunghezza d’onda consiglieri e assessori provinci<strong>al</strong>i e pure il coor<strong>di</strong>natore del Pdl <strong>di</strong> Marca, Fabio<br />
Chies. Nelle scorse settimane si era espresso anche il Popolo della libertà loc<strong>al</strong>e, riunito da Mario Frasson. A<br />
un documento uffici<strong>al</strong>e, poi spe<strong>di</strong>to a Treviso e Venezia, ha affidato tutti i dubbi sull’operazione, minando le<br />
fondamenta dell’accordo <strong>di</strong> programma sponsorizzato da Quaggiotto e Muraro. S<strong>al</strong>ta tutto? I numeri non ci<br />
sono più: nè in Comune, nè in Provincia. Il Pdl scava il fossato ed è inv<strong>al</strong>icabile. Nei prossimi giorni verrà reso<br />
pubblico il documento, uscito d<strong>al</strong> <strong>di</strong>battito <strong>di</strong> giovedì sera . La sostanza è già chiara: quel progetto non va,<br />
s<strong>al</strong>va la campagna che fu dei Pola? (a.d.m.)<br />
Barcon, la Lega frena: Muraro è isolato<br />
Sorpresa: la Lega frena sull’operazione Barcon, il superpolo (macello e cartiera) che l’impren<strong>di</strong>tore Colomberotto<br />
vuole re<strong>al</strong>izzare fra la Pedemontana e la Castellana. Un summit leghista a S.Artemio, convocato d<strong>al</strong> capogruppo<br />
Fabio Ceccato ha fatto emergere un nuovo orientamento, decisamente poco favorevole <strong>al</strong> progetto,<br />
da parte del Carroccio: <strong>al</strong> punto che il presidente Muraro, ha scoperto <strong>di</strong> essere fra i pochi a sostenere con<br />
convinzione il progetto. Fortemente voluto d<strong>al</strong> sindaco leghista <strong>di</strong> Vedelago, Paolo Quaggiotto, che aveva<br />
scatenato le reazioni <strong>di</strong> comitati, ambient<strong>al</strong>isti e delle associazioni che <strong>di</strong>fendono il territorio. Contrario <strong>al</strong> progetto<br />
anche il centrosinistra. La Lega, per quanto spaccata a Vedelago, in un primo momento, aveva appoggiato<br />
l’operazione, soprattutto in virtù delle ricadute occupazion<strong>al</strong>i. Ma negli ultimi giorni qu<strong>al</strong>cosa è maturato<br />
a livello politico: «c’è in atto una riflessione profonda – <strong>di</strong>ce un consigliere provinci<strong>al</strong>e leghista, che preferisce<br />
non esporsi e che comunque resta fedele <strong>al</strong>l’operazione – più <strong>di</strong> uno si chiede se il gioco v<strong>al</strong>ga la candela,<br />
tanto più che <strong>al</strong>lo stato attu<strong>al</strong>e an<strong>di</strong>amo a forzare il Ptcp (piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e) che<br />
abbiamo approvato a suo tempo». Ma che ci sia più <strong>di</strong> una riflessione lo <strong>di</strong>ce un <strong>al</strong>tro consigliere: «Mi sembra<br />
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<strong>di</strong>fficile, con questi orientamenti, che l’operazione possa venire approvata in aula» Già, perché dopo il comune<br />
<strong>di</strong> Vedelago che ha appena inviato a Venezia il documento con cui approva il progetto, ora tocca <strong>al</strong>la Provincia<br />
esprimersi , con an<strong>al</strong>oga delibera. Ma con il Pdl molto dubbiso e anzi orientato <strong>al</strong> no secco <strong>al</strong>l’intera operazione,<br />
e una Lega inquieta, dove trovare i voti per <strong>di</strong>re sì <strong>al</strong> «piano Colomberotto»? I bene informati <strong>di</strong>cono<br />
che Muraro abbia preso nota della frenata dei suoi, ma non voglia ancora né demordere, né arrendersi: l’operazione,<br />
uffici<strong>al</strong>mente, continua. Ha il sostegno ai piani <strong>al</strong>ti, d<strong>al</strong>la Regione? L’impressione però è che il partito,<br />
forse anche in vista delle prossima politiche, non sia più <strong>di</strong>sposto ad assumere il ruolo <strong>di</strong> primo p<strong>al</strong>a<strong>di</strong>no del<br />
superpolo dell’<strong>al</strong>levamento. Non a caso Giorgio Granello, il segretario provinci<strong>al</strong>e, aveva dare il primo avviso<br />
nei giorni scorsi: non si va a morire per Barcon, aveva detto sostanzi<strong>al</strong>mente. Un messaggio interpretato<br />
come l’ennesimo <strong>di</strong>stinguo fra caneriani e murariani, asse vittorioso <strong>al</strong> congresso provinci<strong>al</strong>e ma non automaticamente<br />
compatto e <strong>al</strong>l’unisono. C’è da stupirsi se l’impren<strong>di</strong>tore Colomberotto viene dato in «trasferimento»<br />
verso la Lombar<strong>di</strong>a, e in particolare la bassa Bresciana. Od<strong>di</strong>o, nella Lega aumentano i dubbi anche<br />
sull’operazione Ikea a Cas<strong>al</strong>e. Ma qui i tempi sono meno stringenti: se ne riparlerà.<br />
Il polo industri<strong>al</strong>e vicino <strong>al</strong>la Pedemontana<br />
L'arrivo del polo industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon garantirebbe benefici pubblici appetibili per le amministrazioni pubbliche:<br />
dai 18 milioni <strong>di</strong> euro per il casello della Pedemontana ai 6-7 milioni per la tangenzi<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Questi<br />
i numeri dell'operazione. Ridotta la superficie consumata d<strong>al</strong>l'intervento: si passa dagli inizi<strong>al</strong>i 700 mila<br />
metri quadri ai 550 mila della nuova proposta. Scure poi sulla perequazione: dai 19 milioni <strong>di</strong> euro <strong>di</strong> opere<br />
pubbliche offerte dai privati nella prima ipotesi <strong>di</strong> accordo ai 14 milioni dell’ultimo progetto.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
26 luglio 2012<br />
IL SINDACO<br />
Contro la fronda dei suoi assessori: «Ho i numeri per governare»<br />
VEDELAGO - Una delibera <strong>di</strong> giunta sul progetto Barcon dello scorso gennaio, siglata d<strong>al</strong> "sì" del gruppo Pdl<br />
(Perin, Andretta, Gazzola, Volpato) ad una con<strong>di</strong>zione. Che venissero prese in considerazione una serie <strong>di</strong><br />
osservazioni che il gruppo aveva elencato in un documento protocollato <strong>al</strong>la fine dello scorso anno. In una<br />
lettera <strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong> mercoledì scorso, il vicesindaco Marco Perin e due assessori Cristina Andretta e Renzo<br />
Franco, oltre <strong>al</strong> consigliere Daniele Volpato del gruppo, hanno contestato il sindaco: «A nostro avviso, - spiega<br />
Marco Perin, il vice sindaco - il progetto seppur ri<strong>di</strong>mensionato, sod<strong>di</strong>sfa solo gli impren<strong>di</strong>tori. La perequazione<br />
deve essere a favore del territorio. Parlo della circonv<strong>al</strong>lazione <strong>di</strong> Vedelago, la eliminazione del traffico a Barcon,<br />
la viabilità sulla provinci<strong>al</strong>e, non solo sul casello della Pedemontana che sod<strong>di</strong>sferebbe solo gli impren<strong>di</strong>tori».<br />
Una protesta che suona come un avvertimento. Gli accor<strong>di</strong>, in sostanza, si fanno prima che parta la Conferenza<br />
dei servizi.<br />
Il sindaco, Paolo Quaggiotto, fa capire che si sta lavorando per appianare le <strong>di</strong>vergenze. «A mio avviso, a <strong>di</strong>spetto<br />
<strong>di</strong> c<strong>al</strong>coli fatti anche sul sottoscritto, oggi ho 11 voti favorevoli. La certezza <strong>di</strong> avere la maggioranza lo<br />
si fa solo in consiglio Comun<strong>al</strong>e. Invece <strong>di</strong> tante chiacchere, chi vuole la mia testa faccia una autoconvocazione<br />
del consiglio comun<strong>al</strong>e e si faccia la conta. Ma non c'è coraggio <strong>di</strong> farla, proprio perché nessuno ha la certezza<br />
dei numeri».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
26 luglio 2012<br />
Operazione Barcon Blitz <strong>di</strong> Quaggiotto le carte in Regione<br />
Il sindaco manda a Venezia la documentazione richiesta E <strong>al</strong>lega una vecchia delibera <strong>di</strong> giunta <strong>al</strong>l’insaputa<br />
dei suoi<br />
VEDELAGO Nuovo colpo <strong>di</strong> scena nell’operazione Barcon. Il sindaco Paolo Quaggiotto <strong>al</strong>l’insaputa della sua<br />
giunta e della sua maggioranza ha inviato in Regione la documentazione sul polo agroindustri<strong>al</strong>e, rivista e<br />
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corretta dai proponenti Colomberotto e Rotocart. Lunedì scorso il blitz registrato nel protocollo del Comune.<br />
Verso Venezia e verso Treviso sono partite le nuove carte dell’accordo <strong>di</strong> programma, quelle chieste d<strong>al</strong> <strong>di</strong>rigente<br />
veneto Vincenzo Fabris con una lettera arrivata in municipio a Vedelago lo scorso 12 luglio. Paolo Quaggiotto<br />
non si fa trovare, ma gli atti parlano per lui. E sono inequivocabili. Lunedì mattina l’ufficio protocollo<br />
del Comune riceve e segna nell’apposito registro il deposito <strong>di</strong> un’integrazione <strong>al</strong>la documentazione già presentata<br />
su maxi macello e cartiera, previsti a nord <strong>di</strong> via Terza Armata sulla campagna che fu dei Pola. Le<br />
nuove carte, recapitate da Colomberotto e Rotocarta, riguardano una correzione dell’accordo sulla viabilità.<br />
Il numero con cui vengono registrate è il 14203. A stretto giro <strong>di</strong> posta un <strong>al</strong>tro importante atto viene segnato<br />
nel protocollo del Comune: con il numero 14205 viene registrata la lettera spe<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>rettamente d<strong>al</strong> sindaco<br />
a Regione e Provincia. Risponde <strong>al</strong>la missiva <strong>di</strong> Vincenzo Fabris. Non c’è ad accompagnarla una nuova delibera<br />
<strong>di</strong> giunta che <strong>di</strong>a il via libera <strong>al</strong>l’accordo rivisto, come auspicato dagli uffici region<strong>al</strong>i. Il sindaco glissa, anche<br />
perché i numeri e soprattutto i voti non sono d<strong>al</strong>la sua parte. Tre assessori e un consigliere della sua maggioranza<br />
si sono sfilati facendo s<strong>al</strong>tare il banco. Il vicesindaco Marco Perin, i colleghi <strong>di</strong> giunta Cristina Andretta<br />
e Renzo Franco e il consigliere ex Pdl Daniele Volpato hanno bocciato l’accordo <strong>di</strong> programma che prevede<br />
<strong>di</strong> trasformare 84 ettari <strong>di</strong> campagna in una voragine in cui accogliere una cartiera e il macello più grande<br />
d’Europa. Prima l’estrazione <strong>di</strong> ghiaia, oro bianco per i cavatori, e poi una colata <strong>di</strong> cemento a nascondere<br />
per sempre uno degli angoli più belli <strong>di</strong> campagna trevigiana. In cambio un casello della Pedemontana Veneta<br />
e una bretella per liberare Barcon dai camion. Troppo poco, secondo i <strong>di</strong>ssidenti, per giustificare l’interesse<br />
pubblico del progetto proposto d<strong>al</strong> re della carne Loris Colomberotto e d<strong>al</strong>l’impren<strong>di</strong>tore Gelain della Rotocart.<br />
L’operazione, bocciata d<strong>al</strong>le opposizioni, è ora contestata pure da parte della squadra <strong>di</strong> governo. Quaggiotto<br />
per nascondere il <strong>di</strong>ssenso dei suoi avrebbe inviato in Regione una delibera <strong>di</strong> giunta dello scorso gennaio<br />
con cui si con<strong>di</strong>zionava il sì <strong>al</strong>l’operazione con la richiesta <strong>di</strong> garanzie non ancora fornite dai proponenti.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
25 luglio 2012<br />
Barcon, due assessori scaricano Quaggiotto<br />
Lettera <strong>di</strong> fuoco del vicesindaco Perin e della collega <strong>di</strong> giunta Andretta «Non ci sono le con<strong>di</strong>zioni richieste:<br />
il nuovo progetto non è accoglibile»<br />
VEDELAGO Si prospettava il classico blitz d’agosto: un consiglio comun<strong>al</strong>e veloce mentre fuori picchiava il<br />
solleone, una maggioranza granitica e uno scontato via libera <strong>al</strong> polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, nel progetto<br />
rivisto e corretto dai proponenti Colomberotto e Gelain. Ma a sbarrare il passo <strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto,<br />
gran sostenitore dell’accordo <strong>di</strong> programma, si è messo prima l’assessore <strong>al</strong>la sicurezza: il segretario del Carroccio<br />
loc<strong>al</strong>e, Renzo Franco. E poi, con una lettera <strong>di</strong> fuoco, protocollata in municipio lo scorso 18 luglio, ecco<br />
schierarsi per il no il vicesindaco Marco Perin, l’assessore <strong>al</strong>l’urbanistica Cristina Andretta e il consigliere <strong>di</strong><br />
maggioranza Daniele Volpato, tutti ex Pdl. Una presa <strong>di</strong> posizione precisa, messa indelebilmente nero su<br />
bianco: «Non riteniamo accoglibile il nuovo progetto <strong>di</strong> Barcon in quanto le con<strong>di</strong>zioni non sono sod<strong>di</strong>sfacenti».<br />
I tre scrivono a Paolo Quaggiotto ed è una lettera che fa davvero tremare il p<strong>al</strong>azzo comun<strong>al</strong>e. Anche<br />
perché, con il loro stop <strong>al</strong> progetto, <strong>al</strong> sindaco viene definitivamente a mancare la maggioranza richiesta d<strong>al</strong>la<br />
Regione per prendere in considerazione l’interesse veneto <strong>al</strong>l’operazione. Dato che la matematica non è<br />
un’opinione, i conti sono presto fatti: i contrari a maxi macello, cantiera e relativa escavazione a nord <strong>di</strong> via<br />
Terza Armata s<strong>al</strong>gono a 12 ( i 4 della Lista Bor<strong>di</strong>gnon, i 3 <strong>di</strong> Primavera civica, l’in<strong>di</strong>pendente W<strong>al</strong>ter Santin, i<br />
3 assessori e il consigliere <strong>di</strong> maggioranza). Quaggiotto può contare solo su 9 voti: in consiglio vince il fronte<br />
del no. «Il nuovo elaborato», motivano <strong>al</strong> sindaco la loro scelta Andretta, Perin e Volpato, «non considera<br />
quanto da noi deliberato lo scorso gennaio». Allora la giunta aveva posto ai privati promotori dell’iniziativa<br />
sei con<strong>di</strong>zioni. Ma le nuove carte, <strong>al</strong>lungate da Quaggiotto ai suoi assessori <strong>al</strong> termine della riunione <strong>di</strong> giunta<br />
dello scorso 12 luglio, non rispettano le richieste. «Nonostante i privati <strong>di</strong>ano verb<strong>al</strong>mente garanzie <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità<br />
ad accogliere le nostre istanze, una volta che il progetto avrà un primo via libera, e quin<strong>di</strong> a compiere<br />
opere <strong>di</strong> miglioramento del territorio», sottolineano i tre “<strong>di</strong>ssidenti”, «siamo portati, visto il nostro ruolo <strong>di</strong><br />
amministratori, a pensare e a <strong>di</strong>re che, con così tanto tempo a <strong>di</strong>sposizione, t<strong>al</strong>i con<strong>di</strong>zioni risultino, per le<br />
aziende proponenti, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile attuazione. Per noi, dunque, è no».<br />
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Il presidente Muraro tratta, riunione della maggioranza il 31<br />
In provincia<br />
L’operazione Barcon tiene banco anche dentro e fuori d<strong>al</strong> p<strong>al</strong>azzo della Provincia. Il presidente Leonardo Muraro,<br />
vicino <strong>al</strong>la posizione del sindaco Paolo Quaggiotto, fa pressing sui suoi e vorrebbe a tutti i costi portare<br />
il polo agroindustr<strong>al</strong>e <strong>di</strong> via Terza Armata <strong>al</strong>l’or<strong>di</strong>ne del giorno della riunione <strong>di</strong> maggioranza, convocata per il<br />
31 luglio per dare il via libera <strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong> programma. Non ha mai fatto mistero della sua posizione <strong>di</strong>fendendola<br />
come precisa volontà <strong>di</strong> dare un’opportunità occupazion<strong>al</strong>e in più - e non solo - <strong>al</strong>la Marca. Ma La<br />
Lega è spaccata: il segretario Giorgio Granello ha dettato la linea del no. Il Pdl si professa assolutamente contrario<br />
<strong>al</strong>l’operazione. Non manca il <strong>di</strong>battito, ma i più sono intenzionati a bloccare il tutto, opponendosi <strong>al</strong>l’inserimento<br />
dell’argomento tra i punti da <strong>di</strong>scutere nel prossimo consiglio provinci<strong>al</strong>e.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
22 luglio 2012<br />
IL CASO<br />
Bavaglio a Pieve: mai più con la Lega<br />
PIEVE DI SOLIGO - (pc<strong>al</strong>) «Leghista da sempre ma ora non più». Così si definisce Luciano Varago, sostenitore<br />
<strong>di</strong> Sernaglia, rimasto profondamente deluso perchè, in una serata organizzata per Flavio Tosi in un ristorante<br />
<strong>di</strong> Pieve <strong>di</strong> Soligo il 4 luglio scorso, gli è stato impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> parlare in pubblico. Avrebbe voluto chiedere, davanti<br />
<strong>al</strong> segretario nazion<strong>al</strong>e, perché la Lega è favorevole <strong>al</strong> mega-progetto <strong>di</strong> Barcon, 40 ettari <strong>di</strong> terreno sacrificati<br />
per un impianto industri<strong>al</strong>e; perché è stata concessa la presidenza del partito a Bossi dopo tutti gli scand<strong>al</strong>i<br />
che hanno travolto lui e la sua famiglia; perché i rappresentanti veneti e trevigiani a Roma e in via Bellerio<br />
non hanno mai avvertito che qu<strong>al</strong>cosa <strong>di</strong> marcio stesse nascendo nella Lega. Varago avrebbe voluto <strong>di</strong>rle in<br />
pubblico queste cose, ma non ha potuto farlo: «Quando ho chiesto <strong>al</strong> presentatore Alberto <strong>Villa</strong>nova se potevo<br />
leggere il <strong>di</strong>scorso -<strong>di</strong>ce- questi mi ha risposto in modo sgarbato <strong>di</strong>cendomi che nessuno poteva parlare».<br />
Un rifiuto paragonabile a un affronto t<strong>al</strong>e da voler abbandonare il Carroccio.<br />
VEDELAGO - (gv) «Stupefatti e in<strong>di</strong>gnati»: attacca così Fiorenza Morao, capogruppo <strong>di</strong> Primavera Civica in<br />
consiglio comun<strong>al</strong>e, dopo la scoperta della rimozione da parte del Comune, in tutte le sette frazioni, dei 42<br />
manifesti affissi, contro il progetto della Colomberotto <strong>di</strong> via 3. Armata a Barcon. «Viviamo ancora in un Paese<br />
democratico, dove la libertà <strong>di</strong> opinione, - sbotta – è sancita d<strong>al</strong>la Costituzione. Costituzione che il sindaco<br />
Paolo Quaggiotto consegna ogni anno agli studenti. O non l’ha mai letta, o l’ha letta e se l’è <strong>di</strong>menticata, oppure<br />
non la mette in pratica».<br />
"No <strong>al</strong> macello-cartiera-cava a Barcon. Il futuro ha bisogno <strong>di</strong> terra da coltivare, non <strong>di</strong> cemento": questo recitavano<br />
i manifesti che sono stati rimossi perché, è la spiegazione uffici<strong>al</strong>e, "potevano provocare <strong>di</strong>strazione<br />
agli utenti della strada".<br />
Una scelta che non è andata giù a quelli che contro il nuovo inse<strong>di</strong>amento progettato <strong>al</strong> Barcon hanno iniziato<br />
una vera e propria campagna a favore dell’ambiente.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
19 luglio 2012<br />
Operazione Barcon l’assessore Franco escluso d<strong>al</strong> summit<br />
Verifica <strong>di</strong> maggioranza ma il segretario della Lega non c’è Ieri sera nuova riunione <strong>di</strong> giunta convocata da<br />
Quaggiotto<br />
VEDELAGO Renzo Franco escluso d<strong>al</strong> summit <strong>di</strong> maggioranza. Spaccatura sempre più profonda nella giunta<br />
guidata d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto. Martedì sera nel vertice della maggioranza <strong>di</strong> centrodestra (un preconsiglio)<br />
l'assessore <strong>al</strong>la sicurezza nonchè segretario loc<strong>al</strong>e del Carroccio non è stato convocato. Si parlava<br />
<strong>di</strong> Barcon. Bocche cucite da parte dei partecipanti, ma in<strong>di</strong>screzioni vogliono che qu<strong>al</strong>cuno dei presenti abbia<br />
tirato fuori d<strong>al</strong> cilindro una soluzione s<strong>al</strong>va-Quaggiotto. Ovvero una variazione <strong>al</strong> progetto da presentare in<br />
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Regione su cui si cerca <strong>di</strong> far convergere i <strong>di</strong>ssidenti: oltre a Franco gli assessori Marco Perin e Cristina Andretta.<br />
Il sindaco Quaggiotto resta pronto a ritirare le deleghe <strong>al</strong> segretario della Lega loc<strong>al</strong>e, ma poi vuole il conseso<br />
unanime della giunta sull’accordo per il polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Franco ha chiesto pubblicamente una<br />
consultazione referendaria sull’operazione firmata Colomberotto e Rotocart. Una consultazione democratica<br />
chiesta da più parti, ma che il primo citta<strong>di</strong>no non vuole. Franco aveva chiesto <strong>di</strong> fare la consultazione anche<br />
in sede <strong>di</strong> giunta qu<strong>al</strong>che giorno fa. Il sindaco gli ha risposto domandando <strong>al</strong> segretario comun<strong>al</strong>e Paolo Spadetto<br />
<strong>di</strong> preparare il provve<strong>di</strong>mento per il ritiro delle deleghe. Martedì sera Franco è stato escluso d<strong>al</strong> vertice<br />
<strong>di</strong> maggioranza convocato proprio sul tema Barcon. Quaggiotto vuole andare avanti a ogni costo. La Regione<br />
Veneto qu<strong>al</strong>che giorno fa con lettera del <strong>di</strong>rigente Vincenzo Fabris ha chiesto <strong>al</strong> Comune le carte del nuovo<br />
progetto Barcon. Progetto revisionato nel qu<strong>al</strong>e viene ridotta la superficie e<strong>di</strong>ficabile da 700 mila mq a 550<br />
mila mq. Altro taglio riguarda la perequazione prevista inizi<strong>al</strong>mente in 19 milioni <strong>di</strong> opere pubbliche offerte<br />
dai privati e ridotta a 14 milioni. Il progetto è stato presentato in giunta da Quaggiotto la scorsa settimana.<br />
Nella seduta nella qu<strong>al</strong>e Franco ha chiesto il referendum e in cui il sindaco ha invece invitato il segretario comun<strong>al</strong>e<br />
a preparare il decreto <strong>di</strong> ritiro delle deleghe <strong>al</strong>lo stesso Franco. Ieri sera <strong>al</strong>tra seduta <strong>di</strong> giunta convocata<br />
<strong>al</strong>le 18.30, dove però il progetto Barcon non compariva <strong>al</strong>l'or<strong>di</strong>ne del giorno. Franco è stato convocato, ma<br />
non ha voluto presentarsi. Insomma la giunta trab<strong>al</strong>la e la crisi è sempre più profonda. Vacillano le posizioni<br />
dei due componenti ex Pdl Marco Perin e Cristina Andretta, che su Barcon avevano già espresso grossi dubbi.<br />
La partita decisiva si gioca in queste ore. Sul versante degli oppositori <strong>al</strong> progetto invece prosegue la battaglia<br />
contro il maxi polo industri<strong>al</strong>e. Nei giorni scorsi Primavera Civica e il Comitato Barcon Viva denunciavano la<br />
rimozione forzata dei manifesti anti Barcon avvenuta a opera della polizia loc<strong>al</strong>e su mandato del sindaco<br />
Quaggiotto.<br />
Seimila firme contro cartiera e macello<br />
la mobilitazione<br />
Un maxi macello e una cartiera nelle campagne a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. Il no <strong>al</strong> progetto <strong>di</strong> Barcon presentato<br />
da Colomberotto e Rotocart è arrivato non solo da 6 mila citta<strong>di</strong>ni che hanno firmato la petizione<br />
contro, ma anche da tantissime associazioni <strong>di</strong> categoria. Il Comitato spontaneo Barcon Viva, Primavera Civica<br />
e la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> da mesi ormai si sono attivate per bloccare il progetto.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
18 luglio 2012<br />
Barcon, via i cartelli del No «Distraggono chi guida»<br />
Il sindaco Quaggiotto ha già fatto rimuovere dai vigili 42 manifesti <strong>di</strong> protesta opposizione <strong>al</strong>l’attacco: «Democrazia<br />
c<strong>al</strong>pestata, s<strong>al</strong>vate le affissioni del Sì»<br />
VEDELAGO Il sindaco fa rimuovere i manifesti del «No <strong>al</strong> progetto Barcon», scoppia la polemica. Il fatto accade<br />
proprio nei giorni in cui la giunta è stata chiamata d<strong>al</strong>la Regione Veneto a pronunciarsi uffici<strong>al</strong>mente sul progetto.<br />
Qu<strong>al</strong>che giorno fa gli agenti della polizia loc<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago hanno ricevuto l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> staccare tutti i<br />
manifesti affissi a Vedelago e in tutte le sei frazioni del Comune. Sono in tutto 42 i manifesti staccati. «NO<br />
macello! Cartiera! Cava! a Barcon. Il futuro ha bisogno <strong>di</strong> terra da coltivare….. non <strong>di</strong> cemento». Questa la<br />
scritta riportata sulle locan<strong>di</strong>ne assieme ai nomi <strong>di</strong> tutti coloro che sono contrari a quell’inse<strong>di</strong>amento industri<strong>al</strong>e.<br />
Le associazioni <strong>di</strong> agricoltori, artigiani, commercianti, sindacati oltre a 6000 citta<strong>di</strong>ni che hanno firmato<br />
le cartoline del «No a Barcon» consegnate <strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong> Vedelago Paolo Quaggiotto e <strong>al</strong> presidente della Provincia<br />
<strong>di</strong> Treviso Leonardo Muraro. Ma su questo episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong>vampa la polemica. Primavera Civica, gruppo <strong>di</strong><br />
opposizione <strong>al</strong>la maggioranza che fin d<strong>al</strong>l'inizio si è battuto contro il progetto Barcon, attacca. «Questa azione<br />
ci ha lasciati stupefatti e in<strong>di</strong>gnati», spiega il capogruppo Fiorenza Morao, «<strong>fino</strong> a prova contraria in It<strong>al</strong>ia viviamo<br />
ancora in un paese democratico dove la libertà <strong>di</strong> opinione è sancita d<strong>al</strong>la Costituzione. Il sindaco<br />
Quaggiotto non può dare l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> cancellare tutto quello che gli dà fasti<strong>di</strong>o invocando un supposto “<strong>di</strong>sagio<br />
o <strong>di</strong>strazione agli utenti della strada” appellandosi ad una interpretazione soggettiva <strong>di</strong> un regolamento comun<strong>al</strong>e<br />
sulla pubblicità, per<strong>al</strong>tro lacunoso. Faccio notare che la polizia loc<strong>al</strong>e ha tolto i manifesti con il «no»<br />
<strong>al</strong> polo industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, lasciando appesi i manifesti <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre iniziative affissi a fianco. Sono stati tolti i<br />
manifesti appesi in luoghi privati, forniti <strong>di</strong> permesso e <strong>di</strong> timbro della società <strong>di</strong> affissione, ma non sono stati<br />
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tolti i manifesti con il «SI a Barcon» che fanno ancora bella mostra <strong>di</strong> sé in molti sottopassi e pensiline. Faccio<br />
notare che l’affissione <strong>di</strong> manifesti e locan<strong>di</strong>ne è sempre avvenuto negli spazi “abitu<strong>al</strong>i”da quando esiste questo<br />
tipo <strong>di</strong> pubblicità, cioè <strong>al</strong>meno da 25 anni e forse più. Se questo tipo <strong>di</strong> affissione porta “<strong>di</strong>strazione” per<br />
gli automobilisti, <strong>al</strong>lora io chiedo che ci sia una regola ugu<strong>al</strong>e per tutti, senza <strong>di</strong>scriminare nessuno». Critico<br />
anche il Comitato spontaneo «Barcon Viva». «Una scelta singolare quella del sindaco», <strong>di</strong>ce il portavoce Ermes<br />
Dondoni, «sono stati tolti solo i manifesti del No, affissi regolarmente. S<strong>al</strong>vi quelli del sì. Il sindaco vuole mettere<br />
a tacere chi la pensa <strong>di</strong>versamente da lui».<br />
Oggi l’incontro decisivo della giunta<br />
Vedelago: maggioranza spaccata<br />
Si incontreranno oggi i componenti della giunta per decidere sulla questione Barcon. La Regione ha chiesto<br />
<strong>al</strong>la giunta un pronunciamento uffici<strong>al</strong>e. E su questo tema si rischia la crisi. Il sindaco Paolo Quaggiotto, princip<strong>al</strong>e<br />
sostenitore politico del progetto, potrebbe trovarsi in minoranza. L'assessore Renzo Franco, in quota<br />
Lega Nord come Quaggiotto, ha chiesto il referendum popolare: e rischia il ritiro delle deleghe. Il vice sindaco<br />
Marco Perin e l'assessore <strong>al</strong>l'urbanistica Cristina Andretta (ex Pdl, ora in<strong>di</strong>pendenti) sono pronti a dare<br />
battaglia.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
17 luglio 2012<br />
CRISI DI GIUNTA<br />
Barcon, il sindaco convoca la maggioranza<br />
VEDELAGO Stasera una riunione della maggioranza, domani il summit con la giunta ed entro metà agosto<br />
la convocazione del consiglio comun<strong>al</strong>e. Il sindaco Paolo Quaggiotto prova a serrare le file dopo l’infuocato<br />
incontro con gli assessori <strong>di</strong> giovedì scorso in cui ha minacciato il licenziamento <strong>di</strong> Renzo Franco, contrario<br />
<strong>al</strong>l’operazione Barcon. «Nuovo accordo su macello e cartiera? Non ne abbiamo parlato», nega l’evidenza, «Del<br />
resto sull’operazione la giunta si è già espressa con due <strong>di</strong>stinti provve<strong>di</strong>menti». E la lettera del <strong>di</strong>rigente region<strong>al</strong>e<br />
arrivata proprio giovedì in municipio con la richiesta <strong>di</strong> ulteriore documentazione sul polo agroindustri<strong>al</strong>e<br />
previsto nella campagna a nord <strong>di</strong> via Terza Armata? Il sindaco leghista glissa, preferisce parlare <strong>di</strong><br />
bilancio consuntivo. «Ci ritroviamo stasera per s<strong>al</strong>utarci prima delle ferie», svicola, «Ora abbiamo <strong>al</strong>tro <strong>di</strong> cui<br />
occuparci». Eppure l’operazione Barcon accende - e non poco - gli animi. In giunta se il sindaco confermerà il<br />
ritiro delle deleghe a Franco <strong>al</strong>tri due sono pronti a fare le v<strong>al</strong>igie: il vicesindaco Marco Perin e l’assessore <strong>al</strong>l’urbanistica<br />
Cristina Andretta. «La maggioranza» chiude Quaggiotto, «È con me».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
15 luglio 2012<br />
Barcon, la giunta trema Quaggiotto caccia Franco<br />
VEDELAGO Mezzogiorno <strong>di</strong> fuoco giovedì nella s<strong>al</strong>a giunta del municipio. A fine riunione e con un fuori programma<br />
rispetto <strong>al</strong>l’or<strong>di</strong>ne del giorno, il sindaco Paolo Quaggiotto ha consegnato ai suoi assessori le carte<br />
del nuovo progetto del polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Quelle chieste d<strong>al</strong> <strong>di</strong>rigente region<strong>al</strong>e Vincenzo Fabris<br />
con lettera arrivata a Vedelago qu<strong>al</strong>che ora prima dell’incontro <strong>di</strong> giunta e che dovranno essere inviate a Venezia<br />
entro trenta giorni per garantire la continuazione della proceduta per il via libera <strong>al</strong> maxi macello Colomberotto<br />
e <strong>al</strong>la cartiera Rotocart, a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. Un m<strong>al</strong>loppo con i nuovi numeri<br />
dell’operazione. Ridotta la superficie consumata d<strong>al</strong>l’intervento: si passa dagli inizi<strong>al</strong>i 700 mila metri quadri<br />
ai 550 mila della nuova proposta. Un taglio netto <strong>al</strong>l’e<strong>di</strong>ficabile e soprattutto scure sulla perequazione: dai<br />
19 milioni <strong>di</strong> euro <strong>di</strong> opere pubbliche offerte dai privati nella prima ipotesi <strong>di</strong> accordo ai 14 milioni del progetto<br />
rivisto e corretto. Il sindaco ha informato rapidamente i suoi rinviando <strong>di</strong>scussione e approvazione <strong>al</strong>la prossima<br />
giunta convocata per mercoledì prossimo. E qui il colpo <strong>di</strong> scena. L’assessore <strong>al</strong>la sicurezza nonchè segretario<br />
loc<strong>al</strong>e del Carroccio, Renzo Franco, ha annunciato: «Su questa operazione ho già espresso tutte le<br />
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mie perplessità e ho chiesto il ricorso <strong>al</strong>la consultazione popolare. Non sono incoerente e non torno sui miei<br />
passi. Per me non se ne fa nulla senza sentire la gente». La <strong>di</strong>chiarazione ha mandato su tutte le furie il sindaco<br />
Quaggiotto. Non si aspettava una presa <strong>di</strong> posizione così decisa, «non da chi lavora con me da due<br />
anni e ha con<strong>di</strong>viso il mio programam elettor<strong>al</strong>e». «Prepari il decreto <strong>di</strong> ritiro delle deleghe <strong>al</strong>l’assessore Renzo»,<br />
ha or<strong>di</strong>nato Quaggiotto <strong>al</strong> segretario gener<strong>al</strong>e Paolo Spadetto. Il leghista Franco fuori d<strong>al</strong>la giunta per il no a<br />
Barcon? Ma le sorprese non sono finite. All’annuncio <strong>di</strong> Quaggiotto sono scattati - e non certo sull’attenti -<br />
anche il vicesindaco Marco Perin e l’assessore <strong>al</strong>l’urbanistica Cristina Andretta, un tempo tessera Pdl e ora<br />
liberi battitori. Hanno preso le <strong>di</strong>fese del segretario del Carroccio, con<strong>di</strong>videndo il suo <strong>di</strong>ssenso <strong>al</strong>l’operazione<br />
Barcon. Per la serie: «Se cacci lui, devi <strong>al</strong>lontanare anche noi. La nuova proposta non accoglie <strong>al</strong>cuna delle<br />
con<strong>di</strong>zioni che avevamo posto per dare il nostro sì». È crisi <strong>di</strong> giunta. La Lega loc<strong>al</strong>e e provinci<strong>al</strong>e con il segretario<br />
Giorgio Granello si schiera con l’assessore Franco e annuncia provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>sciplinari contro il sindaco<br />
se non farà <strong>di</strong>etrofront. Giorni <strong>di</strong> fuoco da qui a mercoledì.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
8 luglio 2012<br />
S<strong>al</strong>do <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro prossimo <strong>al</strong>lo zero. Non basta. C’è anche il casello sulla Pedemontana: utile solo <strong>al</strong><br />
mega polo industri<strong>al</strong>e e non ai citta<strong>di</strong>ni. Questi i punti con cui la fondazione a tutela del paesaggio “<strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>”<br />
<strong>di</strong> Fanzolo motiva la mancanza <strong>di</strong> pubblica utilità del macello/cartiera <strong>di</strong> Barcon. Progetto <strong>di</strong> Colomberotto e<br />
Rotocart, il tandem d’impresa potrebbe nei prossimi anni approdare nei campi della piccola frazione <strong>di</strong> Vedelago<br />
e occupare un’area pari <strong>al</strong> centro storico <strong>di</strong> Treviso o, se si preferisce, ugu<strong>al</strong>e a 120 campi <strong>di</strong> San Siro<br />
messi assieme. Della questione si è parlato venerdì sera, <strong>al</strong>l’au<strong>di</strong>torium del collegio Pio X <strong>di</strong> Treviso, nel corso<br />
dell’incontro organizzato d<strong>al</strong>l’Anpi e da It<strong>al</strong>ia Nostra d<strong>al</strong> titolo “Beni comuni <strong>di</strong>ritti… e Costituzione!”. Presenti<br />
i comitati ambient<strong>al</strong>isti trevigiani. Per la fondazione <strong>di</strong> Fanzolo c’era l’architetto Enzo Bergamin. In <strong>di</strong>stribuzione<br />
anche un dossier <strong>di</strong>vulgativo sul progetto <strong>di</strong> Barcon, re<strong>al</strong>izzato proprio d<strong>al</strong>la fondazione, che risponde colpo<br />
su colpo a chi vede nel progetto <strong>di</strong> Barcon un’utilità pubblica: in primis il presidente della Provincia, Leonardo<br />
Muraro, che da <strong>al</strong>cuni mesi sembra essere il primo testimoni<strong>al</strong> in favore dell’apertura del polo industri<strong>al</strong>e.<br />
Poco sembra contare, ora, che un paio d’anni fa la Provincia, guidata d<strong>al</strong>lo stesso presidente, si fosse <strong>di</strong>chiarata<br />
più che scettica a riguardo. La fondazione, infatti, sottolinea come <strong>al</strong>l’epoca l’ente avesse messo in evidenza,<br />
fra le <strong>al</strong>tre cose, il contrasto con il piano urbanistico della Marca e l’interferenza con la rete dei corridoi ecologici.<br />
Ora invece l’opinione sembra <strong>di</strong>versa. Fra le ragioni portate da Muraro a favore <strong>di</strong> Barcon c’è soprattutto la<br />
creazione <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro. «Ma a Barcon il s<strong>al</strong>do occupazione è quasi zero», si legge nel libretto della fondazione,<br />
«<strong>al</strong>l’inizio si è parlato <strong>di</strong> 600 posti <strong>di</strong> lavoro. Ma stu<strong>di</strong> specifici sul tema parlano <strong>di</strong> profession<strong>al</strong>ità <strong>di</strong><br />
<strong>al</strong>to livello, ossia 15-20 figure speci<strong>al</strong>istiche». Sul caso interviene anche l’Udc: «Pren<strong>di</strong>amo atto con sod<strong>di</strong>sfazione<br />
della decisione saggia dei coor<strong>di</strong>natori del Pdl dell'area <strong>di</strong> opporsi <strong>al</strong> "mostro" che il presidente della<br />
Provincia vorrebbe a Barcon. Considerata la presa <strong>di</strong> posizione dei rappresentanti territori<strong>al</strong>i, ci aspettiamo<br />
ora che assessori e consiglieri provinci<strong>al</strong>i del Popolo della Libertà ne traggano le dovute conseguenze e aprano<br />
una <strong>di</strong>scussione seria con i loro <strong>al</strong>leati leghisti <strong>al</strong> S. Artemio perché, in rispetto del Ptcp, si facciano gli interessi<br />
della comunità e non dei mpoteri forti economici»: lo scrivono, in una nota, Gianna G<strong>al</strong>zignato, segretario<br />
provinci<strong>al</strong>e dell'Unione <strong>di</strong> Centro, e Fiorenzo Silvestri, capogruppo in consiglio provinci<strong>al</strong>e dell’Udc.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
6 luglio 2012<br />
Macello a Barcon, il Pdl <strong>di</strong>ce no<br />
VEDELAGO Il maxi macello Colomberotto e la cartiera Rotocart, che dovrebbero coprire la campagna a nord<br />
<strong>di</strong> via Terza Armata a Barcon, incassano il no deciso dei coor<strong>di</strong>natori loc<strong>al</strong>i del Pdl. Da Montebelluna a Resana<br />
passando per Trevignano, Caerano, Altivole, Riese, Castelfranco e Vedelago, il Popolo della libertà boccia unanime<br />
e senza possibilità d’appello il polo agroindustri<strong>al</strong>e. E il sindaco leghista Paolo Quaggiotto e il presidente<br />
della Provincia Leonardo Muraro, suo collega <strong>di</strong> partito, restano sempre più soli a <strong>di</strong>fendere la bontà dell’ac-<br />
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cordo <strong>di</strong> programma, da mesi <strong>al</strong> centro del <strong>di</strong>battito e della mobilitazione popolare. In un summit tenutosi a<br />
Vedelago lo scorso 27 giugno, il coor<strong>di</strong>natore del Pdl <strong>di</strong> casa, Remigio Parisotto, ha illustrato il progetto Barcon<br />
ai colleghi dei sette comuni interessati d<strong>al</strong> relativo sviluppo viabilistico. Al termine della sua relazione c’è stato<br />
il <strong>di</strong>battito e dunque è arrivata la presa <strong>di</strong> posizione unanime. «Tutti i coor<strong>di</strong>natori», sintetizza Parisotto, «hanno<br />
riba<strong>di</strong>to la contrarietà <strong>al</strong> progetto». E poi hanno dato peso <strong>al</strong> loro no motivandolo con quattro argomenti. Il<br />
primo: «Il progetto <strong>di</strong> Barcon è in contrasto aperto con il piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e che<br />
non prevede la creazione <strong>di</strong> nuove aree industri<strong>al</strong>i, anzi». Il secondo: «Non è accettabile quanto <strong>di</strong>chiarato<br />
circa l’assunzione <strong>di</strong> manodopera (seicento nuovi posti <strong>di</strong> lavoro previsti sulla carta): nel nuovo inse<strong>di</strong>amento<br />
agroindustri<strong>al</strong>e verranno trasferiti lavoratori da <strong>al</strong>tri siti produttivi». Il terzo: «L’area, ex campagna dei Pola, va<br />
v<strong>al</strong>orizzata soprattutto d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista agricolo». Il quarto: «Di fronte ai ragionamenti economici che <strong>di</strong>cono<br />
che il nostro futuro è nel terziario, nella v<strong>al</strong>orizzazione del territorio, nel turismo e nella cultura, il progetto<br />
Barcon prevede, invece, qu<strong>al</strong>e unico risultato certo la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> un’interessante area agricola». I coor<strong>di</strong>natori<br />
sottolineano la spaccatura del Carroccio sull’operazione testimoniata d<strong>al</strong>la presa <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza d<strong>al</strong> sì incon<strong>di</strong>zionato<br />
<strong>al</strong>l’accordo del segretario loc<strong>al</strong>e Renzo Franco e <strong>di</strong> quello provinci<strong>al</strong>e Giorgio Granello. «E ancora»,<br />
chiudono, «il previsto casello a Barcon della Pedemontana Veneta è un’opera assolutamente inutile. Meglio<br />
spingere sull’acceleratore per la re<strong>al</strong>izzazione della nuova strada provinci<strong>al</strong>e 19 e della tangenzi<strong>al</strong>e sud <strong>di</strong><br />
Montebelluna».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
5 luglio 2012<br />
Treni sostituiti da corriere I pendolari si ribellano<br />
Segn<strong>al</strong>azioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagi via mail a Laura Puppato che attacca la giunta Favero «Sindaco inerte, serve una reazione<br />
imme<strong>di</strong>ata: manifestiamo a Venezia»<br />
MONTEBELLUNA Pendolari in rivolta per ritar<strong>di</strong>, soppressioni, sostituzioni <strong>di</strong> treni con autocorse. Da Cornuda<br />
a Montebelluna fioccano le proteste per quanto sta accadendo sulla linea da e per Treviso-Venezia. Laura<br />
Puppato lancia ancora una volta l'<strong>al</strong>larme e accusa <strong>di</strong> inerzia la giunta comun<strong>al</strong>e. «Non possiamo pensare a<br />
un rilancio dell'economia del paese se non siamo in grado <strong>di</strong> garantire una mobilità interna efficiente, oltre<br />
che sostenibile, e non possiamo pensare a uno sviluppo sostenibile se i servizi pubblici non sono efficienti e<br />
siamo costretti a rivolgerci <strong>al</strong> mezzo privato. Non è possibile che per 50 chilometri ci si impieghi, quando va<br />
bene, due, tre ore», <strong>di</strong>ce Matteo Basso, pendolare <strong>di</strong> Maser, che ha mandato una mail <strong>al</strong>la Puppato dopo<br />
aver sperimentato i <strong>di</strong>sservizi sulla linea Venezia-Treviso-Montebelluna-Cornuda il 29 giugno e il 3 luglio.<br />
L'assessore region<strong>al</strong>e Chisso ha invitato la capogruppo region<strong>al</strong>e del Pd a v<strong>al</strong>utare nei prossimi giorni, assieme<br />
a lui e agli uffici tecnici, i nuovi orari che vuole mettere in funzione in Veneto dando <strong>al</strong>l'offerta un assetto<br />
circolare, ovvero più concentrato nel centro e meno via via che ci si <strong>al</strong>lontana d<strong>al</strong>le città metropolitane.<br />
«Farò quanto mi è possibile per far riprendere vita a un sistema m<strong>al</strong>ato», <strong>di</strong>ce Puppato, «ma intanto intere<br />
tratte stanno morendo nel silenzio o quasi delle amministrazioni loc<strong>al</strong>i competenti». Conseguente la reprimenda<br />
<strong>al</strong>l'amministrazione <strong>di</strong> Marzio Favero, che invita <strong>al</strong>meno a dare un segn<strong>al</strong>e forte con una manifestazione<br />
a Venezia. «Montebelluna, ovvero chi la governa o meglio dovrebbe governarla, è <strong>di</strong>venuta afona per<br />
tutto, per treni, tribun<strong>al</strong>e, circonv<strong>al</strong>lazione ormai morta e sepolta, per il rischio che il caso Barcon sta presentando<br />
per la nostra comunità», attacca Laura Puppato, «A <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> grande coerenza ed efficenza<br />
sono trascorsi 4 mesi d<strong>al</strong>la mia mozione sul caso Barcon ritirata con l'accordo <strong>di</strong> fare subito un or<strong>di</strong>ne del<br />
giorno da inviare in Regione con il nostro "no". Non ci siamo. Di parole non si vive ma si muore. La coerenza<br />
richiede lavoro conseguente che non vedo. Interesse per i problemi che vive la città ed efficienza sono parole<br />
sconosciute. Dopo la protesta che <strong>di</strong>laga ovunque per un sistema region<strong>al</strong>e sul trasporto pubblico da terzo<br />
mondo, spero si arrivi se non <strong>al</strong>tro, <strong>al</strong>la manifestazione p<strong>al</strong>ese in laguna». Riba<strong>di</strong>sce il suo impegno con «interrogazioni<br />
plurime e mozioni a richieste <strong>di</strong> <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> Chisso e revisione del contratto con Trenit<strong>al</strong>ia che,<br />
va detto, vede i peggiori parametri <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>ità d'It<strong>al</strong>ia e i minori costi per chilometro percorso con ovvie ripercussioni<br />
sull'utenza».<br />
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La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
3 luglio 2012<br />
Ikea e Barcon, scontro Zorzato-Muraro<br />
L’assessore region<strong>al</strong>e: «I progetti non sono in cantiere». Il presidente: «Rivedere il piano territori<strong>al</strong>e»<br />
La Regione gela i progetti <strong>di</strong> Barcon e Ikea a Cas<strong>al</strong>e, ossia i mega inse<strong>di</strong>amenti industri<strong>al</strong>i che da mesi ormai<br />
si trovano nel limbo. «Ne sento parlare da un pezzo e ormai sembra un grammofono con la puntina rovinata»,<br />
<strong>di</strong>ce il vicepresidente della Regione e assessore <strong>al</strong>la Pianificazione territori<strong>al</strong>e Marino Zorzato, «I due inse<strong>di</strong>amenti<br />
<strong>di</strong> cui si parla non sono in cantiere. Al massimo sono in officina». Insomma, sono ancora in <strong>al</strong>to mare.<br />
Secondo Zorzato, presente ieri <strong>al</strong> convegno sull’Area metropolitano policentrica veneta, occorre che vi sia il<br />
parere unanime <strong>di</strong> utilità sia da parte dei comuni che della Provincia. Con<strong>di</strong>visione che però è ben lontana<br />
d<strong>al</strong>l’essere re<strong>al</strong>tà. Sono note infatti le <strong>di</strong>visioni e le incertezze in seno <strong>al</strong>le giunte comun<strong>al</strong>i. Sono state più<br />
volte riba<strong>di</strong>te inoltre le opposizioni delle categorie commerci<strong>al</strong>i e sindac<strong>al</strong>i, preoccupate per l’impatto economico<br />
e ambient<strong>al</strong>e che la cartiera-macello <strong>di</strong> Barcon e il colosso del mobile low cost Ikea a Cas<strong>al</strong>e possono<br />
comportare. Insomma, la convergenza non c’è e la Regione lo sa. Il rischio però è che i promotori dei due<br />
progetti decidano <strong>di</strong> andare da qu<strong>al</strong>che <strong>al</strong>tra parte a produrre. L’<strong>al</strong>larme è stato lanciato solo un paio <strong>di</strong> settimane<br />
fa d<strong>al</strong> presidente della Provincia Leonardo Muraro che, parlando in particolare <strong>di</strong> Barcon, ha rivelato<br />
che Colomberotto e Rotocart starebbero prendendo in considerazione l’ipotesi <strong>di</strong> trasferire il polo industri<strong>al</strong>e<br />
in Austria, dove il terreno è gratuito e le autorizzazioni più facili. Insomma, la Provincia, a <strong>di</strong>fferenza della Regione,<br />
vorrebbe accelerare i tempi, per non perdere il beneficio pubblico dell’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> Vedelago (ossia<br />
la costruzione del casello sulla Pedemontana e la Tangenzi<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago) e nuovi posti <strong>di</strong> lavoro. E ieri il<br />
presidente ha rincarato la dose. «Dobbiamo avere il coraggio <strong>di</strong> rivedere il nostro Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />
provinci<strong>al</strong>e», <strong>di</strong>ce, «Siamo sicuri che un piano elaborato nel 2004, in pieno vigore produttivo ed<br />
economico, sia ancora adatto con la crisi in atto a dare risposte giuste <strong>al</strong> territorio? Ho <strong>al</strong>meno quattro richieste<br />
da parte <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori che hanno bisogno <strong>di</strong> spazi per <strong>al</strong>largare la propria attività. Vogliamo mantenere<br />
l’economia del nostro territorio o pensare solo <strong>al</strong> settore agro-<strong>al</strong>imentare che rappresenta il 20% della nostra<br />
economia?». Insomma, Muraro pensa ad <strong>al</strong>leggerire i vincoli del Ptcp per i nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi. Si<br />
<strong>di</strong>ce sicuro inoltre che questo possa andare <strong>di</strong> pari passo con la tutela del territorio.<br />
Il Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
Altro che un paio <strong>di</strong> deroghe <strong>al</strong> piano urbanistico della Provincia per far posto agli inse<strong>di</strong>amenti industri<strong>al</strong>i<br />
progettati da Colomberotto-RotoCart a Barcon <strong>di</strong> Vedelago e da Ikea a Cas<strong>al</strong>e sul Sile. Adesso in b<strong>al</strong>lo c'è<br />
tutto il piano approvato d<strong>al</strong> Sant'Artemio solo 4 anni fa che, per cercare <strong>di</strong> risollevare le sorti dell'impren<strong>di</strong>toria<br />
<strong>di</strong> casa nostra e rimettere in moto il settore dell'e<strong>di</strong>lizia, potrebbe essere rifatto praticamente da capo.<br />
Lo ha annunciato ieri Muraro a margine del convegno de<strong>di</strong>cato <strong>al</strong>l'area metropolitana organizzato nell'ex<br />
osped<strong>al</strong>e psichiatrico. «Oltre a Barcon e Cas<strong>al</strong>e, abbiamo <strong>al</strong>meno <strong>al</strong>tre quattro richieste avanzate da importanti<br />
impren<strong>di</strong>tori che hanno bisogno <strong>di</strong> spazi maggiori - annuncia il presidente - ora dobbiamo avere il coraggio<br />
<strong>di</strong> rivedere un piano concepito nel 2004, quando lo sviluppo della produzione era massimo, e che regola un<br />
territorio che nel frattempo ha visto profondamente mutate le con<strong>di</strong>zioni economiche e soci<strong>al</strong>i». Da chi arrivano<br />
le quattro nuove richieste? Per il momento resta top secret. Fatto sta che per il numero uno del Sant'Artemio<br />
è già arrivato il tempo <strong>di</strong> cambiare il piano urbanistico per consentire agli impren<strong>di</strong>tori trevigiani, a<br />
fronte <strong>di</strong> importanti benefici pubblici e <strong>di</strong> recuperi <strong>di</strong> zone industri<strong>al</strong>i <strong>di</strong>smesse, <strong>di</strong> non dover trasferirsi <strong>al</strong>l'estero<br />
per cercare possibilità d'espansione. «Oggi ci sono dei progetti assolutamente sostenibili a livello<br />
ambient<strong>al</strong>e - spiega Muraro - se si vuole sviluppare la produzione, facendo in modo che le aziende paghino<br />
qui le tasse, bisogna far delle concessioni e aprire a delle mo<strong>di</strong>fiche, <strong>al</strong>trimenti si dovrà ritarare il quadro socioeconomico<br />
<strong>di</strong> tutta la Marca: la scelta è tra queste due possibilità». Scelta tutt'<strong>al</strong>tro che facile, come <strong>di</strong>mostra<br />
il fatto che da parecchi mesi si <strong>di</strong>scute <strong>di</strong> Colomberotto-RotoCart e Ikea senza arrivare a una soluzione. Anzi,<br />
trattando i due progetti come una patata bollente. «Devono essere con<strong>di</strong>visi da tutti: d<strong>al</strong> Comune <strong>al</strong>la Provincia<br />
- chiude Marino Zorzato, vicepresidente della Regione - se non c'è con<strong>di</strong>visione non si fa nulla». Ma questo<br />
non era che l'inizio.<br />
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Il Gazzettino<br />
28 giugno 2012<br />
La Lega invoca il referendum per l’ampliamento del macello<br />
VEDELAGO - Inse<strong>di</strong>amento del Barcon, la Lega Nord mette i puntini sulle "I": «Come segretario comun<strong>al</strong>e<br />
della Lega Nord -scrive in una nota Renzo Franco- non posso che esprimere una netta contrarietà, maturata<br />
d<strong>al</strong>l’ascolto del crescente <strong>di</strong>sappunto della citta<strong>di</strong>nanza e dovuto a sua volta a una mancanza d’informazione<br />
in tutto il territorio comun<strong>al</strong>e. Questa mia contrarietà è in sintonia con le perplessità del segretario provinci<strong>al</strong>e<br />
Giorgio Granello, che ha sempre parlato della necessità <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzare un modello <strong>di</strong> sviluppo sostenibile in armonia<br />
con l’ambiente, con la qu<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> vita dei citta<strong>di</strong>ni e dell’importanza <strong>di</strong> un confronto con gli stessi, attraverso<br />
strumenti <strong>di</strong> democrazia partecipata come consultazioni popolari e referendum». Un’opposzione <strong>al</strong><br />
progetto che parte da lontano: «Granello -spiega ancora Renzo Franco- ha sempre espresso la propria contrarietà<br />
<strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un megaprogetto come quello <strong>di</strong> Barcon, in modo particolare <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione<br />
<strong>di</strong> una cartiera e ad ogni forma <strong>di</strong> escavazione ad essa collegata oltre <strong>al</strong> Farmer market, già per<strong>al</strong>tro cestinato<br />
rispetto <strong>al</strong> progetto inizi<strong>al</strong>e. Non possiamo <strong>di</strong>chiararci feder<strong>al</strong>isti e poi pretendere <strong>di</strong> c<strong>al</strong>are d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to progetti,<br />
non con<strong>di</strong>visi d<strong>al</strong>la maggior parte dei citta<strong>di</strong>ni, attraverso un centr<strong>al</strong>ismo politico che fa rimpiangere quello<br />
romano. Dobbiamo tornare a parlare con i nostri citta<strong>di</strong>ni attraverso un confronto costruttivo e la proposta <strong>di</strong><br />
un referendum consultivo va in questa <strong>di</strong>rezione. Qu<strong>al</strong>siasi <strong>di</strong>fformità d<strong>al</strong>la linea provinci<strong>al</strong>e -conclude il segretario<br />
comun<strong>al</strong>e- deve considerarsi espressa a titolo person<strong>al</strong>e e non conforme <strong>al</strong>le <strong>di</strong>rettive del partito».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
28 giugno 2012<br />
Operazione Barcon. Franco a sorpresa: «Parola ai citta<strong>di</strong>ni»<br />
VEDELAGO Caso Barcon: un’<strong>al</strong>tra frattura nella giunta guidata da Paolo Quaggiotto. Dopo la contrarierà sul<br />
polo agroindustri<strong>al</strong>e espressa da parte del Pdl e d<strong>al</strong>la Lega <strong>di</strong> Oscar Bor<strong>di</strong>gnon, questa volta a <strong>di</strong>re no è il segretario<br />
comun<strong>al</strong>e leghista Renzo Franco, assessore <strong>al</strong>la sicurezza. Con un comunicato Franco si <strong>al</strong>linea <strong>al</strong><br />
parere del segretario provinci<strong>al</strong>e Giorgio Granello: «Non posso che esprimere una netta contrarietà <strong>al</strong> progetto<br />
agro<strong>al</strong>imentare, maturata d<strong>al</strong>l’ascolto del crescente <strong>di</strong>sappunto della citta<strong>di</strong>nanza, dovuto a una mancanza<br />
d’informazione in tutto il territorio comun<strong>al</strong>e. Questa mia contrarietà è in sintonia con quanto esplicitato da<br />
Granello, che ha sempre parlato della necessità <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzare un modello <strong>di</strong> sviluppo sostenibile in armonia<br />
con l’ambiente, con la qu<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> vita dei citta<strong>di</strong>ni e dell’importanza <strong>di</strong> un confronto con gli stessi, attraverso<br />
strumenti <strong>di</strong> democrazia partecipata qu<strong>al</strong>i consultazioni popolari e referendum». L’assessore, ricordando che<br />
Granello è sempre stato contrario <strong>al</strong> megaprogetto, <strong>di</strong>chiara che «non possiamo <strong>di</strong>chiararci feder<strong>al</strong>isti e poi<br />
pretendere <strong>di</strong> c<strong>al</strong>are d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to progetti, non con<strong>di</strong>visi d<strong>al</strong>la maggior parte dei citta<strong>di</strong>ni, attraverso un centr<strong>al</strong>ismo<br />
politico che fa rimpiangere quello romano. Dobbiamo tornare parlare con i nostri citta<strong>di</strong>ni attraverso un confronto<br />
costruttivo e la proposta <strong>di</strong> un referendum consultivo va in questa <strong>di</strong>rezione». Lui, però, in consiglio<br />
ha votato contro la proposta <strong>di</strong> consultazione popolare avanzata da Bor<strong>di</strong>gnon. Ora rimane un’incognita il<br />
futuro <strong>di</strong> Franco <strong>al</strong>l’interno della giunta Quaggiotto, ma l’interessato non pare preoccupato: «È più importante<br />
dare la parola ai citta<strong>di</strong>ni. Non ripetiamo l’errore degli anni ’70 con le cave che sono arrivate copiose senza<br />
coinvolgerli minimamente». Davide Nor<strong>di</strong>o<br />
Il Gazzettino<br />
27 giugno 2012<br />
Polo Barcon, la Chiesa interroga e d<strong>al</strong> docente riflessioni per tutti<br />
VEDELAGO - Progetto Barcon come occasione per riflettere, sviluppo delle nostre comunità e del nostro territorio.<br />
Una relazione, quella <strong>di</strong> Matteo Mascia, professore e cattedratico, a senso unico: nessun <strong>di</strong>battito,<br />
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cosa che ha lasciato un po’ <strong>di</strong> delusione in <strong>al</strong>cuni. Circa 250 presenti erano presenti lunedì sera nel Teatro<br />
Sanson, <strong>al</strong>l’incontro promosso dai vicariati <strong>di</strong> Castelfranco e Montebelluna. Tema: "Futuro: paura <strong>di</strong> cadere o<br />
voglia <strong>di</strong> volare. Polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon: occasione per riflettere su uno sviluppo sostenibile», introdotto<br />
da monsignor Adriano Cegolotto parroco del Duomo <strong>di</strong> Castelfranco e presidente della assemblea dei parroci.<br />
Sod<strong>di</strong>sfatto Stefano Beltrame capogruppo <strong>di</strong> Primavera Civica in consiglio Comun<strong>al</strong>e. «D<strong>al</strong> mio punto <strong>di</strong> vista<br />
la relazione è stata positiva e appropriata. Molti passaggi vanno v<strong>al</strong>utati attentamente dagli amministratori<br />
<strong>di</strong> maggioranza prima <strong>di</strong> esprimersi sul progetto che si vuole re<strong>al</strong>izzare a Barcon. Mi ha lasciato perplesso la<br />
loro tot<strong>al</strong>e assenza. È fuori <strong>di</strong> dubbio che il modello <strong>di</strong> sviluppo degli ultimi 20 anni non può più essere replicato.<br />
La natura e le risorse non lo permettono». Beltrame si è detto <strong>di</strong>sponibile <strong>al</strong>la proposta <strong>di</strong> un tavolo <strong>di</strong><br />
confronto sui temi proposti. Positiva la reazione anche <strong>di</strong> Barcon Viva. «La lungimiranza <strong>di</strong> uno sviluppo non<br />
appaghi solo il presente -ha detto il portavoce Ermes Dondoni- ma, <strong>di</strong>a un giusto equilibrio tra uomo e natura<br />
t<strong>al</strong>e da assicurare un benessere per tutte le generazioni future: ciò necessita <strong>di</strong> trasparenza, responsabilità,<br />
informazione e coinvolgimento dei citta<strong>di</strong>ni». Quanto <strong>al</strong>la Fondazione <strong>Villa</strong><strong>Emo</strong>, «è stata una lectio magistr<strong>al</strong>is<br />
- si legge in una nota - sullo sviluppo sostenibile su un futuro che va progettato e governato. Urge quin<strong>di</strong> un<br />
cambiamento nei nostri stili <strong>di</strong> vita a seguito della crisi delle risorse natur<strong>al</strong>i ed ambient<strong>al</strong>i e consegnare <strong>al</strong>la<br />
future generazioni la terra per coltivarla. Quin<strong>di</strong> una riduzione <strong>di</strong> consumo del suolo, <strong>di</strong>versamente da quanto<br />
fatto <strong>fino</strong> ad ora. Ci siamo già attivati con una ricerca scientifica sui consumi delle risorse e lo spreco del territorio<br />
progettato a Barcon. I messaggi del Prof. Mascia sono stati chiari». «Se non siamo il futuro dei nostri<br />
padri, siamo il futuro dei nostri figli? -è il commento dell'ex sindaco Remigio Parisotto- un'ora <strong>di</strong> elaborazione<br />
cattedratica sulla qu<strong>al</strong>e bisogna riflettere su cosa <strong>di</strong>ce il magistero su questi temi».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
27 giugno 2012<br />
Macello a Barcon? L’invito dei parroci: «S<strong>al</strong>viamo la terra»<br />
<strong>di</strong> Davide Nor<strong>di</strong>o<br />
VEDELAGO Barcon: è in<strong>di</strong>spensabile una v<strong>al</strong>utazione sulla sostenibilità soci<strong>al</strong>e, economica ed ambient<strong>al</strong>e affinché<br />
polo agroindustri<strong>al</strong>e (leggi macello e cartiera) non rischi <strong>di</strong> trasformarsi in una sottrazione <strong>di</strong> risorse<br />
natur<strong>al</strong>i che pregiu<strong>di</strong>chi il futuro dell’area. È questa l’in<strong>di</strong>cazione che arriva d<strong>al</strong> partecipatissimo incontro organizzato<br />
dai sacerdoti dei vicariati <strong>di</strong> Castelfranco e Montebelluna lunedì nella s<strong>al</strong>a Sanson. Nessun giu<strong>di</strong>zio<br />
esplicito sul progetto, ma una proposta <strong>di</strong> riflessione partendo d<strong>al</strong>lo sviluppo sostenibile. «Anche nel caso <strong>di</strong><br />
Barcon», ha esor<strong>di</strong>to don Adriano Cevolotto, parroco del Duomo <strong>di</strong> Castelfranco, «le scelte si rivelano complesse,<br />
ma necessarie. E sia che il polo sia fatto e sia che resti sulla carta questo passaggio segnerà il nostro<br />
futuro. Noi sacerdoti siamo chiamati a prendere posizione». A dare un contributo è stato invitato il prof., Matteo<br />
Mascia della Fondazione Lanza <strong>di</strong> Padova, che ha illustrato l’agenda mon<strong>di</strong><strong>al</strong>e sul problema della sostenibilità,<br />
i contrasti tra le economie evolute e quelle rampanti, la preoccupazione della comunità scientifica.<br />
«Occorre ripensare <strong>al</strong> bene comune. E questo sarà possibile solo se c’è una integrazione tra esigenze soci<strong>al</strong>i,<br />
economiche e ambient<strong>al</strong>i, dove un <strong>di</strong>battito chiaro ed esplicito coinvolga tutti i soggetti interessati. E dove i<br />
citta<strong>di</strong>ni guar<strong>di</strong>no lontano». È questa la proposta per affrontare il caso Barcon: costruire un luogo <strong>di</strong> incontro<br />
e un laboratorio <strong>di</strong> idee, dove anche il mondo ecclesi<strong>al</strong>e abbia un ruolo importante. Come è successo a Monselice,<br />
dove proprio la me<strong>di</strong>azione della Chiesa loc<strong>al</strong>e ha permesso che una questione aspramente combattuta<br />
circa l’ammodernamento <strong>di</strong> un cementificio, fosse affrontata nel <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo. L’incontro si è chiuso qui, senza il<br />
<strong>di</strong>battito che molti si aspettavano: cosa che ha deluso la platea, anche se don Cevolotto aveva già avvertito<br />
che l’appuntamento era solo un invito ad ascoltare non a <strong>di</strong>scutere. In<strong>di</strong>cazione accettata con serenità dai<br />
rappresentanti dei <strong>di</strong>versi comitati pro e contro il polo presenti in s<strong>al</strong>a. A livello politico notata invece l’assenza<br />
<strong>di</strong> rappresentanti della giunta Quaggiotto, mentre Primavera Civica accetta il suggerimento <strong>di</strong> Mascia. «Sono<br />
in piena sintonia la riflessione proposta», <strong>di</strong>chiara il consigliere Stefano Beltrame, «Ok <strong>al</strong> tavolo <strong>di</strong> confronto<br />
sullo sviluppo sostenibile del nostro territorio».<br />
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Il Gazzettino<br />
23 giugno 2012<br />
Tempo scaduto: il polo in Austria<br />
«Non è più possibile perdere <strong>al</strong>tro tempo sul progetto dell'inse<strong>di</strong>amento industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon: c'è il rischio<br />
che tutto venga trasferito in Austria, facendo perdere <strong>al</strong>la Marca centinaia <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro, un investimento<br />
da oltre 300 milioni volano per l'e<strong>di</strong>lizia e un beneficio pubblico importante». Questo l'appello lanciato da<br />
Muraro, un pò a sorpresa, per tentare <strong>di</strong> ammorbi<strong>di</strong>re le opposizioni <strong>di</strong> comitati e associazioni <strong>di</strong> categoria <strong>al</strong><br />
progetto Colomberotto-RotoCart e fare in modo che le due aziende trevigiane non decidano <strong>di</strong> fare armi e<br />
bagagli oltre confine. A spingere il presidente a far quasi da testimoni<strong>al</strong> del macello e della cartiera è il v<strong>al</strong>ore<br />
dell'investimento messo a punto d<strong>al</strong>le imprese: le strutture da re<strong>al</strong>izzare su circa 60 ettari, <strong>al</strong> netto dei quasi<br />
109 mila metri quadri inizi<strong>al</strong>mente previsti come area commerci<strong>al</strong>e, darebbero lavoro a 608 persone, senza<br />
contate le cento dell'indotto e i 500 operai e<strong>di</strong>li impegnati in <strong>al</strong>meno 3 anni <strong>di</strong> cantiere. Numeri che Muraro<br />
conosce bene e che non vorrebbe mai vederseli sfilare sotto il naso. Tanto meno se tutto questo, con buona<br />
pace della lotta contro il consumo <strong>di</strong> territorio, dovesse semplicemente essere re<strong>al</strong>izzato in Austria. «L'operazione<br />
è importante è porta con se un beneficio pubblico importante da una ventina <strong>di</strong> milioni - continua il<br />
presidente - soprattutto per quanto riguarda la re<strong>al</strong>izzazione del casello sulla Pedemontana e la tangenzi<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> Barcon». A cui poi si debbono aggiungere le promesse assunzioni <strong>di</strong> person<strong>al</strong>e. Anche se su queste non<br />
può esserci la stessa garanzia. Dovesse sfumare il progetto sarebbe un'enorme occasione persa per la Marca?<br />
Muraro non ha davvero <strong>al</strong>cun dubbio: «Se tanto poi vanno a costruire le stesse cose <strong>al</strong>trove...».<br />
Il Gazzettino<br />
23 giugno 2012<br />
Sviluppo sostenibile? I preti si interrogano<br />
VEDELAGO - Sul progetto <strong>di</strong> Barcon scendono in campo anche i sacerdoti dei vicariati <strong>di</strong> Castelfranco Veneto<br />
e Montebelluna. Lo fanno organizzando un incontro-<strong>di</strong>battito, per lunedì 25 giungo, <strong>al</strong>le ore 20.45, <strong>al</strong> Teatro<br />
Sanson. «Futuro: paura <strong>di</strong> cadere o voglia <strong>di</strong> volare - Polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon: occasione per riflettere<br />
su uno sviluppo sostenibile». Un’occasione per affrontare il problema anche d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista dell'etica cristiana.<br />
In veste <strong>di</strong> relatore il professor Matteo Mascia della Fondazione Lanza che ha come obiettivo princip<strong>al</strong>e<br />
proprio quello <strong>di</strong> riflettere su etica e sviluppo. L'entrata è libera.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
24 giugno 2012<br />
Maxi macello a Barcon Muraro spacca la Lega<br />
<strong>di</strong> Alessia De Marchi<br />
VEDELAGO Domani, <strong>al</strong>le 20.45, nella s<strong>al</strong>a “Margherita Sanson”, <strong>di</strong> fianco <strong>al</strong> municipio, l’incontro promosso dai<br />
preti dei vicariati <strong>di</strong> Castelfranco e Montebelluna sul polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. «Futuro: paura <strong>di</strong> cadere o<br />
voglia <strong>di</strong> volare», chiederanno i parroci a Matteo Mascia, ricercatore della Fondazione Lanza <strong>di</strong> Padova. Oggi<br />
ad animare il <strong>di</strong>battito su maxi macello, cartiera e cava, previsti a nord <strong>di</strong> via Terza Armata, sono le <strong>di</strong>chiarazioni<br />
del presidente della Provincia, il leghista Leonardo Muraro. La sua apertura <strong>al</strong>l’investimento industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Loris<br />
Colomberotto e Rotocart scatena la dura reazione dello stesso Carroccio. D<strong>al</strong>l’estero dove si trova, il segretario<br />
provinci<strong>al</strong>e delle camicie ver<strong>di</strong>, Giorgio Granello, riba<strong>di</strong>sce ai suoi la «contrarietà <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un mega<br />
progetto come quello <strong>di</strong> Barcon». Ripete la necessità <strong>di</strong> puntare su «uno sviluppo sostenibile in sintonia con il<br />
territorio, fin<strong>al</strong>izzato <strong>al</strong> miglioramento della qu<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> vita dei citta<strong>di</strong>ni con il coinvolgimento degli stessi nelle<br />
gran<strong>di</strong> scelte ambient<strong>al</strong>i, attraverso strumenti qu<strong>al</strong>i il referendum o <strong>al</strong>tre forme <strong>di</strong> consultazione popolare». È<br />
la stessa posizione sostenuta con forza nel consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago da Oscar Bor<strong>di</strong>gnon, capogruppo<br />
della Lega <strong>al</strong>l’opposizione. «Come citta<strong>di</strong>no e amministratore», <strong>di</strong>chiara quest’ultimo che da tempo è sceso d<strong>al</strong><br />
Carroccio del sindaco Paolo Quaggiotto, favorevole <strong>al</strong>l’operazione Barcon, «ritengo che qu<strong>al</strong>siasi proposta in-<br />
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dustri<strong>al</strong>e, soprattutto in tempi <strong>di</strong> crisi economica, debba essere v<strong>al</strong>utata con attenzione e necessiti <strong>di</strong> risposte<br />
chiare in tempi ragionevoli, siano positive o negative». Un anno e mezzo per <strong>di</strong>re sì oppure no <strong>al</strong> polo agroindustri<strong>al</strong>e<br />
è troppo: la politica deve essere più celere. Nel merito, però, il capogruppo esprime tutti i suoi dubbi.<br />
E ricorda: «Il piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e, votato <strong>al</strong>l’unanimità, non prevede interventi industri<strong>al</strong>i<br />
come quello prospettato per Barcon. Perchè <strong>al</strong>lora derogare da uno strumento urbanistico con<strong>di</strong>viso da<br />
tutte le forze politiche?». E ieri il comitato «Barcon Viva» in collaborazione con la fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, It<strong>al</strong>ia<br />
Nostra e Primavera Civica ha tappezzato il paese con 150 manifesti che riba<strong>di</strong>scono il no <strong>al</strong>l’operazione: «Il<br />
futuro ha bisogno <strong>di</strong> terra da coltivare... non <strong>di</strong> cemento». E il portavoce Ermes Dondoni ricorda a Leonardo<br />
Muraro che «la sua è una posizione isolata rispetto a quelle <strong>di</strong> associazioni <strong>di</strong> categoria, sindacati, ambient<strong>al</strong>isti<br />
e amministrazioni comun<strong>al</strong>i confinanti». «Ha espresso», aggiunge, «un parere non legittimato da mandato politico.<br />
Atteggiamento simile a quello del sindaco Quaggiotto che non è stato in grado <strong>di</strong> rispondere con una<br />
delibera, ma solo con una lettera person<strong>al</strong>e a precisa richiesta della Regione».<br />
Il Gazzettino<br />
24 giugno 2012<br />
Coro <strong>di</strong> “no” a Muraro<br />
<strong>di</strong> Mauro Favaro<br />
No, no e ancora no: il giorno dopo l'appello lanciato da Muraro per non perdere l'occasione <strong>di</strong> far decollare<br />
il progetto del mega inse<strong>di</strong>amento agro-industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong>segnato sui campi <strong>di</strong> Barcon, paventando il rischio che<br />
Colomberotto e Roto-Cart trasferiscano il proprio piano in Austria, sono in molti a ris<strong>al</strong>ire sulle barricate contro<br />
la re<strong>al</strong>izzazione del macello e della cartiera della <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a. D<strong>al</strong> comitato Barcon Viva sino <strong>al</strong> sindacato, passando<br />
per le associazioni <strong>di</strong> categoria. «Il progetto ha un impatto che non v<strong>al</strong>e il ricavo presunto - mette in<br />
chiaro Paolino Barbiero, segretario della Cgil - invece <strong>di</strong> fare appelli, Muraro si svegli e trovi un'area industri<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong>smessa, lasciando stare il terreno agricolo, dove poter far sviluppare il progetto, come con ogni probabilità<br />
imporrebbero nella stessa Austria». E neppure il par<strong>al</strong>lelo fatto d<strong>al</strong> presidente tra la cementificazione <strong>di</strong> circa<br />
50 ettari e la possibilità <strong>di</strong> avere investimenti per 300 milioni e un centinaio <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro, oltre <strong>al</strong> beneficio<br />
pubblico che coincide in buona sostanza con la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un casello sulla futura Pedemontana, pare<br />
avere troppa presa. «Inutile parlare con chi ancora misura l'occupazione per singolo comune - sbotta Barbiero<br />
- abbiamo fatto un documento con le associazioni <strong>di</strong> categoria per <strong>di</strong>re no a progetti del genere: Muraro ci<br />
ha detto che è d'accordo <strong>al</strong> 95% e la prossima settimana abbiamo un incontro per cercare <strong>di</strong> capire in cosa<br />
consiste il 5% che <strong>al</strong>la Provincia non va a genio. Ma se in questo 5% si vuole far passare il piano <strong>di</strong> Barcon ci<br />
si sbaglia <strong>di</strong> grosso». Porte chiuse, insomma. Nonostante il progetto si sia ridotto dagli 86 inizi<strong>al</strong>i a circa 50<br />
ettari, anche se per il momento non in modo uffici<strong>al</strong>e, con il taglio netto dell'area commerci<strong>al</strong>e. «C'è troppa<br />
'insistenza nel voler sacrificare quella campagna senza privilegiare soluzioni come la collocazione in aree industri<strong>al</strong>i<br />
<strong>di</strong>smesse, cosa ancora più perseguibile», conclude il comitato.<br />
Corriere del Veneto<br />
21 giugno 2012<br />
Il caso Barcon in chiesa «La questione è etica»<br />
VEDELAGO — Il maxiprogetto <strong>di</strong> Barcon entra in chiesa e <strong>di</strong>venta problema etico. Lunedì prossimo <strong>al</strong>le 20.45<br />
<strong>al</strong> cinema Margherita Sanson <strong>di</strong> Piazza dei Martiri, a Vedelago, è stato infatti organizzato un convegno, patrocinato<br />
dai vicariati <strong>di</strong> Castelfranco e Montebelluna. Il tema è «Futuro: paura <strong>di</strong> cadere o voglia <strong>di</strong> volare.<br />
Polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon: occasione per riflettere su un futuro sostenibile». L'incontro è coor<strong>di</strong>nato d<strong>al</strong><br />
professore Matteo Mascia della fondazione Lanza.<br />
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Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
16 giugno 2012<br />
Maxi macello a Barcon I preti scendono in campo<br />
VEDELAGO Sollecitati dai parrocchiani, contattati d<strong>al</strong> comitato Barcon Viva e d<strong>al</strong>la fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, i<br />
preti del vicariato <strong>di</strong> Castelfranco scendono in campo sull’operazione Barcon. Non una presa <strong>di</strong> posizione uffici<strong>al</strong>e,<br />
non un “sì” e neppure un “no” senza appello <strong>al</strong> maxi macello con cartiera che Colomberotto e Rotocart<br />
vorrebbero costruire sui novanta ettari a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. Ma, per ora, «una riflessione» sull’intervento<br />
che da mesi tiene banco a Vedelago e <strong>di</strong>ntorni. I preti, capitanati d<strong>al</strong> parroco del Duomo: don Adriano Cevolotto,<br />
aprono il <strong>di</strong>battito con un incontro pubblico che si terrà il 25 giugno <strong>al</strong>le 20.30 nel teatro Sanson, <strong>di</strong><br />
fianco <strong>al</strong> municipio <strong>di</strong> Vedelago. Tema della serata: lo sviluppo sostenibile. Matteo Mascia, ricercatore della<br />
Fondazione Lanza <strong>di</strong> Padova che si occupa <strong>di</strong> etica e politiche ambient<strong>al</strong>i, è stato invitato ad aprire i lavori<br />
con una riflessione su sviluppo e Chiesa. Una riflessione che non potrà essere astratta, vista la piazza scelta<br />
per il <strong>di</strong>battito. I parroci del vicariato <strong>di</strong> Castelfranco in collaborazione con quelli <strong>di</strong> Montebelluna s’interrogheranno<br />
con i fedeli sulla sostenibilità ambient<strong>al</strong>e dei gran<strong>di</strong> progetti industri<strong>al</strong>i che, a Vedelago, si identificano<br />
con il polo agroindustri<strong>al</strong>e previsto a Barcon. Il cammino dell’accordo <strong>di</strong> programma, lanciato d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>levatore<br />
Loris Colomberotto e da Rotocart e raccolto d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto, è fermo in attesa <strong>di</strong> un pronunciamento<br />
uffici<strong>al</strong>e da parte del consiglio comun<strong>al</strong>e, passo fondament<strong>al</strong>e affinchè la Regione <strong>di</strong>a poi il suo via<br />
libera <strong>al</strong>l’operazione. I parroci intervengono nella <strong>di</strong>scussione proponendo un confronto franco. Matteo Mascia<br />
sta stu<strong>di</strong>ando le carte dell’operazione Barcon. «Prematuro esprimere una posizione», <strong>di</strong>ce per ora. Intanto la<br />
parlamentare del Pd, Simonetta Rubinato, con un’interrogazione presentata assieme a Pier Paolo Baretta,<br />
chiede l’intervento del governo <strong>di</strong> Mario Monti sul polo agroindustri<strong>al</strong>e previsto in via Terza Armata. In particolare<br />
domanda <strong>al</strong> ministro per i beni e le attività cultur<strong>al</strong>i <strong>di</strong> verificare l’esistenza <strong>di</strong> problemi per le sorgenti<br />
del Sile, «che potrebbero essere compromesse d<strong>al</strong> cospicuo emungimento <strong>di</strong> cui necessiterebbe l’attività<br />
della cartiera». Chiede pure <strong>di</strong> v<strong>al</strong>utare «l’interferenza dell’intervento con la presenza <strong>di</strong> elementi architettonici,<br />
qu<strong>al</strong>i la centuriazione romana, la strada Postumia, e soprattutto le ville venete, la cui tutela non può prescindere<br />
d<strong>al</strong>la preservazione del territorio che ne costituiva l’elemento inscin<strong>di</strong>bile in un’ottica <strong>di</strong> futuro sviluppo<br />
<strong>di</strong> pianificazione strategica tutistico-cultur<strong>al</strong>e-enogastronomica».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
05 giugno 2012<br />
Ecco i luoghi <strong>di</strong> v<strong>al</strong>ore che la città vuole tutelare<br />
Sono oltre cento i "luoghi <strong>di</strong> v<strong>al</strong>ore" in<strong>di</strong>viduati dai citta<strong>di</strong>ni della Marca trevigiana e sottoposti <strong>al</strong> vaglio <strong>di</strong><br />
Fondazione Benetton stu<strong>di</strong> ricerche affinché li v<strong>al</strong>orizzi. Il che significa che i promotori hanno colto nel segno:<br />
il tessuto soci<strong>al</strong>e sa muoversi e riconoscere le caratteristiche storiche, artistiche, affettive <strong>di</strong> uno spazio verde,<br />
un e<strong>di</strong>ficio, una piazza che in qu<strong>al</strong>che modo manifesti l'anima del luogo e dei suoi abitanti. Molte segn<strong>al</strong>azioni<br />
- in tutto sono esattamente 102 - sollevano questioni importanti e attu<strong>al</strong>i. Si possono citare i casi dell'area<br />
agricola plurisecolare <strong>di</strong> Barcon in comune <strong>di</strong> Vedelago, del Borgo Ruga <strong>di</strong> Ponzano Veneto o della Caserma<br />
S<strong>al</strong>sa <strong>di</strong> Treviso a cui recentemente è stata de<strong>di</strong>cata una incisiva mostra fotografica <strong>al</strong>l'osteria «Ai Carraresi».<br />
Ma sono solo <strong>al</strong>cuni esempi poiché tanti sono i luoghi per i qu<strong>al</strong>i i citta<strong>di</strong>ni, singolarmente o in gruppo, hanno<br />
deciso <strong>di</strong> agire, esprimendo le proprie aspirazioni e sogni. Non solo: la caratteristica s<strong>al</strong>iente <strong>di</strong> «Luoghi <strong>di</strong> v<strong>al</strong>ore»,<br />
manifestazione giunta <strong>al</strong>la sesta e<strong>di</strong>zione, è quella <strong>di</strong> attivare proposte e progetti concreti. Sono gli<br />
stessi partecipanti dunque ad offrire in<strong>di</strong>cazioni propositive interessanti per rivit<strong>al</strong>izzare luoghi spesso <strong>di</strong>menticati<br />
d<strong>al</strong>le pubbliche amministrazioni. «Ecco i nostri luoghi <strong>di</strong> v<strong>al</strong>ore, come li viviamo e come li vorremmo» <strong>di</strong>cono<br />
in sintesi i citta<strong>di</strong>ni attraverso le segn<strong>al</strong>azioni corredate <strong>di</strong> foto e testimonianze anche au<strong>di</strong>ovisive. In<br />
questi anni <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> raccolta sono oltre 600 i luoghi segn<strong>al</strong>ati in 92 Comuni della provincia (sul tot<strong>al</strong>e <strong>di</strong><br />
95). Per saperne <strong>di</strong> più si può partecipare <strong>al</strong>l'evento pubblico in c<strong>al</strong>endario domani, mercoledì 6 giugno d<strong>al</strong>le<br />
ore 15.30, nell'au<strong>di</strong>torium degli spazi Bomben <strong>di</strong> via Cornarotta a Treviso, dove si svolgerà il tra<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>e incontro<br />
con i segn<strong>al</strong>atori e gli amministratori. Alcuni contributi del gruppo <strong>di</strong> lavoro, coor<strong>di</strong>nato da Simonetta<br />
Zanon, stimoleranno il <strong>di</strong>battito, offrendo spunti <strong>al</strong>la <strong>di</strong>scussione guidata a conclusa da Domenico Luciani,<br />
ideatore del progetto. Sarà l'occasione per una prima informazione sull'e<strong>di</strong>zione 2012 dell'iniziativa che<br />
tanto successo sta riscuotendo nel territorio.<br />
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Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
30 maggio 2012<br />
Studenti americani in visita a <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> per stu<strong>di</strong>are P<strong>al</strong>la<strong>di</strong>o<br />
VEDELAGO Non è certo un mistero che molte delle architetture americane si ispirino <strong>al</strong>le opere dei gran<strong>di</strong> architetti<br />
it<strong>al</strong>iani del passato, tra cui Andrea P<strong>al</strong>la<strong>di</strong>o. Anzi soprattutto P<strong>al</strong>la<strong>di</strong>o, visto che il Congresso Usa ha<br />
<strong>di</strong>chiarato il genio vicentino “Padre dell’architettura americana”. Il tema, quest’anno, è stato <strong>al</strong> centro <strong>di</strong> un<br />
progetto che ha visto collaborare per un anno gli studenti della Pascack V<strong>al</strong>ley High School <strong>di</strong> Hillsade in New<br />
Jersey con i loro coetanei trevigiani del liceo scientifico Da Vinci <strong>di</strong> Treviso. Una collaborazione “virtu<strong>al</strong>e”, in<br />
quanto i contatti sono avvenuti attraverso Skype, il programma che permette <strong>di</strong> collegarsi in video e voce attraverso<br />
Internet. Ma, <strong>al</strong>la fine del progetto, i ragazzi si sono potuti conoscere anche <strong>di</strong> persona: una delegazione<br />
della scuola americana è infatti arrivata nella Marca e gli studenti delle due scuole hanno potuto<br />
concludere il loro stu<strong>di</strong> su P<strong>al</strong>la<strong>di</strong>o con una esperienza “d<strong>al</strong> vivo” confrontandosi con uno dei capolavori p<strong>al</strong>la<strong>di</strong>ani,<br />
ovvero <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> <strong>di</strong> Fanzolo. «La visita fin<strong>al</strong>e <strong>di</strong> una trentina <strong>di</strong> studenti statunitensi, accompagnati<br />
dai docenti e d<strong>al</strong> preside», <strong>di</strong>ce Nicola Di Santo, presidente <strong>di</strong> Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, «ci ha fatto comprendere<br />
come, anche <strong>al</strong>l’estero, siano preoccupati della s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> un ambiente eccezion<strong>al</strong>e sotto molti punti <strong>di</strong><br />
vista». Gli studenti, trevigiani e statunitensi, hanno presentato proposte per v<strong>al</strong>orizzare questi e<strong>di</strong>fici e il territorio<br />
puntando innanzitutto sul turismo cultur<strong>al</strong>e, sull’offerta enogastronomica e su iniziative che <strong>di</strong>ano spazio<br />
<strong>al</strong>la creatività unita <strong>al</strong>la crescita economica: in pratica quello che la Fondazione propone in <strong>al</strong>ternativa <strong>al</strong><br />
polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. «I giovani si sono resi conto che un simile territorio ha bisogno <strong>di</strong> una tutela<br />
<strong>al</strong> massimo livello», commenta Di Santo, «perché è un bene fragile e non replicabile. Una lezione per tutti,<br />
dai semplici citta<strong>di</strong>ni <strong>al</strong>le persone che hanno delle responsabilità politico -amministrative. Ed è significativo<br />
che siano i giovani a preoccuparsi fin da ora del territorio in cui poi dovranno lavorare e costruire i loro progetti».<br />
(d.n.)<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
27 maggio 2012<br />
Studenti americani in visita a <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> per stu<strong>di</strong>are P<strong>al</strong>la<strong>di</strong>o<br />
Il caso Barcon arriverà in consiglio comun<strong>al</strong>e come chiesto d<strong>al</strong>le opposizioni. Quando però sarà arrivata tutta<br />
la documentazione. Lo assicura il sindaco. «Il tema Barcon –precisa – va senz’<strong>al</strong>tro affrontato e correttamente<br />
è stato posto d<strong>al</strong>le minoranze. E' opportuno produrre una riflessione argomentata e documentata per agire<br />
in scienza e coscienza su un tema che coinvolge anche la cultura del territorio e la visione che se ne vuole<br />
dare. Abbiamo anche chiesto form<strong>al</strong>mente a Regione e Provincia <strong>di</strong> avere nero su bianco riscontri sullo stato<br />
del caso Barcon».<br />
«Il casello autostrad<strong>al</strong>e non risolve il problema viabilità»<br />
VEDELAGO Passato l’entusiasmo della tappa del Giro d’It<strong>al</strong>ia, l’argomento polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon<br />
torna a infiammare Vedelago. Non potevano certo passare inosservate le con<strong>di</strong>zioni poste d<strong>al</strong> vicepresidente<br />
della giunta region<strong>al</strong>e, Marino Zorzato, affinchè la Regione consideri il progetto depositato un anno e mezzo<br />
fa, ovvero una delibera uffici<strong>al</strong>e del Comune, mentre agli atti ci sarebbe solo una lettera person<strong>al</strong>e del sindaco<br />
Quaggiotto. Nessun commento d<strong>al</strong>la maggioranza che governa Vedelago, dove c’è quasi una consegna del<br />
silenzio sul tema. Parole che, invece, sono suonate come una sinfonia per il comitato spontaneo Barcon Viva:<br />
«Non si può che essere concor<strong>di</strong> con quanto pronunciato d<strong>al</strong> vicepresidente Zorzato in quanto le mancate risposte<br />
delle Provincia e della giunta comun<strong>al</strong>e con il tentativo <strong>di</strong> sostituire una delibera con una semplice lettera<br />
a firma del sindaco Paolo Quaggiotto, denotano la <strong>di</strong>fformità <strong>di</strong> v<strong>al</strong>utazione in seno <strong>al</strong>la giunta. Le<br />
perplessità espresse da Zorzato sono con<strong>di</strong>vise anche da questo comitato: la re<strong>al</strong>izzazione del casello autostrad<strong>al</strong>e<br />
non risolve il problema viabilità, ma probabilmente lo aggrava, così come nel timore della comunità<br />
<strong>di</strong> Vedelago, con<strong>di</strong>viso dai Comuni <strong>di</strong> Montebelluna e Trevignano interessati d<strong>al</strong> progetto». Per il comitato<br />
ora la via <strong>di</strong> uscita è una sola: «Sindaco e giunta prendano atto dell’assoluta non con<strong>di</strong>visione dell’attuazione<br />
<strong>di</strong> questo programma <strong>di</strong> accordo per risolvere il problema viabilità, lo rigetti ed avvii delle proposte serie, con<strong>di</strong>visibili<br />
d<strong>al</strong>la comunità e d<strong>al</strong>l’intero mondo produttivo». Tra queste, <strong>al</strong> comitato piace quella del presidente<br />
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della Provincia Muraro «un’ <strong>al</strong>ternativa per risolvere, e in tempi brevi, il problema traffico d<strong>al</strong> centro <strong>di</strong> Barcon<br />
e senza consumo <strong>di</strong> territorio». In attesa che d<strong>al</strong>l’amministrazione comun<strong>al</strong>e pervenga in Regione l’uffici<strong>al</strong>ità<br />
dell’interesse sul polo <strong>di</strong> Barcon, che consenta poi il passaggio in Provincia e quin<strong>di</strong> il responso definitivo <strong>di</strong><br />
P<strong>al</strong>azzo B<strong>al</strong>bi, il comitato evidenzia anche un <strong>al</strong>tro aspetto dove si evidenzia che l’inse<strong>di</strong>amento non sarebbe<br />
poi quella manna che molti attendono per risolvere il problema occupazion<strong>al</strong>e e la crisi economica: «Per<br />
quanto riguarda i posti <strong>di</strong> lavoro appare evidente, da stu<strong>di</strong> e per quanto espresso d<strong>al</strong>le varie categorie ed associazioni<br />
sindac<strong>al</strong>i che non vi sarà <strong>al</strong>cuna ricaduta positiva. Ammesso e non concesso che fossero vere le<br />
promesse occupazion<strong>al</strong>i se ne riparlerebbe non prima del 2018, ovvero l’anno in cui si stima entrerà in funzione<br />
la superstrada Pedemontana».<br />
Corriere del Veneto<br />
27 maggio 2012<br />
Barcon e le ferite del paesaggio «Le ville venete lo s<strong>al</strong>veranno»<br />
TREVISO — Il territorio è ferito e curarlo è compito <strong>di</strong> tutti: gli studenti del liceo scientifico Da Vinci sanno che<br />
il futuro è in mano loro, la crisi <strong>di</strong> oggi si ripercuoterà anche sulla loro occupazione <strong>di</strong> domani, e chiedono<br />
<strong>al</strong>le istituzioni <strong>di</strong> s<strong>al</strong>vare le ville venete, patrimonio cultur<strong>al</strong>e e urbanistico. Una delle ferite si chiama Barcon,<br />
ma l'in<strong>di</strong>gnazione lascia spazio <strong>al</strong>le proposte, e <strong>al</strong>la volontà <strong>di</strong> reagire: «Il mercato turistico può s<strong>al</strong>vare la<br />
provincia <strong>di</strong> Treviso se sapremo v<strong>al</strong>orizzare ciò che <strong>di</strong> più prezioso abbiamo, il turismo cultur<strong>al</strong>e può creare<br />
opportunità <strong>di</strong> lavoro».<br />
Da anni il liceo li porta a <strong>di</strong>retto contatto con i gioielli dell'architettura trevigiana, ed è durante queste lezioni<br />
che gli studenti si sono interrogati sul progetto <strong>di</strong> Barcon <strong>di</strong> Vedelago, dove due aziende vorrebbero re<strong>al</strong>izzare<br />
una cartiera e un macello. Molto vicino a dove sorge <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, a Fanzolo, <strong>di</strong> Andrea P<strong>al</strong>la<strong>di</strong>o. Ne hanno <strong>di</strong>scusso<br />
e deciso che anche loro sono con il «No» <strong>al</strong> polo industri<strong>al</strong>e che andrebbe a compromettere l'area<br />
circostante, a ridosso della villa. Ma posizionarsi non basta, serve una proposta. Coor<strong>di</strong>nati d<strong>al</strong>la docente<br />
Paola Bellin, i ragazzi del triennio del Da Vinci hanno stu<strong>di</strong>ato le molte ville venete che si affacciano sulla<br />
Marca. Partendo dai progetti <strong>di</strong> Vedelago, hanno preso a modello <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> come buon esempio <strong>di</strong> come<br />
utilizzare e sfruttare il patrimonio architettonico e l'ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> P<strong>al</strong>la<strong>di</strong>o: aprire tutte le ville, renderle centri cultur<strong>al</strong>i<br />
per rilanciare la cultura trevigiana e il turismo, <strong>di</strong>re no <strong>al</strong>la speculazione e<strong>di</strong>lizia e <strong>al</strong>la cementificazione<br />
del verde della campagna per richiamare turisti d<strong>al</strong>l'It<strong>al</strong>ia e d<strong>al</strong>l'estero.<br />
«I ragazzi hanno una sensibilità particolare per ciò che li circonda, il territorio, l'ambiente, l'ecologia - spiega<br />
Bellin - sono interessati <strong>al</strong>la tutela del paesaggio e vanno stimolati perché hanno idee interessanti, creatività<br />
e progettu<strong>al</strong>ità notevoli. Vogliono conoscere il patrimonio cultur<strong>al</strong>e e artistico della loro terra, ma soprattutto<br />
vogliono e sanno <strong>di</strong>ffonderlo, si sentono responsabili <strong>di</strong> un bene».<br />
Corriere del Veneto<br />
26 maggio 2012<br />
«Barcon, in Regione manca la delibera» Così l’iter non parte<br />
VEDELAGO Senza un delibera uffici<strong>al</strong>e del comune <strong>di</strong> Vedelago, la Regione non inizierà neppure l’iter per approvare<br />
o meno il progetto del polo <strong>di</strong> Barcon. Parola <strong>di</strong> Marino Zorzato, vicepresidente della Giunta region<strong>al</strong>e<br />
e assessore con delega <strong>al</strong>la pianificazione territori<strong>al</strong>e e urbanistica, cui compete anche la materia dei nuovi<br />
inse<strong>di</strong>amenti produttivi/commerci<strong>al</strong>i. Che chiarisce qu<strong>al</strong>i sono le procedure, visto che qu<strong>al</strong>che tempo tutti<br />
sembrano attendere una risposta da tutti. «In questi casi la Regione è quasi come un notaio. Un privato propone<br />
un inse<strong>di</strong>amento: se il comune e la provincia danno il loro ok, lo fa anche la Regione: ovviamente se<br />
non si esplicitano particolarità sulla qu<strong>al</strong>i la Regione esprime le sue riserve. Come deliberato due anni fa circa<br />
i progetti strategici region<strong>al</strong>i la Regione comincia ad an<strong>al</strong>izzare tecnicamente il progetto per definirlo <strong>di</strong> interesse<br />
region<strong>al</strong>e solo dopo una richiesta chiara e form<strong>al</strong>e dell’amministrazione comun<strong>al</strong>e interessata, una delibera<br />
della giunta o del consiglio comun<strong>al</strong>e. Poi lo passa <strong>al</strong>la Provincia. Nel caso <strong>di</strong> Barcon, <strong>al</strong>lo stato dell’arte,<br />
non ci sono delibere circa l’ultimo progetto presentato». Zorzato si ferma qui, ma è chiaro il riferimento <strong>al</strong>la<br />
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lettera inviata <strong>al</strong>la Regione d<strong>al</strong> sindaco: una lettera, appunto, non una delibera. In <strong>al</strong>tri termini, manca qu<strong>al</strong>cosa<br />
<strong>di</strong> uffici<strong>al</strong>e che renda esplicito l’interesse <strong>di</strong> chi governa (giunta) o legifera (consiglio) su Vedelago. Documento<br />
necessario, ma evidentemente <strong>di</strong>fficile da portare a compimento, viste le <strong>di</strong>fficoltà esplicite anche della maggioranza<br />
<strong>di</strong> avere un parere univoco sul tema. Ma non è che la Regione sul caso Barcon sia rimasta con le<br />
mani in mano: tutt’<strong>al</strong>tro. Seppur non accompagnato d<strong>al</strong>la delibera, è stato depositato un progetto a cui, <strong>al</strong>meno<br />
inform<strong>al</strong>mente (se non <strong>al</strong>tro per il can can che si è scatenato sulla vicenda), a P<strong>al</strong>azzo B<strong>al</strong>bi è stata<br />
data un’occhiata. Tanto da darne una prima v<strong>al</strong>utazione, che non è positiva: «Circa la documentazione che ci<br />
è pervenuta» <strong>di</strong>ce ancora Zorzato «non si può che osservare che il progetto per <strong>di</strong>mensione ed impatto è<br />
piuttosto invasivo. Le opere viarie proposte non sembrano sufficienti e la parte commerci<strong>al</strong>e del progetto<br />
non avrebbe ragione <strong>di</strong> esistere». Questo vorrebbe <strong>di</strong>re due cose: innanzitutto che agli atti ancora c’è una<br />
destinazione commerci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> parte dell’area, cosa sulla qu<strong>al</strong>e uno degli investitori, ovvero Colomberotto,<br />
aveva espresso la <strong>di</strong>sponibilità a rinunciare. Inoltre che anche un casello della Pedemontana (anche questo<br />
agli atti) non sarebbe giu<strong>di</strong>cato sufficiente a sm<strong>al</strong>tire il traffico generato nell’area con il nuovo inse<strong>di</strong>amento.<br />
Insomma le cose in Regione stanno ferme come mesi fa.Ripeto – conclude Zorzato – prima il progetto su<br />
Barcon deve essere approvato d<strong>al</strong> Comune; poi ci deve essere il parere della provincia, che deve pronunciarsi<br />
sui piani strategici. Solo <strong>al</strong>lora comincerà lo screening da parte della Regione. Ma se il parere dell’uno o dell’<strong>al</strong>tro<br />
dovesse essere negativo, neanche guar<strong>di</strong>amo il progetto».<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
25 maggio 2012<br />
Ispettorato: blitz nei bar durante la tappa del Giro<br />
VEDELAGO A rovinare la festa per l'arrivo <strong>di</strong> tappa del Giro d'It<strong>al</strong>ia stavolta ci ha pensato lo Stato. Un blitz<br />
dell'Ispettorato del lavoro con una raffica <strong>di</strong> controlli sulle attività presenti lungo il segmento che ha visto il<br />
passaggio del Giro in rosa ha sollevato un vero polverone in paese. Esercenti infuriati, festa rovinata e l'ira<br />
funesta della giunta vedelaghese che parla <strong>di</strong> esasperata «vessazione». A Vedelago proprio ieri, in concomitanza<br />
con la festa rosa, ci sono stati una serie <strong>di</strong> controlli da parte dell'Ispettorato del lavoro su bar ed esercizi<br />
commerci<strong>al</strong>i del paese. Proprio quelli presenti lungo il tracciato toccato della corsa ciclistica. Stando a quanto<br />
riferiscono <strong>al</strong>cuni esercenti, la raffica <strong>di</strong> controlli è iniziata la mattina presto, verso le 7, ed è proseguita per<br />
tutta la giornata <strong>di</strong> ieri. Controlli rigorosi sulle attività commerci<strong>al</strong>i loc<strong>al</strong>i che ovviamente hanno rovinato l'atmosfera<br />
<strong>di</strong> una giornata <strong>di</strong> festa come quella <strong>di</strong> ieri. Il blitz dell'Ispettorato ha creato parecchio m<strong>al</strong>umore<br />
non solo tra gli esercenti, ma anche nella giunta vedelaghese, in particolare nel vice sindaco Marco Perin (che<br />
è anche assessore <strong>al</strong>le attività produttive) e nell'assessore <strong>al</strong>la cultura Cristina Andreatta. «Credo che tutti<br />
debbano poter fare il loro lavoro», spiega Perin, «e chi sbaglia è giusto che paghi. Ma siamo sicuri che fosse<br />
il caso <strong>di</strong> fare questa serie <strong>di</strong> controlli proprio oggi? Proprio in una giornata sulla qu<strong>al</strong>e hanno lavorato moltissimo<br />
tutti e che viene vissuta da noi tutti come un giorno <strong>di</strong> festa? Per questo evento ci siamo spesi tutti<br />
moltissimo e ringrazio la <strong>di</strong>sponibilità proprio degli esercenti che si sono messi in gioco in prima persona.<br />
Perciò con<strong>di</strong>vido la politica dei controlli nel merito, ma non nel metodo che ho visto oggi. Così si esaspera il<br />
concetto <strong>di</strong> vessazione. E questi non sono certo i tempi <strong>di</strong> farlo...». Altro fatto strano, ieri con l'arrivo del Giro<br />
d'It<strong>al</strong>ia, proprio per sfruttare la presenza delle telecamere <strong>di</strong> tantissime reti it<strong>al</strong>iane, <strong>al</strong>cuni citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Barcon<br />
si sono recati ad inst<strong>al</strong>lare <strong>al</strong>cuni cartelloni lungo le strade interessate d<strong>al</strong> passaggio della tappa. Manifesti<br />
contro il mega progetto industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. I cartelloni dunque erano stati esposti, ma sono stati fatti rimuovere.<br />
Un bavaglio <strong>al</strong>la protesta della gente contro un progetto a <strong>di</strong>r poco mastodontico che prevede un<br />
inse<strong>di</strong>amento industri<strong>al</strong>e della superficie <strong>di</strong> 90 ettari nel cuore delle campagne <strong>di</strong> Barcon. La protesta è stata<br />
zittita, ma proseguirà nel weekend con la raccolta <strong>di</strong> firme non più a Vedelago, ma in piazza Giorgione a Castelfranco:<br />
il comitato punta a raccogliere ancora nuove adesioni per continuare nella protesta contro il maxi<br />
impianto che potrebbe cambiare ra<strong>di</strong>c<strong>al</strong>mente il volto della frazione. L'arrivo del Giro a Vedelago, dunque,<br />
non è stata quella giornata <strong>di</strong> festa che ci si aspettava.<br />
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La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
24 maggio 2012<br />
Barcon, gazebo in piazza per <strong>di</strong>re no<br />
CASTELFRANCO Firme contro il progetto Barcon anche a Castelfranco. Sabato e domenica prossima in piazza<br />
Giorgione un gazebo promosso d<strong>al</strong> comitato spontaneo Barcon Viva e il gruppo Primavera Civica raccoglierà<br />
adesioni <strong>al</strong>la campagna contro il mega progetto industri<strong>al</strong>e previsto a Barcon. L'iniziativa dunque si <strong>al</strong>larga<br />
e sbarca a Castelfranco, coinvolgendo così tutta la castellana. Sul piano politico sono giorni decisivi. La Regione<br />
che aveva chiesto un pronunciamento a Comune e Provincia (pur non avendo ancora aperto form<strong>al</strong>mente<br />
la pratica relativa <strong>al</strong>l'Accordo <strong>di</strong> Programma <strong>di</strong> Barcon) ha ottenuto <strong>di</strong> risposta una lettera spe<strong>di</strong>ta d<strong>al</strong> sindaco<br />
Paolo Quaggiotto, princip<strong>al</strong>e sponsor politico dell'area industri<strong>al</strong>e. Non un pronunciamento della giunta e<br />
nemmeno del consiglio comun<strong>al</strong>e. Leonardo Muraro, presidente della Provincia, non ha ancora preso posizione<br />
uffici<strong>al</strong>mente, anche se pare <strong>al</strong>lineato sulla posizione <strong>di</strong> Quaggiotto. Ma proprio su Barcon la Lega è<br />
spaccata. All'interno della stessa giunta vedelaghese c'è chi non è per nulla convinto, come l'assessore<br />
<strong>al</strong>la sicurezza Renzo Franco (che è anche segretario del carroccio a Vedelago). Anche i rappresentanti del Pdl<br />
presenti in giunta hanno espresso grossi perplessità. E in Provincia il copione è lo stesso. In giunta nessuno<br />
pare appoggi Muraro sulla linea del sì. Una situazione <strong>di</strong> tot<strong>al</strong>e indecisione dunque nella qu<strong>al</strong>e nessuno vuole<br />
assumersi la responsabilità <strong>di</strong> fare nulla. E così è scattato il gioco dello scarica barile. La Regione chiede parere<br />
a Comune e Provincia, la Provincia attende che la Regione apra form<strong>al</strong>mente la pratica prima <strong>di</strong> pronunciarsi<br />
(si attende una delibera region<strong>al</strong>e che riconosca la pubblica utilità del progetto).<br />
Il Gazzettino<br />
24 maggio 2012<br />
To<strong>al</strong>to: «Niente consiglio su Barcon»<br />
MONTEBELLUNA - (L.B.) «Caso Barcon in consiglio? Solo aria fritta». Il capogruppo della Lega (e consigliere<br />
provinci<strong>al</strong>e del Carroccio) Michele To<strong>al</strong>do non ha <strong>al</strong>cuna intenzione <strong>di</strong> portare in consiglio comun<strong>al</strong>e un or<strong>di</strong>ne<br />
del giorno contro il casello <strong>di</strong> Barcon, come sollecitato d<strong>al</strong> consigliere d'opposizione Laura Puppato, che<br />
aveva ipotizzato un intervento sull'argomento, raccogliendo il favore dello stesso sindaco Marzio Favero.<br />
«Non ho <strong>al</strong>cuna intenzione <strong>di</strong> convocare il consiglio <strong>fino</strong> a quando la Regione non si sarà espressa sull'argomento<br />
con una delibera <strong>di</strong> Giunta -<strong>di</strong>ce To<strong>al</strong>do- Al momento non c'è nulla <strong>di</strong> definito e un or<strong>di</strong>ne del giorno<br />
sarebbe quin<strong>di</strong> solamente aria fritta. C'è t<strong>al</strong>mente tanta nebbia su questa cosa che non v<strong>al</strong>e la pena prenderla<br />
in considerazione anche perché Montebelluna potrebbe esprimersi solo sulla viabilità. Abbiamo ben <strong>al</strong>tro <strong>di</strong><br />
cui occuparci».<br />
E ora anche il sindaco Marzio Favero prende tempo, pur ribadendo la contrarietà <strong>al</strong>l'intervento: «Sul casello<br />
<strong>di</strong> Barcon il nostro no è arrivato <strong>al</strong>la Provincia». E aggiunge: «È terminata l'an<strong>al</strong>isi degli uffici. Abbiamo riba<strong>di</strong>to<br />
<strong>al</strong>la Provincia la nostra contrarietà <strong>al</strong> casello <strong>di</strong> uscita a Barcon. Si è svolto anche un incontro ad hoc sul tema<br />
del casello dove abbiamo chiesto notizie sull'iter e sullo stato della pratica. Ma <strong>fino</strong>ra non c'è stato <strong>al</strong>cun<br />
form<strong>al</strong>e coinvolgimento del Comune da parte della Regione e della Provincia. Eppure si tratta <strong>di</strong> un passaggio<br />
necessario. Quando verremo convocati, riba<strong>di</strong>remo con forza la nostra posizione». Ma <strong>di</strong> consiglio...neppure<br />
l'ombra.<br />
Il Gazzettino<br />
24 maggio 2012<br />
Piano territori<strong>al</strong>e accordo con la Provincia<br />
MOGLIANO - (M.F.) Porte aperte <strong>al</strong> turismo e <strong>al</strong>le nuove aziende pronte a re<strong>al</strong>izzare la propria base lungo<br />
l'A27 e il passante <strong>di</strong> Mestre: questi i princip<strong>al</strong>i in<strong>di</strong>rizzi che emergono d<strong>al</strong>le tavole del piano urbanistico del<br />
Comune siglato ieri <strong>al</strong> Sant'Artemio d<strong>al</strong> sindaco Azzolini e d<strong>al</strong> presidente Muraro. Per i visitatori in cantiere<br />
ci sono non tanto <strong>al</strong>tre strutture ricettive, ma una rete <strong>di</strong> percorsi creati ad hoc, anche recuperando le ex cave<br />
68
<strong>di</strong> Marocco, per mostrare loro che la parte sud della Marca non è solo un posto dove dormire mentre si fanno<br />
le ferie a Venezia. Per gli impren<strong>di</strong>tori, invece, c'è la possibilità <strong>di</strong> portare la propria attività nella fetta <strong>di</strong> terra<br />
tra due autostrade, una delle più strategiche a livello logistico del trevigiano. Azzolini e Muraro lo sanno e,<br />
mentre si attende <strong>di</strong> capire che ne sarà del progetto Ikea a Cas<strong>al</strong>e e Colomberotto-RotoCart a Barcon <strong>di</strong> Vedelago,<br />
hanno puntato l'obiettivo.<br />
«Il Piano <strong>di</strong> assetto del territorio è importante perché riguarda uno dei Comuni <strong>di</strong> grande v<strong>al</strong>enza strategica,<br />
che con le sue oltre 421 mila presenze l'anno rappresenta il comprensorio più turistico della provincia - spiega<br />
Muraro - poi c'è l'importante asse della viabilità formato da tangenzi<strong>al</strong>e e passante: inutile <strong>di</strong>re che è necessario<br />
pianificare un territorio attraversato da così tante arterie importanti».<br />
Il Gazzettino<br />
23 maggio 2012<br />
Le firme a Muraro: «Spetta a Zaia sciogliere il nodo Barcon»<br />
VEDELAGO - Oltre quattro mila firme per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no <strong>al</strong> progetto del nuovo inse<strong>di</strong>amento industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon<br />
firmato da Colomberotto e Roto-Cart. Sono quelle che ieri il Comitato <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni che si batte contro il via<br />
libera <strong>al</strong>la costruzione <strong>di</strong> circa 86 ettari <strong>di</strong> capannoni, dove ospitare un macello e una cartiera, ha consegnato<br />
<strong>al</strong> Sant'Artemio <strong>di</strong>rettamente nelle mani <strong>di</strong> Muraro. «Allo stato attu<strong>al</strong>e si sta attendendo che la giunta Zaia<br />
decida in modo form<strong>al</strong>e sull'avvio o sulla conclusione del proce<strong>di</strong>mento, una volta accertata la sussistenza<br />
o l'assenza del rilevante »interesse region<strong>al</strong>e" rispetto <strong>al</strong>la proposta - ha messo in chiaro il presidente della<br />
Provincia - da parte nostra abbiamo raccolto ogni documentazione possibile per essere pronti a portare<br />
l'eventu<strong>al</strong>e <strong>di</strong>scussione in consiglio provinci<strong>al</strong>e: ora ve<strong>di</strong>amo come si muoverà la Regione". La patata bollente,<br />
insomma, per il momento è a p<strong>al</strong>azzo B<strong>al</strong>bi. Solamente più tar<strong>di</strong>, se Zaia aprirà la porta, arriverà a Treviso.<br />
Dove ad attenderla sul piede <strong>di</strong> guerra, oltre ai firmatari della petizione, ci sono anche le associazioni <strong>di</strong><br />
categoria e i tre sindacati. «A breve li incontrerò nuovamente - conclude Muraro - in modo da avere un quadro<br />
quanto più completo della situazione». Difficile, però, nonostante i 330 milioni <strong>di</strong> investimento e i 700 posti<br />
<strong>di</strong> lavoro annunciati d<strong>al</strong>le due <strong>di</strong>tte, che adesso tornino sui propri passi.<br />
Il Gazzettino<br />
22 maggio 2012<br />
Il no <strong>al</strong> polo <strong>di</strong> Barcon con 4 mila cartoline<br />
VEDELAGO - (G.V.) Questa mattina verranno depositate, in Comune e in Provincia, 4mila cartoline per bocciare<br />
il polo agro<strong>al</strong>imentare <strong>di</strong> Barcon.<br />
Ma la vicenda ha ra<strong>di</strong>ci lontane. «In<strong>di</strong>gnato», il Comitato spontaneo "Barcon Viva" non trova <strong>al</strong>tri aggettivi <strong>al</strong><br />
“no” del sindaco Paolo Quaggiotto <strong>al</strong>la proposta del consigliere <strong>di</strong> minoranza Oscar Bor<strong>di</strong>gnon (ora <strong>di</strong> area<br />
leghista), votata anche d<strong>al</strong> Gruppo Primavera Civica e d<strong>al</strong>l’in<strong>di</strong>pendente W<strong>al</strong>ter Santin, <strong>di</strong> chiamare la comunità<br />
ad esprimersi sul polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon delle <strong>di</strong>tte Colomberotto e Rotocart. È proprio necessaria<br />
un’opera faraonica e devastante - si chiede il comitato - che comprometterà in modo irreversibile 90 ettari <strong>di</strong><br />
campagna <strong>al</strong>tamente produttiva. Forse Quaggiotto crede d’aver ricevuto d<strong>al</strong> voto un assegno in bianco? Poi<br />
una stilettata anche a quello che Barcon Viva definisce "Un non ben definito Comitato costituito da <strong>al</strong>cuni<br />
sostenitori dell’accordo. Oltre ad attaccare manifesti non si è mai fatto promotore <strong>di</strong> iniziative per spiegare le<br />
proprie ragioni. In una recente intervista Quaggiotto ha affermato che d<strong>al</strong>la Rotocart partono ogni giorno<br />
700 bilici <strong>di</strong> carta igienica. Si è <strong>di</strong>menticato - precisa Barcon Viva - quelli per la cellulosa e i mezzi impiegati<br />
d<strong>al</strong> macello, tra i più gran<strong>di</strong> d’Europa. Così Barcon sarà soffocata. E dove verranno pescati i 50 milioni per il<br />
casello sulla Pedemontana Oltre 23 li metteranno i privati. E gli <strong>al</strong>tri"?<br />
Infine la richiesta: «Il sindaco spieghi ai citta<strong>di</strong>ni perché la Regione ha chiesto lumi sul progetto delle due società».<br />
Barcon Viva attende che il governatore Luca Zaia batta un colpo e <strong>di</strong>a ascolto <strong>al</strong>le ragioni espresse da<br />
associazioni <strong>di</strong> categoria, sindac<strong>al</strong>i, ambient<strong>al</strong>iste e cultur<strong>al</strong>i.<br />
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La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
22 maggio 2012<br />
In 3.300 <strong>di</strong>cono no a Barcon<br />
Tremilatrecento cartoline contro il maximacello che dovrebbe essere re<strong>al</strong>izzato a Barcon sono state consegnate<br />
d<strong>al</strong> comitato <strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong> Vedelago, <strong>al</strong>trettante <strong>al</strong> presidente della Provincia Leonardo Muraro.<br />
Sono 6.600 le cartoline per il no <strong>al</strong> progetto del polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon: 3.300 sono quelle consegnate<br />
ieri d<strong>al</strong> comitato spontaneo Barcon Viva <strong>al</strong> Comune <strong>di</strong> Vedelago e <strong>al</strong>trettante, gemelle, <strong>al</strong>la Provincia <strong>di</strong> Treviso.<br />
Ma se a Vedelago il comitato non ha potuto far <strong>al</strong>tro che consegnarle ad un funzionario, ben <strong>di</strong>versa è stata<br />
l’accoglienza in via C<strong>al</strong> <strong>di</strong> Breda. «A Vedelago non ci è stato possibile incontrare il sindaco o il segretario comun<strong>al</strong>e»<br />
racconta il portavoce del comitato Ermes Dondoni «mentre in Provincia abbiamo avuto la possibilità<br />
<strong>di</strong> un lungo scambio <strong>di</strong> opinioni con il presidente Muraro». Il qu<strong>al</strong>e, a sua volta, ha informato dell’arrivo <strong>di</strong>rettamente<br />
in Provincia <strong>di</strong> un <strong>al</strong>tro centinaio <strong>di</strong> missive contro il polo «anche se» precisa Muraro «non mi sembra<br />
che ne siano arrivate da Vedelago». Il presidente ha riba<strong>di</strong>to la sua posizione sull’argomento: «Stiamo attendendo<br />
d<strong>al</strong>la Regione, in base <strong>al</strong>la legge region<strong>al</strong>e 35 del 2001, una delibera che si pronunci sulla pubblica<br />
utilità del progetto <strong>di</strong> Barcon e che sul tema sia avviata la conferenza dei servizi. Dopo <strong>di</strong> questa, toccherà <strong>al</strong><br />
Comune e <strong>al</strong>la Provincia <strong>di</strong>re la loro, anche se il parere <strong>di</strong> quest’ultima è vincolante». Dipenderebbe dunque<br />
d<strong>al</strong>la Regione dare il via libera <strong>al</strong>la procedura, cosa che a quanto pare <strong>di</strong> capire non è ancora avvenuta. Questo<br />
però non vieta <strong>di</strong> avere opinioni pro o contro il progetto. Il governatore Zaia ha detto pubblicamente che non<br />
intende entrare nel merito finchè è in corso la fase istruttoria. Ad an<strong>al</strong>oga richiesta, Muraro sostiene che «il<br />
progetto va vagliato con molta attenzione. Non possiamo nasconderci il fatto che si tratta <strong>di</strong> un investimento<br />
importante in considerazione dell’attu<strong>al</strong>e situazione economica e occupazion<strong>al</strong>e. Ne’ censurare il fatto che i<br />
gran<strong>di</strong> gruppi impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>i richiedono gran<strong>di</strong> spazi». Fermo restando che ogni decisione deve affrontare e<br />
superare la trafila leg<strong>al</strong>e, per il presidente della Provincia una possibile soluzione «potrebbe essere la perequazione<br />
con aree nell’ambito del medesimo Comune dove è già previsto uno sviluppo produttivo». Che in<br />
casa Lega sull’argomento Barcon non ci sia un parere univoco, lo testimonia anche la posizione dell’assessore<br />
<strong>di</strong> Vedelago nonché segretario loc<strong>al</strong>e leghista, Renzo Franco. In un post sul suo profilo in Facebook afferma<br />
che su Barcon «ci sono <strong>al</strong>cune cose rimaste in sospeso. Cose determinanti per avere più chiara la situazione...<br />
Per approvare bisogna essere convinti». Parole che vengono colte <strong>al</strong> b<strong>al</strong>zo d<strong>al</strong> comitato Barcon Viva che<br />
chiede <strong>al</strong>la Lega <strong>di</strong> prendere una posizione chiara: «Non basta più e non è corretto verso la comunità, un atteggiamento<br />
spesso equivoco fin qui tenuto. In decisioni uffici<strong>al</strong>i solid<strong>al</strong>i con il sindaco, in separate se<strong>di</strong> piuttosto<br />
perplessi. Non è questo far politica nell’interesse della propria comunità <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e bisogna rispondere<br />
innanzitutto con il proprio buon operare». Rivolgendosi a Franco, il comitato <strong>di</strong>ce che «è giunto il momento,<br />
non più procrastinabile, <strong>di</strong> esplicitare pubblicamente ed in modo inequivocabile la propria posizione, qu<strong>al</strong>e<br />
coor<strong>di</strong>natore della Lega Nord nonché person<strong>al</strong>e, così come in passato lo ha fatto il Commissario del Pdl Remigio<br />
Parisotto». Il dubbio è che sul caso Barcon siano in gioco anche gli equilibri interni <strong>al</strong> Carroccio della<br />
Marca, dopo le note vicende <strong>di</strong> casa Bossi e la riorganizzazione che sta avvenendo attraverso i <strong>di</strong>versi congressi.<br />
«Lo escludo» <strong>di</strong>ce il presidente Muraro «Quella <strong>di</strong> Barcon è una questione molto importante sulla qu<strong>al</strong>e<br />
è chiaro che ci possano essere <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> vedute, anche perché <strong>di</strong>versa è la percezione delle priorità». Insomma<br />
niente duelli, <strong>al</strong>meno non sui terreni <strong>di</strong> via Terza Armata.<br />
Di Davide Nor<strong>di</strong>o<br />
Il Gazzettino<br />
22 maggio 2012<br />
Un muro <strong>di</strong> silenzio sull’area industri<strong>al</strong>e. Laura Puppato spara a zero sulla giunta.<br />
MONTEBELLUNA - (L.Bon) «Sull'area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon un imbarazzante silenzio da parte del sindaco. E<br />
per il passaggio della stazione Favero potrebbe fare un'or<strong>di</strong>nanza». Da tempo il primo citta<strong>di</strong>no Marzio Favero<br />
ha preannunciato, anche in consiglio, un parere negativo dell'amministrazione sul caso Barcon. E, in attesa<br />
<strong>di</strong> un atto congiunto, il consigliere d'opposizione Laura Puppato ha accettato <strong>di</strong> ritirare una mozione sul<br />
tema. «Ma la lungaggine è incomprensibile -<strong>di</strong>ce ora Laura Puppato-. Avremmo dovuto portare il tema in<br />
consiglio già il <strong>mese</strong> scorso, come concordato due consigli fa su mia sollecitazione, l'or<strong>di</strong>ne del giorno con-<br />
70
giunto. E domani (oggi, ndr) Zorzato convoca il sindaco Quagliotto <strong>di</strong> Vedelago. Ma dov'è il nostro parere<br />
negativo <strong>al</strong>la viabilità prevista d<strong>al</strong>l'insano progetto?». La questione è emersa a margine della polemica relativa<br />
<strong>al</strong> passaggio pedon<strong>al</strong>e <strong>di</strong> collegamento fra il nuovo parcheggio scambiatore e via Piave, <strong>al</strong>tro simbolo, secondo<br />
la Puppato, <strong>di</strong> lungaggini. «Non v<strong>al</strong>e la pena attendere ancora -<strong>di</strong>ce Puppato- Fosse vero che le carte<br />
non sono a posto neanche per il parcheggio in uso da 4 anni, per il sottopasso norm<strong>al</strong>mente utilizzato e la<br />
caserma completata ed occupata con sod<strong>di</strong>sfazione dai nostri vigili, non si comprende perché la precedente<br />
amministrazione sia riuscita a far utilizzare tutto e subito ogni opera, mentre ora pare impossibile. Se fosse<br />
un caso <strong>di</strong> "or<strong>di</strong>naria burocrazia" abbiamo la certificazione che l'amministrazione precedente è riuscita a<br />
non farsi vincere dai suoi tentacoli. Favero utilizzi gli strumenti che ha, delibere od or<strong>di</strong>nanze, atti idonei a introdurre<br />
una <strong>di</strong>sciplina in deroga».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
20 maggio 2012<br />
Operazione Barcon. Lega spaccata<br />
VEDELAGO Sull’operazione Barcon (maxi macello e cartiera nei campi a nord <strong>di</strong> via Terza Armata) la Lega si<br />
presenta <strong>di</strong>visa <strong>al</strong>l’appuntamento con la Regione. Se il sindaco Paolo Quaggiotto preme sull’acceleratore per<br />
portare a casa quanto prima il risultato, il suo assessore Renzo Franco, che è anche segretario del Carroccio<br />
loc<strong>al</strong>e, non è così granitico. E sul suo profilo Facebook rispondendo <strong>al</strong>le perplessità sull’intervento espresse<br />
da un amico posta i suoi dubbi. «Ci sono <strong>al</strong>cune cose rimaste in sospeso», <strong>di</strong>gita con onestà sulla tastiera del<br />
suo pc e pubblica poi sul soci<strong>al</strong> network, «Cose determinanti per avere più chiara la situazione... Per approvare<br />
bisogna essere convinti...». Insomma il suo sindaco non lo ha convinto del tutto sulla bontà dell’operazione<br />
che trasformerà la campagna, un tempo dei Pola e ora <strong>di</strong> Colomberotto, in un polo agroindustri<strong>al</strong>e. Compatta<br />
nelle uscite uffici<strong>al</strong>i, ma <strong>di</strong>visa nel <strong>di</strong>battito interno: così si presenta la maggioranza <strong>di</strong> Quaggiotto. E i dubbi<br />
crescono sempre più, anche davanti <strong>al</strong>l’avanzare del fronte del no. Intanto Marino Zorzato, il vicegovernatore,<br />
ha convocato il sindaco Paolo Quaggiotto e il presidente della Provincia Leonardo Muraro. Il summit potrebbe<br />
tenersi martedì prossimo. Il vice <strong>di</strong> Zaia vuole capirne <strong>di</strong> più: non è bastata a convincerlo la lettera inviata da<br />
Quaggiotto a nome della sua maggioranza con il parere favorevole <strong>al</strong>la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> interesse region<strong>al</strong>e<br />
dell’operazione. Una procedura se non <strong>al</strong>tro anom<strong>al</strong>a: il sindaco ha firmato in prima persona la lettera <strong>di</strong> risposta.<br />
La Regione si aspettava un documento uffici<strong>al</strong>e del consiglio comun<strong>al</strong>e o <strong>al</strong>meno dell’intera giunta.<br />
E in base a questo avrebbe v<strong>al</strong>utato l’interesse sovracomun<strong>al</strong>e dell’operazione. Il presidente della Provincia,<br />
Leonardo Muraro, chiamato a sua volta a <strong>di</strong>re la sua sul progetto, glissa. Starebbe d<strong>al</strong>la parte dei Quaggiotto,<br />
ma per ora è tutto <strong>al</strong> con<strong>di</strong>zion<strong>al</strong>e. Intanto Renzo Franco pone dubbi. E pubblicamente. Alessia De Marchi<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
15 maggio 2012<br />
Un bacino anti-<strong>al</strong>lagamenti dove c’era la cava Bergamin<br />
RIESE Un bacino <strong>di</strong> laminazione che mette in sicurezza d<strong>al</strong>le <strong>al</strong>luvioni Castelfranco e l’Alta Padovana e che<br />
vuole essere il segn<strong>al</strong>e tangibile che dopo 80 anni il Veneto ricomincia ad investire contro il rischio idrogeologico.<br />
Una ragione più che sufficiente perché ieri sia stato il governatore del Veneto Luca Zaia a tagliare il<br />
nastro del nuovo sistema <strong>di</strong> protezione presso l’ex cava Bergamin a Riese, un’opera che interverrà per i guai<br />
derivanti d<strong>al</strong>l’acqua in tutti i sensi, essendo una cassa <strong>di</strong> espansione da 500mila metri cubi in caso <strong>di</strong> <strong>al</strong>luvione,<br />
ma anche un bacino idrico in caso <strong>di</strong> siccità. Quest’opera ha previsto la re<strong>al</strong>izzazione inoltre <strong>di</strong> un<br />
can<strong>al</strong>e <strong>di</strong> scolo <strong>di</strong> circa 600 metri d<strong>al</strong> torrente Brenton <strong>al</strong>la cava stessa, con costo tot<strong>al</strong>e dell’intervento <strong>di</strong> 6<br />
milioni <strong>di</strong> euro. Per il presidente del Consorzio Bonifica Piave, Giuseppe Romano, che gestirà l’impianto <strong>di</strong><br />
proprietà region<strong>al</strong>e è «un’opera importantissima sia per la prevenzione dei rischi ma anche perché si tratta <strong>di</strong><br />
una cava recuperata e bonificata». Sod<strong>di</strong>sfatti del risultato raggiunto dopo oltre <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> lavoro sia il sindaco<br />
<strong>di</strong> Riese, Gianluigi Contarin, che il suo predecessore, ora consigliere region<strong>al</strong>e, Luca Baggio, per quella<br />
che era una potenzi<strong>al</strong>e <strong>di</strong>scarica. Nel suo intervento Zaia innanzitutto ricorda l’ultima grande c<strong>al</strong>amità idrica,<br />
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quell’<strong>al</strong>luvione del 2010 e il forte impegno della Regione che ha portato a rifondere il 75 per cento dei danni<br />
subiti. Ora la sfida è prevenire: «Il futuro è continuare su questa strada, volendo mettere in sicurezza tutto il<br />
Veneto. La vera sfida è investire e la Regione nel suo bilancio per la prima volta ha inserito 50 milioni con<br />
queste fin<strong>al</strong>ità». Ma Riese è anche a pochi chilometri da Barcon, dove i comitati che si oppongono <strong>al</strong> polo<br />
agroindustri<strong>al</strong>e hanno invitato Zaia a <strong>di</strong>re no <strong>al</strong> progetto: «Su Barcon c’è una fase istruttoria sulla qu<strong>al</strong>e non<br />
voglio entrare nel merito, voglio che si esprimano il consiglio comun<strong>al</strong>e quello provinci<strong>al</strong>e tutte le autorità<br />
che devono <strong>di</strong>re la loro sulla compatibilità o meno dell’intervento e poi <strong>al</strong>la fine c’è il decreto del presidente<br />
della Regione. Cerchiamo <strong>di</strong> non capovolgere le procedure, perché così si creano solo <strong>al</strong>ibi».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
13 maggio 2012<br />
Il comitato spontaneo a Zaia «Chiu<strong>di</strong> la partita con un no»<br />
VEDELAGO Il no <strong>al</strong> referendum su Barcon del sindaco Quaggiotto lascia esterrefatti i comitati, che si appellano<br />
<strong>al</strong> governatore Zaia affinchè la Regione <strong>di</strong>ca no <strong>al</strong> progetto del polo agro<strong>al</strong>imentare. Dopo il rifiuto della consultazione,<br />
il comitato spontaneo Barcon Viva punta l’in<strong>di</strong>ce contro il sindaco: «Facendosi forte dei voti ricevuti,<br />
ritiene che i suoi elettori gli abbiano firmato un assegno in bianco. Se è proprio convinto della bontà <strong>di</strong> questo<br />
programma <strong>di</strong> accordo e <strong>di</strong> avere ampi consensi, perché teme la consultazione, per giunta senza <strong>al</strong>cun costo<br />
per l’amministrazione?» Barcon Viva vede nella mancanza <strong>di</strong> <strong>al</strong>cune procedure form<strong>al</strong>i i segn<strong>al</strong>i <strong>di</strong> una non<br />
soli<strong>di</strong>tà della giunta Quaggiotto: «Il sindaco spieghi anche ai citta<strong>di</strong>ni perché <strong>al</strong>la richiesta della Regione <strong>di</strong> acquisizione<br />
<strong>di</strong> un parere esplicito della giunta comun<strong>al</strong>e sull’accordo <strong>di</strong> programma presentato d<strong>al</strong>le <strong>di</strong>tte Colomberotto<br />
e Rotocart, ha inviato una sua lettera e non una delibera <strong>di</strong> giunta. Teme forse lo sfarinamento<br />
della sua compagine?». Quin<strong>di</strong> l’appello a Zaia: «Ci atten<strong>di</strong>amo da lui un’azione politica imme<strong>di</strong>ata, dando<br />
ascolto e cre<strong>di</strong>to <strong>al</strong>le ragioni espresse da varie associazioni. Chiuda questa partita nel modo più saggio: un<br />
chiaro e definitivo no a questo tipo <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento produttivo, meglio sarebbe definirlo <strong>di</strong>struttivo, nella<br />
campagna <strong>di</strong> Barcon <strong>di</strong> Vedelago. La partita è nelle sue mani».<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
13 maggio 2012<br />
Esterrefatto, in<strong>di</strong>gnato. Il Comitato spontaneo "Barcon Viva" non trova <strong>al</strong>tri aggettivi <strong>al</strong> “no” del sindaco Paolo<br />
Quaggiotto <strong>al</strong>la proposta del consigliere <strong>di</strong> minoranza Oscar Bor<strong>di</strong>gnon (da qu<strong>al</strong>che tempo <strong>di</strong> area leghista)<br />
votato anche d<strong>al</strong> Gruppo Primavera Civica e d<strong>al</strong>l’in<strong>di</strong>pendente W<strong>al</strong>ter Santin, <strong>di</strong> chiamare la comunità ad<br />
esprimersi con una consultazione popolare in merito <strong>al</strong> progetto del polo agroindustri<strong>al</strong>e presentato d<strong>al</strong>la<br />
Colomberotto e Rotocart in via III Armata a Barcon. «È proprio necessaria un’opera faraonica e devastante -si<br />
domanda il Comitato- che comprometterà in modo irreversibile 90 ettari <strong>di</strong> campagna <strong>al</strong>tamente produttiva<br />
e intatta da secoli, per qu<strong>al</strong>che chilometro <strong>di</strong> strada? Qu<strong>al</strong> è il rapporto tra questi due interventi? Forse Quaggiotto<br />
crede che, facendosi forte dei voti ricevuti abbia in mano un assegno in bianco?» Poi un stilettata anche<br />
a quello che Barcon Viva definisce «Un non ben definito Comitato costituito da <strong>al</strong>cuni sostenitori dell’accordo,<br />
tenuto a battesimo d<strong>al</strong>lo stesso sindaco. Oltre ad attaccare manifesti nel territorio comun<strong>al</strong>e non si è mai<br />
fatto promotore <strong>di</strong> iniziative per spiegare le ragioni della loro posizione. In una recente intervista Quaggiotto<br />
ha affermato che d<strong>al</strong>la Rotocart partono ogni giorno 700 bilici <strong>di</strong> carta igienica. A questi vanno aggiunti quelli<br />
che portano la cellulosa e i mezzi del macello, tra i più gran<strong>di</strong> d’Europa. Così Barcon corre il rischio <strong>di</strong> venire<br />
soffocata. Per viabilità da sistemare e casello sulla Pedemontana, - continua il Comittao – servono 50 milioni.<br />
Provincia e Regione non mettono sol<strong>di</strong>, 23 arriverebbero da privati e gli <strong>al</strong>tri 27? Forse il casello serve solo ai<br />
due impren<strong>di</strong>tori». Definita “sconsolante” la proposta <strong>di</strong> trasferire il complesso nell’area <strong>di</strong>smessa della Elettrolux.<br />
Poi la richiesta: «Il sindaco spieghi perché <strong>al</strong>la richiesta della Regione <strong>di</strong> un parere della giunta sull’accordo<br />
presentato d<strong>al</strong>le due aziende, abbia inviato una lettera e non una delibera <strong>di</strong> giunta. Barcon Viva ora<br />
attende che il governatore Zaia <strong>al</strong> più presto risponda <strong>al</strong>la richiesta. Barcon Viva si aspetta da Zaia, un’azione<br />
politica imme<strong>di</strong>ata, sulle istanze <strong>di</strong> associazioni <strong>di</strong> categoria, sindac<strong>al</strong>i, ambient<strong>al</strong>iste, cultur<strong>al</strong>i, Fondazione<br />
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<strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, da <strong>al</strong>tri comitati e una componente dell’amministrazione comun<strong>al</strong>e, un chiaro e definitivo “no” a<br />
questo inse<strong>di</strong>amento produttivo, definito <strong>di</strong>struttivo, nella campagna <strong>di</strong> Barcon.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
8 maggio 2012<br />
CONTRO IL SINDACO DI VEDELAGO<br />
Ici: l’opposizione fa un esposto <strong>al</strong> prefetto<br />
VEDELAGO Quaggiotto nega <strong>di</strong> rispondere sull'Ici, parte un esposto <strong>al</strong> prefetto <strong>di</strong> Treviso. A presentarlo il<br />
gruppo <strong>di</strong> opposizione Primavera Civica. L'annuncio in apertura <strong>di</strong> consiglio comun<strong>al</strong>e lunedì sera. «Sono<br />
avvenuti fatti molto gravi messi in essere da questa amministrazione che ledono il <strong>di</strong>ritto dei consiglieri comun<strong>al</strong>i<br />
<strong>di</strong> accedere agli atti e <strong>di</strong> presentare interrogazioni», <strong>di</strong>chiara il capogruppo Fiorenza Morao, «ci è stata<br />
negata risposta ad un’interrogazione consiliare presentata il 5 marzo dopo <strong>di</strong>verse richieste <strong>di</strong> accesso agli<br />
atti. Un'interrogazione volta a conoscere la posizione Ici della <strong>di</strong>tta “Immobiliare Quaggiotto”, <strong>di</strong> cui il sindaco<br />
Paolo Quaggiotto è socio. L’Ufficio Tributi del Comune <strong>di</strong> Vedelago ha inviato a t<strong>al</strong>e <strong>di</strong>tta un accertamento<br />
per non aver pagato l’Ici per gli anni 2008 e 2009 per <strong>al</strong>cune decine <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> euro». Su questo Primavera<br />
Civica aveva presentato un or<strong>di</strong>ne del giorno su questo argomento, ma il sindaco si è rifiutato. «La verifica <strong>di</strong><br />
una eventu<strong>al</strong>e incompatibilità dell’interrogazione rispetto <strong>al</strong> Regolamento Comun<strong>al</strong>e non spetta <strong>di</strong> certo <strong>al</strong><br />
Presidente del Consiglio Comun<strong>al</strong>e, nel caso <strong>di</strong> Vedelago il sindaco, ma spetta semmai <strong>al</strong> consiglio comun<strong>al</strong>e<br />
stesso», spiega Morao, «grave il fatto che l’amministrazione comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago, in regime <strong>di</strong> democrazia,<br />
si comporti con così poco stile e trasparenza. Il mancato riscontro <strong>al</strong>le nostre richieste su argomenti <strong>di</strong> t<strong>al</strong>e<br />
importanza, l’ostruzionismo che ci viene riservato, comportano un grave danno d’immagine <strong>al</strong>l’ente loc<strong>al</strong>e,<br />
poiché lascia supporre che esistano ragioni per occultare dati e informazioni. Il nostro gruppo inoltre non ha<br />
avuto risposta a <strong>di</strong>verse lettere inviate <strong>al</strong>l’amministrazione per accedere agli atti e <strong>al</strong>la documentazione sul<br />
polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon richiesta lo scorso 30 agosto 2011. Li abbiamo ricevuti d<strong>al</strong>la Provincia dopo<br />
soli pochi giorni d<strong>al</strong>la nostra richiesta. E' fatto molto grave prima <strong>di</strong> tutto verso tutti i citta<strong>di</strong>ni che hanno<br />
eletto questo consiglio comun<strong>al</strong>e. Ricordo che in <strong>di</strong>verse occasioni ci è stato negato l’accesso agli atti ai qu<strong>al</strong>i<br />
per legge i consiglieri possono accedere senza ostacolo <strong>al</strong>cuno». (d.q.)<br />
Il Gazzettino<br />
7 maggio 2012<br />
Coro unanime <strong>di</strong> consensi e solidarietà a Nicola Di Santo ieri <strong>al</strong>l’assemblea dei soci<br />
della Banca <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Trevigiano<br />
Non si è registrato il record <strong>di</strong> presenze, d’<strong>al</strong>tra parte era domenica <strong>di</strong> comunioni e molti soci erano impegnati<br />
con i loro figli o nipotini. L’assemblea gener<strong>al</strong>e or<strong>di</strong>naria dei soci della Banca <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Trevigiano (6.321 in<br />
tot<strong>al</strong>e, 1164 i presenti) svolta a Castelfranco sotto una tensostruttura nell’ex foro boario, un record comunque<br />
l’ha registrato: la solidarietà e il consenso <strong>di</strong> tutti verso il presidente Nicola Di Santo. Prima le telefonate anonime,<br />
ora le lettere anonime e in <strong>di</strong><strong>al</strong>etto. «Lettere anonime come quella fatta circolare in questi giorni -ha<br />
detto Di Santo con tono deciso– piena <strong>di</strong> cose indecenti fanno m<strong>al</strong>e a tutti. Se non la pensate come noi,<br />
come la nostra governance, abbiate il coraggio <strong>di</strong> venire in banca a <strong>di</strong>rcelo in faccia». Applausi <strong>di</strong> solidarietà<br />
e sostegno dell’assemblea, nel corso della qu<strong>al</strong>e hanno tenuto banco anche le attività della Fondazione <strong>Villa</strong><br />
<strong>Emo</strong> Onlus, che si batte contro la re<strong>al</strong>izzazione del polo agro-industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon.<br />
La crisi c’è e si sente, ma nonostante ciò i numeri del bilancio dell’istituto <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to sono improntati <strong>al</strong>la<br />
fiducia. La rete: 31 fili<strong>al</strong>i su 22 comuni. L’ultima è stata aperta a Bassano del Grappa. I Bancomat sono 33,<br />
675 i punti Pos. I <strong>di</strong>pendenti sono 276, ma la banca è “rosa”, il 45% del person<strong>al</strong>e è femminile, la cui formazione<br />
profession<strong>al</strong>e nel 2011 ha impegnato il person<strong>al</strong>e per 20.600 ore. Taglio ai <strong>di</strong>rigenti che da 8 si riducono<br />
ad un paio. Attivo: + 1,22% erogato per 1.364.635.000 euro. L’utile ammonta a 141.963.000 euro. L’aumento<br />
del capit<strong>al</strong>e soci<strong>al</strong>e: 1.400.000 euro. Patrimonio <strong>di</strong> vigilanza mostra soli<strong>di</strong>tà, 14,01%, quello <strong>di</strong> base (Tier 1) è<br />
<strong>al</strong> 13,60%. Il rapporto raccolta-impieghi ha i dati migliori del nord’est. Nel 2011 i finanziamenti erogati sono<br />
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stati 2119 pari a 132 milioni <strong>di</strong> euro, i depositi dei clienti ammontano a 1.385.902 <strong>di</strong> euro. L’utile lordo più le<br />
rettifiche sono costanti: 11 milioni <strong>al</strong>l’anno.<br />
Pochissimi gli interventi. Da citare quello <strong>di</strong> Nazzareno Gerolimetto. Apprezzamento per la <strong>di</strong>fesa del territorio<br />
in riferimento <strong>al</strong> progetto Barcon. «Negli ultimi 10 anni - ha detto –la provincia <strong>di</strong> Treviso ha perso 18mila<br />
ettari <strong>di</strong> superficie, quando Esistono 20 milioni <strong>di</strong> area produttive non utilizzate. Per cui la <strong>di</strong>fesa del territorio<br />
è un dovere». E citando Giorgio Lago ha concluso: «Pensare in <strong>di</strong><strong>al</strong>etto, parlare in it<strong>al</strong>iano, comunicare con i<br />
mezzi informatici». Su Barcon è tornato Di Santo. «La Banca è cosa <strong>di</strong>versa d<strong>al</strong>la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> -ha<br />
detto– Fondazione che ha come obiettivi promuovere la cultura e l’arte legate <strong>al</strong>la <strong>Villa</strong>, v<strong>al</strong>orizzando tutto il<br />
compen<strong>di</strong>o es<strong>al</strong>tando la sua v<strong>al</strong>enza soci<strong>al</strong>e. Su Barcon è una iniziativa sollecitata da più parti per le peculiarità<br />
della Fondazione: la s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a dell’integrità del paesaggio agricolo <strong>di</strong> Barcon, delle attività, delle progettu<strong>al</strong>ità<br />
economica e soci<strong>al</strong>e ed a <strong>di</strong>fesa del territorio, dei piccoli impren<strong>di</strong>tori, commercianti, artigiani e delle<br />
famiglie. Operazione finanziata con risorse proprie della Fondazione, non <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Trevigiano. Se la fondazione<br />
ha sostenuto una campagna <strong>di</strong> informazione che ha fatto la sua eco anche nei p<strong>al</strong>azzi romani -ha continuato<br />
Di Santo– in particolare <strong>al</strong> Quirin<strong>al</strong>e, vorrà pur <strong>di</strong>re qu<strong>al</strong>cosa <strong>di</strong> importante. Lo scopo ultimo è quello<br />
<strong>di</strong> rimettere sul tappeto il tema del bene comune come fondamento del buon vivere, della democrazia, libertà,<br />
leg<strong>al</strong>ità, dell’eguaglianza, tutti v<strong>al</strong>ori in cui si riconoscono sia la Fondazione che Cre<strong>di</strong>to Trevigiano». Ha concluso<br />
facendo riferimento <strong>al</strong>la prima pagina della rivista della Col<strong>di</strong>retti che esor<strong>di</strong>sce con "Giù le mani d<strong>al</strong>la<br />
terra trevigiana", dando il suo pieno appoggio a Di Santo. «Noi siamo agricoltori, <strong>al</strong>levatori, produttori <strong>di</strong> <strong>al</strong>imenti:<br />
nella terra noi poniamo la nostra fonte primaria <strong>di</strong> vita.Siamo e saremo sempre <strong>al</strong> suo fianco». Tutto<br />
approvato con voto unanime.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
7 maggio 2012<br />
Barcon, il Cre<strong>di</strong>to Trevigiano vota contro<br />
Milleduecento soci uniti nel <strong>di</strong>re no <strong>al</strong> progetto <strong>di</strong> Barcon. Una presa <strong>di</strong> posizione netta avvenuta ieri mattina<br />
in occasione dell'assemblea annu<strong>al</strong>e dei soci del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano svoltasi nel tendone <strong>al</strong>lestito <strong>al</strong>l'ex foro<br />
Boario. Si è votato il bilancio, <strong>al</strong>l'interno del qu<strong>al</strong>e era presente una parte de<strong>di</strong>cata <strong>al</strong> «bilancio soci<strong>al</strong>e ed<br />
ambient<strong>al</strong>e». Una sezione in cui compare un documento nel qu<strong>al</strong>e viene recepita la puntu<strong>al</strong>e an<strong>al</strong>isi condotta<br />
d<strong>al</strong>la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> (costola del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano) sulle conseguenze della re<strong>al</strong>izzazione del progetto<br />
Barcon. Insomma un manifesto contro il mega progetto industri<strong>al</strong>e che le <strong>di</strong>tte Colomberotto spa e Rotocart<br />
spa vorrebbero re<strong>al</strong>izzare, con la bene<strong>di</strong>zione del sindaco vedelaghese Paolo Quaggiotto, nella campagne<br />
della frazione <strong>di</strong> Vedelago. Il documento, come tutto il bilancio, è stato votato <strong>al</strong>l'unanimità da tutta l'assemblea.<br />
Tra i votanti anche l'assessore <strong>al</strong>l'ambiente <strong>di</strong> Castelfranco Nazzareno Gerolimetto, socio della<br />
banca e presidente della Col<strong>di</strong>retti <strong>di</strong> Castelfranco. L'associazione <strong>di</strong> categoria si era già pronunciata contrariamente<br />
<strong>al</strong> progetto. Gerolimetto ha sottolineato l'importanza della tutela del paesaggio e della terra, un<br />
bene primario cui non si può rinunciare, ed ha riba<strong>di</strong>to il pericolo della cementificazione e del consumo <strong>di</strong><br />
territori agricoli. «La nostra è una banca <strong>di</strong> territorio», ha riba<strong>di</strong>to il presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano Nicola Di<br />
Santo, «una cassa rur<strong>al</strong>e nata per essere vicina agli artigiani, <strong>al</strong>le piccole imprese, agli agricoltori. La <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong><br />
queste categorie è tra i nostri obiettivi e proprio per questo stiamo conducendo questa battaglia contro il<br />
progetto <strong>di</strong> Barcon. Presentati in assemblea i dati relativi <strong>al</strong>l'attività 2011 dove il capit<strong>al</strong>e soci<strong>al</strong>e del Cre<strong>di</strong>to<br />
ha toccato quota 1,4 milioni <strong>di</strong> euro. Daniele Quarello<br />
Il Gazzettino<br />
6 maggio 2012<br />
PROGETTO BARCON<br />
Anche i pensionati <strong>di</strong>cono la loro Domani sera incontro-<strong>di</strong>battito<br />
VEDELAGO - (g.volp.) Sul progetto <strong>di</strong> Barcon, scende in campo anche l'associazione Pensionati "San Martino"<br />
<strong>di</strong> via Lazzaretto. Domani sera <strong>al</strong>le 20 nella sede incontro <strong>di</strong>battito sul progetto Polo Agro-Industri<strong>al</strong>e<br />
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della Colomberotto in Via III Armata. Tema: "Perché Si..Perché no". Sono stati invitati e parteciperanno rappresentanti<br />
dell'amministrazione comun<strong>al</strong>e, sindacati, associazioni <strong>di</strong> categoria e i comitati vari che si sono<br />
formati in questi ultimi tempi. In veste <strong>di</strong> moderatore il presidente <strong>di</strong> Anteas Alberto Franceschini. L'incontro<br />
è aperto a tutti.<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
6 maggio 2012<br />
IL DIBATTITO<br />
Le ragioni del sì e del no <strong>al</strong> polo agroindustri<strong>al</strong>e L’associazione pensionati “San Martino” organizza per lunedì<br />
<strong>al</strong>le 20 nella s<strong>al</strong>a <strong>di</strong> via Lazzaretto, 36 a Vedelago, un <strong>di</strong>battito sul progetto del polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon.<br />
All’incontro sono invitati rappresentanti <strong>di</strong> amministrazione comun<strong>al</strong>e, sindacati, associazioni <strong>di</strong> categoria e<br />
comitati a favore e contro l’operazione.<br />
Il Gazzettino<br />
5 maggio 2012<br />
VEDELAGO<br />
Anche il Pdl contro il "progetto Barcon"<br />
VEDELAGO<br />
Era il parere che uffici<strong>al</strong>mente mancava, ora è arrivato. Anche il Pdl è contrario <strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento agroindustri<strong>al</strong>e<br />
previsto in via III Armata, a Barcon. La decisione è giunta d<strong>al</strong>l'assemblea degli iscritti nel corso della qu<strong>al</strong>e è<br />
stato <strong>di</strong>battuto l'accordo <strong>di</strong> programma tra Regione, Provincia, Comune e le imprese Rotocart e Colomberotto,<br />
noto come "Progetto Barcon". Queste le conclusioni del Pdl, dopo il punto sui lavori da parte del commissario<br />
<strong>di</strong> sezione ed ex sindaco Remigio Parisotto. «La campagna dei Pol -spiega- va s<strong>al</strong>vaguardata nel modo più assoluto<br />
da un inse<strong>di</strong>amento industri<strong>al</strong>e il cui progetto, a tutt'oggi, non risulta nè definitivo e nè chiaro, s<strong>al</strong>vo<br />
per gli sviluppi occupazion<strong>al</strong>i promessi. Questo pur avendo apprezzato l'inse<strong>di</strong>amento Colomberotto dei primi<br />
anni 2000 che, <strong>al</strong> <strong>di</strong> la della qu<strong>al</strong>ità delle strutture, è riuscito a contenere l'occupazione e lo sperpero del territorio».<br />
Per Parisotto è però necessario che si re<strong>al</strong>izzi la circonv<strong>al</strong>lazione <strong>di</strong> Barcon, ma nel tracciato già previsto<br />
d<strong>al</strong> Ptcp, che risolverebbe in toto gli enormi problemi creati <strong>al</strong>la frazione d<strong>al</strong> transito dei troppi (otre 250 <strong>al</strong><br />
giorno) autotreni. Per il Pdl la contrarietà a <strong>di</strong>sperdere ulteriori risorse economiche nell'idea <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzare (comunque<br />
quasi abbandonata) un <strong>al</strong>tro casello della Pedemontana a nord <strong>di</strong> Barcon -scollegato <strong>al</strong>l'impianto<br />
gener<strong>al</strong>e dell'arteria- provocherebbe ulteriori problemi <strong>di</strong> intasamento del traffico sia a nord verso Montebelluna,<br />
che a sud verso Vedelago e Castelfranco. «Da ultimo -chiude- l'ulteriore conferma che inse<strong>di</strong>amenti debbano<br />
trovare oggi soluzione nel tessuto industri<strong>al</strong>e già esistente e programmato in <strong>al</strong>tre zone della provincia,<br />
specie per la cartiera, o accorpati ad <strong>al</strong>tri inse<strong>di</strong>amenti già esistenti e, ancora, che i piani industri<strong>al</strong>i nel momento<br />
<strong>di</strong> crisi che stiamo vivendo, debbano essere presentati per quello che re<strong>al</strong>mente possano dare. La re<strong>al</strong>izzazione<br />
della Breton a Vedelago ne è un esempio». Nel confermare la contrarietà degli iscritti del Pdl <strong>al</strong> progetto, è<br />
stata stigmatizzata la posizione tenuta dagli assessori Marco Perin e Cristina Andretta, espressione del Pdl <strong>di</strong><br />
Vedelago nelle elezioni del 2009, componenti la giunta che ha espresso parere favorevole <strong>al</strong> progetto.<br />
Giorgio Volpato<br />
La Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
5 maggio 2012<br />
Operazione Barcon il Pdl sconfessa Perin e Andretta<br />
<strong>di</strong> Alessia De Marchi wVEDELAGO Il Pdl vedelaghese, capitanato d<strong>al</strong> commissario Remigio Parisotto, esce<br />
<strong>al</strong>lo scoperto, prende uffici<strong>al</strong>mente posizione contro il polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon e sconfessa il vicesindaco<br />
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Marco Perin e l’assessore Cristina Andretta, eletti nel 2009 tra le file del popolo azzurro. Con un documento,<br />
inviato ai consiglieri provinci<strong>al</strong>i e region<strong>al</strong>i e sintesi <strong>di</strong> un incontro dell’assemblea degli iscritti svoltosi nei giorni<br />
scorsi, boccia maxi macello Colomberotto e cartiera Rotocart. «La campagna dei Pola», scrive Parisotto, «va<br />
assolutamente s<strong>al</strong>vaguardata da un inse<strong>di</strong>amento industri<strong>al</strong>e il cui progetto, a oggi, non risulta definito né<br />
chiaro». Il Pdl riba<strong>di</strong>sce la necessità <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzare la circonv<strong>al</strong>lazione <strong>di</strong> Barcon per liberare il paese d<strong>al</strong> traffico<br />
della ghiaia. Ma nel tracciato previsto d<strong>al</strong> Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e, che non è quello a<br />
est <strong>di</strong> Barcon <strong>fino</strong> <strong>al</strong>la Postumia romana in<strong>di</strong>cato nell’accordo <strong>di</strong> programma proposto <strong>al</strong> sindaco Quaggiotto<br />
da Colomberotto e Gelain <strong>di</strong> Rotocart. «Un progetto <strong>di</strong> viabilità a est <strong>di</strong> Barcon», sottolinea il Pdl, «è già stato<br />
bocciato d<strong>al</strong> consiglio comun<strong>al</strong>e che vedeva in quella arteria la strada dei cavatori: per re<strong>al</strong>izzarla i re della<br />
ghiaia <strong>di</strong> fatto avrebbero formato un’ulteriore cava, prodromica ad <strong>al</strong>tre an<strong>al</strong>oghe iniziative». Il Popolo della libertà<br />
invita a considerare l’inserimento <strong>di</strong> macello e cartiera nel tessuto industri<strong>al</strong>e già esistente e programmato<br />
in <strong>al</strong>tre zone della Marca, senza mangiare la splen<strong>di</strong>da campagna a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. E infine<br />
l’attacco front<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la giunta e, in particolar modo, <strong>al</strong> vicesindaco Marco Perin e <strong>al</strong>l’assessore <strong>al</strong>l’urbanistica<br />
Cristina Andretta, rei <strong>di</strong> aver av<strong>al</strong>lato la posizione <strong>di</strong> Paolo Quaggiotto, firmatario della lettera inviata in Regione<br />
per mandare avanti la v<strong>al</strong>utazione sull’accordo <strong>di</strong> programma Colomberotto-Rotocart. «Gli iscritti del Pdl», si<br />
fa portavoce Parisotto, «stigmatizzano la posizione tenuta dagli assessori Perin e Andretta, parte della giunta<br />
che ha dato, unanime, parere favorevole <strong>al</strong> progetto. Si tratta <strong>di</strong> un parere person<strong>al</strong>e e non del partito in<br />
quanto entrambi d<strong>al</strong> 2011 non risultano più essere iscritti <strong>al</strong> Pdl». Se Andretta e Perin non hanno più la tessera<br />
azzurra in tasca, l’hanno invece rinnnovata l’assessore <strong>al</strong>l’ambiente Andrea Gazzola e il consigliere <strong>di</strong> maggioranza<br />
Daniele Volpato, la cui posizione sul progetto Barcon non si <strong>di</strong>scosta d<strong>al</strong> resto del gruppo <strong>di</strong> governo.<br />
Dimenticati d<strong>al</strong> commissario Parisotto e dai colleghi <strong>di</strong> partito? Intanto sul progetto Barcon prende posizione<br />
contraria Confcooperative Veneto, che fa propria la campagna per lo sviluppo sostenibile. «La tutela del territorio<br />
e del sistema economico loc<strong>al</strong>e», osserva il presidente Bruno Nestori, «è uno dei fondamenti del sistema<br />
cooperativo».<br />
Corriere del Veneto<br />
3 maggio 2012<br />
Il paese che vuole i capannoni «Porteranno posti <strong>di</strong> lavoro»<br />
VEDELAGO — La guerra <strong>di</strong> Barcon, frazione <strong>di</strong> Vedelago nasce attorno a un enorme progetto, portato avanti<br />
da due impren<strong>di</strong>tori: Colomberotto, speci<strong>al</strong>izzato nelle carni, e Rotocart, professionista della carta igienica.<br />
Sognano <strong>di</strong> unire i loro sforzi su 900 mila metri quadrati e costruire un macello e una cartiera per dare lavoro<br />
a 600 persone. Un progetto osteggiato da Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>.<br />
Il paese che vuole i capannoni «Ci s<strong>al</strong>veranno d<strong>al</strong>la crisi»<br />
Barcon, metà degli abitanti firma per il maxi piano osteggiato da mezza It<strong>al</strong>ia<br />
VEDELAGO — In quella foto c'è chi vede un campo coltivato a mais. E chi vede buste paga e futuro. Sta<br />
dentro queste due immagini la guerra che sta avvelenando la quiete <strong>di</strong> Barcon, frazione <strong>di</strong> Vedelago: 1.300<br />
anime e una storia <strong>di</strong> ville venete che per i residenti sono <strong>di</strong>ventate quasi una prigione. La battaglia nasce attorno<br />
ad un enorme progetto, portato avanti in tandem da due impren<strong>di</strong>tori: Colomberotto, speci<strong>al</strong>izzato<br />
nelle carni, e Rotocart, professionista della carta igienica. I qu<strong>al</strong>i sognano <strong>di</strong> unire i loro sforzi su 900 mila<br />
metri quadrati, l'equiv<strong>al</strong>ente <strong>al</strong> centro storico <strong>di</strong> Treviso o 150 campi da c<strong>al</strong>cio, e costruire opere del v<strong>al</strong>ore<br />
complessivo <strong>di</strong> 330 milioni, capaci <strong>di</strong> dar lavoro a 600 persone. Un progetto osteggiato da Fondazione <strong>Villa</strong><br />
<strong>Emo</strong>, ossia d<strong>al</strong> Cre<strong>di</strong>to Trevigiano, una banca che a pochi chilometri ha fatto della sua sede una ban<strong>di</strong>era<br />
della <strong>di</strong>fesa del territorio, quando comperò i terreni per evitare l'ass<strong>al</strong>to dei cavatori. Un progetto <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e invece<br />
i residenti del Comune si aggrappano.<br />
Antonietta Vettoretto è la loro portavoce, la voce <strong>di</strong> una frazione composta da 466 famiglie. «Hanno aderito<br />
in tutte le case, abbiamo 500 firme: vogliamo solo lavorare», <strong>di</strong>ce. «Picai <strong>al</strong> gambo de soturco no rivaremo<br />
mai soa luna». Tradotto: l'economia loc<strong>al</strong>e non si riuscirà a sfondare con la coltivazione del mais. Con loro,<br />
visitiamo lo stabilimento della famiglia Colomberotto, dove ci accoglie il rampollo Fabio. Mostra le st<strong>al</strong>le, spiega<br />
che non ci sono odori, racconta del suo sogno ecosostenibile. E promette: «Ho 120 <strong>di</strong>pendenti e 50 <strong>al</strong>levatori<br />
della zona che mi conferiscono gli anim<strong>al</strong>i: se mi lasciano lavorare arriveremo a 400 assunti e parleranno <strong>di</strong><br />
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noi in tutto il mondo». Lo guardano entusiasti gli anziani del paese, le mani c<strong>al</strong>lose e un bicchiere <strong>di</strong> prosecco<br />
in mano, <strong>di</strong> fronte <strong>al</strong>l'ufficio. Gente che avrebbe ancora voglia <strong>di</strong> lavorare, se potesse. Gente che cita il passato:<br />
la Lotto, la Diadora, la Nor<strong>di</strong>ca. «Hanno deloc<strong>al</strong>izzato e ci hanno lasciato senza lavoro» <strong>di</strong>ce Giannino<br />
Bottacin, 73 anni, subito bloccato da Antonio Cavarzan, anche lui in pensione. «Pensi che mio figlio è andato<br />
a fare il pizzaiolo a Melbourne, in Austr<strong>al</strong>ia».<br />
Corsi e ricorsi storici, sembra <strong>di</strong> tornare <strong>al</strong>l'era <strong>di</strong> quando gli emigranti eravamo noi. «O re<strong>al</strong>izzano questo<br />
progetto o la frazione muore: andrà a finire che chiuderanno anche le scuole», aggiunge Sergio Torresan.<br />
Sono loro il Veneto incatenato a terra: veneti senza più lo «scheo», <strong>di</strong>sposti a tutto pur <strong>di</strong> evitare l'orrore dei<br />
«fioei» scappati e <strong>al</strong>l'estero. Per capire meglio, perciò, non resta che zig-zagare tra i «cavini» e i campi <strong>di</strong> quest'area,<br />
<strong>al</strong> confine tra Trevignano e Montebelluna: terra che erutta ghiaia, l'oro bianco, e crateri ovunque.<br />
«Altro che danno ambient<strong>al</strong>e, qua si sono già mangiati tutto», <strong>di</strong>cono d<strong>al</strong> comitato per il sì.<br />
È su queste stra<strong>di</strong>ne che passano cento camion a giorno, è via Terza Armata, la trincea. Bisonti su gomma<br />
che poi arrivano in centro e fanno persino tremare le mura della Barchessa <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> Pola, <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e appartenevano<br />
i terreni sui qu<strong>al</strong>i si battaglia. «Ho paura per i miei nipoti, la strada è pericolosa», <strong>di</strong>ce Mario Martignago.<br />
E le istituzioni? Vegliano, ma quasi in silenzio. D<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista burocratico è stato infatti avviato un accordo<br />
<strong>di</strong> programma. Stando <strong>al</strong>la versione della Regione, c'è solo il parere del Comune. Stando <strong>al</strong> presidente della<br />
Provincia, Leonardo Muraro, «manca ancora una delibera region<strong>al</strong>e <strong>di</strong> pubblico interesse sull'area e in ogni<br />
caso il nostro parere è vincolante». E così la voce più forte, <strong>al</strong>meno sui mass me<strong>di</strong>a, è quella del comitato per<br />
il «no» che ha stampato 1.400 cartoline e le sta mandando <strong>al</strong>la Provincia: ne sono arrivate persino da Napoli<br />
e Parma. E con loro si sono schierate tutte le sigle: sindacati, ambient<strong>al</strong>isti, <strong>al</strong>cune categorie. Tutti compatti<br />
a osteggiare il progetto. «Ma quella è gente da fuori, gente che vuole comandare a casa nostra», scuotono il<br />
capo a Barcon. Tutti contro tutti. La terra, i sol<strong>di</strong>, i capannoni, la carne, la terra: il Veneto e la paura che ritorni<br />
la v<strong>al</strong>igia <strong>di</strong> cartone.<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
1 maggio 2012<br />
VEDELAGO<br />
No <strong>al</strong> polo agro-industri<strong>al</strong>e: domenica raccolte 750 firme<br />
VEDELAGO - Senza un attimo <strong>di</strong> tregua. I consiglieri <strong>di</strong> "Primavera Civica" continuano la loro attività <strong>di</strong> informazione<br />
sulle ragioni del loro “no” <strong>al</strong> polo agro-industri<strong>al</strong>e previsto d<strong>al</strong> progetto Colomberotto a Barcon e sostenuto<br />
d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto. Ultima iniziativa in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo, dei gazebo <strong>al</strong>lestiti domenica<br />
scorsa in quasi tutte le frazioni, per raccogliere firme sulle cartoline cartacee da inviare poi <strong>al</strong>la giunta <strong>di</strong> Vedelago<br />
e <strong>al</strong>l’amministrazione provinci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Treviso. Domenica scorsa sono state così raccolte oltre 750 firme,<br />
250 delle qu<strong>al</strong>i nella sola Foss<strong>al</strong>unga. È possibile firmare le cartoline anche on line entrando nel sito www.villaemo.org.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
28 aprile 2012<br />
La moglie <strong>di</strong> Perin boccia Barcon<br />
VEDELAGO Una firma eccellente in una delle cartoline contro l’operazione Barcon che verranno recapitate<br />
<strong>al</strong>la giunta Quaggiotto e <strong>al</strong> presidente della Provincia, Leonardo Muraro tramite il comitato Barcon Viva e la<br />
fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>. È quella <strong>di</strong> Stefania Cavarzan, una giovane padana residente a Fanzolo, ma soprattutto<br />
moglie <strong>di</strong> Marco Perin, il vicesindaco. Guerra in casa? «Anche no», risponde il braccio destro del sindaco Paolo<br />
Quaggiotto, «Non porto tra le mura domestiche, <strong>al</strong>l’interno della mia famiglia, le questioni legate <strong>al</strong> mio incarico<br />
amministrativo. A mia moglie ho spiegato l’inse<strong>di</strong>amento agroindustri<strong>al</strong>e previsto a Barcon nella maniera<br />
più obiettiva possibile». Perin, uomo del Pdl, le ha parlato <strong>di</strong> macello, cartiera e nuova viabilità. Ma Stefania<br />
si è lasciata impressionare soprattutto d<strong>al</strong> consumo <strong>di</strong> campagna. Ed è per questo che ha scelto <strong>di</strong> sostenere<br />
l’iniziativa del comitato contrario <strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento Colomberotto-Rotocart. Il marito, invece, con l’intera giunta<br />
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e la maggioranza consiliare ha deciso che a decidere sia la Regione. «Questa operazione», spiega, «è davvero<br />
importante sia d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista economico che da quello ambient<strong>al</strong>e. Ci siamo espressi consentendo l’avvio<br />
della procedura e chiedendo quin<strong>di</strong> <strong>al</strong>la Regione <strong>di</strong> riconoscere l’interesse sovracomun<strong>al</strong>e dell’operazione. La<br />
nostra v<strong>al</strong>utazione non può essere contraria a priori. Avevamo già detto che la proposta andava assoggettata<br />
a con<strong>di</strong>zioni pesanti - e sono molte - a favore <strong>di</strong> Vedelago. Non vogliamo rovinare il territorio, ma nemmeno<br />
essere miopi e impe<strong>di</strong>rne un eventu<strong>al</strong>e sviluppo».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
27 aprile 2012<br />
Barcon, paese in ven<strong>di</strong>ta da trasformare in macello<br />
Tre case e un campanile nella campagna della Marca, unica industria la ghiaia Ora arriva l’impianto <strong>di</strong> macellazione<br />
più grande d’Europa. Coro <strong>di</strong> proteste<br />
VEDELAGO (Treviso) Bisogna venire qui, a Barcon, frazione <strong>di</strong> Vedelago, a fare la coda <strong>di</strong>etro agli autoarticolati<br />
che trasportano la ghiaia girando attorno <strong>al</strong> muro <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> Pola, o quello che resta dell’antica magione veneziana.<br />
Pare che siano 600 <strong>al</strong> giorno, sbucano d<strong>al</strong>la campagna <strong>di</strong> Montebelluna, si bloccano <strong>al</strong>l’unico semaforo,<br />
ripartono rombando verso il centro <strong>di</strong> Vedelago, dove passano strombazzando <strong>di</strong>retti a Castelfranco. Cosa<br />
strombazzano a fare. Forse gli autisti che passano carichi s<strong>al</strong>utano <strong>al</strong>l’incrocio quelli che arrivano vuoti. E la<br />
ghiaia va, sai tu dove. Qu<strong>al</strong>cuno <strong>di</strong>ce anche a Dubai, a fare il terrapieno per le isole artifici<strong>al</strong>i dei paesi del petrolio.<br />
Loro ci danno l’oro nero, noi trasferiamo l’oro bianco. L’area <strong>di</strong> Vedelago è il groviera del Veneto, un para<strong>di</strong>so<br />
dei cavatori perché la f<strong>al</strong>da è molto bassa e <strong>fino</strong> a quel livello c’è solo ghiaia. Si può scavare <strong>fino</strong> a -25<br />
metri. Solo venendo a Barcon si può capire l’esasperazione <strong>di</strong> uno che abita a Barcon e <strong>di</strong> questo commercio<br />
in<strong>di</strong>avolato respira solo i gas <strong>di</strong> scarico. Barcon ha 1.100 abitanti ma per definirlo un paese ci vuole coraggio:<br />
il centro è fatto d<strong>al</strong> semaforo, <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là due rustici abbandonati e cadenti, poche case, la chiesa con uno<br />
strano campanile, le mura della Barchessa <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> Pola (splen<strong>di</strong>damente restaurata, ospita una bruschetteria).<br />
C’è un solo bar gestito da un cinese, il sindaco ha un ufficetto <strong>di</strong> geometra <strong>al</strong> piano terra <strong>di</strong> una p<strong>al</strong>azzina<br />
anonima. Ma la targa <strong>di</strong>ce: Quaggiotto Group. Paolo Quaggiotto, sindaco leghista, cinquant’anni a <strong>di</strong>cembre,<br />
è barricato in municipio a Vedelago, perché si è dato una missione da compiere: liberare il paese dai camion<br />
agguantando fin<strong>al</strong>mente un po’ <strong>di</strong> tranquillità e una parte <strong>di</strong> quel benessere che la ghiaia assicura ad <strong>al</strong>tri,<br />
chissà chi e chissà dove. Quaggiotto è convinto <strong>di</strong> poter portare 600 posti <strong>di</strong> lavoro a Barcon con un megainvestimento<br />
industri<strong>al</strong>e su un’area <strong>di</strong> 88 ettari <strong>di</strong> campagna, pertinenze dell’ex <strong>Villa</strong> Pola, che fa rabbrivi<strong>di</strong>re<br />
nell’era della new economy: un macello anim<strong>al</strong>e, il più grande d’Europa, <strong>al</strong> punto che avrà bisogno <strong>di</strong> un casello<br />
autostrad<strong>al</strong>e <strong>al</strong>trimenti l’impren<strong>di</strong>tore rinuncia <strong>al</strong>l’operazione; e una fabbrica <strong>di</strong> carta igienica non meno<br />
ambiziosa, perché confeziona rotoli per il fondoschiena <strong>di</strong> tutto il continente. Ma adoperate il bidè, verrebbe<br />
da <strong>di</strong>re. Tirem’inanz, non siamo in Cina e neanche in In<strong>di</strong>a, da noi si usa così. L’idea nasce da due grosse<br />
aziende che hanno proposto a Quaggiotto un accordo <strong>di</strong> programma: un meccanismo che, se accettato, va<br />
in deroga <strong>al</strong>le norme urbanistiche. In cambio l’ente pubblico negozia dei vantaggi. Gli impren<strong>di</strong>tori sono Loris<br />
Colomberotto, industri<strong>al</strong>e della carne che sposterebbe l’attività da Sernaglia della Battaglia a Barcon, dove<br />
ha già comprato <strong>al</strong>tri terreni, a sud <strong>di</strong> via Terza Armata, li ha bonificati e ha inse<strong>di</strong>ato un <strong>al</strong>levamento con<br />
standard europei. Perché non re<strong>al</strong>izza in quest’area anche il macello? Non si sa. Vuole l’<strong>al</strong>tro lato <strong>di</strong> via Terza<br />
Armata, la campagna che fu dei conti Pola, sua anche quella ma a destinazione agricola, dove inse<strong>di</strong>are il<br />
macello assieme <strong>al</strong>la cartiera della Rotcar <strong>di</strong> Piombino Dese. La qu<strong>al</strong>e affonderà il fabbricato per 9 metri, scavando<br />
(<strong>di</strong>cono) 1.870.000 metri cubi <strong>di</strong> ghiaia. Insomma un’<strong>al</strong>tra cava? Gli oppositori <strong>al</strong> megaprogetto sono<br />
<strong>di</strong>ventati un esercito. Fuori d<strong>al</strong> municipio <strong>di</strong> Vedelago c’è una guerra atomica, ma il sindaco è chiuso dentro<br />
e non parla. Ha la missione da compiere e deve farlo entro oggi.<br />
In b<strong>al</strong>lo 600 posti <strong>di</strong> lavoro, nascono comitati pro e contro<br />
«Babbo Quaggiotto ci reg<strong>al</strong>a il cemento»: erano <strong>di</strong> questo tenore i volantini <strong>di</strong>ffusi a Nat<strong>al</strong>e dagli oppositori<br />
del megaprogetto <strong>di</strong> Barcon. Già <strong>al</strong>l’epoca la tensione era <strong>al</strong>ta. I mesi successivi l’hanno portata <strong>al</strong>le stelle. Le<br />
prime in<strong>di</strong>screzioni sull’inse<strong>di</strong>amento erano trapelate a maggio 2011. Oggi tutti sono contrari: le associazioni<br />
degli artigiani, dei commercianti, degli agricoltori; i sindacati; i partiti, compreso il Pdl che si <strong>di</strong>ssocia dai suoi<br />
assessori; la Lega è <strong>di</strong>visa. Non è un’opposizione ideologica: vengono proposti siti <strong>al</strong>ternativi, si contestano<br />
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le versioni uffici<strong>al</strong>i. Ma non c’è contrad<strong>di</strong>ttorio, perché il sindaco Paolo Quaggiotto si è negato <strong>fino</strong>ra <strong>al</strong> confronto.<br />
Tace anche Confindustria. In compenso si sono moltiplicati i comitati, è stato interessato per<strong>fino</strong> il<br />
presidente della Repubblica. Una richiesta <strong>di</strong> referendum è stata bocciata. Il gran parlare ha dato la sveglia <strong>al</strong><br />
paese. A Barcon si sono accorti <strong>di</strong> essere rimasti gli unici in silenzio, così hanno cominciato a raccogliere firme<br />
tra i capifamiglia. A favore.<br />
Il sindaco ha deciso «Alla giunta veneta ho risposto <strong>di</strong> sì»<br />
VEDELAGO A metà pomeriggio Paolo Quaggiotto si decide a parlare del progetto Barcon. E’ la prima volta<br />
che lo fa. Prima volta da quando? «Prima volta da sempre. La mia idea era <strong>di</strong> parlarne quando avessimo<br />
avuto il progetto preciso, uscito d<strong>al</strong>la conferenza dei servizi. Prima non aveva senso, perché il progetto non<br />
è definito». Una volta entrati in conferenza dei servizi, avete già imboccato la strada del sì. «Io entro in conferenza<br />
dei servizi con un mandato elettor<strong>al</strong>e, <strong>di</strong> risolvere il problema del traffico a Barcon. Sono andato in<br />
campagna elettor<strong>al</strong>e con questo impegno, mi hanno dato il 75% con tre liste, a livello comun<strong>al</strong>e ho preso il<br />
67% su questo tema. L’abbiamo detto a tutti: facciamo la circov<strong>al</strong>lazione <strong>di</strong> Barcon». Avete deciso la risposta<br />
da dare <strong>al</strong>la Regione? «Noi abbiamo dato un’opinione su un progetto che ha avuto importanti variazioni: ci è<br />
stato ridotto del 40% l’inse<strong>di</strong>amento, non c’era tempo <strong>di</strong> esaminarlo compiutamente. Par<strong>al</strong>lelamente i privati<br />
hanno ridotto del 40% il loro contibuto <strong>al</strong>l’ente pubblico». Chi le assicura che i privati pagheranno la circonv<strong>al</strong>lazione?<br />
«L’abbiamo inserito nell’accordo <strong>di</strong> programma: un contratto con cui si impegnano con gli enti<br />
pubblici. A garanzia ci facciamo dare delle polizze bancarie». Perché non accetta <strong>di</strong> fare un referendum? «Perché<br />
io spiegherò tutto, frazione per frazione, ai citta<strong>di</strong>ni, quando avrà il progetto nelle forme precise, una<br />
volta che sarà uscito d<strong>al</strong>la conferenza dei servizi. Del resto per fare il referendum non ho nemmeno lo statuto<br />
pronto. Dovrei aspettare un anno e passa. Ho gli impren<strong>di</strong>tori pronti per fare l’investimento?». Perché l’inse<strong>di</strong>amento<br />
non viene fatto nell’area sud, che sarebbe già a destinazione industri<strong>al</strong>e? «Perché nell’area nord<br />
passa la Pedemontana e la vicinanza <strong>al</strong> casello è considerata fondament<strong>al</strong>e d<strong>al</strong>l’impren<strong>di</strong>tore. Per togliere il<br />
traffico dai tre centri abitati, il costo complessivo dell’operazione casello, bretella <strong>di</strong> Marcon e bretella <strong>di</strong> Vedelago,<br />
è <strong>di</strong> 50 milioni <strong>di</strong> euro. La Regione e la Provincia non ce li danno, dobbiamo averli dai privati. Per questa<br />
operazione riceviamo 23 milioni. L’inse<strong>di</strong>amento è collocato nell’area nord <strong>di</strong> Barcon perché lì ci sarà il corridoio<br />
della Pedemontana con il casello. Questo consentirà <strong>al</strong>le imprese <strong>di</strong> essere competitive». Con quel che costa<br />
il gasolio, non era meglio l’ex sede della Electrolux, che ha il collegamento fs? «E chi l’ha fatta la proposta?».<br />
I sindacati. Anche il Pd. E’ cosa nota. «La Rotocar manda via 700 bilici <strong>al</strong> giorno <strong>di</strong> carta igienica e consegnano<br />
in giornata. Abbiamo idea <strong>di</strong> come funzionano le ferrovie?»<br />
E sul mega-progetto Regione e Provincia si passano il cerino<br />
L’inse<strong>di</strong>amento prevede un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> «pubblica utilità» Muraro: «Tocca a Zaia avviare le procedure, non a<br />
me»<br />
TREVISO Un privato ha un grosso progetto industri<strong>al</strong>e in mente. Lo propone <strong>al</strong> sindaco, che lo fa suo. E’ sufficiente<br />
perché l’idea <strong>di</strong>venti re<strong>al</strong>tà. Ris<strong>al</strong>irà tutta la trafila burocratica, verrà corretta o aggiustata a seconda<br />
della capacità negozi<strong>al</strong>e, ma nessuno <strong>di</strong>rà più no. Sono cominciate così le trasformazioni più devastanti del<br />
Veneto. Con il “progetto Barcon” siamo da capo. Il decisore che dovrebbe stabilire se il mega-inse<strong>di</strong>amento<br />
è davvero utile ai veneti, sta a Venezia, si chiama Luca Zaia - anche se la responsabilità tecnica della delega<br />
è del suo vice Marino Zorzato - e ha girato il compito <strong>di</strong> stabilire se esistono i presupposti <strong>di</strong> pubblica utilità<br />
<strong>al</strong> presidente della Provincia <strong>di</strong> Treviso Leonardo Muraro. «Ma io come faccio a verificarla?», si chiede Muraro.<br />
«Per capirlo dovrei aprire la procedura, ma non sono io che posso farlo. Ammesso pure che trovassi <strong>di</strong> interesse<br />
pubblico il progetto, mi potrei sentir <strong>di</strong>re d<strong>al</strong>la Regione: non tocca a te stabilirlo, secondo noi l’interesse<br />
pubblico non esiste, buonasera. La legge region<strong>al</strong>e mi impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> fare una scelta che supera la mia competenza.<br />
La Regione apra la procedura dell’articolo 32, legge 35 del 2001: <strong>di</strong>chiari se esistono i presupposti<br />
<strong>di</strong> pubblica utilità, dopo <strong>di</strong> che si pronuncerà anche la Provincia». Se Muraro non può sostituirsi <strong>al</strong>la Regione,<br />
può farlo il sindaco <strong>di</strong> Vedelago? Per quanto paradoss<strong>al</strong>e, è questo che sta capitando: Paolo Quaggiotto è<br />
ben felice <strong>di</strong> farlo. E’ stato il primo a crederci, se non è rimasto ad<strong>di</strong>rittura l’unico o uno dei pochi. Così la<br />
prima decisione su un mega insen<strong>di</strong>amento che supera ampiamente la re<strong>al</strong>tà loc<strong>al</strong>e, mette in moto meccanismi<br />
region<strong>al</strong>i, cambia comportamenti <strong>di</strong> persone in province <strong>di</strong>verse, implica volumetrie elevatissime, comporta<br />
utilizzo irreversibile del territorio, sta in capo <strong>al</strong>l’ultimo anello della catena. In conferenza dei servizi la<br />
<strong>di</strong>rezione è segnata. Le parti non sono neutre ma tutte già orientate verso l’ok. In subor<strong>di</strong>ne, a con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>,<br />
limitatamente a, ma sempre sì, mai no. Lo ammette anche Muraro: «Lo spirito della legge non è questo. Do-<br />
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vrebbe essere la Regione a <strong>di</strong>re se intravvede un interesse pubblico e chiedere agli enti loc<strong>al</strong>i, con una delibera<br />
che apre la procedura, che si esprimano».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
25 aprile 2012<br />
Polo agro<strong>al</strong>imentare, non si farà il referendum popolare<br />
VEDELAGO Niente referendum sul progetto industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, la maggioranza boccia la proposta <strong>di</strong> Oscar<br />
Bor<strong>di</strong>gnon. Nessuna consultazione popolare. La maggioranza Lega Nord Pdl, guidata d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto,<br />
ha rifiutato <strong>di</strong> rimettere <strong>al</strong> «voto popolare» la decisione in merito <strong>al</strong>la nuova zona industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon.<br />
Un progetto ormai tristemente noto a causa dei numeri. Novanta ettari <strong>di</strong> terreno agricolo consumati per far<br />
spazio ad una cartiera e un maxi macello <strong>di</strong> bovini. Lunedì sera, durante un consiglio comun<strong>al</strong>e a <strong>di</strong>r poco<br />
«turbolento», il consigliere <strong>di</strong> opposizione Oscar Bor<strong>di</strong>gnon ha presentato una mozione fin<strong>al</strong>izzata ad istituire<br />
un referendum popolare sul progetto. Una consultazione aperta <strong>al</strong>l'intera popolazione <strong>di</strong> Vedelago. Fondazione<br />
<strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> ha dato la sua <strong>di</strong>sponibilità a finanziare la consultazione. La maggioranza ha deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />
no e la proposta ha raccolto l'adesione solamente del gruppo Primavera Civica oltre che del gruppo «Bor<strong>di</strong>gnon<br />
sindaco». E' così non è passata. Ma la <strong>di</strong>scussione su Barcon ha infiammato gli animi. Il sindaco Paolo<br />
Quaggiotto ha <strong>di</strong>feso a spada tratta il progetto, mentre Oscar Bor<strong>di</strong>gnon (capogruppo Bor<strong>di</strong>gnon sindaco) e<br />
Fiorenza Morao (capogruppo Primavera Civica) hanno riba<strong>di</strong>to le ragioni del no. Al <strong>di</strong> là delle polemiche, il<br />
dato certo è che entro venerdì la giunta vedelaghese dovrà pronunciarsi, <strong>di</strong>re sì o no <strong>al</strong> progetto. E' questa<br />
la richiesta fatta d<strong>al</strong>la Regione <strong>al</strong> Comune <strong>di</strong> Vedelago. Se la giunta <strong>di</strong>sapprova, <strong>al</strong>lora il progetto non sarà<br />
nemmeno preso in considerazione d<strong>al</strong>la Regione. Stessa cosa v<strong>al</strong>e per la Provincia, chiamata a <strong>di</strong>re la propria<br />
sul progetto. Solo il sì <strong>di</strong> Comune e Provincia, dunque, aprirà la strada <strong>al</strong> mega progetto industri<strong>al</strong>e. Il comitato<br />
spontaneo “Barcon Viva” sta raccogliendo firme contro il progetto che avrebbe un impatto ambient<strong>al</strong>e devastante<br />
per la frazione e i comuni confinanti. I prossimi giorni saranno decisivi per il futuro del polo agro<strong>al</strong>imentare.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
25 aprile 2012<br />
Polo agro<strong>al</strong>imentare, non si farà il referendum popolare<br />
VEDELAGO Niente referendum sul progetto industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, la maggioranza boccia la proposta <strong>di</strong> nazion<strong>al</strong>i<br />
delle due associazioni si appellano agli amministratori<br />
VEDELAGO Il <strong>di</strong>rettivo nazion<strong>al</strong>e del Wwf e del Fondo Ambient<strong>al</strong>e It<strong>al</strong>iano (Fai) <strong>di</strong>cono no <strong>al</strong> polo industri<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> Barcon. Si <strong>al</strong>larga il fronte degli oppositori <strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento agroindustri<strong>al</strong>e proposto d<strong>al</strong>le <strong>di</strong>tte Colombertotto<br />
e Rotocart nelle campagne della frazione. Con nota congiunta (inviata da Milano) i <strong>di</strong>rettivi nazion<strong>al</strong>i <strong>di</strong><br />
Wwf e Fai attaccano front<strong>al</strong>mente il piano industri<strong>al</strong>e. «Quella <strong>di</strong> Barcon è una <strong>di</strong>ssennata proposta per un<br />
accordo <strong>di</strong> programma per un nuovo inse<strong>di</strong>amento agroindustri<strong>al</strong>e da re<strong>al</strong>izzare parecchi metri sotto il piano<br />
<strong>di</strong> campagna, con l’asportazione <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> materi<strong>al</strong>e, e la cementificazione <strong>di</strong> 90 ettari <strong>di</strong> terreno<br />
agricolo», scrivono, «un caso esemplare <strong>di</strong> devastante speculazione destinata a incidere irreversibilmente<br />
su un brano significativo della campagna veneta vicino a villa <strong>Emo</strong>, capolavoro <strong>di</strong> architettura del P<strong>al</strong>la<strong>di</strong>o.<br />
Un territorio <strong>di</strong> v<strong>al</strong>ore storico <strong>al</strong>tissimo, caratterizzato da peculiarità morfologiche, ambient<strong>al</strong>i e paesaggistiche<br />
riconosciute e tutelate dagli strumenti urbanistici sovraor<strong>di</strong>nati, assolutamente incompatibile con le previsioni<br />
del progetto. Una proposta che trova l’opposizione delle organizzazioni impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>i, delle categorie profession<strong>al</strong>i<br />
e l’in<strong>di</strong>gnazione <strong>di</strong> molti citta<strong>di</strong>ni. In una fase così critica per l’economia ci chie<strong>di</strong>amo che senso<br />
abbia sacrificare ulteriore territorio agricolo senza considerare l’opportunità <strong>di</strong> utilizzare le aree produttive <strong>di</strong>smesse<br />
<strong>di</strong>sponibili. Le soluzioni <strong>al</strong>ternative in<strong>di</strong>viduate sono molteplici e praticabili. Invitiamo il mondo politico<br />
a riflettere sui veri beni comuni e ad assumere scelte etiche in linea con i sentimenti civili della gran parte dei<br />
citta<strong>di</strong>ni». Fai e Wwf hanno re<strong>al</strong>izzato un dossier intitolato «Terra rubata - viaggio nell'It<strong>al</strong>ia che scompare»<br />
in cui viene tracciato un bilancio della cemetificazione in corso in tutta la penisola. Interessante il dato emerso<br />
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d<strong>al</strong>l'indagine. Ogni giorno in It<strong>al</strong>ia 75 ettari <strong>di</strong> «tesori natur<strong>al</strong>istici e paesaggistici e terreni agricoli» sono cementificati<br />
da quelle che vengono definite dagli ambient<strong>al</strong>isti «lobby del cemento e del mattone».<br />
LA MOZIONE<br />
Puppato sull’acceleratore: Barcon stop<br />
MONTEBELLUNA La capogruppo del Pd in Regione, nonchè consigliera comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> minoranza a<br />
Montebelluna, Laura Puppato, preme perchè il consiglio comun<strong>al</strong>e prenda presto posizione contro il progetto<br />
industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Aveva presentato in precedenza un’interpellanza sull'argomento <strong>al</strong> sindaco, era stato<br />
deciso <strong>di</strong> trasformarla in una mozione <strong>di</strong> tutto il consiglio comun<strong>al</strong>e, ma non è ancora stata pre<strong>di</strong>sposta. Così<br />
lunedì scorso la Puppato ha consegnato a tutti i consiglieri comun<strong>al</strong>i la pubblicazione della fondazione <strong>Villa</strong><br />
<strong>Emo</strong> su quel progetto e ha rinnovato l'invito a procedere con la mozione. «Non ho <strong>al</strong>cun dubbio che il sindaco<br />
Marzio Favero intenda procedere con la mozione contro il progetto industri<strong>al</strong>e loc<strong>al</strong>izzato a Barcon», <strong>di</strong>ce<br />
Laura Puppato, «però bisogna sbrigarsi perché, contrariamente a quello che si pensa, il progetto non è affatto<br />
fermo, non è stato bloccato <strong>al</strong>cunché, anzi in Regione ci sono state affermazioni che fanno capire che sta<br />
andando avanti, eccome. Quin<strong>di</strong> bisogna prendere posizione in fretta, far sentire anche la nostra pressione<br />
contro questa operazione».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
23 aprile 2012<br />
Barcon, concerto per il «no» <strong>al</strong> macello E firmano in 1.400<br />
VEDELAGO Cinquecento firme a favore del maxi macello, tra cui quella dell’ex parroco <strong>di</strong> Barcon, don Eugenio.<br />
Le hanno raccolte, nelle ultime settimane, i sostenitori del comitato Vedelago Sviluppo, voce <strong>di</strong> chi vuole il<br />
polo agroindustri<strong>al</strong>e in via Terza Armata. «Posti <strong>di</strong> lavoro e viabilità s<strong>al</strong>va-paese», le tesi <strong>al</strong>la base della battaglia<br />
<strong>di</strong> Antonietta Vettoretto&Co d<strong>al</strong>la parte del sindaco Paolo Quaggiotto, tra i primi «sponsor» politici del progetto.<br />
Alle loro firme risponde a breve giro <strong>di</strong> posta il comitato Barcon Viva: 1.400 cartoline raccolte in due<br />
giorni, da spe<strong>di</strong>re <strong>al</strong>la giunta provinci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Leonardo Muraro e <strong>al</strong>l’esecutivo <strong>di</strong> Vedelago per esprimere «<strong>di</strong>ssenso<br />
<strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento industri<strong>al</strong>e». Una guerra <strong>di</strong> firme, senza esclusione <strong>di</strong> colpi. E sabato sera, nel teatro<br />
Sanson, la protesta si è colorata <strong>di</strong> tango nel concerto-denuncia promosso da tutte le associazioni, contrarie<br />
<strong>al</strong>la devastazione della campagna dei Pola, 90 ettari su cui l’impren<strong>di</strong>tore Colomberotto e la Rotocart vogliono<br />
costruire maxi macello, cartiera, farmer market e casello della Pedemonta Veneta. Nel programma <strong>di</strong> una<br />
s<strong>al</strong>a, riempita da 220 persone, le note <strong>di</strong> Astor Piazzolla, interpretato d<strong>al</strong> quintetto Tango Immort<strong>al</strong>, la sensu<strong>al</strong>ità<br />
del b<strong>al</strong>lo argentino e le parole <strong>di</strong> Enzo Bergamin della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> che ha l’illustrato l’operazione-macello<br />
smontandone i vantaggi. In apertura <strong>di</strong> serata, tra il pubblico, si sono visti anche i carabinieri,<br />
venuti a vegliare sull’iniziativa, segno <strong>di</strong> un clima <strong>di</strong> tensione in paese tra favorevoli e contrari <strong>al</strong> polo industri<strong>al</strong>e.<br />
Le 1.400 cartoline, compilate sabato e nei gazebo <strong>al</strong>lestiti ieri a Vedelago, Barcon e Fanzolo, saranno<br />
ora spe<strong>di</strong>te <strong>al</strong> presidente Muraro e <strong>al</strong> sindaco Quaggiotto. Entro fine <strong>mese</strong> la giunta <strong>di</strong> Vedelago dovrà dare<br />
un parere definitivo sul progetto. Nicola Di Santo, presidente della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, non si ferma nella<br />
mobilitazione per s<strong>al</strong>vare la campagna dei Pola. Ha in<strong>di</strong>rizzato una lettera ai consigli pastor<strong>al</strong>i delle parrocchie<br />
vedelaghesi chiedendo un confronto sull’argomento.<br />
Corriere del Veneto<br />
22 aprile 2012<br />
Già 500 sì <strong>al</strong>l'area industri<strong>al</strong>e<br />
VEDELAGO — (ma.pi.) Cinquecento firme raccolte e una consapevolezza. «La maggioranza siamo noi e la<br />
nuova zona industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago va fatta». Ieri il Comitato Vedelago Sviluppo ha dato conto <strong>di</strong> un <strong>mese</strong> e<br />
mezzo <strong>di</strong> attività passato a bussare porta per porta, a Barcon. Ebbene: in una frazione da 1.200 anime i firmatari<br />
sono poco meno della metà. I portavoce hanno le idee chiare sul perché l'opera va fatta. «Il piano<br />
viario è eccellente e permetterà <strong>di</strong> togliere d<strong>al</strong> centro del paese i camion, oltre a recuperare aree <strong>di</strong>smesse»,<br />
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hanno detto ieri mattina. «E poi stiamo parlando <strong>di</strong> seicento posti <strong>di</strong> lavoro, oltre <strong>al</strong> relativo indotto. In periodo<br />
<strong>di</strong> crisi, non è possibile perdere una opportunità <strong>di</strong> questo genere». La polemica può dunque proseguire in<br />
attesa dei tempi della burocrazia: a inizio maggio scade infatti il tempo per presentare la documentazione<br />
mancante <strong>al</strong>la Regione sull'accordo <strong>di</strong> programma promosso da Colomberotto e Rotocart per trasformare<br />
la campagna a nord <strong>di</strong> via Terza Armata in un maxi macello con cartiera e farmer market.<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
22 aprile 2012<br />
VEDELAGO<br />
«Noi vogliamo l’agro-<strong>al</strong>imentare»: e a Barcon nasce il Comitato<br />
VEDELAGO - (gv) Hanno raccolto firme, porta a porta (circa 500) poi il Comitato Vedelago Sviluppo si è presentato.<br />
Ieri nella barchessa <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> Pola a Barcon, molti dei capi famiglia della frazione coor<strong>di</strong>nati d<strong>al</strong>la portavoce<br />
Antonietta Vettoretto, hanno spiegato perché sono favorevoli <strong>al</strong> mega progetto del centro<br />
agro-<strong>al</strong>imentare della Colomberotto in via III Armata: «È il paese che lo vuole a gran voce –ha detto– e non<br />
vuole rinunciare a questa possibilità». Dopo aver precisato che il comitato popolare non ha nessun colore<br />
politico ed è sganciato da tutto, la Vettoretto ha aggiunto che non c’è una proposta <strong>al</strong>ternativa. «Abbiamo<br />
un progetto che toglie il traffico d<strong>al</strong> centro <strong>al</strong>trimenti destinato a morire -ha aggiunto- e due impren<strong>di</strong>tori che<br />
hanno il coraggio <strong>di</strong> investire, portare sviluppo e posti <strong>di</strong> lavoro, oltre <strong>al</strong>l’indotto che creerà». Qu<strong>al</strong>cuno ha<br />
fatto notare come <strong>al</strong>cuni giovani <strong>di</strong> Barcon siano partiti in cerca <strong>di</strong> lavoro: «Chi <strong>di</strong>ce “no” -ha chiuso la Vettoretto-<br />
non lo <strong>di</strong>ce a nome del paese. Tutte le <strong>al</strong>tre frazioni hanno la loro zona artigian<strong>al</strong>e, Barcon no». Prima<br />
dell’inizio dell’incontro i capi famiglia hanno invitato a uscire d<strong>al</strong>la s<strong>al</strong>a il consigliere comun<strong>al</strong>e Fiorenza Morao<br />
e Enzo Bergamain della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, perché non invitati e perché «non ci rappresentate», hanno<br />
detto i presenti.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
22 aprile 2012<br />
Parroco e capifamiglia firmano per il macello<br />
«Volevo solo ascoltare le ragioni del sì», spiega la consigliera comun<strong>al</strong>e Fiorenza Morao cacciata da la riunione<br />
del comitato <strong>di</strong> Barcon, «Non intendevo intervenire ma solo ascoltare». Di fronte <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>zata <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> contro la<br />
sua presenza, ha preferito uscire d<strong>al</strong>la s<strong>al</strong>a, assieme <strong>al</strong>l’architetto Bergamin della Fondazione <strong>Emo</strong>, ben comprendendo<br />
che sulla questione gli animi sono piuttosto accesi. «La questione del polo», <strong>di</strong>ce, «non è circoscritta<br />
solo a Barco, ma riguarda tutto il territorio <strong>di</strong> Vedelago. Ed è fondament<strong>al</strong>e che le due posizioni si<br />
possano confrontare». «Capisco bene chi considera il polo una opportunità», commenta il presidente del Cre<strong>di</strong>to<br />
Trevigiano Nicola Di Santo, «ma occorre anche tenere presente che questa non si avvererà d<strong>al</strong>l’oggi <strong>al</strong><br />
domani».<br />
VEDELAGO Barcon a gran voce <strong>di</strong>ce sì <strong>al</strong> polo agroindustri<strong>al</strong>e: i <strong>di</strong>retti interessati, ovvero coloro che risiedono<br />
nella zona del tanto <strong>di</strong>scusso inse<strong>di</strong>amento, non vogliono perdere quella che per loro è una straor<strong>di</strong>naria opportunità:<br />
<strong>di</strong> lavoro, ma anche per liberarsi una volta per tutte del traffico pesante che sta soffocando il paese.<br />
Il comitato Vedelago Sviluppo ha raccolto oltre cinquecento firme che nei prossimi giorni saranno consegnate<br />
in municipio e che vogliono essere un segn<strong>al</strong>e forte a chi dovrà decidere su Barcon. Ieri una quarantina <strong>di</strong> capofamiglie<br />
ha voluto riba<strong>di</strong>re il loro pieno assenso <strong>al</strong> progetto con un incontro <strong>al</strong>la barchessa <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> Pola, iniziato<br />
con le scintille. Ad accenderle la presenza del consigliere comun<strong>al</strong>e Fiorenza Morao e <strong>di</strong> Enzo Bergamin<br />
della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, tra i contrari <strong>al</strong>la nascita del più grande macello d’Europa e <strong>di</strong> una cartiera. I due<br />
sono stati invitati a uscire, non senza veemenza, e solo quando hanno accettato l’incontro è iniziato. «Barcon»,<br />
ha spiegato la leader del comitato pro macello, Antonietta Vettoretto, «non si vede rappresentato da loro. E<br />
questo è un momento dove il paese riba<strong>di</strong>sce che il polo è una grande opportunità, nonostante <strong>al</strong>tri la pensino<br />
<strong>di</strong>versamente. Tutti hanno firmato un appello a favore, anche il parroco. E non abbiamo faticato a spiegare<br />
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le nostre ragioni. Perché tutti vogliono uscire d<strong>al</strong>la grave situazione che stiamo vivendo». Una gravità data innanzitutto<br />
d<strong>al</strong>la carenza <strong>di</strong> opportunità occupazion<strong>al</strong>i, che ha già visto molti giovani <strong>di</strong> Barcon fare quello che<br />
hanno fatto i loro padri e nonni: prendere la v<strong>al</strong>igia e andarsene <strong>al</strong>l’estero, come ha testimoniato più <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>cuno.<br />
E l’invivibilità, oltre che la pericolosità, data d<strong>al</strong>l’incessante traffico su Barcon e su Vedelago da e verso<br />
le cave montebellunesi. «Il progetto del polo», ha continuato Vettoretto, «prevede la costruzione <strong>di</strong> una bretella<br />
<strong>di</strong> collegamento <strong>al</strong>la Superstrada Pedemontana che ci libererà <strong>di</strong> questo traffico che ha già mietuto vittime.<br />
Inoltre ci sono due impren<strong>di</strong>tori (Colomberotto e Rotocart, ndr) che oggi hanno il coraggio <strong>di</strong> investire da noi,<br />
portando uno sviluppo che sarà determinato non solo d<strong>al</strong>le due aziende ma anche d<strong>al</strong>l’indotto che sarà generato.<br />
Non vedo come si possa rinunciare a questo e a Barcon nessuno vuole rinunciare a quello che sarà,<br />
dopo anni e anni, la prima occasione <strong>di</strong> rinascita <strong>di</strong> un paese che sarebbe destinato a sparire. Hanno firmato<br />
in oltre 500, su una popolazione <strong>di</strong> 1400, tutti i capifamiglia hanno detto sì. Si deve andare avanti». Sta <strong>di</strong><br />
fatto che vi è un ampio ventaglio <strong>di</strong> re<strong>al</strong>tà contro il polo, comitati, fondazioni, quasi tutte le sigle impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>i<br />
e <strong>di</strong> categoria. «Fa più rumore un <strong>al</strong>bero che cade che non cento che rimangono in pie<strong>di</strong>», conclude Vettoretto,<br />
«Noi siamo quelli che rimangono in pie<strong>di</strong>. Nessun rappresentante <strong>di</strong> quelle associazioni impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>i è mai<br />
venuto qui. Ripeto, ora ci viene dato quello che Barcon ha sempre chiesto e mai ottenuto: stop <strong>al</strong> traffico pesante<br />
e nuove opportunità. E la cancellazione definitiva del rischio che proprio nell’area del polo nasca un’<strong>al</strong>tra<br />
cava. Perché questo pericolo c’è, inutile che ce lo nascondano». Il riferimento è ad una richiesta <strong>di</strong> escavazione<br />
avanzata anni fa e che non è mai stata ritirata, ma che sarebbe pronta a rispuntare nel caso se l’area rimanesse<br />
così com’è oggi.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
18 aprile 2012<br />
Macello e cartiera è <strong>al</strong>larme f<strong>al</strong>da per tutta Barcon<br />
Il polo industri<strong>al</strong>e consumerà 4,7 milioni <strong>di</strong> acqua <strong>al</strong> giorno Appoggi da tutta It<strong>al</strong>ia <strong>al</strong>la battaglia contro il progetto<br />
VEDELAGO Maxi progetto Barcon, è <strong>al</strong>larme f<strong>al</strong>da. Le acque sotterranee sono a rischio prosciugamento. Il<br />
pericolo c'è e lo si evince dai dati emersi d<strong>al</strong>le carte del progetto. Il mega impianto industri<strong>al</strong>e (cartiera e macello<br />
bovino), stando <strong>al</strong> piano presentato, utilizzerà una quantità d'acqua pari a 55 litri <strong>al</strong> secondo. Di questi,<br />
42 saranno utilizzati per la cartiera. Numeri esorbitanti. Basta fare un conto per accorgersi che la quantità utilizzata<br />
giorn<strong>al</strong>mente arriva a superare i 4,7 milioni <strong>di</strong> litri d'acqua. Questi sono i dati emersi lunedì sera nella<br />
riunione convocata dai comitati oppositori del progetto nella sede della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> a Fanzolo. Un<br />
centinaio i presenti <strong>al</strong>l'assemblea molto partecipata. Sono intervenuti il portavoce del comitato spontaneo<br />
“Barcon Viva”, Ermes Dondoni, un rappresentante della Fondazione, l'architetto Enzo Bergamin, uno del<br />
gruppo <strong>di</strong> opposizione Primavera Civica e un <strong>al</strong>tro del coor<strong>di</strong>namento It<strong>al</strong>ia Nostra. C’era anche il presidente<br />
del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano, Nicola Di Santo, schieratosi contro la devastazione della campagna a nord <strong>di</strong> via Terza<br />
Armata. Tutti compatti nel <strong>di</strong>re un no secco <strong>al</strong> polo agroindustri<strong>al</strong>e. Sono state proiettate <strong>di</strong>apositive relative<br />
<strong>al</strong> progetto. In merito <strong>al</strong>la questione del consumo d'acqua, va precisato che nel progetto si prevede il prelievo<br />
<strong>di</strong>rettamente in f<strong>al</strong>da tramite pozzo. L'acqua viene per la maggior parte risc<strong>al</strong>data per produrre vapore e in<br />
seguito viene rimessa in f<strong>al</strong>da, ma non <strong>di</strong>rettamente. Viene prima «trattata» e fatta decantare in un quello<br />
che nel progetto viene definito un «bacino <strong>di</strong> lagunaggio». Al <strong>di</strong> là degli aspetti tecnici, sono i numeri a spaventare.<br />
4,7 milioni <strong>di</strong> litri prelevati <strong>al</strong> giorno (l'impianto funzionerà 24 ore su 24 tutto l'anno tranne pochi<br />
giorni) sono una quantità esorbitante. La protesta contro il progetto prosegue anche su Facebook. Il gruppo<br />
«No <strong>al</strong> macello <strong>di</strong> Barcon» ha già più <strong>di</strong> 500 iscritti, tra cui anche <strong>di</strong>versi gruppi ambient<strong>al</strong>isti della zona. La<br />
protesta arriva ad<strong>di</strong>rittura fuori provincia, anzi fuori regione. Solidarietà ai residenti <strong>di</strong> Barcon e massimo appoggio<br />
<strong>al</strong>la lotta contro la mega area industri<strong>al</strong>e arriva anche d<strong>al</strong>la Lombar<strong>di</strong>a e precisamente da Manerbio,<br />
provincia <strong>di</strong> Brescia. Lì si è costituito il “Coor<strong>di</strong>namento contro il mega macello”, che si oppone <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione<br />
<strong>di</strong> un mega centro <strong>di</strong> macellazione suina che una <strong>di</strong>tta it<strong>al</strong>iana vorrebbe re<strong>al</strong>izzare proprio a Manerbio.<br />
D<strong>al</strong> loro blog (controilmegamacello.blogspot.it) i lombar<strong>di</strong> comunicano il loro appoggio <strong>al</strong>la battaglia contro<br />
il polo Barcon.<br />
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Cinema sanson<br />
Sabato concerto antidevastazione<br />
Sabato, <strong>al</strong>le 21, <strong>al</strong> teatro cinema Sanson in piazza ci sarà il «Concerto per Barcon, contro la sua <strong>di</strong>struzione»<br />
organizzato d<strong>al</strong> comitato “Barcon Viva” con Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> e Primavera Civica. Il 3 maggio sempre <strong>al</strong><br />
cinema Sanson si terrà una tavola rotonda sul maxi progetto. Sono comparse in questi giorni appese in tutto<br />
il paese le locan<strong>di</strong>ne curate d<strong>al</strong> comitato con le facce dei componenti della giunta (sindaco Paolo Quaggiotto,<br />
vice Marco Perini, assessori Cristina Andretta, Fabio Ceccato, Denis Serafin, Renzo Franco, Andrea Gazzola,<br />
V<strong>al</strong>ter C<strong>al</strong>legari). Si chiede ai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> contattarli per chiedere loro <strong>di</strong> opporsi <strong>al</strong> progetto Barcon.<br />
LA PETIZIONE<br />
Anim<strong>al</strong>isti e ambient<strong>al</strong>isti nel fronte del no <strong>al</strong>l’opera<br />
VEDELAGO Un <strong>al</strong>tro comitato contro il progetto Barcon. Si è costituito da pochi giorni il coor<strong>di</strong>namento «No<br />
<strong>al</strong> macello <strong>di</strong> Barcon» formato dai rappresentanti <strong>di</strong> vari gruppi anim<strong>al</strong>isti e ambient<strong>al</strong>isti (Enpa, Lac, Lav e<br />
Oipa). «Il coor<strong>di</strong>namento “No <strong>al</strong> macello” propone una petizione popolare, presto <strong>di</strong>sponibile anche on line<br />
per <strong>di</strong>re no <strong>al</strong> macello <strong>di</strong> Barcon», spiega Adriano De Stefano, «che ha già esposto i propri motivi, che vanno<br />
d<strong>al</strong>l'etico <strong>al</strong> rispetto dell'ambiente e <strong>al</strong>la propria s<strong>al</strong>ute. La normativa vigente vieta sia questo inse<strong>di</strong>amento,<br />
che l'urbanizzazione, soprattutto industri<strong>al</strong>e, che è già abbondantemente sovra<strong>di</strong>mensionata rispetto <strong>al</strong>la<br />
domanda. L'attività commerci<strong>al</strong>e che si andrebbe a creare fagociterebbe le attività esistenti creando un s<strong>al</strong>do<br />
occupazion<strong>al</strong>e negativo. I problemi generati d<strong>al</strong>la viabilità dei mezzi impiegati per la costruzione sarebbe insostenibile,<br />
l'impatto sul territorio devastante. Lo scopo della nostra petizione, in<strong>di</strong>rizzata <strong>al</strong>la Regione, Provincia<br />
e Comune, è quello <strong>di</strong> bloccare la costruzione del mega-macello previsto a Barcon <strong>di</strong> Vedelago o<br />
<strong>al</strong>trove».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
15 aprile 2012<br />
Cartoline a Quaggiotto «Ferma il maxi-macello»<br />
VEDELAGO Cartoline <strong>al</strong>le giunte, <strong>di</strong>battiti e raccolta firme. Riparte la mobilitazione contro il mega impianto<br />
industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. In poche settimane sono stati organizzati <strong>di</strong>versi eventi contro il polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong><br />
via Terza Armata. Comitato spontaneo «Barcon Viva», Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, It<strong>al</strong>ia Nostra e Primavera Civica<br />
hanno unito le forze per creare un c<strong>al</strong>endario ricco <strong>di</strong> appuntamenti. Si comincia domani <strong>al</strong>le 20.30 con un<br />
incontro pubblico, aperto <strong>al</strong>la citta<strong>di</strong>nanza, nella sede della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> a Fanzolo. Sabato 21 aprile<br />
<strong>al</strong> cinema Sanson a Vedelago un concerto «Per Barcon e contro la sua <strong>di</strong>struzione». Terzo evento giovedì 3<br />
maggio <strong>al</strong> cinema Sanson <strong>di</strong> Vedelago con una tavola rotonda cui prenderanno parte rappresentanti del<br />
mondo politico e associazionistico. In par<strong>al</strong>lelo <strong>al</strong>le serate, gli organizzatori saranno presenti <strong>al</strong>cuni giorni con<br />
gazebi nel territorio comun<strong>al</strong>e (21 e 22 aprile a Vedelago, 22 aprile a Fanzolo e Barcon, 29 aprile a Foss<strong>al</strong>unga,<br />
Albaredo, Cavasagra, Casacorba). Raccoglieranno firme contro il mega progetto Barcon. Ma si tratterà <strong>di</strong> una<br />
raccolta molto particolare. I citta<strong>di</strong>ni potranno firmare delle cartoline re<strong>al</strong>izzate d<strong>al</strong> comitato organizzatore.<br />
Cartoline <strong>di</strong> due tipi. Una in<strong>di</strong>rizzata <strong>al</strong>la Provincia <strong>di</strong> Treviso, l'<strong>al</strong>tra <strong>al</strong>la giunta <strong>di</strong> Vedelago. Sul retro <strong>di</strong> quest'ultima<br />
cartolina ci sono tutte le foto dei componenti dell'esecutivo (il sindaco Paolo Quaggiotto, il vice<br />
Marco Perin e gli <strong>al</strong>tri assessori Fabio Ceccato, Denis Serafin, Cristina Andretta, Renzo Franco, Andrea Gazzola,<br />
V<strong>al</strong>ter C<strong>al</strong>legari). «La giunta deve rispondere <strong>al</strong>la Regione se è favorevole o contraria <strong>al</strong> progetto. Se la giunta<br />
<strong>di</strong>ce no, il progetto sarà fermato. Contatta l'assessore che conosci, chiam<strong>al</strong>o, scrivigli, mandagli una mail <strong>al</strong>l'in<strong>di</strong>rizzo<br />
comune@comune.vedelago.tv.it e convinci anche lui a <strong>di</strong>re no». Le cartoline firmate saranno raccolte<br />
e protocollate in Comune e Provincia. Ultima iniziativa, l'invio <strong>di</strong> una lettera da parte dei comitati <strong>al</strong>le<br />
famiglie del paese nella qu<strong>al</strong>e si spiegano le ragioni del no. Il progetto prevede la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> una cartiera,<br />
<strong>di</strong> un maxi macello e <strong>di</strong> un farmer market nelle campagne a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. Sarà consumata una<br />
superficie agricola <strong>di</strong> 90 ettari (180 campi) con un'escavazione <strong>di</strong> 2 milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> terreno.<br />
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Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
13 aprile 2012<br />
L’IdV spara su Ikea «Se apre qui forse chiuderà <strong>al</strong>trove»<br />
CASALE «L'apertura <strong>di</strong> Ikea a Cas<strong>al</strong>e potrebbe portare <strong>al</strong>la chiusura del punto ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Padova, con conseguente<br />
travaso dei <strong>di</strong>pendenti». È l'<strong>al</strong>larme lanciato da Gianluca Maschera, consigliere provinci<strong>al</strong>e e coor<strong>di</strong>natore<br />
dell'IdV, nel corso dell'assemblea su Ikea organizzata d<strong>al</strong>la civica “Cas<strong>al</strong>e sul Sile per il bene<br />
comune”. Dando voce ai “rumors” captati in Regione sul rischio serrata per Padova qu<strong>al</strong>ora il colosso del<br />
mobile low cost arrivasse nella Marca, Maschera ha annunciato che del caso Ikea a Cas<strong>al</strong>e nelle prossime<br />
settimane se ne occuperanno anche i vertici nazion<strong>al</strong>i dell'It<strong>al</strong>ia dei V<strong>al</strong>ori. La <strong>di</strong>scussione su Ikea sta animando<br />
la campagna elettor<strong>al</strong>e per le amministrative. In molti si interrogano proprio sul ruolo delle amministrazioni<br />
pubbliche <strong>di</strong>nnanzi <strong>al</strong>l'accordo <strong>di</strong> programma. «Perchè i sindaci non chiedono che inse<strong>di</strong>amenti<br />
come Ikea e Barcon siano re<strong>al</strong>izzati in aree già compromesse?» si è domandato l'eurodeputato dell’IdV Andrea<br />
Zanoni, ospite a Conscio. E sull'annuncio da parte <strong>di</strong> Ikea <strong>di</strong> “deloc<strong>al</strong>izzazione <strong>al</strong>l'incontrario”, portando<br />
in It<strong>al</strong>ia produzioni <strong>fino</strong>ra in Asia, è intervenuto Giacomo Vendrame, delegato della segreteria provinci<strong>al</strong>e<br />
della Cgil: «Spesso le aziende it<strong>al</strong>iane che lavorano per Ikea assicurano un'eccessiva flessibilità <strong>al</strong> colosso<br />
svedese, essendo <strong>di</strong>sposti a maxi produzioni in tempi strettissimi, dettati d<strong>al</strong>la stessa Ikea. Quin<strong>di</strong> i problemi<br />
non mancano».<br />
Barcon, raffica <strong>di</strong> mail a Muraro<br />
VEDELAGO Una pioggia <strong>di</strong> mail <strong>al</strong> presidente Leonardo Muraro e agli assessori della giunta provinci<strong>al</strong>e per<br />
chiedere il «no» <strong>al</strong> progetto Barcon. L'iniziativa lanciata d<strong>al</strong> gruppo <strong>di</strong> opposizione <strong>di</strong> Primavera Civica fin d<strong>al</strong>l'inizio<br />
oppositore del maxi progetto a norda <strong>di</strong> via Terza Armata. Parte ora l'ultima iniziativa per scongiurare<br />
il via libera <strong>al</strong> progetto da parte della Provincia <strong>di</strong> Treviso. L'accordo <strong>di</strong> programma proposto d<strong>al</strong>le <strong>di</strong>tte Colomberotto<br />
e Rotocart per la re<strong>al</strong>izzazione del maxi polo industri<strong>al</strong>e nella campagne <strong>di</strong> Barcon è arrivato <strong>al</strong>l'attenzione<br />
della Regione. Quest'ultima prima <strong>di</strong> esaminare il progetto ha chiesto un parere definitivo <strong>al</strong>la<br />
Provincia <strong>di</strong> Treviso. Insomma la partita ora è tutta o quasi nel<strong>al</strong> mani <strong>di</strong> Leonardo Muraro, presidente dell'ente<br />
provinci<strong>al</strong>e, leghista e maroniano <strong>di</strong> ferro, cui ora spetta la decisione. Sull’argomento dovranno esprimersi<br />
anche il sindaco Quaggiotto e i suoi assessori.La giunta provinci<strong>al</strong>e dovrà <strong>di</strong>re sì o no <strong>al</strong> progetto entro<br />
fine <strong>mese</strong>. Se il parere fosse negativo, l’operazione rischia <strong>di</strong> andare in fumo. In caso <strong>di</strong> parere positivo, la Regione<br />
ne prenderà atto e andrà avanti. Fare pressione sulla Provincia affinché bocci il progetto è lo scopo dell'iniziativa<br />
promossa da Primavera Civica con un tam tam via mail iniziato nei giorni scorsi e destinato a<br />
proseguire <strong>fino</strong> a fine <strong>mese</strong>. Si chiede ai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> inviare mail a Muraro e ai suoi assessori per chiedere il<br />
no <strong>al</strong> progetto. L'iniziativa ora è destinata ad <strong>al</strong>largarsi ai tanti citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Vedelago e non solo che fin da subito<br />
hanno contestato l'accordo <strong>di</strong> programma in questione. Il progetto prevede la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> una mega<br />
cartiera e <strong>di</strong> un centro <strong>di</strong> macellazione per la carne, assieme a un farmer market. Quello che spaventa davvero<br />
sono i numeri. L'area agricola che andrà consumata da quest'area industri<strong>al</strong>e è <strong>di</strong> ben 90 ettari (180 campi<br />
trevigiani). Un'enormità se si pensa che il progetto della nuova Ikea a Cas<strong>al</strong>e sul Sile riguarda una superficie<br />
grande poco più <strong>di</strong> metà (50 ettari). E poi c'è il nodo escavazione. Stando ad <strong>al</strong>cune stime, pare che per fare<br />
il progetto si dovrà scavare una quantità <strong>di</strong> terreno pari a 2 milioni <strong>di</strong> metri cubi. E tra la popolazione si parla<br />
apertamente <strong>di</strong> cava mascherata. Ora tocca <strong>al</strong>la Lega prendere posizione sulla vicenda. Il sindaco Paolo Quaggiotto<br />
è il primo sostenitore politico del progetto, ma nel Carroccio c'è anche chi si oppone. Tocca a Muraro<br />
scegliere da che parte stare.<br />
Tavola rotonda <strong>al</strong>la Filanda sull’operazione<br />
VEDELAGO Una tavola rotonda per fare chiarezza sull’operazione Barcon si terrà lunedì nella Filanda del<br />
Cre<strong>di</strong>to Trevigiano (in via Spada 2 a Fanzolo). Convocata d<strong>al</strong> comitato “Barcon Viva” in collaborazione con la<br />
fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> e It<strong>al</strong>ia Nostra, sarà un’occasione per illustrare il progetto del polo agroindudri<strong>al</strong>e promosso<br />
da Colomberotto e Rotocart e sostenuto d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto. Aperta <strong>al</strong> pubblico, contribuirà<br />
a dare voce <strong>al</strong> <strong>di</strong>battito in corso in questi mesi a Vedelago e non solo.<br />
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Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
11 aprile 2012<br />
QUINTO<br />
Cas<strong>al</strong>e e Barcon Incontro <strong>di</strong> Zanoni domani <strong>al</strong> Bhr<br />
QUINTO Andrea Zanoni, eurodeputato dell’It<strong>al</strong>ia dei V<strong>al</strong>ori, organizza “Fermiamo i predoni del nostro futuro”,<br />
una conferenza per parlare con il <strong>di</strong>rettore provinci<strong>al</strong>e della Cna <strong>di</strong> Treviso Giuliano Rosolen del progetto Ikea<br />
<strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e e con l'architetto Enzo Bergamin della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> onlus del progetto <strong>di</strong> Barcon. Si tratta<br />
<strong>di</strong> due progetti <strong>di</strong> mega-inse<strong>di</strong>amenti che hanno fatto molto <strong>di</strong>scutere in queste settimane. L’appuntamento<br />
con il convegno è fissato per domani <strong>al</strong>le 20.30 <strong>al</strong> Centro congressi del Bhr a Quinto <strong>di</strong> Treviso<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
5 aprile 2012<br />
QUINTO<br />
Operazione Barcon ultimatum <strong>al</strong> sindaco «Carte entro maggio»<br />
VEDELAGO Trenta giorni <strong>di</strong> tempo per presentare la documentazione mancante. Dopo<strong>di</strong>chè se da Comune<br />
e Provincia non arriverà quanto richiesto, la Regione «archivierà» la pratica Barcon ovvero restituirà quanto<br />
già trasmesso da Vedelago sull’accordo <strong>di</strong> programma promosso da Colomberotto e Rotocart per trasformare<br />
la campagna a nord <strong>di</strong> via Terza Armata in un maxi macello con cartiera e farmer market, natur<strong>al</strong>mente interrati.<br />
La lettera, firmata d<strong>al</strong> <strong>di</strong>rigente veneto <strong>di</strong> Urbanistica e Paesaggio, è arrivata in municipio lunedì 2<br />
aprile. Ed è scattata la corsa per arrivare in tempo. Il sindaco leghista Paolo Quaggiotto ha avviato le «consultazioni».<br />
Nel suo ufficio ha chiamato gli attori dell’accordo <strong>di</strong> programma. Uno a uno sentirà anche i suoi assessori.<br />
Venezia chiede a lui e <strong>al</strong> presidente della Provincia, Leonardo Muraro, <strong>di</strong> fornire entro il 2 maggio la<br />
documentazione necessaria a completare il quadro del patto sul polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Ovvero: «la<br />
manifestazione <strong>di</strong> interesse <strong>al</strong>l’operazione da parte dell’amministrazione provinci<strong>al</strong>e e, qu<strong>al</strong>ora interessati da<br />
opere collegate <strong>al</strong>l’accordo, anche dei Comuni <strong>di</strong> Montebelluna e Trevignano». Questi ultimi si sono già<br />
espressi con un chiaro no <strong>al</strong> polo industri<strong>al</strong>e. «In<strong>di</strong>spensabile per continuare la procedura», aggiunge il <strong>di</strong>rigente<br />
region<strong>al</strong>e, «l’acquisizione <strong>di</strong> dati puntu<strong>al</strong>i su superfici e volumetrie, <strong>di</strong>stinte tra aree che assumeranno<br />
destinazione pubblica e quelle che rimarranno private». Manca il quadro economico dell’intervento e serve<br />
«un rinnovato parere esplicito della giunta comun<strong>al</strong>e» sull’ultima versione dell’accordo <strong>di</strong> programma, che, si<br />
sa, non convince tutti gli assessori. Da Venezia si vuole chiarezza sul finanziamento a cura <strong>di</strong> Rotocart e Colomberotto<br />
delle opere <strong>di</strong> interesse region<strong>al</strong>e previste nell’accordo. A Quaggiotto il compito, non facile. <strong>di</strong> far<br />
quadrare il cerchio.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
4 aprile 2012<br />
Cre<strong>di</strong>to trevigiano rinuncia agli utili<br />
Accantonamenti per 8,5 milioni per fronteggiare le sofferenze. Il presidente Nicola Di Santo: «Siamo una<br />
banca solida»<br />
VEDELAGO Taglio degli utili, dei costi e delle consulenze. Le banche trevigiane devono giocare in <strong>di</strong>fesa per<br />
attutire l'aumento <strong>di</strong>ffuso delle sofferenze sui cre<strong>di</strong>ti concessi <strong>al</strong>le imprese. La cura <strong>di</strong>magrante è stata adottata<br />
anche d<strong>al</strong> Cre<strong>di</strong>to Trevigiano, che ha mantenuto nel 2011 un utile positivo (1,1 milioni <strong>di</strong> euro), più basso<br />
rispetto <strong>al</strong>le aspettative perché 8,5 milioni <strong>di</strong> euro sono stati accantonati per far fronte a eventu<strong>al</strong>i insoluti,<br />
mantenendo i margini tramite un tagli netto dei costi. «Senza questa operazione prudenzi<strong>al</strong>e l'utile sarebbe<br />
stato superiore ai 12 milioni <strong>di</strong> euro» <strong>di</strong>ce con slancio Umberto Longo, <strong>di</strong>rettore gener<strong>al</strong>e della più grande bcc<br />
della Marca, che conta 6.350 soci, 31 fili<strong>al</strong>i (l'ultima aperta è stata Bassano) e 273 <strong>di</strong>pendenti. «Le sv<strong>al</strong>utazioni<br />
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ormai sono necessarie per bilanciare princip<strong>al</strong>mente i cre<strong>di</strong>ti in sofferenza, cresciuti <strong>di</strong> 10 milioni circa e arrivati<br />
a un tot<strong>al</strong>e <strong>di</strong> 70 milioni <strong>di</strong> euro, a cui si aggiungono i cre<strong>di</strong>ti a cui abbiamo concesso moratorie, <strong>al</strong>lungamenti<br />
del piano <strong>di</strong> ammortamento” precisa Longo, sicuro <strong>di</strong> aver definitivamente puntellato i conti della banca. La<br />
situazione non desta infatti preoccupazione nella sede <strong>di</strong> Vedelago, dove la raccolta <strong>di</strong>retta 2010 è stata <strong>di</strong><br />
1,1 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro (+1,5%), quella in<strong>di</strong>retta <strong>di</strong> 290 milioni, investiti princip<strong>al</strong>mente dai clienti in titoli <strong>di</strong> Stato.<br />
«Gli impieghi che abbiamo concesso a famiglie e imprese sono pari <strong>al</strong>la raccolta, segno <strong>di</strong> un'ottima soli<strong>di</strong>tà<br />
finanziaria. Abbiamo sforbiciato poi i costi operativi, passati in soli 12 mesi da 32 milioni a 29 milioni <strong>di</strong> euro.<br />
Circa 800mila euro riguardano solo consulenze, il resto il sistema informatico e le manutenzioni straor<strong>di</strong>narie».<br />
Anche qui, come rilevato in questi mesi d<strong>al</strong>le consorelle del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano facenti parte del circuito delle<br />
sei banche <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to cooperativo della Marca, ad essere prudenti sono anche i clienti, soprattutto famiglie,<br />
che per tenersi <strong>al</strong>la larga dai rischi impiegano i sol<strong>di</strong> in investimenti <strong>di</strong> breve termine (conti deposito, certificati,<br />
zero coupon) o lasciano <strong>di</strong>rettamente i sol<strong>di</strong> in conto corrente. Tutte variabili che fanno pensare a un 2012 in<br />
sostanzi<strong>al</strong>e tenuta anche per la banca presieduta da Nicola Di Santo, recentemente attaccato d<strong>al</strong>la Fiba-Cisl<br />
sulla gestione dell'istituto, tutte rispe<strong>di</strong>te <strong>al</strong> mittente. «Chi ha parlato m<strong>al</strong>e dovrebbe saper fare meglio i conti»<br />
<strong>di</strong>ce Di Santo, «l'azione finanziaria messa in pie<strong>di</strong> in questi due anni è stata notevole da parte nostra. Siamo<br />
partiti prima <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri a fare accantonamenti per poter reggere meglio l'impatto della crisi».<br />
Primavera civica con Di Santo Barcon, democrazia a rischio<br />
VEDELAGO «Democrazia a rischio sul caso Barcon». È l'opinione del gruppo consiliare <strong>di</strong> Primavera Civica,<br />
fin d<strong>al</strong>l'inizio contraria <strong>al</strong> maxi progetto relativo <strong>al</strong>l'area industri<strong>al</strong>e nelle campagne della frazione. «Primavera<br />
Civica esprime solidarietà e vicinanza <strong>al</strong> presidente della fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, Nicola <strong>di</strong> Santo, per le minacce<br />
ricevute per il suo impegno contro la devastazione della campagna <strong>di</strong> Barcon», fa sapere in una nota Stefano<br />
Beltrame, « Il gesto minaccioso e intimidatorio ci fa capire che siamo <strong>di</strong> fronte a una situazione preoccupante<br />
per la democrazia, dove non è possibile avere opinioni <strong>di</strong>verse e portarle avanti con argomenti v<strong>al</strong>i<strong>di</strong>. Chi la<br />
pensa <strong>di</strong>versamente non viene contrastato sostenendo le proprie idee con argomentazioni v<strong>al</strong>ide, ma è oggetto<br />
<strong>di</strong> minacce. Primavera Civica dopo aver stu<strong>di</strong>ato accuratamente la documentazione è sempre stata<br />
contraria <strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento, dando quanta più visibilità possibile <strong>al</strong> problema e trovando v<strong>al</strong>i<strong>di</strong> <strong>al</strong>leati qu<strong>al</strong>i il<br />
comitato spontaneo Barcon Viva e la fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
3 aprile 2012<br />
VEDELAGO<br />
“Primavera Civile”: «Vicini a Di Santo dopo le minacce <strong>al</strong>la moglie»<br />
VEDELAGO - (G.V.) Anche “Primavera Civile” esprime solidarietà <strong>al</strong> Presidente <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Trevigiano Nicola Di<br />
Santo, dopo la telefonata <strong>di</strong> minacce arrivata martedì della scorsa settimana <strong>al</strong>la moglie Marina Basso, mentre<br />
era ospite ad Antenna 3 della trasmissione “Ore 13”. «Solidarietà e vicinanza a Di Santo, presidente anche<br />
della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> - recita un comunicato emesso d<strong>al</strong> segretario <strong>di</strong> “Primavera Civica”, Stefano<br />
Beltrame - per le minacce ricevute per il suo impegno contro la devastazione della campagna <strong>di</strong> Barcon come<br />
proposto dell’accordo <strong>di</strong> programma presentato d<strong>al</strong>le Ditte Colomberotto e Rotocart». La documentazione è<br />
stata esaminata molto accuratamente: stu<strong>di</strong>o che ha convinto il gruppo consiliare a schierarsi con chi come<br />
Barcon Viva e Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> si stanno opponendo <strong>al</strong> progetto. «Il gesto minaccioso e provocatorio, -<br />
continua il comunicato - ci fa capire che siamo <strong>di</strong> fronte ad una situazione preoccupante per la democrazia,<br />
dove non è possibile avere opinioni <strong>di</strong>verse e portarle avanti con argomenti v<strong>al</strong>i<strong>di</strong>. Chi la pensa <strong>di</strong>versamente<br />
non viene contrastato sostenendo le proprie idee con argomentazioni v<strong>al</strong>ide, ma è oggetto <strong>di</strong> minacce e in<br />
questo clima cupo ed <strong>al</strong>tre pressioni, magari più velate, potrebbero arrivare non solo agli oppositori del<br />
progetto come le minoranze, ma anche la maggioranza». Un comunicato chiaro, che testimonia come i<br />
consiglieri <strong>di</strong> “Primavera Civica” siano tutti col Presidente Di Santo, e gli assicurino il massimo appoggio.<br />
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Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
31 marzo 2012<br />
Favero, solidarietà a Nicola Di Santo<br />
Solidarietà del sindaco <strong>di</strong> Montebelluna Marzio Favero <strong>al</strong> presidente del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo Trevigiano, Nicola<br />
Di Santo, per le minacce ricevute in seguito <strong>al</strong>le sue posizioni sul caso Barcon. «Ho voluto esprimere la mia<br />
solidarietà e vicinanza <strong>al</strong> presidente Di Santo in questo frangente che lo vede oggetto <strong>di</strong> intimidazioni<br />
inaccettabili e vigliacche», <strong>di</strong>chiara Marzio Favero, «È una notizia che mi addolora profondamente e un segn<strong>al</strong>e<br />
estremamente preoccupante. Il <strong>di</strong>ritto ad esprimere le proprie opinioni su qu<strong>al</strong>siasi tema appartiene ai <strong>di</strong>ritti<br />
fondament<strong>al</strong>i della democrazia».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
1 aprile 2012<br />
Maxi macello con cartiera È bufera sul progettista<br />
VEDELAGO Colpo <strong>di</strong> scena nella vicenda Barcon. Il progettista entra nell’Osservatorio speriment<strong>al</strong>e del<br />
paesaggio istituito d<strong>al</strong>la Regione per tutelare il patrimonio natur<strong>al</strong>e della Marca, mentre il Comune <strong>di</strong> Vedelago<br />
lo incarica <strong>di</strong> fare il Piano degli interventi. Primavera Civica, tramite Fiorenza Morao, grida <strong>al</strong>lo scand<strong>al</strong>o. La<br />
Regione ha presentato l’Osservatorio Speriment<strong>al</strong>e per il Paesaggio delle Colline dell’Alta Marca. Un ente la<br />
cui fin<strong>al</strong>ità è <strong>di</strong> tutelare e s<strong>al</strong>vaguardare il patrimonio paesaggistico e natur<strong>al</strong>e delle colline trevigiane. Uno<br />
dei componenti del comitato scientifico che <strong>di</strong>rigerà questo ente voluto d<strong>al</strong>la Regione è l’architetto Leopoldo<br />
Saccon, titolare <strong>di</strong> Tepco srl, stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> architettura con sede a Vittorio Veneto. È stato anche il «curatore»<br />
dell’accordo <strong>di</strong> programma per la re<strong>al</strong>izzazione della mega area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon (maxi macello con<br />
cartiera). Quell’area che si prevede andrà a consumare quasi 90 ettari <strong>di</strong> terreno agricolo per far posto a un<br />
maxi polo produttivo. Da un lato come libero professionista «progetta» la maxi area <strong>di</strong> Barcon, mentre da<br />
esperto paesaggista la Regione lo mette in un nuovo osservatorio il cui scopo dovrebbe essere la s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a<br />
dell’ambiente e del territorio della Marca. E non finisce qui. Saccon, che tra l’<strong>al</strong>tro sta lavorando con il suo<br />
stu<strong>di</strong>o per parecchi comuni della Marca (tra cui Altivole, Asolo e Caerano San Marco), è anche il progettista<br />
del nuovo stabilimento Ikea a Cas<strong>al</strong>e sul Sile. Ciliegina sulla torta, proprio il comune <strong>di</strong> Vedelago lo ha eletto,<br />
assieme ad <strong>al</strong>tri professionisti, per re<strong>di</strong>gere il Piano degli Interventi. Primavera Civica grida <strong>al</strong>lo scand<strong>al</strong>o.<br />
«Come si può essere contemporaneamente un esperto paesaggista per la s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a del territorio veneto<br />
e progettista <strong>di</strong> enormi colate <strong>di</strong> cemento in zona agricola», attacca Fiorenza Morao<br />
BARCON La segretaria dello Spi solid<strong>al</strong>e con Di Santo «Vogliamo esprimere <strong>al</strong> presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano<br />
Nicola <strong>di</strong> Santo e <strong>al</strong>la sua famiglia tutta la nostra solidarietà». Così Ros<strong>al</strong>ia Berlese, segretaria della Spi Cgil <strong>di</strong><br />
Vedelago. La famiglia Di Santo ha ricevuto una telefonata minatoria dopo che il presidente ha manifestato<br />
su Antenna 3 la sua contrarietà <strong>al</strong> polo industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
30 marzo 2012<br />
Veneto City madre <strong>di</strong> tutti i cantieri<br />
Riviera, piano su oltre 70 ettari. Poi tocca a Tessera, Cas<strong>al</strong>e e Barcon<br />
VENEZIA Cantieri aperti a inizio 2014. Sorgerà tra Dolo e Pianiga, ma il nome ne svela l’ambizione: è Veneto<br />
City, <strong>di</strong>ventato nel tempo Veneto Green City, per lo stesso motivo per cui oggi case e p<strong>al</strong>azzi sono venduti<br />
con nomi come La P<strong>al</strong>ma, il Roseto, Magnolia. E’ il più grande intervento programmato in Veneto. Per chi<br />
partecipa <strong>al</strong>l’impresa immobiliare (Stefanel, Endrizzi, Biasuzzi, Andrighetti e da ultima la Mantovani <strong>di</strong> Baita)<br />
e per le <strong>di</strong>mensioni. La prima parte dell’intervento sorgerà su un’area <strong>di</strong> 715 mila metri quadrati, con negozi<br />
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(70.000 metri quadrati), uffici (300.000) <strong>al</strong>berghi (50.000) e servizi (150.000). In questi giorni la società sta<br />
lavorando per re<strong>al</strong>izzare i piani urbanistici attuativi (Pua) che dopo il via libera <strong>di</strong> Zaia <strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong> programma<br />
tra la società e i comuni <strong>di</strong> Dolo e Pianiga, ricoperti d’oro con un contributo <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> 50 milioni <strong>di</strong><br />
euro, permetterano <strong>di</strong> aprire i cantieri a inizio 2014. Rin<strong>al</strong>do Panzarini, ad <strong>di</strong> Veneto City spa, non si sbilancia:<br />
«Stiamo contattando investitori e clienti, siamo sulla buona strada». Pochi giorni fa è volato a Bruxelles, per<br />
prendere ispirazione d<strong>al</strong> trade mart della città belga. Veneto City vuole <strong>di</strong>ventare il grande show room delle<br />
piccole imprese venete, in uno spazio facilmente raggiungibile, tra il Passante, la ferrovia Venezia-Padova, lì<br />
dove arriverà anche la Romea commerci<strong>al</strong>e. Intanto sono già sette i ricorsi presentati contro il megainse<strong>di</strong>amento,<br />
da chi ritiene che sarà una grande speculazione immobiliare e che ucciderà i piccoli negozi<br />
della Riviera del Brenta (commercianti e comitati) e da chi come il gruppo Basso, <strong>di</strong> Treviso, proprietario <strong>di</strong><br />
<strong>al</strong>cuni terreni nell’area, si trova suo m<strong>al</strong>grado coinvolto nel progetto. E se la Riviera del Brenta non è più da<br />
tempo quella dei «piccoli villaggi tra ville e giar<strong>di</strong>ni» descritta da Goethe nel suo Viaggio in It<strong>al</strong>ia anche il resto<br />
del Veneto continua a cambiare connotati. Con progetti come Tessera City vicino <strong>al</strong>l’aeroporto Marco Polo,<br />
l’operazione Ikea a Cas<strong>al</strong>e sul Sile, l’area agro-industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon <strong>di</strong> Vedelago.<br />
Solidarietà a Nicola Di Santo dopo le minacce per Barcon<br />
CASTELFRANCO Dopo le minacce, la solidarietà. Il telefonino <strong>di</strong> Nicola Di Santo, presidente del Cre<strong>di</strong>to<br />
Trevigiano e della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, è stato preso d’ass<strong>al</strong>to ieri da politici <strong>di</strong> tutti gli schieramenti,<br />
impren<strong>di</strong>tori, <strong>di</strong>pendenti della banca, amici e gente comune. Tutti a testimoniare solidarietà a Di Santo,<br />
p<strong>al</strong>a<strong>di</strong>no della battaglia contro il polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. «Sono piacevolmente sorpreso <strong>di</strong> tutto l’affetto<br />
<strong>di</strong>mostratomi in queste ore dopo le telefonate minatorie ricevute da mia moglie», commenta, «Mi hanno<br />
chiamato in tantissimi». L’elenco è lungo: l’assessore Denis Serafin, la consigliera region<strong>al</strong>e Laura Puppato, il<br />
sindaco <strong>di</strong> Trevignano Franco Bonesso, l’europarlamentare Andrea Zanoni, .... «Mi ha fermato per strada un<br />
pensionato», riferisce Di Santo, «“Abito a Barcon. Stia, tranquillo: vigiliamo noi su <strong>di</strong> lei”, mi ha detto. I veneti<br />
sono un grande popolo. Ho ricevuto attestati <strong>di</strong> solidarietà anche d<strong>al</strong> fronte a favore del polo agroindustraile<br />
<strong>di</strong> Barcon. I pareri, contrari o favorevoli che siano, non giustificano la vigliaccheria <strong>di</strong> chi ha telefonato a casa<br />
mia minacciando mia moglie».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
29 marzo 2012<br />
Minacce a Nicola Di Santo dopo l’intervista su Barcon<br />
Telefonata anonima a casa del presidente della fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> «Vedrai cosa succederà». La moglie: «È<br />
un incubo, temo per i mie figli»<br />
CASTELFRANCO Sul video stanno ancora scorrendo i titoli <strong>di</strong> coda della trasmissione «Ore 13», andata in onda<br />
ieri su Antenna Tre e de<strong>di</strong>cata <strong>al</strong> caso Barcon, e già squilla il telefono <strong>di</strong> casa Di Santo a Castelfranco. Marina,<br />
la moglie del presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano e della fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, <strong>al</strong>za la cornetta. All’<strong>al</strong>tro capo<br />
del telefono una voce maschile, camuffata, sibila poche ma chiare parole in <strong>di</strong><strong>al</strong>etto: «Vedrai cosa vi<br />
succederà». Quin<strong>di</strong> il silenzio. Marina chiama il marito che è ancora negli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Antenna Tre, dove ha riba<strong>di</strong>to<br />
il suo no <strong>al</strong>l’operazione Barcon. No <strong>al</strong> maxi macello della Colomberotto, no <strong>al</strong>la cartiera della Rotocart e<br />
soprattutto no a quattro anni <strong>di</strong> sbancamento della campagna <strong>di</strong> via Terza Armata per re<strong>al</strong>izzare il polo<br />
agroindustri<strong>al</strong>e. Gli riferisce delle minacce anomime appena ricevute. «Mi pare <strong>di</strong> tornare ai tempi della battaglia<br />
per s<strong>al</strong>vare villa <strong>Emo</strong> d<strong>al</strong>la fame dei cavatori», ricorda Marina, «Rivivo l’incubo <strong>di</strong> quei mesi quando Nicola e<br />
la sua banca erano impegnati in prima linea con il comitato <strong>di</strong> Fanzolo. Sono molto preoccupata per i miei<br />
figli». Nelle ultime settimane <strong>al</strong> telefono <strong>di</strong> casa Di Santo sono arrivate <strong>di</strong>verse telefonate mute, mai minacce<br />
esplicite come quella ricevuta nel primissimo pomeriggio <strong>di</strong> ieri. Segno che la tensione sul caso Barcon sta<br />
s<strong>al</strong>endo. «Ai microfoni <strong>di</strong> Antenna Tre assieme agli <strong>al</strong>tri ospiti del s<strong>al</strong>otto <strong>di</strong> Elisabetta Pasquettin», aggiunge<br />
Di Santo, «ho smontato le tesi dei favorevoli <strong>al</strong> grande polo industri<strong>al</strong>e sostenuto d<strong>al</strong> sindaco Paolo<br />
Quaggiotto. Il segretario della Cgil, Paolino Barbiero, ha <strong>di</strong>mostrato come i posti <strong>di</strong> lavoro sban<strong>di</strong>erati<br />
nell’accordo <strong>di</strong> programma, sponsorizzato d<strong>al</strong>la Lega loc<strong>al</strong>e, siano in re<strong>al</strong>tà una chimera». Tutti a bocciare<br />
l’operazione che, nei piani, si mangerà la storica campagna dei Pola. E a microfoni spenti e luci abbassate, la<br />
telefonata minatoria a casa <strong>di</strong> Nicola Di Santo. «Mio marito fa bene a battersi», lo appoggia Marina, «Ma io<br />
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non posso resistere in questo clima <strong>di</strong> tensione. Sbagliano a prendersela con me e con la mia famiglia». Nicola<br />
Di Santo ha subito avvisato i carabinieri <strong>di</strong> Castelfranco. Ma annuncia deciso: «Questa è la mia posizione su<br />
Barcon, non recedo <strong>di</strong> un passo. È vile chi minaccia i miei affetti». E dopo la partecipazione <strong>al</strong> <strong>di</strong>battito<br />
televisivo, ieri pomeriggio ha incontrato i vertici <strong>di</strong> Confcooperative per con<strong>di</strong>videre la presa <strong>di</strong> posizione<br />
contro macello e cartiera in via Terza Armata. «Quello <strong>di</strong> Barcon», riba<strong>di</strong>sce Di Santo, «più che un accordo <strong>di</strong><br />
programma e un accordo del buco: un’autorizzazione a scavare 2 milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> ghiaia per <strong>al</strong>meno<br />
quattro anni».<br />
Un <strong>di</strong>battito <strong>al</strong> Bhr sull’operazione con Zanoni (Idv) e Rosolen (Cna)<br />
Giovedì 12 aprile <strong>al</strong>le 20.30 nella s<strong>al</strong>a convegni dell’hotel Bhr a Quinto <strong>di</strong> Treviso si terrà un convegno sul<br />
tema della nuova area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. L’evento è organizzato da Andrea Zanoni, deputato europeo<br />
per l’It<strong>al</strong>ia dei V<strong>al</strong>ori. Interverranno l’architetto Enzo Bergamin e il <strong>di</strong>rettore provinci<strong>al</strong>e della Cna Treviso Giuliano<br />
Rosolen. Zanoni più volte ha espresso la sua contrarietà <strong>al</strong> progetto Barcon. «Questo progetto nasce vecchio<br />
e superato – spiega Zanoni – in quanto va contro le politiche del Parlamento Europeo che il 15 marzo ha<br />
approvato una petizione scritta che impegna la Commissione Europea ad adottare un nuovo regolamento<br />
che limiti a otto ore il trasporto <strong>di</strong> anim<strong>al</strong>i da <strong>al</strong>levamento destinati <strong>al</strong>la macellazione. Il macello <strong>di</strong> Barcon,<br />
quin<strong>di</strong>, progettato per lavorare 232 tonnellate <strong>di</strong> carne <strong>al</strong> giorno, si rende sovra<strong>di</strong>mensionato e inutile, ovvero<br />
destinato a <strong>di</strong>ventare una cattedr<strong>al</strong>e nel deserto. Con questo nuovo limite, che <strong>di</strong>venti presto legge, importanti<br />
Paesi esportatori e trasportatori come Polonia, Bulgaria, Romania e Olanda non potranno più esportare in<br />
It<strong>al</strong>ia anim<strong>al</strong>i vivi, rendendo assurdo, sovra<strong>di</strong>mensionato, ingiustificato e anacronistico t<strong>al</strong>e centro».<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
29 marzo 2012<br />
Di Santo parla in tv: minacce a casa<br />
Anonimo telefona durante la <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> Antenna3 sul caso Barcon: «Adesso vedrete cosa succede»<br />
«Adesso vedrete cosa succede». Marina Basso, moglie del numero uno del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano, è raggelata<br />
sentendo <strong>al</strong> telefono quella voce maschile, che farfugliava un incerto <strong>di</strong><strong>al</strong>etto veneto. Sola in casa, stava<br />
guardando Antenna3, perché suo marito partecipava <strong>al</strong>la trasmissione “Ore 13”, incentrata sul caso Barcon.<br />
Ha atteso la fine del t<strong>al</strong>k show e ha chiamato il consorte: «Corri subito a casa, qu<strong>al</strong>cuno ha telefonato, ha<br />
detto certe cose... Ho paura per i nostri figli». Nicola Di Santo è s<strong>al</strong>ito in auto e si è subito <strong>di</strong>retto da San<br />
Biagio <strong>di</strong> C<strong>al</strong>l<strong>al</strong>ta verso Castelfranco dove abita. A tranquillizzare la moglie.<br />
Da tempo il presidente del Cre<strong>di</strong>to si è schierato d<strong>al</strong>la parte <strong>di</strong> chi è contrario <strong>al</strong> mega inse<strong>di</strong>amento agroindustri<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> Barcon. A nome della banca cooperativa che rappresenta, e non solo. E ieri pomeriggio era<br />
negli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Antenna3 a sostenerne i motivi. Una posizione scomoda, la sua, se è vero che quella <strong>di</strong> ieri<br />
pomeriggio non era la prima telefonata inquietante che lo prendeva <strong>di</strong> mira.<br />
«Era già accaduto, anche durante la notte. E devo ammettere che mia moglie non è certo tranquilla, con il<br />
pensiero rivolto soprattutto ai nostri figli». Marina Basso in passato aveva vissuto situazioni drammatiche in<br />
Argentina, <strong>al</strong>l’epoca della <strong>di</strong>ttatura, quando viveva con i genitori che avevano deciso <strong>di</strong> emigrare in quella<br />
terra.<br />
«Non voglio creare <strong>al</strong>larmismi -ha aggiunto Di Santo - ma non c’è dubbio che a qu<strong>al</strong>cuno sto dando fasti<strong>di</strong>o.<br />
Questa telefonata però ha spaventato molto mia moglie».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
24 marzo 2012<br />
DOCUMENTO DI PUPPATO<br />
Il caso Barcon in Consiglio<br />
MONTEBELLUNA L’interpellanza <strong>di</strong>venterà una mozione da <strong>di</strong>scutere e votare nella prossima seduta del<br />
consiglio comun<strong>al</strong>e. È quella <strong>di</strong> Laura Puppato che riguardava il piano agro-industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, visto come<br />
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fumo negli occhi per l’implicazione che avrà sulla viabilità nella zona <strong>di</strong> San Gaetano, la re<strong>al</strong>izzazione del<br />
casello della Pedemontana Veneta a servizio del polo agro-industri<strong>al</strong>e. Durante la <strong>di</strong>scussione si è deciso <strong>di</strong><br />
trasformarla in una mozione che rappresenti la posizione del comune. E l’opposizione attende <strong>al</strong>la prova la<br />
Lega. Il sindaco Marzio Favero è infatti contrario <strong>al</strong> polo. Ma in Provincia, a guida leghista, lo guardano con<br />
un certo favore, e anche a Vedelago, sempre a guida leghista, si dà il via libera <strong>al</strong>l’operazione.<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
24 marzo 2012<br />
GRANDI INSEDIAMENTI Dibattito inutile se P<strong>al</strong>azzo B<strong>al</strong>bi <strong>di</strong>chiarasse il non interesse per le due opere<br />
Macello e Ikea: serve il sì <strong>di</strong> Venezia<br />
TREVISO - Nonostante le polemiche che, nelle ultime settimane, hanno infuocato la Marca, spetterà <strong>al</strong>la<br />
giunta Zaia pronunciare la prima parola sulla possibilità <strong>di</strong> trasformare in cemento i due mega inse<strong>di</strong>amenti<br />
industri<strong>al</strong>i che Ikea e Colomberotto - RotoCart hanno <strong>di</strong>segnato sulla carta. Per la verità, però, gli inquilini <strong>di</strong><br />
p<strong>al</strong>azzo B<strong>al</strong>bi sembrano non avere <strong>al</strong>cuna intenzione <strong>di</strong> iniziare il <strong>di</strong>scorso. Fatto sta che la legge region<strong>al</strong>e<br />
sugli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programma prevede che l’apertura delle procedure, con la prima definizione <strong>di</strong> interesse<br />
pubblico delle opere arrivi <strong>di</strong>rettamente da Venezia. D<strong>al</strong> pacchetto delle competenze urbanistiche, trasferito<br />
un paio d’anni fa <strong>al</strong>la Provincia, infatti, p<strong>al</strong>azzo B<strong>al</strong>bi si è tenuto ben stretto la possibilità <strong>di</strong> decidere le sorti<br />
degli inse<strong>di</strong>amenti industri<strong>al</strong>i e commerci<strong>al</strong>i. E con un suo «niet» ogni ipotesi morirebbe sul nascere. Perché<br />
<strong>al</strong>lora la <strong>di</strong>scussione sul via libera <strong>al</strong> nuovo centro commerci<strong>al</strong>e Ikea a Cas<strong>al</strong>e (420 mila metri quadrati, 200<br />
milioni <strong>di</strong> investimento e un s<strong>al</strong>do sul territorio <strong>di</strong> +361 assunzioni) e <strong>al</strong> polo con il mega macello e la cartiera<br />
targato Colomberotto - RotoCart a Barcon <strong>di</strong> Vedelago (865 mila metri quadrati, 330 milioni <strong>di</strong> investimento<br />
e 700 posti <strong>di</strong> lavoro una volta a regime) sta incen<strong>di</strong>ando il S. Artemio e sconquassando la maggioranza<br />
Lega e Pdl? Essenzi<strong>al</strong>mente perché in Regione, prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>re la famosa prima parola, vogliono capire che aria<br />
tira. E a Muraro tocca, in questa fase, il lavoro sporco: misurare le reazioni dei <strong>di</strong>retti interessati sull’eventu<strong>al</strong>e<br />
inserimento degli inse<strong>di</strong>amenti nel Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e, il piano urbanistico della<br />
Marca, che attu<strong>al</strong>mente, tanto a Cas<strong>al</strong>e quanto a Barcon, prevede solo campi. Una trasformazione della<br />
destinazione d’uso dei terreni, per <strong>al</strong>tro già acquisiti, insomma, che, dopo l’eventu<strong>al</strong>e sì della Regione,<br />
<strong>di</strong>venterà anche in<strong>di</strong>spensabile e vincolante per l’eventu<strong>al</strong>e proseguimento del viaggio. Perchè senza questa<br />
si bloccherebbe tutto prima <strong>di</strong> raggiungere i Municipi per l’ultimo atto. E ora come ora la trasformazione del<br />
Ptcp provinci<strong>al</strong>e è osteggiata d<strong>al</strong> centrosinistra (con qu<strong>al</strong>che <strong>di</strong>stinguo) e soprattutto d<strong>al</strong>le associazioni <strong>di</strong><br />
categoria (tutte tranne gli industri<strong>al</strong>i) e dai sindacati.<br />
Ai sindaci, in teoria, la p<strong>al</strong>la potrebbe non passare mai. Anche se, nel frattempo, hanno già fatto sapere in<br />
modo chiaro e tondo <strong>di</strong> veder <strong>di</strong> buon occhio i due progetti e che non aspettano <strong>al</strong>tro <strong>di</strong> recepire nei Piano<br />
<strong>di</strong> assetto del territorio il via libera <strong>di</strong> p<strong>al</strong>azzo B<strong>al</strong>bi e le necessarie mo<strong>di</strong>fiche del Sant’Artemio. Centro<br />
commerci<strong>al</strong>e, macello e cartiera, comunque, devono partire da Venezia.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
23 marzo 2012<br />
Barcon e Ikea, il fronte del no muove i partiti<br />
Avviate le consultazioni con Udc e Pdl. Sindacati e categorie contro Muraro: <strong>di</strong>fen<strong>di</strong>amo il territorio<br />
«Con il sindacato e le categorie economiche c’è perfetta sintonia, ora deve partire una vasta iniziativa politica».<br />
Lo ha detto Gianna G<strong>al</strong>zignato, segretario provincia dell’’Unione <strong>di</strong> Centro <strong>di</strong> Treviso, tracciando un bilancio<br />
dell’incontro avuto con i rappresentanti dei do<strong>di</strong>ci soggetti, tra associazioni <strong>di</strong> categoria e sindacati confeder<strong>al</strong>i,<br />
che chiedono, rispetto ai nuovi inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> Barcon e Cas<strong>al</strong>e, che la Provincia non deroghi daiprincipi già<br />
previsti del Ptcp e che conducono <strong>al</strong>la non proliferazione del cemento nel territorio provinci<strong>al</strong>e. «Con i<br />
rappresentanti del mondo produttivo e del lavoro – ha spiegato Gianna G<strong>al</strong>zignato – abbiamo riscontrato<br />
perfetta sintonia sul concetto secondo cui nuovi inse<strong>di</strong>amenti commerci<strong>al</strong>i e industri<strong>al</strong>i in una provincia che<br />
ha il 20% delle cubature destinate <strong>al</strong> secondario e terziario che risultano <strong>di</strong>smesse o abbandonante è una<br />
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scelta sbagliata. Aggiungo io: una vera follia deregolamentativa, che non solo fa del m<strong>al</strong>e a questo territorio<br />
e <strong>al</strong>le sue comunità ma rappresenta una smentita clamorosa della stessa politica della Lega sul piano della<br />
gestione urbanistica». «Abbiamo un piano <strong>di</strong> buon senso – continua G<strong>al</strong>zignato – che non può essere<br />
stravolto per accon<strong>di</strong>scendere i poteri forti. Muraro ha già tentato due volte <strong>di</strong> forzare la mano: prima<br />
inventandosi due deroghe che nel Ptcp non ci sono, poi provando la strada del voto irregolare in consiglio<br />
provinci<strong>al</strong>e. Adesso il presidente della Provincia ci <strong>di</strong>ca se continua a rispondere agli interessi pubblici dei<br />
trevigiani o cosa lo leghi ai progetti <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e e Barcon». «Chi governa non può farsi abbagliare da questi<br />
imponenti progetti ma deve, responsabilmente, tracciare la rotta per uno sviluppo sostenibile che non<br />
<strong>di</strong>strugga <strong>al</strong>tro territorio e che porti nuova occupazione». Lo ha detto Paolino Barbiero dopo l’incontro tenuto<br />
ieri con Gianna G<strong>al</strong>zignato. I sindacati vedono nel derogare <strong>al</strong> Ptcp «l’ab<strong>di</strong>care della politica <strong>di</strong> fronte a scelte<br />
strategiche per il futuro del territorio che mettono <strong>al</strong> primo posto gli affari dei privati». Oggi, intanto, è previsto<br />
l’incontro con Fabio Chies, coor<strong>di</strong>natore provinci<strong>al</strong>e del Pdl.<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
23 marzo 2012<br />
IKEA E MEGA MACELLO<br />
La Cgil fa il giro dei partiti: l’Udc riba<strong>di</strong>sce il suo no<br />
TREVISO - (mf) Partite le consultazioni delle associazioni <strong>di</strong> categoria e dei sindacati con i gruppi politici del<br />
Sant’Artemio per chiedere <strong>di</strong> bloccare sul nascere i due mega inse<strong>di</strong>amenti industri<strong>al</strong>i proposti da Ikea a<br />
Cas<strong>al</strong>e e da Colomberotto-RotoCart a Barcon <strong>di</strong> Vedelago.<br />
Nel primo incontro tenutosi martedì l’Udc, attraverso la segretaria provinci<strong>al</strong>e Gianna G<strong>al</strong>zignato, ha riba<strong>di</strong>to<br />
la propria contrarietà ai progetti. «L’Udc ha detto <strong>di</strong> no <strong>al</strong>le mo<strong>di</strong>fiche del Piano urbanistico della Marca -<br />
sottolinea Paolino Barbiero, segretario della Cgil - ora tocca agli <strong>al</strong>tri partiti».<br />
Già ieri, però, Giacomo Vendrame, segretario della Ni<strong>di</strong>l-Cgil, ha dovuto misurarsi con i <strong>di</strong>stinguo del Pdl. E<br />
<strong>al</strong>l’appello manca ancora il Pd e, soprattutto, la Lega. «Chi governa la smetta <strong>di</strong> essere miope e <strong>di</strong> inseguire<br />
chimere - chiude Barbiero - invece <strong>di</strong> sfruttare terreno agricolo si imbocchi la strada della riqu<strong>al</strong>ificazione».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
22 marzo 2012<br />
«Così si saccheggia il territorio»<br />
Marco Tamaro (Fondazione Benetton): con Ikea e Barcon, è «uno sterminio <strong>di</strong> campi»<br />
IL PAESAGGIO FERITO»DOPO VENETO GREEN CITY, LA TORRE PIERRE CARDIN<br />
«L’Ikea a Cas<strong>al</strong>e e il polo industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon sono due casi emblematici <strong>di</strong> consumo sbagliato del territorio, con<br />
il ricatto dell’occupazione». Marco Tamaro è <strong>di</strong>rettore della Fondazione Benetton stu<strong>di</strong> e ricerche, che recentemente<br />
ha ospitato, su questi temi, S<strong>al</strong>vatore Settis e Gian Antonio Stella. «Dove stiamo andando? Qu<strong>al</strong>e territorio stiamo<br />
lasciando ai nostri figli? Sono domande che sento echeggiare da un’opinione pubblica sempre più sensibile. La<br />
politica, purtroppo, appare sorda e cieca». Tamaro <strong>di</strong>fende invece il progetto <strong>di</strong> Pierre Car<strong>di</strong>n <strong>di</strong> P<strong>al</strong>ais Lumiere a<br />
Porto Marghera: «Almeno in questo caso si tratta <strong>di</strong> ri-uso del territorio, perchè siamo dentro a un contesto post<br />
industri<strong>al</strong>e. Forse manca una visione gener<strong>al</strong>e <strong>di</strong> cosa si vuol fare dopo Porto Marghera». Preoccupa, invece, il<br />
grim<strong>al</strong>dello normativo usato per velocizzare l’approvazione <strong>di</strong> questi progetti, destinati come sempre ad accendere<br />
polemiche e a partorire comitati popolari. E’ l’articolo 32 della legge region<strong>al</strong>e 35 del 29.11.2001, che deroga a<br />
tutte le procedure urbanistiche purchè il progetto sia <strong>di</strong>chiarato «<strong>di</strong> interesse region<strong>al</strong>e». E’ la procedura usata per<br />
la torre del «trevigiano» <strong>di</strong> Sant’Andrea <strong>di</strong> Barbarana (dove è nato nel 1922) Pierre Car<strong>di</strong>n:244 metri <strong>di</strong> <strong>al</strong>tezza<br />
circondata da 115 mila metri quadrati <strong>di</strong> aree commerci<strong>al</strong>i, 35 mila metri <strong>di</strong> residenze, 25 mila <strong>di</strong> <strong>al</strong>berghi a Porto<br />
Marghera. Costo:1,5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro. Promessi settemila posti <strong>di</strong> lavoro. E’ la stessa usata per Veneto Green City,<br />
tra i Comuni <strong>di</strong> Pianiga e Dolo, <strong>di</strong> cui un terzo proprietà del trevigiano Gruppo Basso: 1,8 milioni <strong>di</strong> metri cubi su<br />
più <strong>di</strong> un milione <strong>di</strong> metri quadrati per un polo terziario <strong>di</strong> innovazione. Costo previsto: 2 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro. Altri<br />
settemila posti <strong>di</strong> lavoro. Identica procedura attesa per il polo industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon:un milione <strong>di</strong> metri quadrati<br />
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<strong>di</strong> nuova area industri<strong>al</strong>eper re<strong>al</strong>izzare il macello più grande d’Europa e la cartiera più importante d’It<strong>al</strong>ia, capaci<br />
<strong>di</strong> lavorare 232 tonnellate <strong>di</strong> carne <strong>al</strong> giorno e 450 tonnellaate <strong>di</strong> carta igienica <strong>al</strong> giorno. Promessi 300 milioni <strong>di</strong><br />
investimenti e 600 posti <strong>di</strong> lavoro. E, infine, stessa procedura per il parco commerci<strong>al</strong>e dell’Ikea a Cas<strong>al</strong>e: un’area<br />
<strong>di</strong> 420 mila metri quadrati <strong>al</strong>l’entrata <strong>di</strong> Preganziol del Passante <strong>di</strong> Mestre, 200 milioni <strong>di</strong> investimento e 1300<br />
posti <strong>di</strong> lavoro garantiti. «Vedo una politica debole <strong>di</strong> fronte agli interessi privati – aggiunge Tamaro –. E questo<br />
sp<strong>al</strong>anca le porte <strong>al</strong>la speculazione. Sull’Ikea e Barcon siamo ad<strong>di</strong>rittura <strong>al</strong>l’insipienza, con la Provincia che si<br />
impegna a cambiare il Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento per far spazio a queste due <strong>di</strong>scutibili operazioni. Io<br />
credo che il limite sia stato raggiunto: siamo <strong>al</strong>lo sterminio dei campi, per <strong>di</strong>rla con Andrea Zanzotto».<br />
Caos in Provincia: è nullo il voto sul nuovo Ptcp<br />
Colpo <strong>di</strong> scena in Provincia dopo il voto dell’or<strong>di</strong>ne del giorno – presentato dai capigruppo Pdl e Lega – che<br />
mo<strong>di</strong>fica le linee guida del Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento. Un documento che, <strong>di</strong> fatto, apriva le porte ai<br />
due mega progetti industri<strong>al</strong>i <strong>di</strong> Barcon e Ikea. Approvato con 13 favorevoli, 11 contrari e 2 astenuti, ora, dopo<br />
due giorni, il Sant’Artemio è costretto a fare marcia in<strong>di</strong>etro. E per un problema <strong>di</strong> regolamento. Ad<br />
accorgersene è stato il consigliere <strong>di</strong> Sel Luigi Amendola. Secondo l’articolo 42 dello statuto provinci<strong>al</strong>e infatti<br />
le deliberazioni sono approvate a maggioranza dei presenti. Ebbene, lunedì in s<strong>al</strong>a consigliare erano 26 i<br />
votanti e i voti favorevoli solo 13: la metà. La votazione quin<strong>di</strong> è “infruttuosa”, ossia è come se non fosse<br />
mai avvenuta. Nessuno si è posto il problema <strong>al</strong> momento. Nemmeno il segretario Luigi De Martin. Il<br />
presidente del consiglio Fulvio Pettenà ha proclamato la votazione. Senza l’intuito <strong>di</strong> Sel, l’or<strong>di</strong>ne sarebbe<br />
quin<strong>di</strong> passato in barba <strong>al</strong>le regole. «E’ uno schiaffo importante <strong>al</strong>la volontà derogatoria della giunta, veicolata<br />
dai capigruppo <strong>di</strong> maggioranza, che serviva solo a delegare Muraro a <strong>di</strong>re un sì con<strong>di</strong>zionato ai progetti <strong>di</strong><br />
Ikea e Barcon – spiega Amendola - A questo punto la maggioranza non faccia forzature e prenda atto che<br />
non c’è il consenso neanche tra le proprie fila, nonostante qu<strong>al</strong>che ambiguità e qu<strong>al</strong>che tentativo <strong>di</strong> aiuto da<br />
parte della minoranza».<br />
«Barcon, la Lega ci ruba la nostra terra»<br />
L’in<strong>di</strong>gnazione <strong>di</strong> Primavera Civica e del comitato civico: inascoltate le istanze della gente, campagna svenduta<br />
VEDELAGO «La Lega Nord con un colpo <strong>di</strong> mano ci ruba la terra». Bufera sul Carroccio dopo il sì del consiglio<br />
provinci<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la «deroga» <strong>al</strong> Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>mento Provinci<strong>al</strong>e che apre la strada <strong>al</strong>l’area industri<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> Barcon. Maggioranza contestata ieri per un problema <strong>di</strong> regolamento. Infuriata Primavera Civica che d<strong>al</strong><br />
proprio blog tuona contro il Carroccio. «Si è rotto il Ptcp, approvato da tutti nel 2010, il qu<strong>al</strong>e serve per<br />
coor<strong>di</strong>nare lo sviluppo della Marca – osserva Fiorenza Morao capogruppo <strong>di</strong> Primavera Civica – viene data<br />
delega <strong>al</strong> presidente Leonardo Muraro ed ai suoi uffici <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re i progetti e prendere accor<strong>di</strong> con<br />
Colomberotto. La Lega che si riempie la bocca <strong>di</strong> s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente, <strong>di</strong> tutela del territorio, <strong>di</strong> sviluppo<br />
sostenibile, ha trovato un modo elegante per svendere la campagna <strong>di</strong> Barcon. Ci stanno strozzando<br />
lentamente, ma non con una ruvida fune bensì con una sciarpa <strong>di</strong> seta firmata. La Lega non bada <strong>al</strong> benessere<br />
<strong>di</strong> tutti i citta<strong>di</strong>ni, ma <strong>al</strong> ben-avere <strong>di</strong> pochi, anzi due o tre. La Lega del “paroni a casa nostra” si è<br />
<strong>di</strong>mostrata “parona <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>re ai <strong>di</strong>ktat <strong>di</strong> partito” o <strong>al</strong> <strong>di</strong>ktat del “<strong>di</strong>o denaro” ignorando le opinioni della sua<br />
base che si è espressa nei comitati e nelle 12 associazioni <strong>di</strong> categoria della provincia <strong>di</strong> Treviso che hanno<br />
fatto proposte concrete e <strong>al</strong>ternative <strong>al</strong>la <strong>di</strong>struzione dell’unico bene non riproducibile: la terra. I consiglieri<br />
provinci<strong>al</strong>i <strong>di</strong> maggioranza abbiano il coraggio <strong>di</strong> prendersi le loro responsabilità». La deroga è stata approvata<br />
con voti favorevoli della sola maggioranza in Provincia. Il progetto prevede la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un mega centro<br />
industri<strong>al</strong>e su <strong>di</strong> una superficie <strong>di</strong> quasi 90 ettari (180 campi trevigiani) nelle campagne <strong>di</strong> Barcon. Si vuole<br />
re<strong>al</strong>izzare un centro per la macellazione della carne, una cartiera e un farmer market. L’area è attu<strong>al</strong>mente<br />
agricola e il Ptcp prevedeva rimanesse t<strong>al</strong>e. Con un colpo <strong>di</strong> mano la Lega e il Pdl hanno trovato l’escamotage<br />
tecnico per dare mandato a Muraro per trattare con i privati e quin<strong>di</strong> per andare in deroga <strong>al</strong> piano. La Provincia<br />
<strong>di</strong> fatto ha detto sì. Ora si attende un pronunciamento della Regione. Zaia non ha ancora preso posizione<br />
apertamente sul progetto. Nella tuttavia ci sono voci contrarie a Barcon, tra cui quella del consigliere region<strong>al</strong>e<br />
Luca Baggio, ex sindaco <strong>di</strong> Riese, presidente della commissione region<strong>al</strong>e attività produttive. Sul progetto<br />
per<strong>al</strong>tro anche la giunta vedelaghese è spaccata. Il sindaco Paolo Quaggiotto ne è il primo promotore politico,<br />
la componente Pdl invece ha manifestato più volte dubbi e perplessità.<br />
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Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
22 marzo 2012<br />
GRANDI INSEDIAMENTI<br />
In Provincia il conto non torna: insufficienti i 13 sì sulle linee guida<br />
TREVISO - (mf) Contror<strong>di</strong>ne. Nel consiglio provinci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> lunedì non c’è stato <strong>al</strong>cun via libera per i progetti <strong>di</strong><br />
Ikea a Cas<strong>al</strong>e sul Sile e <strong>di</strong> Colomberotto-RotoCart a Barcon <strong>di</strong> Vedelago. I consensi raccolti d<strong>al</strong>le linee guida<br />
per c<strong>al</strong>are i due mega inse<strong>di</strong>amenti industri<strong>al</strong>i nel Piano urbanistico della Marca, con Muraro assente e<br />
impegnato in un faccia a faccia <strong>di</strong> partito con Da Re a Istrana, sono stati troppo risicati. «I favorevoli sono stati<br />
13, i contrari 11 e gli astenuti 2 (Bonesso del Pdl e Battaglion del Pd, mentre il leghista Prosdocimo non ha<br />
preso parte <strong>al</strong> voto, ndr) - fanno i conti Luca De Marco e Luigi Amendola (Sel) - . Dunque sui 26 votanti la<br />
maggioranza richiesta era <strong>di</strong> 14 voti. Ma questa non è stata raggiunta e <strong>di</strong> conseguenza le linee guida non<br />
sono state approvate». Tutto da rifare insomma. Al Sant’Artemio, infatti, funziona come <strong>al</strong> Senato: l’astensione<br />
equiv<strong>al</strong>e <strong>al</strong> voto contrario. Per il centrodestra basterà ripresentare lo stesso documento nel prossimo consiglio?<br />
Form<strong>al</strong>mente sì. Ma le lacerazioni ora sono <strong>al</strong>la luce del sole visto che è stato rispe<strong>di</strong>to <strong>al</strong> mittente un testo<br />
scritto dai capigruppo <strong>di</strong> Lega e Pdl. «È un importante schiaffo <strong>al</strong>la volontà derogatoria della giunta che serviva<br />
solo a delegare Muraro a <strong>di</strong>re un sì con<strong>di</strong>zionato ai due progetti - è l’affondo <strong>di</strong> Sel - . A questo punto la<br />
maggioranza non faccia forzature e prenda atto che non c’è il consenso neanche tra le proprie fila nonostante<br />
qu<strong>al</strong>che tentativo <strong>di</strong> aiuto da parte della minoranza».<br />
IL CASO PEDEMONTANA<br />
Puppato: «Casello <strong>di</strong> Barcon, la fine <strong>di</strong> San Gaetano»<br />
MONTEBELLUNA - (L.Bon) «Il casello <strong>di</strong> Barcon sarà la fine per San Gaetano». È uno dei concetti espressi d<strong>al</strong><br />
consigliere comun<strong>al</strong>e e region<strong>al</strong>e Laura Puppato sulla questione Pedemontana. «Qu<strong>al</strong>ora venisse re<strong>al</strong>izzata<br />
-afferma l’ex sindaco- sarebbe un dramma per Montebelluna non aver proseguito nell’iter della re<strong>al</strong>izzazione<br />
<strong>di</strong> un’opera cantierabile (la tangenzi<strong>al</strong>e, ndr); ci troveremo con una viabilità ancora più appesantita da<br />
un’autostrada che getterà <strong>di</strong>rettamente, senza filtri, nelle strade comun<strong>al</strong>i un traffico aggiuntivo». Peggio, a<br />
suo <strong>di</strong>re, andrà con il casello a Barcon: «Per San Gaetano potrebbe essere la fine dei progetti <strong>di</strong> vita <strong>di</strong><br />
quartiere». La Puppato insiste sulla volontà <strong>di</strong> non dare risposte ai tanti interrogativi: «Ad oggi nessun<br />
documento, d<strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e si desuma a qu<strong>al</strong>i con<strong>di</strong>zioni e con che costi si costruisce, è uscito da Veneto Strade».<br />
Nel caso <strong>di</strong> Montebelluna,infine, «la questione è ancor più grave a causa della <strong>di</strong>sastrosa scelta del sindaco<br />
Favero <strong>di</strong> eludere il tema circonv<strong>al</strong>lazione e <strong>di</strong> puntare tutto su un sottopasso».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
21 marzo 2012<br />
LETTERA A VARDANEGA DICA NO A BARCON<br />
<strong>di</strong> RENZO SECCO<br />
L’INTERVENTO<br />
È miope oltre che egoistica la posizione assunta da Unindustria Treviso che av<strong>al</strong>la una nuova operazione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> territorio e <strong>di</strong> ambiente<br />
Con la mia famiglia sono stato membro dell’associazione fra gli industri<strong>al</strong>i della nostra provincia d<strong>al</strong> primo<br />
dopoguerra per molti decenni; ho ricoperto cariche rappresentative non solo a livello provinci<strong>al</strong>e, ma anche<br />
region<strong>al</strong>e e nazion<strong>al</strong>e. Non sono sempre stato in sintonia con le linee <strong>di</strong> politica industri<strong>al</strong>e propugnate<br />
d<strong>al</strong>l’associazione, ma ho sempre accettato le risoluzioni che risultavano confacenti agli interessi<br />
dell’impren<strong>di</strong>toria trevigiana e <strong>al</strong>lo sviluppo economico in gener<strong>al</strong>e. Finora però non mi era mai successo <strong>di</strong><br />
trovarmi così in <strong>di</strong>saccordo e grave imbarazzo come ora quando vedo che la categoria, per la miope,<br />
contrad<strong>di</strong>toria ed egoistica <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> una parte degli associati si erge a <strong>di</strong>fesa, se non ad<strong>di</strong>rittura promotrice,<br />
<strong>di</strong> azioni che creerebbero gravissimo nocumento <strong>al</strong>la collettività ed <strong>al</strong> territorio. E’ miope infatti la posizione<br />
sottoscritta d<strong>al</strong> presidente Alessandro Vardanega quando non partecipa <strong>al</strong> coro, ormai unanime delle <strong>al</strong>tre<br />
organizzazioni impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>i e profession<strong>al</strong>i, che fin<strong>al</strong>mente ed opportunamente si rifiutano <strong>di</strong> continuare<br />
nella <strong>di</strong>ssennata <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> territorio e d’ambiente, costruendo nuovi inse<strong>di</strong>amenti come quello progettato<br />
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per Barcon. Mi chiedo perché Unindustria non vede che centinaia <strong>di</strong> zone industri<strong>al</strong>i nella nostra provincia<br />
sono <strong>di</strong>ventate siti semideserti. Molti <strong>di</strong> questi ad<strong>di</strong>rittura ancora nuovi, perché anche nelle aree industri<strong>al</strong>i<br />
negli anni scorsi si è sviluppata la speculazione e<strong>di</strong>lizia e si è continuato a costruire senza che ci fosse la<br />
domanda. Quanti industri<strong>al</strong>i nell’e<strong>di</strong>ficare il proprio stabilimento hanno costruito il doppio <strong>di</strong> quello che serviva<br />
con la speranza <strong>di</strong> poter vendere o affittare il surplus ad <strong>al</strong>tre attività. E per far questo si sono indebitati. Nel<br />
2005 il presidente Tomat presentando il pregevole stu<strong>di</strong>o promosso da Unindustria e Provincia sulle “Linee<br />
guida per gli interventi nelle aree produttive” scriveva che si doveva puntare “ad elevare la qu<strong>al</strong>ità delle nostre<br />
aree produttive, misurandoci con il pregio architettonico degli e<strong>di</strong>fici, l’impatto sul paesaggio e sulla natura,<br />
ma anche con l’accessibilità <strong>al</strong>le reti <strong>di</strong> comunicazione, <strong>al</strong>le infrastrutture e ai servizi”. Riba<strong>di</strong>va nel 2008 in<br />
occasione del workshop internazion<strong>al</strong>e “Urban Industri<strong>al</strong>” tenutosi a Conegliano che “un ciclo brillantemente<br />
iniziatosi trent’anni fa è terminato in<strong>di</strong>viduando che tra i fattori <strong>di</strong> base <strong>di</strong> quella stagione che ha visto il decollo<br />
industri<strong>al</strong>e della nostra provincia… c’erano sicuramente ambiente e territorio che hanno rappresentato un<br />
insostituibile elemento <strong>di</strong> vantaggio competitivo” concludendo che “quelle con<strong>di</strong>zioni e motivazioni si sono<br />
esaurite con la progressiva occupazione degli spazi”. Sempre nel medesimo stu<strong>di</strong>o quando si presenta il<br />
paesaggio industri<strong>al</strong>e contemporaneo della Provincia <strong>di</strong> Treviso si afferma che: “Una cosa è certa: la pervasività<br />
dell’e<strong>di</strong>ficio industri<strong>al</strong>e generico (gli americani li chiamano shoe box, scatola <strong>di</strong> scarpe) può essere riconosciuta<br />
come una delle cause del degrado del paesaggio”. Lo stu<strong>di</strong>o va anche più nel dettaglio v<strong>al</strong>utando possibili<br />
soluzioni per il recupero del paesaggio industri<strong>al</strong>e così degradato d<strong>al</strong>le “shoe box” come <strong>al</strong>ternativa forse<br />
obbligata <strong>al</strong>la demolizione certamente molto costosa. Per il futuro detto stu<strong>di</strong>o in<strong>di</strong>ca come debba cessare<br />
la costruzione con le tipologie <strong>fino</strong>ra utilizzate per far luogo a strutture smontabili, trasportabili, esten<strong>di</strong>bili,<br />
modulabili a seconda delle esigenze delle aziende e dell’andamento del mercato. Strutture in acciaio ad<br />
esempio piuttosto che invasivi scheletri in c<strong>al</strong>cestruzzo. Sono concetti ampiamenti con<strong>di</strong>visibili e come t<strong>al</strong>i<br />
sono stati sottoscritti nel 2008 d<strong>al</strong> Presidente Muraro e Tomat assieme. Ma <strong>al</strong>lora d<strong>al</strong> 2008 <strong>al</strong> 2012 cosa è<br />
cambiato? Sul cambiamento <strong>di</strong> idea da parte del politico leghista si può <strong>di</strong>re che in questi ultimi tempi ci<br />
siamo abituati a vedere un continuum <strong>di</strong> s<strong>al</strong>ti <strong>di</strong> corsia, anche se <strong>al</strong>tri leghisti la pensano in modo opposto.<br />
Per la “mia” Unindustria qu<strong>al</strong>che m<strong>al</strong><strong>al</strong>ingua insinua che Tomat produce scarpe e Vardanega coppi e mattoni.<br />
Ma non voglio cadere in queste volgari provocazioni e chiedo che vengano pubblicamente <strong>di</strong>chiarate le ragioni<br />
per le qu<strong>al</strong>i il presidente Vardanega rifiuta <strong>di</strong> associarsi <strong>al</strong> coro degli <strong>al</strong>tri operatori economici sull’argomento.<br />
Sì sofferto a Ikea e Barcon<br />
La Provincia cambierà il Ptcp. Muraro si s<strong>al</strong>va grazie a Battaglion e Bonesso<br />
Via libera in Provincia <strong>al</strong>la mo<strong>di</strong>fica del piano urbanistico provinci<strong>al</strong>e. Di fatto, un primo passo per consentire<br />
ai due mega poli industri<strong>al</strong>i <strong>di</strong> Barcon <strong>di</strong> Vedelago e <strong>di</strong> Ikea a Cas<strong>al</strong>e <strong>di</strong> approdare nella Marca. Il voto è<br />
avvenuto lunedì, in una animatissima seduta del consiglio provinci<strong>al</strong>e. Presenti fra il pubblico ambient<strong>al</strong>isti,<br />
rappresentanti <strong>di</strong> Lav e del comitato contro Barcon. Ma è stato il <strong>di</strong>battito dagli “scranni” dei consiglieri a<br />
infuocare la seduta. Al voto del Sant’Artemio le linee guida - scritte dai capogruppo della Lega Giorgio Granello<br />
e del Pdl Roberto Fava – che definiscono i criteri per consentire <strong>al</strong> presidente della Provincia <strong>di</strong> andare a<br />
trattativa con i proponenti dei progetti industri<strong>al</strong>i (v<strong>al</strong>utando i benefici pubblici <strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti) e <strong>di</strong><br />
derogare <strong>al</strong> Ptcp, il Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e. Piano che, così com’è stato elaborato nel<br />
penultimo mandato amministrativo del presidente Muraro, impe<strong>di</strong>sce nuove cementificazioni in provincia,<br />
consentendo l’inserimento delle nuove aree produttive solo in zone <strong>di</strong>smesse. Per mo<strong>di</strong>ficarlo serve una<br />
deroga <strong>al</strong> piano. Da qui l’or<strong>di</strong>ne del giorno approvato fra m<strong>al</strong>umori e <strong>di</strong>stinguo (in primis quelle del leghista<br />
Marco Prosdocimo, ex assessore <strong>al</strong>l’Aricoltura, e Franco Conte, ex assessore <strong>al</strong>l’Urbanistica e “padre” del Ptcp)<br />
da 13 consiglieri della maggioranza Lega e Pdl, con l’astensione del pi<strong>di</strong>ellino Franco Bonesso e il voto<br />
contrario <strong>di</strong> Mario Gabrielli (Pdl). A una maggioranza a <strong>di</strong>r poco scomposta, ha fatto da contr<strong>al</strong>tare il voto<br />
contrario <strong>di</strong> 11 consiglieri delle minoranze, che però hanno dovuto fare i conti con l’astensione del consigliere<br />
del Pd e sindaco <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e Bruna Battaglion. Assente, proprio nel corso della <strong>di</strong>scussione, Muraro, uscito poco<br />
prima del punto e rientrato poco dopo, con <strong>di</strong>sappunto del capogruppo del Pd Floriana Casellato che ha<br />
definito “vergognoso” il comportamento. Pesanti le accuse del consigliere <strong>di</strong> Sel Luigi Amendola. E non solo<br />
<strong>al</strong>la maggioranza, ma anche <strong>al</strong> Pd. «La maggioranza intende cambiare il Ptcp entrato in vigore solo un anno<br />
fa, e fissa dei criteri che chiunque ora potrà invocare per pretendere l’assenso su proposte che ad oggi<br />
sarebbero invece contrarie <strong>al</strong> Piano – <strong>di</strong>ce - Oggi è stato fatto il patatrac e <strong>di</strong>spiace constatare che bastava<br />
che i due consiglieri e sindaci Battaglion del Pd e Bonesso del Pdl, anziché astenersi avessero votato contro<br />
la pessima proposta <strong>di</strong> stravolgimento del Ptcp, questa sarebbe stata bocciata».<br />
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Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
20 marzo 2012<br />
TREVISO - «Questa <strong>al</strong>tro non è che una porta definitivamente aperta per i progetti <strong>di</strong> Ikea a Cas<strong>al</strong>e sul Sile e<br />
<strong>di</strong> Colomberotto e Roto-Cart a Barcon <strong>di</strong> Vedelago». Così Gianluca Maschera, capogruppo dell’Idv, bolla il via<br />
libera (13 voti a 11) dato d<strong>al</strong>la maggioranza nel consiglio provinci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> ieri sera <strong>al</strong>le linee guida, scritte dai<br />
capogruppo <strong>di</strong> Lega e Pdl, che definiscono i criteri per c<strong>al</strong>are nel piano urbanistico della Marca i due mega<br />
inse<strong>di</strong>amenti industri<strong>al</strong>i. E tutta l’opposizione è sulla stessa lunghezza d’onda. Quel che è certo è che ieri il<br />
centrodestra, con i pur pesantissimi <strong>di</strong>stinguo del leghista Marco Prosdocimo (ex assessore <strong>al</strong>l’Agricoltura) e<br />
dei pi<strong>di</strong>ellini Mario Gabrielli e Franco Conte (ex assessore <strong>al</strong>l’Urbanistica) ha aperto le porte a una <strong>di</strong>scussione<br />
approfon<strong>di</strong>ta tanto con il colosso del mobile tanto con le <strong>di</strong>tte che vedono Barcon come sede ide<strong>al</strong>e del<br />
macello e della cartiera. Come? Dando mandato a Muraro, presidente e assessore <strong>al</strong>l’Urbanistica (ieri però<br />
assente) <strong>di</strong> soppesare le proposte con (più <strong>di</strong>) un occhio <strong>di</strong> riguardo <strong>al</strong>la possibilità <strong>di</strong> creare nella Marca nuovi<br />
posti <strong>di</strong> lavoro. La questione, insomma, potrebbe arrivare a una sorta <strong>di</strong> asta <strong>al</strong> ri<strong>al</strong>zo del beneficio pubblico.<br />
«All’estero gli impren<strong>di</strong>tori seguono i piani - sbotta Maschera - qui invece vengono a comperare terreni e poi<br />
a chiedere <strong>di</strong> trasformarli». «Come si farà poi a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no ad <strong>al</strong>tri? Sarebbe la fine - inc<strong>al</strong>za Fiorenzo Silvestri<br />
(Udc) - fermiamo i ricatti e blocchiamo le deroghe <strong>al</strong> nostro piano urbanistico». «Perché dobbiamo sempre<br />
andare avanti a deroghe?», chiede Amendola (Sel). Sulla stessa lunghezza d’onda il Pd. Con l’astensione <strong>di</strong><br />
Bruna Battaglion, sindaco <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e che d<strong>al</strong> suo municipio ha benedetto il progetto Ikea. «Vergognoso che<br />
Muraro abbia s<strong>al</strong>tato questa <strong>di</strong>scussione», sbuffa la Casellato. Il centrodestra, comunque, va avanti. «Non è<br />
un via libera - taglia corto Granello, capogruppo della Lega - si dà solamente la possibilità a Muraro <strong>di</strong> parlare<br />
con i proponenti del progetto». E, si sa, una ciarla tira l’<strong>al</strong>tra.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
17 marzo 2012<br />
PEDEMONTANA VENETA<br />
TREVISO «Vincolare l’e<strong>di</strong>ficazione nelle aree <strong>di</strong> casello non significa, automaticamente, neutr<strong>al</strong>izzare il rischio<br />
<strong>di</strong> crescita <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata nel territorio pedemontano». Paolo Feltrin e Sergio Maset hanno stu<strong>di</strong>ato, per conto<br />
<strong>di</strong> Confartigianato Vicenza e AsoloMontebelluna, gli effetti della Superstrada Pedemontana Veneto sul<br />
territorio delle province <strong>di</strong> Treviso e Vicenza. E lanciano attraverso questo stu<strong>di</strong>o un richiamo preciso <strong>al</strong>la<br />
politica, che governa il territorio, sui rischi <strong>di</strong> una nuova colata <strong>di</strong> cemento su quel che resta della pianura<br />
veneta. Un <strong>al</strong>larme preciso, circostanziato, che fa riferimento <strong>al</strong>la norma region<strong>al</strong>e che detta come «le aree<br />
afferenti ai caselli autostrad<strong>al</strong>i, agli accessi <strong>al</strong>la rete primaria ed <strong>al</strong> SFMR per un raggio <strong>di</strong> 2 chilometri d<strong>al</strong>la<br />
barriera strad<strong>al</strong>e sono da ritenersi aree strategiche» e «sono da pianificare sulla base <strong>di</strong> appositi progetti<br />
strategici region<strong>al</strong>i». Non basta «congelare» i due chilometri dai caselli per risparmiare <strong>al</strong> Veneto una nuova<br />
ferita come quella causata d<strong>al</strong>la legge Tremonti nel 2001 –sostengono i due stu<strong>di</strong>osi – ma bisogna fare <strong>di</strong><br />
più, per una semplice ragione: «Non è eccessivo ipotizzare, in un’ipotesi <strong>di</strong> sviluppo e<strong>di</strong>ficatorio non governato,<br />
dapprima la formazione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> addendamento attorno a ciascun casello e successivamente, in un orizzonte<br />
tempor<strong>al</strong>e non troppo prolungato, la loro s<strong>al</strong>datura con la formazione <strong>di</strong> una fascia inse<strong>di</strong>ativa continua lungo<br />
tutto il tracciato della Pedemontana». C<strong>al</strong>colando che la nuova Superstrada Pedemontana Veneta, i cui lavori<br />
sono partiti lo scorso 10 novembre e si concluderanno entro il luglio 2016, è lunga 94,5 chilometri, significa<br />
avere una striscia d’asf<strong>al</strong>to costeggiata da una <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata quinta scenica <strong>di</strong> nuovi capanonni. Un’eventu<strong>al</strong>ità<br />
da scongiurare, visto che nella sola provincia <strong>di</strong> Treviso ci sono già 1.077 aree industri<strong>al</strong>i in 95 comuni e che<br />
<strong>di</strong>sponendo per lungo tutti i capannoni esistenti ne viene fuori un serpentone lungo da Treviso a Reggio<br />
C<strong>al</strong>abria. Insomma, il rischio esiste ed è abbastanza concreto: del resto, il braccio <strong>di</strong> ferro sul nuovo polo<br />
industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon è emblematico, con due industrie che vogliono re<strong>al</strong>izzare quasi un milione <strong>di</strong> metri<br />
quadri <strong>di</strong> nuove aree industri<strong>al</strong>i in cambio della re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un nuovo casello. «Uno scand<strong>al</strong>o – tuona la<br />
capogruppo del Pd in consiglio region<strong>al</strong>e, Laura Puppato – perchè quel casello serve in re<strong>al</strong>tà <strong>al</strong>le industrie<br />
stesse e non può essere c<strong>al</strong>colato come contropartita <strong>al</strong>la comunità ma solo come opera accessoria <strong>al</strong>le<br />
attività richiedenti». Quella dei «due chilometri» è una norma sbagliata anche per Legambiente, che denuncia<br />
come in questo modo venga scippato il governo del territorio agli enti loc<strong>al</strong>i (e dunque <strong>al</strong>le comunità civili),<br />
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con la Regione che avoca a sè l’ultima parola. Paolo Feltrin e Sergio Maset (Tolomeo stu<strong>di</strong> e ricerche)<br />
propongono un metodo concreto per evitare il nuovo <strong>di</strong>sastro: «Occorre definire dei criteri <strong>di</strong> gerarchizzazione<br />
attraverso i qu<strong>al</strong>i in<strong>di</strong>vidure i caselli della Pedemontana cui sarà possibile pensare come no<strong>di</strong> funzion<strong>al</strong>i». Non<br />
deve essere considerato tabù, ad esempio, pensare a dei no<strong>di</strong> strategici dove concentrare l’e<strong>di</strong>ficazione<br />
(Montebelluna Ovest? Castelgomberto? M<strong>al</strong>o?) e ad <strong>al</strong>cuni caselli «ver<strong>di</strong>» da lasciare come porta integra <strong>al</strong><br />
territorio della Pedemontana e dei suoi prodotti: d<strong>al</strong> prosecco <strong>al</strong> breganze, d<strong>al</strong> P<strong>al</strong>la<strong>di</strong>o ad Asolo. Le conclusioni<br />
<strong>di</strong> Feltrin sono trancianti (se la politica avrà orecchie per ascoltarle):«La Pedemontana genera un corridoio ad<br />
<strong>al</strong>ta accessibilità:la programmazione delle aree <strong>di</strong> addensamento va fatta tenendo conto <strong>di</strong> una logica <strong>di</strong><br />
corridoio e non <strong>di</strong> singoli punti, governando dunque il corridoio e non esclusivament i no<strong>di</strong> loc<strong>al</strong>i in<strong>di</strong>viduati<br />
dai caselli». L’auspicio è, insomma, che la Regione imponga ai comuni a pianificare insieme un Piano <strong>di</strong><br />
assetto del territorio intercomun<strong>al</strong>e. I Comuni coinvolti sono “appena” trentasei. Ci riuscirà?<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
17 marzo 2012<br />
TREVIGNANO Il contestato intervento <strong>di</strong>scusso questa mattina dopo il “no” firmato<br />
d<strong>al</strong>la maggioranza<br />
Caso Barcon, il Consiglio pronto <strong>al</strong>la guerra<br />
TREVIGNANO - Il consiglio <strong>di</strong>chiara guerra <strong>al</strong>l’area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Il contestato intervento approda oggi<br />
<strong>al</strong>le 10 in consiglio comun<strong>al</strong>e a Trevignano. Sarà infatti sottoposto <strong>al</strong>l’approvazione del consiglio un or<strong>di</strong>ne del<br />
giorno contro l’accordo <strong>di</strong> programma <strong>al</strong>la base della re<strong>al</strong>izzazione dell’opera. «Il nostro documento -spiega il<br />
sindaco Franco Bonesso- esprime netta contrarietà <strong>al</strong>l’area industri<strong>al</strong>e, essenzi<strong>al</strong>mente per due ragioni: una<br />
<strong>di</strong> carattere viario l’<strong>al</strong>tra <strong>di</strong> impatto ambient<strong>al</strong>e». Per quanto riguarda la viabilità, l’intervento inciderebbe<br />
<strong>di</strong>rettamente su Trevignano; <strong>al</strong>l’opera è inoltre collegata la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un casello della Pedemontana veneta.<br />
«Sarà l’occasione - afferma invece Fiorenza Morao, portavoce <strong>di</strong> Primavera Civica a Vedelago - per verificare<br />
se la contrarietà espressa a parole, ma non con il voto, d<strong>al</strong> sindaco Bonesso in commissione urbanistica<br />
provinci<strong>al</strong>e lo scorso 9 marzo, verrà form<strong>al</strong>izzata con una delibera <strong>di</strong> tutto il consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Trevignano».<br />
Sulla questione Primavera Civica è furiosa. «La Lega con un colpo <strong>di</strong> mano ci ruba la terra - continua - il Pdl<br />
non è d’accordo ma vota a favore: che vergogna. La Lega che si riempie la bocca <strong>di</strong> s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a<br />
dell’ambiente, <strong>di</strong> tutela del territorio, <strong>di</strong> sviluppo sostenibile, ha trovato un modo elegante per svendere la<br />
campagna <strong>di</strong> Barcon <strong>al</strong>la faccia <strong>di</strong> tutti i suoi abitanti. La Lega dei “paroni a casa nostra” si è <strong>di</strong>mostrata<br />
“parona” <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>re ai <strong>di</strong>ktat <strong>di</strong> partito, e <strong>al</strong> <strong>di</strong>ktat del <strong>di</strong>o denaro ignorando le opinioni della sua base che si<br />
è espressa nei comitati e nelle 12 associazioni <strong>di</strong> categoria che hanno fatto proposte concrete e <strong>al</strong>ternative<br />
<strong>al</strong>la <strong>di</strong>struzione dell’unico bene riproducibile: la terra».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
18 marzo 2012<br />
Strada Pedemontana, avanti tutta I sindaci: «Ora basta con i ricorsi»<br />
La Supestrada Pedemontana Veneta sarà terminata nel 2018, ricorsi permettendo. Questa l’in<strong>di</strong>cazione data<br />
da Silvano Vernizzi (in foto), il commissario per l’emergenzia viaria e padre quin<strong>di</strong> dell’opera. «Oggi (ieri per<br />
chi legge ndr) abbiamo approvato <strong>al</strong>tri due lotti esecutivi -ha detto Silvano Vernizzi- entro la fine dell’anno<br />
l’opera sarà tutta esecutiva. E, ricorsi permettendo, sarà terminata entro il 2018». Una cosa è stata precisata:<br />
i cantieri sono aperti e i lavori sono incorso <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzazione. Cantieri per ora operativi nel vicentino, dove è<br />
stato in<strong>di</strong>viduato il primo lotto da re<strong>al</strong>izzare. Una volta terminati lì, le ruspe entreranno in territorio trevigiano.<br />
La Pedemontana sarà aperta <strong>al</strong> traffico quando sarà completata. Non <strong>di</strong>venterà quin<strong>di</strong> operativa per str<strong>al</strong>ci<br />
man mano che saranno stati re<strong>al</strong>izzati dei tratti funzion<strong>al</strong>i.<br />
MONTEBELLUNA La Pedemontana Veneta è necessaria. Anche se si poteva procedere in modo meno<br />
conflittu<strong>al</strong>e. Questa la posizione dei sindaci espressa ieri nel corso del convegno della Confartigianato sulle<br />
ricadute che avrà t<strong>al</strong>e infrastruttura sul territorio. Drastico il sindaco <strong>di</strong> Montebelluna, Marzio Favero, che ha<br />
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icordato <strong>di</strong> averne sentito parlare quando lui aveva ancora 10 anni. «La Pedemontana Veneta va fatta - ha<br />
tagliato corto - va fatta contro chi continua a presentare ricorsi che non hanno ragione <strong>di</strong> essere, va fatta per<br />
ragioni ambient<strong>al</strong>i, perchè il traffico c’è già e passa in mezzo ai paesi. Certo l’ottim<strong>al</strong>e sarebbe avere <strong>al</strong>tri 200-<br />
300 metri <strong>di</strong> trincea a Selva, in ogni caso è un’infrastruttura necessaria per affrontare la trasformazione del<br />
territorio. Ci serve per rior<strong>di</strong>nare il territorio». Vicino a lui c’era anche un sindaco che <strong>di</strong> ricorsi ne ha fatti due,<br />
quello <strong>di</strong> Povegliano, Sergio Zapp<strong>al</strong>orto. «Tutti i sindaci hanno accettato la Pedemontana Veneta - ha affermatoma<br />
c’è stata <strong>di</strong>fficoltà a confrontarsi soprattutto con Veneto Strade, tanto che abbiamo dovuto procedere con<br />
due ricorsi che sono ancora in pie<strong>di</strong>. Non è accettabile che un’istituzione debba presentare dei ricorsi per poter<br />
<strong>di</strong><strong>al</strong>ogare con un’istituzione superiore. In ogni caso il <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo c’è, da parte nostra la <strong>di</strong>sponibilità ad una<br />
soluzione esiste, spero che ci sia <strong>al</strong>trettanta <strong>di</strong>sponibilità anche d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra parte». Se una frecciata il sindaco <strong>di</strong><br />
Montebelluna l’ha voluta dare agli autori dei ricorsi, un’<strong>al</strong>tra l’ha in<strong>di</strong>rizzata <strong>al</strong>la Provincia: destinatario l’assessore<br />
Contarin che aveva <strong>di</strong> fianco, a cui ha fatto notare, riferendosi ai progetti Ikea e <strong>di</strong> Barcon, che la Provincia<br />
dovrbebe rispettare il Ptcp che si è data. E Contarin? «Certo, il Ptcp va rispettato, ma se c’è la necessità va<br />
anche rivisto». In parole povere <strong>di</strong>sco verde per Barcon e Ikea. L’assessore provinci<strong>al</strong>e Contarin ha poi lanciato<br />
un avvertimento, destinataria Veneto Strade: «O quando <strong>di</strong>venta operativa la Pedemontana sono già pronte<br />
anche le opere accessorie, o sarà un <strong>di</strong>sastro, soprattutto per la zona <strong>di</strong> Fonte e <strong>di</strong> San Zenone». Perchè lì si<br />
bloccherebbe il traffico in uscita d<strong>al</strong>la Pedemontana. Pure da Vidor è arrivata la bene<strong>di</strong>zione <strong>al</strong>la Pedemontana<br />
Veneta, con una raccomandazione però: che venga fatto il nuovo ponte <strong>di</strong> Vidor. Il sindaco <strong>di</strong> Vidor ha tenuto<br />
a sottolineare la con<strong>di</strong>zione critica del comune, ma anche <strong>di</strong> Covolo e V<strong>al</strong>dobbiadene, perorando la causa del<br />
nuovo ponte a sud dei centri abitati per s<strong>al</strong>varli d<strong>al</strong> traffico e poterli v<strong>al</strong>orizzare d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista ambient<strong>al</strong>e<br />
e turistico. Pure da parte <strong>di</strong> Nico Cuni<strong>al</strong>, sindaco <strong>di</strong> Crespano è arrivato il <strong>di</strong>sco verde: «E’ l’occasione per creare<br />
una cerniera tra i territori». A chi lamentava la mancanza <strong>di</strong> un limitato confronto per quest’opera d<strong>al</strong>la storia<br />
infinita e pensa ad una Pedemontana ancora in gestazione ha provveduto a rispondere l’assessore region<strong>al</strong>e<br />
Renato Chisso: «Intanto i lavori sono partiti e non si fermeranno. È un’opera c<strong>al</strong>ata d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to, certo. perchè ad<br />
un certo punto qu<strong>al</strong>cuno deve decidere sennò tutto si impantana. Con la Pedemontana Veneta e con le <strong>al</strong>tre<br />
infrastrutture che stiamo re<strong>al</strong>izzando il Veneto avrà una rete pari a quelle della Baviera e della Cat<strong>al</strong>ogna.<br />
Questa infrastruttura poi è <strong>al</strong> servizio del territorio. Il fatto <strong>di</strong> aver previsto un casello ogni 5 chilometri anzichè<br />
ogni 20 o 30 chilometri come avviene norm<strong>al</strong>mente per le autostrade ha proprio lo scopo <strong>di</strong> renderla accessibile<br />
<strong>al</strong> territorio. Però d<strong>al</strong> 2018, quando queste opere saranno terminate e operative, basta pensare a strade, perchè<br />
non si può pensare <strong>di</strong> fare quarte, quinte corsie per adeguarsi <strong>al</strong> traffico, ma bisogna puntare sul trasporto<br />
ferroviario e re<strong>al</strong>izzare quella rete che colleghi per ferrovia il B<strong>al</strong>tico <strong>al</strong>l’Adriatico. C’è già il tratto che ci collega<br />
con Vienna attraverso il Tarvisio. Va completata la rete».<br />
Trevignano: no <strong>al</strong> polo <strong>di</strong> Barcon<br />
TREVIGNANO Tutti compatti. Il consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Trevignano, nella seduta <strong>di</strong> ieri mattina, non ha avuto<br />
ripensamenti. All’unanimità ha detto no <strong>al</strong>la nuova area agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Un no, quello <strong>di</strong> Trevignano,<br />
che si aggiunge a quello <strong>di</strong> Montebelluna e che rende sempre più vasto il fronte <strong>di</strong> chi, a vari livelli, si oppone<br />
<strong>al</strong> progetto voluto d<strong>al</strong> comune <strong>di</strong> Vedelago. Nei giorni scorsi il sindaco Bonesso aveva pre<strong>di</strong>sposto<br />
sull’argomento un or<strong>di</strong>ne del giorno, invitando i consiglieri, anche <strong>di</strong> opposizione, a presentare eventu<strong>al</strong>i<br />
richieste <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica o integrazione. Così è stato. La Lega Nord ha inviato le sue richieste, che il sindaco ha in<br />
gran parte inserito nella stesura fin<strong>al</strong>e del documento che ha poi letto in consiglio e che, con un’ulteriore<br />
integrazione proposta d<strong>al</strong>l’assessore De Piccoli, è stato votato <strong>al</strong>l’unanimità. La prima ragione con cui il consiglio<br />
ha motivato la sua scelta, è la prevista re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un casello <strong>di</strong> accesso <strong>al</strong>la Pedemontana, un’opera che<br />
contrad<strong>di</strong>ce gli accor<strong>di</strong> conclusi dai comuni interessati quando è stato approvato il progetto della Pedemontana,<br />
ma soprattutto scaricherebbe su Trevignano una mole <strong>di</strong> traffico non sopportabile d<strong>al</strong>la rete viaria comun<strong>al</strong>e.<br />
«Finché ci sarà quel casello» ha sintetizzato il sindaco «il nostro parere sarà sempre contrario». Ma, casello a<br />
parte, il consiglio ritiene che sia da respingere il progetto in sé, perché «in contrasto con tutti gli strumenti <strong>di</strong><br />
programmazione» e perché <strong>di</strong>strugge un’ampia area agricola, tra l’<strong>al</strong>tro con scarsi benefici per l’occupazione,<br />
facendo passare il messaggio che si può continuare a <strong>di</strong>struggere territorio invece <strong>di</strong> recuperare le aree già<br />
compromesse. Di qui l’invito <strong>al</strong> comune <strong>di</strong> Vedelago a «ripensare completamente» il progetto e a Provincia e<br />
Regione a «non approvare» il piano. Di qui anche la delega a sindaco e giunta «ad opporsi in modo concreto,<br />
anche ricorrendo ove necessario <strong>al</strong> Tar, per la <strong>di</strong>fesa degli interessi e dei <strong>di</strong>ritti dei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Trevignano». Una<br />
decisione convinta, insomma, per la qu<strong>al</strong>e hanno espresso pubblicamente il loro plauso e il loro ringraziamento<br />
anche <strong>al</strong>cuni rappresentanti, non <strong>di</strong> Trevignano, dell’Associazione It<strong>al</strong>ia Nostra. Non capita spesso.<br />
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Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
18 marzo 2012<br />
TREVIGNANO Il consiglio comun<strong>al</strong>e compatto sul no <strong>al</strong> polo agro-industri<strong>al</strong>e della<br />
vicina frazione<br />
«Barcon? Solo problemi»<br />
La spiegazione: «Nessun beneficio pubblico, e il casello ci porterà traffico»<br />
Un «no compatto» <strong>al</strong>l’area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Con un voto unanime e trasvers<strong>al</strong>e <strong>al</strong>le forze politiche, il Consiglio<br />
comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Trevignano ha votato ieri mattina l’or<strong>di</strong>ne del giorno contro l’area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Pure<br />
l’opposizione leghista si è unita <strong>al</strong> voto della maggioranza (Pdl e Pd), dopo l’accoglimento <strong>di</strong> <strong>al</strong>cuni emendamenti,<br />
che smussano qu<strong>al</strong>che angolo ma mantengono in<strong>al</strong>terati i i contenuti <strong>di</strong> fondo del documento in cui si esprime<br />
«netta contrarietà» <strong>al</strong> progetto. «I contenuti della proposta -si legge- come formulati, appaiono fortemente<br />
impattanti sul territorio»; d’<strong>al</strong>tro canto, «non risulta neanche bene definito e documentato un sufficiente beneficio<br />
pubblico». Inoltre «la v<strong>al</strong>utazione degli impatti deve necessariamente coinvolgere tutti i comuni limitrofi, per le<br />
indubbie ricadute che ne deriverebbero, oltre che la Provincia per la verifica <strong>di</strong> compatibilità con il Piano Territori<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinci<strong>al</strong>e mentre è mancato completamente il coinvolgimento <strong>di</strong>retto del Comune <strong>di</strong><br />
Trevignano». Sotto accusa anche «il casello aggiuntivo <strong>di</strong> Barcon, che »creerebbe <strong>di</strong>fficoltà e problematicità<br />
dovute ad un incremento <strong>di</strong> traffico non sopportabile d<strong>al</strong>le arterie comun<strong>al</strong>i che collegano Trevignano e Barcon<br />
e lo stesso <strong>di</strong>casi per le strade comun<strong>al</strong>i del comune <strong>di</strong> Montebelluna”. Si punta poi l’in<strong>di</strong>ce contro la<br />
trasformazione «<strong>di</strong> 98 Ettari <strong>di</strong> terreno agricolo (ovvero 53 ettari in una nuova ufficiosa versione del progetto)»<br />
e si evidenzia l fatto che «il rapporto fra occupati e superficie trasformata pari ad una decina <strong>di</strong> addetti per ettaro<br />
non può essere la soluzione <strong>al</strong>la tensione soci<strong>al</strong>e ed economica». Si chiede quin<strong>di</strong> <strong>al</strong> Comune <strong>di</strong> Vedelago <strong>di</strong><br />
ripensare completamente questa iniziativa, <strong>al</strong>la provincia <strong>di</strong> Treviso e <strong>al</strong>la Regione Veneto <strong>di</strong> non approvare<br />
questo piano e a in<strong>di</strong>viduare soluzioni e siti <strong>al</strong>ternativi. Per avversare il progetto il consiglio «impegna il sindaco<br />
e la Giunta a ricorrere, se necessario, anche <strong>al</strong> Tar».<br />
Fra il pubblico anche Ermes Dondoni, del Comitato “Barcon viva”. «Abbiamo visto un’amministrazione molto<br />
preoccupata e interprete delle nostre stesse preoccupazioni -<strong>di</strong>ce- È stata inoltre molto decisa sia per<br />
contenuto sia per compattezza in modo trasvers<strong>al</strong>e <strong>al</strong>le forze politiche, compresa la Lega». A questo punto,<br />
«vedendo anche l’atteggiamento contrario <strong>di</strong> Montebelluna, che ci auguriamo vari presto un documento<br />
uffici<strong>al</strong>e an<strong>al</strong>ogo, ci sembra che il nostro sindaco si stia un po’ isolando d<strong>al</strong> contesto loc<strong>al</strong>e».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
15 marzo 2012<br />
TREVIGNANO<br />
Tutti uniti contro il polo <strong>di</strong> Barcon<br />
Amministrazione e opposizione voteranno «no» sabato in Consiglio<br />
TREVIGNANO Tutti contrari. Sul progettato intervento agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, maggioranza e opposizione<br />
del consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Trevignano si <strong>di</strong>cono d’accordo: non s’ha da fare. L’or<strong>di</strong>ne del giorno che esprime<br />
contrarietà <strong>al</strong>l’intervento, pre<strong>di</strong>sposto d<strong>al</strong> sindaco Franco Bonesso, dovrebbe dunque essere approvato<br />
<strong>al</strong>l’unanimità nel consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> sabato mattina. Magari con richiesta <strong>di</strong> leggere mo<strong>di</strong>fiche da parte<br />
dell’opposizione, comunque dovrebbe essere votato da tutti. Che il sindaco Franco Bonesso e la sua<br />
maggioranza siano contrari <strong>al</strong>l’intervento <strong>di</strong> Barcon, non è una novità. «Ci opporremo come amministrazione<br />
comun<strong>al</strong>e» afferma Bonesso «e io person<strong>al</strong>mente mi opporrò anche in consiglio provinci<strong>al</strong>e quando saremo<br />
chiamati ad esprimere il nostro voto». Da questo lato, dunque, nessuna sorpresa. Qu<strong>al</strong>che dubbio, invece,<br />
poteva esserci sull’atteggiamento dei consiglieri della Lega Nord, d<strong>al</strong> momento che fra i gran<strong>di</strong> sostenitori<br />
del progetto Barcon ci sono il sindaco leghista <strong>di</strong> Vedelago e il presidente della Provincia Leonardo Muraro.<br />
Ma anche la Lega ha deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong>re no. «Chiederemo qu<strong>al</strong>che integrazione <strong>al</strong>l’or<strong>di</strong>ne del giorno proposto d<strong>al</strong><br />
sindaco, ma lo approveremo» anticipa Chiara Casarin, capogruppo leghista in consiglio comun<strong>al</strong>e. «Siamo<br />
contrari <strong>al</strong> progetto <strong>di</strong> Barcon perché esso scaricherebbe sul nostro comune una mole <strong>di</strong> traffico ingestibile.<br />
È un intervento che viene c<strong>al</strong>ato d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to, senza che ci sia stata un’intesa con i comuni limitrofi. Ogni comune<br />
può gestire come crede il suo territorio, ma non può scaricare sugli <strong>al</strong>tri gli effetti negativi delle sue scelte. È<br />
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vero che l’iter del progetto è solo <strong>al</strong>l’inizio» conclude la Casarin «ma è meglio muoversi per tempo ed esprimere<br />
la propria posizione prima che sia troppo tar<strong>di</strong>».<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
14 marzo 2012<br />
TREVISO - (mzan) Il Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e prevede due nuove gran<strong>di</strong> aree e<strong>di</strong>ficabili<br />
nella Marca. Ikea e la cordata Colomberotto- Roto cart hanno annunciato <strong>di</strong> voler re<strong>al</strong>izzare due inse<strong>di</strong>amenti<br />
nel trevigiano. Ergo: il Ptcp permette questi due nuovi poli.<br />
Ma Leonardo Muraro rigetta l’equazione. Il presidente della Provincia riba<strong>di</strong>sce che, per ora, le due zone sono<br />
state ipotizzate d<strong>al</strong>la pianificazione urbanistica solo in astratto: «Nel Ptcp è scritto che sono in<strong>di</strong>viduate due<br />
aree: una per la logistica e una per l’intermod<strong>al</strong>ità (ovvero per il trasbordo delle merci da trasporto su rotaia<br />
a gomma, ndr) - Ma non sono state geograficamente ubicate per evitare speculazioni».<br />
E soprattutto nega che la previsione possa adattarsi <strong>al</strong>le caratteristiche del macello e della cartiera progettata<br />
a Barcon <strong>di</strong> o <strong>al</strong> centro commerci<strong>al</strong>e griffato Ikea a Cas<strong>al</strong>e. «Non è possibile nessun abbinamento- precisa<br />
Muraro -. La prima <strong>di</strong> queste due strutture, infatti, è a vocazione chiaramente produttiva e dunque non ha<br />
niente a che vedere logistica ed intermod<strong>al</strong>ità. L’<strong>al</strong>tra è rivolta più ad una destinazione commerci<strong>al</strong>e ed anche<br />
in questo caso corrisponde poco».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
9 marzo 2012<br />
I CONTI DI LAURA PUPPATO<br />
«Operazione Barcon, un reg<strong>al</strong>o da 50 milioni <strong>di</strong> euro»<br />
VEDELAGO Barcon, un reg<strong>al</strong>o <strong>di</strong> 50 milioni ai privati. A denunciarlo è la capogruppo del Pd in consiglio<br />
region<strong>al</strong>e Laura Puppato che evidenzia come la perequazione offerta per il polo agroindustri<strong>al</strong>e sia irrisoria<br />
rispetto <strong>al</strong>l’intervento. «Per Barcon vengono <strong>di</strong>chiarati 15 milioni <strong>di</strong> euro <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> perequazione a fronte<br />
del cambio <strong>di</strong> destinazione d’uso da agricolo a produttivo <strong>di</strong> 88 ettari. Se un’area industri<strong>al</strong>e nel Veneto costa<br />
circa 60 ¤/mq, agli “industri<strong>al</strong>i” <strong>di</strong> Barcon costerà 10 volte meno, 5,6 ¤/mq. Invece <strong>di</strong> spendere 52.800.000<br />
euro per 88 ettari, i privati ne spenderanno solo 4.928.000». Ma per Puppato neanche le cifre della<br />
perequazione sono re<strong>al</strong>i: «La proposta <strong>di</strong> accordo <strong>di</strong> programma prevede <strong>di</strong> destinare 10 dei 15 milioni <strong>di</strong><br />
euro <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione del casello autostrad<strong>al</strong>e. Il proponente <strong>di</strong>chiara che il casello è funzion<strong>al</strong>e<br />
<strong>al</strong>l’inse<strong>di</strong>amento, quin<strong>di</strong> non serve se non c’è l’inse<strong>di</strong>amento. Se è così il casello non c’entra nulla con la<br />
perequazione/interesse pubblico. E, <strong>al</strong> netto del contributo per la re<strong>al</strong>izzazione del casello, se ne deduce che<br />
il contributo perequativo ammonta a soli 5 milioni <strong>di</strong> euro. Se le risorse per il casello non sono sufficienti, chi<br />
mette il resto? Il pubblico». La consigliera sottolinea che sia le aree industri<strong>al</strong>i <strong>di</strong>smesse o in <strong>di</strong>smissione,<br />
come le aree in prossimità dei caselli autostrad<strong>al</strong>i esistenti o programmati, sono sufficienti a fornire soluzioni<br />
adeguate <strong>al</strong>le aziende. E, a fronte della scarsità <strong>di</strong> aree per nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi, questi per essere<br />
avviati devono essere parametrati ai posti <strong>di</strong> lavoro che generano: «L’accordo <strong>di</strong> Barcon prevede l’occupazione<br />
<strong>di</strong> circa 300 lavoratori negli 300.000 mq <strong>di</strong> capannoni v<strong>al</strong>e a <strong>di</strong>re un lavoratore ogni 1000 mq».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
8 marzo 2012<br />
Serata su Barcon, arrivano i carabinieri<br />
Il sindaco <strong>di</strong>fende a spada tratta il polo agroindustri<strong>al</strong>e: «600 posti <strong>di</strong> lavoro», il <strong>di</strong>battito s’infiamma con il<br />
fronte del «no»<br />
Le contestazioni <strong>di</strong> comitati e fondazione «Solo 15 persone a favore del progetto»<br />
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Come promesso, comitati e fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> si sono fatti sentire nell’incontro in cui il sindaco ha spiegato<br />
il progetto Barcon. Dapprima volantinando fuori d<strong>al</strong> loc<strong>al</strong>e, poi intervenendo nel <strong>di</strong>battito sempre più acceso.<br />
«Se si voleva testimoniare che ci sono molti citta<strong>di</strong>ni favorevoli <strong>al</strong> polo, l’obiettivo è f<strong>al</strong>lito – <strong>di</strong>ce Ermes<br />
Dondoni, portavoce <strong>di</strong> Barcon Viva - Ci saranno state si e no 15 persone per il sì <strong>al</strong> polo. Il resto erano citta<strong>di</strong>ni<br />
che hanno aderito ai nostri comitati». Dondoni sottolinea la veemenza con cui Quaggiotto ha mostrato le<br />
sue ragioni: «Un atteggiamento <strong>di</strong>verso non sarebbe guastato: i toni aspri non aiutano il confronto». La<br />
domanda che più <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>cuno degli esponenti dei comitati anti – polo ha posto riguarda il grande<br />
schieramento <strong>di</strong> associazioni <strong>di</strong> categoria (tutte esclusa Unindustria) e <strong>di</strong> sindacati contro il progetto. «Questi<br />
soggetti – <strong>di</strong>ce un esponente del Comitato Civico Vedelago – sostengono iniziative che creano opportunità<br />
<strong>di</strong> sviluppo e <strong>di</strong> occupazione». (d.n.)<br />
VEDELAGO Chi si aspettava una serata «amichevole» con una tranquilla illustrazione del progetto del polo<br />
agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon da parte del sindaco Paolo Quaggiotto è rimasto forse deluso. Quello svoltosi<br />
martedì sera <strong>al</strong>l’ex Dama Rosa <strong>di</strong> Zapparè è stato un <strong>di</strong>battito vivace, concluso d<strong>al</strong>l’intervento del comandante<br />
dei carabinieri <strong>di</strong> Vedelago, che davanti <strong>al</strong>l’accendersi degli animi ha <strong>al</strong>zato le braccia e placato rancori con un<br />
categorico: «Mi pare che dobbiamo chiuderla qua». È finito così l’incontro promosso d<strong>al</strong> neonato comitato<br />
Vedelago Sviluppo, voce a favore del piano sostenuto d<strong>al</strong> sindaco. Alla serata si è presentato, seppure non<br />
invitato, anche il fronte del «no». Ed è stato quasi subito scontro. «Il polo <strong>di</strong> Barcon nascerà solo se ci sarà il<br />
casello della Pedemontana, che il commissario Vernizzi ha <strong>di</strong>chiarato fattibile. Non sorgerà <strong>al</strong>cuna industria<br />
inquinante, semplicemente perché non si possono fare. Basta chiacchiere, solo Regione, Provincia e Comune,<br />
ovvero gli artefici dell’accordo, hanno in mano gli elementi per parlare con cognizione <strong>di</strong> causa». Così ha<br />
aperto il <strong>di</strong>battito il sindaco Paolo Quaggiotto uscito <strong>al</strong>lo scoperto dopo mesi <strong>di</strong> proteste, durante i qu<strong>al</strong>i è<br />
emerso un ampio fronte del «no», è stato ad<strong>di</strong>rittura coinvolto il Quirin<strong>al</strong>e, si è lanciato l’<strong>al</strong>larme <strong>di</strong> infiltrazioni<br />
m<strong>al</strong>avitose. Il primo citta<strong>di</strong>no ha replicato con forza <strong>di</strong>fendendo «un’opportunità che creerebbe seicento posti<br />
<strong>di</strong> lavoro». «Ho taciuto <strong>fino</strong>ra perché si stava parlando del nulla – ha detto – A febbraio il progetto è stato<br />
definito nelle sue linee gener<strong>al</strong>i. E da qui si deve partire per una riflessione seria, lasciando da parte chiacchiere<br />
strument<strong>al</strong>i». A spiegare il progetto, l’architetto Leopoldo Saccon, che ha confermato quanto già si sa circa<br />
gli inse<strong>di</strong>amenti proposti d<strong>al</strong>la Colomberotto e da Roto-Cart, ma con precisazioni su impatto ambient<strong>al</strong>e e<br />
logistica. Ha confermato i 600 posti, tutelati da un accordo. Il sindaco ha snocciolato tutta una serie <strong>di</strong><br />
garanzie, anche economiche, che eviterebbero il rischio <strong>di</strong> speculazioni. «Voglio essere chiaro: o nasce questo<br />
polo o qui rimane tutto com’è. Per me non dobbiamo perdere il treno <strong>di</strong> questa opportunità che colloca<br />
Vedelago nel corridoio 5 Lisbona-Kiev». Com’era preve<strong>di</strong>bile, però, anche i comitati del «no» hanno fatto<br />
sentire la loro voce ribadendo la non opportunità <strong>di</strong> deturpare quello che è un patrimonio paesaggistico,<br />
come ha sostenuto Enzo Bergamin della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>. Il sindaco è esploso: «Ma <strong>di</strong> cosa stiamo<br />
parlando? C’è una superstrada che passa a pochi metri da villa <strong>Emo</strong> e mi venite a parlare <strong>di</strong> tutela del territorio!<br />
Signori, il territorio è già deturpato. Interventi sostenibili e il turismo? Ma quanti posti <strong>di</strong> lavoro porteranno?<br />
Qui ce ne sono seicento». «Già, come la Breton…»,hanno inc<strong>al</strong>zato i comitati, riferendosi agli oltre cento posti<br />
promessi ma <strong>fino</strong>ra non visti. E Quaggiotto lanciato: «Ma se stanno ancora facendo i lavori».<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Vicenza<br />
CASSOLA Progetto della Karizia Technology: produrre gas combustibili d<strong>al</strong><br />
trattamento dei rifiuti<br />
Un gassificatore ai confini con Rossano<br />
Gassificazione, ovvero tirare fuori gas combustibile d<strong>al</strong>la gestione dei rifiuti. Si propone <strong>di</strong> farlo, in un impianto<br />
da avviare nella zona industri<strong>al</strong>e ai confini con Rossano Veneto, la Karizia Technology srl <strong>di</strong> Cassola, società<br />
“filiata” da Karizia spa, che ha sede <strong>al</strong>lo stesso in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> via Perosi <strong>di</strong> Cassola ed è attiva da anni nel settore<br />
orafo. Il progetto per un impianto industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> recupero <strong>di</strong> materia da rifiuti non pericolosi e pericolosi è<br />
venuto <strong>al</strong>la luce perchè l’azienda cassolese ha pubblicato un avviso, in base <strong>al</strong>la legge, con il qu<strong>al</strong>e ha<br />
comunicato <strong>di</strong> aver presentato l’istanza per attivare la procedura <strong>di</strong> impatto ambient<strong>al</strong>e.<br />
E subito è scattata la presa <strong>di</strong> posizione dei comitati CoVePa, che si battono contro i progetti della<br />
Pedemontana e a <strong>di</strong>fesa del territorio. Secondo il CoVePa, in una nota firmata da Massimo Follesa, Francesco<br />
101
Celotto e Elvio Gatto, si tratta <strong>di</strong> un progetto che «si giustifica solo con la presenza <strong>di</strong> una arteria autostrad<strong>al</strong>e<br />
qu<strong>al</strong>e è la Spv», e che come <strong>al</strong>tri previsti, tra cui la torcia per l’incenerimento dei fanghi <strong>di</strong> conceria nell’Ovest<br />
Vicentino e la termov<strong>al</strong>orizzazione proposta nell’area industri<strong>al</strong>e per la più grande macelleria d’europa a<br />
Barcon <strong>di</strong> Vedelago, ora spunta in prossimità delle gran<strong>di</strong> arterie previste.<br />
«Il gassificatore dovrà chiarire il suo ruolo e la provenienza dei rifiuti trattati, il piano industri<strong>al</strong>e che ad esso<br />
sottende, i soggetti proponenti e le partite economiche in gioco. Si tratta <strong>di</strong> pesanti ricadute e ipoteche sul<br />
modello turistico agro<strong>al</strong>imentare che il presidente Zaia e l’assessore Finozzi vanno sban<strong>di</strong>erando ai quattro<br />
venti a suon <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> euro» chiosano i tre del CoVePa. Dell’impianto industri<strong>al</strong>e non sa nulla il sindaco<br />
Silvia Pasinato, da noi raggiunta ieri telefonicamente <strong>al</strong>l’estero: «Finora in Comune non è arrivato niente, già<br />
lunedì <strong>al</strong> mio rientro attiverò gli uffici - spiega -, se si tratta <strong>di</strong> un impianto <strong>di</strong> trattamento rifiuti la competenza<br />
è della Provincia e noi saremo coinvolti solo per la parte urbanistica». L’impianto sarebbe loc<strong>al</strong>izzato nella<br />
zona del piano particolareggiato per inse<strong>di</strong>amenti produttivi via B<strong>al</strong>bi: secondo il sindaco può trattarsi <strong>di</strong> via<br />
dell’Industria. Intanto d<strong>al</strong>l’avviso <strong>di</strong> Karizia Technology si evince che la documentazione «nella sua interezza»<br />
è stata depositata il primo marzo sia in Provincia, sia <strong>al</strong>l’ufficio urbanistica del Comune <strong>di</strong> Cassola. D<strong>al</strong> 6<br />
marzo inoltre, giorno in cui è apparso l’avviso pubblico, decorrono i 60 giorni per presentare le osservazioni.<br />
Mentre l’azienda provvederà a presentare <strong>al</strong> pubblico i contenuti del progetto il 13 marzo <strong>al</strong>le 19 nella s<strong>al</strong>a<br />
della biblioteca comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> San Giuseppe.<br />
La Karizia Technology assicura che il processo <strong>di</strong> recupero dei rifiuti «avverrà in ambiente ermeticamente<br />
chiuso e non avrà pertanto emissioni in atmosfera». Il capannone industri<strong>al</strong>e sarà «un involucro e<strong>di</strong>lizio<br />
presi<strong>di</strong>ato da un sistema <strong>di</strong> aspirazione delle arie, atto a mantenere in costante depressione la struttura<br />
chiusa, collegato ad un impianto <strong>di</strong> abbattimento». Insomma, massima sicurezza secondo l’azienda.<br />
Invece il CoVePa sostiene che «questo genere <strong>di</strong> impianti è pericoloso per la s<strong>al</strong>ute se m<strong>al</strong>e concepito e gestito<br />
e può far peggiorare la qu<strong>al</strong>ità dell’aria se le emissioni non venissero controllate». Insomma si apre un<br />
preve<strong>di</strong>bile braccio <strong>di</strong> ferro in tema ambient<strong>al</strong>e.<br />
Corriere del Veneto<br />
8 marzo 2012<br />
E su Barcon spunta il fronte del sì «Meglio l’industria dei <strong>di</strong>soccupati»<br />
VEDELAGO — Il fronte del «Sì <strong>al</strong> polo <strong>di</strong> Barcon» rompe gli indugi ed esce <strong>al</strong>lo scoperto per chiedere che non<br />
venga fermato il maxi progetto agroindustri<strong>al</strong>e. Perché, <strong>di</strong>cono, potrebbe riportare il lavoro che un tempo<br />
c’era e ora non c’è più. Per la prima volta, insomma, c’è anche qu<strong>al</strong>cuno che non parla <strong>di</strong> sacrifici ma <strong>di</strong><br />
prospettive.<br />
Dopo tanti no (associazioni <strong>di</strong> categoria, fondazioni, movimenti e ambient<strong>al</strong>isti) c’è anche un sì: si sono riuniti<br />
martedì sera a Barcon i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Vedelago che sostengono il progetto, e chiedono <strong>al</strong> sindaco Quaggiotto<br />
<strong>di</strong> non fermarsi. Sono residenti <strong>di</strong> quegli stessi campi in cui il polo dovrebbe sorgere. Antonietta Vettoretto è<br />
la portavoce del comitato che si è appena costituito.<br />
«Con razion<strong>al</strong>ità sappiamo che la Pedemontana passerà <strong>di</strong> qua - spiega - e cre<strong>di</strong>amo che questo inse<strong>di</strong>amento<br />
possa portare qu<strong>al</strong>cosa <strong>di</strong> buono, lavoro e benessere per tutti. Oggi il nostro borgo sta morendo». Non è<br />
tutto: secondo Vettoretto macello e cartiera hanno fermato l’ipotesi precedente, ovvero ulteriori escavazioni,<br />
ritenuta <strong>di</strong> maggiore impatto per il territorio: «Meglio le industrie che un’<strong>al</strong>tra cava, il progetto c’è».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
7 marzo 2012<br />
Barcon invasa da manifesti pro macello<br />
Tre fantomatici comitati tappezzano i muri con volantini a favore <strong>di</strong> Quaggiotto. Ieri riunione carbonara <strong>al</strong>la<br />
Dama Rosa<br />
VEDELAGO Polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon: esce <strong>al</strong>lo scoperto il fronte del sì <strong>al</strong> progetto. Ieri mattina sono<br />
stati affissi manifesti firmati da comitati dai nomi un po’ fantasiosi come «Muso duro e bareta fracada» <strong>di</strong><br />
102
Vedelago, «Basta ciacoe, volemo i fatti» <strong>di</strong> Foss<strong>al</strong>unga e «Quei dea rata del mutuo in sospeso» <strong>di</strong> Fanzolo che<br />
incitano il sindaco Paolo Quaggiotto ad andare avanti con l’accordo che dovrebbe garantire centinaia <strong>di</strong> nuovi<br />
posti <strong>di</strong> lavoro. Annunci che hanno avuto vita breve: essendo sprovvisti <strong>di</strong> <strong>al</strong>cuna autorizzazione <strong>al</strong>l’affissione<br />
(per cui bisogna pagare un obolo), sono stati strappati d<strong>al</strong>la polizia loc<strong>al</strong>e nel pomeriggio <strong>di</strong> ieri, dopo le<br />
segn<strong>al</strong>azioni <strong>di</strong> <strong>al</strong>cuni citta<strong>di</strong>ni, tra cui la consigliera <strong>di</strong> minoranza Fiorenza Morao. E, come prassi, si dovrebbe<br />
procedere anche <strong>al</strong>l’identificazione degli autori, percorso <strong>al</strong>quanto <strong>di</strong>fficile, perché a parte i nomi fantasiosi<br />
dei comitati, l’unico che appare è quello del sindaco. L’uscita dei manifesti è coincisa con l’uscita della notizia<br />
<strong>di</strong> un incontro svoltosi ieri sera nel loc<strong>al</strong>e «Dama Rosa» in loc<strong>al</strong>ità Zapparè, in cui l’architetto Leopoldo Saccon<br />
della Tepco ha presentato il progetto e a cui il sindaco Paolo Quaggiotto ha dato la sua adesione, assicurando<br />
la sua presenza. Ovviamente l’iniziativa non è passata inosservata, soprattutto <strong>al</strong> comitato Barcon Viva, che<br />
insieme <strong>al</strong>la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, è contrario a un mega intervento d<strong>al</strong>le conseguenze irreparabili per i<br />
terreni <strong>di</strong> via Terza Armata, dove dovrebbe sorgere il macello più grande d’Europa e una cartiera, «senza<br />
<strong>al</strong>cuna garanzia per l’incremento dell’occupazione». «Pren<strong>di</strong>amo atto – <strong>di</strong>ce il portavoce del comitato Barcon<br />
Viva, Ermes Dondoni – che il sindaco, dopo aver accuratamente evitato ogni confronto con noi da oltre un<br />
anno, ovvero da quando è stato annunciato per sommi capi il progetto, accetta <strong>di</strong> intervenire a un<br />
appuntamento organizzato da neonati comitati del sì. Diciamo che la scelta si commenta da sola». Dondoni<br />
sottolinea un <strong>al</strong>tro aspetto: «Sarebbe stato opportuno, per favorire il <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo che l’incontro si fosse tenuto a<br />
Barcon, oppure in <strong>al</strong>tri ambienti <strong>di</strong> Vedelago che norm<strong>al</strong>mente ospitano appuntamenti pubblici. Invece si è<br />
scelto un luogo appartato, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni non gran<strong>di</strong> e che, particolare che forse è sfuggito agli organizzatori,<br />
è seppur <strong>di</strong> pochi metri fuori d<strong>al</strong> territorio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago, lì siamo a Montebelluna». Un particolare<br />
oggi non secondario, in considerazione delle <strong>di</strong>chiarazioni del primo citta<strong>di</strong>no montebellunese Marzio Favero<br />
contro il mega progetto. «È chiaro che intorno a questi ultimi fatti, i manifesti, l’incontro, ... – aggiunge la<br />
consigliera <strong>di</strong> Primavera Civica, Fiorenza Morao – c’è l’intenzione <strong>di</strong> far emergere che qu<strong>al</strong>cuno è a favore del<br />
progetto. Sarebbe curioso sapere se oltre ai comitati <strong>di</strong> Vedelago, Fanzolo e Foss<strong>al</strong>unga, ce n’è anche uno <strong>di</strong><br />
Barcon, che io non ho visto. Battute a parte, mi sembra che la volontà della maggioranza dei citta<strong>di</strong>ni<br />
<strong>di</strong>rettamente coinvolti ovvero quelli <strong>di</strong> Barcon sia contraria <strong>al</strong> polo agroindustri<strong>al</strong>e: lo testimoniano le<br />
quattrocento persone che hanno aderito <strong>al</strong> comitato».<br />
Il sindaco <strong>di</strong> Montebelluna <strong>di</strong>ce no<br />
I dubbi <strong>di</strong> Marzio Favero: «Non si può stravolgere il piano territori<strong>al</strong>e provinci<strong>al</strong>e»<br />
MONTEBELLUNA Il sindaco Marzio Favero e l’ex sindaco Laura Puppato d’accordo sull’impatto che può avere<br />
su Montebelluna la nuova area agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. La Puppato aveva presentato un’interrogazione in<br />
cui chiedeva che posizione avrebbe assunto l’amministrazione comun<strong>al</strong>e in merito <strong>al</strong> casello collegato <strong>al</strong>la<br />
Pedemontana Veneta ai confini tra Montebelluna e Vedelago e a servizio della nuova area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong><br />
Barcon. Il sindaco le risponde esprimendo le sue perplessità sull’intervento e avvertendo il suo collega <strong>di</strong><br />
Vedelago, il leghista Paolo Quaggiotto, che non potrà prescindere d<strong>al</strong> parere <strong>di</strong> Montebelluna. «Con<strong>di</strong>vido la<br />
preoccupazione espressa d<strong>al</strong> consigliere Laura Puppato per l’impatto della nuova area industri<strong>al</strong>e a Barcon<br />
– <strong>di</strong>chiara Marzio Favero– Credo si dovrebbe aver cura sia dello spirito che della sostanza del nuovo Piano<br />
territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e che rifiuta forzature come queste. Per questo motivo ho già espresso<br />
le mie perplessità sia pubblicamente che privatamente <strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong> Vedelago. Già due mesi fa ho chiesto ai<br />
miei uffici urbanistici un approfon<strong>di</strong>mento sulla situazione, an<strong>al</strong>isi che è in fase <strong>di</strong> conclusione. Comunque<br />
<strong>al</strong>la data o<strong>di</strong>erna nessuno ci ha scritto form<strong>al</strong>mente in or<strong>di</strong>ne a t<strong>al</strong>e intervento. Piccolo problema: il parere<br />
del Comune <strong>di</strong> Montebelluna è necessario per qu<strong>al</strong>siasi intervento viabilistico lo interessi sia <strong>di</strong>rettamente,<br />
perché re<strong>al</strong>izzato sul nostro territorio, che in<strong>di</strong>rettamente perché destinato ad averne ripercussioni. Ci stiamo<br />
pertanto attrezzando per il giorno del confronto con gli enti sovraor<strong>di</strong>nati». Insomma si profila a Montebelluna<br />
una comune linea tra maggioranza e minoranza che contesta il progetto dell’area agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon.<br />
E quando ci sarà da <strong>di</strong>scuterne assieme agli <strong>al</strong>tri enti d<strong>al</strong>l’amministrazione comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Montebelluna<br />
probabilmente t<strong>al</strong>e progetto sarà contestato.<br />
103
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
7 marzo 2012<br />
I CONTRARI Il sindaco Marzio Favero d’accordo con Luara Puppato: una forzatura <strong>al</strong> Ptcp<br />
«Qu<strong>al</strong>e utilità?»: anche da Montebelluna no <strong>al</strong>l’accordo<br />
MONTEBELLUNA - (lbon) Anche Favero boccia Barcon. La re<strong>al</strong>izzazione della mega area industri<strong>al</strong>e, con<br />
annesso casello autostrad<strong>al</strong>e, vede la contrarietà del sindaco <strong>di</strong> Montebelluna Marzio Favero. Che scende in<br />
campo rispondendo ad un’interpellanza <strong>di</strong> Ulivo e Montebelluna nuova. Mostrandosi, per una volta, d’accordo<br />
con Laura Puppato. «Con<strong>di</strong>vido la preoccupazione espressa d<strong>al</strong> consigliere Laura Puppato per l’impatto della<br />
nuova area industri<strong>al</strong>e a Barcon -<strong>di</strong>chiara il sindaco- Credo si dovrebbe aver cura sia dello spirito che della<br />
sostanza del nuovo Piano Territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinci<strong>al</strong>e che rifiuta forzature come queste». E<br />
aggiunge: «In vent’anni è stato mangiato un quinto della superficie agricola utile. Quin<strong>di</strong>, dato che non<br />
mancano spazi, già re<strong>al</strong>izzati, per nuove imprese, e il nostro Pim ne è un esempio, non vedo <strong>al</strong>cuna utilità<br />
nel re<strong>al</strong>izzare interventi in luoghi non deputati. Non vogliamo mettere i bastoni fra le ruote <strong>al</strong>le aziende, ma<br />
riteniamo che i luoghi in cui intervenire ci siano già, senza strappare nuovi spazi agricoli». Comunque «<strong>al</strong>la<br />
data o<strong>di</strong>erna nessuno ci ha scritto form<strong>al</strong>mente in or<strong>di</strong>ne a t<strong>al</strong>e intervento». Ma c’è un piccolo problema: «Il<br />
parere del Comune <strong>di</strong> Montebelluna è necessario per qu<strong>al</strong>siasi intervento viabilistico lo interessi sia<br />
<strong>di</strong>rettamente, perché re<strong>al</strong>izzato sul nostro territorio, che in<strong>di</strong>rettamente perché destinato ad averne<br />
ripercussioni. Ci stiamo pertanto attrezzando per il giorno del confronto con gli enti sovraor<strong>di</strong>nati».<br />
Sul mega progetto <strong>di</strong> Barcon, il farmer market previsto in via III Armata, da tempo tira aria <strong>di</strong> contestazione.<br />
Ma c’è chi lo sostiene, a parte, ovviamente, i <strong>di</strong>retti interessati <strong>al</strong>la sua re<strong>al</strong>izzazione. Così ieri mattina, l’intero<br />
territorio vedelaghese è stato tappezzato <strong>di</strong> manifesti che auspicano la nascita dell’inse<strong>di</strong>amento agroindustri<strong>al</strong>e.<br />
Sottopassi, (quello <strong>di</strong> via Montegrappa a Fanzolo, e quelli <strong>di</strong> Vedelago sulla Postumia Romana),<br />
spazi riservati <strong>al</strong>la pubblicità, muri <strong>di</strong> numerose abitazione sia <strong>di</strong> Fanzolo che <strong>di</strong> Barcon, lungo la strada che<br />
porta <strong>al</strong>la stazione ferroviaria <strong>di</strong> Fanzolo, e nello stesso centro <strong>di</strong> Barcon: ovunque sono apparsi manifesti <strong>di</strong><br />
un metro per sessanta centimetri, d<strong>al</strong> tono decisamente <strong>di</strong>verso da quello <strong>di</strong> contesta: “...accordo <strong>di</strong> Barcon...<br />
Per dare lavoro e futuro ai nostri figli.. Sindaco vai avanti...”. “Per togliere il traffico da Barcon, Vedelago e<br />
Albaredo: Paolo siamo con te”. “600 posti <strong>di</strong> lavoro: sindaco vai avanti”. Frasi inequivocabili, quelle stampate<br />
a caratteri cubit<strong>al</strong>i sulle decine <strong>di</strong> manifesti, affissi da mano ignota. Anzi, da se<strong>di</strong>centi comitati come “Muso<br />
duro e bareta fracada” <strong>di</strong> Vedelago, “Basta ciacoe voemo i fatti” <strong>di</strong> Foss<strong>al</strong>unga, “Fora i camion da Barcon” <strong>di</strong><br />
Barcon, “Quei dea rata del mutuo in sospeso-da Fanzolo”.<br />
Qu<strong>al</strong>cosa che ha sorpreso lo stesso primo citta<strong>di</strong>no, Paolo Quaggiotto. «Per me si è trattato <strong>di</strong> un’autentica<br />
sorpresa - questa la sua reazione - positiva ovviamente. Qu<strong>al</strong>cuno forse sta capendo che se non si toglie il<br />
traffico da Barcon, la frazione non ha un grande futuro. Io poi sono per il lavoro. Nuovi posti <strong>di</strong> lavoro a Barcon<br />
in un periodo come questo, sarebbero ossigeno positivo per l’economia <strong>di</strong> questa frazione, e non solo, ma<br />
<strong>di</strong> tutto il territorio del nostro Comune. È una importante zona <strong>di</strong> viluppo futuro a ridosso del famoso corridoio<br />
“5”, ma è anche un progetto che libera il traffico e porta sviluppo. Un progetto che dà risposte occupazion<strong>al</strong>i<br />
importanti per il futuro <strong>di</strong> tanta gente. L’impianto non inquina, non ci sono cave, solo lavoro a un territorio<br />
che ne ha assoluto bisogno, per <strong>di</strong> più in tempi <strong>di</strong> grave emergenza-lavoro. Siamo ancora nella fase <strong>di</strong><br />
v<strong>al</strong>utazione per capire come arriverà in conferenza dei servizi».<br />
Rimane il mistero sugli anonimi sostenitori e, comunque, già ieri pomeriggio i manifesti erano finiti nelle mani<br />
della Polizia loc<strong>al</strong>e, intervenuta a rimuoverli.<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
6 marzo 2012<br />
Il via libera <strong>al</strong>lo sbarco dell’Ikea a Cas<strong>al</strong>e <strong>di</strong>venta una questione <strong>di</strong> beneficio pubblico. O meglio, <strong>di</strong> moneta <strong>di</strong><br />
scambio. Ovviamente tutta leg<strong>al</strong>e, per carità. Non è un mistero, infatti, che in Provincia si veda più <strong>di</strong> buon<br />
occhio il progetto del nuovo polo agro-industri<strong>al</strong>e proposto d<strong>al</strong>la Colomberotto e d<strong>al</strong>la Roto-Cart a Barcon <strong>di</strong><br />
Vedelago che non quello messo a punto dagli svedesi. Come mai? Essenzi<strong>al</strong>mente perché il primo prevede <strong>di</strong><br />
«mitigare» la costruzione <strong>di</strong> 865 mila metri quadrati <strong>di</strong> capannoni mettendo sul piatto <strong>al</strong>l’incirca 18 milioni per<br />
104
infrastrutture viarie (su tutte un nuovo casello sulla futura Pedemontana), mentre il colosso del mobile a fronte<br />
della re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> 420 mila metri quadrati <strong>di</strong> stabilimenti è <strong>di</strong>sposto semplicemente a costruire una nuova<br />
scuola me<strong>di</strong>a con 18 aule a Cas<strong>al</strong>e. «Super-tecnologica», assicurano. Ma sempre e solo una scuola. «Le cose<br />
ora stanno così - sibilano dagli uffici del Sant’Artemio - certo che se Ikea mettesse sul piatto anche <strong>al</strong>tro, come<br />
la re<strong>al</strong>izzazione a proprie spese <strong>di</strong> <strong>al</strong>meno un tratto della nuova arteria Terraglio Est tra Treviso e Mestre, la<br />
situazione potrebbe pure cambiare». E il pensiero della Provincia, per una volta, non è <strong>di</strong> poco conto.<br />
Soprattutto perché, a quanto pare, l’ente guidato da Muraro sarà chiamato a dare il proprio parere (più che<br />
mai vincolante a livello urbanistico) prima che p<strong>al</strong>azzo B<strong>al</strong>bi decida se definire i due progetti <strong>di</strong> «interesse<br />
region<strong>al</strong>e» o meno. Così <strong>al</strong> Sant’Artemio ora si aspettano che il beneficio pubblico proposto da Ikea, pronta a<br />
investire 200 milioni <strong>di</strong> euro, si avvicini a quello definito d<strong>al</strong>la Colomberotto e d<strong>al</strong>la Roto-Cart, che a fronte <strong>di</strong><br />
un investimento <strong>di</strong> 330 milioni <strong>di</strong> euro ne lascerebbero <strong>al</strong>meno 18 per dare una sistemata <strong>al</strong>la viabilità. Per il<br />
momento, però, così non è andata. Anzi, d<strong>al</strong>l’ultima riunione della super-commissione, finita con una fumata<br />
nerissima, i tecnici svedesi se ne sono andati senza troppe speranze. Anche se tirare la corda su un progetto<br />
che prevede un fatturato annuo <strong>di</strong> 202 milioni (61 milioni per il punto ven<strong>di</strong>ta e 141 per il centro commerci<strong>al</strong>e),<br />
oltre e un s<strong>al</strong>do positivo nel territorio <strong>di</strong> 361 assunzioni, <strong>di</strong> questi tempi non si fa certo a cuor leggero.<br />
L’INTERVENTO<br />
Puppato: chiarire il caso Barcon<br />
(L.Bon) Interpellanza urgente delle opposizioni <strong>di</strong> Montebelluna sul futuro casello autostrad<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon che<br />
sarà proprio ai confini fra i territori <strong>di</strong> Montebelluna e Vedelago. A chiedere chiarimenti <strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong><br />
Montebelluna Marzio Favero, sono i consiglieri “ulivisti” fra i qu<strong>al</strong>i Laura Puppato, capogruppo Pd in Regione.<br />
Il casello si connette ad una nuova infrastruttura (a corredo <strong>di</strong> un mega impianto industri<strong>al</strong>e) lunga circa 5<br />
km: si svilupperà a est del centro <strong>di</strong> Barcon. La richiesta dell’opposizione parte d<strong>al</strong>la considerazione che «t<strong>al</strong>e<br />
casello determinerà un aumento considerevole del traffico leggero e pesante nel territorio <strong>di</strong> Montebelluna»<br />
e che già nei mesi scorsi il primo citta<strong>di</strong>no ha espresso delle perplessità sull’opera.<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
3 marzo 2012<br />
VEDELAGO La proposta <strong>di</strong> Bor<strong>di</strong>gnon <strong>di</strong>venta mozione: «Non significa schierarsi, ma dare la parola ai citta<strong>di</strong>ni»<br />
Il futuro <strong>di</strong> Barcon in un referendum telematico<br />
VEDELAGO - Il futuro polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon con le aziende Colomberotto e RotoCart in prima fila,<br />
può essere deciso anche da una consultazione popolare con voto telematico. La proposta è <strong>di</strong>ventata cav<strong>al</strong>lo<br />
<strong>di</strong> battaglia del gruppo consiliare d’opposizione “Bor<strong>di</strong>gnon sindaco”. Ora sotto forma <strong>di</strong> mozione verrà<br />
sottoposta <strong>al</strong>l’esame dell’amministrazione comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago.<br />
«Non significa schierarsi a favore o contro il progetto agroindustri<strong>al</strong>e - sottolinea il consigliere comun<strong>al</strong>e Oscar<br />
Bor<strong>di</strong>gnon - ma <strong>di</strong> passare la parola ai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Barcon, attraverso un coinvolgimento partecipativo che<br />
non vuole sostituirsi a quello rappresentativo uscito d<strong>al</strong>le ultime amministrative».<br />
L’avete promossa in <strong>di</strong>fferenti se<strong>di</strong>, ora passate ai fatti. «E’ una consultazione non vincolante per<br />
l’amministrazione comun<strong>al</strong>e, ma che potrebbe costituire uno strumento aggiuntivo in vista della processo<br />
decision<strong>al</strong>e fin<strong>al</strong>e». Ma come pensate <strong>di</strong> proporla? «E’ <strong>al</strong>ternativa <strong>al</strong> referendum, della durata <strong>di</strong> <strong>al</strong>cuni giorni,<br />
con il posizionamento <strong>di</strong> <strong>al</strong>cuni seggi a Barcon, <strong>al</strong>l’interno dei qu<strong>al</strong>i i citta<strong>di</strong>ni potranno esprimere la loro<br />
preferenza <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione del polo agroin<strong>di</strong>stri<strong>al</strong>e attraverso un sistema touch screen. Non ci sarebbe <strong>al</strong>cun<br />
costo a carico dell’amministrazione in quanto la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> si è già resa <strong>di</strong>sponibile a farsi carico<br />
<strong>di</strong> tutte le spese. La decisione non è più procrastinabile perché sul progetto <strong>di</strong> Barcon si stanno addensando<br />
troppe tensioni politiche, economiche e soci<strong>al</strong>i che potrebbero essere stemperate d<strong>al</strong>la consultazione<br />
popolare. In fin dei conti si tratta <strong>di</strong> uno strumento già utilizzato in decine <strong>di</strong> problematiche <strong>di</strong> rilevanza<br />
pubblica qu<strong>al</strong>i esclusioni del traffico dai centri storici, re<strong>al</strong>izzazioni <strong>di</strong> importanti opere viarie ed industri<strong>al</strong>i».<br />
Intanto sul maxi macello previsto in via Terza Armata i tempi si <strong>al</strong>lungano. «Come amministratore loc<strong>al</strong>e provo<br />
profondo imbarazzo <strong>di</strong> fronte ai tempi che una pubblica amministrazione impiega a dare risposte <strong>al</strong>le proposte<br />
<strong>di</strong> un impren<strong>di</strong>tore <strong>di</strong>sposto ad assumersi un grosso rischio d’impresa per razion<strong>al</strong>izzare le proprie attività<br />
industri<strong>al</strong>i. Questo è ciò che un impren<strong>di</strong>tore si aspetta d<strong>al</strong>la politica».<br />
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Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
4 marzo 2012<br />
Ogni anno 1000 ettari <strong>di</strong> campi in meno<br />
La Col<strong>di</strong>retti: Ikea e macello intollerabili<br />
TREVISO - (mzan) Negli ultimi <strong>di</strong>eci anni, la Marca ha visto sparire ogni anno oltre mille ettari <strong>di</strong> terreno<br />
coltivabile, un’estensione pari <strong>al</strong>l’intera tenuta <strong>di</strong> Cà Tron. D<strong>al</strong> 2000 <strong>al</strong> 2010 la superficie agricola utilizzabile<br />
in provincia è scesa da 138mila a 127mila ettari. I progettati nuovi inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> Ikea a Cas<strong>al</strong>e sul Sile e del<br />
mega-macello a Barcon <strong>di</strong> Vedelago costituirebbero un ulteriore, intollerabile colpo: Col<strong>di</strong>retti Treviso rinnova<br />
l’<strong>al</strong>larme lanciato venerdì scorso insieme ad <strong>al</strong>tre un<strong>di</strong>ci associazioni impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>i e sindac<strong>al</strong>i della provincia.<br />
«La terra per noi non è una ren<strong>di</strong>ta bensì l’unica possibilità <strong>di</strong> mantenere in vita le nostre aziende - sottolinea<br />
il presidente Fulvio Brunetta -. E il mantenimento dell’agricoltore nel territorio significa garantire <strong>al</strong>l’intera<br />
collettività la manutenzione e la s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a dello stesso». Col<strong>di</strong>retti non nasconde dubbi sui benefici<br />
dell’operazione Barcon per gli agricoltori loc<strong>al</strong>i: «Non capisco come mai in Emilia occorrono 11 ettari per un<br />
macello più grande - si chiede Brunetta - e a Vedelago ne vogliono usare 30 per uno più piccolo?».<br />
Sul tema dello sviluppo sostenibile si muove anche l’Udc trevigiana: martedì il comitato provinci<strong>al</strong>e metterà<br />
a punto un piano <strong>di</strong> iniziative. «Smentire i principi del Ptcp e adottare deroghe “ad aziendam” - attacca la<br />
segretaria provinci<strong>al</strong>e Gianna G<strong>al</strong>zignato - significa decretare il f<strong>al</strong>limento delle politiche <strong>di</strong> gestione del territorio<br />
da parte <strong>di</strong> una Giunta provinci<strong>al</strong>e che evidentemente si inchina davanti ai poteri forti».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
4 marzo 2012<br />
Nasce un comitato pro maxi macello<br />
A qu<strong>al</strong>cuno il maxi macello con cartiera e farmer market, previsto a nord <strong>di</strong> via Terza Armata, a Barcon <strong>di</strong><br />
Vedelago, piace. E dopo prese <strong>di</strong> posizioni <strong>al</strong> vetriolo contro l’operazione sostenuta in prima persona d<strong>al</strong><br />
sindaco Paolo Quaggiotto e firmata Colomberotto e Rotocart, ecco uscire <strong>al</strong>lo scoperto un comitato a favore<br />
del nuovo impianto agroindustri<strong>al</strong>e. La prossima settimana si terrà una prima riunione. Pubblica? Solo per<br />
chi è d’accordo: il nuovo comitato non ha intenzione <strong>di</strong> pubblicizzare troppo l’evento temendo l’incursione<br />
del popolo schieratosi contro l’operazione. Nessun manifesto è ancora affisso in paese per annunciare<br />
l’assemblea a cui è stato invitato il progettista del polo agroindustri<strong>al</strong>e, l’architetto Leopoldo Saccon. Si conta<br />
sull’effetto sorpresa per scoraggiare l’intervento dei detrattori. La riunione si terrà martedì . Ci sarà sicuramente<br />
il sindaco Paolo Quaggiotto. «Mi hanno contattato – fa sapere il primo citta<strong>di</strong>no senza sbottonarsi troppo –<br />
Vado come invitato a relazionare sull’operazione. Ne <strong>di</strong>scuteremo a mente aperta, senza preconcetti».<br />
«Per Ikea e Barcon, Muraro è pronto a tra<strong>di</strong>re il Ptcp»<br />
Nessuna deroga <strong>al</strong> Piano territori<strong>al</strong>e, soprattutto se servirà a av<strong>al</strong>lare progetti come l’Ikea a Cas<strong>al</strong>e e il maxi<br />
macello a Barcon. E’ il grido unanime <strong>di</strong> Sel, Udc e Col<strong>di</strong>retrti che puntano il <strong>di</strong>to contro Muraro. «Voteremo<br />
contro ogni or<strong>di</strong>ne del giorno che voglia mo<strong>di</strong>ficare il Ptcp – fa sapere Luigi Amendola, capogruppo <strong>di</strong> Sel a<br />
S.Artemio – e ci auguriamo che tutti i partiti <strong>di</strong> opposizione in Provincia raccolgano il nostro appello. Il<br />
segretario provinci<strong>al</strong>e Udc Gianna G<strong>al</strong>zignato pare favorevole. «Con il sì agli inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> Barcon e Cas<strong>al</strong>e<br />
– <strong>di</strong>ce – Muraro smentisce il suo stesso Ptcp mettendo <strong>di</strong> fatto i gran<strong>di</strong> interessi privati davanti a quelli della<br />
collettività. Giusta la protesta delle associazioni <strong>di</strong> categoria e dei sindacati. Stiamo pensando <strong>di</strong> chiedere un<br />
consiglio provinci<strong>al</strong>e straor<strong>di</strong>nario». E rincara: «Smentire i principi del Ptcp e adottare deroghe “ad aziendam”<br />
significa decretare il f<strong>al</strong>limento delle politiche <strong>di</strong> gestione del territorio da parte <strong>di</strong> una Giunta provinci<strong>al</strong>e che<br />
evidentemente si inchina davanti ai poteri forti». A mettere ilcarico da novanta poi ci pensa la Col<strong>di</strong>retti <strong>di</strong><br />
Treviso. «Se il nostro si chiama settore primario ci sarà pur un motivo – spiega piccato il presidente della<br />
Col<strong>di</strong>retti <strong>di</strong> Treviso, Fulvio Brunetta – La terra per noi non è una ren<strong>di</strong>ta bensì l’unica possibilità <strong>di</strong> mantenere<br />
in vita le nostre aziende». I progetti specifici <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e e i Barcon <strong>di</strong> Vedelago secondo il PTCP in vigore<br />
andrebbero a costituire – a detta <strong>di</strong> Col<strong>di</strong>retti – un abuso d’uso del territorio. Di qui la velenosissima<br />
annotazione: «Siamo stati in Emilia dove è in funzione un macello che per numeri è ancora più grande <strong>di</strong><br />
quello che si vorrebbe re<strong>al</strong>izzare a Barcon. Lì occorrono 11 ettari per un macello più grande. A Vedelago ne<br />
vogliono usare 30 <strong>di</strong> ettari per uno più piccolo?».<br />
106
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
2 marzo 2012<br />
Ikea e Barcon, c’è il muro No <strong>di</strong> imprese e sindacati<br />
Sindacati e impren<strong>di</strong>tori insieme per s<strong>al</strong>vaguardare il territorio. E un <strong>di</strong>spiegamento <strong>di</strong> forze mai visto prima<br />
quello presentato ieri a Treviso: nove categorie economiche (Confcommercio, Cia, Cna, Col<strong>di</strong>retti,<br />
Confagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confcooperative, Artigianato Trevigiano) e i tre sindacati<br />
confeder<strong>al</strong>i (Cgil, Cisl e Uil); tutti decisi a bloccare le speculazioni e il consumo del territorio. Obiettivo primo,<br />
ovviamente, progetti come il centro industri<strong>al</strong>e a Barcon a Vedelago e il parco commerci<strong>al</strong>e dell’Ikea a Cas<strong>al</strong>e.<br />
E poi nervi scoperti come lo svuotamento dei centri storici e il braccio <strong>di</strong> ferro sulle aperture domenic<strong>al</strong>i. «Il<br />
nostro non è un comitato del no, sia chiaro» avverte il presidente <strong>di</strong> Confartigianato Mario Pozza durante la<br />
presentazione <strong>di</strong> «Lo sviluppo recupera terreno» (slogan che introduce il documento programmatico inviato<br />
<strong>al</strong> presidente della Provincia Leonardo Muraro). «Ci sono tante aree industri<strong>al</strong>i incomplete – segue la<br />
Confartiginato – o nuove non ancora sfruttate che possono essere riqu<strong>al</strong>ificate nel caso in cui ci sia richiesta<br />
<strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti industri<strong>al</strong>i o commerci<strong>al</strong>i. Anche perché siamo convinti che il recupero porterà più lavoro<br />
rispetto <strong>al</strong>la semplice occupazione <strong>di</strong> nuovo terreno». Le parole d’or<strong>di</strong>ne impresse nel rapporto redatto d<strong>al</strong>le<br />
categorie sono ambiente, risparmio energetico e sviluppo sostenibile. Tutti capitoli rimessi ora nelle mani<br />
della politica, primo interlocutore della nuova lega ambient<strong>al</strong>e economica trevigiana, che dopo la firma del<br />
documento unitario avvenuta il 19 gennaio <strong>al</strong>la presenza <strong>di</strong> Muraro, hanno dato avvio a una vera e propria<br />
campagna me<strong>di</strong>atica a sostegno <strong>di</strong> uno sviluppo più equilibrato. «Questo perché in passato la politica non<br />
vigilato in materia e i risultati sono evidenti – aggiunge il segretario della Cisl Franco Lorenzon – siamo convinti<br />
che si possa programmare meglio rispetto a qu<strong>al</strong>che anno fa». «Per trovare la quadra ogni categoria ha fatto<br />
quin<strong>di</strong> un passo in<strong>di</strong>etro rispetto ai person<strong>al</strong>ismi e agli interessi della propria sigla – <strong>di</strong>ce inoltre il presidente<br />
della Confcommercio Guido Pomini – non vogliamo porci contro la politica, ma <strong>di</strong> fronte. A questo tavolo è<br />
seduto il 90% della rappresentanza economica trevigiana. Credo sia impossibile non darci ascolto». «Abbiamo<br />
usato 4 volte più territorio rispetto agli standard – è l’<strong>al</strong>larme <strong>di</strong> Fulvio Brunetta <strong>di</strong> Col<strong>di</strong>retti – e abbiamo già<br />
1.100 siti industri<strong>al</strong>i a Treviso. Per crescere dobbiamo solo ottimizzare l’impatto <strong>di</strong> queste re<strong>al</strong>tà».<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
2 marzo 2012<br />
GRANDI INSEDIAMENTI Categorie economiche e sindacati non bocciano solo Ikea e<br />
macello <strong>di</strong> Barcon<br />
Un coro: «No a nuovo cemento»<br />
TREVISO - (mzan) Alleati contro il cemento. Associazioni impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>i e sindacati trevigiani rinnovano il<br />
fronte comune contro il consumo <strong>di</strong> territorio nella Marca. Dopo la prima uscita si riparte d<strong>al</strong>lo slogan “Lo<br />
sviluppo recupera terreno”. In provincia si stimano quasi mille aree produttive <strong>di</strong>smesse o mai utilizzate: la<br />
priorità è recuperarle e riqu<strong>al</strong>ificarle anziché costruire ex novo. Attorno <strong>al</strong> tavolo in Camera <strong>di</strong> commercio<br />
do<strong>di</strong>ci sigle: tutte le organizzazioni della piccola impresa (Confartigianato, Cna, Casartigiani), del commercio<br />
(Ascom e Confesercenti), dell’agricoltura (Col<strong>di</strong>retti, Cia, Confagricoltura), la Confcooperative, più Cgil, Cisl e<br />
Uil. Manca solo Unindustria.<br />
D<strong>al</strong> no ai nuovi inse<strong>di</strong>amenti come Ikea a Cas<strong>al</strong>e e il mega macello <strong>di</strong> Barcon l’azione si amplia ad una gestione<br />
complessiva delle restanti zone “vergini” della Marca, sollecitando il rispetto degli assetti già concordati:<br />
«Abbiamo, con fatica e impegno, trovato un equilibrio nel Ptcp: quello deve essere un punto fermo - spiega<br />
Guido Pomini dell’Ascom -. Non è possibile, perché arriva la richiesta <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che soggetto sia pure Ikea,<br />
derogare. Altrimenti viene meno qu<strong>al</strong>siasi forma con<strong>di</strong>visa <strong>di</strong> sviluppo. Anzi: viene meno lo sviluppo». «Questo<br />
non è un comitato del no, né ci sono interessi <strong>di</strong> singoli - riba<strong>di</strong>sce Mario Pozza <strong>di</strong> Confartigianato -. È un<br />
comitato per lo sviluppo sostenibile: il recupero è fattibile, anche in termini <strong>di</strong> costi, del resto, non servono<br />
gran<strong>di</strong> opere o gran<strong>di</strong> bonifiche. Ora tocca <strong>al</strong>la politica». E si attendono impegni concreti da Provincia, Comuni,<br />
Regione («che - si fa notare - non ha solo un ruolo notarile in materia»).<br />
E i possibili vantaggi per l’occupazione delle nuove strutture? «Anche con il recupero dell’esistente si possono<br />
creare posti <strong>di</strong> lavoro e magari pure <strong>di</strong> profession<strong>al</strong>ità più elevata - nota Paolino Barbiero della Cgil -. C’è il<br />
107
ischio che si continui a crescere come nel passato seguendo un modello in profonda crisi. Occorre<br />
un’autocritica: dobbiamo liberare spazio e non occuparne <strong>al</strong>tro».<br />
Corriere del Veneto<br />
2 marzo 2012<br />
In due anni 11 mila ettari persi per strade e capannoni<br />
Sindacati e categorie <strong>al</strong>la Provincia: «Rispettate il piano territori<strong>al</strong>e» Chiesto lo stop <strong>al</strong> cemento: «Recuperiamo<br />
i fabbricati abbandonati»<br />
TREVISO — La lettera <strong>al</strong> presidente della Provincia l’hanno firmata tutti. Tranne Unindustria che, sperano i<br />
promotori, prima o poi forse si aggiungerà. Le sigle sono dei leader <strong>di</strong> associazioni dell’artigianato, del<br />
commercio, dell’agricoltura e dei lavoratori della provincia <strong>di</strong> Treviso, do<strong>di</strong>ci in tutto, e tutti d’accordo sul<br />
contenuto del documento. Nel qu<strong>al</strong>e si chiede, in sintesi, <strong>di</strong> bloccare ogni <strong>al</strong>tra costruzione industri<strong>al</strong>e nel<br />
Trevigiano. Dove <strong>di</strong> capannoni ce ne sono già troppi (e un terzo dei qu<strong>al</strong>i vuoti) ma dove si pensa <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare<br />
una nuova Ikea e un maxi inse<strong>di</strong>amento a Barcon <strong>di</strong> Vedelago. Fino <strong>al</strong> c<strong>al</strong>colo-choc degli agricoltori: in due<br />
anni, solo nel Trevigiano, ben 11 mila ettari <strong>di</strong> terreno agricolo sarebbero stati sacrificati <strong>al</strong> cemento, capannoni<br />
e strade in primis.<br />
Esiste un Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e, è la sintesi della missiva, e <strong>al</strong>la sua definizione fa<br />
abbiamo collaborato tutti da «parti interessate» su invito dello stesso Leonardo Muraro. AdeNon è proprio il<br />
caso <strong>di</strong> sottoporlo già a mo<strong>di</strong>fiche o proporre deroghe per consentire la creazione <strong>di</strong> poli produttivi laddove<br />
il piano stesso non li prevede e, anzi, in<strong>di</strong>ca «la loc<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti nelle aree industri<strong>al</strong>i da<br />
riconvertire». In pratica, proprio nelle zone piene <strong>di</strong> capannoni vuoti.<br />
I promotori, che ieri hanno anche acquistato delle pagine sui quoti<strong>di</strong>ani, non lo <strong>di</strong>cono esplicitamente ma il<br />
casus belli sta proprio nella nuova Ikea a Cas<strong>al</strong>e sul Sile e nel contestato impianto agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon,<br />
a pochi passi da <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>. Si potrà capire la prudenza <strong>di</strong> Unindustria, <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e sono associati molti <strong>di</strong> coloro<br />
che sarebbero coinvolti nella costruzione <strong>di</strong> entrambi i poli produttivi; sarebbe più <strong>di</strong>fficile da accettare<br />
l’in<strong>di</strong>fferenza, <strong>al</strong> manifesto dei «do<strong>di</strong>ci», dell’estensore del Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento: la Provincia.<br />
«Non siamo un comitato “contro” - sottolinea il presidente <strong>di</strong> Unascom, Guido Pomini - ma ci poniamo “<strong>di</strong><br />
fronte” <strong>al</strong>la politica, che con noi può affrontare qu<strong>al</strong>siasi ragionamento. Ci siamo tutti messi in <strong>di</strong>scussione,<br />
lo faccia anche lei. Tenendo ben presente che dove non c’è pianificazione i corridoi <strong>al</strong>la speculazione si<br />
<strong>al</strong>largano». Pianificazione che si declina in «riutilizzo, sostenibilità e tutela del territorio». In meno <strong>di</strong> due anni,<br />
è il c<strong>al</strong>colo <strong>di</strong> Fulvio Brunetta, presidente <strong>di</strong> Col<strong>di</strong>retti, la superficie coltivabile utile è scesa da 138 mila a 127<br />
mila ettari. «Per avere un’idea <strong>di</strong> ciò che abbiamo perso - <strong>di</strong>ce - prendete Ca’ Tron e moltiplicatelo per un<strong>di</strong>ci».<br />
Per fortuna, è l’opinione <strong>di</strong> Mario Pozza, leader <strong>di</strong> Confartigianato, «qui si è consolidato un “modello Treviso”,<br />
abbiamo imparato a trovare risposte attorno <strong>al</strong>lo stesso tavolo». È già accaduto, ad esempio, ricordano i<br />
sindacati, quando si è giunti ad un accordo con gli industri<strong>al</strong>i per la contrattazione <strong>di</strong> secondo livello su base<br />
territori<strong>al</strong>e. Protagonisti soci<strong>al</strong>i portatori <strong>di</strong> interessi contrapposti, cioè, <strong>di</strong> fronte <strong>al</strong>l’eccezion<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> certi<br />
momenti storici nella Marca, sembrano saper trovare la formula della lungimiranza. «La sostenibilità soci<strong>al</strong>e<br />
e ambient<strong>al</strong>e pone nuove esigenze <strong>di</strong> riprogettazione. Non siamo per <strong>di</strong>re no ma i nuovi progetti devono<br />
collocarsi <strong>al</strong>l’interno <strong>di</strong> un nuovo corso. Il mondo della politica deve essere capace <strong>di</strong> recepire e i rielaborare<br />
questo messaggio, <strong>al</strong>trimenti ne risponderà <strong>al</strong>le generazioni future».<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
25 febbraio 2012<br />
Barcon, in b<strong>al</strong>lo 330 milioni<br />
Tra carne e carta 608 posti <strong>di</strong> lavoro, <strong>al</strong>tri 700 per i tre anni <strong>di</strong> cantiere e un casello gratis<br />
Strutture per oltre 86 ettari dove far lavorare 608 persone, oltre <strong>al</strong>le 100 dell’indotto e i 500 operai e<strong>di</strong>li<br />
impegnati in <strong>al</strong>meno 3 anni <strong>di</strong> cantieri. La moneta <strong>di</strong> scambio, essenzi<strong>al</strong>mente, coincide con la costruzione<br />
<strong>di</strong> un nuovo casello sulla futura superstrada Pedemontana. Sono, in sintesi, le cifre del progetto presentato<br />
108
d<strong>al</strong>le <strong>di</strong>tte Colomberotto e Roto-Cart per la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un inse<strong>di</strong>amento agro-industri<strong>al</strong>e da 865 mila<br />
metri quadrati a Barcon. Nei documenti su cui sta ragionando p<strong>al</strong>azzo B<strong>al</strong>bi, chiamato a concedere o a negare<br />
l’interesse region<strong>al</strong>e sulla proposta, così come in quelli in mano <strong>al</strong>la super-commissione nata in Provincia,<br />
c’è ancora tutto come previsto <strong>al</strong>l’inizio: d<strong>al</strong> più grande macello d’Europa, capace <strong>di</strong> lavorare 232 tonnellate<br />
<strong>di</strong> carne <strong>al</strong> giorno, targato Colomberotto (oltre 385 mila metri quadrati) <strong>al</strong>la cartiera stu<strong>di</strong>ata d<strong>al</strong>la Roto-Cart<br />
(370 mila metri quadrati), sino <strong>al</strong>la tanto <strong>di</strong>scussa area commerci<strong>al</strong>e (quasi 109 mila metri quadrati, <strong>di</strong> cui 5<br />
mila per ven<strong>di</strong>ta <strong>al</strong>imentare e 10 mila per quella non <strong>al</strong>imentare). Il tutto per un investimento <strong>di</strong> 330 milioni.<br />
«L’accordo determina un investimento imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> 330 milioni - confermano le aziende - e un red<strong>di</strong>to<br />
permanente da lavoro <strong>di</strong>pendente <strong>di</strong> 22 milioni <strong>di</strong> euro <strong>al</strong>l’anno». Il progetto, infatti, è t<strong>al</strong>mente mastodontico<br />
che solamente per la sua re<strong>al</strong>izzazione, stando <strong>al</strong>le stime delle <strong>di</strong>tte proponenti, richiederebbe 3 anni <strong>di</strong><br />
cantieri e l’impiego <strong>di</strong> 500 lavoratori. Più <strong>al</strong>tri 200 legati <strong>al</strong>l’indotto delle costruzioni. Numeri che si<br />
tradurrebbero in un red<strong>di</strong>to complessivo (sulla base <strong>di</strong> 32 mila euro annui a testa) che supera i 67 milioni <strong>di</strong><br />
euro. Una volta costruiti, invece, il macello, la cartiera e il centro commerci<strong>al</strong>e garantirebbero l’assunzione <strong>di</strong><br />
608 persone. A cui se ne aggiungerebbero <strong>al</strong>tre 100 impegnate nell’indotto. Per la produzione <strong>di</strong> un red<strong>di</strong>to<br />
tot<strong>al</strong>e annuo (restando sui 32 mila euro ciascuno) appunto oltre i 22,5 milioni <strong>di</strong> euro. Le somme danno cifre<br />
che in questo momento <strong>di</strong> crisi sono da capogiro: 700 posti <strong>di</strong> lavoro per 3 anni <strong>di</strong> cantieri e oltre 700 una<br />
volta a regime le strutture. E poi c’è il beneficio pubblico vero e proprio. «L’introduzione <strong>di</strong> nuovi parametri <strong>di</strong><br />
trasformabilità dell’area, che d<strong>al</strong>la destinazione agricola attu<strong>al</strong>e assume destinazione prev<strong>al</strong>entemente<br />
produttiva, determina un incremento del v<strong>al</strong>ore immobiliare pari a oltre 37 milioni - si legge nel progetto - a<br />
fronte dei qu<strong>al</strong>i le opere erogate dai proponenti qu<strong>al</strong>i beneficio pubblico risultano superiori <strong>al</strong>la usu<strong>al</strong>e quota<br />
perequativa del 40 per cento». Cioè? Cioè arrivano a 18,7 milioni <strong>di</strong> euro. Quelli che Muraro non ha mai<br />
nascosto <strong>di</strong> apprezzare. La maggior parte <strong>di</strong> questi, <strong>di</strong>eci milioni ton<strong>di</strong> ton<strong>di</strong>, servirebbero per la re<strong>al</strong>izzazione<br />
del famoso casello autostrad<strong>al</strong>e sulla futura superstrada Pedemontana veneta, a servizio proprio delle due<br />
aziende. E il resto s<strong>al</strong>terebbe fuori attraverso «possibili economie sulla progettazione ed esecuzione delle<br />
opere», d<strong>al</strong>la cessione <strong>di</strong> <strong>al</strong>cune aree e, infine, d<strong>al</strong> pagamento degli oneri.<br />
VEDELAGO - (mzan) «Quel polo industri<strong>al</strong>e si può fare <strong>al</strong>trove. E così si s<strong>al</strong>vaguarderebbero occupazione e<br />
ambiente <strong>al</strong>lo stesso tempo». Nicola Di Santo, presidente del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo <strong>di</strong> Vedelago, non nasconde<br />
le perplessità sul progetto <strong>di</strong> Barcon. «Nonostante anche i sindacati abbiamo espresso riserve su questo<br />
aspetto, ammettiamo pure che questa struttura porti nuovi posti <strong>di</strong> lavoro - argomenta Di Santo -. Si può<br />
tuttavia re<strong>al</strong>izzare in un’<strong>al</strong>tra area. Questo non lo <strong>di</strong>co io, ma la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> che, in base <strong>al</strong> suo<br />
statuto, sul tema sta portando avanti uno stu<strong>di</strong>o paesaggistico, ambient<strong>al</strong>e e socio-economico. Lì<br />
costituirebbe una ferita permanente e irreparabile ma non si vogliono prendere in considerazione <strong>al</strong>tre<br />
possibilità. Anzi, si insiste: o lì o niente». Il presidente ha avanzato il sospetto che proprio <strong>al</strong>l’impegno sulla<br />
vicenda Barcon siano collegate le notizie sulle <strong>di</strong>fficoltà finanziarie della banca: il quoti<strong>di</strong>ano Il Giorn<strong>al</strong>e riferiva<br />
<strong>di</strong> un crollo degli utili del 78% e <strong>di</strong> 92 milioni <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>ti deteriorati. «Chissà, sarà solo una coincidenza. Dò<br />
fasti<strong>di</strong>o? Non lo so. Mi interessa <strong>di</strong> più la lettera inviata <strong>al</strong> cda dai responsabili dei vari settori della banca sulla<br />
con<strong>di</strong>visione delle iniziative e i piani strategici fin qui adottati». I conti non preoccupano Di Santo: «Quei dati<br />
fanno riferimento <strong>al</strong> 2008: chiaro, se raffrontiamo i numeri <strong>di</strong> <strong>al</strong>lora con la situazione attu<strong>al</strong>e, la flessione c’è<br />
stata. Ma ha colpito tutto il sistema. Anzi, Cre<strong>di</strong>to Trevigiano ha retto meglio <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre bcc: la banca è solida».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
25 febbraio 2012<br />
«Macchè crimin<strong>al</strong>ità organizzata»<br />
VEDELAGO «Infiltrazioni mafiose su Barcon? Scusi, ma è meglio non commentare». Loris Colomberotto non<br />
vuole intervenire sull’<strong>al</strong>larme lanciato d<strong>al</strong>la consigliera region<strong>al</strong>e Laura Puppato sul progetto che vede<br />
protagonista l’azienda <strong>di</strong> cui è titolare. Ma fa intendere che le perplessità ci sono. Eccome. Intanto qu<strong>al</strong>cosa<br />
si muove a Barcon: l’azienda Colomberotto ha ricevuto d<strong>al</strong> Comune un permesso a costruire che riguarda<br />
uno stabilimento <strong>di</strong> lavorazione del latte. Si tratta <strong>di</strong> un inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> circa seimila metri quadrati nell’area<br />
<strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> Colomberotto dove verranno lavorati prodotti lattiero caseari per la ricomposizione in latte per<br />
<strong>al</strong>imentazione anim<strong>al</strong>e, nello specifico i vitelli. I lavori effettivi dovrebbero iniziare a breve. Ma non si tratta <strong>di</strong><br />
109
un primo step del mega progetto su Barcon. Infatti, come già comunicato, l’azienda non avendo avuto<br />
risposte nè d<strong>al</strong>la Regione nè d<strong>al</strong>la Provincia circa il polo agroindustri<strong>al</strong>e proposto insieme <strong>al</strong>la padovana<br />
Rotocart (industria della carta usa e getta) ha già provveduto a trasferire da <strong>al</strong>tre parti pezzi importanti che<br />
avrebbero dovuto sorgere qui a Barcon: per il mangimificio si avv<strong>al</strong>e <strong>di</strong> una azienda trevigiana, invece per<br />
l’<strong>al</strong>largamento del macello, l’azienda rimane dove ha il suo quartier gener<strong>al</strong>e, ovvero a Moriago. Qui, grazie<br />
ad un accordo con il Comune, sta procedendo <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>largamento della struttura esistente. Ma se il permesso a<br />
costruire a Barcon per lo stabilimento della produzione <strong>di</strong> latte non può essere il primo passo del polo, questo<br />
non vuol <strong>di</strong>re che il progetto non esiste più. Rimane in pie<strong>di</strong>, <strong>al</strong>meno per quanto riguarda la Colomberotto,<br />
l’ipotesi della re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un maxi macello che dovrebbe essere uno dei maggiori in Europa. Ipotesi che<br />
resterà t<strong>al</strong>e finchè non arriverà una risposta dagli enti competenti, ovvero Regione, Provincia e Comune <strong>di</strong><br />
Vedelago. È questo, <strong>al</strong> momento, l’unico elemento <strong>di</strong> novità che consentirebbe <strong>di</strong> continuare a parlare <strong>di</strong><br />
progetto <strong>di</strong> polo agroindustri<strong>al</strong>e a Barcon.<br />
Il portavoce <strong>di</strong> Barcon Viva nel mirino<br />
VEDELAGO S<strong>al</strong>e la tensione a Barcon. Dopo l’attacco <strong>al</strong> presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano - «ricollegabile <strong>al</strong><br />
mio impegno in prima persona contro il polo agroindustri<strong>al</strong>e previsto sulla campagna a nord <strong>di</strong> via Terza<br />
Armata» – e i sospetti <strong>di</strong> infiltrazioni <strong>di</strong> crimin<strong>al</strong>ità organizzata sulla stessa operazione espressi da Laura<br />
Puppato, t occa a Ermes Dondoni denunciare pressioni. Il portavoce del comitato Barcon Viva preferisce tenere<br />
un profilo basso, ma <strong>di</strong> quanto gli sta succedendo ha già informato le forze dell’or<strong>di</strong>ne. «Minacce? Non proprio<br />
– ammette – Certo, ci si può aspettare <strong>di</strong> tutto e non posso negare che qu<strong>al</strong>che pressione c’è». Non esplicita,<br />
ma chi gli è vicino racconta <strong>di</strong> uno strano episo<strong>di</strong>o accadutogli nelle scorse settimane. Parla <strong>di</strong> una telefonata<br />
ricevuta da una segreteria milanese che gli fissava un appuntamento con una persona interessata <strong>al</strong>la sua<br />
attività <strong>di</strong> presidente degli Amici della Musica <strong>di</strong> Vedelago. Una persona che avrebbe voluto incontrare Dondoni<br />
per fargli una proposta. Appuntamento praticamente <strong>al</strong> buio in paese: solo un luogo, un’ora ma nessun nome.<br />
Dondoni ha informato i carabinieri e si è presentato con loro <strong>al</strong>l’ora stabilita. Ma nessuno si è fatto vedere.<br />
Solo una coincidenza o effettivamente una vicenda legata <strong>al</strong> suo impegno nella battaglia contro il progetto<br />
del maxi macello con cartiera e farmer market <strong>di</strong> Barcon? Il portavoce del comitato glissa. Ma le forze<br />
dell’or<strong>di</strong>ne indagano. Dondoni preferisce riferire <strong>di</strong> tentativi <strong>di</strong> scre<strong>di</strong>tare la sua figura <strong>di</strong> presidente degli Amici<br />
della Musica. Un incarico che qu<strong>al</strong>cuno sta cercando <strong>di</strong> togliergli ritenendolo scomodo. «La temperatura sta<br />
s<strong>al</strong>endo a Barcon – ammette Dondoni – Ce ne stiamo accorgendo. Davanti e <strong>di</strong>etro a una speculazione <strong>di</strong><br />
t<strong>al</strong>e portata ci può essere <strong>di</strong> tutto. Sono rimasti in 5 contro tutti». I cinque che sostengono il progetto sono<br />
«i promotori Colomberotto e Rotocart, il sindaco Paolo Quaggiotto, il governatore Luca Zaia e il presidente<br />
della Provincia, Leonardo Muraro». «Sull’opposta barricata– continua Dondoni – c’è tutta la gente comune.<br />
Tantissimi giovani mi stanno avvicinando per esprimere la loro contrarietà <strong>al</strong>l’operazione. Hanno a cuore la<br />
loro terra». Ieri sera l’assemblea pubblica convocata d<strong>al</strong> comitato spontaneo <strong>di</strong> Dondoni. Sul fronte del Cre<strong>di</strong>to<br />
Trevigiano continuano le attestazioni <strong>di</strong> solidarietà <strong>al</strong> presidente Nicola Di Santo dopo l’attacco sferratogli<br />
d<strong>al</strong>la Fiba Cisl e da «Il Giorn<strong>al</strong>e» che d<strong>al</strong>le sue colonne ha messo in <strong>di</strong>scussione la soli<strong>di</strong>tà dell’istituto bancario.<br />
Una cinquantina <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti ha firmato una lettera in <strong>di</strong>fesa dell’operato <strong>di</strong> Di Santo. Ma la guerra è anche<br />
interna <strong>al</strong> Cre<strong>di</strong>to Trevigiano. Una guerra tra sigle sindac<strong>al</strong>i: da un lato la Cgil d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro la Fiba Cisl. Reciproche<br />
le accuse. La Fiba Cisl precisa <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre la battaglia <strong>di</strong> Di Santo <strong>di</strong> «sottrarre un’intera area a chi vorrebbe<br />
depauperare il territorio con una logica <strong>di</strong> vera rapina ambient<strong>al</strong>e». Scinde il fronte Barcon da quello della<br />
situazione del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano. E su questo versante chiede a Di Santo <strong>di</strong> «mostrare i libri contabili» per<br />
certificare la soli<strong>di</strong>tà della sua banca.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
26 febbraio 2012<br />
Di Santo dubita sui posti <strong>di</strong> lavoro «Non so se il nostro paese ne beneficerà»<br />
«E’ indubbio che un progetto del genere comporterà maggiori opportunità lavorative: ma siamo sicuri che a<br />
beneficiarne saranno i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Vedelago? Il presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano Nicola Di Santo, sia nel corso<br />
dell’assemblea che a margine della stessa <strong>di</strong>ce la sua sull’unico punto riconosciuto positivo circa il mega polo<br />
<strong>di</strong> Barcon. «Ad esempio: quanti dei nostri figli sono <strong>di</strong>sposti a lavorare in un macello? Pongo la domanda<br />
110
perché io ho fatto questa esperienza in gioventù e sinceramente non so quanti giovani sono <strong>di</strong>sponibili a<br />
farla oggi. E la Colomberotto lascerebbe a casa oltre un centinaio dei suoi attu<strong>al</strong>i <strong>di</strong>pendenti per assumere<br />
person<strong>al</strong>e loc<strong>al</strong>e? E quest’ultimo sarebbe in grado <strong>di</strong> operare nel settore?». Di Santo elenca una serie <strong>di</strong><br />
esperienze passate e recenti che erano arrivate a Vedelago caratterizzandosi come foriere <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro:<br />
«Molti si ricorderanno la Sanremo, che doveva inse<strong>di</strong>arsi nell’area Pellizzari. Tutto ok, accordo con il Comune<br />
per tot assunzioni. Alla fine, ha dovuto riconoscere l’incapacità <strong>di</strong> mantenere quanto promesso». Altro<br />
esempio, la Breton: «Anche qui, a quanto mi risulta, le assunzioni re<strong>al</strong>i si contano sulle <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> una mano»,<br />
continua il presidente. Di Santo ci tiene a tener <strong>di</strong>stinta la questione polo da quella del casello della<br />
Pedemontana, anche se le cose sono conseguenti. Ma evidenzia che la concentrazione <strong>di</strong> attività commerci<strong>al</strong>i<br />
e industri<strong>al</strong>i nei pressi del casello sarà un vantaggio solo per qu<strong>al</strong>cuno: «E’ ovvio che le piccole re<strong>al</strong>tà<br />
attu<strong>al</strong>mente operanti nell’area non saranno in grado <strong>di</strong> sostenere la concorrenza con inse<strong>di</strong>amenti che hanno<br />
<strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le gran<strong>di</strong> gruppi impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>i. E il rischio chiusura è ben più che un timore». (d.n.)<br />
VEDELAGO Il futuro <strong>di</strong> Barcon deve essere deciso da una consultazione popolare: la politica deve rispettare<br />
quello che deciderà la maggioranza dei citta<strong>di</strong>ni. E’ questa la princip<strong>al</strong>e in<strong>di</strong>cazione che esce d<strong>al</strong>l’incontro<br />
convocato d<strong>al</strong> comitato spontaneo Barcon Viva nella barchessa <strong>di</strong> villa Pola, dove sono stati portati elementi<br />
utili affinchè la popolazione possa v<strong>al</strong>utare i pro e i contro del progettato polo agro-industri<strong>al</strong>e che vede in<br />
prima fila le aziende Colomberotto e Roto-Cart. Un incontro a cui hanno partecipato oltre 200 persone e<br />
dove, e non per volontà degli organizzatori, è mancata la voce <strong>di</strong> chi dovrebbe sostenere il progetto, in primis<br />
la maggioranza che governa attu<strong>al</strong>mente Vedelago. Pertanto, in assenza <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>ttorio, Fondazione <strong>Villa</strong><br />
<strong>Emo</strong> e It<strong>al</strong>ia Nostra hanno avuto gioco facile nell’evidenziare che il progetto prevede più svantaggi che<br />
vantaggi. L’unico tra quest’ultimi, ma con grossi se e ma, sarebbe un aumento delle opportunità lavorative:<br />
e su questo hanno puntato gli interventi del pubblico a favore del polo. Ovviamente maggiori i pareri contrari<br />
che hanno sottolineato come l’impatto del progetto non sarà limitato <strong>al</strong>l’area in questione, ma sarà ben più<br />
esteso per via che sarà impensabile un polo <strong>di</strong> questo tipo senza un casello sulla superstrada Pedemontana,<br />
che a Barcon non solo non è previsto, ma sconvolgerebbe l’attu<strong>al</strong>e equilibrio dei caselli esistenti nel<br />
montebellunese. Dopo le presentazioni del portavoce <strong>di</strong> Barcon Viva Ermes Dondoni, la parola è passata a<br />
Enzo Bergamini della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>: «Il rischio con questo intervento è quello <strong>di</strong> cancellare l’ultimo<br />
lembo <strong>di</strong> terra della provincia <strong>di</strong> Treviso dove non si è più intervenuto dagli anni Cinquanta, una testimonianza<br />
dell’economia agricola che ha sempre caratterizzato questa terra. Il pericolo sembrava essere stato scongiurato<br />
quando si è riusciti a non far finire <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> nelle mani dei cavatori, ma si ripresenta oggi. Pensiamo che ci<br />
siano <strong>al</strong>tre strade, più sostenibili, per creare sviluppo». Umberto Zan<strong>di</strong>giacomi <strong>di</strong> It<strong>al</strong>ia Nostra ha snocciolato<br />
una serie <strong>di</strong> articoli tra leggi region<strong>al</strong>i, piano territori<strong>al</strong>e region<strong>al</strong>e e provinci<strong>al</strong>e a tutela del territori . «Ci <strong>di</strong>cono<br />
che siamo il popolo del no, invece siamo quelli del sì <strong>al</strong> rispetto <strong>di</strong> queste leggi: il no lo stanno <strong>di</strong>cendo <strong>al</strong>tri».<br />
Sorprendenti i numeri presentati circa il consumo <strong>di</strong> terreno agricolo nella provincia <strong>di</strong> Treviso: d<strong>al</strong> 1983 ben<br />
il 5,8 per cento è sparito tra cave, urbanizzazioni e Pedemontana. E sono un mistero le cave trasformate in<br />
<strong>di</strong>scarica. Andrea Menegotto, <strong>di</strong> Proap It<strong>al</strong>ia, ha dato ampie anticipazioni dello stu<strong>di</strong>o sul futuro <strong>di</strong> Barcon<br />
commissionato d<strong>al</strong>la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>: in estrema sintesi, l’unico vantaggio sarebbe un aumento delle<br />
opportunità lavorative, gli svantaggi una forte compromissione del territorio, una pesante intereferenza nel<br />
sistema paesaggistico e artistico, uno sviluppo inse<strong>di</strong>ativo non pianificato. D<strong>al</strong>l’assemblea, molto partecipata,<br />
è arrivato l’annuncio del consigliere comun<strong>al</strong>e Oscar Bor<strong>di</strong>gnon: «Proporrò una consultazione popolare perché<br />
su questo progetto si pronuncino i <strong>di</strong>retti interessati, ovvero i citta<strong>di</strong>ni». Idea accolta da uno scrosciante<br />
applauso e poi raccolta anche da Nicola Di Santo, presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano, in conclusione: «Diamo<br />
la responsabilità <strong>di</strong> decidere ai citta<strong>di</strong>ni: e qu<strong>al</strong>unque sarà il responso, dovrà essere rispettato».<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
26 febbraio 2012<br />
La vicenda dei nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi <strong>di</strong> Barcon, per un grande macello e una grande cartiera, e <strong>di</strong><br />
Cas<strong>al</strong>e per l’Ikea con annesso un mega centro commerci<strong>al</strong>e rappresenta uno spartiacque per decidere qu<strong>al</strong>e<br />
tipo <strong>di</strong> sviluppo intende perseguire questa provincia come già evidenziato d<strong>al</strong> residente della Fondazione<br />
Benetton. Il tema è capire se è proprio necessario andare ad incidere sulla provincia con nuove aree quando<br />
111
in re<strong>al</strong>tà nella Marca sono state censiti 20 milioni <strong>di</strong> metri quadri <strong>di</strong> area produttiva e industri<strong>al</strong>e inutilizzati su<br />
un tot<strong>al</strong>e <strong>di</strong> 80 milioni <strong>di</strong> metri quadri complessivi.<br />
Si tratta per<strong>al</strong>tro <strong>di</strong> una eccedenza, figlia della cementificazione selvaggia procurata d<strong>al</strong>la Tremonti bis<br />
combinata poi con la crisi arrivata nel 2008, che riguarda aree spesso sfornite <strong>di</strong> infrastrutture come gli<br />
impianti fognari e slegate da idonei collegamenti viari e servizi. Queste cattedr<strong>al</strong>i nel deserto rappresentano<br />
un deterioramento del territorio provinci<strong>al</strong>e già evidenziato nel Ptcp della Provincia. Che non solo accoglie<br />
nei fatti l’urgenza <strong>di</strong> mettere fine <strong>al</strong>la cementificazione selvaggia e <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata, ma pone l’accento sulla<br />
necessità <strong>di</strong> superare la <strong>di</strong>sseminazione territori<strong>al</strong>e delle aree del secondario e terziario secondo una logica<br />
che giustamente evidenzia come il problema della nostra economia loc<strong>al</strong>e non sia quantitativo, cioè quante<br />
aree e attività produttive abbiamo, ma qu<strong>al</strong>itativo. La crescita <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata e casu<strong>al</strong>e della nostra economia,<br />
drogata d<strong>al</strong> mito del “piccolo è bello” è una delle cause della nostra attu<strong>al</strong>e sofferenza.<br />
Siamo per<strong>al</strong>tro la provincia che ha una metratura commerci<strong>al</strong>e occupata d<strong>al</strong>la <strong>di</strong>stribuzione pari a mille metri<br />
quadrati ogni mille abitanti, il che ci pone molto <strong>al</strong> <strong>di</strong> sopra della me<strong>di</strong>a europea e che ci colloca persino oltre<br />
le punte massime che vengono raggiunte in Francia e Germania. Con tutto questo surplus <strong>di</strong> metri quadri<br />
inutilizzati è proprio necessario promuovere nuove e<strong>di</strong>ficazione e non procedere invece <strong>al</strong>la riqu<strong>al</strong>ificazione<br />
dell’esistente? Il <strong>di</strong>battito sugli inse<strong>di</strong>amenti Ikea e <strong>di</strong> Barcon è tutto incentrato su questo. Sapendo che <strong>di</strong>etro<br />
<strong>al</strong>le nuove re<strong>al</strong>izzazioni esiste un giro <strong>di</strong> affari <strong>di</strong>retto e in<strong>di</strong>retto da cui non si può estrapolare la speculazione,<br />
che guadagna, con il metodo e i mo<strong>di</strong> della finanza che ci ha trascinato in recessione, sulla trasformazione<br />
delle destinazioni d’uso dei terreni. Con il bene placito dei Comuni, purtroppo, che intravedono in queste<br />
operazioni la possibilità <strong>di</strong> fare cassa. A chi come il presidente Muraro smentisce il suo stesso Ptcp, <strong>di</strong>cendosi<br />
favorevole a quelle nuove e<strong>di</strong>ficazioni che stanno fuori d<strong>al</strong>la strategia <strong>di</strong>chiarata d<strong>al</strong>la Provincia, noi<br />
proponiamo un pensiero later<strong>al</strong>e: non ci si deve occupare delle singole nuove strutture, ma collocarle, per<br />
quello che devono avere e possono dare, nell’ambito <strong>di</strong> una visione d’insieme. Lo sviluppo va riqu<strong>al</strong>ificato<br />
attraverso la trasformazione dell’esistente, una formula che da un lato riduce il danno della cementificazione,<br />
d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro ripara i guasti già fatti e ci consente <strong>di</strong> non perdere il patrimonio rur<strong>al</strong>e che ha un significato non<br />
solo d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista ambient<strong>al</strong>e ma anche economico.<br />
*segretario gener<strong>al</strong>e Cgil provinci<strong>al</strong>e Treviso<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
24 febbraio 2012<br />
Su Barcon l’ombra della crimin<strong>al</strong>ità<br />
Laura Puppato (Pd) denuncia: «Vigileremo su ogni possibile aspetto dell’operazione e della Superstrada<br />
Pedemontana»<br />
VEDELAGO Sulle campagne <strong>di</strong> Barcon si <strong>al</strong>lunga l’ombra della crimin<strong>al</strong>ità organizzata. Laura Puppato nutre il<br />
sospetto: non lo <strong>di</strong>ce chiaramente ma vorrebbe essere più esplicita. Due giorni fa ha presentato<br />
un’interrogazione a Luca Zaia perchè vigili sulle infiltrazioni mafiose nei lavori <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzazione della Superstrada<br />
Pedemontana Veneta (un <strong>di</strong>rigente della Sis, subito <strong>al</strong>lontanato, è indagato per mafia a P<strong>al</strong>ermo). Ora rilancia<br />
e collega l’avvertimento trasvers<strong>al</strong>e giunto a Nicola Di Santo e <strong>al</strong> Cre<strong>di</strong>to Trevigiano per l’ostilità <strong>al</strong> polo<br />
industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. «Il presidente della banca evidentemente ha elementi <strong>di</strong> conoscenza maggiore, ma io<br />
credo che sulla vicenda Barcon vada acceso un riflettore» sibila il capogruppo del Pd in consiglio region<strong>al</strong>e.<br />
«Non credo che Colomberotto e Rotocart abbiano la forza per un investimento economico <strong>di</strong> queste<br />
<strong>di</strong>mensioni: è bene vigilare » aggiunge Laura Puppato, che sta mettendo insieme <strong>al</strong>cuni dettagli. Che insieme<br />
formano un’immagine inquietante. «E’ scand<strong>al</strong>oso l’atteggiamento della Lega Nord, <strong>di</strong>ventato il partito <strong>di</strong><br />
riferimento dei maggiori potentati economici. Di Santo, la cui ostilità <strong>al</strong> progetto Barcon è limpida e<br />
trasparente, è preso <strong>di</strong> mira perchè non si fa teleguidare dagli interessi economici. La Lega mostra una<br />
spregiu<strong>di</strong>catezza senza precedenti, che va fermata nell’interesse del nostro territorio. Il sostegno del sindaco<br />
<strong>di</strong> Vedelago, la posizione <strong>di</strong> Muraro, l’atteggiamento pilatesco della Regione: sono tutti elementi che fanno<br />
pensare che questo progetto sia protetto. Noi saremo sentinelle del territorio e vigileremo contro ogni<br />
possibilità <strong>di</strong> infiltrazione e <strong>di</strong> interessi particolari. E’ ora <strong>di</strong> smetterla con il saccheggio del territorio a fini<br />
puramente speculativi». Sui veleni <strong>di</strong>stillati contro il Cre<strong>di</strong>to Trevigiano e il suo presidente, Nicola Di Santo,<br />
registriamo un’ondata <strong>di</strong> solidarietà. W<strong>al</strong>ter Veronese, presidente <strong>di</strong> Confartigianato Castelfranco, e Stefano<br />
112
Zanatta, presidente <strong>di</strong> Confartigianato AsoloMontebelluna, hanno rilasciato questa <strong>di</strong>chiarazione: «Piena<br />
solidarietà a Cre<strong>di</strong>to Trevigiano, <strong>al</strong> suo presidente Di Santo ed <strong>al</strong> <strong>di</strong>rettore gener<strong>al</strong>e Umberto Longo. Siamo<br />
convinti che dobbiamo ripensare la qu<strong>al</strong>ità del nostro sviluppo non solo per poter competere adeguatamente<br />
nell’economia glob<strong>al</strong>e e per accrescere la competitività delle nostre Pmi. Il progetto <strong>di</strong> Barcon sembra fermo<br />
agli anni’50 ed anche i posti <strong>di</strong> lavoro promessi sembrano esagerati. Il territorio della Pedemontana intende<br />
presentarsi come luogo dell’innovazione e della cultura produttiva» . Anche i <strong>di</strong>pendenti si sono mobiltiati,<br />
dopo la nota della Fabi Cisl che chiedeva spiegazione <strong>di</strong> conti e poltrone <strong>al</strong> presidente Di Santo: c’è «un<br />
atteggiamento <strong>di</strong>sfattista <strong>di</strong> una sigla sindac<strong>al</strong>e che invece <strong>di</strong> tutelare i <strong>di</strong>pendenti opera per creare<br />
apprensione e <strong>di</strong>scre<strong>di</strong>to verso l’azienda. Tutti i colleghi, in questo momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile congiuntura economica<br />
e avendo a cuore il proprio posto <strong>di</strong> lavoro, sono impegnati a fronteggiare questa crisi che non lascia spazio<br />
a tatticismi <strong>di</strong> sorta o insinuazioni tendenziose, riteniamo che ciò crei un danno in<strong>di</strong>retto ai <strong>di</strong>pendenti. Certe<br />
ripicche andrebbero esposte nelle se<strong>di</strong> opportune e non sui giorn<strong>al</strong>i con l’intento <strong>di</strong>sfattista. Seguirà nei<br />
prossimi giorni un comunicato uffici<strong>al</strong>e della Fabi». Nel pomeriggio, tutti i responsabili <strong>di</strong> fili<strong>al</strong>e sono stati<br />
chiamati a villa <strong>Emo</strong> per la firma <strong>di</strong> un documento <strong>di</strong> solidarietà <strong>al</strong> presidente.<br />
Il comitato: il Comune esca <strong>al</strong>lo scoperto<br />
Stasera la tavola rotonda a villa Pola. Dondoni critico: «Tocca a noi illustrare il progetto<br />
<strong>al</strong>la gente».<br />
VEDELAGO «È ora che l’amministrazione comun<strong>al</strong>e e chi la guida esca <strong>al</strong>lo scoperto sulla questione Barcon.<br />
Ci sono troppe incertezze che devono essere chiarite». Il comitato Barcon Viva, attraverso il suo portavoce<br />
Ermes Dondoni, chiama in causa il sindaco, Paolo Quaggiotto, affinchè una volta per tutte siano chiarite le<br />
intenzioni del Comune. «Quando un anno fa si è cominciato a parlare del progetto – spiega Dondoni –<br />
sembrava che <strong>di</strong> lì a poco fossero messi nero su bianco qu<strong>al</strong>gli investimenti che si volevano fare in quell’area.<br />
Ma da <strong>al</strong>lora non c’è stata più la possibilità <strong>di</strong> un confronto concreto su un tema <strong>di</strong> grande importanza per il<br />
nostro territorio. E si sono susseguiti solo i “si <strong>di</strong>ce”». L’incertezza è anche data d<strong>al</strong> fatto che il comitato non<br />
ha potuto prendere visione dei documenti sui qu<strong>al</strong>i confrontarsi: «Sappiamo che c’è un progetto che giace in<br />
Regione e che attende i pareri <strong>di</strong> Comune e Provincia. Ci risulta che ce ne sia uno in Provincia, ma girano<br />
voci, tutte ovviamente da confermare, che sia <strong>di</strong>fferente. Su qu<strong>al</strong>e ci si baserà per l’operazione Barcon?». E<br />
non aiutano a fare chiarezza le notizie recenti. «Colomberotto ha annunciato che sta rivolgendo <strong>al</strong>trove la<br />
sua attenzione rispetto a Barcon e che <strong>al</strong>cune <strong>di</strong> quelle attività qui previste hanno già preso <strong>al</strong>tre strade. Ci<br />
atten<strong>di</strong>amo che d<strong>al</strong>le parole, l’impren<strong>di</strong>tore passi ai fatti, ovvero rinunciando o mo<strong>di</strong>ficando il piano già<br />
presentato». La questione Barcon <strong>al</strong>lo stato attu<strong>al</strong>e risulta <strong>al</strong>quanto confusa: da più parti si è espressa<br />
chiaramente una contrarietà <strong>al</strong> progetto, sia d<strong>al</strong>le forze politiche come il Pd, da associazioni come Fai e It<strong>al</strong>ia<br />
Nostra e Wwf, d<strong>al</strong>la Confartigianato castellana, oltre che d<strong>al</strong> Cre<strong>di</strong>to Trevigiano e d<strong>al</strong>la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>,<br />
e ovviamente i comitati spontanei Barcon Viva e e comitato civico Vedelago. La Regione attende il parere<br />
delle amministrazioni loc<strong>al</strong>i, mentre uno dei princip<strong>al</strong>i investitori ha annunciato <strong>di</strong> sfilarsi d<strong>al</strong>l’operazione. «A<br />
fronte <strong>di</strong> questa situazione per nulla chiara – <strong>di</strong>ce Dondoni – proviamo noi a dare qu<strong>al</strong>che elemento utile ai<br />
citta<strong>di</strong>ni sul progetto». L’occasione sarà la tavola rotonda <strong>di</strong> questa sera a <strong>Villa</strong> Pola dove, con gli interventi <strong>di</strong><br />
Umberto Zan<strong>di</strong>giacomi (It<strong>al</strong>ia Nostra), Andrea Menegotto (Proap It<strong>al</strong>ia) ed Enzo Bergamin (<strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>) saranno<br />
presentati i pro ed i contro <strong>di</strong> questo mega inse<strong>di</strong>amento.<br />
Il presidente Di Santo dopo l’attacco<br />
«Sostegno da soci e clienti Sono la forza della banca»<br />
VEDELAGO «Preoccupazioni per le presunte cattive acque in cui navigherebbe il Cre<strong>di</strong>to Trevigiano? Per quanto<br />
mi riguarda non ce ne sono. Se può v<strong>al</strong>ere come in<strong>di</strong>ce statistico è tutto il giorno che devo mettere il cellulare<br />
in carica per le tantissime telefonate <strong>di</strong> sostegno che mi stanno arrivando». Nicola Di Santo, il presidente<br />
dell’istituto bancario <strong>di</strong> Vedelago, il giorno dopo la notizia pubblica da «Il Giorn<strong>al</strong>e» sullo stato <strong>di</strong> s<strong>al</strong>ute della<br />
banca non perde l’ottimismo. Tutt’<strong>al</strong>tro. «Riba<strong>di</strong>sco che <strong>di</strong>etro a tutto questo c’è un attacco <strong>al</strong>la mia persona<br />
per il mio impegno contro il progetto <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento industri<strong>al</strong>e a Barcon. Non vedo <strong>al</strong>tre giustificazioni,<br />
anche <strong>al</strong>la luce degli avvertimenti ricevuti. Ai numeri si può far <strong>di</strong>re tutto e il contrario <strong>di</strong> tutto, lo sappiamo<br />
bene: ma lo stato <strong>di</strong> s<strong>al</strong>ute della banca non è quello descritto, lo <strong>di</strong>co con assoluta certezza». E, da quanto<br />
<strong>di</strong>chiara, i soci continuano ad aver fiducia nel suo operato: «E’ ovvio che mi ha fatto molto piacere ricevere<br />
quelle chiamate <strong>di</strong> solidarietà, anche perché mi confermano che come banca abbiamo scelto una linea<br />
largamente con<strong>di</strong>visa: essere vicina <strong>al</strong> territorio. E questo vuol <strong>di</strong>re anche opporsi a interventi che possono<br />
113
snaturarlo per sempre». Per Di Santo, tornando <strong>al</strong>l’affidabilità del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano, le performance registrate<br />
sono sicuramente migliori <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri soggetti del circuito cre<strong>di</strong>to cooperativo. «Sempre in riferimento <strong>al</strong>l’attu<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong>fficile congiuntura economica. E questo anche perché abbiamo continuato a dare fiducia <strong>al</strong>le imprese,<br />
anche se piccole e anche se in sofferenza. Ad esempio recentemente abbiamo deciso <strong>di</strong> sostenere un’impresa<br />
esposta già per 50 mila euro, mentre un’<strong>al</strong>tra banca aveva preteso il rientro per soli 600 euro». E circa una<br />
possibile guerra per le poltrone, Di Santo conclude: «Appuntamenti prossimi non ce ne sono se non l’anno<br />
venturo. Magari stanno sc<strong>al</strong>dando i motori…».<br />
Corriere del Veneto<br />
Cre<strong>di</strong>to Trevigiano, ora manager e <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong>fendono il presidente: «Basta con i<br />
veleni»<br />
VEDELAGO — Mercoledì un pezzo del Giorn<strong>al</strong>e che attacca il Cre<strong>di</strong>to Trevigiano Bcc e il suo presidente per i<br />
dati <strong>di</strong> bilancio (speci<strong>al</strong>mente per il crollo dei profitti, meno 78%), seguito da una nota della Fiba-Cisl in cui<br />
si chiede a Nicola <strong>di</strong> Santo <strong>di</strong> «fare chiarezza». Ieri una lettera <strong>di</strong> solidarietà <strong>al</strong>lo stesso Di Santo da parte <strong>di</strong><br />
80 responsabili <strong>di</strong> funzioni <strong>di</strong> servizi, fra cui anche persone iscritte <strong>al</strong>la stessa Fiba.<br />
Quanto si agita attorno <strong>al</strong>l’istituto bancario <strong>di</strong> Vedelago sta conoscendo, in questi ultimi giorni, una fase<br />
particolarmente intensa, probabilmente non <strong>di</strong>sgiunta d<strong>al</strong>la posizione contraria assunta d<strong>al</strong> presidente, che<br />
guida anche la Fondazione «<strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>», sul progetto <strong>di</strong> un grande polo agro industri<strong>al</strong>e nella vicina Barcon.<br />
Progetto per bloccare il qu<strong>al</strong>e Di Santo aveva chiesto (e ottenuto) per<strong>fino</strong> un colloquio con la Presidenza della<br />
Repubblica, <strong>al</strong> Quirin<strong>al</strong>e.<br />
Nel documento, i firmatari parlano dei numeri pubblicati d<strong>al</strong> quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong>retto da Alessandro S<strong>al</strong>lusti come<br />
<strong>di</strong> dati «parzi<strong>al</strong>i, imprecisi e decontestu<strong>al</strong>izzati». «Sentendoci tutti parte integrante della struttura operativa<br />
della banca ed essendo ben consci del momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà dell’economia loc<strong>al</strong>e - aggiungono - nella serena<br />
consapevolezza della v<strong>al</strong>i<strong>di</strong>tà del patrimonio umano, inten<strong>di</strong>amo procedere senza farci <strong>di</strong>sturbare da<br />
interferenze esterne su una strada pur lunga e faticosa». Contemporaneamente, <strong>di</strong>ce ancora il presidente,<br />
non si contano le telefonate <strong>di</strong> incoraggiamento che ieri avrebbe ricevuto. «Mi pare <strong>di</strong> essere ritornato <strong>al</strong> tifo<br />
dei tempi dell’acquisto <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>. Se hanno apprezzato quell’operazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa del territorio, perché gli<br />
amici della Fiba, invece che attaccarmi, non plaudono <strong>al</strong> mio sforzo per tutelare Barcon da un inse<strong>di</strong>amento<br />
che deturperebbe il nostro paesaggio?».<br />
Sempre che le ragioni <strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le <strong>di</strong> quell’articolo, per<strong>al</strong>tro non firmato, siano davvero riconducibili agli ostacoli<br />
che Di Santo starebbe creando ai grossi portatori <strong>di</strong> interessi coinvolti nel progetto industri<strong>al</strong>e. «Due persone<br />
che conosco, nei giorni scorsi, l’una person<strong>al</strong>mente e l’<strong>al</strong>tra <strong>al</strong> telefono - sottolinea il presidente - mi avevano<br />
preannunciato cattive sorprese sui giorn<strong>al</strong>i legate <strong>al</strong>la mia <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Barcon. L’attacco del Giorn<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la banca<br />
da me presieduta potrebbe anche essere un caso, ma la coincidenza è inquietante». Così com’è giu<strong>di</strong>cato<br />
inspiegabile l’accodamento del sindacato con un riferimento <strong>al</strong> quadro occupazion<strong>al</strong>e. «Ricordo <strong>al</strong>la Fiba che<br />
l’accordo firmato prevede una fuoriuscita su base volontaria <strong>fino</strong> a otto persone e l’impegno <strong>al</strong>la<br />
contemporanea assunzione, <strong>al</strong> loro posto, della stessa quantità <strong>di</strong> giovani. Quin<strong>di</strong> nessuna riduzione <strong>di</strong><br />
organico».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
23 febbraio 2012<br />
Un affare da 330 milioni sulle terre dei Pomini<br />
VEDELAGO La procedura è la stessa attivata per la re<strong>al</strong>izzazione della nuova Ikea a Cas<strong>al</strong>e sul Sile: l’articolo<br />
32 della legge region<strong>al</strong>e 35/2001. E giace a Venezia dove la giunta region<strong>al</strong>e deve <strong>di</strong>chiarare «l’interesse<br />
region<strong>al</strong>e» dell’operazione, presentata da due <strong>di</strong>tte private –Colomberotto spa <strong>di</strong> Moriago della Battaglia e<br />
Rotocart spa <strong>di</strong> Piombino Dese – e con l’av<strong>al</strong>lo del Comune <strong>di</strong> Vedelago. Per il via libera fin<strong>al</strong>e, però, sono<br />
previsti i pareri obbligatori del consiglio comun<strong>al</strong>e, del consiglio provinci<strong>al</strong>e e <strong>di</strong> tutti gli enti competenti. Solo<br />
a quel punto il presidente della Giunta region<strong>al</strong>e dà il via libera. Il progetto del polo industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon<br />
114
prevede la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un impianto <strong>di</strong> macellazione e <strong>di</strong> lavorazione/confezionamento della carne (il più<br />
grande macello d’Europa), un impianto <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> carta, un casello autostrad<strong>al</strong>e <strong>di</strong> collegamento <strong>al</strong>la<br />
Superstrada Pedemontana Veneta e <strong>di</strong> <strong>al</strong>cuni impianti accessori:un <strong>di</strong>gestore per gli scarti della macellazione,<br />
un centro ricerca, un impianto <strong>di</strong> miscelazione. La superficie occupata sarebbe <strong>di</strong> 90 ettari complessivi, i posti<br />
<strong>di</strong> lavoro attesi <strong>di</strong>chiarati d<strong>al</strong> progetto sono seicento. Previsto lo scavo <strong>di</strong> 2 milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> ghiaia.<br />
L’investimento delle due industrie è <strong>di</strong> 330 milioni <strong>di</strong> euro. La contropartita pubblica è legata, oltre agli aspetti<br />
occupazion<strong>al</strong>i, nella re<strong>al</strong>izzazione del casello <strong>di</strong> Barcon per un v<strong>al</strong>ore <strong>di</strong> 11 milioni <strong>di</strong> euro e d<strong>al</strong>la cessione <strong>di</strong><br />
aree per un v<strong>al</strong>ore pari a un milione <strong>di</strong> euro. Le aree sono già state acquisite, nel 2001, d<strong>al</strong>la <strong>di</strong>tta<br />
Colomberotto, che detiene un’importante st<strong>al</strong>la a poche centinaia <strong>di</strong> metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza: erano <strong>di</strong> proprietà<br />
della famiglia <strong>di</strong> Guido Pomini, attu<strong>al</strong>e presidente dell’Ascom provici<strong>al</strong>e. Contro l’operazione Barcon si sono<br />
già <strong>di</strong>chiarati, oltre <strong>al</strong> Cre<strong>di</strong>to Trevigiano che ha sede nella vicina <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, Confartigianato, Cna, It<strong>al</strong>ia Nostra,<br />
il Fai, il WWF, il Partito Democratico e il Comitato spontaneo Barcon Viva, che con il Comitato civico Vedelagoha<br />
promosso per domani sera una nuova riunione: sono previsti i contributi <strong>di</strong> Umberto Zan<strong>di</strong>giacomi (It<strong>al</strong>ia<br />
Nostra), Andrea Menegotto <strong>di</strong> PROAP It<strong>al</strong>ia, Enzo Bergamin (Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>). L’incontro si svolgerà<br />
con inizio <strong>al</strong>le 20,30 nella barchessa <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> Pola a Barcon.<br />
Bufera sul Cre<strong>di</strong>to «Veleni per Barcon»<br />
Crollo degli utili, b<strong>al</strong>zo delle sofferenze e troppe poltrone per il vertice Il presidente Nicola Di Santo: «Una<br />
vendetta per l’ostilità <strong>al</strong> polo industri<strong>al</strong>e» TREVISO Veleni sulla banca Cre<strong>di</strong>to Trevigiano. E il presidente Nicola<br />
Di Santo accusa: «Mi avevano preannunciato una campagna denigratoria a causa del nostro impegno contro<br />
il polo industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Eccone i primi effetti». L’accusa, gravissima, getta un’ombra inquietante su<br />
protagonisti e comprimari <strong>di</strong> una delle operazioni più importanti e <strong>di</strong>scusse della Marca. Prima «vittima» <strong>di</strong><br />
questa strategia sarebbe la Banca <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to cooperativo Cre<strong>di</strong>to Trevigiano <strong>di</strong> Vedelago. «Il Giorn<strong>al</strong>e»,<br />
quoti<strong>di</strong>ano che fa riferimento <strong>al</strong>la famiglia <strong>di</strong> Silvio Berlusconi, pubblica un corsivo che <strong>di</strong>stilla veleno. E<br />
snocciola una serie <strong>di</strong> dati e cifre impressionanti: crollo dei profitti (meno 78% d<strong>al</strong> 2008 <strong>al</strong> 2010), impennata<br />
dei cre<strong>di</strong>ti deteriorati (92 milioni a <strong>di</strong>cembre), amministratori beneficiari <strong>di</strong> affidamenti (per 32 milioni <strong>di</strong> euro),<br />
presidente incollato <strong>al</strong>le poltrone (14). «La banca è in s<strong>al</strong>ute e questi dati sono capziosi e imprecisi – si affretta<br />
a smentire il presidente Nicola Di Santo –. Voglio rassicurare tutti i soci, i <strong>di</strong>pendenti e il mercato che il nostro<br />
istituto è assolutamente solvibile e non ci sono preoccupazioni, se non quelle legate a una <strong>di</strong>fficile congiuntura<br />
economica complessiva. Il nostro Tier 1 è del 13,92, il coefficiente <strong>di</strong> solvibilità è del 14,50, la classe <strong>di</strong> rischio<br />
è 1, la più bassa. Gli affidamenti a consiglieri ed amministratori ammontano, complessivamente, a 1 milione<br />
e 40 mila euro. I quattor<strong>di</strong>ci incarichi che ricopro sono legati <strong>al</strong> mondo del cre<strong>di</strong>to cooperativo e <strong>al</strong>la mia<br />
professione <strong>di</strong> commerci<strong>al</strong>ista». Insomma: i profitti sono <strong>di</strong>minuiti, i cre<strong>di</strong>ti incagliati sono re<strong>al</strong>i, gli affidamenti<br />
agli amministratori sono <strong>di</strong> molto inferiori, le poltrone del presidente sono effettivamente 14, ma solo<br />
considerando gli incarichi <strong>di</strong> revisore o <strong>di</strong> sindaco <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che società privata. Poi, l’accusa: «C’è una strategia<br />
precisa <strong>di</strong>etro a queste informazioni - commenta Nicola Di Santo –. Una precisa campagna denigratoria messa<br />
in atto per il mio impegno contro l’operazione <strong>di</strong> Barcon. Un progetto che noi riteniamo sbagliato per il territorio<br />
e che abbiamo sempre osteggiato, ma <strong>al</strong>la luce del sole. I nostri clienti, anzi, ci spingono ad andare avanti,<br />
preoccupati per il consumo del territorio». Di Santo nega <strong>di</strong> aver ricevuto minacce vere e proprie: «No, minacce<br />
precise no. Ma a Vedelago mi hanno suggerito, da tempo, <strong>di</strong> lasciar perdere, <strong>di</strong> non ficcare il naso in questa<br />
cosa. Ritengo si tratti <strong>di</strong> persone che rappresentano interessi <strong>di</strong>versi, ma io non intendo mollare: secondo<br />
noi è un’operazione sbagliata per il territorio. Del resto lo <strong>di</strong>cono anche <strong>al</strong>tri: associazioni <strong>di</strong> categoria,<br />
ambient<strong>al</strong>isti, citta<strong>di</strong>ni, partiti politici». Ma a gettare s<strong>al</strong>e sulle ferite è anche il sindacato dei bancari Fabi-Cisl:<br />
«Per ciò che viene raccontato ma anche per i fatti accaduti <strong>di</strong> recente in questa banca, riteniamo necessario<br />
che il presidente <strong>di</strong>ca, a questo punto, tutta la verità sullo stato <strong>di</strong> s<strong>al</strong>ute della Banca» osserva Massimiliano<br />
Paglini, segretario gener<strong>al</strong>e Fiba-Cisl Treviso. «Siamo preoccupati soprattutto per ciò che riguarda i risultati <strong>di</strong><br />
lungo periodo, la caduta dei profitti e soprattutto la crescita dei cre<strong>di</strong>ti deteriorati. Non sfugge certamente la<br />
situazione <strong>di</strong> contesto gener<strong>al</strong>e e l’impatto sulle imprese e sulle banche, soprattutto quelle <strong>di</strong> piccole<br />
<strong>di</strong>mensioni. Ci risulta anche però, che le Bcc più piccole rimaste ancorate <strong>al</strong>la propria identità ed <strong>al</strong> servizio <strong>al</strong><br />
territorio, pur nelle <strong>di</strong>fficoltà gener<strong>al</strong>i, continuino a sostenere il passo». E insiste: «Negli anni – prosegue Paglini<br />
- abbiamo sostenuto e con<strong>di</strong>viso le decisioni lungimiranti e responsabili dello stesso Presidente quanto<br />
sottraeva ai cavatori loc<strong>al</strong>i la p<strong>al</strong>la<strong>di</strong>ana <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, restituendola <strong>al</strong> territorio; abbiamo poi osservato con<br />
attenzione le decisioni <strong>di</strong> sostituire troppo frequentemente i <strong>di</strong>rettori gener<strong>al</strong>i. Da un paio d’anni a questa<br />
parte però qu<strong>al</strong>cosa è cambiato. Da un sana e proficua concertazione tra le parti soci<strong>al</strong>i siamo scivolati<br />
115
irrime<strong>di</strong>abilmente verso tensioni, sospetti, inappropriate attribuzioni <strong>di</strong> responsabilità ‘agli’ e ‘tra gli’ stessi<br />
<strong>di</strong>pendenti, che con abnegazione ed esemplare impegno hanno seguito, sostenuto e favorito la crescita della<br />
Bcc Cre<strong>di</strong>to Trevigiano». La Cisl accusa: la recente gestione degli esuberi ha fatto precipitare i rapporti. Se<br />
fossero confermate le in<strong>di</strong>screzioni, <strong>di</strong>stilla il sindacato, saremmo <strong>di</strong> fronte a «l’imperizia o l’imprudenza <strong>di</strong> un<br />
management ‘pescato d<strong>al</strong> nulla’ che vuol ‘far cambiare pelle’ <strong>al</strong>la banca». Il presidente Di Santo risponde<br />
così:«Con il sindacato abbiamo avuto qu<strong>al</strong>che tensione, è vero. Ma <strong>al</strong>la fine abbiamo raggiunto un’intesa su<br />
base volontaria per far uscire i <strong>di</strong>pendenti che si trovano a meno <strong>di</strong> 5 anni d<strong>al</strong>l’età pensionabile. Lo fanno<br />
tutte le imprese e credo rappresenti un’opportunità anche per i lavoratori che ne stanno usufruendo».<br />
Uno scontro <strong>di</strong> poltrone <strong>di</strong>etro i siluri contro villa <strong>Emo</strong><br />
IL RETROSCENA<br />
E se le accuse <strong>al</strong> bilancio poco brillante del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano fossero semplicemente una questione<br />
<strong>di</strong>...poltrone?Il dubbio serpeggia tra le eleganti stanze <strong>di</strong> villa <strong>Emo</strong>, dove si sta consumando una guerra senza<br />
quartiere in vista della prossima assemblea dei soci, prevista per la fine <strong>di</strong> aprile. In <strong>al</strong>tre parole, la situazione<br />
è questa: il presidente Nicola Di Santo, commerci<strong>al</strong>ista <strong>di</strong> Vedelago, ha inse<strong>di</strong>ato sulla poltrona <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore<br />
gener<strong>al</strong>e un siciliano <strong>di</strong> grande esperienza come Umberto Longo, <strong>di</strong> provenienza Poste spa e hol<strong>di</strong>ng<br />
nazion<strong>al</strong>e delle casse rur<strong>al</strong>i. A chi gli ha fatto notare che <strong>al</strong>cuni interni avrebbero potuto nutrire qu<strong>al</strong>che<br />
ambizione non ha battuto ciglio. E dato piena fiducia a Longo. Ora i due vice<strong>di</strong>rettori gener<strong>al</strong>i, Gioachino<br />
Basso e Primo Franchetto, sono <strong>al</strong>la vigilia del pensionamento e le loro poltrone fanno gola. Al consiglio <strong>di</strong><br />
amministrazione i <strong>di</strong>pendenti hanno fatto sapere <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>sponibili a sostenere la can<strong>di</strong>datura <strong>di</strong> Nicola Di<br />
Santo. Facendo capire che gra<strong>di</strong>rebbero un’apertura del board a un rappresentante dei <strong>di</strong>pendenti. Alla<br />
risposta – piccatamente negativa –del vertice della banca sarebbero scattati veleni e siluri, culminati proprio<br />
con una serie <strong>di</strong> informazioni riservate fatte trapelare <strong>al</strong>l’esterno. Un atteggiamento che si può concludere in<br />
due mo<strong>di</strong>: con una me<strong>di</strong>azione oppure con uno scontro a chi è più forte. In entrambe le ipotesi, la soluzione<br />
arriverà prima della prossima assemblea.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
22 febbraio 2012<br />
BARCON<br />
Dibattito a villa Pola sul maxi macello<br />
VEDELAGO Venerdì <strong>al</strong>le 20.30 <strong>al</strong>la Barchessa <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> Pola <strong>di</strong> Barcon ci sarà un incontro informativo sul progetto<br />
del polo agroindustr<strong>al</strong>e previsto nelle campagne <strong>di</strong> via Terza Armata. L’iniziativa è promossa d<strong>al</strong> comitato<br />
spontaneo «Barcon Viva» in collaborazione con Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, It<strong>al</strong>ia Nostra e Comitato Civico <strong>di</strong><br />
Vedelago. Tra i relatori l’architetto Umberto Zan<strong>di</strong>giacomi (It<strong>al</strong>ia Nostra) e l’architetto Andrea Menegotto <strong>di</strong><br />
Proap It<strong>al</strong>ia. Moderatore Enzo Bergamin (Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>). L’incontro vuole informare la popolazione<br />
in merito <strong>al</strong> maxi progetto promosso d<strong>al</strong>le <strong>di</strong>tte Colomberotto e Rotocart per la costruzione <strong>di</strong> un’area<br />
agroindustri<strong>al</strong>e proprio a Barcon. Il comitato spontaneo Barcon Viva si batte da un anno contro il progetto<br />
che invece ha ottenuto la «bene<strong>di</strong>zione» del sindaco Paolo Quaggiotto. A spaventare la popolazione sono i<br />
numeri. L’area agroindustri<strong>al</strong>e andrebbe a consumare un’area complessiva <strong>di</strong> 90 ettari <strong>di</strong> campagna,<br />
corrispondenti a 180 campi trevigiani, dove andrebbero ad inse<strong>di</strong>arsi un centro per la macellazione della<br />
carne, una cartiera e un farmer market. All’incontro sono stati invitati anche i capigruppo consiliari e anche<br />
rappresentanti dei princip<strong>al</strong>i sindacati dei lavoratori. L’evento è stato promosso con un volantinaggio serrato.<br />
Una locan<strong>di</strong>na dell’iniziativa è stata recapitata a tutte le famiglie della frazione. Sul progetto, per<strong>al</strong>tro, la stessa<br />
giunta vedelaghese è <strong>di</strong>visa. Favorevole il sindaco Quaggiotto in quota Lega. Dubbiosa (se non contraria) la<br />
componente Pdl. La Provincia si è inizi<strong>al</strong>mente espressa negativamente rispetto <strong>al</strong> progetto, ribadendo che<br />
si trova in contrasto con quanto previsto attu<strong>al</strong>mente d<strong>al</strong> Piano Territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinci<strong>al</strong>e<br />
(Ptcp).<br />
116
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
21 febbraio 2012<br />
IKEA E BARCON CEMENTO STOP NELLA MARCA<br />
<strong>di</strong> PAOLINO BARBIERO La vicenda dei nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi <strong>di</strong> Barcon, per un grande macello e una<br />
grande cartiera, e <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e per l’Ikea con annesso un mega centro commerci<strong>al</strong>e rappresenta uno spartiacque<br />
per decidere qu<strong>al</strong>e tipo <strong>di</strong> sviluppo intende perseguire questa provincia come già evidenziato d<strong>al</strong> residente<br />
della Fondazione Benetton.Fuori d<strong>al</strong>la f<strong>al</strong>sa contrapposizione tra sviluppo e occupazione da una parte o mera<br />
conservazione del territorio d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra, cose che invece possono andare benissimo d’accordo, il tema è capire<br />
se esiste una idea che metta insieme la possibilità <strong>di</strong> cogliere opportunità che è poi quella <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>segnare con<br />
maggiore logica la situazione dei siti produttivi e <strong>di</strong>stributivi della Marca. In poche parole: è proprio necessario<br />
andare ad incidere sulla provincia con nuove aree quando in re<strong>al</strong>tà nella Marca sono state censiti 20 milioni<br />
<strong>di</strong> metri quadri <strong>di</strong> area produttiva e industri<strong>al</strong>e inutilizzati su un tot<strong>al</strong>e <strong>di</strong> 80 milioni <strong>di</strong> metri quadri complessivi.<br />
Si tratta per<strong>al</strong>tro <strong>di</strong> una eccedenza, figlia della cementificazione selvaggia procurata d<strong>al</strong>la Tremonti bis<br />
combinata poi con la crisi arrivata nel 2008, che riguarda aree spesso sfornite <strong>di</strong> infrastrutture come gli<br />
impianti fognari e slegate da idonei collegamenti viari e servizi. Queste cattedr<strong>al</strong>i nel deserto rappresentano<br />
un deterioramento del territorio provinci<strong>al</strong>e già evidenziato nel Ptcp della Provincia. Che non solo accoglie<br />
nei fatti l’urgenza <strong>di</strong> mettere fine <strong>al</strong>la cementificazione selvaggia e <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata, ma pone l’accento sulla<br />
necessità <strong>di</strong> superare la <strong>di</strong>sseminazione territori<strong>al</strong>e delle aree del secondario e terziario secondo una logica<br />
che giustamente evidenzia come il problema della nostra economia loc<strong>al</strong>e non sia quantitativo, cioè quante<br />
aree e attività produttive abbiamo, ma qu<strong>al</strong>itativo. La crescita <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata e casu<strong>al</strong>e della nostra economia,<br />
drogata d<strong>al</strong> mito del “piccolo è bello” è una delle cause della nostra attu<strong>al</strong>e sofferenza. Siamo per<strong>al</strong>tro la<br />
provincia che ha una metratura commerci<strong>al</strong>e occupata d<strong>al</strong>la <strong>di</strong>stribuzione pari a mille metri quadrati ogni<br />
mille abitanti, il che ci pone molto <strong>al</strong> <strong>di</strong> sopra della me<strong>di</strong>a europea e che ci colloca persino oltre le punte<br />
massime che vengono raggiunte in Francia e Germania. Il compito <strong>di</strong> chi governa il territorio, e in questo<br />
caso parliamo anche della Provincia e quin<strong>di</strong> della sua funzione come soggetto istituzion<strong>al</strong>e utile o inutile, è<br />
quello <strong>di</strong> detenere ed esercitare la governance dei processi e inquadrare lo sviluppo economico dentro una<br />
strategia <strong>di</strong> v<strong>al</strong>orizzazione territori<strong>al</strong>e. Quin<strong>di</strong> si ripropone la domanda: con tutto questo surplus <strong>di</strong> metri<br />
quadri inutilizzati è proprio necessario promuovere nuove e<strong>di</strong>ficazione e non procedere invece <strong>al</strong>la<br />
riqu<strong>al</strong>ificazione dell’esistente, operazione che sarebbe molto utile anche a razion<strong>al</strong>izzare quello che abbiamo,<br />
correggere le storture, dare un senso <strong>al</strong>le cattedr<strong>al</strong>i nel deserto che per ora insistono sul territorio come spine<br />
e non come fattori <strong>di</strong> crescita? Il <strong>di</strong>battito sugli inse<strong>di</strong>amenti Ikea e <strong>di</strong> Barcon è tutto incentrato su questo.<br />
Sapendo che <strong>di</strong>etro <strong>al</strong>le nuove re<strong>al</strong>izzazioni esiste un giro <strong>di</strong> affari <strong>di</strong>retto e in<strong>di</strong>retto da cui non si può<br />
estrapolare la speculazione, che guadagna, con il metodo e i mo<strong>di</strong> della finanza che ci ha trascinato in<br />
recessione, sulla trasformazione delle destinazioni d’uso dei terreni. Con il bene placito dei Comuni, purtroppo,<br />
che intravedono in queste operazioni la possibilità <strong>di</strong> fare cassa. A chi come il presidente Muraro smentisce<br />
il suo stesso Ptcp, <strong>di</strong>cendosi favorevole a quelle nuove e<strong>di</strong>ficazioni che stanno fuori d<strong>al</strong>la strategia <strong>di</strong>chiarata<br />
d<strong>al</strong>la Provincia, noi proponiamo un pensiero later<strong>al</strong>e: non ci si deve occupare delle singole nuove strutture,<br />
ma collocarle, per quello che devono avere e possono dare, nell’ambito <strong>di</strong> una visione d’insieme. Lo sviluppo<br />
va riqu<strong>al</strong>ificato attraverso la trasformazione dell’esistente, una formula che da un lato riduce il danno della<br />
cementificazione, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro ripara i guasti già fatti e ci consente <strong>di</strong> non perdere il patrimonio rur<strong>al</strong>e che ha un<br />
significato non solo d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista ambient<strong>al</strong>e ma anche economico. Ci deve essere la considerazione,<br />
prev<strong>al</strong>ente, dell’interesse pubblico rispetto <strong>al</strong>le <strong>di</strong>verse variabili <strong>di</strong> sviluppo, <strong>di</strong> creazione <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong><br />
danno ambient<strong>al</strong>e; e qu<strong>al</strong>ora si in<strong>di</strong>vidui l’opportunità <strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti va fatta una an<strong>al</strong>isi delle misure<br />
compensative, urbanistiche, e<strong>di</strong>lizie, economiche e soci<strong>al</strong>i, partendo proprio d<strong>al</strong> bisogno <strong>di</strong> riqu<strong>al</strong>ificare la<br />
cementificazione selvaggia. Il pensiero later<strong>al</strong>e è un pensiero forte: mette insieme sviluppo, crescita economica<br />
e tutela ambient<strong>al</strong>e nel quadro <strong>di</strong> un processo sostenibile e soprattutto governato, che non ci lasci in ere<strong>di</strong>tà,<br />
come è successo, <strong>al</strong>tre cubature vuote e morte e una Provincia irrime<strong>di</strong>abilmente segnata da una economia<br />
del mor<strong>di</strong> e fuggi. Questa è l’istanza che viene non solo d<strong>al</strong> sindacato ma anche d<strong>al</strong>le associazioni <strong>di</strong><br />
rappresentanza economica presenti nel territorio. Istanza a cui la Provincia e il suo presidente devono<br />
rispondere in maniera coerente con i loro stessi piani strategici e territori<strong>al</strong>i. Paolino Barbiero Segretario Cgil<br />
Treviso<br />
117
Barcon, no degli artigiani Veronese: basta scempi<br />
Il presidente dei piccoli impren<strong>di</strong>tori svela i retroscena dell’operazione «Anni fa si era ventilata una maxi<br />
escavazione per costruire autoparco e hotel»<br />
VEDELAGO Confartigianato riba<strong>di</strong>sce il suo no a qu<strong>al</strong>unque intervento su Barcon. Per il presidente W<strong>al</strong>ter<br />
Veronese, «a Barcon non si dovrà sprecare terreno senza aver prima v<strong>al</strong>utato il possibile recupero <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre<br />
aree <strong>di</strong>smesse». Non solo: «Ogni attività <strong>di</strong> un certo rilievo che dovrebbe accasarsi in quella loc<strong>al</strong>ità<br />
necessiterebbe, per garantire una adeguata logistica, <strong>di</strong> un casello sulla Superstrada Pedemontana». «Ma –<br />
sottolinea Veronese – è una soluzione che non è mai emersa in tutte le riunioni a cui ho partecipato sul tema<br />
Pedemontana». Con il progetto del polo agroindustri<strong>al</strong>e (macello, cartiera e farmer market) si ripropone ancora<br />
una volta un intervento devastante per quell’area ad <strong>al</strong>to v<strong>al</strong>ore paesaggistico. «Da anni – <strong>di</strong>ce Veronese –<br />
come associazione siamo coinvolti nelle varie vicende che riguardano il nostro territorio. Qu<strong>al</strong>che anno fa,<br />
per la stessa area, si era ventilata l’ipotesi <strong>di</strong> un grande autoparco, con hotel, <strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> carburante,<br />
lavaggi, spazi d’aggregazione e <strong>di</strong>vertimento. Poi non si è più sentito nulla in merito. L’unica an<strong>al</strong>ogia con la<br />
proposta ora in <strong>di</strong>scussione per Barcon è che, se sarà approvato, tutto avverrà parecchi metri sotto il piano<br />
campagna, causando una grande escavazione <strong>di</strong> materi<strong>al</strong>e. In poche parole una gigantesca cava, l’ennesima<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni impressionanti, in un comune tra i più scavati d’It<strong>al</strong>ia». In <strong>al</strong>tri termini, passano gli anni,<br />
cambiano le idee, ma su Barcon pende sempre la spada <strong>di</strong> Damocle dell’escavazione per l’estrazione <strong>di</strong> ghiaia.<br />
Già nel progetto a cui accennava Veronese dell’autoparco si doveva infatti scavare ben otto metri sotto il<br />
piano campagna: nel caso del polo agro-<strong>al</strong>imentare lo scavo sarà stato maggiore. Su entrambi i progetti il<br />
benestare del sindaco Paolo Quaggiotto. Perché su quell’area le uniche proposte hanno sempre a che fare<br />
con azioni che prevedono l’estrazione <strong>di</strong> ghiaia. Ma è anche legittimo chiedersi <strong>di</strong> fronte <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>zata <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
tante re<strong>al</strong>tà intenzionate a <strong>di</strong>fendere il patrimonio ambient<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon e lo sfilamento annunciato da<br />
Colomberotto sul progetto, se la cosa continua ancora a rimanere in pie<strong>di</strong>. Il leader della Confartigianato<br />
castellana fa presente che qu<strong>al</strong>unque cosa dovrebbe sorgere nell’area <strong>di</strong> Barcon è obbligatorio pensare anche<br />
ad interventi a servizio della logistica, in considerazione che l’attu<strong>al</strong>e rete strad<strong>al</strong>e non potrebbe in <strong>al</strong>cun<br />
modo sostenere il traffico generato. A poca <strong>di</strong>stanza passerà la Pedemontana e la soluzione più ottim<strong>al</strong>e,<br />
anche se rappresenta un forte impatto sul territorio, non può che essere un collegamento con la superstrada.<br />
Ma, come ricorda lo stesso Veronese, <strong>di</strong> questa ipotesi non si è mai parlato.<br />
Corriere del Veneto<br />
18 febbraio 2012<br />
La Cgil: «Stop a Barcon e Ikea»<br />
TREVISO — «La Marca non ha bisogno <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti, il polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon e l’Ikea <strong>di</strong><br />
Cas<strong>al</strong>e saranno cattedr<strong>al</strong>i nel deserto». Il segretario della Cgil <strong>di</strong> Treviso Paolino Barbiero interviene per chiedere<br />
<strong>al</strong>la Provincia <strong>di</strong> fermare i progetti. «Ancora cementificazione selvaggia, mentre il territorio ha bisogno <strong>di</strong> servizi<br />
e proposte <strong>di</strong> rilancio».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
19 febbraio 2012<br />
Pedemontana <strong>al</strong> via «Con la superstrada il turismo morirà»<br />
MONTEBELLUNA Eliminato d<strong>al</strong> Consiglio <strong>di</strong> Stato un primo ostacolo costituito d<strong>al</strong>la sentenza del Tar sulla<br />
prosecuzione dei lavori della Pedemontana Veneta, nel trevigiano e nel vicentino c’è chi vede l’infrastruttura<br />
come un traino <strong>al</strong>lo sviluppo turistico della zona. E la Confartigianato AsoloMontebelluna ha persino<br />
commissionato uno stu<strong>di</strong>o per verificarne le ricadute sul fronte turistico. Proprio il turismo nella Pedemontana<br />
Trevigiana fa parte <strong>di</strong> un progetto ambizioso per lo sviluppo del territorio. Ma per Giorgio Be<strong>di</strong>n, <strong>di</strong> Ecologia<br />
e Progresso, la superstrada è un’opera in contrasto con lo sviluppo turistico della Pedemontana Trevigiana.<br />
«Lontani d<strong>al</strong> v<strong>al</strong>orizzare la Pedemontana d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista turistico, si preferisce ipotizzare in essa interventi<br />
ulteriormente pen<strong>al</strong>izzanti. La superstrada Pedemontana che l’attraversa per cento chilometri, non presenta<br />
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caratteristiche <strong>di</strong> rispetto ambient<strong>al</strong>e e qu<strong>al</strong>ità costruttive, il mega centro produttivo previsto a Barcon <strong>di</strong><br />
Vedelago, su un’area agricola pregiata pari a 90 campi da c<strong>al</strong>cio, non contribuirà certamente <strong>al</strong>lo sviluppo<br />
turistico. La megacentr<strong>al</strong>e <strong>di</strong> trasformazione elettrica prevista da Terna a Volpago del Montello poco si concilia<br />
con il turismo Montelliano. Per non citare le varie cave <strong>di</strong> ghiaia che rimarranno aperte ancora per decine <strong>di</strong><br />
anni senza avere un’idea della loro composizione ambient<strong>al</strong>e fin<strong>al</strong>e. Continuando con le <strong>di</strong>scariche, che oltre<br />
tutto rendono l’aria irrespirabile agli abitanti sottovento» afferma Giorgio Be<strong>di</strong>n. L’esponente <strong>di</strong> Ecologia e<br />
Progresso, insomma, attacca il grande progetto viario ritenendolo in contrasto con la v<strong>al</strong>orizzazione turistica<br />
dell’area, poiché ne snaturerebbe il paesaggio. «Il turismo legato inequivocabilmente <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>ità del paesaggio<br />
e dell’ambiente, sarà in futuro uno dei settori trainanti dell’economia del nostra area, per il Montebellunese».<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
19 febbraio 2012<br />
L’“OFFERTA” dell’Ikea: 1630 posti <strong>di</strong> lavoro in cinque anni<br />
Occupazione è la parola d’or<strong>di</strong>ne. Poi ci sono anche gli impatti sull’ambiente, certo, ma <strong>al</strong> centro delle linee<br />
guida appena sfornate d<strong>al</strong> centrodestra in Provincia per c<strong>al</strong>are nuovi e non previsti inse<strong>di</strong>amenti industri<strong>al</strong>i<br />
nel piano urbanistico della Marca sembra esserci soprattutto la creazione <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro. Tanto che si arriva<br />
quasi a bollare come vecchio un documento chiuso solo due anni fa. «Il piano è stato redatto sulla base <strong>di</strong><br />
un quadro formulato precedentemente <strong>al</strong>la crisi - mette le mani avanti la maggioranza - . Risulta prioritario<br />
mettere in campo tutti gli strumenti possibili per il mantenimento dei livelli occupazioni con la v<strong>al</strong>utazione <strong>di</strong><br />
interventi che <strong>di</strong>ano imme<strong>di</strong>ato lavoro per la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> infrastrutture e che prevedano permanente<br />
occupazione». Su questo fronte le promesse contenute nei mega progetti presentati da Ikea a Cas<strong>al</strong>e e<br />
Colomberotto e Roto-Cart a Barcon <strong>di</strong> Vedelago, i primi ma non necessariamente i soli a dover fare i conti<br />
con il filtro stu<strong>di</strong>ato da Lega e Pdl, non sono certo avare: i primi assicurano 1.630 assunzioni (a regime in 5<br />
anni) e i secon<strong>di</strong> 1.400 (la metà per 3 anni <strong>di</strong> cantieri).<br />
Sul piatto della bilancia, però, il Sant’Artemio deve mettere anche il secco no ai nuovi inse<strong>di</strong>amenti appena<br />
arrivato dai 3 sindacati e da 9 associazioni <strong>di</strong> categoria (tutte tranne gli industri<strong>al</strong>i). Ma Muraro, dopo la supercommissione<br />
finita a m<strong>al</strong>e parole, non si scompone troppo. «Non sapevo avessero cambiato idea - punge il<br />
presidente -. Ne terremo conto ma ognuno fa la sua parte». Alla fine toccherà <strong>al</strong> consiglio provinci<strong>al</strong>e decidere<br />
se approvare i progetti, cambiando il piano urbanistico, o se bocciarli. «V<strong>al</strong>uteremo - riassume Muraro -<br />
mettendo a confronto il riflesso occupazion<strong>al</strong>e e lo sfruttamento del territorio». Un’espressione, quest’ultima,<br />
che comprende la con<strong>di</strong>visione del beneficio pubblico, delle opere <strong>di</strong> mitigazione ambient<strong>al</strong>e e, novità, pure<br />
<strong>di</strong> un’an<strong>al</strong>isi che spieghi perché è stato scartato il recupero <strong>di</strong> zone industri<strong>al</strong>i <strong>di</strong>smesse. Chi dovrà verificare<br />
le risposte a tutti questi parametri? Lo stesso Muraro in qu<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> presidente con delega <strong>al</strong>l’Urbanistica. Poi,<br />
però, la parola fine verrà scritta d<strong>al</strong> consiglio del Sant’Artemio.<br />
Mauro Favaro<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
17 febbraio 2012<br />
«Ikea e Barcon, usare solo aree <strong>di</strong>smesse»<br />
«Riba<strong>di</strong>amo: per il polo <strong>di</strong> Barcon e per l’Ikea <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e devono essere recuperate le strutture preesistenti oggi<br />
<strong>di</strong>smesse, evitando la cementificazione <strong>di</strong> <strong>al</strong>tro territorio». E’ uno dei passaggi della lettera che artigiani,<br />
commercianti e sindaci spe<strong>di</strong>ranno <strong>al</strong> presidente della Provincia Leonardo Muraro ribadendo (industri<strong>al</strong>i<br />
esclusi) la loro posizione in merito ai mega inse<strong>di</strong>amenti in arrivo del polo agro<strong>al</strong>imentare <strong>di</strong> Barcon e dell’Ikea<br />
<strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e. Una lettera che scaturisce da un nuovo vertice delle associazioni <strong>di</strong> categoria contro i due colossi<br />
che la Provincia pare intenzionata, per quanto <strong>di</strong> sua competenza, sdoganare. No a mega-complessi quin<strong>di</strong>,<br />
perché, come già stabilito d<strong>al</strong>le associazioni a fine gennaio in un apposito documento, «non rispondono <strong>al</strong>le<br />
esigenze <strong>di</strong> tutela e s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a ambient<strong>al</strong>e e territori<strong>al</strong>e e probabilmente <strong>al</strong>le logiche <strong>di</strong> sviluppo economico<br />
e occupazione stabile». Un documento già consegnato un <strong>mese</strong> fa da categorie e sindacati a Muraro. Siglato<br />
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da Ascom, Cia, Cna, Col<strong>di</strong>retti, Confagricoltura, Confartigianato, Confesercenti, Confcooperative, Artigianato<br />
trevigiano, Casartigiani e Cgil, Cisl e Uil. Ma siccome i progetti sembrano avanzare lo stesso spe<strong>di</strong>ti, le<br />
associazioni <strong>di</strong> categoria ritengono necessario un nuovo sollecito <strong>al</strong> presidente Muraro, appunto sotto forma<br />
<strong>di</strong> lettera aperta, anche per ricordargli che nella Marca degli attu<strong>al</strong>i 80 milioni <strong>di</strong> superficie già destinata a uso<br />
produttivo, oggi solo 60 sembrano re<strong>al</strong>mente utilizzati. E quin<strong>di</strong> non pare proprio il caso <strong>di</strong> andare a pesca<br />
<strong>di</strong> <strong>al</strong>tro territorio da cementificare.<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
17 febbraio 2012<br />
TREVISO - Il progetto del nuovo macello e della nuova cartiera a Barcon non <strong>di</strong>spiace a Muraro e <strong>al</strong> sindaco<br />
Paolo Quaggiotto. Entrambi leghisti. Quello del mega centro commerci<strong>al</strong>e targato Ikea a Cas<strong>al</strong>e, invece, non va<br />
a genio a Muraro ma garba <strong>al</strong> sindaco Bruna Battaglion. Il primo del Carroccio, il secondo del Pd. Basta così? Sì:<br />
perché l’ultima parola spetta ai loro consigli in municipio e <strong>al</strong> Sant’Artemio. Cosa non va del piano degli svedesi?<br />
Il presidente della Provincia è perplesso sia d<strong>al</strong> numero dei «fantomatici posti <strong>di</strong> lavoro» che d<strong>al</strong> beneficio<br />
pubblico. Il progetto Ikea <strong>di</strong>ce che la costruzione dello stabilimento da 20 mila metri quadrati e dell’annesso<br />
centro commerci<strong>al</strong>e da 40 mila metri quadrati (su una superficie tot<strong>al</strong>e <strong>di</strong> 420 mila metri e per un investimento<br />
da oltre 200 milioni) permetterà l’assunzione <strong>di</strong> 1.630 addetti per un red<strong>di</strong>to <strong>di</strong> circa 38,4 milioni. «A regime (5<br />
anni) nel nuovo punto ven<strong>di</strong>ta si prevede <strong>di</strong> impiegare circa 280 persone, <strong>di</strong> cui il 35% full time e il 65% part<br />
time - scrive il colosso del mobile - e nel nuovo centro commerci<strong>al</strong>e 1.350 addetti, <strong>di</strong> cui il 50% full time». Senza<br />
pescare, ovviamente, solo tra i <strong>di</strong>soccupati. Alla fine il s<strong>al</strong>do previsto sul territorio è <strong>di</strong> +361 assunzioni. «Tenuto<br />
conto dell’impatto sulla rete <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta esistente il s<strong>al</strong>do occupazion<strong>al</strong>e per il punto ven<strong>di</strong>ta è stimato in +89<br />
unità - si legge nel progetto - e per il centro commerci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> +272 unità». Questo a fronte <strong>di</strong> un fatturato previsto<br />
sui 202 milioni <strong>di</strong> euro l’anno (61 per il punto ven<strong>di</strong>ta e 141 per il centro commerci<strong>al</strong>e) per un polo capace <strong>di</strong><br />
accogliere 1.496 auto <strong>al</strong> giorno. E gli svedesi hanno ad<strong>di</strong>rittura stimato in 15 mila milioni la capacità <strong>di</strong> spesa<br />
dei 4,1 milioni <strong>di</strong> abitanti che vivono entro 70 minuti <strong>di</strong> strada da Cas<strong>al</strong>e. Gente pronta, <strong>di</strong>cono, a comprare<br />
prodotti che arriverebbero dai <strong>di</strong>stretti del nordest (come già l’8% dei mobili). Numeri che, però, ancora non<br />
fanno svanire tutte le perplessità. Anche perché il beneficio pubblico si ferma <strong>al</strong>la costruzione a Cas<strong>al</strong>e <strong>di</strong> un<br />
istituto con 18 aule. «Super-tecnologico»: assicurano. Ma sempre e solo una scuola.<br />
TREVISO - Stop ai mega inse<strong>di</strong>amenti industri<strong>al</strong>i proposti da Colomberotto e Roto-Cart, a Barcon, e da Ikea, a<br />
Cas<strong>al</strong>e. Senza se e senza ma. È questa la posizione, unitaria e definitiva, che le associazioni <strong>di</strong> categoria e i<br />
sindacati sbattono sul tavolo <strong>di</strong> Muraro. Insomma, la fumata nerissima uscita d<strong>al</strong>la super-commissione che si<br />
è riunita un paio <strong>di</strong> settimane fa <strong>al</strong> Sant’Artemio, assieme ai progettisti dei due inse<strong>di</strong>amenti, non è stata senza<br />
conseguenze. Tanto che il 14 febbraio le parti interessate sono tornate a incontrarsi per fare il punto della<br />
situazione e decidere una linea comune prima <strong>di</strong> andare un’<strong>al</strong>tra volta in Provincia, <strong>al</strong> cui consiglio spetta<br />
l’ultima parola a livello urbanistico. E da qui è emersa la tot<strong>al</strong>e assenza <strong>di</strong> ulteriori margini <strong>di</strong> <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo. A bocciare<br />
i progetti su tutta la linea sono, oltre a Cgil, Cisl e Uil, Unascom, Casartigiani, Cia, Cna, Col<strong>di</strong>retti, Confagricoltura,<br />
Confartigianato, Confcooperative e Confesercenti. Insomma, mancano solo gli industri<strong>al</strong>i. Con buona pace <strong>di</strong><br />
Muraro, che ha già fatto sapere <strong>di</strong> «vedere l’interesse pubblico» <strong>al</strong>meno del piano messo a punto da<br />
Colomberotto e Roto-Cart (soprattutto per i 20 milioni previsti per il beneficio pubblico). A sindacati e<br />
associazioni <strong>di</strong> categoria, però, questo non interessa. E, paradoss<strong>al</strong>mente, più che bocciare i progetti, chiedono<br />
<strong>di</strong> non mo<strong>di</strong>ficare il Piano provinci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento territori<strong>al</strong>e (Ptcp), sulla carta il fiore <strong>al</strong>l’occhiello della<br />
gestione Muraro, che senza varianti ad hoc non prevede <strong>al</strong>tre zone industri<strong>al</strong>i. Di fatto riconfermando, ma<br />
stavolta senza possibilità <strong>di</strong> trattativa, il fulcro del documento che il 19 gennaio aveva tenuto a battesimo la<br />
super-commissione. «Siamo contrari ai due annunciati mega inse<strong>di</strong>amenti - avevano scritto i 12 gruppi - non<br />
rispondono <strong>al</strong>le esigenze <strong>di</strong> tutela ambient<strong>al</strong>e e neppure <strong>al</strong>le logiche <strong>di</strong> sviluppo e occupazione stabile». Il<br />
confronto sul futuro della Marca, insomma, è già arrivato <strong>al</strong> capolinea. E così, mentre ancora si attende il<br />
confezionamento delle linee guida annunciate da Lega e Pdl per c<strong>al</strong>are senza troppi scossoni gli inse<strong>di</strong>amenti<br />
industri<strong>al</strong>i nel Ptcp, adesso il Sant’Artemio resta da solo davanti <strong>al</strong> bivio tra Barcon e Cas<strong>al</strong>e.<br />
TREVISO - (mf) «Abbiamo sempre detto che il piano territori<strong>al</strong>e provinci<strong>al</strong>e deve restare un punto fermo.<br />
Questo prevede che le attu<strong>al</strong>i 1.074 zone industri<strong>al</strong>i della Marca vengano ridotte a 200. Sappiamo che è<br />
120
<strong>di</strong>fficile ma <strong>al</strong>meno ve<strong>di</strong>amo che non <strong>di</strong>ventino 1.076 con varianti ad hoc». Così il segretario della Cgil, Paolino<br />
Barbiero, riba<strong>di</strong>sce il suo «niet» ai progetti <strong>di</strong> Barcon e Cas<strong>al</strong>e. E non solo a quelli. «Il riutilizzo e il recupero <strong>di</strong><br />
zone industri<strong>al</strong>i abbandonate va affrontato anche per i piccoli inse<strong>di</strong>amenti - aggiunge - quelli da pochi ettari,<br />
Comune per Comune». L’importante, insomma, è non re<strong>al</strong>izzarne <strong>di</strong> nuovi. Almeno non senza l’obbligo <strong>di</strong><br />
recuperarni, in cambio, <strong>di</strong> vecchi. E in b<strong>al</strong>lo ci sono pure delle proposte per quanto riguarda Colomberotto e<br />
Ikea. «Pensiamo <strong>al</strong>la Zanussi, <strong>al</strong>la Fervet, <strong>al</strong>la Merloni e <strong>al</strong>la Marmitte Zara - conclude Barbiero - bisogna<br />
entrare nell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> idee che si può e si deve lavorare con i cre<strong>di</strong>ti urbanistici».<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
15 febbraio 2012<br />
Desidero con<strong>di</strong>videre <strong>al</strong>cune riflessioni in merito <strong>al</strong> <strong>di</strong>battito in corso sulle proposte <strong>di</strong> nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi<br />
a Barcon <strong>di</strong> Vedelago – un enorme macello e una cartiera – e a Cas<strong>al</strong>e sul Sile – un nuovo punto ven<strong>di</strong>ta Ikea.<br />
Un’osservazione prima <strong>di</strong> tutto: le categorie produttive sono unite con i sindacati (la Cgil in questo caso) contro<br />
la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> questi gran<strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti e esprimono dubbi, rifiuti o <strong>al</strong>ternative. Le Istituzioni – la Provincia<br />
in primis – si pronunciano fondament<strong>al</strong>mente a favore, con le note argomentazioni che parlano <strong>di</strong> sviluppo,<br />
occupazione e nuove opere pubbliche. E la domanda è dunque obbligatoria: le istituzioni chi rappresentano se<br />
importanti categorie interessate <strong>di</strong>rettamente da questi progetti si esprimono in senso opposto?<br />
È da anni ormai che si parla <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> suolo inarrestabile, della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> terreno agricolo, <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti<br />
produttivi – i capannoni – vuoti e <strong>di</strong> case senza acquirenti. Eppure gli enti territori<strong>al</strong>i non sembrano essere<br />
capaci <strong>di</strong> invertire la rotta, <strong>di</strong> arrestare un processo che d<strong>al</strong> secondo dopoguerra ha portato ad aumentare<br />
del 500% le superfici urbanizzate. Non mi sembra qui la sede per riportare dati più precisi o fonti<br />
bibliografiche, anche perché temo sarebbe come cercare <strong>di</strong> far smettere <strong>di</strong> fumare un fumatore <strong>di</strong>cendogli<br />
che il fumo fa m<strong>al</strong>e: non funziona. Il punto è un <strong>al</strong>tro, evidentemente. Ci siamo smarriti completamente,<br />
viviamo spaesati in luoghi nei qu<strong>al</strong>i ci riconosciamo sempre meno, e non riusciamo a renderci conto che<br />
dobbiamo trovare <strong>al</strong>tre strade per rispondere <strong>al</strong>la crisi.<br />
Una proposta concreta, per quanto riguarda il polo <strong>di</strong> Barcon, è stata avanzata da Paolino Barbiero della Cgil<br />
e va, fin<strong>al</strong>mente, in una <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>versa: perché non utilizzare un’area industri<strong>al</strong>e già esistente ma <strong>di</strong>smessa?<br />
Considerazioni del tutto an<strong>al</strong>oghe si possono fare anche sul caso Ikea. Semplice, semplicissimo: si può fare,<br />
perché <strong>al</strong>lora non ci proviamo? Certo, il profitto c<strong>al</strong>erà e si dovrà magari rinunciare a qu<strong>al</strong>che opera prevista<br />
in compensazione, a venderci il territorio in cambio <strong>di</strong> una scuola, <strong>di</strong> una strada o <strong>di</strong> un po’ <strong>di</strong> oneri <strong>di</strong><br />
urbanizzazione – fonte primaria <strong>di</strong> introiti per i comuni che, se non vado errato, verrebbe persa in caso <strong>di</strong><br />
aree già urbanizzate: sarà per questo che gli amministratori non spingono in questa <strong>di</strong>rezione?<br />
Qu<strong>al</strong>cosa sarà perso, ma la collettività vedrà preservato, per sé e per i propri figli, uno dei suoi beni più preziosi<br />
– l’integrità del territorio e del paesaggio – mantenendo <strong>al</strong> tempo stesso i (non sempre certi) vantaggi in<br />
termini <strong>di</strong> occupazione.<br />
Proviamo dunque a partire d<strong>al</strong> semplice suggerimento <strong>di</strong> Barbiero: si può fare, subito, è già stato fatto, ed è<br />
molto meglio per quasi tutti.<br />
*<strong>di</strong>rettore Fondazione Benetton Stu<strong>di</strong> Ricerche<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
14 febbraio 2012<br />
TREVISO - Il progetto del mega inse<strong>di</strong>amento agro-industri<strong>al</strong>e proposto a Barcon continua a far <strong>di</strong>scutere. E<br />
a far litigare. «Nell’ultimo consiglio provinci<strong>al</strong>e abbiamo presentato una mozione che metteva in conto lo<br />
stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre soluzioni puntando <strong>al</strong> recupero <strong>di</strong> aree produttive <strong>di</strong>smesse, questa è stata bocciata d<strong>al</strong>la Lega<br />
e d<strong>al</strong> Pdl ma il giorno dopo Franco Bonesso se n’è uscito <strong>di</strong>cendosi assolutamente contrario <strong>al</strong> progetto -<br />
sbotta Gianluca Maschera, capogruppo dell’Idv - le cose sono due: o Bonesso è stato folgorato sulla via <strong>di</strong><br />
Damasco oppure teme <strong>di</strong> esprimere il suo vero pensiero con il voto in consiglio per non urtare la Lega e, <strong>di</strong><br />
conseguenza, far scricchiolare un’<strong>al</strong>leanza che in Provincia è a prova <strong>di</strong> colpo <strong>di</strong> vento». Una questione<br />
121
person<strong>al</strong>e? No, dato che il pi<strong>di</strong>ellino Bonesso oltre a essere il sindaco <strong>di</strong> Trevignano è anche il presidente della<br />
commissione Urbanistica del Sant’Artemio e dopo l’ultima seduta ha pure tirato le orecchie a Muraro<br />
specificando che il suo vedere <strong>di</strong> buon occhio il progetto Colomberotto-RotoCart non era con<strong>di</strong>viso nella<br />
maggioranza. Non ancora <strong>al</strong>meno. Fatto sta che adesso l’Idv lancia il guanto della sfida. «Lo sfi<strong>di</strong>amo a<br />
convocare la commissione e a preparare un documento d’in<strong>di</strong>rizzo per <strong>di</strong>re no a Barcon - inc<strong>al</strong>za Maschera<br />
- se lo farà saremo i primi a sostenerlo».<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
8 febbraio 2012<br />
VEDELAGO Il presidente Bonesso (Pdl) boccia il progetto <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>mento agro-industri<strong>al</strong>e<br />
In commissione provinci<strong>al</strong>e i mille <strong>di</strong>stinguo su Barcon VEDELAGO - Sul progetto del mega inse<strong>di</strong>amento<br />
agro-industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon la Lega e il Pdl, che in Provincia avranno l’ultima parola sul via libera urbanistico,<br />
continuano ad andare in or<strong>di</strong>ne sparso. Mentre Muraro ha riba<strong>di</strong>to più volte <strong>di</strong> «vedere l’interesse pubblico<br />
del progetto» targato Colomberotto e Roto-Cart, complice il «tesoretto» da 20 milioni destinato ad opere per<br />
intiepi<strong>di</strong>re l’impatto della colata <strong>di</strong> cemento, il presidente della commissione provinci<strong>al</strong>e Urbansitica e sindaco<br />
<strong>di</strong> Trevignano, il pi<strong>di</strong>ellino Franco Bonesso, lo boccia su tutta la linea. «Muraro <strong>di</strong>rà pure <strong>di</strong> sì, ma nella<br />
commissione è emerso che il gruppo <strong>di</strong> maggioranza pone <strong>di</strong>ecimila <strong>di</strong>stinguo - mette subito in chiaro<br />
Bonesso - è vero che bisogna fare le necessarie v<strong>al</strong>utazioni, ma così com’è concepito quel progetto non avrà<br />
mai il mio voto favorevole, tanto più che considero assurdo pensare a un nuovo casello lungo la strada<br />
Pedemontana». Così mettere insieme le <strong>di</strong>verse tessere, mentre l’opposizione spinge (tenendo però <strong>di</strong>etro la<br />
schiena il piano dell’Ikea a Cas<strong>al</strong>e, dove il sindaco è del Pd) non è una passeggiata. Ed è per questo che<br />
l’annunciato dec<strong>al</strong>ogo per l’inserimento dei mega progetti industri<strong>al</strong>i nel Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />
provinci<strong>al</strong>e (Ptcp) non è ancora stato chiuso. «Dobbiamo darci delle regole, v<strong>al</strong>ide sempre, che tengano in<br />
conto tanto l’impatto sull’ambiente che le opportunità <strong>di</strong> lavoro - conclude Bonesso - sono d’accordo con<br />
Granello (capogruppo della Lega, ndr) che si debbano sentire i citta<strong>di</strong>ni, ma il nostro Ptcp <strong>di</strong>ce che per quanto<br />
riguarda le nuove attività industri<strong>al</strong>i vanno recuperati e riutilizzati i capannoni lasciati vuoti: il mega progetto<br />
proposto a Barcon non è <strong>al</strong>tro che il primo banco <strong>di</strong> prova». Resta tutto da vedere, però, se il Sant’Artemio<br />
manterrà fede a quanto messo nero su bianco.<br />
Gazzettino <strong>di</strong> Treviso<br />
7 febbraio 2012<br />
TREVISO - I due nuovi mega inse<strong>di</strong>amenti industri<strong>al</strong>i proposti da Colomberotto, a Barcon, e da Ikea, a Cas<strong>al</strong>e sul<br />
Sile, restano nel limbo. Il consiglio provinci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> ieri sera, tornato ad affrontare il progetto <strong>di</strong> Barcon, ha infatti<br />
lasciato tutto com’era. Una posizione unitaria è ben <strong>di</strong>stante e per il momento si va in or<strong>di</strong>ne sparso tanto nella<br />
maggioranza quanto nell’opposizione. «Dare il via libera a un’operazione come quella del mega inse<strong>di</strong>amento<br />
agro-industri<strong>al</strong>e previsto a Barcon - è l’<strong>al</strong>larme lanciato da Gianluca Maschera attraverso la mozione presentata<br />
ieri <strong>al</strong> Sant’Artemio - vorrebbe <strong>di</strong>re aprire la porta a una serie <strong>di</strong> probabili speculazioni e<strong>di</strong>lizie: la Provincia deve<br />
decidere da che parte sta». Questo, però, non è ancora accaduto. Come non ha trovato una posizione unitaria<br />
la super-commissione, formata da sindacati e associazioni <strong>di</strong> categoria, che la settimana scorsa è finita con una<br />
fumata nerissima. «Non si può <strong>di</strong>re no a priori - ha sottolineato Fabio Ceccato consigliere leghista e assessore<br />
proprio a Vedelago - . Saremo sempre <strong>di</strong>sposti a <strong>di</strong>scutere con chi si propone <strong>di</strong> portare nuovi posti <strong>di</strong> lavoro e<br />
<strong>di</strong> sviluppare la viabilità». Stessa linea per Franco Bonesso che, però, pur <strong>al</strong> Sant’Artemio, non <strong>di</strong>mentica il suo<br />
municipio. «Bisogna fare stu<strong>di</strong> e approfon<strong>di</strong>menti non or<strong>di</strong>ni del giorno - taglia corto il sindaco <strong>di</strong> Trevignano -<br />
anche se non ho mai nascosto che potrebbe creare dei problemi nel mio comune». Usa l’accetta, invece, Mario<br />
Gabrielli. «La <strong>di</strong>soccupazione è enorme - tuona il ribelle del Pdl - è questo il vero aspetto fondament<strong>al</strong>e». Ma<br />
anche l’opposizione ha le sue <strong>di</strong>fficoltà. E la Lega sparge s<strong>al</strong>e sulle ferite. «Se il centrosinistra ci crede metta sullo<br />
stesso piano anche il progetto dell’Ikea», punge Michele To<strong>al</strong>do mirando Bruna Battaglion, consigliere provinci<strong>al</strong>e<br />
del Pd e sindaco <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e. Per il momento, però, non si è fatto né questo né quello.<br />
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Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
4 febbraio 2012<br />
Muraro: sì a Barcon. Ikea, Cgil contro Pd<br />
Dieci giorni. Le categorie commerci<strong>al</strong>i e artigiane si prendono tempo per elaborare un documento sui due<br />
inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> Barcon e Cas<strong>al</strong>e. Sarà consegnato <strong>al</strong>la Provincia (chiamata a esprimersi sui due progetti),<br />
così come avvenuto per il documento <strong>di</strong> categorie e sindacati due settimane fa, con le linee guida<br />
economiche, ambient<strong>al</strong>i e urbanistiche sui gran<strong>di</strong> progetti industri<strong>al</strong>i in provincia. L’Ascom sceglie la via della<br />
<strong>di</strong>plomazia. «Un incontro tecnico – <strong>di</strong>ce Guido Pomini, il presidente provinci<strong>al</strong>e – Ci siamo fatti un’idea più<br />
precisa su Barcon. Per l’ Ikea a Cas<strong>al</strong>e il comune ha già mo<strong>di</strong>ficato la destinazione del terreno. Che Ikea vada<br />
è certo, non è chiaro con chi il colosso svedese con<strong>di</strong>viderà l’area. Ma non sarà la sola in quell’area». Giuliano<br />
Rosolen, <strong>di</strong>rettore della Cna provinci<strong>al</strong>e, aggiunge: «Il problema è rendere compatibili le scelte impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>i<br />
con le esigenze <strong>di</strong> tutela del territorio». Previsto un nuovo incontro per definire una piattaforma comune. (l.c.)<br />
È scontro sui mega progetti industri<strong>al</strong>i <strong>di</strong> Barcon e <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e. Da una parte la Provincia, propensa <strong>al</strong> via libera<br />
per il super polo agro<strong>al</strong>imentare <strong>di</strong> Vedelago e più fredda, invece sul progetto Ikea. D<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra i sindacati: in<br />
particolare la Cgil, contraria a entrambi gli inse<strong>di</strong>amenti (così come pianificati ora) e che attacca front<strong>al</strong>mente<br />
anche il sindaco <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e, Bruna Battaglion (Pd,) : «Dà la concessione per un inse<strong>di</strong>mento del genere <strong>al</strong><br />
buio»- tuona il segretario del sindacato,Barbiero. Ieri in Provincia tavolo fra Muraro e le categorie commerci<strong>al</strong>i<br />
e artigiane, più dplomatiche ma preoccupate sulle ricadute economiche e ambient<strong>al</strong>i dei due mega-progetti.<br />
La supercommissione <strong>al</strong>largata convocata per <strong>di</strong>scutere i due inse<strong>di</strong>amenti ha visto toni accesi e scontri<br />
front<strong>al</strong>i, che hanno varcato i confinidella s<strong>al</strong>a a porte chiuse. «E’ stato un incontro con luci e ombre – <strong>di</strong>ce<br />
Paolino Barbiero – Su Barcon abbiamo tutta la documentazione data d<strong>al</strong> sindaco Quaggiotto <strong>di</strong> sua<br />
spontanea volontà – continua – Per la Cgil l’impatto dell’inse<strong>di</strong>amento agro<strong>al</strong>imentare sarà negativo. Ci stiamo<br />
interrogando sulla stabilità finanziaria del progetto, perché le due imprese coinvolte contano 130 milioni <strong>di</strong><br />
fatturato, mentre l’investimento previsto a Barcon è ben superiore. E in provincia contiamo <strong>al</strong>cuni esempi <strong>di</strong><br />
f<strong>al</strong>limento nella macellazione. Sulla base del Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, inoltre, cre<strong>di</strong>amo ci siano<br />
spazi industri<strong>al</strong>i da riconvertire, senza andare a costruire exnovo». Se proprio polo agro<strong>al</strong>imentare deve essere,<br />
non necessariamente a Barcon. «La linea Colomberotto potrebbe stare benissimo, ad esempio, nell’area ex<br />
Zanussi <strong>di</strong> Susegana» - spiega Barbiero. Su Ikea la Cgil va giù ancora più dura. E non lesina l’ affondo:<br />
»Vogliamo le carte sul progetto- sbotta Barbiero - abbiamo chiesto le carte <strong>al</strong>la Provincia e <strong>al</strong> comune <strong>di</strong><br />
Cas<strong>al</strong>e, senza <strong>al</strong>cuna risposta. Come fa la Battaglion a concedere quell’ inse<strong>di</strong>amento <strong>al</strong> buio? Se un sindaco<br />
pensa a se stesso, gli <strong>al</strong>tri dovrebbero quantomeno chiedersi qu<strong>al</strong>i ricadute avrà sul proprio territorio la<br />
decisione <strong>di</strong> quel sindaco». Nelle preoccupazioni <strong>di</strong> Barbiero anche un <strong>al</strong>tro aspetto: «Secondo me la società<br />
svedese vuole chiuder Padova per aprire a Cas<strong>al</strong>e. Temiamo che ci sarà occupazione somma negativa». E<br />
anche per l’Ikea la Cgil ha una controproposta: la zona industri<strong>al</strong>e fra Cas<strong>al</strong>e e Bonisiolo, vicino <strong>al</strong> Passante.<br />
Ma Muraro, presidente della Provincia, storce il naso. « Lì non sarebbe possibile – <strong>di</strong>ce – Ricor<strong>di</strong>amoci che in<br />
prossimità c’è il progetto dell’inceneritore voluto da Unindustria». E qui il presidente, da sempre contrario ai<br />
termov<strong>al</strong>orizzatori degli industri<strong>al</strong>i, si toglie un sassolino: «Perché categorie e sindacati non chiedono con<br />
<strong>al</strong>trettanta veemenza una delibera della Camera <strong>di</strong> Commercio contro l’inceneritore?».- E la linea della Provincia<br />
su Ikea? »Per Barcon ci sono sul piatto 20 milioni <strong>di</strong> opere pubbliche a perequazione, su Ikea sappiamo poco».<br />
Eppure il colosso svedese si impegnerebbe a costruire 13 aule per le me<strong>di</strong>e. «Oltre ai fantomatici posti <strong>di</strong><br />
lavoro…», aggiunge sibillino Muraro. Ma la Provincia è preoccupata per i tempi. “Dobbiamo fare in fretta –<br />
<strong>di</strong>ce Muraro – Le imprese aspettano da due anni una decisione».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
2 febbraio 2012<br />
Gli agricoltori aprono <strong>al</strong> macello<br />
SUSEGANA Piace sempre <strong>di</strong> più la proposta fatta d<strong>al</strong> Pd trevigiano <strong>al</strong>la <strong>di</strong>tta Colomberotto, attiva nel settore<br />
carne, <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>are quello che dovrebbe essere il più grande macello d’Europa <strong>al</strong> <strong>di</strong> là del Piave, piuttosto che<br />
nel tanto <strong>di</strong>scusso polo agroindustri<strong>al</strong>e progettato a Barcon <strong>di</strong> Vedelago. Il suggerimento del Pd riguarda<br />
un’area precisa, ovvero quella Electrolux <strong>di</strong> Susegana. Una proposta che, così su due pie<strong>di</strong>, non <strong>di</strong>spiace <strong>al</strong><br />
123
titolare Loris Colomberotto, la cui impresa è ben ra<strong>di</strong>cata nel Quartier del Piave, previa ovviamente verifica<br />
della fattibilità. La cosa non <strong>di</strong>spiacerebbe anche <strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong> Susegana, ma anche <strong>al</strong>la Cia della Marca: la<br />
confederazione degli agricoltori vede in questa una soluzione per re<strong>al</strong>izzare un grande impianto <strong>di</strong><br />
macellazione, ma senza dover pagare il pegno <strong>di</strong> vedere sparire <strong>al</strong>tro terreno agricolo, fagocitato d<strong>al</strong> cemento.<br />
E questo anche <strong>al</strong>la luce dell’eccellenza veneta nella produzione <strong>di</strong> carne. «Il Veneto – spiega il presidente Cia<br />
Treviso Denis Susanna – è la prima regione produttrice <strong>di</strong> carne a livello nazion<strong>al</strong>e, che con i suoi 200mila<br />
quint<strong>al</strong>i annui, copre il 28 per cento del tot<strong>al</strong>e nazion<strong>al</strong>e con un volume d’affari che supera i 450 milioni <strong>di</strong><br />
euro. Le ricadute sull’indotto sono notevoli e per questo motivo è giusto dare risposte a queste aziende che<br />
in tempi <strong>di</strong> “vacche magre” si propongono con progetti <strong>di</strong> v<strong>al</strong>enza strategica per un territorio». Per Susanna<br />
la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un mega macello region<strong>al</strong>e sarebbe una marcia in più per supportare le aziende zootecniche<br />
del territorio contro la concorrenza interna <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre regioni. «Oggi – continua Susanna – la parte del leone<br />
viene fatta da <strong>al</strong>cuni macelli concentrati in Emilia Romagna con effetti negativi sulla remunerazione della<br />
produzione nostrana. Il fatto <strong>di</strong> avere una struttura in più, può quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare importante per <strong>di</strong>fendere<br />
meglio il red<strong>di</strong>to delle aziende agricole, che nonostante la crisi, riescono ad accrescere occupazione e volumi.<br />
Natur<strong>al</strong>mente questo deve avvenire rispettando il territorio e chi lo vive».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
31 gennaio 2012<br />
Barcon, Di Santo ha un piano <strong>al</strong>ternativo<br />
Il presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano presenterà entro pochi giorni uno stu<strong>di</strong>o che punta a potenziare<br />
l’occupazione<br />
CASTELFRANCO Non solo un’an<strong>al</strong>isi del territorio e delle sue peculiarità, ma anche proposte <strong>di</strong> investimento<br />
sostenibili per creare occupazione nell’area <strong>di</strong> Vedelago. Si arricchisce <strong>di</strong> un capitolo in più la ricerca già da<br />
tempo annunciata d<strong>al</strong> presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano Nicola Del Santo, che entra così nel <strong>di</strong>battito circa<br />
l’opportunità o meno <strong>di</strong> creare un polo agro-industri<strong>al</strong>e a Barcon. Lo stu<strong>di</strong>o, promosso d<strong>al</strong>la Fondazione <strong>Villa</strong><br />
<strong>Emo</strong> e re<strong>al</strong>izzato da Proap It<strong>al</strong>ia e da Tolomeo Stu<strong>di</strong> e Ricerche (il centro guidato d<strong>al</strong> sociologo Paolo Feltrin),<br />
prende in esame sia gli aspetti legati <strong>al</strong>l’ambiente e <strong>al</strong>la viabilità sia quello socio-economico. Lo stu<strong>di</strong>o sarà<br />
presentato in due fasi: a breve la parte relativa <strong>al</strong>l’an<strong>al</strong>isi ambient<strong>al</strong>e e socio-economica del territorio, a fine<br />
febbraio quella relativa agli investimenti e <strong>al</strong>l’occupazione. «Ci è sembrato opportuno non solo fornire elementi<br />
utili per una <strong>di</strong>scussione, ma anche essere propositivi – spiega Di Santo – Questo anche <strong>al</strong>la luce del fatto che<br />
l’ipotesi del polo agro-industri<strong>al</strong>e non è l’unica in grado <strong>di</strong> poter garantire uno sviluppo che, da parte nostra,<br />
non potrà che essere sostenibile». A maggior ragione oggi, visto che la tanta <strong>di</strong>scussa re<strong>al</strong>izzazione del polo<br />
non pare proprio <strong>di</strong>etro l’angolo. Dapprima si è assistito <strong>al</strong> <strong>di</strong>simpegno della <strong>di</strong>tta Colomberotto, non solo<br />
annunciato ma anche riba<strong>di</strong>to nei fatti, visto che parte del progetto ha già preso <strong>al</strong>tre strade e non quella <strong>di</strong><br />
Barcon. Qui rimarrebbe in pie<strong>di</strong> solo l’ipotesi del macello più grande d’Europa, cosa che, come ha <strong>di</strong>chiarato<br />
lo stesso Loris Colomberotto, corrisponde <strong>al</strong> 60% dell’intero progetto. Poi c’è stata l’offerta da parte del Pd<br />
trevigiano <strong>di</strong> «scambiare» Barcon con un <strong>al</strong>tro sito, quello dell’Electrolux <strong>di</strong> Susegana, che sta raccogliendo<br />
sempre più consensi, in attesa <strong>di</strong> verificarne la fattibilità. Ma qu<strong>al</strong>i potrebbero essere gli investimenti economicoproduttivi<br />
che costituiranno una nuova fase per Vedelago? «Ci stiamo lavorando e sarebbe prematuro anticipare<br />
qu<strong>al</strong>che ipotesi – continua Di Santo - Di certo si tratterà <strong>di</strong> soluzioni per le qu<strong>al</strong>i non è necessaria la re<strong>al</strong>izzazione<br />
del casello della Pedemontana <strong>di</strong> Barcon». Messo in forse il polo agro-industri<strong>al</strong>e, l’obiettivo ora è <strong>di</strong> evitare la<br />
costruzione <strong>di</strong> questa infrastruttura, strettamente connessa con il polo: «Primo – conclude Di Santo – perché<br />
non era prevista nei progetti della Pedemontana, secondo perché l’impatto ambient<strong>al</strong>e sarebbe <strong>di</strong>sastroso<br />
per l’area, in considerazione <strong>di</strong> quel raggio <strong>di</strong> due chilometri previsto per ogni casello che sarebbe occupato<br />
da aree produttive. Se consideriamo che sarà giusto in mezzo tra i caselli <strong>di</strong> Montebelluna Ovest ed Est, è<br />
comprensibile che <strong>di</strong> spazio libero d<strong>al</strong>la cementificazione, tra svincoli e <strong>al</strong>tro, ne resterà ben poco. Pertanto le<br />
proposte <strong>di</strong> investimento e <strong>di</strong> occupazione che presenteremo terranno in considerazione la Pedemontana,<br />
opera in<strong>di</strong>spensabile ma in riferimento <strong>al</strong> tracciato origin<strong>al</strong>e, senza il casello <strong>di</strong> Barcon».<br />
124
L’INTERVENTO<br />
VENETO CITY E BARCON, L’ALIBI DELL’OCCUPAZIONE<br />
<strong>di</strong> RENZO SECCO Già la <strong>di</strong>zione “posto <strong>di</strong> lavoro” che oggi viene ripetuta come un mantra, mi sembra molto<br />
infelice se si vuol definire la possibilità per una persona <strong>di</strong> lavorare. Il lavoro costituisce l’attività fra le più nobili<br />
dell’uomo: quella <strong>di</strong> permettergli <strong>di</strong> essere superiore <strong>al</strong>le <strong>al</strong>tre specie viventi. Attraverso la qu<strong>al</strong>e gli è possibile<br />
applicare l’intelligenza superiore <strong>di</strong> cui è dotato. Il “posto <strong>di</strong> lavoro” è solo un luogo in cui tutto questo si può<br />
espletare. Creare un “posto <strong>di</strong> lavoro” significa quin<strong>di</strong> unicamente creare una situazione dove si può lavorare;<br />
con<strong>di</strong>zione che non ha in se stessa la <strong>di</strong>gnità del lavoro inteso come capacità umana <strong>di</strong> saper fare qu<strong>al</strong>cosa.<br />
La precon<strong>di</strong>zione assoluta quin<strong>di</strong> resta quella <strong>di</strong> saper fare un lavoro mentre quella del dove e come farlo<br />
restano fasi successive anche se estremamente importanti. E’ <strong>di</strong>verso creare un posto <strong>di</strong> lavoro per coloro<br />
che sanno fare qu<strong>al</strong>cosa, che non il fornire un luogo dove si possa fare quel qu<strong>al</strong>cosa, non importa cosa.<br />
Questa, unicamente intesa è una fase <strong>di</strong> avvilimento delle capacità umane, è l’ultima spiaggia in una società<br />
che non riesce a v<strong>al</strong>orizzare il saper fare un lavoro e si limita a offrire il luogo per un’attività umana in modo<br />
generico con l’unico scopo del sostentamento. Non voglio con ciò <strong>di</strong>minuire l’importanza <strong>di</strong> avere <strong>di</strong>sponibili<br />
dei posti in cui lavorare, voglio semplicemente evidenziare che questa con<strong>di</strong>zione non supplisce a quella<br />
prioritaria <strong>di</strong> insegnare e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> imparare un lavoro. La persona che sa lavorare ha molte più possibilità <strong>di</strong><br />
trovare un posto in cui farlo. Oggi, un giovane che avesse questa ricchezza per metterla a frutto avrebbe<br />
molte più opportunità <strong>di</strong> trovare un posto <strong>di</strong> lavoro, non solo in It<strong>al</strong>ia. Ma i nostri politici, o molti <strong>di</strong> costoro,<br />
non sembrano (o non vogliono) aver chiaro questo concetto, tanto che ritengono esaurita la loro funzione<br />
con la declamazione che bisogna creare più posti <strong>di</strong> lavoro in<strong>di</strong>fferentemente senza preoccuparsi che questi<br />
siano o no qu<strong>al</strong>ificanti per le capacità lavorative della popolazione. Allora <strong>al</strong>la prima occasione in cui qu<strong>al</strong>che<br />
personaggio, che si <strong>di</strong>ce impren<strong>di</strong>tore, promette <strong>al</strong> politico <strong>di</strong> turno la creazione dei cosiddetti “posti <strong>di</strong> lavoro”,<br />
ne solletica lo spicciolo interesse elettor<strong>al</strong>e e ottiene imme<strong>di</strong>ata u<strong>di</strong>enza. Natur<strong>al</strong>mente t<strong>al</strong>e offerta non è mai<br />
<strong>di</strong>sinteressata. Viene chiesto in cambio, o l’ottenimento <strong>di</strong> contributi pubblici, o il rilascio <strong>di</strong> permessi <strong>di</strong><br />
e<strong>di</strong>ficazione in aree quasi sempre destinate a ben <strong>al</strong>tri utilizzi a v<strong>al</strong>enza agricola o pubblica e/o soci<strong>al</strong>e. Sotto<br />
declamazioni demagogico-populiste emergono le proposte più nefande. Assistiamo ad un fiorire <strong>di</strong> progetti,<br />
anche con <strong>di</strong>mensioni ciclopiche che, promettendo numeri indefiniti e sempre <strong>al</strong>tissimi <strong>di</strong> quei famosi posti<br />
<strong>di</strong> lavoro, fanno breccia sulle sensibilità populistiche ed elettor<strong>al</strong>i dei politici. Sono progetti gener<strong>al</strong>mente<br />
incuranti dell’impatto ambient<strong>al</strong>e che non tengono minimamente conto non solo della s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a del<br />
paesaggio, ma vanno ad impe<strong>di</strong>re la crescente importanza economica che il territorio, utilizzato da una<br />
agricoltura moderna assumerà mantenendo, anzi accrescendo la sua positiva ricaduta in termini <strong>di</strong> s<strong>al</strong>ubrità,<br />
<strong>di</strong> utilità soci<strong>al</strong>e e <strong>di</strong> nuova e speci<strong>al</strong>izzata occupazione . Progetti che non danno <strong>al</strong>cuna garanzia <strong>di</strong> effettività,<br />
per i qu<strong>al</strong>i l’esperienza <strong>di</strong> quanto <strong>fino</strong>ra re<strong>al</strong>izzato nel nostro territorio veneto <strong>di</strong>mostra ampiamente<br />
l’inconsistenza <strong>di</strong> un vantaggio vero e re<strong>al</strong>e per la collettività. Tanto per fare qu<strong>al</strong>che esempio (ma i casi sono<br />
moltissimi) è il caso <strong>di</strong> “Veneto City” nella zona <strong>di</strong> Arino e del cosiddetto “Polo <strong>di</strong> Barcon” a Vedelago. Il primo,<br />
faraonico progetto ad <strong>al</strong>tissimo e negativissimo impatto ambient<strong>al</strong>e la cui utilità per il territorio veneto è tutta<br />
da <strong>di</strong>mostrare anche se la Giunta Region<strong>al</strong>e così ne sintetizza i vantaggi nel suo sito : “è un progetto per<br />
re<strong>al</strong>izzare, dove oggi c’è solo campagna, una vera e propria città multiservizi”... “E’ proprio per Veneto City<br />
che passa la nuova fase dello sviluppo del nordest, la fase due del passaggio da territorio agricolo ad area a<br />
fortissima vocazione industri<strong>al</strong>e”. Come si vede, esplicitamente domina il concetto <strong>di</strong> eliminare quel che resta<br />
della campagna trasformandola in area a fortissima vocazione industri<strong>al</strong>e nella necessità, <strong>di</strong>ce il governatore<br />
Zaia, “<strong>di</strong> rifondare il rapporto tra uomo e natura rispetto a come è stato vissuto <strong>fino</strong>ra nel Veneto” (sic). Il<br />
secondo caso è quello <strong>di</strong> Barcon a Vedelago molto efficacemente criticato sia nella sostanza che nel metodo<br />
<strong>di</strong> approccio d<strong>al</strong>la signora Laura Puppato e per<strong>fino</strong> da Confagricoltura, oltre che da una costellazione <strong>di</strong><br />
Comitati <strong>di</strong> varia estrazione. Anche in questo caso si promettono usandoli come esca soci<strong>al</strong>e tanti posti <strong>di</strong><br />
lavoro. E si potrebbe continuare con molti casi tutti nel segno della meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> quel che ormai<br />
resta del paesaggio veneto rendendo ancor più attu<strong>al</strong>e quanto scrisse il nostro grande poeta Andrea Zanzotto:<br />
“un bel paesaggio una volta <strong>di</strong>strutto non torna più, e se durante la guerra c’erano i campi <strong>di</strong> sterminio,<br />
adesso siamo arrivati <strong>al</strong>lo sterminio dei campi: fatti che, apparentemente <strong>di</strong>stanti fra loro, <strong>di</strong>pendono tuttavia<br />
d<strong>al</strong>la stessa ment<strong>al</strong>ità». Parole durissime le qu<strong>al</strong>i come ben spiega S<strong>al</strong>vatore Settis “in<strong>di</strong>cano come la violenza<br />
sul paesaggio è il rovescio e l’identico della guerra, della violenza dell’uomo sull’uomo: esprime energia e<br />
vit<strong>al</strong>ità (t<strong>al</strong>ora proprio per reagire <strong>al</strong>la guerra), ma lo fa provocando nuove <strong>di</strong>struzioni. Si fa in nome della vita,<br />
ma sotto il segno della morte”. Si fa in nome dei nuovi posti <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong>co io, senza considerare che la gran<br />
parte <strong>di</strong> queste iniziative non costituisce un aumento dell’occupazione, ma sono semplicemente trasferimenti<br />
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<strong>di</strong> attività in qu<strong>al</strong>che modo già esistenti in <strong>al</strong>tra <strong>di</strong>slocazione. Si chiude da una parte per aprire d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra; si<br />
abbandonano vecchi inse<strong>di</strong>amenti per farne <strong>di</strong> nuovi con doppio consumo <strong>di</strong> territorio. Doppio perché da un<br />
lato il vecchio stabile viene abbandonato creando zone a forte degrado socio-urbanistico e d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro se ne<br />
occupa <strong>di</strong> nuovo proprio dove prima c’era “ solo campagna”. Appare quin<strong>di</strong> opportuna e praticabile la proposta<br />
che in questi giorni fa il PD <strong>di</strong> utilizzare per il progetto del macello a Barcon l’area Elettrolux <strong>di</strong> Susegana. Non<br />
bisogna inoltre <strong>di</strong>menticare che spesso viene proposto <strong>di</strong> costruire il nuovo in parte sotto il livello campagna.<br />
Così si scava (adducendo furbescamente la tesi che lo si fa per <strong>di</strong>minuire l’impatto visivo del mostro in<br />
cemento), si recupera ghiaia e lucrosamente la si porta da un’<strong>al</strong>tra parte, magari in Austria dove l’escavazione<br />
è severamente regolamentata. Non ci si ferma quin<strong>di</strong> solo <strong>al</strong>la <strong>di</strong>struzione del paesaggio, ma clamorosamente<br />
si porta via fisicamente la nostra terra per venderla <strong>al</strong>l’estero. Con buona pace dei nostri padani! Credo che a<br />
questo punto sarebbe il tempo <strong>di</strong> finirla <strong>di</strong> raccontare la favola dei posti <strong>di</strong> lavoro e prendere fin<strong>al</strong>mente atto<br />
che è arrivato il tempo <strong>di</strong> dare il proprio vero nome <strong>al</strong>le speculazioni che sono tutte orientate verso la ormai<br />
definitiva <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> ciò che resta del nostro più esclusivo patrimonio nazion<strong>al</strong>e.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
28 gennaio 2012<br />
Barcon, l’ex sindaco attacca la giunta<br />
VEDELAGO Sindaco e giunta nel mirino per il sostegno <strong>al</strong>l’operazione Barcon ovvero <strong>al</strong> maxi macello con<br />
cartiera nella campagna dei Pola, proposto da Colomberotto e Rotocart. Il fuoco questa volta è «amico»: a<br />
sparare è Remigio Parisotto, coor<strong>di</strong>natore del Pdl. E il Pdl siede con la Lega in giunta e in consiglio. L’ex<br />
sindaco Remigio Parisotto prende le <strong>di</strong>stanze dai «suoi», tiepi<strong>di</strong> nel prendere posizione sull’accordo <strong>di</strong><br />
programma proposto d<strong>al</strong> re della carne: l’impren<strong>di</strong>tore Colomberotto e d<strong>al</strong>la Rotocart. «Una delle motivazioni<br />
forti a favore del sacrificio della campagna dei Pola portate d<strong>al</strong>l’attu<strong>al</strong>e amministrazione – an<strong>al</strong>izza il <strong>di</strong>battito<br />
in corso a Vedelago – è l’importante aumento occupazion<strong>al</strong>e che il nuovo inse<strong>di</strong>amento industri<strong>al</strong>e<br />
porterebbe. In tempi <strong>di</strong> crisi, <strong>di</strong> fabbriche che chiudono, <strong>di</strong> padri <strong>di</strong> famiglia rimasti senza lavoro si sa che<br />
impatto ha questo argomento. Va però fatta un’an<strong>al</strong>isi a più ampio spettro considerando l’attività<br />
amministrativa portata avanti d<strong>al</strong>la giunta Quaggiotto in questi sette anni <strong>di</strong> governo». Parisotto confronta i<br />
posti <strong>di</strong> lavoro promessi con quelli re<strong>al</strong>izzati e il bilancio, d<strong>al</strong> suo punto <strong>di</strong> vista, è tutt’<strong>al</strong>tro che positivo.<br />
«Quando nella primavera del 2004 – parte da lontano – ho lasciato la guida dell’amministrazione comun<strong>al</strong>e,<br />
ho affidato <strong>al</strong> mio successore un’area artigian<strong>al</strong>e <strong>di</strong> 350 mila metri quadrati in via Vicenza, in<strong>di</strong>viduata da una<br />
variante esecutiva <strong>al</strong> piano regolatore gener<strong>al</strong>e. Trascorsi sette anni, non se n’è fatto nulla ed erano possibili<br />
posti <strong>di</strong> lavoro». E ancora: «Ho lasciato la casa <strong>di</strong> riposo Crico re<strong>al</strong>izzata e funzionante per metà della sua<br />
potenzi<strong>al</strong>ità. Il completamento è <strong>al</strong> <strong>di</strong> là d<strong>al</strong> venire ed erano <strong>al</strong>tri possibili posti <strong>di</strong> lavoro». A suo <strong>di</strong>re sarebbe<br />
stato sufficiente un accordo con l’Usl 8 per riconvertire villa G<strong>al</strong>li e il compe<strong>di</strong>o Crico <strong>di</strong> Foss<strong>al</strong>unga destinandoli<br />
ad attività socioassistenzi<strong>al</strong>i. «Ancora nulla – constata l’ex sindaco – e <strong>al</strong>tri possibili posti <strong>di</strong> lavoro persi». E<br />
l’intervento Breton a fianco della cooperativa San Pio X? «Sta ancora aspettando l’ingresso degli operai».<br />
Parisotto mette <strong>al</strong> muro i suoi: «Hanno speso sette anni per completare il piano <strong>di</strong> assetto del territorio e <strong>al</strong>tri<br />
mesi saranno necessari per l’esecutività <strong>di</strong> quello degli interventi. Alla luce dello scarsissimo impegno con<br />
cui questa giunta ha curato le potenzi<strong>al</strong>ità occupazion<strong>al</strong>i del territorio, fa per<strong>fino</strong> sorridere pensare che ora il<br />
sindaco sostenga essere necessario perdere l’ultimo lembo <strong>di</strong> vera campagna rimasta tra Castelfranco e<br />
Montebelluna sacrificandola a interessi occupazion<strong>al</strong>i, che per quanto mi risulta, non sono adeguatamente<br />
proposti e garantiti d<strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong> programma Colomberotto-Rotocart».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
22 gennaio 2012<br />
«Il maxi macello nell’area Electrolux»<br />
Il sindaco <strong>di</strong> Susegana Gianni Montesel <strong>di</strong>ce «sì» <strong>al</strong>la proposta del Pd trevigiano <strong>di</strong> spostare nelle aree <strong>di</strong>smesse<br />
dell’Electrolux <strong>al</strong> confine tra il suo Comune e quello <strong>di</strong> Santa Lucia l’operazione Barcon. Ma con una con<strong>di</strong>zione:<br />
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questo non dovrà spianare la strada ai gran<strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti commerci<strong>al</strong>i. Il primo citta<strong>di</strong>no è favorevole <strong>al</strong>l’avvio<br />
<strong>di</strong> un ragionamento con le amministrazioni che vada in questo senso e che permetterebbe <strong>di</strong> recuperare<br />
qu<strong>al</strong>cosa che già c’è anziché consumare ulteriore territorio, ma con regole precise. «Per tutto quello che è<br />
produttivo c’è la massima <strong>di</strong>sponibilità a v<strong>al</strong>utare – <strong>di</strong>ce Montesel – a patto che non si inneschino gran<strong>di</strong><br />
operazioni <strong>di</strong> tipo commerci<strong>al</strong>e». Montesel si <strong>di</strong>ce favorevole a proposte per interventi che creino occupazione<br />
in <strong>al</strong>ternativa a ciò che l’ Electrolux non più offrire, anche se le speranze sul futuro dello stabilimento sono<br />
ancora vive. «La nostra grande vocazione è manifatturiera – <strong>di</strong>ce il primo citta<strong>di</strong>no – ma se non può essere<br />
quello ben venga tutto ciò che è produttivo».<br />
SUSEGANA Il Pd trevigiano «offre» <strong>al</strong>la <strong>di</strong>tta Colomberotto l’area Electrolux <strong>di</strong> Susegana <strong>al</strong> posto del mega<br />
complesso a Barcon. E l’impren<strong>di</strong>tore prende in considerazione l’offerta, riservandosi <strong>di</strong> v<strong>al</strong>utarla. Mentre<br />
continua ad infuriare la polemica sul polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon d<strong>al</strong> segretario provinci<strong>al</strong>e del Pd Enrico<br />
Quarello e dai circoli del Coneglianese e <strong>di</strong> Vedelago arriva una proposta che «propone una visione <strong>di</strong>versa che<br />
coniuga sviluppo e sostegno <strong>al</strong>la comunità», dopo l’annuncio dell’impren<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> abbandonare il mega<br />
progetto. Il Pd si richiama <strong>al</strong> fatto che la Colomberotto è una delle imprese leader nella zona: «Proponiamo<br />
<strong>al</strong>l’azienda che ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> avere capacità, determinazione negli investimenti e nella volontà <strong>di</strong> continuare<br />
a svilupparsi <strong>di</strong> considerare come opportunità la riqu<strong>al</strong>ificazione <strong>di</strong> aree produttive oggi in <strong>di</strong>suso». Tra queste<br />
quella Electrolux «considerata anche la grande superficie a <strong>di</strong>sposizione e quin<strong>di</strong> paragonabile a quella<br />
in<strong>di</strong>viduata nelle campagne <strong>di</strong> Barcon. Cre<strong>di</strong>amo che nella grave situazione <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta dell’occupazione le<br />
aziende «sane» del nostro territorio che <strong>di</strong>mostrano volontà <strong>di</strong> svilupparsi vadano sostenute, che questo possa<br />
trovare coerenza con la necessità <strong>di</strong> riqu<strong>al</strong>ificare aree già destinate <strong>al</strong>l’attività produttiva senza così consumare<br />
nuovo territorio o ad<strong>di</strong>rittura pensando ad una enorme escavazione che è <strong>al</strong>la base del progetto su Barcon.<br />
Siamo sicuri che se Colomberotto si renderà <strong>di</strong>sponibile a questa impostazione potrà trovare non solo nel Pd<br />
ma in tutte le istituzioni la massima collaborazione». Loris Colomberotto non esclude a priori che la cosa gli<br />
possa interessare: «Fa piacere che la politica si interessi <strong>al</strong>le ipotesi <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> una azienda. E’ necessario<br />
però approfon<strong>di</strong>re la cosa nei suoi particolari, prima <strong>di</strong> decidere». In riferimento <strong>al</strong>l’abbandono del progetto<br />
Barcon, il ritorno in pista della Pedemontana dopo il pronunciamento del Consiglio <strong>di</strong> Stato è un elemento che<br />
Colomberotto non sottov<strong>al</strong>uta per ritornare sulle sue decisioni: «Ho sempre sostenuto che per noi era<br />
in<strong>di</strong>spensabile poter contare su un casello della superstrada. Ma oggi fatto cento quello che era il progetto per<br />
il polo <strong>di</strong> Barcon, ne rimane in gioco il sessanta». Infatti Colomberotto è passato d<strong>al</strong>le parole ai fatti, come del<br />
resto aveva annunciato: «Abbiamo già trovato soluzioni <strong>al</strong>ternative sia per il settore lattiero-caseario della<br />
nostra azienda, sia per quello cere<strong>al</strong>icolo, il primo nei pressi <strong>di</strong> Barcon, il secondo vicino a Treviso». Rimane da<br />
sistemare quello che dovrebbe essere il macello più grande d’Europa. Decollerà in quella che era l’Inox-v<strong>al</strong>ley?<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
22 gennaio 2012<br />
Sos in teatro: «S<strong>al</strong>viamo Barcon»<br />
CASTELFRANCO Appello della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>: fermiamo Barcon. Ieri mattina è stato forte e chiaro<br />
l’appello dell’architetto Enzo Bergamin: l’impianto <strong>di</strong> Barcon non va fatto. Durante il forum nazion<strong>al</strong>e <strong>di</strong><br />
«S<strong>al</strong>viamo il paesaggio», forum costituitosi da poco e che ha scelto proprio Castelfranco per esporre le proprie<br />
tesi ambient<strong>al</strong>i, non erano previsti interventi sulla politica loc<strong>al</strong>e, ma la p<strong>al</strong>la è stata colta <strong>al</strong> b<strong>al</strong>zo. Finita la<br />
conferenza dei tre relatori; Francesco V<strong>al</strong>lerani, Domenico Finiguerra e Viviana Ferrario, lo spazio è stato dato<br />
<strong>al</strong> pubblico presente. Domande, spunti su cui riflettere non sono mancati. Bergamin ha chiesto <strong>di</strong> fare un<br />
intervento. S<strong>al</strong>ito sul p<strong>al</strong>co del teatro Accademico dove era in corso il <strong>di</strong>battito, ha illustrato <strong>al</strong> pubblico la<br />
situazione <strong>di</strong> Barcon e il progetto firmato da Colomberotto e Rotocart. A nord <strong>di</strong> via Terza Armata, sulla<br />
campagna che fu dei Pola, sono previsti un maxi macello, una cartiera e un centro <strong>di</strong> ricerca. C’è chi sostiene<br />
che l’operazione porterà benefici e lavoro e chi, come Bergamin con la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> e il Comitato<br />
Barcon Viva, ritiene che si tratti <strong>di</strong> uno scempio ambient<strong>al</strong>e e che <strong>di</strong> benefici ce ne siano gran pochi. Lunedì<br />
scorso Nicola Di Santo, presidente della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, e lo stesso Bergamin sono stati convocati in<br />
Quirin<strong>al</strong>e e qui hanno esposto le loro ragioni per cercare <strong>di</strong> fermare quello che sostengono sia delitto nei<br />
confronti della campagna dei Pola. Un’ulteriore forte presa <strong>di</strong> posizione quella che la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong><br />
ha lanciato ieri contro la mega area industri<strong>al</strong>e. Ma non solo <strong>di</strong> Barcon si è parlato, anche la Pedemontana è<br />
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stata più volte citata e criticata come un’opera deturpatrice della bella terra veneta. 94 km <strong>di</strong> lunghezza, 16<br />
caselli da posizionare lungo il tracciato, 2 km quadrati <strong>di</strong> cemento per ogni casello. C’è chi non ci sta. A parte<br />
i casi loc<strong>al</strong>i che hanno monopolizzato l’ultima parte dell’incontro, il forum «S<strong>al</strong>viamo il patrimonio» si è dato<br />
due obiettivi inizi<strong>al</strong>i imprescin<strong>di</strong>bili: censire gli immobili sfitti e riutilizzabili e promuovere una legge popolare<br />
che certi <strong>di</strong> limitare la cementificazione delle campagne. Relatori <strong>di</strong> tutto rispetto sono intervenuti durante la<br />
mattinata, guidati d<strong>al</strong> vicepresidente della sezione <strong>di</strong> Treviso <strong>di</strong> It<strong>al</strong>ia Nostra, l’architetto Umberto Zan<strong>di</strong>giacomi.<br />
Confagricoltura: no <strong>al</strong> progetto Barcon<br />
Sì <strong>al</strong> nuovo macello <strong>di</strong> v<strong>al</strong>enza europea, ma senza consumare nuovo territorio. E’ natta la posizione <strong>di</strong><br />
Confagricoltura Treviso, che da tempo si è fatta promotrice <strong>di</strong> una campagna <strong>di</strong> sensibilizzazione sulla<br />
necessità <strong>di</strong> preservare <strong>al</strong> massimo l’integrità del suolo agricolo trevigiano d<strong>al</strong>l’aggressione<br />
dell’urbanizzazione, dei centri commerci<strong>al</strong>i e industri<strong>al</strong>i e delle nuove strutture viarie. L’associazione agricola,<br />
guidata da GianGiacomo G<strong>al</strong>larati Scotti Bon<strong>al</strong><strong>di</strong> e <strong>di</strong>retta da Giampaolo Casarin, ricorda che nella nostra<br />
provincia, nel solo periodo 2000-2010, è stata sacrificata sull’<strong>al</strong>tare della cementificazione, una superficie<br />
agricola <strong>di</strong> circa 11.000 ettari. «Un territorio pari <strong>al</strong>l’intera estensione dei comuni <strong>di</strong> Treviso e Castelfranco».<br />
Confagricoltura ritiene che per i futuri inse<strong>di</strong>amenti urbani, commerci<strong>al</strong>i e industri<strong>al</strong>i e per le nuove strutture<br />
viarie si debbano utilizzare, in via prioritaria, rispettivamente le aree e<strong>di</strong>ficabili <strong>di</strong>messe e i tracciati viabili<br />
esistenti. Confagricoltura boccia inoltre il P.T.C.P. (Piano Territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinci<strong>al</strong>e): «non<br />
rappresenta affatto un v<strong>al</strong>ido strumento per la pianificazione territori<strong>al</strong>e», tant’è che, insieme ad <strong>al</strong>tre<br />
associazioni agricole, è pendente un ricordo <strong>al</strong> Tar. Sul progetto Barcon, Confagricoltura considera<br />
positivamente la creazione <strong>di</strong> un macello con tecnologie <strong>di</strong> ultima generazione. Ma auspica «che quest’opera,<br />
che riteniamo <strong>di</strong> importanza strategica per il comparto <strong>al</strong>levatori<strong>al</strong>e dell’area, possa trovare una <strong>di</strong>versa<br />
loc<strong>al</strong>izzazione, t<strong>al</strong>e da non sottrarre ulteriori superfici <strong>al</strong>le coltivazioni».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
20 gennaio 2012<br />
DOCUMENTO DI CATEGORIE E SINDACATI<br />
«No a Ikea e Barcon, inutilizzati 20 milioni <strong>di</strong> mq <strong>di</strong> aree industri<strong>al</strong>i»<br />
TREVISO No <strong>al</strong>la cementificazione selvaggia, sì <strong>al</strong> recupero delle aree <strong>di</strong>smesse. E no ai nuovi annunciati<br />
mega inse<strong>di</strong>amenti , d<strong>al</strong> polo agro<strong>al</strong>imentare <strong>di</strong> Barcon <strong>al</strong>l’Ikea <strong>di</strong> Cas<strong>al</strong>e perchè «non rispondono <strong>al</strong>le esigenze<br />
<strong>di</strong> tutela e s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a ambient<strong>al</strong>e e territori<strong>al</strong>e e probabilmente <strong>al</strong>le logiche <strong>di</strong> sviluppo economico e<br />
occupazione stabile». E’ fermissimo, il documento consegnato ieri da categorie e sindacati <strong>al</strong> presidente della<br />
Provincia, Leonardo Muraro. Ascom, Cia, Cna, Col<strong>di</strong>retti, Confagricoltura, Confartigianato, Confesercenti,<br />
Confcooperative, Artigianato trevigiano, Casartigiani e Cgil, Cisl e Uil sono in sintonia. Barcon e Cas<strong>al</strong>e non<br />
sonocitati mai esplicitamente, ma il documento congiunto vuol fermare i due progetti su cui la Provincia,<br />
dopo la Regione, dovrà esprimersi. Bella gatta da pelare per l’ente <strong>di</strong> S.Artemio che dovrà fare i conti da un<br />
lato con la posizione <strong>di</strong> categorie e e sindacati e d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tro con le esigenze occupazion<strong>al</strong>i. Muraro, ieri, ha scelto<br />
la via della <strong>di</strong>plomazia. «Ringrazio le categorie – <strong>di</strong>ce – E’ un documento che guarda <strong>al</strong> futuro del territorio,<br />
che con<strong>di</strong>vide le linee guida del Ptcp,m che chiede <strong>di</strong> confrontare ancor più attivamente sulle gran<strong>di</strong> scelte<br />
territori<strong>al</strong>i. Per questo ho chiesto che possa rientrare <strong>al</strong> più presto nel piano strategico». E ha aggiunto: «E’<br />
questione <strong>di</strong> trovare un metodo per garantire sviluppo sostenibile, creare nuovi posti <strong>di</strong> lavoro e dare risposte<br />
a chi è in cassa integrazione». Categorie, sindacati e Provincia si ritroveranno presto per un’an<strong>al</strong>isi più specifica<br />
delle situazioni critiche della Marca. Il documento ricorda le 1077 aree produttive censite nella Marca, sparse<br />
in modo <strong>di</strong>sorganico nel territorio, gli 80 milioni <strong>di</strong> superficie destinata a uso produttivo, <strong>di</strong> cui però oggi solo<br />
60 sembrano re<strong>al</strong>mente utilizzati. «Non si possono ignorare 20 milioni <strong>di</strong> mq inutilizzati»- <strong>di</strong>cono le categorie.E<br />
Guido Pomini, presidente <strong>di</strong> Ascom, coor<strong>di</strong>natore del gruppo che ha steso il documento, ha aggiunto: «E’<br />
una buona pratica, per il governo e lo sviluppo sostenibile del territorio, che nasce d<strong>al</strong>le buone relazioni<br />
esistenti», <strong>di</strong>ce. Sulla stessa linea d’onda Alessandro Conte, presidente Cna: »Basta con la contrapposizione<br />
tra sviluppo e crescita, e s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a del territorio e dell’ambiente. Nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi sono i<br />
benvenuti perché segno <strong>di</strong> una <strong>di</strong>namismo produttivo del territorio, ma vanno collocate nelle aree già<br />
compromesse, per non <strong>di</strong>struggere <strong>al</strong>tro territorio. Deroghe? Solo se si ritiene prev<strong>al</strong>ente l’interesse pubblico<br />
128
nell’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> una determinata attività e sempre previo accordo sulla ‘compensazione del danno’ con<br />
recupero <strong>di</strong> aree <strong>di</strong>smesse o <strong>di</strong>smissibili, <strong>di</strong> pari superficie, ad uso natur<strong>al</strong>e».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
18 gennaio 2012<br />
IL POLO DI BARCON NON DARA’ LAVORO<br />
L’operazione Barcon va uccisa nella culla. Soprattutto dopo le affermazioni del presidente della Provincia <strong>di</strong><br />
Treviso e il suo m<strong>al</strong>destro tentativo <strong>di</strong> mettere in relazione gli interventi e<strong>di</strong>lizi e <strong>di</strong> scavo con l’ipotetico<br />
incremento dell’occupazione. La <strong>di</strong>scussione in Commissione provinci<strong>al</strong>e Urbanistica ed Ambiente dove è<br />
stato an<strong>al</strong>izzato il progetto Barcon <strong>di</strong> Vedelago ha visto emergere fortissime critiche e perplessità. Il parere <strong>di</strong><br />
Muraro va in senso contrario e conta più degli <strong>al</strong>tri? Del resto, se le aziende hanno bisogno <strong>di</strong> espandersi lo<br />
possono fare <strong>al</strong>l’interno <strong>di</strong> regole dettate d<strong>al</strong> PTCP che è costato tanto lavoro, fatica e risorse economiche. Se<br />
bastasse costruire capannoni e fare scempi <strong>al</strong> paesaggio per garantire un aumento dell’occupazione, <strong>al</strong>lora<br />
la provincia <strong>di</strong> Treviso dovrebbe essere la prima non l’ultima com’è nelle classifiche per capacità <strong>di</strong> risposta<br />
<strong>al</strong>la crisi produttiva e quin<strong>di</strong> occupazion<strong>al</strong>e che si è abbattuta sul Veneto. Quando finiranno la Lega e la classe<br />
politica che governano questo territorio <strong>di</strong> perseverare negli errori che sono stati la causa del problema invece<br />
che riflettere e invertire la rotta? Quello che manca è la politica intesa sia come <strong>di</strong>segno strategico sia come<br />
investimento nelle reti, nella leg<strong>al</strong>ità, nella sburocratizzazione, nella qu<strong>al</strong>ità <strong>di</strong> investimenti e proposte quin<strong>di</strong><br />
nei giovani e nel futuro. Basta aggre<strong>di</strong>re il territorio senza coerenza e senza garanzie, ma si faccia subito una<br />
politica <strong>di</strong> an<strong>al</strong>isi dell’esistente, delle criticità e potenzi<strong>al</strong>ità inespresse o soffocate e si <strong>di</strong>a il via dunque a<br />
lavorare coerentemente per la bellezza e la qu<strong>al</strong>ità del territorio e delle produzioni. Si inizi comprendendo<br />
quanti sono i volumi in e<strong>di</strong>lizia industri<strong>al</strong>e liberi o abbandonati e qu<strong>al</strong>i le ipotesi per il loro recupero e utilizzo;<br />
quanta è la terra agricola residua e si comprenda se questa oggi non sia una re<strong>al</strong>tà da considerare con occhi<br />
nuovi, s<strong>al</strong>vaguardandone ogni singolo metro quadro e identificandone le specificità. Si lavori con uno sguardo<br />
<strong>di</strong> lungo periodo e si eviti l’ultimo colpo <strong>di</strong> coda <strong>di</strong> un modello speculativo che ha già ampiamente <strong>di</strong>mostrato<br />
tutti i suoi limiti e i rischi per le generazioni attu<strong>al</strong>i e future. Se questo vuol <strong>di</strong>re fermare un sindaco “amico”<br />
lo si faccia lo stesso, smettendola una volta per tutte <strong>di</strong> concedere ai “propri” e negare agli “<strong>al</strong>tri” attuando<br />
sistematicamente quel modello feud<strong>al</strong>e che ben conosciamo.<br />
Laura Puppato<br />
Dopo il summit <strong>al</strong> quirin<strong>al</strong>e su Barcon Muraro striglia il Colle «Di Santo tutela i privati»<br />
VEDELAGO Mentre Nicola Di Santo entra in Quirin<strong>al</strong>e per parlare dell’operazione Barcon d<strong>al</strong>l’ingresso princip<strong>al</strong>e,<br />
Leonardo Muraro resta a casa, si rammarica e scrive a Giorgio Napolitano. «Accolgo con favore l’attenzione<br />
della presidenza della Repubblica per la tutela del nostro territorio», mette nero su bianco il numero uno della<br />
Provincia. Poi la stoccata: «Mi permetta, però, signor presidente, <strong>di</strong> esprimere il rammarico mio e dell’ente che<br />
rappresento constatando che, nell’esame della problematica da parte degli uffici della Presidenza, non si è<br />
avvertito il dovere istituzion<strong>al</strong>e <strong>di</strong> consultare gli enti territori<strong>al</strong>i coinvolti e competenti per la gestione del<br />
territorio». Insomma, <strong>al</strong> Colle è s<strong>al</strong>ito Di Santo, ma nessuno da Roma si è premurato <strong>di</strong> sentire sull’accordo <strong>di</strong><br />
programma, proposto da Colomberotto, nell’or<strong>di</strong>ne: «la Regione Veneto, titolare del proce<strong>di</strong>mento, la Provincia<br />
<strong>di</strong> Treviso e il Comune <strong>di</strong> Vedelago <strong>di</strong>rettamente interessato». Ma come una fondazione bancaria – la <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong><br />
presieduta da Nicola Di Santo e legata <strong>al</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo Trevigiano – <strong>al</strong>la corte <strong>di</strong> Re Giorgio e gli enti<br />
loc<strong>al</strong>i fuori? «Sono certo – insiste Muraro con Napolitano – che comprenderà che la strument<strong>al</strong>izzazione<br />
dell’incontro concesso d<strong>al</strong>la presidenza della Repubblica a una fondazione bancaria che non rappresenta il<br />
territorio, non rende un buon servizio <strong>al</strong>le istituzioni del territorio. Appare che Regione, Provincia e Comune<br />
tutelino interessi particolari a danno della collettività, che sarebbe invece <strong>di</strong>fesa da soggetti privati con l’<strong>al</strong>to<br />
supporto della presidenza della Repubblica». Il numero uno del Sant’Artemio garantisce che da parte <strong>di</strong><br />
Provincia, Regione e Comune «vi è la massima attenzione» <strong>al</strong>la campagna dei Pola. Quell’area su cui<br />
l’impren<strong>di</strong>tore Colomberotto e Rotocart vorrebbero re<strong>al</strong>izzare maxi macello, cartiera e farmer market. «Nessuna<br />
decisione è ancora stata assunta – scrive Muraro – non è ancora stato neanche dato avvio <strong>al</strong> proce<strong>di</strong>mento<br />
amministrativo fin<strong>al</strong>izzato <strong>al</strong>l’approvazione dell’accordo <strong>di</strong> programma in quanto il governatore Luca Zaia non<br />
ha ad oggi <strong>di</strong>chiarato l’interesse pubblico dell’iniziativa, con<strong>di</strong>zione essenzi<strong>al</strong>e per l’avvio form<strong>al</strong>e dell’esame<br />
129
della proposta». Niente <strong>di</strong> concreto, dunque. Non ancora. E Muraro chiude chiedendo a sua volta u<strong>di</strong>enza a<br />
Giorgio Napolitano. «Mi auguro <strong>di</strong> ricevere quanto prima una convocazione a Roma». Intanto l’operazione<br />
Barcon, così come proposta, incassa il no <strong>di</strong> Oscar Bor<strong>di</strong>gnon, capogruppo della Lega <strong>al</strong>l’opposizione in consiglio<br />
comun<strong>al</strong>e. «Con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo la posizione espressa nella commissione provinci<strong>al</strong>e dello scorso 13 gennaio da<br />
Giorgio Granello. Siamo per il ri<strong>di</strong>mensionamento del progetto inizi<strong>al</strong>e a solo macello nel rispetto delle esigenze<br />
dell’impren<strong>di</strong>tore Colomberotto e senza stravolgere l’economia loc<strong>al</strong>e».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
16 gennaio 2012<br />
Il presidente Di Santo oggi <strong>al</strong> Quirin<strong>al</strong>e<br />
VEDELAGO È il grande giorno per Barcon. Alle 10.30 il presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano s<strong>al</strong>irà <strong>al</strong> Quirin<strong>al</strong>e per<br />
fermare l’operazione Colomberotto-Quaggiotto ovvero il polo agroindustri<strong>al</strong>e previsto a nord <strong>di</strong> via Terza<br />
Armata, sulla campagna che fu dei Pola. Con lui gli architetti Enzo Bergamin e Andrea Menegotto. Avranno<br />
trenta minuti per illustrare l’accordo <strong>di</strong> programma che ha acceso il <strong>di</strong>battito dentro e fuori d<strong>al</strong>le aule della<br />
politica loc<strong>al</strong>e e non solo. Mezz’ora per spiegare tutti i rischi derivanti d<strong>al</strong>l’operazione. D<strong>al</strong> Quirin<strong>al</strong>e hanno già<br />
ottenuto grande attenzione e la <strong>di</strong>sponibilità a «v<strong>al</strong>utare insieme le azioni da intraprendere per consentire <strong>di</strong><br />
s<strong>al</strong>vaguardare l’integrità <strong>di</strong> un territorio <strong>di</strong> rara bellezza». Questo l’impegno già messo nero su bianco da Louis<br />
Godart, segretario gener<strong>al</strong>e del presidente della Repubblica. Al delegato <strong>di</strong> re Giorgio Napolitano, Nicola Di<br />
Santo, nelle vesti <strong>di</strong> presidente della fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, riba<strong>di</strong>rà il «no della gente <strong>di</strong> Vedelago <strong>al</strong> farmer<br />
market, <strong>al</strong> maxi macello (tra i più gran<strong>di</strong> d’Europa), <strong>al</strong>la cartiera e <strong>di</strong> fatto <strong>al</strong>l’escavazione selvaggia».<br />
«Esprimeremo la contrarietà <strong>di</strong> un paese a un casello, quello della Pedemontana Veneta che i promotori<br />
dell’accordo <strong>di</strong> programma vogliono a Barcon: non serve, è inutile e spariglia tutta la programmazione<br />
territori<strong>al</strong>e frutto <strong>di</strong> una trattativa ragionata costruita in decenni <strong>di</strong> politica». Di Santo, che nei giorni scorsi ha<br />
trovato nel consigliere leghista Oscar Bor<strong>di</strong>gnon un fiero <strong>al</strong>leato, sosterrà piuttosto «uno sviluppo equilibrato<br />
dell’azienda Colomberotto <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione proporzionate ai suoi <strong>al</strong>levamenti, già presenti in prossimità dell’area<br />
che ora si vuole sfregiare». Il presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano non vuole sbarrare la strada <strong>al</strong>l’impren<strong>di</strong>tore,<br />
ma si fa p<strong>al</strong>a<strong>di</strong>no della terra e della sua gente. «Non siamo per un “no” preconcetto – precisa – ma siamo per<br />
uno sviluppo sostenibile che s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong> il tessuto economico dell’area». Uno sviluppo che non minacci<br />
l’esistenza <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre aziende zootecniche nate e cresciute nella Castellana, che rischiano <strong>di</strong> essere annientate<br />
con il varo del maxi macello <strong>di</strong> Colomberotto. «Siamo certi che d<strong>al</strong> Quirin<strong>al</strong>e torneremo con buone nuove per<br />
la gente <strong>di</strong> Barcon – chiude <strong>di</strong> Santo – e se sarà necessario siamo pronti a sostenere una consultazione<br />
popolare. Ci siamo già attivati per capirne la fattibilità: potrebbe essere un referendum on line».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
17 gennaio 2012<br />
Il Quirin<strong>al</strong>e: «Difendete il territorio»<br />
La decisione <strong>di</strong> portare <strong>al</strong>l’attenzione del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il caso Barcon nasce d<strong>al</strong><br />
progetto <strong>di</strong> un mega polo agroindustri<strong>al</strong>e promosso d<strong>al</strong>le aziende Colomberotto (macellazione) e Roto-Cart<br />
(cartiere). Un progetto avversato dai comitati citta<strong>di</strong>ni come Barcon Viva ma anche il prima persona d<strong>al</strong> Cre<strong>di</strong>to<br />
Trevigiano, che nella proposta vedono più rischi per il territorio che vantaggi. Il princip<strong>al</strong>e tra questi ultimi<br />
dovrebbe essere una boccata d’ossigeno per l’occupazione loc<strong>al</strong>e, ma l’obiezione è che, <strong>al</strong> <strong>di</strong> là dei proclami,<br />
non è assolutamente chiaro se questa ci sarà e quanto costerà in termini ambient<strong>al</strong>i. Le ultime cronache<br />
sulla vicenda hanno visto dapprima le due <strong>di</strong>tte promotrici lanciare un “ultimatum” a Regione e Provincia<br />
circa una decisione sul progetto, poi la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> Loris Colomberotto <strong>di</strong> sfilarsi d<strong>al</strong>l’operazione. Decisione<br />
<strong>di</strong> cui i comitati non prenderanno atto finchè non verrà messa nero su bianco.<br />
VEDELAGO Polo <strong>di</strong> Barcon: il Quirin<strong>al</strong>e promuoverà la tutela paesaggistica e architettonica <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> e <strong>di</strong><br />
<strong>Villa</strong> Pola. L’interessamento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per evitare lo snaturamento<br />
130
del territorio, sul qu<strong>al</strong>e pende anche la re<strong>al</strong>izzazione del mega-polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, è stato<br />
comunicato ieri d<strong>al</strong> consigliere del Presidente per la conservazione del patrimonio artistico, Louis Godart, <strong>al</strong><br />
presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano Nicola Di Santo, ricevuto <strong>al</strong> Colle ieri mattina assieme agli architetti Andrea<br />
Menegotto ed Enzo Bergamin, quest’ultimo membro del comitato scientifico <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>. «E’ stato un incontro<br />
durato quarantacinque minuti in cui abbiamo potuto constatare con piacere l’interessamento del Presidente<br />
della Repubblica per quest’area, comunicatoci d<strong>al</strong> suo consigliere, il professor Godart – <strong>di</strong>ce Di Santo <strong>al</strong>l’uscita<br />
del Quirin<strong>al</strong>e - Sia il presidente Napolitano che il suo consigliere sono degli estimatori delle ville p<strong>al</strong>la<strong>di</strong>ane.<br />
Da quest’ultimo abbiamo ricevuto un incoraggiamento nel nostro impegno per la tutela del territorio, nonché<br />
utili suggerimenti per promuoverla, dove non mancherà l’<strong>al</strong>to patrocinio della Presidenza della Repubblica».<br />
L’obiettivo <strong>di</strong> Di Santo era informare la più <strong>al</strong>ta carica dello Stato del pericolo che sta correndo quest’area,<br />
soprattutto in riferimento <strong>al</strong>la creazione del polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon: «In pochi giorni abbiamo ricevuto<br />
la convocazione <strong>al</strong> Quirin<strong>al</strong>e – continua Di Santo, visibilmente entusiasta per quanto emerso – nel corso<br />
dell’incontro ci è stata assicurata un’attenzione particolare da parte del ministero dei Beni cultur<strong>al</strong>i, oltre che<br />
della Sovrintendenza ai beni artistici <strong>di</strong> Venezia». «Il suggerimento – aggiungono gli architetti Menegotto e<br />
Bergamin – è quello <strong>di</strong> creare un circuito p<strong>al</strong>la<strong>di</strong>ano che v<strong>al</strong>orizzi non solo gli e<strong>di</strong>fici ma anche il territorio che<br />
li circonda, essendo parte del medesimo patrimonio. In questo senso è utile sottolineare la complementarietà<br />
<strong>di</strong> <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> e <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> Pola: tra l’<strong>al</strong>tro quest’ultima rimane il più esteso appezzamento della provincia <strong>di</strong> Treviso<br />
che non ha subito mo<strong>di</strong>fiche circa la sua vocazione agricola». L’incontro si è chiuso con la consegna <strong>di</strong> una<br />
lettera dove si invita il presidente Napolitano a visitare queste strutture storiche, anche in considerazione del<br />
person<strong>al</strong>e interesse <strong>di</strong>mostrato. L’u<strong>di</strong>enza <strong>al</strong> Quirin<strong>al</strong>e porta indubbiamente frecce <strong>al</strong>l’arco <strong>di</strong> Di Santo che<br />
non ha mai nascosto la sua contrarietà <strong>al</strong>l’operazione Barcon: «Questo non vuol <strong>di</strong>re che mi oppongo a<br />
possibilità <strong>di</strong> sviluppo, ma queste non possono essere cave, una cartiera o un macello tre volte più grande<br />
<strong>di</strong> quelli più gran<strong>di</strong> d’Europa – <strong>di</strong>ce il presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano – Pensiamo che ci possa essere uno<br />
sviluppo, anche dell’occupazione, conciliabile con la tutela del territorio, come risulta da uno stu<strong>di</strong>o da noi<br />
affidato dove emerge una indagine anche sul fronte occupazion<strong>al</strong>e».<br />
VEDELAGO È il grande giorno per Barcon. Alle 10.30 il presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano s<strong>al</strong>irà <strong>al</strong> Quirin<strong>al</strong>e per<br />
fermare l’operazione Colomberotto-Quaggiotto ovvero il polo agroindustri<strong>al</strong>e previsto a nord <strong>di</strong> via Terza<br />
Armata, sulla campagna che fu dei Pola. Con lui gli architetti Enzo Bergamin e Andrea Menegotto. Avranno<br />
trenta minuti per illustrare l’accordo <strong>di</strong> programma che ha acceso il <strong>di</strong>battito dentro e fuori d<strong>al</strong>le aule della<br />
politica loc<strong>al</strong>e e non solo. Mezz’ora per spiegare tutti i rischi derivanti d<strong>al</strong>l’operazione. D<strong>al</strong> Quirin<strong>al</strong>e hanno già<br />
ottenuto grande attenzione e la <strong>di</strong>sponibilità a «v<strong>al</strong>utare insieme le azioni da intraprendere per consentire <strong>di</strong><br />
s<strong>al</strong>vaguardare l’integrità <strong>di</strong> un territorio <strong>di</strong> rara bellezza». Questo l’impegno già messo nero su bianco da Louis<br />
Godart, segretario gener<strong>al</strong>e del presidente della Repubblica. Al delegato <strong>di</strong> re Giorgio Napolitano, Nicola Di<br />
Santo, nelle vesti <strong>di</strong> presidente della fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, riba<strong>di</strong>rà il «no della gente <strong>di</strong> Vedelago <strong>al</strong> farmer<br />
market, <strong>al</strong> maxi macello (tra i più gran<strong>di</strong> d’Europa), <strong>al</strong>la cartiera e <strong>di</strong> fatto <strong>al</strong>l’escavazione selvaggia».<br />
«Esprimeremo la contrarietà <strong>di</strong> un paese a un casello, quello della Pedemontana Veneta che i promotori<br />
dell’accordo <strong>di</strong> programma vogliono a Barcon: non serve, è inutile e spariglia tutta la programmazione<br />
territori<strong>al</strong>e frutto <strong>di</strong> una trattativa ragionata costruita in decenni <strong>di</strong> politica». Di Santo, che nei giorni scorsi ha<br />
trovato nel consigliere leghista Oscar Bor<strong>di</strong>gnon un fiero <strong>al</strong>leato, sosterrà piuttosto «uno sviluppo equilibrato<br />
dell’azienda Colomberotto <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione proporzionate ai suoi <strong>al</strong>levamenti, già presenti in prossimità dell’area<br />
che ora si vuole sfregiare». Il presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano non vuole sbarrare la strada <strong>al</strong>l’impren<strong>di</strong>tore,<br />
ma si fa p<strong>al</strong>a<strong>di</strong>no della terra e della sua gente. «Non siamo per un “no” preconcetto – precisa – ma siamo per<br />
uno sviluppo sostenibile che s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong> il tessuto economico dell’area». Uno sviluppo che non minacci<br />
l’esistenza <strong>di</strong> <strong>al</strong>tre aziende zootecniche nate e cresciute nella Castellana, che rischiano <strong>di</strong> essere annientate<br />
con il varo del maxi macello <strong>di</strong> Colomberotto. «Siamo certi che d<strong>al</strong> Quirin<strong>al</strong>e torneremo con buone nuove per<br />
la gente <strong>di</strong> Barcon – chiude <strong>di</strong> Santo – e se sarà necessario siamo pronti a sostenere una consultazione<br />
popolare. Ci siamo già attivati per capirne la fattibilità: potrebbe essere un referendum on line».<br />
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Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
15 gennaio 2012<br />
Muraro <strong>di</strong>fende il progetto Barcon<br />
VEDELAGO «Occorre tenere presente che negli ultimi tre anni la <strong>di</strong>soccupazione in provincia <strong>di</strong> Treviso è<br />
passata d<strong>al</strong> 3 <strong>al</strong> 7 per cento. Deve essere questo il dato princip<strong>al</strong>e per ogni decisione sul polo agroindustri<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> Barcon, su cui devono confrontarsi sindacati, camera <strong>di</strong> commercio, associazioni impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>i, con uno<br />
stu<strong>di</strong>o che an<strong>al</strong>izzi i pro e i contro <strong>di</strong> questa operazione. Quando <strong>di</strong>co che bisogna fare squadra, intendo che<br />
dobbiamo decidere anche se la risposta è molto <strong>di</strong>fficile». Il presidente della Provincia Leonardo Muraro è<br />
intervenuto l’<strong>al</strong>tro ieri sul caso Barcon in occasione della commissione provinci<strong>al</strong>e Ambiente e Urbanistica<br />
che si è occupata d<strong>al</strong> tema. «Mi pare che <strong>al</strong> momento stiamo parlando <strong>di</strong> aria fritta, nel senso che <strong>al</strong>la base<br />
non c’è ancora nulla <strong>di</strong> concreto, come un pronunciamento della Regione. L’impatto positivo sull’occupazione<br />
che può avere questa operazione non significa che si deve dare una autorizzazione tout court. Occorre<br />
v<strong>al</strong>utare bene <strong>al</strong>la luce <strong>di</strong> un range tra benefici e impatto su territorio. Ma ripeto, se la Regione non intende<br />
partire con l’an<strong>al</strong>isi della cosa non parto, è inutile star qui a fare proposte». Lo scenario su Barcon è però<br />
sostanzi<strong>al</strong>mente cambiato dopo l’annuncio <strong>di</strong> uno dei promotori, Loris Colomberotto, <strong>di</strong> sfilarsi<br />
d<strong>al</strong>l’operazione: «L’ho letto sui giorn<strong>al</strong>i – <strong>di</strong>ce Muraro – ma <strong>al</strong> momento <strong>al</strong>la Provincia non è arrivato nulla <strong>di</strong><br />
uffici<strong>al</strong>e. L’ultima cosa pervenuta è il sollecito a pronunciarsi inviato a fine <strong>di</strong>cembre anche <strong>al</strong>la Regione e <strong>al</strong><br />
comune <strong>di</strong> Vedelago». Per Clau<strong>di</strong>o Dus (Pd), invece il coinvolgimento della commissione <strong>di</strong> cui è vicepresidente<br />
«si è rilevata una scelta opportuna. D<strong>al</strong>la <strong>di</strong>scussione sono emerse forti perplessità sul mega-inse<strong>di</strong>amento<br />
anche da parte dei componenti <strong>di</strong> maggioranza. Il nostro obiettivo è arrivare ad una presa <strong>di</strong> posizione<br />
comune del Consiglio provinci<strong>al</strong>e a s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a del territorio nel pieno rispetto, oltretutto, <strong>di</strong> quelle che sono<br />
le in<strong>di</strong>cazioni contenute nel piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, a cui non ha senso derogare». Ricordando<br />
che <strong>fino</strong> <strong>al</strong> 2020 l’offerta <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti commerci<strong>al</strong>i e produttivi supera la domanda, per Dus il consumo <strong>di</strong><br />
<strong>al</strong>tro territorio vergine non trova <strong>al</strong>cuna giustificazione. Intanto i comitati, presenti come u<strong>di</strong>tori ai lavori,<br />
attendono l’incontro del presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano Nicola Di Santo con il presidente della Repubblica<br />
Giorgio Napolitano, lunedì.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
14 gennaio 2012<br />
Lega in commissione «Subito un referendum»<br />
VEDELAGO Due Leghe: quella <strong>di</strong> Quaggiotto che sostiene a spada tratta l’operazione Barcon e quella <strong>di</strong><br />
Bor<strong>di</strong>gnon che invece propone una consultazione popolare sul maxi macello previsto in via Terza Armata. Le<br />
due anime «ver<strong>di</strong>»sono uscite <strong>al</strong>lo scoperto ieri sera in commissione provinci<strong>al</strong>e Urbanistica e Territorio. All’or<strong>di</strong>ne<br />
del giorno della seduta <strong>al</strong> Sant’Artemio <strong>di</strong> Treviso c’era l’accordo <strong>di</strong> programma, proposto da Loris Colomberotto<br />
e Rotocart <strong>al</strong> Comune <strong>di</strong> Vedelago. Alla riunione ha partecipato una delegazione del comitato Barcon Viva. I<br />
vedelaghesi si sono seduti tra il pubblico e hanno assistito <strong>al</strong> <strong>di</strong>battito. A sorprenderli la presa <strong>di</strong> posizione<br />
della Lega uffici<strong>al</strong>izzata d<strong>al</strong> capogruppo in Provincia, Giorgio Granello. Una presa <strong>di</strong> posizione <strong>di</strong>stantissima da<br />
quella del sindaco Paolo Quaggiotto, anche lui uomo del Carroccio, primo e strenuo sostenitore del progetto<br />
Colomberotto, così com’è. «Vogliamo uno sviluppo sostenibile – ha annunciato Granello – <strong>di</strong>mensionato <strong>al</strong>le<br />
esigenze del territorio. No <strong>al</strong>la cartiera, no <strong>al</strong> farmer market, sì <strong>al</strong> macello». A patto però che non stravolga la<br />
campagna e la vita <strong>di</strong> Barcon. Alla seduta era presente tra il pubblico anche Oscar Bor<strong>di</strong>gnon, consigliere <strong>di</strong><br />
opposizione a Vedelago, tesserato con la Lega <strong>di</strong> Granello. «Avevamo concordato l’intervento con il capogruppo<br />
Granello – riferisce Bor<strong>di</strong>gnon – Ora la nostra posizione è chiara». E si stacca nettamente da quella <strong>di</strong><br />
Quaggiotto, l’<strong>al</strong>tra anima leghista. Bor<strong>di</strong>gnon si spinge oltre: «Bisogna ascoltare la gente ed è per questo che<br />
noi chie<strong>di</strong>amo una consultazione popolare, come previsto d<strong>al</strong>lo statuto comun<strong>al</strong>e». Un referendum, anche<br />
telematico, per sentire il parere della gente sul polo agroindutri<strong>al</strong>e. E, asso nella manica <strong>di</strong> Bor<strong>di</strong>gnon, la<br />
collaborazione della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, pronta a finanziare la consultazione popolare. «È tempo che la<br />
parola passi ai citta<strong>di</strong>ni – sostiene il consigliere leghista seduto <strong>al</strong>l’opposizione – Ne siamo estremamente<br />
convinti». Nessun asse Bor<strong>di</strong>gnon-Quaggiotto, come si vociferava negli ambienti politici vedelaghesi. Ma<br />
piuttosto un patto <strong>di</strong> ferro Bor<strong>di</strong>gnon-Di Santo (pres<strong>di</strong>ente della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>).<br />
132
Napolitano <strong>di</strong>fende <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong><br />
Escono d<strong>al</strong>la porta e rientrano d<strong>al</strong>la finestra, ma il popolo si oppone agli investimenti dei cavatori trevigiani<br />
e <strong>di</strong> chiunque voglia deturpare la campagna verde che si estende tra <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> e <strong>Villa</strong> Pola. Questa volta però<br />
l’azienda Colomberotto, già avviata nel settore della macellazione, ha tutte le intenzioni <strong>di</strong> non mollare,<br />
promettendo a tutti posti <strong>di</strong> lavoro grazie <strong>al</strong>la costruzione <strong>di</strong> un nuovo macello, <strong>di</strong> una carteria e <strong>di</strong> un centro<br />
commerci<strong>al</strong>e. Dietro a queste promesse la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> e il Cre<strong>di</strong>to Trevigiano smascherano invece<br />
l’interesse per una formula, in vigore da qu<strong>al</strong>che tempo, che non deve essere passata inosservata <strong>al</strong> Comune<br />
<strong>di</strong> Barcon e <strong>al</strong>la provincia <strong>di</strong> Treviso: la formula della perequazione. «L’interesse dell’Amministrazione - spiega<br />
Nicola Di Santo, presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano, invitato <strong>al</strong>l’Ateneo Veneto a presentare la situazione con<br />
Lorenzo Morao a capo della Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> - è <strong>di</strong> essere indennizzata attraverso la formula della<br />
perequazione con la qu<strong>al</strong>e il Comune e la Provincia introitano una somma proporzion<strong>al</strong>e <strong>al</strong>l’incremento <strong>di</strong><br />
v<strong>al</strong>ore della trasformazione <strong>di</strong> un terreno da agricolo a industri<strong>al</strong>e da investire in opere pubbliche». In pratica,<br />
se si <strong>di</strong>mostra che un terreno agricolo viene trasformato in terreno industri<strong>al</strong>e l’amministrazione intasca una<br />
cifra proporzion<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la superficie del terreno, il che significa che un terreno che v<strong>al</strong>e per esempio 4 euro <strong>al</strong><br />
metro quadro s<strong>al</strong>irebbe a 50 come terreno industri<strong>al</strong>e. La superficie <strong>di</strong> cui si sta parlando è <strong>di</strong> 2 milioni <strong>di</strong><br />
metri cubi. Tempi duri quin<strong>di</strong> per i cavatori trevigiani sempre <strong>al</strong>la ricerca dell’oro bianco del Nordest perché la<br />
popolazione non molla. La prima rivolta popolare ris<strong>al</strong>e a qu<strong>al</strong>che anno fa quando <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> e i terreni che la<br />
circondavano, donati un tempo d<strong>al</strong> Patriarca ai proprietari della <strong>Villa</strong>, rischiavano <strong>di</strong> finire sotto le grinfie <strong>di</strong><br />
impren<strong>di</strong>tori che vedevano nella <strong>Villa</strong> un potenzi<strong>al</strong>e resort e nei terreni circostanti ghiaia da produrre. Per oltre<br />
400 anni la villa p<strong>al</strong>la<strong>di</strong>ana era stata infatti gestita d<strong>al</strong>la famiglia <strong>Emo</strong> che a un certo punto la vende <strong>al</strong> Cre<strong>di</strong>to<br />
Trevigiano, facendo tirare un respiro <strong>di</strong> sollievo <strong>al</strong>la popolazione che ne temeva il futuro. Adesso la situazione<br />
si ripresenta identica ed è tornato il m<strong>al</strong>contento tra la gente tanto che la fondazione ha scritto <strong>al</strong> Presidente<br />
della Repubblica che si è <strong>di</strong>mostrato sensibile <strong>al</strong> problema e che invierà un delegato lunedì per un incontro<br />
per v<strong>al</strong>utare il da farsi. Nell’occasione è stato presentato il primo numero dei Quaderni <strong>di</strong> <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, intitolato<br />
La Battaglia <strong>di</strong> Agnadello, d<strong>al</strong>lo stu<strong>di</strong>oso Danilo Gasparetti e d<strong>al</strong> Presidente dell’Ateneo Michele Gottar<strong>di</strong><br />
(www.villaemo.org)<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
13 gennaio 2012<br />
Barcon, ad<strong>di</strong>o polo industri<strong>al</strong>e Loris Colomberotto rinuncia<br />
VEDELAGO «Il polo agro<strong>al</strong>imentare <strong>di</strong> Barcon per noi è ormai un progetto del passato». Loris Colomberotto<br />
<strong>di</strong> fatto ritira il suo impegno sulla storica campagna dei Pola. A far ritornare sui suoi passi l’impren<strong>di</strong>tore è la<br />
mancata attenzione da parte <strong>di</strong> Comune, Provincia e Regione rispetto a quanto presentato oltre un anno fa.<br />
A fine <strong>di</strong>cembre con una lettera a firma sua e <strong>di</strong> Giuliano Gelain a nome della Rotocart, l’<strong>al</strong>tra società coinvolta<br />
nel progetto, aveva sollecitato una risposta che non è ancora arrivata. E, <strong>al</strong>la luce <strong>di</strong> ulteriori prese <strong>di</strong> posizione<br />
contro il progetto - l’ultima in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tempo l’appello rivolto <strong>al</strong> presidente della Repubblica Giorgio Napolitano<br />
d<strong>al</strong> presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano Nicola Di Santo - Loris Colomberotto annuncia <strong>di</strong> uscire d<strong>al</strong>la partita.<br />
«Non entro nel merito dell’appello rivolto <strong>al</strong> capo dello Stato: siamo in democrazia e ognuno ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> fare<br />
quanto ritiene opportuno. Ma da parte nostra non possiamo più aspettare oltre per procedere con<br />
l’<strong>al</strong>largamento del nostro settore produttivo. Di tempo per rispondere mi pare che ne sia stato dato fin troppo.<br />
Pertanto stiamo optando per <strong>al</strong>tre soluzioni». Ad<strong>di</strong>o definitivo dunque <strong>al</strong> polo agro<strong>al</strong>imentare <strong>di</strong> Barcon?<br />
«Guar<strong>di</strong> – risponde Colomberotto – come abbiamo scritto nella lettera, abbiamo fornito ogni tipo <strong>di</strong><br />
informativa per arrivare a un accordo <strong>di</strong> programma che avrebbe portato <strong>al</strong>la creazione <strong>di</strong> un importante<br />
inse<strong>di</strong>amento produttivo per un investimento <strong>di</strong> circa 300 milioni, dove avrebbero operato soprattutto<br />
fornitori veneti. Un polo destinato a produrre un red<strong>di</strong>to rilevante e duraturo. L’inse<strong>di</strong>amento non avrebbe<br />
pesato a livello logistico su Barcon, in quanto avrebbe usufruito del casello sulla Superstrada Pedemontana.<br />
Non da ultimo sarebbe stato una v<strong>al</strong>ida opportunità per affrontare la crisi occupazion<strong>al</strong>e che sta attanagliando<br />
il territorio: solo per gli interventi che riguardavano la nostra società, posso tranquillamente <strong>di</strong>re che si trattava<br />
<strong>di</strong> trecento nuovi posti <strong>di</strong> lavoro. Ma, come ho detto nell’ultima lettera, non abbiamo avuto risposte uffici<strong>al</strong>i<br />
da chi <strong>di</strong> competenza». E questo pare essere il vero motivo del <strong>di</strong>simpegno, piuttosto che la questione del<br />
casello <strong>di</strong> Barcon, in forse come tutta la vicenda della Pedemontana a seguito del ricorso presentato da un<br />
133
citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Loria e sul qu<strong>al</strong>e a breve si pronuncerà il Consiglio <strong>di</strong> Stato. L’operazione <strong>di</strong> «spezzettamento»<br />
della produzione Colomberotto che prima doveva concentrarsi su Barcon è già in corso. «A Barcon ci sarà<br />
comunque il centro <strong>di</strong> miscelazione latte – spiega il titolare – per il mangimificio stiamo ipotizzando un’area<br />
vicina a Treviso. Per il macello invece non è esclusa una scelta fuori regione».<br />
Bor<strong>di</strong>gnon <strong>al</strong>l’attacco: sul progetto il Pdl è imbarazzante<br />
Sospettato <strong>di</strong> voler togliere la se<strong>di</strong>a <strong>al</strong> vicesindaco Marco Perin e <strong>al</strong>l’assessore <strong>al</strong>l’urbanistica Cristina Andretta,<br />
Oscar Bor<strong>di</strong>gnon reagisce sferrando un duro attacco <strong>al</strong> Pdl. «Imbarazzante la posizione dei due in giunta e<br />
del loro coor<strong>di</strong>natore loc<strong>al</strong>e Remigio Parisotto», taglia dritto l’ex vice del sindaco Quaggiotto, ora seduto<br />
<strong>al</strong>l’opposizione con la casacca della Lega. E continua: «La delibera della giunta,che esprime un parere <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>rizzo politico sul progetto Barcon in attesa <strong>di</strong> un voto del consiglio comun<strong>al</strong>e, è stata votata <strong>al</strong>l’unanimità<br />
lo scorso 4 gennaio. C’erano tutti, anche gli assessori Perin e Andretta. La delibera non esprime una<br />
contrarietà netta <strong>al</strong> polo agroindustri<strong>al</strong>e previsto in via Terza Armata, semmai evidenzia <strong>al</strong>cuni <strong>di</strong>stinguo,<br />
comunque con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong> da tutta la maggioranza. Il progetto del macello e della cartiera, nel loro<br />
<strong>di</strong>mensionamento complessivo, rimane in<strong>al</strong>terato. Inequivocabile è l’imbarazzo strument<strong>al</strong>e del vicesindaco<br />
Perin e dell’assessore Andretta: cercano <strong>di</strong> smarcarsi da un progetto che forse non con<strong>di</strong>vidono in tutte le<br />
sue parti, ma che comunque sostengono con la loro presenza in giunta». E giù la mannaia <strong>di</strong> Bor<strong>di</strong>gnon sul<br />
Pdl. «Ancora più imbarazzante – insiste il capogruppo della lista Bor<strong>di</strong>gnon Sindaco – è la situazione <strong>di</strong> un<br />
partito, il Pdl, che esprime posizioni contrastanti tra il coor<strong>di</strong>natore Remigio Parisotto e i suoi rappresentanti<br />
in giunta. O si <strong>di</strong>mettono gli assessori Perin, Andretta e Gazzola oppure se ne va Parisotto, in prima linea con<br />
il comitato Barcon Viva». Bor<strong>di</strong>gnon assicura <strong>di</strong> non essere <strong>al</strong>la ricerca <strong>di</strong> poltrone: nè per sè nè per i suoi.<br />
Insistenti le voci <strong>di</strong> un suo riavvicinamento <strong>al</strong>l’ex <strong>al</strong>leato Paolo Quaggiotto, da cui è stato cacciato nel 2008<br />
per il suo «no» <strong>al</strong>la strada dei cavatori prevista sempre a Barcon. Bor<strong>di</strong>gnon nega tutto: nessuna trattativa<br />
uffici<strong>al</strong>e, nessuna volontà <strong>di</strong> sostituire i due assessori in odore <strong>di</strong> <strong>al</strong>lontanamento. «Non impartiteci lezioni <strong>di</strong><br />
coerenza politica, non voi. Dov’erano Perin e Parisotto quando io, <strong>al</strong>lora vicesindaco, fui defenestrato per aver<br />
votato contro la proposta della strada dei cavatori in consiglio comun<strong>al</strong>e? Stavano trattando la spartizione<br />
delle poltrone con Quaggiotto».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
11 gennaio 2012<br />
Barcon, Di Santo da Giorgio Napolitano<br />
VEDELAGO Lunedì <strong>al</strong>le 10.30 il presidente del Cre<strong>di</strong>to Trevigiano, Nicola Di Santo, con Enzo Bergamin e<br />
Andrea Menegotto, varcherà la soglia del Quirin<strong>al</strong>e per portare <strong>al</strong> capo dello Stato tutta la documentazione<br />
sull’operazione Barcon. «Al presidente Napolitano chiederemo <strong>di</strong> aiutarci per evitare lo scempio della<br />
campagna dei Pola». Un appello accorato, «il grido» della gente <strong>di</strong> Barcon, arriverà <strong>fino</strong> a Roma. Era lo scorso<br />
19 <strong>di</strong>cembre quando il presidente Di Santo scriveva a Giorgio Napolitano domandando un incontro. Neanche<br />
una settimana dopo la risposta del Quirin<strong>al</strong>e, firmata d<strong>al</strong> segretario gener<strong>al</strong>e Louis Godart: «Il capo dello Stato<br />
ha ricevuto la vostra lettera relativa <strong>al</strong>la situazione venutasi a creare a Barcon. Sarei lieto <strong>di</strong> potervi incontrare<br />
in Quirin<strong>al</strong>e per v<strong>al</strong>utare insieme a voi le azioni da intraprendere onde consentire <strong>di</strong> s<strong>al</strong>vaguardare l’integrità<br />
<strong>di</strong> un territorio <strong>di</strong> rara bellezza». Qu<strong>al</strong>che giorno dopo la telefonata Vedelago-Roma per fissare l’appuntamento,<br />
lunedì prossimo l’incontro. Di Santo e la sua banca non sono nuovi a battaglie per la s<strong>al</strong>vaguar<strong>di</strong>a del territorio.<br />
Si sono schierati in prima linea davanti <strong>al</strong>le ruspe dei cavatori che minacciavano il paesaggio <strong>di</strong> villa <strong>Emo</strong>. Ed<br />
è stata una vittoria popolare conclusa con l’acquisto della <strong>di</strong>mora p<strong>al</strong>la<strong>di</strong>ana, <strong>di</strong>ventata sede del Cre<strong>di</strong>to<br />
Cooperativo Trevigiano. Oggi il presidente, la sua banca e la Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong> sono <strong>di</strong> nuovo sulle<br />
barricate per <strong>di</strong>fendere la campagna dei Pola, quei 180 campi trevigiani a nord <strong>di</strong> via Terza Armata a Barcon<br />
che il sindaco Paolo Quaggiotto con il proprietario Colomberotto e la Rotocart vorrebbero trasformare in un<br />
polo industri<strong>al</strong>e. Un macello - «il più grande d’Europa»-, una cartiera - «attività inquinante <strong>di</strong> prima categoria»<br />
-, un farmer market la cui re<strong>al</strong>izzazione giustifica lo «scavo <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> ghiaia». Oro bianco per<br />
i cavatori in cambio <strong>di</strong> una nuova viabilità, come sostiene in sindaco Quaggiotto <strong>di</strong>fendendo l’operazione.<br />
Ma Di Santo e i suoi si schierano contro il piano e chiedono aiuto a «re Giorgio». Napolitano, natur<strong>al</strong>mente.<br />
«A completare il progetto – ha scritto Di Santo <strong>al</strong> capo dello Stato – si prevede pure la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un<br />
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casello della Pedemontana Veneta a uso dell’area agroindutri<strong>al</strong>e, quando a meno <strong>di</strong> 4,5 e 6, 5 chilometri ce<br />
ne sono <strong>al</strong>tri due, uno a ovest e l’<strong>al</strong>tro a est. I citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Barcon assieme <strong>al</strong>la nostra fondazione si sono<br />
mobilitati per <strong>di</strong>re “no” a questo intervento che ritengono uno scempio del territorio, asservito agli interessi<br />
<strong>di</strong> speculatori senza scrupoli e non fin<strong>al</strong>izzato a uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio». Il sindaco<br />
Paolo Quaggiotto ha garantito che l’operazione poterà <strong>al</strong>meno 400 posti <strong>di</strong> lavoro, risolverà l’emergenzaviabilità<br />
da trent’anni in attesa <strong>di</strong> risposte. Ma i suoi argomenti non convincono. «Quaggiotto – va giù pesante<br />
Di Santo – ha sposato la parte dei più forti, ha sposato gli speculatori, ha sposato una scelta senza futuro e<br />
lungimiranza. Presidente, ci aiuti lei». A Roma, la delegazione capitanata da Di Santo porterà le carte<br />
dell’operazione, sicura che solo queste basteranno a far capire lo scempio che sta sotto <strong>al</strong>l’accordo<br />
sponsorizzato da Quaggiotto. «Vorremmo un sindaco me<strong>di</strong>atore tra citta<strong>di</strong>ni e impren<strong>di</strong>tori – <strong>di</strong>ce Di Santo<br />
– Ci ritroviamo con un sindaco portaban<strong>di</strong>era dei poteri forti. Così non va. Vogliamo che qu<strong>al</strong>cuno ci aiuti a<br />
dar voce <strong>al</strong>la gente e Napolitano si è sempre <strong>di</strong>mostrato vicino ai citta<strong>di</strong>ni. Siamo sicuri che non ci deluderà.<br />
Gli appettiti della speculazione non hanno tregua. Cre<strong>di</strong>amo che, se non s’interviene in tempo presso<br />
l’amministrazione comun<strong>al</strong>e, quella provinci<strong>al</strong>e e quella region<strong>al</strong>e, il territorio e i rapporti civili cambieranno<br />
in modo così ra<strong>di</strong>c<strong>al</strong>e da renderci estranei <strong>al</strong>le sorti della nostra terra e <strong>al</strong>la costruzione <strong>di</strong> un futuro sostenibile<br />
per i nostri figli».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
3 gennaio 2012<br />
Senza il casello della Superstrada a rischio il polo <strong>di</strong> Barcon<br />
Il timore è confermato: se non parte la Pedemontana, anche il polo agroindustri<strong>al</strong>e previsto a Barcon è a forte<br />
rischio. Ma non solo per questo: i princip<strong>al</strong>i promotori <strong>di</strong> questo inse<strong>di</strong>amento, ovvero le <strong>di</strong>tte Colomberotto<br />
e Roto-Cart, interessati <strong>al</strong>l’utilizzo <strong>di</strong> circa cento ettari del terreno, hanno infatti sollecitato una risposta a<br />
Regione, Provincia e comune <strong>di</strong> Vedelago, visto il silenzio che dura ormai da 14 mesi. E sono già pronti a fare<br />
<strong>al</strong>tre scelte, se chi <strong>di</strong> dovere non risponderà subito. La lettera, molto circostanziata, è stata spe<strong>di</strong>ta agli enti<br />
competenti, il 27 <strong>di</strong>cembre, prima dunque della sentenza che rimette in gioco la Pedemontana. E dove si<br />
evince chiaramente che i tempi a <strong>di</strong>sposizione sono proprio agli sgoccioli. I due titolari Loris Colomberotto e<br />
Giuliano Gelain scrivono infatti che «vista la delicatissima situazione economica e l’enormità del tempo<br />
trascorso, necessitano in tempi brevissimi <strong>di</strong> una risposta che consenta <strong>di</strong> capire se la questione può essere<br />
affrontata con rapi<strong>di</strong>tà, oggettività e concretezza, in<strong>di</strong>pendentemente d<strong>al</strong>l’approvazione o meno della stessa».<br />
Se questo non avverrà, ad<strong>di</strong>o progetto. I due ricordano che non è stata data <strong>al</strong>cuna risposta <strong>al</strong>l’istruttoria<br />
tecnica inviata «ma non ci è stata neppure fornita una v<strong>al</strong>utazione nel merito e del tipo <strong>di</strong> beneficio pubblico<br />
proposto» in riferimento ad un opera che v<strong>al</strong>e 300 milioni <strong>di</strong> euro «da re<strong>al</strong>izzarsi – scrivono ancora –<br />
soprattutto da fornitori veneti e destinato a produrre un red<strong>di</strong>to rilevante e duraturo <strong>di</strong> molte decine <strong>di</strong> milioni<br />
<strong>di</strong> euro <strong>al</strong>l’anno». E questo nonostante sia stata inviata tutta la documentazione necessaria per avviare lo<br />
stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un Accordo <strong>di</strong> Programma. A questo ritardo, oggi si aggiunge un <strong>al</strong>tro problema che potrebbe far<br />
tornare sui loro passi le due aziende, ovvero la bocciatura della Pedemontana e <strong>di</strong> conseguenza anche il<br />
casello <strong>di</strong> Barcon che sarebbe in<strong>di</strong>spensabile per servire il mega inse<strong>di</strong>amento, vista l’attu<strong>al</strong>e situazione viaria,<br />
assolutamente non in grado <strong>di</strong> sostenere il traffico generato d<strong>al</strong> polo <strong>di</strong> Barcon. «Non posso che confermare<br />
che è così – <strong>di</strong>chiara Loris Colomberotto – il casello <strong>di</strong> Barcon è essenzi<strong>al</strong>e per il progetto».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
2 gennaio 2012<br />
Pedemontana, effetto a cascata su Barcon<br />
L’accoglimento del ricorso <strong>di</strong> Patrizio Zen da parte del Tar non rischia <strong>di</strong> bloccare solo la Pedemontana: infatti<br />
un’<strong>al</strong>tra grande opera potrebbe essere a rischio, ovvero il polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. Che un casello della<br />
Pedemontana proprio a Barcon costituisca una fondament<strong>al</strong>e opportunità per quest’area è fuor <strong>di</strong> dubbio.<br />
Ma quanto le prossime decisioni del Consiglio <strong>di</strong> Stato circa il via libera o meno <strong>al</strong>la Pedemontana influiranno<br />
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anche sul mega progetto <strong>di</strong> Barcon? «Credo che tutto <strong>di</strong>penda da quanto viene considerato strategico il<br />
casello <strong>di</strong> Barcon da parte dell’entourage <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori che sta <strong>di</strong>etro <strong>al</strong> polo - commenta Ermes Dondoni<br />
del comitato Barcon Viva che si oppone <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione dell’opera - se questo dovesse essere ritenuto<br />
fondament<strong>al</strong>e, beh, tutta la vicenda va considerata sotto un’<strong>al</strong>tra ottica. Se invece non fosse così, le due cose<br />
procederanno per strade <strong>di</strong>verse». Nel primo caso si dovrà anche considerare come la magistratura intende<br />
affrontare il caso Pedemontana: «Se si dovesse optare per un iter or<strong>di</strong>nario, sicuramente i tempi si<br />
<strong>al</strong>lungheranno per la Pedemontana rispetto <strong>al</strong> previsto - conclude Dondoni - E se il casello <strong>di</strong> Barcon è<br />
fondament<strong>al</strong>e per il polo, questo probabilmente determinerà anche uno sfasamento per la sua re<strong>al</strong>izzazione».<br />
Intanto il comitato Volpago Ambiente ha chiesto <strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong> non revocare più il ricorso <strong>al</strong> Tar <strong>al</strong>la luce della<br />
sentenza sul ricorso <strong>di</strong> Loria. «Le motivazioni della sentenza affermano che il commissario non poteva<br />
derogare d<strong>al</strong>le prescrizioni del Cipe e tra le prescrizioni c’era anche quella <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzare tutto in trincea il tratto<br />
volpaghese della Pedemontana Veneta -spiega Ido Basso, presidente del comitato Volpago Ambiente-<br />
Abbiamo perciò chiesto <strong>al</strong> sindaco Toffoletto <strong>di</strong> non ritirare il ricorso <strong>al</strong> Tar anche se c’è già una delibera del<br />
consiglio comun<strong>al</strong>e. Il sindaco ha un po’ nicchiato perchè aveva fatto l’accordo col commissario che <strong>al</strong>lungava<br />
il tratto in trincea, ma a questo punto, visto che possiamo avere tutto il percorso in trincea, è assurdo ritirare<br />
il ricorso». Intanto imperversa la polemica. «Zaia ha sottov<strong>al</strong>uto il ricorso e cosi’ adesso ci troviamo nella<br />
con<strong>di</strong>zione assurda che un’opera come la Pedemontana che ‘v<strong>al</strong>e’ 2,5 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro rischia <strong>di</strong> essere<br />
bloccata. Così si colpiscono le imprese e l’economia del Nordest». Lo sostiene Antonio De Poli, deputato<br />
dell’Udc e coor<strong>di</strong>natore region<strong>al</strong>e del partito in Veneto.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
24 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
«Babbo Quaggiotto ci reg<strong>al</strong>a il cemento»<br />
VEDELAGO Decine <strong>di</strong> poster satirici sul progetto Barcon hanno invaso ieri il centro del paese. È l’iniziativa dei<br />
citta<strong>di</strong>ni contrari <strong>al</strong> super polo industri<strong>al</strong>e nelle campagne <strong>di</strong> Barcon. Il poster reca l’immagine del sindaco<br />
Paolo Quaggiotto vestito da Babbo Nat<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la guida <strong>di</strong> una slitta trainata d<strong>al</strong>le renne e intento a <strong>di</strong>stribuire<br />
reg<strong>al</strong>i la paese. Il reg<strong>al</strong>o però è il cemento della nuova area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, con la cartiera e il centro <strong>di</strong><br />
macellazione riprodotti nel papiro. Il fumo che esce d<strong>al</strong>le due strutture e poi la scritta «Che macello!». I poster<br />
sono stati appesi nel capoluogo e nelle frazioni, nei luoghi <strong>di</strong> maggior passaggio dei citta<strong>di</strong>ni. Mercoledì sera<br />
una mozione presentata d<strong>al</strong> gruppo Pd ha portato il tema in consiglio provinci<strong>al</strong>e. Non c’è stata <strong>al</strong>cuna presa<br />
<strong>di</strong> posizione, il tema è stato rinviato <strong>al</strong>la Commissione Ambiente della Provincia. Il segretario dell’Idv Gianluca<br />
Maschera ha accusato Pdl, Lega e anche il Pd <strong>di</strong> non aver voluto prendere posizione. Accuse respinte <strong>al</strong><br />
mittente del Partito democratico. «Inaccettabili le <strong>di</strong>chiarazioni del segretario Maschera – spiega Enrico<br />
Quarello, segretario provinci<strong>al</strong>e Pd – si pensi <strong>al</strong> bene dei citta<strong>di</strong>ni evitando <strong>di</strong> speculare politicamente. Così si<br />
ottiene il risultato contrario che porta <strong>al</strong>l’approvazione <strong>di</strong> un progetto insostenibile per il territorio e la<br />
comunità. La mozione che esprime assoluta contrarietà <strong>al</strong>l’intervento <strong>di</strong> escavazione e immobiliare sulla<br />
campagna <strong>di</strong> Barcon è stata preparata e presentata d<strong>al</strong> Pd e d<strong>al</strong> suo gruppo consiliare e non da Idv». Quarello<br />
non accetta che «gli amici dell’Idv facciano <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> bassa speculazione elettor<strong>al</strong>e, senza preoccuparsi<br />
<strong>di</strong> ottenere così proprio il risultato contrario <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>chiarato». «Nel caso specifico – aggiunge il segretario<br />
del Pd – si è ritenuto utile portare la <strong>di</strong>scussione in commissione poiché in t<strong>al</strong>e sede è auspicabile che emerga<br />
la contrarietà trasvers<strong>al</strong>e <strong>al</strong> progetto. Contrariamente si sarebbe arrivati a una votazione che per non smentire<br />
la maggioranza in consiglio provinci<strong>al</strong>e si sarebbe conclusa con il solo voto contrario delle minoranze,<br />
chiudendo così la <strong>di</strong>scussione con il via libera <strong>al</strong> progetto». L’accordo <strong>di</strong> programma riguardante la zona<br />
agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon è stato presentato d<strong>al</strong>le <strong>di</strong>tte Colomberotto <strong>di</strong> Vedelago e Rotocart spa <strong>di</strong> Piombino<br />
Dese (Pd). Nelle campagne a nord <strong>di</strong> via Terza Armata si prevede <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzare un maxi complesso <strong>di</strong>viso in<br />
tre comparti su <strong>di</strong> una superficie <strong>di</strong> 90 ettari, 180 campi trevigiani: un centro <strong>di</strong> macellazione, una cartiera e<br />
un farmer market.<br />
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Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
23 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
Barcon «occupa» il consiglio provinci<strong>al</strong>e<br />
«Area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, è mancato il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>re no». Ultimatum dell’It<strong>al</strong>ia dei V<strong>al</strong>ori <strong>al</strong> presidente<br />
della Provincia Leonardo Muraro. Il capogruppo <strong>di</strong> Idv Gianluca Maschera si è opposto <strong>al</strong>la decisione del<br />
consiglio provinci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> mercoledì <strong>di</strong> rinviare la <strong>di</strong>scussione <strong>al</strong>la Commissione Ambiente. «Il Pd ha accettato il<br />
consiglio <strong>di</strong> Lega e Pdl <strong>di</strong> rinviare il <strong>di</strong>battito in commissione ambiente mentre l’Idv – spiega Maschera - era<br />
pronta a votare a favore della mozione. Il fatto <strong>di</strong> aver voluto rinviare la decisione per capire <strong>di</strong> più sul progetto<br />
è pretestuoso. Tutti sono <strong>al</strong> corrente <strong>di</strong> tutto, e lo stesso presidente Muraro aveva ben chiari tutti i passaggi<br />
tecnici della questione. Nessuno, a parte noi dell’It<strong>al</strong>ia dei V<strong>al</strong>ori e Sel, voleva mettere la faccia su una<br />
questione così scottante. La Provincia deve far pressione sul Comune <strong>di</strong> Vedelago». Ieri anche Andrea Zanoni,<br />
europarlamentare Idv, ha riba<strong>di</strong>to la sua opposizione <strong>al</strong> progetto.<br />
VEDELAGO Erano 200 i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Barcon presenti in consiglio provinci<strong>al</strong>e mercoledì sera per un sit-in <strong>di</strong><br />
protesta contro il mega polo industri<strong>al</strong>e nella campagne della frazione. Armati <strong>di</strong> volantini e striscioni, i citta<strong>di</strong>ni<br />
del comitato spontaneo Barcon Viva hanno «occupato»la s<strong>al</strong>a e manifestato tutta la loro contrarietà<br />
<strong>al</strong>l’operazione che il consiglio si apprestava a <strong>di</strong>scutere. All’or<strong>di</strong>ne del giorno una mozione presentata<br />
d<strong>al</strong>l’opposizione sul progetto. Il consiglio, dopo una lunga <strong>di</strong>scussione, ha deciso <strong>di</strong> non prendere posizione<br />
e <strong>di</strong> rinviare la <strong>di</strong>scussione <strong>al</strong>la commissione ambiente. I citta<strong>di</strong>ni si aspettavano una decisione <strong>di</strong>versa dato<br />
che il progetto contrasta con le prescrizioni contenute nel Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e. Nei<br />
giorni scorsi il comitato ha scritto tre lettere in<strong>di</strong>rizzate ad <strong>al</strong>trettanti interlocutori. La prima è stata mandata<br />
<strong>al</strong> governatore Luca Zaia cui il comitato chiede urgentemente un incontro per <strong>di</strong>scutere del progetto Barcon.<br />
«Le <strong>di</strong>tte Colomberotto spa e Rotocart spa hanno presentato questa proposta – si legge nel documento<br />
firmato d<strong>al</strong> portavoce Ermes Dondoni – costruire pochi chilometri <strong>di</strong> strada e un casello sulla Pedemontana<br />
in cambio dell’autorizzazione a re<strong>al</strong>izzare un polo agroindustri<strong>al</strong>e su 90 ettari, cioè180 campi trevigiani, nella<br />
nostra campagna <strong>di</strong> Barcon, a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. A noi questa operazione sembra una follia. Si<br />
<strong>di</strong>strugge per sempre una delle ultime tipiche aree <strong>di</strong> campagna trevigiana e si asportano milioni <strong>di</strong> metri<br />
cubi <strong>di</strong> preziosa ghiaia. Già a sud del comune <strong>di</strong> Vedelago le cave <strong>di</strong> ghiaia non mancano e le loro <strong>di</strong>mensioni<br />
sono significative. Tanto meno mancano capannoni, <strong>di</strong>versi dei qu<strong>al</strong>i sono vuoti e ancora da utilizzare. Non<br />
è questo il tipo <strong>di</strong> sviluppo che la nostra comunità si aspetta e in questi mesi abbiamo cercato un <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo<br />
con il nostro sindaco e la sua giunta». Senza ottenere risposte significative. «Sappiamo – continua Dondoni<br />
– che i sindaci <strong>di</strong> Montebelluna e Trevignano si <strong>di</strong>chiarano molto critici sul progetto, preoccupati per l’impatto<br />
sulla viabilità sul loro territorio, tanto che lo definiscono un “mostro”. Non possiamo barattare una promessa<br />
<strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> occupazione (tutta da verificare) con il saccheggio del nostro territorio, con l’impoverimento<br />
delle relazioni fra i citta<strong>di</strong>ni, con un sicuro aumento del traffico e dei <strong>di</strong>sagi per tutti». La seconda lettera è<br />
stata inviata ai 60 consiglieri region<strong>al</strong>i veneti. La terza infine è stata spe<strong>di</strong>ta <strong>al</strong>la giunta e <strong>al</strong> consiglio comun<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> Vedelago. Il comitato chiede un’au<strong>di</strong>zione in consiglio e in giunta per far v<strong>al</strong>ere le proprie ragioni. «Risulta<br />
<strong>al</strong> comitato che il presidente della Provincia, Leonardo Muraro, abbia richiesto un pronunciamento della giunta<br />
in merito <strong>al</strong>la problematica relativa <strong>al</strong>la conversione da area agricola ad area agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> circa 90 ettari<br />
della campagna <strong>di</strong> Barcon a nord <strong>di</strong> via Terza Armata».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
22 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
Operazione Barcon Il Pdl scopre le carte<br />
VEDELAGO Operazione Barcon , il Pdl esce <strong>al</strong>lo scoperto e detta <strong>al</strong> sindaco leghista Paolo Quaggiotto le<br />
con<strong>di</strong>zioni per approvare il progetto del polo industri<strong>al</strong>e previsto a nord <strong>di</strong> via Terza Armata, sui campi <strong>di</strong><br />
Colomberotto. Maggioranza spaccata su uno dei progetti più <strong>di</strong>scussi del paese. «Affinchè l’operazione<br />
trovi la nostra con<strong>di</strong>visione – <strong>di</strong>ce il gruppo in una nota uffici<strong>al</strong>e firmata dagli assessori Marco Perin, Cristina<br />
Andretta e Andrea Gazzola e d<strong>al</strong> consigliere Daniele Volpato – si dovrà far chiarezza su viabilità, piano<br />
indutri<strong>al</strong>e, perequazione, escavazione e garanzie da parte dei promotori». Il Pdl chiede «la re<strong>al</strong>izzazione<br />
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della viabilità <strong>al</strong>ternativa <strong>al</strong>l’intera asta della strada provinci<strong>al</strong>e 19 nel rispetto <strong>di</strong> un cronoprogramma dei<br />
lavori precedentemente definito e approvato d<strong>al</strong>l’amministrazione che, partendo d<strong>al</strong>la rotatoria <strong>di</strong> Busta,<br />
si colleghi a sud <strong>di</strong> Albaredo sfruttando un tratto della Postumia Romana». E ancora la «progettazione e la<br />
re<strong>al</strong>izzazione del collegamento tra la Postumia Romana e la strada region<strong>al</strong>e 53 e la costruzione del casello<br />
<strong>di</strong> accesso <strong>al</strong>la Pedemontana Veneta». Il Pdl vuole «un piano aziend<strong>al</strong>e occupazion<strong>al</strong>e dettagliato, con<strong>di</strong>viso<br />
con le parti soci<strong>al</strong>i». Si preoccupa della «perequazione economica legata <strong>al</strong>l’operazione: dovrà essere<br />
destinata <strong>al</strong> nostro Comune in modo che venga reinvestita nel nostro territorio». Vuole certezza sui<br />
promotori dell’operazione: «L’autorizzazione rilasciata d<strong>al</strong>la Regione non dovrà essere trasferibile a <strong>di</strong>tte<br />
<strong>di</strong>verse d<strong>al</strong>le richiedenti». D<strong>al</strong> Pdl a Quaggiotto arriva anche un no secco <strong>al</strong>l’«escavazione sotto <strong>al</strong> piano<br />
campagna <strong>al</strong> <strong>di</strong> fuori della superficie coperta dei fabbricati». Assessori e consigliere pretendono «adeguate<br />
polizze fideiussorie bancarie a copertura degli impegni assunti per l’esecuzione delle opere perequative,<br />
per la re<strong>al</strong>izzazione della viabilità e per la ricomposizione ambient<strong>al</strong>e nel caso il progetto approvato non<br />
sia portato a compimento».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
21 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
Comitato e ambient<strong>al</strong>isti «occupano» il Consiglio<br />
VEDELAGO Sit-in in consiglio provinci<strong>al</strong>e del comitato spontaneo Barcon Viva. Stasera, d<strong>al</strong>le 19, il consiglio<br />
<strong>di</strong>scuterà una mozione presentata d<strong>al</strong> Pd in merito <strong>al</strong> progetto agroindustri<strong>al</strong>e nelle campagne <strong>di</strong> Barcon. I<br />
citta<strong>di</strong>ni si sono organizzati per recarsi <strong>al</strong> consiglio. «Saremo presenti nel maggior numero possibile, assieme<br />
anche <strong>al</strong>le associazioni ambient<strong>al</strong>iste – anticipa il portavoce Ermes Dondoni – Il sindaco recentemente ha<br />
<strong>di</strong>chiarato che non ci sarà invece <strong>al</strong>cun centro commerci<strong>al</strong>e. Neppure si faranno nuove cave, tutta la struttura<br />
sarà a piano campagna, solo la cartiera avrà uno scantinato interrato perché <strong>al</strong>trimenti avremmo do<strong>di</strong>ci<br />
piani fuori terra con un impatto visivo intollerabil. Circolano voci però che potrebbe <strong>di</strong>ventare un complesso<br />
logistico. Si parla <strong>di</strong> 12 piani per l’<strong>al</strong>tezza della cartiera. Quanto sarà profondo l’interrato?». Il maxi progetto<br />
prevede la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un centro <strong>di</strong> macellazione della carne, una cartiera e un farmer market su un’area<br />
<strong>di</strong> 90 ettari (180 campi). La popolazione <strong>di</strong> Barcon si è imme<strong>di</strong>atamente opposta <strong>al</strong> progetto per motivi<br />
ambient<strong>al</strong>i. Preoccupa il consumo <strong>di</strong> un’area agricola così vasta. Preoccupa la mole <strong>di</strong> traffico che potrebbe<br />
prodursi a causa dello stabilimento. Il sindaco Paolo Quaggiotto ha invece sposato il progetto sostenendolo<br />
fin d<strong>al</strong>l’inizio. Ma la giunta <strong>di</strong> centrodestra è spaccata. La componente Pdl <strong>fino</strong>ra ha preferito non esprimersi<br />
pubblicamente. E nella stessa Lega ci sono voci contrastanti. Il presidente della Provincia Leonardo Muraro<br />
ha sottolineato, in risposta a un interpellanza dell’ex consigliere provinci<strong>al</strong>e Andrea Zanoni, che il piano è in<br />
contrasto con gli in<strong>di</strong>rizzi previsti d<strong>al</strong> Ptcp provinci<strong>al</strong>e. Si attende sul tema un pronunciamento della Regione.<br />
Quaggiotto d<strong>al</strong> canto suo ha sempre ricordato che il polo industri<strong>al</strong>e potrebbe v<strong>al</strong>ere 600 nuovi posti <strong>di</strong><br />
lavoro.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
6 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
Barcon, Di Santo chiede chiarezza<br />
VEDELAGO Polo agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon: il Cre<strong>di</strong>to Trevigiano pone molti interrogativi sull’opera faraonica.<br />
Il presidente Nicola Di Santo coglie l’occasione dell’assemblea a cui hanno partecipato 1.700 soci per esprimere<br />
dubbi e perplessità per quanto accadrà nel territorio, partendo d<strong>al</strong>le parole del presidente della repubblica<br />
Napolitano: è necessario contrastare il <strong>di</strong>ssesto. «Sia chiaro – precisa Di Santo – noi non siamo contrari <strong>al</strong>l’idea<br />
del polo ma non possiamo esimerci d<strong>al</strong> porre molte domande per le implicazioni che questo può avere in<br />
ambito socio-economico e ambient<strong>al</strong>e. Su questo, come Cre<strong>di</strong>to Trevigiano e Fondazione <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>, abbiamo<br />
avviato degli stu<strong>di</strong> con <strong>al</strong>cuni esperti, in modo da avere una panoramica chiara da offrire ai citta<strong>di</strong>ni». A<br />
preoccupare Di Santo sono innanzitutto le <strong>di</strong>mensioni del polo: «E’ pari ad un Veneto City se si considera<br />
l’area coperta e a due Veneto City se si considera quella scoperta. C’è il progetto <strong>di</strong> un casello sulla<br />
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Pedemontana, opera che richiede determinati spazi e ha inevitabili implicazioni <strong>di</strong> traffico. Barcon riuscirà a<br />
sostenere il peso <strong>di</strong> tutto questo?». Altra questione sotto esame è lo sviluppo: «Su Rai 3 il presidente della<br />
Provincia Muraro ha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> spostare in quest’area zone industri<strong>al</strong>i già autorizzate in <strong>al</strong>tre zone. Vorrei<br />
fosse chiaro che cosa vuol <strong>di</strong>re questo. Forse che nessun impren<strong>di</strong>tore potrà ampliare il proprio capannone<br />
nel Comune <strong>di</strong> Vedelago? O ad<strong>di</strong>rittura in un’area ben più grande?». Un <strong>al</strong>tro elemento su cui v<strong>al</strong>e fare<br />
chiarezza è che cosa se ne farà <strong>di</strong> tutta la ghiaia che verrà estratta: «Siamo <strong>di</strong> fronte a cifre importanti –<br />
aggiunge Di Santo – parliamo del 17% del fabbisogno region<strong>al</strong>e, del 25 per cento <strong>di</strong> quello provinci<strong>al</strong>e.<br />
Legittimo chiedersi cosa se ne farà <strong>di</strong> tutto quel materi<strong>al</strong>e». Il presidente <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Trevigiano vorrebbe che<br />
intorno a questo mega progetto ci fosse la possibilità <strong>di</strong> sapere cosa ne pensa la gente: «Credo sia molto<br />
importante dare informazioni corrette ed esaustive per un’opera che trasformerà il territorio. Fare insomma<br />
come è successo con <strong>Villa</strong> <strong>Emo</strong>: ascoltare, capire e poi decidere. Da qui il nostro impegno come soggetto<br />
economico e soci<strong>al</strong>e perché tutti abbiamo le idee chiare. E non sottomettersi <strong>al</strong>la sola volontà politica».<br />
Venendo ai contenuti dell’assemblea, l’attenzione era tutta per l’aumento <strong>di</strong> capit<strong>al</strong>e deciso d<strong>al</strong>la banca e<br />
che si concluderà a settembre 2011. I soci hanno approvato tutte le proposte <strong>al</strong>l’unanimità.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
4 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
Operazione Barcon, il Pd stana Muraro<br />
VEDELAGO Doppia mozione contro il mega progetto industri<strong>al</strong>e nelle campagne <strong>di</strong> Barcon. Una la presenterà<br />
in consiglio comun<strong>al</strong>e il gruppo <strong>di</strong> Primavera Civica. L’<strong>al</strong>tra il gruppo Pd in consiglio provinci<strong>al</strong>e. È mobilitazione<br />
gener<strong>al</strong>e contro il piano privato per la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un maxi impianto industri<strong>al</strong>e nella frazione vedelaghese.<br />
Ieri mattina i rappresentanti <strong>di</strong> Pd e <strong>di</strong> Primavera Civica erano in piazza a Vedelago con un gazebo informativo<br />
sul mega progetto. Hanno <strong>di</strong>stribuito centinaia <strong>di</strong> volantini contro il piano industri<strong>al</strong>e che andrà a trasformare<br />
un’area agricola <strong>di</strong> 90 ettari (180 campi trevigiani) in area industri<strong>al</strong>e. Presenti i consiglieri provinci<strong>al</strong>i del Pd<br />
Fabrizia Franco, Andrea Michielan e Franco Zanata. «Vogliamo che Muraro e il consiglio provinci<strong>al</strong>e si<br />
esprimano a chiare lettere su questo progetto – spiega Fabrizia Franco – per questo presenteremo la mozione<br />
in consiglio. Per<strong>al</strong>tro Muraro ha già detto che il piano va contro quanto previsto nel Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong><br />
coor<strong>di</strong>namento provinci<strong>al</strong>e in quanto va a “consumare” un terreno agricolo <strong>di</strong> tutela e anche molto vasto.<br />
Chiederemo <strong>di</strong> prendere posizione anche sulla questione viabilità. I benefici pubblici <strong>di</strong> questo piano non li<br />
ve<strong>di</strong>amo, non è giustificata la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> un’area <strong>di</strong> campagna così vasta per il semplice fatto <strong>di</strong> fare qu<strong>al</strong>che<br />
centinaio <strong>di</strong> metri <strong>di</strong> strada». «Muraro insiste a ripetere che ci sono troppe zone industri<strong>al</strong>i in provincia <strong>di</strong><br />
Treviso, sono più del necessario – aggiunge Andrea Michielan – perché <strong>al</strong>lora costruirne un’<strong>al</strong>tra <strong>di</strong> così vaste<br />
<strong>di</strong>mensioni per lo più in zona agricola? Ci sono tantissimo capannoni non utilizzati... Vogliamo che la Provincia<br />
si esprima su questo». La mozione sarà presentata nei prossimi giorni in Provincia. A Vedelago è il gruppo<br />
consiliare Primavera Civica a presentare la mozione. «Il nostro è un appello <strong>al</strong>la responsabilità – spiega Stefano<br />
Beltrame, consigliere <strong>di</strong> Primavera Civica – la maggioranza deve <strong>di</strong>re quello che pensa del progetto. Se<br />
qu<strong>al</strong>cuno ha delle perplessità, come è trapelato in questi mesi, le <strong>di</strong>ca pubblicamente». Il primo promotore a<br />
livello politico dell’accordo <strong>di</strong> programma presentato dai privati è stato il sindaco Paolo Quaggiotto. Ma pare<br />
che non tutta la maggioranza sia d’accordo. La componente Pdl della giunta <strong>fino</strong>ra non si è mai espressa<br />
pubblicamente. E pare che anche nella Lega Nord ci sia qu<strong>al</strong>cuno contrario. Muraro ha già detto che il piano<br />
va contro quanto previsto nel Ptcp. D<strong>al</strong>la Regione dove il capogruppo Laura Puppato ha depositato<br />
un’interrogazione sul tema per ora ancora nessuna risposta. «Con questo banchetto informativo sul progetto<br />
Barcon – spiega Enrico Quarello, segretario provinci<strong>al</strong>e del Pd – abbiamo voluto fare ciò che il sindaco<br />
Quaggiotto non ha fatto, cioè mostrare ai citta<strong>di</strong>ni le carte e i documenti relativi <strong>al</strong> progetto il cui impatto<br />
sarà davvero devastante». Nel progetto i privati andranno a investire 200 milioni <strong>di</strong> euro per re<strong>al</strong>izzare una<br />
cartiera, un centro <strong>di</strong> macellazione e un farmer market.<br />
139
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
1 <strong>di</strong>cembre 2011<br />
Il comitato chiama la Regione<br />
Un’intera frazione si sta battendo contro il progetto per la mega zona industri<strong>al</strong>e nella campagne <strong>di</strong> Barcon.<br />
Un piano per un’area agroindustri<strong>al</strong>e su <strong>di</strong> una superficie complessiva <strong>di</strong> 90 ettari, 180 campi trevigiani, dove<br />
<strong>al</strong>cuni privati chiedono <strong>di</strong> costruire un centro per la macellazione della carne, una cartiera e un farmer market.<br />
Il Comitato spontaneo Barcon Viva e il Comitato Civico <strong>di</strong> Vedelago sono impegnati in una mobilitazione che<br />
punta ad evitare la re<strong>al</strong>izzazione del progetto. A sposare il progetto il sindaco, mentre i gruppi <strong>di</strong> opposizione<br />
Primavera Civica e il consigliere in<strong>di</strong>pendente W<strong>al</strong>ter Santin si sono già pronunciati contro il piano. Anche la<br />
Provincia ha espresso contrarietà, spiegando che il piano va contro a quanto previsto nel Ptcp. Si attende un<br />
pronunciamento uffici<strong>al</strong>e da parte della Regione. VEDELAGO La giunta guidata da Paolo Quaggiotto boccia<br />
il progetto per l’impianto <strong>di</strong> recupero inerti in zona Bonelle chiesto d<strong>al</strong>la Telve Rigo Srl. L’azienda ha richiesto<br />
oltre un anno fa <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzare un impianto <strong>di</strong> riciclo degli inerti con annesso impianto <strong>di</strong> betonaggio in zona<br />
Bonelle ad Albaredo. La decisione fin<strong>al</strong>e spetta <strong>al</strong>la commissione Via (V<strong>al</strong>utazione Impatto Ambient<strong>al</strong>e)<br />
convocata oggi in Provincia. Tuttavia l’assessore <strong>al</strong>l’ambiente Andrea Gazzola (Pdl) riba<strong>di</strong>sce il secco no <strong>al</strong><br />
progetto. «Alla proposta <strong>di</strong> re<strong>al</strong>izzare un impianto <strong>di</strong> recupero <strong>di</strong> inerti in loc<strong>al</strong>ità Bonelle, vista già la presenza<br />
<strong>di</strong> quattro siti an<strong>al</strong>oghi a Vedelago, non possiamo dare parere favorevole – spiega – questo speci<strong>al</strong>mente in<br />
un’area territori<strong>al</strong>e la cui destinazione d’uso è tutt’<strong>al</strong>tra. La zona <strong>di</strong> Bonelle ove si vorrebbe re<strong>al</strong>izzare l’impianto<br />
è zona agricola <strong>di</strong> v<strong>al</strong>enza ambient<strong>al</strong>e. La nostra contrarietà <strong>al</strong> progetto è data anche d<strong>al</strong> fatto che un’attività<br />
<strong>di</strong> gestione rifiuti e <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> conglomerati cementizi come quella proposta comporterebbe nella zona<br />
lo sviluppo <strong>di</strong> emissioni acustiche, dovute <strong>al</strong> frantoio e <strong>al</strong>le macchine operatrici, ed un incremento del traffico<br />
<strong>di</strong> mezzi pesanti ed emissioni <strong>di</strong> polvere che Vedelago e in particolare Albaredo non possono sopportare». Il<br />
consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago per<strong>al</strong>tro ha già dato parere contrario <strong>al</strong> progetto, deciso a contrastarlo. Oggi<br />
la commissione provinci<strong>al</strong>e Via dovrà deliberare in merito <strong>al</strong>la vicenda. Oltre <strong>al</strong>l’assessore Gazzola,<br />
parteciperanno <strong>al</strong>la commissione anche i tecnici provinci<strong>al</strong>i, rappresentanti <strong>di</strong> Arpav e dell’usl. In commissione<br />
saranno ascoltati anche i rappresentanti della Telve Rigo, che tuttavia non avranno <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
19 novembre 2011<br />
VEDELAGO 4500 volantini contro il progetto Barcon. Saranno <strong>di</strong>stribuiti d<strong>al</strong>la prossima settimana a tutte le<br />
famiglie. E’ un’iniziativa del comitato spontaneo «Barcon Viva» e del Comitato Civico Vedelago. «Citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />
Vedelago, <strong>di</strong>ciamo no <strong>al</strong>la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> 180 campi a Barcon». Questo il titolo del pieghevole che condanna<br />
il piano. «Le <strong>di</strong>tte Colomberotto spa e Rotocart spa, con la bene<strong>di</strong>zione del sindaco Paolo Quaggiotto, hanno<br />
presentato questa proposta. Costruire pochi chilometri <strong>di</strong> strada e in cambio re<strong>al</strong>izzare un polo agroindustri<strong>al</strong>e<br />
su 90 ettari, 180 campi trevigiani, della nostra campagna a nord <strong>di</strong> via Terza Armata. Si vuole trasfomare da<br />
agricola ad agroindustri<strong>al</strong>e un’area più grande del Sant’Artemio, sede della Provincia che è <strong>di</strong> soli 78 ettari.<br />
Una follia perché si <strong>di</strong>strugge per sempre una delle ultime tipiche aree <strong>di</strong> campagna trevigiana e si asportano<br />
o meglio si “cavano” milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong> preziosa ghiaia. Vogliono re<strong>al</strong>izzare un macello tra i più gran<strong>di</strong><br />
d’Europa, una cartiere attività inquinante <strong>di</strong> prima classe e un farmer market. Quanti camion passeranno per<br />
le nostre strade per raggiungere il casello d<strong>al</strong>le aree industri<strong>al</strong>i <strong>di</strong> Montebelluna, oltre che per servire il macello,<br />
la cartiera e il farmer market?».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
13 novembre 2011<br />
TREVIGNANO Franco Bonesso, il sindaco <strong>di</strong> Trevignano, vuole <strong>di</strong>re la sua sull’accordo <strong>di</strong> programma per la<br />
riqu<strong>al</strong>ificazione territori<strong>al</strong>e dell’area Pedemontana tra Vedelago e Montebelluna e ha chiesto a Regione,<br />
Provincia e sindaco <strong>di</strong> Vedelago <strong>di</strong> essere coinvolto nel proce<strong>di</strong>mento. Si tratta <strong>di</strong> quel progetto <strong>di</strong> area agro-<br />
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industri<strong>al</strong>e a Barcon, con macello, cartiera e <strong>al</strong>tre attività. A preoccupare il sindaco <strong>di</strong> Trevignano è soprattutto<br />
il fatto che verrebbe previsto un casello che colleghi la superstrada Pedemontana Veneta <strong>al</strong>la grande zona<br />
industri<strong>al</strong>e e i conseguenti flussi <strong>di</strong> traffico che si riverserebbero sulle strade <strong>di</strong> Trevignano, Montebelluna,<br />
Vedelago. Nella sua richiesta <strong>di</strong> essere coionvolto nelle eventu<strong>al</strong>i procedure autorizzative, il sindaco Franco<br />
Bonesso dà subito il suo giu<strong>di</strong>zio sul progetto, esprimendo «forti perplessità e preoccupazione per l’intervento<br />
proposto». E punta il <strong>di</strong>to sul possibile traffico: «Considero insufficiente la v<strong>al</strong>utazione dei flussi <strong>di</strong> traffico<br />
derivanti da un nuovo casello della Superstrada Pedemontana Veneta – scrive infatti a Regione, Provincia e<br />
sindaco <strong>di</strong> Vedelago – Il casello <strong>di</strong> Barcon non è v<strong>al</strong>utato in modo strategico <strong>di</strong> area, ma è v<strong>al</strong>utato solo in<br />
funzione della soluzione delle problematiche <strong>di</strong> Barcon. Noto –aggiunge – unacarenza significativa nel<br />
sottov<strong>al</strong>utare e non rilevare i flussi <strong>di</strong> traffico da e per il centro <strong>di</strong> Trevignano che coinvolgerebbero strade<br />
comun<strong>al</strong>i come via Castellana (per Trevignano) e via Terza Armata (per Vedelago). Ritengo con cognizione <strong>di</strong><br />
causa che seri problemi sarebbero creati anche <strong>al</strong>la viabilità secondaria <strong>di</strong> Montebelluna non essendo prevista<br />
nessuna deguata viabilità <strong>di</strong> supporto nè miglioramento dell’esistente. Da un punto <strong>di</strong> vista urbanistico, senza<br />
entrare nel merito della proposta – conclude il sindaco <strong>di</strong> Trevignano – rilevo che t<strong>al</strong>e iniziaitiva è in contrasto<br />
col PTCP e il Pat <strong>di</strong> Vedelago, strumenti che avevano avuto il cointeressamento (obbligatorio per legge) del<br />
Comune che rappresento». E quin<strong>di</strong>, oltre <strong>al</strong>l’opposizione <strong>di</strong> «Barcon Viva» che ha raccolto le firme contro il<br />
progetto, perplessità arrivano anche d<strong>al</strong> Comune <strong>di</strong> Trevignano.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
12 novembre 2011<br />
Progetto Barcon, il Pdl si chiama fuori<br />
Da sei mesi Barcon Viva chiede le carte dell’operazione. Invano. Nessun documento è stato <strong>fino</strong>ra consegnato<br />
<strong>al</strong> comitato, portavoce delle perplessità della frazione davanti <strong>al</strong>l’avanzare del mega polo industri<strong>al</strong>e. I<br />
numeridell’operazione escono <strong>al</strong>la spicciolata da qu<strong>al</strong>che incontro più o meno uffici<strong>al</strong>e concesso d<strong>al</strong> sindaco.<br />
L’ultimo lo scorso 29 settembre quando Paolo Quaggiotto ha convocato in municipio i capigruppo e il<br />
progettista dell’operazione su esplicita richiesta dei consiglieri <strong>di</strong> opposizione Fiorenza Morao e W<strong>al</strong>ter Santin.<br />
«Il progetto presentato – ha precisato in apertura <strong>di</strong> seduta l’architetto Leopoldo Saccon dello stu<strong>di</strong>o Tepco<br />
– non è definitivo trattandosi <strong>di</strong> una proposta da parte dei privati a Comune, Regione e Provincia». Se resta<br />
ferma la re<strong>al</strong>izzazione del macello collegato a un <strong>al</strong>levamento e della cartiera è già in forse l’outlet <strong>di</strong> prodotti<br />
agricoli: «non è detto che venga confermato in quanto non è ritenuto in<strong>di</strong>spensabile ai fini dell’inse<strong>di</strong>amento<br />
produttivo». Inizio lavori nel 2012 , fine nel 2014. Nel frattempo dovranno <strong>di</strong>ventare re<strong>al</strong>tà il casello autostrad<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> Barcon , «pagato» dai privati, e la variante <strong>al</strong>la provinci<strong>al</strong>e 19, la cosiddetta strada dei cavatori. Perchè<br />
questo polo proprio nella campagna dei Pola? «Perchè – è stato spiegato nel summit – in Veneto non ci sono<br />
<strong>al</strong>tre zone tanto vaste e adeguate per re<strong>al</strong>izzarvi macello e cartiera». Sarà un’operazione da 330 milioni <strong>di</strong><br />
euro: 280 reperiti in Veneto, i restanti 50 <strong>al</strong>l’estero dove verranno acquistati i macchinari per la cartiera.<br />
VEDELAGO Quattrocento firme raccolte e consegnate ieri nella mani del presidente della Provincia Leonardo<br />
Muraro e fin<strong>al</strong>mente i primi scricchiolii nella giunta Quaggiotto. Dopo sei mesi <strong>di</strong> mobilitazione contro la mega<br />
area industri<strong>al</strong>e che si mangerà la campagna dei Pola, il comitato Barcon Viva tira le prime conclusioni. La<br />
guerra è ancora lunga, ma intanto il fronte «nemico» si sf<strong>al</strong>da. Il coor<strong>di</strong>natore loc<strong>al</strong>e del Pdl, Remigio Parisotto,<br />
si schiera con la popolazione <strong>di</strong> Barcon contraria <strong>al</strong>l’operazione sponsorizzata d<strong>al</strong> sindaco leghista Paolo<br />
Quaggiotto. Il macello più grande d’Europa, progettato da Colomberotto, la cartiera, nei piani della Rotocart<br />
- pronta però in caso <strong>di</strong> ulteriori tentennamenti a levare le ancore e spostare tutto in Carinzia -, l’outlet <strong>di</strong><br />
prodotti agricoli, già messo in <strong>di</strong>scussione, e la relativia viabilità non convincono il portavoce del Popolo della<br />
libertà. «Perchè mai – ha confidato Parisotto <strong>al</strong> comitato Barcon Viva in un incontro – sacrificare Vedelago,<br />
la bella campagna dei Pola in nome <strong>di</strong> una improbabile zona industri<strong>al</strong>e anom<strong>al</strong>a, mai entrata in <strong>al</strong>cuna<br />
programmazione seria nè del Comune, nè della Provincia, nè della Regione? È una scelta <strong>di</strong>fficile da<br />
comprendere. Da qu<strong>al</strong>siasi lato la si consideri fa solo venir in mente aspetti particolaristici tesi non a una<br />
visione re<strong>al</strong>e dell’interesse pubblico, ma ad affari e interessi loc<strong>al</strong>istici». Nella sostanza Parisotto boccia<br />
l’operazione, <strong>di</strong>fesa d<strong>al</strong> sindaco Quaggiotto come la panacea dei m<strong>al</strong>i <strong>di</strong> Barcon. Il paese è ostaggio dei camion<br />
della ghiaia, che scendono carichi d<strong>al</strong>le cave <strong>di</strong> Montebelluna e Trevignano intasando la delicata viabilità<br />
loc<strong>al</strong>e. Per Quaggiotto i promotori della nuova area industri<strong>al</strong>e risolveranno ogni problema, «reg<strong>al</strong>ando» strade<br />
141
<strong>al</strong>ternative. Barcon Viva si è subito attivata per fermare lo sventramento della campagna dei Pola a nord <strong>di</strong><br />
via Terza Armata con il polo industri<strong>al</strong>e, anticipato da un importante sbancamento, giustificato d<strong>al</strong>la necessità<br />
<strong>di</strong> interrare i capannoni. Ha chiesto più volte <strong>di</strong> incontrare il sindaco e la giunta. U<strong>di</strong>enza non concessa. «Lo<br />
scorso 9 settembre – riferisce Ermes Dondoni, portavoce <strong>di</strong> Barcon Viva – abbiamo inviato una lettera<br />
ponendo a sindaco, assessori e consiglieri <strong>di</strong> maggioranza una serie <strong>di</strong> domande sul progetto». Renzo Franco,<br />
assessore leghista, ha risposto per iscritto: «No <strong>al</strong>l’incontro, ma stima e rispetto per il lavoro che state<br />
svolgendo come comitato». Tradotto: «Andate avanti così»?. Silenzio da parte dei colleghi <strong>di</strong> giunta Andrea<br />
Gazzola, V<strong>al</strong>ter C<strong>al</strong>legari e Denis Serafin. Per il vicesindaco Marco Perin e l’assessore Cristina Andretta, quota<br />
Pdl, invece, «il progetto Colomberotto-Rotocart dovrà essere sottoposto a puntu<strong>al</strong>e v<strong>al</strong>utazione. Bene <strong>al</strong>lo<br />
sviluppo del paese, no <strong>al</strong>le speculazioni». Ovvero dubbi sul piano Quaggiotto. Ieri intanto il comitato ha<br />
consegnato in Provincia le oltre 400 firme raccolte contro il polo industri<strong>al</strong>e.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
9 ottobre 2011<br />
Operazione Barcon, Santin d<strong>al</strong> prefetto<br />
VEDELAGO. Progetto Barcon, il Comune nega i documenti. W<strong>al</strong>ter Santin denuncia tutto <strong>al</strong> prefetto. Il mega<br />
progetto per la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> una stabilimento agroindustri<strong>al</strong>e in un’area <strong>di</strong> 90 ettari (180 campi trevigiani)<br />
nella campagne della frazione è ancora <strong>al</strong> centro delle polemiche. W<strong>al</strong>ter Santin, consigliere comun<strong>al</strong>e<br />
in<strong>di</strong>pendente, ha chiesto le carte <strong>al</strong> Comune. Ma gli sono state negate. «Il 7 settembre ho presentato <strong>al</strong> Comune<br />
form<strong>al</strong>e richiesta <strong>di</strong> accesso ai documenti amministrativi <strong>al</strong> fine <strong>di</strong> acquisire la documentazione presentata<br />
d<strong>al</strong>le <strong>di</strong>tte proponenti Colomberotto e Rotocart relative <strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong> programma per la riqu<strong>al</strong>ificazione<br />
territori<strong>al</strong>e dell’area pedemontana tra Vedelago e Montebelluna - informa Santin - il 29 settembre il Comune<br />
mi ha risposto negandomi l’accesso agli atti in quanto <strong>di</strong>chiarava <strong>di</strong> risultare “depositario”. Trattandosi <strong>di</strong><br />
accordo <strong>di</strong> programma che coinvolge la Regione Veneto, la Provincia <strong>di</strong> Treviso e il Comune <strong>di</strong> Vedelago è del<br />
tutto evidente che il Comune non è depositario, ma attore princip<strong>al</strong>e nella conferenza dei servizi che deve<br />
v<strong>al</strong>utare il progetto, in quanto soggetto <strong>di</strong>rettamente coinvolto d<strong>al</strong>la progettazione. Ritengo sia mio <strong>di</strong>ritto<br />
avere la documentazione. Segn<strong>al</strong>erò il mancato rispetto della legge <strong>al</strong> prefetto <strong>di</strong> Treviso e <strong>al</strong>la commissione<br />
per l’accesso ai documenti amministrativi istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri». Santin,<br />
fuoriuscito d<strong>al</strong>la maggioranza Lega-Pdl, spara a zero contro il centrodestra. «Ci sono 3 <strong>di</strong>verse Leghe Nord a<br />
Vedelago. La Lega Quaggiotto che sponsorizza il progetto. La Liga Veneta <strong>di</strong> Renzo Franco che non si espone<br />
pubblicamente, segn<strong>al</strong>ando contrarietà <strong>al</strong> <strong>di</strong> fuori dagli ambienti amministrativi. Infine la giovane Lega<br />
Bor<strong>di</strong>gnon che non si capisce da che parte stia. Il Pdl non fa <strong>al</strong>tro che aumentare il <strong>di</strong>sorientamento. Gli<br />
assessori Gazzola, Perin e Andretta non si sbilanciano. Quando sono riuniti nell’<strong>al</strong>cova della giunta deliberano<br />
a favore del progetto, quando escono non si pronunciano e sviano l’argomento. Dopo la redazione del mio<br />
dossier sul progetto, inviato a Regione e Provincia, non ho avuto <strong>al</strong>cun tipo <strong>di</strong> risposta. Forse tutti sono<br />
d’accordo nel favorire la spregiu<strong>di</strong>catezza impren<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e a scapito dei citta<strong>di</strong>ni in<strong>di</strong>fesi».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
2 ottobre 2011<br />
Barcon, comitato fuori d<strong>al</strong> summit<br />
VEDELAGO. Incontro sul progetto Barcon (il più grande macello d’Europa con cartiera e farmer market), ma<br />
il comitato «Barcon viva» viene escluso. «Uno schiaffo <strong>al</strong>la democrazia, evidentemente c’è qu<strong>al</strong>cosa da<br />
nascondere». Ancora polemiche sul mega progetto per un centro agroindustri<strong>al</strong>e nella campagne della<br />
frazione. Giovedì scorso in municipio si è tenuto un incontro con uno dei progettisti. Incontro aperto a tutti i<br />
consiglieri comun<strong>al</strong>i. Il comitato «Barcon viva» però è stato escluso. La giunta ha dato or<strong>di</strong>ne <strong>al</strong> responsabile<br />
del settore organi istituzion<strong>al</strong>i del Comune <strong>di</strong> comunicare ai rappresentanti del comitato che non avrebbero<br />
potuto partecipare. «Il sindaco Paolo Quaggiotto e la sua giunta continuano a rifiutare qu<strong>al</strong>siasi confronto<br />
col nostro comitato che non si rassegna a subire passivamente la costruzione <strong>di</strong> un gigantesco complesso<br />
142
agroindustri<strong>al</strong>e e commerci<strong>al</strong>e a ridosso dell’abitato, intervento e<strong>di</strong>lizio che sarebbe preceduto d<strong>al</strong>l’ennesima<br />
re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> una cava <strong>di</strong> notevoli <strong>di</strong>mensioni - attacca Ermes Dondoni, portavoce del comitato - La riunione<br />
del 29 settembre si è svolta a porte chiuse, legittimando il sospetto che ci sia qu<strong>al</strong>cosa che i citta<strong>di</strong>ni,<br />
soprattutto se costituiti in comitato, non debbano conoscere. Democrazia significa confronto, <strong>di</strong><strong>al</strong>ogo,<br />
<strong>di</strong>battito, anche per <strong>di</strong>fendere i propri punti <strong>di</strong> vista, ma avendo tutti come obiettivo il bene comune. Qu<strong>al</strong> è<br />
l’obiettivo <strong>di</strong> sindaco e giunta? E quello dei consiglieri <strong>di</strong> maggioranza ai qu<strong>al</strong>i il comitato ha posto domande<br />
a cui nessuno si è degnato <strong>di</strong> dare risposta? Molto probabilmente l’obiettivo è rovinare un <strong>al</strong>tro pezzo <strong>di</strong> quella<br />
provincia <strong>di</strong> Treviso».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
23 settembre 2011<br />
Operazione Barcon, dossier a Luca Zaia<br />
VEDELAGO. Area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, il consigliere W<strong>al</strong>ter Santin scrive a Zaia: «Un progetto pieno <strong>di</strong><br />
incongruenze». Ancora polemiche sull’accordo <strong>di</strong> programma per la re<strong>al</strong>izzazione del maxi impianto<br />
industri<strong>al</strong>e. Santin invia un dossier con le obiezioni a 24 politici.<br />
Una maxi area industri<strong>al</strong>e nel cuore della campagna vedelaghese della superficie <strong>di</strong> 90 ettari (180 campi<br />
trevigiani, 2 volte il centro commerci<strong>al</strong>e Giar<strong>di</strong>ni del Sole <strong>di</strong> Castelfranco). A sollevare obiezioni stavolta è il<br />
consigliere comun<strong>al</strong>e in<strong>di</strong>pendente W<strong>al</strong>ter Santin uscito d<strong>al</strong> gruppo <strong>di</strong> maggioranza per <strong>di</strong>vergenze con il<br />
sindaco Paolo Quaggiotto. Ieri ha inviato 24 raccomandate con un dossier anti-area industri<strong>al</strong>e a Barcon. Tra<br />
i destinatari il governatore Luca Zaia, il vice presidente della Regione Marino Zorzato, l’assessore region<strong>al</strong>e<br />
<strong>al</strong>le infrastrutture Renato Chisso, i capigruppo in consiglio region<strong>al</strong>e, il presidente della Provincia Leonardo<br />
Muraro. Un documento molto approfon<strong>di</strong>to in cui sono evidenziate profonde «incongruenze» <strong>di</strong> natura tecnica<br />
presenti nell’ accordo <strong>di</strong> programma per la riqu<strong>al</strong>ificazione territori<strong>al</strong>e dell’area pedemontana tra Vedelago e<br />
Montebelluna. Innanzi tutto i problemi <strong>al</strong>la viabilità. L’area si prevede pronta prima del completamento della<br />
Pedemonana. Nel frattempo invece i messi circoleranno «tutti sulla viabilità or<strong>di</strong>naria, ovvero sulla strada<br />
provinci<strong>al</strong>e 19». Inevitabili i problemi <strong>al</strong> traffico (anche quello <strong>di</strong> cantiere). Altro punto c<strong>al</strong>do il mancato<br />
coinvolgimento nell’accordo del Comune <strong>di</strong> Montebelluna. C’è poi la questione ambient<strong>al</strong>e. «Il progetto si<br />
colloca <strong>al</strong>l’interno dell’unico corridoio ecologico che collega l’area delle risorgive del fiume Sile con l’area del<br />
Montello - spiega Santin - tanto che lo stesso progettista definisce “gli interventi qui an<strong>al</strong>izzati sicuramente<br />
impattanti sia sulle componenti ecorelazion<strong>al</strong>i che nel rapporto col paesaggio nel loro complesso”». Infine il<br />
problema economico. Per fare un’area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> questo tipo (grande 2 volte il centro commerci<strong>al</strong>e Giar<strong>di</strong>ni<br />
del Sole <strong>di</strong> Castelfranco) il privato investe 200 milioni <strong>di</strong> euro e deve versare degli oneri <strong>al</strong>l’ente pubblico. In<br />
tutto 18 milioni <strong>di</strong> euro. 10 andranno per fare il casello de<strong>di</strong>cato <strong>al</strong>l’area sulla Pedemontana e 5 <strong>al</strong> Comune<br />
<strong>di</strong> Montebelluna per fare la bretella <strong>di</strong> accesso <strong>al</strong>l’area. 3 milioni per <strong>al</strong>tre opere. Al Comune <strong>di</strong> Vedelago non<br />
resta quasi nulla.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
3 settembre 2011<br />
Caso Barcon, Muraro contro Quaggiotto<br />
VEDELAGO. Area industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, la Lega si spacca. Leonardo Muraro dà parere contrario <strong>al</strong> progetto<br />
del sindaco Quaggiotto in risposta ad un’interpellanza sul tema <strong>di</strong> Andrea Zanoni dell’Idv. «Progettazione in<br />
contrasto con i gener<strong>al</strong>i in<strong>di</strong>rizzi del Piano Territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinci<strong>al</strong>e». Il presidente attacca<br />
anche la Regione - guidata sempre d<strong>al</strong>la Lega - colpevole <strong>di</strong> «inerzia» per non aver ancora risposto <strong>al</strong>le note<br />
inviate d<strong>al</strong>la Provina in merito <strong>al</strong> progetto.<br />
Il progetto <strong>di</strong> Barcon spacca in due il Carroccio. Da una parte il sindaco Paolo Quaggiotto, primo sostenitore<br />
dell’accordo <strong>di</strong> programma con le <strong>di</strong>tte private promotrici riguardante la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> una zona produttiva<br />
(agro-<strong>al</strong>imentare) nelle campagne della frazione. Un’area <strong>di</strong> 90 ettari agricoli (180 campi trevigiani) trasformata<br />
per far spazio ad un impianto <strong>di</strong> macellazione della carne, una cartiera ed un farmer market. Sull’<strong>al</strong>tro versante<br />
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il presidente della Provincia Leonardo Muraro che non ci pensa due volte a bocciare il progetto. Prende<br />
posizione in un documento <strong>di</strong> risposta ad un’interpellanza presentata d<strong>al</strong> consigliere provinci<strong>al</strong>e dell’Idv Andrea<br />
Zanoni. Muraro spiega come del progetto si sia <strong>di</strong>scusso in sede <strong>di</strong> conferenza dei servizi in Regione svoltasi<br />
il 26 gennaio scorso cui ha preso parte l’<strong>al</strong>lora assessore <strong>al</strong>l’urbanistica Franco Conte (Pdl). In quella sede<br />
emersero già i contrasti tra il Ptcp e il progetto. Tra queste anche il fatto che, mentre nel Ptcp si prevede una<br />
nuova circonv<strong>al</strong>lazione ad ovest del centro <strong>di</strong> Barcon, il progetto in questione prevede lo spostamento della<br />
strada ad est del centro. Altro problema quella del beneficio pubblico derivante d<strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione del progetto.<br />
«Ai fini della perequazioni i benefici derivanti d<strong>al</strong> proposto accordo <strong>di</strong> programma si potevano stimare in circa<br />
56 milioni <strong>di</strong> euro e non già in 33 milioni come quantificato dai promotori». Queste ed <strong>al</strong>tre osservazioni<br />
sono già state inviate a Muraro <strong>al</strong>la Regione, senza però ottenere <strong>al</strong>cun tipo <strong>di</strong> risposta. «La re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong><br />
una nuova area produttiva si pone in contrasto con il Ptc, che non prevede l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuove aree».<br />
Lega spaccata in due su Barcon. Quaggiotto contro Muraro, mentre la Regione sta a guardare.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
10 settembre 2011<br />
Piano Barcon Il comitato «Viva» scrive <strong>al</strong>la giunta<br />
VEDELAGO. Mega progetto <strong>di</strong> Barcon, il comitato «Barcon Viva» scrive <strong>al</strong>la giunta. «Non siamo <strong>di</strong>sposti ad<br />
accettare passivamente uno sfregio irreversibile <strong>di</strong> circa 90 ettari <strong>di</strong> territorio». La lettera è stata in<strong>di</strong>rizzata<br />
ieri Alla giunta e a tutti i consiglieri del gruppo <strong>di</strong> maggioranza «Nuova Vedelago». «Gli oltre 400 aderenti <strong>al</strong><br />
Comitato - si legge nel documento firmato d<strong>al</strong> portavoce Ermes Dondoni - rappresentano la forte<br />
preoccupazione della comunità, non <strong>di</strong>sposta ad accettare un t<strong>al</strong>e sfregio irreversibile <strong>di</strong> circa 90 ettari <strong>di</strong><br />
territorio, <strong>di</strong> pregio ed <strong>al</strong>tamente produttivo. Area tra le poche <strong>di</strong> t<strong>al</strong>i <strong>di</strong>mensioni che non ha nessun tipo <strong>di</strong><br />
inse<strong>di</strong>amento. L’impegno posto da questo comitato è unicamente volto a s<strong>al</strong>vaguardare il territorio e i citta<strong>di</strong>ni.<br />
La nostra amministrazione comun<strong>al</strong>e si è arroccata in se stessa e non intende accettare <strong>al</strong>cun confronto e la<br />
mancata autorizzazione <strong>al</strong>l’accesso agli atti, sebbene t<strong>al</strong>uni pubblici, ci è stata negata per lungo tempo. Ora<br />
chie<strong>di</strong>amo ad ognuno <strong>di</strong> assumere le proprie responsabilità. Avete considerato che questa pregevole fascia<br />
<strong>di</strong> territorio agricolo, a nord della Postumia Romana e <strong>fino</strong> <strong>al</strong> confine con Montebelluna, verrebbe tot<strong>al</strong>mente<br />
sconvolta? D<strong>al</strong>l’an<strong>al</strong>isi degli atti amministrativi e dai progetti che abbiamo, ci fanno pensare vi sia l’interesse<br />
<strong>di</strong> pochissimi privati a danno <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri impren<strong>di</strong>tori e <strong>di</strong> tutta la comunità».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
1 settembre 2011<br />
Barcon, ambient<strong>al</strong>isti infuriati<br />
VEDELAGO. Anche da Trevignano dure critiche <strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong> programma per la riqu<strong>al</strong>ificazione territori<strong>al</strong>e<br />
dell’area Pedemontana a Barcon votato d<strong>al</strong> consiglio comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Vedelago. E’ il progetto che prevede<br />
interventi su una superficie <strong>di</strong> 84 mila metri quadri dove re<strong>al</strong>izzare stabilimenti <strong>di</strong> macellazione e produzione<br />
latte per bestiame, produzione <strong>di</strong> carta e prodotti per il consumo e un centro <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione delle produzioni<br />
agro<strong>al</strong>imentari. La zona interessata d<strong>al</strong>l’intervento è quella tra Vedelago, Montebelluna e Trevignano. A<br />
schierarsi contro il progetto, con delle osservazioni inviate <strong>al</strong> presidente della Provincia, è il circolo 737 della<br />
Legambiente <strong>di</strong> Trevignano, che vorrebbe che fossero preservate le caratteristiche agrarie del territorio che<br />
verrebbe invece profondamente trasformato da questo corposo progetto. L’associazione nelle sue<br />
osservazioni esprime «forte contrarietà a t<strong>al</strong>e modello <strong>di</strong> consumo forsennato del territorio in quanto<br />
completamente fuori d<strong>al</strong>la sc<strong>al</strong>a urbana esistente e collocato in un’area ancora integra e <strong>di</strong> v<strong>al</strong>enza agroambient<strong>al</strong>e<br />
<strong>di</strong> pregio. In un territorio qu<strong>al</strong>e la pianura trevigiana che negli ultimi 50 anni ha avuto una<br />
accelerazione esponenzi<strong>al</strong>e per il consumo <strong>di</strong> territorio a favore dell’e<strong>di</strong>ficazione, con il risultato <strong>di</strong> un modello<br />
urbanistico <strong>di</strong> polverizzazione e <strong>di</strong>spersione urbana, <strong>di</strong>venta natur<strong>al</strong>e la conservazione <strong>di</strong> quei pochi scampoli<br />
<strong>di</strong> aree agricole rimaste. Cre<strong>di</strong>amo invece ad una pianificazione volta <strong>al</strong> riequilibrio produttivo, chiarendo però<br />
che per riequilibrio non si deve intendere colonizzazione industri<strong>al</strong>e o agro-industri<strong>al</strong>e, ma eventu<strong>al</strong>mente la<br />
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istrutturazione dell’esistente e delle numerosissime aree industri<strong>al</strong>i, artigian<strong>al</strong>i e commerci<strong>al</strong>i <strong>di</strong>sperse nel<br />
nostro territorio e spesso in <strong>di</strong>suso. Il metodo <strong>di</strong> pianificare proposto con la previsione <strong>di</strong> un’area produttiva<br />
a Barcon non fa <strong>al</strong>tro che sorgere dubbi ed incertezze non solo sul consumo <strong>di</strong> territorio e sulla<br />
frammentazione dell’intervento, ma anche sul controllo degli inquinamenti, sull’esplosione della mobilità su<br />
gomma e non ultimo sulla compatibilità ambient<strong>al</strong>e dell’impatto inse<strong>di</strong>ativo. Sotto il piano campagna<br />
arriveranno dei manufatti che secondo l’accordo <strong>di</strong> programma si dovranno escavare migliaia <strong>di</strong> mc tanto da<br />
ipotizzare una volumetria che per entità è paragonabile ad un’enorme cava». Visto che il progetto deve andare<br />
<strong>al</strong>l’esame della commissione <strong>di</strong> v<strong>al</strong>utazione ambient<strong>al</strong>e e seguire tutto l’iter procedur<strong>al</strong>e previsto per questi<br />
interventi, Legambiente <strong>di</strong> Trevignano <strong>al</strong> presidente della Provincia ha chiesto <strong>di</strong> «essere informati e poter far<br />
parte a tutto l’iter amministrativo previsto d<strong>al</strong>la norma <strong>di</strong> legge» in modo da riba<strong>di</strong>re le ragioni della propria<br />
contrarietà nei vari passaggi a cui sarà sottoposto il progetto.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
6 agosto 2011<br />
Strada dei cavatori, la Provincia <strong>di</strong>ce no<br />
VEDELAGO. La Provincia <strong>di</strong>ce no <strong>al</strong>la «strada dei cavatori». Il progetto <strong>di</strong> una tangenzi<strong>al</strong>e a est del centro <strong>di</strong><br />
Barcon, passante <strong>di</strong> fianco <strong>al</strong>l’azienda Colomberotto, non sta bene <strong>al</strong>la Provincia. Si apre così l’ennesima<br />
frattura tra la giunta Quaggiotto e la giunta Muraro sul delicatissimo tema dell’urbanistica. La vicenda parte<br />
da lontano.<br />
La Provincia ha approvato il piano <strong>di</strong> assetto del territorio (pat) pre<strong>di</strong>sposto d<strong>al</strong>la giunta vedelaghese. Ha respinto<br />
l’osservazione n. 170 presentata fuori termine da Franco Zara. Un’osservazione su cui il Comune aveva dato<br />
parere favorevole e con cui si chiedeva <strong>di</strong> spostare il tracciato della tangenzi<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon a est della frazione<br />
lungo i terreni <strong>di</strong> proprietà dell’azienda agricola Colomberotto. Un’osservazione con la qu<strong>al</strong>e si chiedeva in<br />
sostanza <strong>di</strong> autorizzare la cosiddetta «strada dei cavatori» a servizio delle zone <strong>di</strong> escavazione presenti in paese.<br />
La Provincia ha detto no. Esultano i gruppi <strong>di</strong> opposizione e i comitati che da mesi si battono contro la<br />
re<strong>al</strong>izzazione della «strada dei cavatori». Qu<strong>al</strong>che settimana fa gli oppositori <strong>al</strong>la tangenzi<strong>al</strong>e est avevano scritto<br />
<strong>al</strong> presidente Leonardo Muraro e <strong>al</strong> governatore Luca Zaia per sottolineare come t<strong>al</strong>e opera fosse in contrasto<br />
con quanto già stabilito da Comune e Provincia in precedenza. Firmatari della lettera il portavoce del Comitato<br />
Barcon Viva: Ermes Dondoni, il presidente del Comitato Civico: Flavio Barichello, i 3 consiglieri <strong>di</strong> Primavera Civica<br />
Fiorenza Morao, Paola Frattin e Stefano Beltrame, il consigliere in<strong>di</strong>pendente V<strong>al</strong>ter Santin. «Lo spostamento a<br />
est della circonv<strong>al</strong>lazione <strong>di</strong> Barcon è in contrasto con la la soluzione scritta nella v<strong>al</strong>utazione ambient<strong>al</strong>e<br />
strategica <strong>al</strong>legata <strong>al</strong> pat <strong>di</strong> Vedelago - si legge nella lettera - in essa veniva scelta per Barcon la tangenzi<strong>al</strong>e<br />
ovest, dopo che erano state prese in esame e v<strong>al</strong>utate ben 5 ipotesi <strong>di</strong> tracciato. La tangenzi<strong>al</strong>e est <strong>di</strong> Barcon è<br />
propedeutica <strong>al</strong>l’ampliamento, richiesto d<strong>al</strong>le <strong>di</strong>tte Telve Rigo e Mac Beton, della cava Baracche su cui il consiglio<br />
comun<strong>al</strong>e ha espresso parere negativo unanime il 4 gennaio 2010. La tangenzi<strong>al</strong>e est è propedeutica <strong>al</strong>la<br />
trasformazione dell’area <strong>di</strong> 90 ettari <strong>di</strong> terreno agricolo in terreno industri<strong>al</strong>e a nord <strong>di</strong> via Terza Armata <strong>di</strong> Barcon<br />
come risulta d<strong>al</strong>l’accordo <strong>di</strong> programma, presentato in Regione d<strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong> Vedelago. Il consiglio comun<strong>al</strong>e<br />
il 9 maggio 2007 aveva già rigettato la proposta <strong>di</strong> Quaggiotto <strong>di</strong> una tangenzi<strong>al</strong>e a est <strong>di</strong> Barcon».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
5 agosto 2011<br />
Operazione Barcon, Zanoni: stop <strong>al</strong>lo scempio<br />
VEDELAGO. Area agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon, Zanoni attacca il progetto con un’interrogazione a Muraro.<br />
«Un’intera campagna <strong>di</strong> 90 ettari rischia <strong>di</strong> essere sacrificata ai capannoni». Ancora polemiche sul progetto<br />
sostenuto d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto. La trasformazione <strong>di</strong> circa 90 ettari <strong>di</strong> zona agricola (180 campi<br />
trevigiani) in area agroindustri<strong>al</strong>e e commerci<strong>al</strong>e per permettere l’ampliamento della Colomberotto che si<br />
occupa <strong>di</strong> <strong>al</strong>levamento e macellazione <strong>di</strong> bovini, l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> una nuova cartiera della Rotocart spa <strong>di</strong><br />
Piombino Dese (Pd) e la costruzione <strong>di</strong> un centro <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione delle produzioni agro<strong>al</strong>imentari. Andrea<br />
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Zanoni, consigliere provinci<strong>al</strong>e e presidente <strong>di</strong> Paeseambiente, ha presentato un’interrogazione in Provincia.<br />
A suo <strong>di</strong>re, il progetto è stato «furbescamente venduto ai citta<strong>di</strong>ni d<strong>al</strong> sindaco <strong>di</strong> Vedelago, che lo vuole far<br />
<strong>di</strong>chiarare <strong>di</strong> interesse pubblico, come un affare per il suo comune perché porterebbe occupazione e una<br />
nuova rete viaria». «Questo accordo - spiega Zanoni - porterà benefici solo a tre o quattro persone, grossi<br />
<strong>di</strong>sagi agli abitanti <strong>di</strong> Barcon e una gravissima <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> una delle ultime campagne della Marca. L’intento<br />
della mia interrogazione è <strong>di</strong> evitare che la Provincia deroghi <strong>al</strong>le norme del Piano territori<strong>al</strong>e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />
provinci<strong>al</strong>e che considerano quest’area come agricola e pertanto non cementificabile per ottenere il blocco<br />
<strong>di</strong> questo scempio. Questo progetto è un affronto <strong>al</strong>l’intelligenza <strong>di</strong> tutti i trevigiani perché non c’è ragione<br />
che tenga nel costruire un’ennesima zona industri<strong>al</strong>e, con tanto <strong>di</strong> rete strad<strong>al</strong>e <strong>al</strong> seguito, quando il territorio<br />
è saturo <strong>di</strong> capannoni: uno ogni cinque attu<strong>al</strong>mente resta vuoto. Ho chiesto <strong>al</strong> presidente Muraro <strong>di</strong> rispettare<br />
le promesse fatte in campagna elettor<strong>al</strong>e che lo vedevano <strong>di</strong>fensore del territorio. Di sapere quanta ghiaia<br />
verrà estratta e il suo v<strong>al</strong>ore economico dato che per fare i capannoni sotto il piano campagna <strong>di</strong> fatto verrà<br />
re<strong>al</strong>izzata un’enorme cava non autorizzata. Infine qu<strong>al</strong>i azioni attuerà per s<strong>al</strong>vaguardare i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Barcon<br />
che si vedranno sv<strong>al</strong>utare case e terreni».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
29 luglio 2011<br />
«Pdl latitante su Barcon, meglio Muraro»<br />
VEDELAGO. E’ la resa dei conti tra chi resta e chi se n’è andato. Oscar Bor<strong>di</strong>gnon, ex An, d<strong>al</strong> 31 marzo accasato<br />
con la Lega, spiega il cambio <strong>di</strong> casacca. «La mia è una scelta me<strong>di</strong>tata, fatta prima delle elezioni provinci<strong>al</strong>i,<br />
senza chiedere nulla in cambio in termini <strong>di</strong> poltrone», afferma il capogruppo della lista Bor<strong>di</strong>gnon Sindaco.<br />
Fa notare che la fusione del Pdl non è mai stata re<strong>al</strong>izzata <strong>al</strong>l’interno del consiglio provinci<strong>al</strong>e, in cui sedeva<br />
come rappresentate <strong>di</strong> An. Ringrazia il presidente Leonardo Muraro e l’<strong>al</strong>lora capogruppo Giorgio Granello -<br />
quello che ha firmato la sua tessera leghista - «per la sinergia e la stima che hanno contrad<strong>di</strong>stinto il nostro<br />
rapporto negli ultimi cinque anni <strong>di</strong> lavoro». «Sono loro la Lega a cui faremo riferimento io e il mio gruppo -<br />
annuncia - quella in cui ci riconosciamo nell’affrontare problematiche loc<strong>al</strong>i qu<strong>al</strong>i il progetto <strong>di</strong> riqu<strong>al</strong>ificazione<br />
agroindustri<strong>al</strong>e e commerci<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon». Ricorda la presa <strong>di</strong> posizione dei due che hanno contestato «la<br />
non congruità finanziaria dell’interesse pubblico rispetto <strong>al</strong>le proposte dei privati», sostenute d<strong>al</strong> sindaco<br />
leghista Paolo Quaggiotto. E poi l’affondo. «L’unica assenza che si evidenzia a oggi - attacca - è quella del<br />
coor<strong>di</strong>natore del Pdl vedelaghese Remigio Parisotto, che non ha mai preso posizione pubblicamente per<br />
smentire il sostegno che gli assessori del suo partito hanno dato <strong>al</strong> tanto contestato mega polo industri<strong>al</strong>e<br />
votando l’incarico esplorativo <strong>al</strong> sindaco Quaggiotto. Questa latitanza polica della <strong>di</strong>rigenza loc<strong>al</strong>e del Pdl può<br />
essere confermata anche d<strong>al</strong>l’ex vicecoor<strong>di</strong>natrice Roberta Garbuio, che ha già rassegnato le sue <strong>di</strong>missioni».<br />
Con Bor<strong>di</strong>gnon e Garbuio si sono iscritti <strong>al</strong>la Lega Alberto Magaton (presidente del Parco del Sile) e Michele<br />
Bor<strong>di</strong>gnon (consigliere comun<strong>al</strong>e). Sulla vicenda gli assessori e i consiglieri del Pdl chiedono chiarezza ai<br />
vertici. Marco Perin, Andrea Gazzola, Cristina Andretta e Daniele Volpato censurano il segreto sull’adesione<br />
<strong>al</strong>la Lega tenuto dai quattro, domandano provve<strong>di</strong>menti a Maurizio Castro e Fabio Gava. Perin si spinge più<br />
in là: «Alla gente non interessa il colore della maglia, ma i risultati. Un amministratore è bravo se amministra<br />
bene rispondendo <strong>al</strong>le esigenze dei citta<strong>di</strong>ni. Cambiare casacca in questo modo è puro opportunismo».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
9 luglio 2011<br />
Barcon, Quaggiotto nega le carte<br />
VEDELAGO. Il sindaco Paolo Quaggiotto nega le carte della nuova zona industri<strong>al</strong>e, Barcon si ribella. Il comitato<br />
«Barcon Viva» aveva depositato in Comune una richiesta <strong>di</strong> accesso agli atti relativi <strong>al</strong> progetto del polo<br />
agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> via Terza Armata. Il piano consiste in una proposta <strong>di</strong> accordo <strong>di</strong> programma per la<br />
conversione da area agricola ad agroindustri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> una porzione <strong>di</strong> campagna pari a circa 90 ettari. Ma<br />
l’amministrazione comun<strong>al</strong>e ha detto no, negando ai citta<strong>di</strong>ni il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> conoscere il piano. Il comitato Barcon<br />
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Viva non si ferma <strong>di</strong> fronte <strong>al</strong> <strong>di</strong>niego e ha chiesto le carte a Provincia e Regione. «V<strong>al</strong>e la pena ricordare <strong>al</strong><br />
sindaco che nell’incontro pubblico relativo <strong>al</strong> piano ha affermato che era un’idea <strong>di</strong> progetto da re<strong>al</strong>izzarsi<br />
solo se con<strong>di</strong>viso d<strong>al</strong>la popolazione - osserva Ermes Dondoni a nome del comitato - e che, nell’arco <strong>di</strong> un<br />
<strong>mese</strong> e mezzo, avrebbe riconvocato la popolazione <strong>di</strong> Barcon per illustrare in modo dettagliato tutta<br />
l’operazione. Appuntamento che siamo ancora in attesa sia c<strong>al</strong>endarizzato. Se è vero che si tratta <strong>di</strong> un<br />
progetto mai pensato da <strong>al</strong>tri per risolvere il problema del traffico che grava sul territorio, creando in aggiunta<br />
nuovi posti <strong>di</strong> lavoro, <strong>al</strong>lora perché non consente l’accesso agli atti e la loro massima conoscenza <strong>al</strong>la<br />
comunità? E’ triste pensare che l’amministratore, da noi eletto a rappresentarci, ritenga giusto pubblicizzare<br />
gli atti solo quando il progetto sarà “definitivo”». Il comitato stigmatizza l’atteggiamento <strong>di</strong> Quaggiotto «perché<br />
presuppone l’incapacità dei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> essere consapevolmente partecipi a t<strong>al</strong>e iniziativa in forma attiva e<br />
collaborativa». «E’ opportuno - continua Dondoni - che tutti i componenti della giunta trovino il coraggio <strong>di</strong><br />
manifestare pubblicamente la loro posizione. La loro responsabilità non è minore rispetto a quella del sindaco.<br />
Per le informazioni che si sono assunte <strong>fino</strong>ra, il parere della maggioranza della popolazione è contrario». Sul<br />
progetto Barcon, Laura Puppato, capogruppo del Pd in Regione, ha presentato un’interrogazione <strong>al</strong><br />
governatore Luca Zaia: «Sfregio <strong>al</strong> territorio e vantaggio per pochi».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
5 giugno 2011<br />
Santin: Consiglio sul caso Barcon<br />
VEDELAGO. «Se ne sono occupati tutti, ne ha <strong>di</strong>scusso il mondo intero, è stato il cav<strong>al</strong>lo <strong>di</strong> battaglia della<br />
campagna elettor<strong>al</strong>e, ma il consiglio comun<strong>al</strong>e del mega polo industri<strong>al</strong>e progettato a Barcon non è stato<br />
neppure informato». W<strong>al</strong>ter Santin, uscito d<strong>al</strong>la maggioranza <strong>di</strong> Quaggiotto per «<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> vedute con il<br />
sindaco», dà l’ultimatum <strong>al</strong> primo citta<strong>di</strong>no leghista. «Un progetto <strong>di</strong> questa portata - sostiene - va <strong>di</strong>battuto<br />
in consiglio. E non <strong>di</strong> passaggio, ma con una seduta de<strong>di</strong>cata. Il sindaco deve informarci: un t<strong>al</strong>e piano non<br />
può essere una sua esclusività». Durissimo l’ex consigliere <strong>di</strong> maggioranza, uno tra i più votati dell’<strong>al</strong>leanza<br />
Lega-Pdl e ora voce in<strong>di</strong>pendente nell’assemblea comun<strong>al</strong>e. «Va fatto un punto sullo stato dell’arte - sostiene<br />
- Si parla <strong>di</strong> una cava camuffata da sbancamento per la re<strong>al</strong>izzazione del polo industri<strong>al</strong>e a nord <strong>di</strong> via Terza<br />
Armata. Si parla <strong>di</strong> un casello, che non compare nel progetto definitivo della Pedemontana. Si parla della<br />
circonv<strong>al</strong>lazione <strong>di</strong> Barcon, ma in base <strong>al</strong>la documentazione che gira i proprietari mettono solo il se<strong>di</strong>me e<br />
chi re<strong>al</strong>izzerà la strada? Chi metterà i sol<strong>di</strong>? Un’<strong>al</strong>tra beffa per Barcon?». Tante voci, tante supposizioni, tanti<br />
progetti ma poca chiarezza, secondo Santin. Il consigliere ricorda la bocciatura dell’area industri<strong>al</strong>e da parte<br />
del presidente della Provincia, Leonardo Muraro. «Che è della Lega - fa notare - come il nostro sindaco. Sul<br />
progetto che devasterà la campagna <strong>di</strong> Barcon il paese è <strong>di</strong>viso, l’assessore region<strong>al</strong>e zittisce Paolo Quaggiotto<br />
e il consiglio non ha ancora avuto modo <strong>di</strong> esprimersi. Un’assur<strong>di</strong>tà». Pretende un consiglio de<strong>di</strong>cato<br />
<strong>al</strong>l’argomento, uno dei più <strong>di</strong>battuti in un paese già in fibrillazione davanti <strong>al</strong>lo sventolare dello spauracchio<br />
<strong>di</strong> una nuova cava. W<strong>al</strong>ter Santin punta i pie<strong>di</strong>: «Il sindaco convochi una seduta e presto. E’ finita l’ora - se<br />
mai c’è stata - della trattativa privata».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
4 giugno 2011<br />
Mega area industri<strong>al</strong>e, parte la mobilitazione<br />
VEDELAGO. «Barcon Viva» contro il progetto industri<strong>al</strong>e nelle campagne della frazione, parte una lettera <strong>al</strong><br />
sindaco Paolo Quaggiotto. Il comitato spontaneo boccia il progetto per la nuova area agroindustri<strong>al</strong>e e prepara<br />
la mobilitazione. «Pronti a ogni azione legittima».<br />
Barcon non ci sta a veder sorgere nel cuore delle sua campagna un mega centro agroindustri<strong>al</strong>e della<br />
superficie <strong>di</strong> 90 ettari per la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> 3 <strong>di</strong>versi impianti produttivi (un centro macellazione, una cartiera<br />
e un farmer market). Progetto lanciato qu<strong>al</strong>che <strong>mese</strong> d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto e che vedrebbe un<br />
investimento privato <strong>di</strong> 200 milioni <strong>di</strong> euro. Per i citta<strong>di</strong>ni organizzatisi nel comitato spontaneo «Barcon Viva»<br />
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t<strong>al</strong>e impianto va a deturpare una zona <strong>di</strong> campagna <strong>fino</strong>ra incontaminata. Così nei giorni scorsi hanno scritto<br />
<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto. «Manifestiamo la nostra crescente preoccupazione - mette nero su bianco Ermes<br />
Dondoni, portavoce dei residenti - La re<strong>al</strong>izzazione della zona agroindustri<strong>al</strong>e rivela aspetti ben peggiori per<br />
quanto riguarda l’impatto ambient<strong>al</strong>e, rispetto a quanto lei ha illustrato nell’incontro del 13 aprile scorso. Di<br />
conseguenza, <strong>di</strong> fronte a una <strong>di</strong>struzione irreversibile <strong>di</strong> una zona <strong>di</strong> campagna <strong>al</strong>tamente produttiva e<br />
caratteristica delle aree agricole trevigiane, la nostra posizione non può essere che fortemente contraria.<br />
Siamo pronti ad avviare ogni azione legittima affinché ciò non accada. Riteniamo urgente che lei <strong>di</strong>a puntu<strong>al</strong>e<br />
e compiuta informazione <strong>al</strong>la comunità, con dati certi, comprensibili e documentati» Il comitato attende<br />
«esaustiva e urgente informazione a tutta la comunità <strong>di</strong> Vedelago, non solo a Barcon, in quanto un progetto<br />
<strong>di</strong> questa entità interessa tutti». «La soluzione del problema viabilità, legata princip<strong>al</strong>mente <strong>al</strong>l’attività <strong>di</strong> cava<br />
- sottolinea Dondoni - non giustifica minimamente una simile devastazione del territorio».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
31 maggio 2011<br />
«A Barcon cava da 5 milioni <strong>di</strong> metricubi»<br />
VEDELAGO. «Prima dell’impianto industri<strong>al</strong>e, a Barcon ci sarà una supercava con 5 milioni <strong>di</strong> metri cubi <strong>di</strong><br />
scavo». A <strong>di</strong>rlo il gruppo <strong>di</strong> opposizione Primavera Civica in merito <strong>al</strong> progetto industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon «lanciato»<br />
d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto. In re<strong>al</strong>tà l’escavazione secondo il gruppo <strong>di</strong> opposizione sarà <strong>di</strong> gran lunga<br />
superiore rispetto a quanto detto <strong>fino</strong>ra. Non 2 milioni <strong>di</strong> mc, ma ad<strong>di</strong>rittura una quantità compresa tra i 5 e<br />
i 6 milioni. «Nella relazione dell’accordo <strong>di</strong> programma presentato in Regione e nel verb<strong>al</strong>e della conferenza<br />
dei servizi svoltasi a Venezia, viene detto che i metri cubi che si andranno a scavare per interrare i vari<br />
capannoni sono circa 2 milioni - spiegano in nota congiunta in consiglieri <strong>di</strong> Primavera Civica Fiorenza Morao,<br />
Paola Frattin e Stefano Beltrame - tuttavia, continuando a stu<strong>di</strong>are i documenti <strong>al</strong>legati <strong>al</strong>la delibera <strong>di</strong> giunta<br />
comun<strong>al</strong>e 61, abbiamo scoperto che i metri cubi che si scaveranno prima <strong>di</strong> eventu<strong>al</strong>mente iniziare a costruire<br />
le fabbriche, sono molti <strong>di</strong> più, in<strong>di</strong>cativamente tra i 5 e i 6 milioni, più del doppio <strong>di</strong> quanto in<strong>di</strong>cato». Il<br />
c<strong>al</strong>colo si basa sui dati in<strong>di</strong>cati nelle tavole preliminari del progetto. Per quanto riguarda l’e<strong>di</strong>ficio della cartiera,<br />
il progetto lo in<strong>di</strong>ca interrato «a quota meno 8 metri rispetto <strong>al</strong>la sede della Pedemontana Veneta». D<strong>al</strong><br />
momento che la Pedemontana si trova interrata a 7 metri sotto il livello del piano campagna, lo scavo per la<br />
cartiera scenderà ad una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 15 metri. Gli impianti Colomberotto, invece, saranno <strong>al</strong>la stessa quota<br />
della Pedemontana, ovvero a 7 metri sotto il piano campagna. In virtù <strong>di</strong> questi dati, il c<strong>al</strong>colo dei metri cubi<br />
scavati arriva ad una cifra compresa tra i 5 e i 6 milioni <strong>di</strong> metri cubi. «Tutta l’operazione è solo una cava<br />
mascherata?», chiede Primavera Civica. Dura la replica <strong>di</strong> Quaggiotto. «Progetti non ce ne sono ancora - spiega<br />
- i dati non corrispondono <strong>al</strong> vero. La cartiera sarà interrata <strong>di</strong> soli 8 metri rispetto <strong>al</strong> piano campagna, gli<br />
impianti Colomberotto, invece, non saranno interrati. Lo scavo per fare il piano interrato corrisponde ad una<br />
superficie <strong>di</strong> 170 mila mq per la cartiera e non arriva a 2 milioni <strong>di</strong> metri cubi. Il ricavato sarà a beneficio<br />
pubblico».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
29 maggio 2011<br />
«Nessuna escavazione a Barcon»<br />
VEDELAGO. Sulla questione cave la Lega Nord si spacca. Scoppia la guerra tra il sindaco Paolo Quaggiotto e<br />
il consigliere region<strong>al</strong>e Luca Baggio, presidente della terza commissione region<strong>al</strong>e de<strong>di</strong>cata tra gli <strong>al</strong>tri<br />
argomenti a trattare anche il tema cave. Oggetto del contendere, manco a <strong>di</strong>rlo, il progetto industri<strong>al</strong>e Barcon<br />
«sostenuto favorevolmente» da Quaggiotto. «Baggio ha voluto fare una polemica strument<strong>al</strong>e accusando il<br />
Comune <strong>di</strong> fare nuova escavazione - attacca Quaggiotto - non ha letto le carte. Non faremo nuove cave, ma<br />
si tratta <strong>di</strong> un’operazione <strong>di</strong> sbancamento per la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un progetto industri<strong>al</strong>e che porterà 600<br />
nuovi posti <strong>di</strong> lavoro. Baggio farebbe bene a leggere le carte, ha fatto una gran confusione. Il progetto Barcon<br />
darà la possibilità <strong>di</strong> creare nuovi posti <strong>di</strong> lavoro. Ieri Marcegaglia era a Treviso e ha sottolineato i ritar<strong>di</strong> con<br />
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cui la politica dà risposte <strong>al</strong> mondo economico. Con questo progetto industri<strong>al</strong>e noi daremo risposte rapide.<br />
Invito Baggio a venire e Vedelago a vedere con quanta velocità noi <strong>di</strong>amo risposte ai citta<strong>di</strong>ni». E’ guerra<br />
aperta dunque tra i due leghisti. «Rispe<strong>di</strong>sco <strong>al</strong> mittente tutte le accuse - replica Baggio - la polemica<br />
strument<strong>al</strong>e l’ha fatta l’assessore Andrea Gazzola del Comune <strong>di</strong> Vedelago che ha attaccato la Regione. Noi<br />
ci siamo limitati a descrivere i fatti. E’ vero o no che c’è un piano industri<strong>al</strong>e che prevede un’escavazione <strong>di</strong><br />
quasi 2 milioni <strong>di</strong> metri cubi? Quaggiotto dà colpe <strong>al</strong>la Regione che invece non ne ha». La polemica si era<br />
scatenata dopo l’attacco <strong>di</strong> Gazzola <strong>al</strong>la Regione.<br />
L’accusa: quella <strong>di</strong> voler spingere verso nuove escavazioni. La Regione, infatti, aveva comunicato poco tempo<br />
fa l’inn<strong>al</strong>zamento del limite minimo <strong>di</strong> superficie scavabile per il comune <strong>di</strong> Vedelago. S<strong>al</strong>iva d<strong>al</strong> 3% <strong>al</strong> 4%<br />
della superficie agricola tot<strong>al</strong>e a causa della compresenza nel sottosuolo <strong>di</strong> due elementi, la ghiaia e l’argilla.<br />
La Regione comunicava <strong>al</strong> contempo che la superficie massima ancora scavabile <strong>al</strong> momento è <strong>di</strong> 450 mila<br />
metri quadrati. Tuttavia Gazzola accusava la Regione <strong>di</strong> voler fare nuove cave inn<strong>al</strong>zando il parametro.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
28 maggio 2011<br />
La Lega contro Gazzola «E il Comune <strong>di</strong> Vedelago a volere nuove cave»<br />
VEDELAGO. La Regione boccia l’ampliamento della cava Baracche. E intanto è guerra aperta con il comune.<br />
Dopo le accuse mosse d<strong>al</strong> comune <strong>al</strong>la Regione <strong>di</strong> voler spingere verso nuove escavazioni, l’assessore<br />
region<strong>al</strong>e <strong>al</strong>l’ambiente Maurizio Conte e il consigliere Luca Baggio, contrattaccano. «Atteggiamento<br />
contrad<strong>di</strong>ttorio quello del Comune», <strong>di</strong>cono Baggio e Conte.<br />
«Il Comune - continuano i due leghisti - sta promuovendo un accordo <strong>di</strong> programma con i privati che, a Barcon,<br />
prevede l’escavazione <strong>di</strong> 2 milioni <strong>di</strong> mc <strong>di</strong> ghiaia». La replica <strong>di</strong> Baggio e Conte <strong>al</strong>l’assessore <strong>al</strong>l’ambiente <strong>di</strong><br />
Vedelago Andrea Gazzola arriva <strong>al</strong>l’indomani delle sue accuse. La nota congiunta inviata dai due leghisti reca<br />
con sé due notizie importanti. La prima è la bocciatura della Regione del progetto <strong>di</strong> ampliamento della cava<br />
Baracche. «Il progetto è in corso <strong>di</strong> esame da parte della Commissione <strong>di</strong> V<strong>al</strong>utazione <strong>di</strong> impatto ambient<strong>al</strong>e<br />
- continuano - e comunque dovrà essere fortemente rivisto perché ha un’estensione molto maggiore rispetto<br />
l’estensione massima autorizzabile». In secondo luogo una <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> guerra contro la giunta<br />
Quaggiotto. «L’atteggiamento del Comune è contrad<strong>di</strong>ttorio - proseguono - in quanto il Comune stesso sta<br />
promuovendo un accordo <strong>di</strong> programma con i privati».<br />
Insomma <strong>di</strong>etro l’operazione Barcon si cela una nuova escavazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni gigantesche. «Il Comune -<br />
scrivono Baggio e Conte - lamenta che si sia «<strong>di</strong>sapplicato» un accordo, stipulato ancora nel 2000, che<br />
prevedeva <strong>di</strong> non superare il limite del 3% <strong>di</strong> escavazione. Al riguardo si deve evidenziare che non si tratta <strong>di</strong><br />
un accordo bensì <strong>di</strong> un verb<strong>al</strong>e del 2000, in cui si è verificata l’estensione delle cave esistenti <strong>al</strong> fine della<br />
verifica del rispetto del limite del 3%. A quella data ancora non era stata condotta la citata verifica <strong>di</strong><br />
compresenza dei due materi<strong>al</strong>i, ghiaia e argilla, né, con ogni probabilità, era stata approfon<strong>di</strong>ta la tematica<br />
in quanto si rientrava comunque nel limite del 3%». In virtù <strong>di</strong> questa compresenza <strong>di</strong> materi<strong>al</strong>i nel sottosuolo,<br />
le norme prevedono <strong>di</strong> <strong>al</strong>zare il limite <strong>al</strong> 4%.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
22 maggio 2011<br />
Polo industri<strong>al</strong>e a Barcon il comitato vuole le carte<br />
VEDELAGO. Area produttiva a Barcon, il comitato spontaneo chiede chiarezza. Il maxi progetto per la<br />
re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un impianto agroindustri<strong>al</strong>e nelle campagne a nordest della frazione non convince. Dopo<br />
l’annuncio da parte del sindaco Paolo Quaggiotto del mastodontico poLO industri<strong>al</strong>e (presentato lo scorso<br />
13 aprile in un incontro pubblico), Barcon si mobilitata.<br />
E’ iniziato così il passaparola tra le famiglie, poi le prime riunioni <strong>fino</strong> <strong>al</strong>la costituzione il 6 maggio scorso del<br />
Comitato spontaneo <strong>di</strong> Barcon. Al momento sono un centinaio gli aderenti. Lo scopo del comitato è fare<br />
chiarezza su <strong>di</strong> un progetto il cui impatto urbanistico potrebbe essere devastante per l’intera Vedelago. «Forte<br />
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è la preoccupazione avvertita d<strong>al</strong>la popolazione che t<strong>al</strong>e re<strong>al</strong>izzazione deturpi l’ambiente in modo irreparabile<br />
con rischi per la qu<strong>al</strong>ità della vita dei citta<strong>di</strong>ni - spiega il portavoce del comitato, Ermes Dondoni - Si tratta <strong>di</strong><br />
un’area a ridosso delle case. A colpo d’occhio il progetto spaventa. Tuttavia <strong>al</strong> momento non abbiamo<br />
sufficienti elementi per giu<strong>di</strong>care. Non abbiamo in mano un progetto. Abbiamo solo qu<strong>al</strong>che informazione<br />
raccolta nella serata <strong>di</strong> presentazione tenuta d<strong>al</strong> sindaco. Chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> avere il progetto in modo da poterlo<br />
approfon<strong>di</strong>re. Il giu<strong>di</strong>zio per ora è negativo. C’è una campagna meravigliosa in quell’area e anche produttiva.<br />
An<strong>di</strong>amo a toccarla senza sapere che danni si produrranno. Si tratta <strong>di</strong> un’area già minacciata da profonda<br />
escavazione». Il comitato chiede chiarimenti in merito <strong>al</strong> prelevamento dell’acqua <strong>di</strong> f<strong>al</strong>da, utilizzata dagli<br />
stabilimenti produttivi e se esista una v<strong>al</strong>utazione dei rischi per le risorgive del Sile. Da dove ricaverà l’energia<br />
elettrica la nuova area industri<strong>al</strong>e? Sarà autonoma grazie a un impianto a biomasse? Che succederà agli scarti<br />
<strong>di</strong> lavorazione? Si può giustificare la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> una strada per eliminare il traffico d<strong>al</strong> centro <strong>di</strong> Barcon<br />
con il sacrificio <strong>di</strong> una vasta area agricola <strong>di</strong> pregio?. Questi <strong>al</strong>cuni quesiti posti d<strong>al</strong> comitato. Preoccupa la<br />
possibilità <strong>di</strong> forti sv<strong>al</strong>utazioni immobiliari. Stando ai dati <strong>di</strong>ffusi <strong>fino</strong>ra, il progetto prevede un maxi polo<br />
industri<strong>al</strong>e in un area che da agricola <strong>di</strong>venterà agroindustri<strong>al</strong>e con una superficie complessiva <strong>di</strong> 90 ettari.<br />
Ci saranno un macello industri<strong>al</strong>e, uno per la lavorazione della carta e un farmer market. L’investimento<br />
privato su quest’area toccherà i 200 milioni <strong>di</strong> euro. Saranno occupate 1.200 persone in fase <strong>di</strong> cantiere, 600<br />
persone in fase <strong>di</strong> esercizio con un indotto previsto <strong>di</strong> 400 posti. Contestu<strong>al</strong>mente la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> una via<br />
d’accesso, la nuova strada già ribattezzata dei cavatori, <strong>di</strong> collegamento tra la futura Pedemontana e la<br />
Postumia.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
14 maggio 2011<br />
Operazione Barcon, il casello è rinviato<br />
VEDELAGO. Se il casello autostrad<strong>al</strong>e <strong>di</strong> V<strong>al</strong>là marcia a ritmi serrati tanto che Comuni e proprietari dei terreni<br />
interessati d<strong>al</strong>l’opera hanno già firmato l’accordo, quello <strong>di</strong> Barcon è per ora fuori d<strong>al</strong> progetto definitivo della<br />
Pedemontana Veneta. Vacilla uno dei punti <strong>di</strong> forza portati d<strong>al</strong> sindaco Quaggiotto a sostegno della<br />
re<strong>al</strong>izzazione del polo industri<strong>al</strong>e a nord <strong>di</strong> via Terza Armata.<br />
Nei giorni scorsi c’è stata la firma dell’accordo tra le amministrazioni comun<strong>al</strong>i <strong>di</strong> Riese e Vedelago e i<br />
proprietari dei terreni su cui sorgerà il casello <strong>di</strong> V<strong>al</strong>là e su cui correrà la bretella che aggancerà la Pedemontana<br />
Veneta <strong>al</strong>la Postumia Romana. Le carte sono ora sulla scrivania del commissario Vernizzi in Regione, dove<br />
si sta lavorando <strong>al</strong>la progettazione definitiva del nuovo nastro strad<strong>al</strong>e. Del casello <strong>di</strong> Barcon, però, per ora<br />
non si parla. Resta un segno sulla carta, nulla più. Se la Provincia, confrontatasi con la Regione, parla <strong>di</strong> V<strong>al</strong>là<br />
come scelta consolidata, su Barcon opta per il rinvio. Casello a rischio? Vacilla una delle leve, spinte d<strong>al</strong> sindaco<br />
Paolo Quaggiotto per promuovere il mega polo industri<strong>al</strong>e, nella campagna Colomberotto a nord <strong>di</strong> via Terza<br />
Armata, e le infrastrutture viarie collegate. I privati sono pronti a mettere sul piatto 10 milioni <strong>di</strong> euro per<br />
re<strong>al</strong>izzare il casello <strong>di</strong> Barcon e relative bretelle ovvero la metà dell’investimento necessario. E il sindaco Paolo<br />
Quaggiotto ne ha fatto una questione <strong>di</strong> interesse pubblico. Le opere re<strong>al</strong>izzate dai costruttori in cambio della<br />
zona industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> via Terza Armata libereranno, a suo <strong>di</strong>re, Barcon dai camion della ghiaia e da tutto il traffico<br />
proveniente d<strong>al</strong>l’area montelliana: un toccasana per la vivibilità del paese. A minare la tesi <strong>di</strong> Quaggiotto c’è<br />
anche un contratto, stipulato lo scorso gennaio tra cavatori e Comune <strong>di</strong> Montebelluna. Con esso i proprietari<br />
del bacino estrattivo a nord <strong>di</strong> Barcon si impegnano a re<strong>al</strong>izzare una viabilità <strong>di</strong> collegamento tra le cave San<br />
Gaetano e Campilonghi e la strada provinci<strong>al</strong>e 19, un tracciato che si sviluppa in parte su terre private, in parte<br />
adeguando e sistemando la vie Sant’Andrea e Schiavonesca Vecchia <strong>di</strong> Montebelluna. Di fatto con la<br />
re<strong>al</strong>izzazione della tangenzi<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Montebelluna, finanziata con 28,6 milioni <strong>di</strong> euro presi dai fon<strong>di</strong> per la<br />
Pedemontana Veneta, e la sostituzione dell’incrocio <strong>di</strong> Caerano con una rotonda (intervento da 100 mila<br />
euro già in corso) si s<strong>al</strong>va il cuore <strong>di</strong> Barcon d<strong>al</strong> traffico pesante. E così si risolve il problema senza dover<br />
mangiare la campagna con la nuova zona industri<strong>al</strong>e.<br />
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Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
13 maggio 2011<br />
Beltrame sull operazione Barcon «Il Pdl loc<strong>al</strong>e esca <strong>al</strong>lo scoperto»<br />
VEDELAGO. Progetto Barcon: il Pd va <strong>al</strong>l’attacco. Il coor<strong>di</strong>natore loc<strong>al</strong>e Stefano Beltrame accusa la giunta <strong>di</strong><br />
centrodestra che sulla mega area industri<strong>al</strong>e si è <strong>di</strong>visa a metà. «Riba<strong>di</strong>amo la nostra contrarietà <strong>al</strong>l’operazione<br />
così come presentata d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto - spiega Beltrame - rimaniamo stupiti come il Pdl che<br />
governa assieme <strong>al</strong> leghista Quaggiotto abbia votato e dato i più ampi poteri <strong>al</strong> sindaco a maggio 2010, s<strong>al</strong>vo<br />
un anno dopo prendere le <strong>di</strong>stanze. Gli assessori devono esprimersi chiaramente su come la pensano». Il<br />
piano per l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> un massiccio complesso produttivo a nord <strong>di</strong> Barcon, sponsorizzato da<br />
Quaggiotto, è stato bocciato d<strong>al</strong>l’assessore provinci<strong>al</strong>e Franco Conte.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
11 maggio 2011<br />
Operazione Barcon bocciata d<strong>al</strong> Pdl<br />
VEDELAGO. Il Pdl compatto <strong>di</strong>ce no <strong>al</strong>l’operazione Barcon. Lo fa tramite Franco Conte, assessore provinci<strong>al</strong>e<br />
uscente. Lo fa nell’ultima settimana <strong>di</strong> campagna elettor<strong>al</strong>e quando - si sa - le promesse si sprecano, ma la<br />
gente <strong>di</strong> Barcon si è già segnata tutto, pronta a batter cassa quando arriverà il momento. Lo fa nel cuore<br />
della contestazione, in un comizio a Fanzolo, a quattro passi da Barcon. Lo fa davanti <strong>al</strong> ministro Giancarlo<br />
G<strong>al</strong>an, s<strong>al</strong>ito da Roma per spingere la corsa elettor<strong>al</strong>e del suo popolo. Così lunedì sera, <strong>al</strong>l’Antica Postumia,<br />
Franco Conte ha espresso i suoi dubbi sull’operazione sponsorizzata d<strong>al</strong> sindaco leghista Paolo Quaggiotto,<br />
pronto a dare il via libera <strong>al</strong>le ruspe che re<strong>al</strong>izzeranno il nuovo polo industri<strong>al</strong>e nei campi <strong>di</strong> Colomberotto, a<br />
nord <strong>di</strong> via Terza Armata. «E’ un intervento su cui si deve me<strong>di</strong>tare», ha detto davanti a una platea azzurra <strong>di</strong><br />
cui facevano parte anche il vicesindaco Marco Perin e gli assessori Andrea Gazzola (ambiente) e Cristina<br />
Andretta (urbanistica), le anime del Pdl nella giunta Quaggiotto. «E’ un’operazione - ha continuato - che va<br />
vista in un’ottica <strong>di</strong> più ampia programmazione. Va varata in presenza <strong>di</strong> motivazioni forti che attu<strong>al</strong>mente<br />
non emergono. E’ necessario un maggior coor<strong>di</strong>namento con la viabilità provinci<strong>al</strong>e. Fondament<strong>al</strong>e per il<br />
procedere del progetto sarà l’interesse pubblico del territorio coinvolto. Aspetti che oggi d<strong>al</strong>l’accordo<br />
presentato non emergono in maniera chiara». Conte ha chiesto la con<strong>di</strong>visione del progetto con la gente. «E<br />
mi pare - ha chiuso - che oggi questa con<strong>di</strong>visione proprio non ci sia». Applauso a fine intervento. E tra le<br />
mani che battevano anche quelle <strong>di</strong> vicesindaco e assessori. Giunta Quaggiotto spaccata? E’ già più che un<br />
dubbio, d<strong>al</strong> momento che l’anima azzurra del governo comun<strong>al</strong>e non si è vista neppure <strong>al</strong>l’incontro pubblico<br />
convocato a Barcon d<strong>al</strong> sindaco Quaggiotto, che sull’operazione vorrebbe tirare dritto. Ma le crepe si<br />
<strong>al</strong>lungano. Barcon si sta organizzando per fermare il piano che trasformerà la campagna in zona industri<strong>al</strong>e<br />
inse<strong>di</strong>andovi megamacello e cartiera. Non senza aver prima scavato l’area per la gioia dei re della ghiaia, con<br />
la scusa che le attività vanno «infossate» per s<strong>al</strong>vaguardare l’ambiente.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
17 aprile 2011<br />
«Il sindaco Quaggiotto svende Barcon»<br />
VEDELAGO. «La campagna <strong>di</strong> Barcon cancellata per costruire il mega polo industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> via Terza Armata in<br />
cambio <strong>di</strong> tre chilometri <strong>di</strong> strada. Ma ne v<strong>al</strong>e davvero la pena?». A chiederselo e soprattutto a chiederlo <strong>al</strong><br />
sindaco Paolo Quaggiotto sono Alberto Magaton, Michele Bor<strong>di</strong>gnon e Loris Cirotto, seduti in consiglio<br />
comun<strong>al</strong>e ai banchi dell’opposizione per la lista Bor<strong>di</strong>gnon Sindaco. «Colomberotto e Rotocart - insistono -<br />
stanno trattando con Comune, Provincia e Regione con l’obiettivo <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la pianificazione urbanistica<br />
vigente e trasformare un’area a prev<strong>al</strong>ente vocazione agricola in una zona in cui sorgeranno attività industri<strong>al</strong>i<br />
ins<strong>al</strong>ubri (macellazione e lavorazione carni, impianto per la lavorazione della carta,...)». L’accusa rivolta <strong>al</strong><br />
sindaco è <strong>di</strong> svendere Barcon, d’accordo con i promotori dell’iniziativa. «Il mega progetto - attaccano i tre<br />
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consiglieri <strong>di</strong> opposizione - si fonda su un accordo <strong>di</strong> programma tra pubblico e privato, nel qu<strong>al</strong>e è previsto<br />
che agli enti pubblici interessati (Regione, Provincia e Comune) venga girato un terzo dell’aumento <strong>di</strong> v<strong>al</strong>ore<br />
delle aree fon<strong>di</strong>arie oggetto dell’operazione». Colomberotto e Rotocart sparano in <strong>al</strong>to sull’attu<strong>al</strong>e v<strong>al</strong>ore <strong>di</strong><br />
mercato dei terreni agricoli: 30 euro per metro quadro quando per la Provincia non supera gli 8 euro. Motivo:<br />
risparmiare sui sol<strong>di</strong> da dare <strong>al</strong> pubblico, «solo» 10 milioni <strong>di</strong> euro contro i 20 chiesti d<strong>al</strong>l’ente presieduto da<br />
Leonardo Muraro. «Come può il sindaco Quaggiotto - contesta la Lista Bor<strong>di</strong>gnon - considerare buona una<br />
proposta <strong>di</strong> questo tipo? Dove sta il re<strong>al</strong>e beneficio per i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Barcon? E’ f<strong>al</strong>so che il progetto in questione<br />
ponga fine ai problemi <strong>di</strong> viabilità che interessano la frazione. Colomberotto e Rotocart cedono i terreni per<br />
la re<strong>al</strong>izzazione della strada a est <strong>di</strong> Barcon la qu<strong>al</strong>e però dovrà essere costruita da qu<strong>al</strong>cun <strong>al</strong>tro. Se poi ci<br />
affi<strong>di</strong>amo ai cavatori per fare la strada, <strong>al</strong>lora ci troveremmo <strong>di</strong> fronte a un’ulteriore sven<strong>di</strong>ta del territorio<br />
vedelaghese». Il gruppo <strong>di</strong> minoranza vuole lo stop delle operazione. E la stoccata fin<strong>al</strong>e: «Nell’assemblea <strong>di</strong><br />
mercoledì scorso il sindaco non ha fatto intervenire chi venisse da fuori Barcon, ma l’annuncio pubblicato sul<br />
sito del Comune era rivolto a tutti, non solo ai residenti della frazione».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
16 aprile 2011<br />
Barcon, il parroco si schiera col sindaco<br />
VEDELAGO. Rampogna se non si presenta a messa la domenica, ma anche il plauso d<strong>al</strong> pulpito «se propone<br />
un progetto meritevole». Don Eugenio Caron, parroco <strong>di</strong> Barcon, questa volta si schiera con Quaggiotto. Nelle<br />
messe <strong>di</strong> domenica scorsa ha invitato i fedeli <strong>al</strong>l’incontro promosso d<strong>al</strong> sindaco e ha aggiunto: «Ben venga<br />
la zona industri<strong>al</strong>e prevista in via Terza Armata».<br />
Al termine delle due celebrazioni domenic<strong>al</strong>i e <strong>di</strong> quella del sabato sera, don Eugenio Caron ha letto gli avvisi<br />
per la settimana entrante. Tra questi l’invito <strong>al</strong>la riunione pubblica indetta d<strong>al</strong> sindaco sull’operazione <strong>di</strong> via<br />
Terza Armata: una mega zona industri<strong>al</strong>e con cartiera, <strong>al</strong>levamento, centro per la lavorazione della carne, e -<br />
a detta <strong>di</strong> chi ha stu<strong>di</strong>ato le carte - cava mascherata nella campagna Colomberotto. «Questo progetto - ha<br />
commentato il prete - è un’occasione da non perdere per fermare le cave, liberare Barcon dai camion della<br />
ghiaia e creare nuovi posti <strong>di</strong> lavoro in questo momento <strong>di</strong> grande crisi». Quaggiotto promosso a pieni voti<br />
e messa finita. Ma fuori d<strong>al</strong>la chiesa, sul sagrato, i primi commenti tra i fedeli. Più <strong>di</strong> qu<strong>al</strong>che mugugno sulla<br />
presa <strong>di</strong> posizione uffici<strong>al</strong>e del prete. Stupiti, sbigottiti e amareggiati i fedeli <strong>di</strong> Barcon contrari <strong>al</strong> progetto. Ma<br />
don Eugenio non si fa con<strong>di</strong>zionare e insiste nella sua posizione. «Mercoledì sera non ho partecipato <strong>al</strong><br />
<strong>di</strong>battito del sindaco - confessa - Era un incontro politico e me ne sono tenuto lontano». Ma giovedì è passato<br />
in ufficio da Quaggiotto a esprimergli i suoi apprezzamenti per la zona industri<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Barcon. «Non si vive sul<br />
campo <strong>di</strong> terra», non cede <strong>di</strong> un passo nonostante le contestazioni raccolte da Quaggiotto mercoledì sera in<br />
un’affollatissima p<strong>al</strong>estra delle scuole elementari. E ancora: «E’ un’operazione positiva per il nostro paese.<br />
Libererà le nostre vie dai camion. Quei camion che hanno ucciso qu<strong>al</strong>che anno fa il nostro sacrestano.<br />
Insomma risolverà il problema della viabilità e porterà tanti posti <strong>di</strong> lavoro». Gli oltre mille promessi d<strong>al</strong> sindaco.<br />
I fedeli restano scettici.<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
15 aprile 2011<br />
Barcon, opposizione senza <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> parola<br />
VEDELAGO. Incontro pubblico su Barcon, scoppia la bagarre. Il sindaco Paolo Quaggiotto non concede la<br />
parola a Fiorenza Morao del gruppo Primavera Civica adducendo come scusa il fatto che l’incontro è rivolto<br />
solo ai residenti <strong>di</strong> Barcon. Scoppia la polemica. I gruppi Bor<strong>di</strong>gnon sindaco e Primavera Civica attaccano.<br />
«Comportamento scorretto e lesivo del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ogni citta<strong>di</strong>no».<br />
Mercoledì sera <strong>al</strong>la p<strong>al</strong>estra delle scuole elementari della frazione c’erano 300 persone ad ascoltare la<br />
spiegazione dei tecnici e del primo citta<strong>di</strong>no. Il progetto mastodontico prevede la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> un maxi<br />
polo industri<strong>al</strong>e in un’area agricola della superficie complessiva <strong>di</strong> 90 ettari formato da tre <strong>di</strong>versi centri. Un<br />
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centro <strong>di</strong> macello industri<strong>al</strong>e, uno per la lavorazione della carta e un farmer’s market. L’investimento privato<br />
su quest’area toccherà i 200 milioni <strong>di</strong> euro. Saranno occupate 1.200 persone in fase <strong>di</strong> cantiere, 600 persone<br />
in fase <strong>di</strong> esercizio con un indotto previsto <strong>di</strong> 400 posti. Contestu<strong>al</strong>mente la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> una via d’accesso,<br />
la nuova strada già ribattezzata dei cavatori, <strong>di</strong> collegamento tra la futura Pedemontana e la Postumia. Ci<br />
sarà anche un apposito casello sulla superstrada. Al termine, però, nello spazio concesso <strong>al</strong>le domande del<br />
pubblico, scoppia la bufera. Diversi interventi contestano il piano e sono accolti dagli applausi dei presenti.<br />
«Per fare 3 chilometri <strong>di</strong> strada <strong>di</strong>ci che si deve fare un mega impianto del genere - <strong>di</strong>ce una persona rivolta<br />
<strong>al</strong> sindaco - si rovina un paese così». «E’ la prima volta nella storia <strong>di</strong> Barcon che qu<strong>al</strong>cuno fa una proposta<br />
per risolvere il problema del traffico - ribatte il sindaco - <strong>fino</strong>ra solo chiacchiere, questi sono fatti». Ma la<br />
contestazione non si ferma. Obiezioni si susseguono in merito <strong>al</strong>l’impatto ambient<strong>al</strong>e ed urbanistico del<br />
progetto nonché <strong>al</strong> rischio che il piano posso condurre ad una sv<strong>al</strong>utazione immobiliare per i terreni vicini.<br />
Verso la fine d<strong>al</strong> pubblico si <strong>al</strong>za Fiorenza Morao, <strong>di</strong> Primavera Civica, per porre <strong>al</strong>cune domande. Il sindaco<br />
però le nega il microfono. Motivazione: possono parlare solo i residenti <strong>di</strong> Barcon. I gruppi <strong>di</strong> opposizione<br />
Bor<strong>di</strong>gnon Sindaco e Primavera Civica ieri hanno inviato una nota congiunta. «Riteniamo il comportamento<br />
del sindaco molto scorretto, lesivo del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ogni citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> poter esprimere la propria opinione,<br />
trattandosi <strong>di</strong> un incontro aperto a tutta la citta<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> Vedelago, e soprattutto lesivo della funzione dei<br />
consiglieri comun<strong>al</strong>i, ai qu<strong>al</strong>i la legge riconosce la delega <strong>al</strong> controllo della funzion<strong>al</strong>ità della macchina<br />
amministrativa, e pertanto il <strong>di</strong>ritto-dovere <strong>di</strong> esporre e <strong>di</strong> informare i citta<strong>di</strong>ni sugli atti e sulle questioni <strong>di</strong><br />
pubblico interesse, come questo progetto. Sul comportamento del sindaco nei confronti della consigliere<br />
Morao lasciamo ai lettori ogni commento».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
25 marzo 2011<br />
A Barcon arrivano 700 nuovi posti <strong>di</strong> lavoro<br />
VEDELAGO. Nelle campagne a nord est <strong>di</strong> Barcon un maxi polo industri<strong>al</strong>e, porterà 700 posti <strong>di</strong> lavoro. Due<br />
grosse aziende del settore agro<strong>al</strong>imentare e cartiero pronte a firmare un accordo per la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> due<br />
enormi stabilimenti produttivi nel territorio della frazione in corrispondenza della zona dove passera la<br />
Pedemontana. Saranno autosufficienti d<strong>al</strong> punto <strong>di</strong> vista energetico grazie <strong>al</strong> fotovoltaico.<br />
«Abbiamo in<strong>di</strong>viduato un’area a nord del nostro comune per la qu<strong>al</strong>e inten<strong>di</strong>amo dare la trasformabilità. Le<br />
due grosse aziende che intendono inse<strong>di</strong>arsi sul posto non andranno a rivendere. Ci sarà un accordo scritto<br />
con cui si impegneranno a re<strong>al</strong>izzare in questo sito due gran<strong>di</strong>ssimi stabilimenti produttivi per un tot<strong>al</strong>e <strong>di</strong><br />
600-700 nuovi posti <strong>di</strong> lavoro. Tuttavia il polo produttivo avrà un indotto occupazion<strong>al</strong>e molto superiore,<br />
<strong>fino</strong> a 1500 posti <strong>di</strong> lavoro». Un annuncio da far girar la testa. L’iter progettu<strong>al</strong>e è già iniziato. «Tutta l’operazione<br />
dovrà esser sottoposta <strong>al</strong> norm<strong>al</strong>e iter procedur<strong>al</strong>e per il rispetto della norme ambient<strong>al</strong>i, quin<strong>di</strong> attraverso la<br />
V<strong>al</strong>utazione impatto ambient<strong>al</strong>e - spiega il sindaco - e tutte le procedure per compatibilità e sostenibilità». Il<br />
primo stabilimento si occuperà <strong>di</strong> attività agro<strong>al</strong>imentari. Previsto un centro <strong>di</strong> ricerca per la sperimentazione<br />
dei prodotti agro<strong>al</strong>imentari, un centro macellazione, un centro produzione latte in polvere. Ci sarà anche un<br />
Farmer Market, un negozio <strong>di</strong> prodotti <strong>al</strong>imentari, ortaggi e frutta a km 0. Per questo tipo <strong>di</strong> negozio si pensa<br />
ad un accordo con le associazioni <strong>di</strong> categoria in modo che i produttori agricoli possano conferire nel market<br />
i loro prodotti <strong>di</strong>rettamente, senza interme<strong>di</strong>ari, accorciando la filiera produttore consumatore. La seconda<br />
attività invece riguarda il settore cartiero, <strong>di</strong>viso su due piani. Un piano interrato per la lavorazione della<br />
cellulosa. A livello terra invece la re<strong>al</strong>izzazione del prodotto finito, fazzoletti e tovaglioli <strong>di</strong> carta, carta igienica.<br />
L’intero centro produttivo sarà autosufficiente da punto <strong>di</strong> vista energetico. Gli stabilimenti saranno ricoperti<br />
<strong>di</strong> pannelli fotovoltaici per garantire la copertura del fabbisogno, assieme <strong>al</strong>la riconversione in energia <strong>di</strong> <strong>al</strong>cuni<br />
elementi <strong>di</strong> scarto dell’azienda. L’area sorge proprio a cav<strong>al</strong>lo del tracciato della Pedemontana, che andrà a<br />
«tagliarla» in due. Nel progetto la re<strong>al</strong>izzazione, a carico delle due aziende private, <strong>di</strong> un casello sulla<br />
superstrada d’accesso <strong>al</strong>l’area. Un casello non de<strong>di</strong>cato, ma utilizzabile da tutta la citta<strong>di</strong>nanza. Si prevede la<br />
re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> viabilità loc<strong>al</strong>e de<strong>di</strong>cata per escludere d<strong>al</strong> traffico i centri abitati. Un progetto<br />
condotto d<strong>al</strong> Comune in collaborazione con la Provincia, che ha già riscosso interesse anche da parte della<br />
Regione. «Ci sarà una conferenza dei servizi - conclude Quaggiotto - contiamo nell’approvazione in tempi<br />
celeri».<br />
153
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
1 aprile 2011<br />
La Provincia boccia l’operazione Barcon<br />
VEDELAGO. Area produttiva a nord <strong>di</strong> Barcon, la Provincia frena. Il presidente Muraro con lettera inviata <strong>al</strong>la<br />
Regione chiede <strong>di</strong> rivedere il progetto attraverso una «congrua rideterminazione del beneficio pubblico».<br />
Oscar Bor<strong>di</strong>gnon attacca il sindaco Quaggiotto.<br />
Dopo il no del Comitato Civico <strong>di</strong> Vedelago, tocca <strong>al</strong>la Provincia mettere i bastoni tra le ruote <strong>al</strong> sindaco Paolo<br />
Quaggiotto. Stando a quanto scritto d<strong>al</strong> presidente Leonardo Muraro <strong>al</strong>la Regione, il progetto per la maxiarea<br />
industri<strong>al</strong>e a nord <strong>di</strong> Barcon va rivisto sotto un aspetto <strong>di</strong> importanza primaria. «E’ necessario prevedere<br />
una congrua rideterminazione del beneficio pubblico», scrive Muraro. «La perequazione, ovvero il c<strong>al</strong>colo<br />
<strong>di</strong>fferenzi<strong>al</strong>e tra il beneficio pubblico e l’interesse privato come proposto d<strong>al</strong>le <strong>di</strong>tte interessate <strong>al</strong>l’accordo si<br />
<strong>di</strong>scosta notevolmente da quello c<strong>al</strong>colato d<strong>al</strong>la Provincia - spiega il consigliere provinci<strong>al</strong>e Oscar Bor<strong>di</strong>gnon<br />
(An) - il progetto non risolve il problema del traffico che attraversa il centro abitato <strong>di</strong> Vedelago, anzi potrebbe<br />
aggravarlo con potenzi<strong>al</strong>i ricadute anche ad Albaredo. Senza contare l’impatto che potrebbe avere sull’abitato<br />
<strong>di</strong> Barcon. Al sindaco Quaggiotto, che in consiglio <strong>di</strong>ceva che sarebbe stata applicata una procedura<br />
amministrativa c<strong>al</strong>ata d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to che avrebbe “perforato” gli strumenti urbanistici, rispondo che l’unica<br />
perforazione che potrebbe preoccuparci è quella stimata <strong>di</strong> quasi due milioni <strong>di</strong> metri cubi che potrebbe<br />
re<strong>al</strong>izzarsi sul terreno <strong>di</strong> Barcon e che con gli attu<strong>al</strong>i prezzi <strong>di</strong> mercato potrebbe derivare oltre 7 milioni <strong>di</strong> euro<br />
<strong>di</strong> ricavo. Invito il sindaco a una maggiore cautela quando parla della creazione <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro<br />
a Vedelago. L’ultima volta che un amministratore della sua giunta lo fatto è finita con il sequestro dell’area<br />
interessata da parte dell’autorità giu<strong>di</strong>ziaria. Il proce<strong>di</strong>mento è ancora in itinere».<br />
Tribuna <strong>di</strong> Treviso<br />
29 marzo 2011<br />
Operazione Barcon, affari d’oro per i cavatori<br />
VEDELAGO. Un porta a porta per informare e soprattutto per sperare in una reazione compatta contro il mega<br />
progetto della giunta Quaggiotto che rischia <strong>di</strong> far passare notti insonni - e non solo - a Barcon. Il Comitato<br />
civico <strong>di</strong> Vedelago sta <strong>di</strong>stribuendo una lettera aperta <strong>al</strong>le famiglie della frazione. Un centinaio <strong>di</strong> copie<br />
recapitate casa per casa con tanto <strong>di</strong> cartografia dell’operazione.<br />
Sui 38 ettari <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> Colomberotto in via Terza Armata, a sud della futura Pedemontana veneta, sono<br />
previsti «uno stabilimento per la macellazione e la lavorazione dei prodotti derivati che integra l’esistente<br />
<strong>al</strong>levamento <strong>di</strong> vitelli, un <strong>al</strong>tro per la produzione <strong>di</strong> latte destinato <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>imentazione del bestiame, un centro<br />
<strong>di</strong> raccolta per la lavorazione dei cere<strong>al</strong>i da trasformare in cibo per i bovini, un centro <strong>di</strong> ricerca e sviluppo con<br />
laboratorio». Cemento su 88 mila metri quadrati a cui si aggiungono i 77 mila metri quadri della Rotocart<br />
spa su cui si re<strong>al</strong>izzerà una cartiera. Se il primo inse<strong>di</strong>amento scenderà a meno 2-4 metri sotto il piano<br />
campagna, il secondo si infosserà a meno 12. E dagli scavi oro per i cavatori. «E’ previsto <strong>di</strong> estrarre ghiaia<br />
per 2 milioni <strong>di</strong> metri cubi», osserva il comitato. L’operazione, già presentata d<strong>al</strong> sindaco Paolo Quaggiotto in<br />
Regione, si completa a nord della futura Pedemontana veneta con un «centro region<strong>al</strong>e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione delle<br />
produzioni agro<strong>al</strong>imentari a chilometro zero». E ancora un casello autostrad<strong>al</strong>e e una strada che partendo<br />
da Montebelluna interesserà l’area Colomberotto e quelle dei cavatori della cava Baracche, <strong>fino</strong> ad agganciare<br />
la Postumia romana. Un’operazione faraonica a due passi d<strong>al</strong>le case <strong>di</strong> via Terza Armata, <strong>fino</strong>ra immerse nella<br />
campagna, e a quattro d<strong>al</strong> cuore <strong>di</strong> Barcon. «Due inse<strong>di</strong>amenti cat<strong>al</strong>ogati d<strong>al</strong>la legge come inquinanti <strong>di</strong> prima<br />
classe», fa sapere il comitato. Sottolinea che il paese è sottovento rispetto <strong>al</strong>le due attività e lascia intendere<br />
i <strong>di</strong>sagi che deriveranno d<strong>al</strong>la loro re<strong>al</strong>izzazione. La miccia è accesa e il comitato si augura <strong>di</strong> riuscire a<br />
spegnerla grazie <strong>al</strong>la mobilitazione popolare. Il sindaco ha sempre <strong>di</strong>feso l’operazione, considerandola<br />
passaggio necessario per ottenere una strada che liberi Barcon dai camion. «Certo niente Tir dei cavatori -<br />
nota il comitato - ma rischi igienico-sanitari <strong>di</strong> rilevanza non secondaria per Barcon». La lettera, <strong>di</strong>stribuita<br />
<strong>al</strong>le famiglie, è stata consegnata ai consiglieri comun<strong>al</strong>i. Si chiude con un «cor<strong>di</strong><strong>al</strong>i s<strong>al</strong>uti», che sa più <strong>di</strong> grido<br />
<strong>di</strong> battaglia che <strong>di</strong> commiato.<br />
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